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Autore: OcaPenna    13/06/2017    1 recensioni
DESTIEL/LIME/EROTICO/TRIANGOLO Siamo nel 2024, i Winchester proseguono la loro attività di cacciatori con qualche novità, perdite e nuovi arrivi. In un altro continente Marinella è una ragazza un po' strana, un po' distratta e tra le nuvole ma sta per scoprire di essere molto più strana di quanto possa immaginare.
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester, Un po' tutti
Note: Lemon, OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Nel futuro
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MARINELLA

Di Oca Penna



 



DESTIEL/EROTICO/TRIANGOLO/SPOILER 12





 
 
Castiel voleva aspettare che dormisse..
Sarebbe stato più facile nel sonno, sarebbe stato veloce e non se ne sarebbe quasi accorta.
Ma la ragazza doveva aver avvertito qualcosa e restava acquattata nel letto.
Poteva percepire le pulsazioni impazzite del cuore e l'odore della paura... come se n'era accorta? Avrebbe lottato? Avrebbe guardato la vita scapparle dagli occhi terrorizzati? E se si sbagliasse, se la ragazza sapesse... lo avrebbe sopraffatto?
No, non lo sapeva. Nel vicolo era venuta da lui senza altra volontà che aiutarlo, lo aveva percepito.
 
Che lealtà c'era ora in lui? Cosa stava facendo?
 
Ma doveva fare quello che andava fatto.
 
Strinse la lama fredda nel pugno cercando un appiglio di certezza, ma aveva passato troppi anni sulla terra, era stato umano troppe volte e ricordava troppo bene cosa fossero le emozioni. Quella sdraiata sul letto era una ragazza appena più giovane di Claire e lui non avrebbe avuto il cuore di ucciderla.
 
«Come ti chiami?»
 
La ragazza trasalì cadendo dal letto e strisciando con la schiena alla parete fino all'angolo della stanza più lontano da lui, il cuore impazzito nel petto, lo sguardo da animale in gabbia.
 
«N-non farmi del male» balbettava con la voce spezzata dal panico.
 
Castiel non sapeva cosa fare. Non poteva lasciarla lì, sarebbe stata un pericolo. Desiderò tanto non avere quella debolezza dentro. Avrebbe dovuto, lo sapeva, che avrebbe dovuto, ma non riusciva a uccidere una ragazzina a sangue freddo, non più.
 
«Mi chiamo Castiel. Non ti farò del male» si arrese rimettendo via l'arma.
 
La ragazza deglutì. Restava tesa ma sembrava iniziare a calmarsi, il primo spavento era passato e forse iniziava a cercare un senso a quella situazione.
 
Le si avvicinò e la ragazza d’stinto si ritrasse schiacciandosi contro il muro.
 
«Cosa fai nella mia stanza?» La voce era ancora allarmata ma usciva decisa e sicura.
 
«Nel vicolo, diciassette giorni fa, mi hai salvato la vita. Pagherò il mio debito»
 
«Come hai fatto a entrare?». La ragazza non si muoveva dal muro, ma stava iniziando a pensare in modo logico. 
 
«Volando»
 
«Volando?»
 
Castiel spiegò appena le ali con un frullio di piume.
 
«Sono un angelo del Signore»
***
 
Era l'una e venticinque del 5 marzo quando Marinella smise di essere atea. Contro ogni logica dovette accettare l'idea che non solo esistesse Dio ma che esistessero perfino angeli con ali bianche e morbide in grado di portarli in camera sua nel cuore della notte. E non solo esistevano, ma erano in tanti, con regole e idee complicate. E a quanto pareva la volevano morta. Nonostante l'evidenza di Castiel di fianco a lei sul letto, una parte della sua mente continuava a rifiutarsi di credergli e ad aspettare il risveglio da quel sogno assurdo, forse per questo non riusciva ad avere paura.
Ma venne l'alba e l'angelo continuava a stare lì a parlarle di simboli di protezione e incantesimi per nascondersi, reale, concreto, con quella voce piatta e profonda e una calma insostenibile nel tono.
Così, in quella notte d'inizio primavera, Marinella dovette riformulare la propria idea di angelo e cancellare le immagini dei puttini alati o dei guerrieri in armature dalle tinte pastello. Quegli angeli non esistevano.
Gli angeli avevano la voce bassa, si nascondevano nel buio, si accasciavano nel vicolo e avevano gli occhi di un blu disumano.
Gli angeli esistevano e accanto a lei sedeva Castiel.
 
***
 
«Che c’è, Sammy?» le parole inciampavano nella bocca impastata dal sonno.
 
Buttò un occhio alla sveglia sul comodino. Se il fratello lo svegliava a quell'ora doveva essere importante.
 
«Dean, sono io»
 
Dean scosse la testa con un sorriso. Certo che era Cass, chi altro poteva pensare di svegliarlo a quell'ora senza nessun motivo?
Si passò una mano sugli occhi prima di alzarsi e andare ad aprire.
 
«Dov'eri finito?»
 
«Ti ho scritto un messaggio» la voce dell'angelo non cambiava quasi mai tono e Dean non sapeva se si stava scusando o se lo stesse accusando.
 
«"Sono fuori"? Sì, molto esplicativo».
 
L'angelo restò un momento immobile fissandolo.
 
«Buonanotte, Dean» disse avviandosi in fretta verso la propria stanza.
 
Stupido angelo, adesso qual'era il problema?
 
«Cazzo, Cass, aspetta!»
 
L'angelo si voltò a guardarlo con quello sguardo da bambino offeso. Dean odiava che se ne andasse in giro da solo con quello che stava succedendo e meno che mai gli piaceva non sapere cosa stesse combinando. La fiducia non era proprio il suo forte in quel periodo.
D'altra parte Cass era Cass e forse poteva fare un'eccezione o almeno rimandare a domani la ramanzina.
 
«Buonanotte, Cass» cedette rientrando in camera.
   
 
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