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Autore: Co_71    14/06/2017    6 recensioni
Il tempo è bello. C’è caldo e l’aria sa d’estate. La macchina sa d’estate, con le bottigliette mezze vuote sotto i sedili, i teli insabbiati nel porta bagagli, i sedili caldi e appiccicati alla loro pelle chiara e le cassette sparse sulle gambe di James perché “questa canzone è vecchissima, metti qualcosa di nuovo! Magari qualcosa di più movimentato? Ci stiamo addormentando!” seguito da risposte del tipo "James smettila di lamentarti, e anche volendo te l’ho già ripetuto: non puoi ballare in macchina e-e abbassa i piedi da lì o ti arriva un ceffone!”.
La routine è sempre la stessa.
***
[...], saranno vari i motivi per cui Sirius non dovrebbe sottolineare come il colorito di quella macchina assomigli a quello di un pesce morto, ma infondo poco importa, perché Lily sta guidando ormai con un sorriso rilassato sulle labbra dopo che quindici minuti e trentotto secondi fa in macchina aleggiò la frase “è proprio il colore di un pesce morto”e Sirius rischiò di essere lasciato in mezzo alla strada.
***
James è nel sedile del passeggero e lascia che il vento gli soffi sul viso. Sorride, sorride spensierato ed è così bello vederlo così felice.
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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La Fiat 127 di Lily non è assolutamente color Pesce Morto
C_71
 
 
Lily guida tenendo il gomito destro fuori il finestrino, con la mano sinistra che poggia sicura sul volante sottile della sua Fiat 127, color-a detta di Sirius- pesce morto, costatazione che la fa infuriare ogni qual volta la sente borbottare dalla labbra di Sirius tra un tiro di fumo e l’altro da quella sigaretta ciondolante.
Sirius finge di fregarsene, ma James nota come i suoi occhi s’ingigantiscano rapidamente alle grida di Lily  che sputano una serie di frasi dal “guarda che il Polpa di Lime non c’entra assolutamente nulla con il colore del pesce morto” al, dopo essersi assicurata di dargli del daltonico, “Non offendere la mia bambina e non azzardarti a fumare lì dentro!”.
Sarà perché Lily diventa davvero insopportabile da arrabbiata, sarà che Sirius infondo adori quella macchina visto che c’era anche lui con James quando questi gliela regalò per il compleanno, saranno vari i motivi per cui Sirius non dovrebbe sottolineare come il colorito di quella macchina assomigli a quello di un pesce morto, ma infondo poco importa, perché Lily sta guidando ormai con un sorriso rilassato sulle labbra dopo che quindici minuti e trentotto secondi fa in macchina aleggiò la frase “è proprio il colore di un pesce morto” e Sirius rischiò di essere lasciato in mezzo alla strada.
Oggi guida Lily, guida lei perché la macchina è la sua e non l’affiderebbe mai a Sirius dopo che questi l’abbia insultata. Guida lei perché James non sa davvero controllare l’acceleratore e stare in un’auto guidata da lui equivale una serie di sgommate, sterzi improvvisi e turbolenti e un probabile incidente contro qualcosa, o peggio, qualcuno.
Remus e Peter sarebbero forse i più adatti alla guida del veicolo, ma Remus di più. Sì, perché Peter, per quanto Lily e gli alti gli vogliano bene, frena decisamente un po’ troppe volte, e un po’ troppo bruscamente. Ma Remus ieri è stato tutto il giorno impegnato per una lunga e faticosa missione per l’Ordine, e oggi è veramente stremato  ma non poteva stare a casa di domenica.
Sì, perché è domenica e come ogni domenica pomeriggio, dopo aver pranzato insieme, Lily e i Malandrini girano la città, le campagne e luoghi molto lontani dalle loro abitazioni per tutto il pomeriggio.
Per un pomeriggio vanno via. Via dalla guerra, dalle missioni, dagli omicidi e da tutto. Per un pomeriggio non sono più soldati, per un pomeriggio ritornano ad essere semplici diciannovenni su un’auto.
Il tempo è bello. C’è caldo e l’aria sa d’estate. La macchina sa d’estate, con le bottigliette mezze vuote sotto i sedili, i teli insabbiati nel porta bagagli, i sedili caldi e appiccicati alla loro pelle chiara e le cassette sparse sulle gambe di James perché “questa canzone è vecchissima, metti qualcosa di nuovo! Magari qualcosa di più movimentato? Ci stiamo addormentando!” seguito da risposte del tipo “James smettila di lamentarti, e anche volendo te l’ho già ripetuto: non puoi ballare in macchina e-e abbassa i piedi da lì o ti arriva un ceffone!”.
La routine è sempre la stessa.
Presi dall’euforia del momento alzano il volume e a cantano a squarcia gola saltellando sul posto a tempo di musica. Il tutto degenera velocemente con il modificare parole, frasi e rendere la canzone un misto di battute squallide e altro.

…And your face is a mess
Ooo, your face is a mess
Ooo, ooo, so how could they know?
Eh, eh, how could they know?


-Adoro questa canzone! Lily, rimetti la cassetta!-
-Te lo scordi-
-Cosa? Per quale assurdo motivo, donna?-
I loro sguardi s’intercettano nello specchietto retrovisore. –L’ultima volta James ha cambiato le parole trasformando l’intera canzone in un porno-
Sirius si fa pensieroso ghignando mentre James scoppia a ridere aggiungendo che dovrebbe dedicarsi ad una vita di cantautore.
-Già- gli da man forte Sirius con un calcio nel sedile che fa scivolare gli occhiali di James sulla punta del naso. La risposta non si fa attendere e presto la scarpa di James colpisce Peter, mancando Sirius. Il tutto comincia a trasformarsi in una generale battaglia con un Remus Lupin intento a lanciare le caramelle di Peter quasi fossero bombe dopo che James, ormai privo anche degli stessi calzini, che ha pensato bene di usare come frusta contro il viso di Remus che, a detta sua, gli ha ficcato una caramella nell’orecchio che probabilmente sarà ormai arrivata al cervello.
Si sembra essere giunti a una pace quando Lily frena bruscamente e tutti scivolano in avanti dalla forza improvvisa. Pronti a quella che immaginano sarebbe stata una sfuriata con i fiocchi non nascondono il loro stupore quando Lily, armata di una pistola ad acqua uscita da chissà dove, comincia a schizzarli in pieno viso urlando qualcosa come: “SMETTERLA DI FARE GLI IDIOTI MENTRE STO GUIDANDO O VI BUTTO FUORI DALL’AUTO!
Inutile dire che la pace acquisita durò poco perché poi, tutti e quattro gocciolanti, volevano assolutamente provare la strana macchina sputa acqua.
-Sono ufficialmente offeso. Non sei tu a buttarmi fuori dall’auto ma io!- se ne uscì improvvisamente Sirius tentando di passare nel sedile davanti, ovvero dove stava James, per poter uscire. Il risultato furono imprecazioni, gomitate, calci, urla e Lily ringraziò Merlino che nessun’auto della polizia fosse nei paraggi. Già, perché sarebbe stato difficile spiegare il preciso motivo per cui James stava affacciato con  Remus e Peter a tenergli le gambe mentre cercava di non mollare la presa su di un cane nero che camminava affianco all’auto.
Il tutto si risolse con un Sirius immobilizzato da un incantesimo e con un Remus e Peter intenti a disegnare cose strane sul suo viso.
-E poi ti chiedi perché non ti facciamo stare mai nel posto davanti- borbottava Remus qualche minuto dopo.
-Come siete tragici, quella volta sei stato tu a sfidarmi!- Sirius gli punta il dito dopo che gli altri decisero che era arrivato il momento di liberarlo.
-Io non ti ho sfidato proprio in niente! Ti ho detto “Sirius non aprire lo sportello quando la macchina va così veloce, potresti cadere” e tu hai aperto lo sportello!-
Ed ecco giunti alla fase dei ricordi, in cui si raggiunge un momento di quiete in cui si rievocano i vecchi ricordi scherzando e ridendo a tal punto da far ondeggiare l’intera auto.
La musica si fa più bassa e si fanno spazio i discorsi più seri, il silenzio aumenta e la pace giunge veramente.
 
James è nel sedile del passeggero e lascia che il vento gli soffi sul viso. Sorride, sorride spensierato ed è così bello vederlo così felice. Lily fa piccoli e continui scatti con il collo per osservarlo, distogliendo la sua attenzione dalla strada. Per vederlo spensierato con il suo sorriso aperto, e Lily si sente felice. E’ felice perché il suo James è tranquillo per la prima volta dopo molto tempo. Dopo molto tempo James, che pensa di non essere osservato, ha un’area pacata e non corrugata dalla preoccupazione.
Dalla preoccupazione per suo padre buttato fuori dal ministero per essersi dimostrato contrario, per la milionesima volta, a quel movimento contro i Nati-Babbani, nessuna preoccupazione per sua madre, che ogni giorno tossisce così forte da rimanere completamente senza respiro. Nessuna preoccupazione per Peter, che delle volte rimane così chiuso in se stesso nella sua convinzione di non essere abbastanza, ma ora è lì, seduto tra Remus e Sirius ridendo ad una battuta di quest’ultimo mentre allunga una mano a Lily e James per offrire loro un po’ di caramelle. Nessuna preoccupazione per Remus, stremato perché l’Ordine lo manda, letteralmente, nella fossa dei lupi senza tener conto che il ragazzo non si rifiuti per quella stupida opinione che ha di sé, ma ora è lì con la testa poggiata sul finestrino, gli occhi chiusi e un sorriso che aleggia sulle labbra per la stupida battuta di Sirius.
Sirius, Sirius che potrebbe essere attaccato dal suo cognome in ogni momento, ma ora sta lì, nel posto dietro il sedile di James ascoltando la radio con la sua stessa ed identica espressione dettata da quella invisibile complicità che lo lega a lui da quelli che sembrano secoli. Anche se sembrano essere le persone più diverse di questo mondo, per poi sorprendere tutti nel vederli eseguire gesti, espressioni, smorfie, e chi più ne ha più ne metta, identiche. Differendosi, in maniera assolutamente stravagante, in altre.
Erano le due facce di una stessa moneta. Una pericolosa moneta in grado di ribaltare l’intero mondo, se solo l’avesse voluto.
Nessuna preoccupazione per Lily, una Nata-Babbana che i Mangiamorte ucciderebbero seduta stante se solo l’avessero vicina. Ma lei è al suo fianco e guida alternando le mani in modo da poter allungare la destra e prendere la sua.
James la stringe e allunga il collo per baciarle la spalla scoperta da quella canottiera a righe bianche, gialle e blu, con la conseguenza di un “bleah” generale dai posti dietro.
Lily sa di pastelli, di colori a cera e James s’inebria di questo profumo. Il suo cuore potrebbe scoppiare nel notare quella sfumatura rossastra sulle sue guance.
Si guardano e scambiano un sorriso complice, abituati alle lamentele dei ragazzi, così come i ragazzi sono ormai abituati alle loro effusioni d’affetto.
Anche se chiamare semplici effusioni le scintille che legano James e Lily è dire poco, è dire molto poco. Perché lo sanno, lo sanno molto bene ormai che la complicità che lega i due è qualcosa di particolare e molto sottile. Sì perché, anche se non lo notano, sanno che basta che si stringano la mano in un certo modo, ad un certo punto di una conversazione per capirsi senza aver bisogno delle parole. Sanno che tutte le loro litigate, e sono tante, non equivalgono altro che uno dei tanti modi di scambiarsi dell’affetto. Sanno che James e Lily hanno sempre parlato una lingua che è sempre stata unicamente loro.
Ed è anche per questo che Lily guida, guida lei perché nessuno si sognerebbe mai di fare il terzo in comodo nei posti dietro, perché non importa per quanto o su cosa possano giurarlo, James non resisterà ad accarezzare la pelle di Lily e baciarla e Lily non resisterà a cercare con le labbra il collo di quest’ultimo.
 
Il viaggio, se così lo si può chiamare, continua. La strada scivola sotto le ruote e comincia a scendere il sole.
Il cielo di confonde e diviene un miscuglio tra azzurro ed arancione.
La radio canta. Una melodia lenta e tranquilla, guardando dallo specchietto Lily vede Remu e Sirius poggiare le loro teste sulle spalle di Peter e dormire, ronfando tutti e tre quasi in sincronia. Qualche volta la macchina si muove un po’ troppo bruscamente e i tre borbottano spingendosi, senza separarsi realmente, tra di loro.
James mangia il gelato. E’ lento a mangiarlo, a lui il gelato non piace, non eccessivamente almeno. Lo trova troppo semplice. Così, quando le domeniche estive si recano in quella piazza di quello strano paesino, lui prende il gelato ma lo mangia molto lentamente, dice che è per assaporare meglio il gusto. Ma in realtà lo fa perché sa quanto Lily sia indecisa con i gusti, allora lui prende quelli che lei non è riuscita a far aggiungere al suo cono, così che possa assaggiarli dal suo.
Forse non lo ammette, forse è qualcosa che vuole tenersi per sé, solo per sé ma non può negare a se stesso quanto adori baciare il baffo di gelato sul labbro superiore di Lily.
Hanno preso il gelato una buona mezz’ora fa quando Lily, sotto scommessa di Sirius e visto che avevano speso molti dei loro soldi in oggetti che, giurano tutti, erano indispensabili, riuscì ad avere cinque gelati con un notevole sconto semplicemente flirtando con il ragazzo al bar.
James rimase con il broncio un bel po’ e Lily si fece perdonare con una trovata particolare: indossò un buffo cerchietto, con delle molle che terminavano entrambe in due palline nere e gialle.  Storcendo gli occhi osservandosi, per una quantità di tempo non indifferente, il naso che chiuse con le dita.
 Si avvicinò  furtiva a James e con voce nasale sussurrare: “zzh zhzh, zono ape Lele, può il zuo fidantato perdonalla per una zimile ziocchetta?”.
Lui ci provò, veramente, provò a tenere ancora il broncio ma meno di un minuto che sentì il bisogno di circondare con un braccio le spalle della ragazza e lasciarle un bacio in quella fastidiosamente interessante macchia di gelato sul mento.
“Zolo pecché il fidantato ama l’ape Lele”
 
James finisce il gelato nel giro di cinque minuti, osservando dal finestrino i ragazzi addormentati.
Sorride.
Sorride perché è un scena bellissima e loro sembrano proprio dei bambini stanchi dopo aver passato l’intera giornata a giocare.
E’ solo un attimo. Un fugace, veloce, imbarazzante, bellissimo attimo ma James vede nel sedile posteriore una confusione di testoline nere e ramate, con visi sporchi di terra e le gambe con qualche ginocchio sbucciato.
James vede una bambina, simile a Lily che dal basso della sua piccola statura tira il tessuto del suo pantalone per richiamare la sua attenzione.
James vede un bambino, come lui, con capelli più pazzi dei suoi che piange perché la ferita brucia e li guarda con due grandi occhi pregandoli di rimanere accanto a lui.
Scuote la testa e si guarda allo specchietto, sorride. Sorride e si da del matto, perché non ha neanche vent’anni eppure già lo sa, già sa che una vita come quella lo terrorizza sì, ma sembra talmente bella.
Si da del matto perché è tutto il giorno che sente quel peso in tasca, ma sta sempre attento che non scivoli fuori e lo tasta numerose volte per star certo della sua presenza.
Le palpebre sono pesanti, le sente più pesanti e quella canzone, che forse conosce, con quel tono così basso è una bellissima melodia.
Poggia la testa sullo schienale e guarda Lily.
Le mani sono posate sul volate e si muovono leggere e con sicurezza. Lily diminuisce la velocità e sospira quando porta gli occhiali fra i capelli e intreccia il suo sguardo verde con quello marrone di James.
Le loro mani s’incontrano e James prende e studia la sua mano come fa sempre. Studia le sue dita affusolate, le unghia mangiucchiate (ridacchiando a quante volte Lily le abbia osservate sbuffando, lamentandosi del loro brutto stato) e le varie lentiggini che la coprono.
James tiene ancora la mano di Lily quando chiude gli occhi e pensa che un anello le starebbe proprio bene, soprattutto quell’anello nella sua tasca.
Ma Lily non lo sa.
Non ancora, almeno.
Per il momento lei guida la sua Fiat 127 che, si ripete, non è assolutamente color Pesce Morto.
 
 
 
 
 
Angolo Autrice:
Ok… io non so, c’è qualcosa che manca forse. Ho riletto innumerevoli volte questa storia e, non so.. c’è, almeno lo avverto io, come qualcosa che manca… è una mia impressione?
In ogni caso, l’idea di questo viaggio in macchina l’ho presa da una ff inglese e da lì ho fantasticato un po’.
Non succede niente in questa storia, forse è un po’ monotona perché non c’è una proposta, non c’è l’annuncio di un bambino (il che sarebbe impossibile visto che Harry nasce in piena estate), non c’è un attacco, una missione… nulla.
E’ davvero uno spicchio minuscolo di quella che ho immaginato potesse essere una bella tradizione: vedersi ogni domenica e stare con chi si ama, qualsiasi siano le condizioni del tempo, salute, ecc..
Sono molto combattuta, non so se sia sta una buona idea pubblicarla. Se c’è qualche nota storta, un errore, un qualcosa che secondo voi sarebbe risultato migliore se scritto o/e gestito in altro modo scrivetelo tranquillamente, mi farebbe molto piacere, e vi ringrazierei di cuore.
 
Ora, pensavo di non fare la solita one shot e creare una long/raccolta su Lily, i Maladrini e tutto ciò li possa riguardare. Come una serie basata su piccoli momenti di quotidianità. Che ve ne pare? Avrei seriamente bisogno di un consiglio.
Questa, la pubblico come one shot (in caso verrà modificata poi) e ho una-due storielle che riposano in pace nel mio computer che potrei benissimo inserire in questa possibile long.
Che dite? ( silenzio tombalegrazie ancora non hai pubblicato nulla, che t’aspetti? Che predicano il futuro?)
Fateme sape’.
Con amore,
C_71
 
Piccolachiccachenonèpoicosìchicca: la canzone è Rebel Rebel di David Bowie, è uscita nel ’74 quindi mi sono detta: perché no?
Poi parliamo dei Malandrini, quindi un doppio Perché no?
 
Per chi mi conosce (o semplicemente ha letto le mie storie) sa quanto ami le fan arte... perciò...
(so che non c'entra molto con la storia ma mi piaceva, ecco. mh.)


 
   
 
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