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Autore: Gabry81    16/06/2017    0 recensioni
Sette capitoli per sette anni.
Sette anni per sette momenti.
Sette momenti mai raccontati.
Sette momenti che parlano di Ginny e di Harry. Di come i sentimenti di Ginny si trasformino nel tempo, senza però cambiare nel profondo. Di come Harry, inconsapevolmente, abbia trasformato poco a poco una semplice cotta nell'amore di una vita.
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ginny Weasley | Coppie: Harry/Ginny
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
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Ciao a tutti!!!

Vi ricordate di me? Sono quello che sparisce sempre per mesi lasciando le storie a metà... XD

Spero di aver ripagato l'attesa indecenti di chi, temerario, aspettava ancora l'ultimo capitolo.

Buona lettura!!!

E alla prossima!!!!!

 

 

 

 

Quell'anno l'inverno non sembrava volersene andare. Fuori dal castello di Hogwarts c'erano ancora trenta centimetri buoni di neve, in cui gli studenti si trovavano ad arrancare per andare alle lezioni di Erbologia.

Anche quella notte aveva nevicato, e il parco, nonostante l'ora tarda, era ancora una distesa immacolata. Tutta la scuola era ancora in sala grande e chiaccherava allegramente. Nell'aria c'era una certa eccitazione. Un'eccitazione che solo le partite di quidditch potevano portare.

La squadra di grifondoro entrò assieme nella sala, provocando un grosso applauso da parte del proprio tavolo. Qualcuno salutò, altri chinarono la testa imbarazzati. Apparivano tutti comunque piuttosto nervosi. Solo una ragazza sembrava traboccare energia.

< Forza! Mangiate tutti quanti! Non voglio vedere nessuno con meno di tre uova e cinque fette di bacon nel piatto! > Ordinò Ginny, sedendosi al centro della squadra.

Qualcuno, come Ritchie o Jimmy, non ebbe bisogno di sentirselo dire e si servì a volontà, ma la ragazza seduta di fianco a Ginny emise un gemito.

< Ginny... Forse è meglio se non mangio... Ho una nausea fortissima > Pigolò, facendosi piccola piccola.

< Su su Violet > La incitò Ginny < Ti servono forze per volare >

La ragazza deglutì e si prese una tazza di latte con i cereali, a cui Ginny le aggiunse una bella cucchiaiata di miele, davanti al suo sguardo allibito. Ginny ridacchiò e iniziò a pensare alla sua colazione. Però fu costretta a interrompersi nuovamente, quando si rese conto che Violet era immobile con lo sguardo nel vuoto.

< Non devi aver paura! E’ solo un gioco >

Più o meno

< Tutti si aspettano così tanto da me... > Sussurrò Violet < Ma io non sono Harry Potter. Non sono nemmeno lontanamente brava come lui… Vi deluderò tutti >

< Contro serpeverde sei andata benissimo! > La incitò Ginny < E vedrai che anche oggi andrai alla grande >

< Fortuna… Il boccino mi è praticamente finito in fronte e Dixon è in squadra solo perché è amico del capitano di serpeverde… >

< A volte la fortuna serve > La interruppe Ginny < Ti hanno mai raccontato come Harry ha preso il boccino alla sua prima partita? >

Violet scosse la testa.

< Si è tuffato in picchiata assieme al cercatore di serpeverde, lo ha evitato con una finta e ha virato per inseguire il boccino. E questo gli è finito in bocca! >

< Scherzi? > Esclamò Violet a bocca aperta.

< No! > Ridacchiò Ginny < Stava per soffocare. Flint, il capitano di serpeverde, è andato avanti un’ora a lamentarsi dicendo che aveva quasi inghiottito il boccino >

Violet si unì alle risate di Ginny.

< E’ vero che noi ci aspettiamo tanto da te > Disse Ginny < Ma è anche vero che tutti crediamo in te! Non ti avrei scelta se non avessi pensato che eri in grado di farci vincere! Tu sei bravissima e farai benissimo! >

< Okey... > Mormorò Violet.

< E poi in fondo è solo un gioco! > Ribadì Ginny < L’importante non è vincere ma divertirsi >

Più o meno...

Lei annuì e abbozzò un sorriso. Ginny, soddisfatta, riprese a mangiare, o meglio a trangugiare, la sua colazione. Aveva una terribile fame come sempre le capitava prima delle partite. Ci teneva a quella partita quasi quanto a quella contro serpeverde. Da quando era arrivata ad Hogwarts, grifondoro non aveva mai battuto tassorosso, e lei aveva tutte le intenzioni di porre fine a quella brutta tradizione.

< Molto bene! Squadra, al campo! > Ordinò, non appena tutti furono con i piatti vuoti.

Uscirono seguiti da un secondo scroscio di applausi. Qualcuno dei suoi compagni salutò. Ma lei era già concentrata sulla partita. Appena uscirono fuori, osservò l'ininterrotta distesa di neve davanti a lei.

< Non va bene! Troppa luce! Resteremmo abbagliati con la neve! Mettetevi questa sotto agli occhi! > Disse, prendendo dalla borsa un tubetto con una crema nera.

< Che cosa sarebbe sta roba? > Chiese Demelza, annusando sospettosa il contenuto del tubetto.

< Non ne ho idea... Era nel kit per cacciatori che mi ha regalato Ron a natale. Dovrebbe aiutare a vedere meglio... >

< Facciamo che prima arriviamo al campo? > Chiese l'amica, arrancando nella neve. Ginny glielo concesse.

Arrancarono fino al campo e fecero un giro di controllo.

< Il vento arriva di lato. E ho già sentito un paio di folate > Disse con occhio critico < Quando tiriamo dobbiamo stare attenti. Jess, attenta ai tiri che ti arriveranno da destra, devieranno all'improvviso. Aaron, ricordati di volare il più basso che puoi. Gli darà fastidio dover guardare verso il basso... >

Continuò così per una mezz'oretta buona. Ginny non aveva intenzione di perdere quella partita, e non voleva lasciare nulla la caso. Smise solo quando sentì le porte del castello aprirsi e tutta la scuola riversarsi sul parco.

< Va bene. Credo di avervi detto tutto. Ci siamo allenati tanto e bene! Sono sicura che vinceremo! > Li spronò mentre si avvicinavano allo spogliatoio.

Quando furono quasi arrivati però, una voce chiamò < Ehi! Capitano! >

Ginny si voltò, sorpresa.

< Uhm... > Mugugnò, incrociando le braccia al petto < Tu pensi forse che sia una buona idea interrompermi prima di una partita? >

Harry si alzò dalla sedia su cui era seduto e la guardò con un sorriso sornione.

< Probabilmente no > Disse < Ma ho voluto correre il rischio >

< Allora non hai imparato niente in sette anni > Soffiò Ginny.

Il suo cuore batteva forte per la sorpresa e la felicità. Davvero non si aspettava di vedere Harry. Lui era partito per l’addestramento da Auror e avrebbe dovuto essere in Irlanda in quel momento. Ed era venuto apposta, non sapeva come, per vederla giocare come capitano di grifondoro e farle una sorpresa.

Però questo andava contro i suoi principi. Nessuno doveva distrarla prima di una partita. Nemmeno Harry.

< Credi forse che adesso mollerò la scopa, mi precipiterò da te e ti salterò tra le braccia per salutarti? > Chiese sarcastica.

< Si! Perchè so che vuoi farlo! >

E aveva ragione. Aveva dannatamente ragione. Ginny fremeva dalla voglia di andare ad abbracciarlo. Però non intendeva dargli la soddisfazione.

L’aveva interrotta prima della partita, Santo Merlino!

< Io avrei una reputazione da preservare… > Gemette Ginny.

Harry rispose con un ghigno e allargò le braccia. Ginny rinunciò a resiste e gli corse incontro, abbracciandolo stretto. Si ricordò di quanto gli era mancato solo quando lui le posò le labbra sulle sue. Ginny rispose per alcuni secondi, molti più di quelli che aveva previsto, e poi si staccò da lui.

< Non esagerare! > Lo ammonì < Mi hai sempre interrotto prima di una partita. E siamo in pubblico! >

Harry fece una smorfia e sciolse l’abbraccio controvoglia. Ginny raccolse la sua scopa e tornò verso la squadra, con Harry che la seguiva.

< Ciao ragazzi! E’ bello rivedervi! > Salutò allegro Harry.

< Ciao cap… Harry > Si corresse Demelza quando Harry la fulminò con lo sguardo. Ritchie e Jimmy risero e diedero il cinque ad Harry. Ginny notò che gli altri membri della squadra rimanevano lontani, quasi timorosi di avvicinarsi ad Harry.

< Ti presento le nuove leve Harry > Esclamò < Aaron, cacciatore dal tiro formidabile ed eccellente difensore. Jessica, nota a tutti come Jess, portiere agile e senza alcun riguardo per la propria incolumità. Violet, cercatore, colei che sta facendo esclamare a tutti “Potter chi?” >

< Addirittura! > Esclamò divertito Harry, osservando storto Ginny, come per controllare che stesse davvero scherzando. La ragazza rise ancora.

Il gruppo sentì i passi degli studenti far scricchiolare il legno sopra le loro teste. Harry guardò l’ora.

< Vi ho rubato anche troppo tempo > Disse < E’ stato un piacere conoscervi ragazzi. Magari ci vediamo dopo per i festeggiamenti. Perchè vincerete vero? Non mi va di essermi giocato i permessi di due mesi per vedere una sconfitta >

< Ah ci puoi contare! I tassorosso non hanno speranze! >

Harry sorrise e diede a Ginny un rapido bacio di buona fortuna prima di voltarsi e salire le scale. Ginny condusse la squadra nello spogliatoio.

< Penso sia inutile che vi dica che non ho alcuna intenzione di fare brutta figura davanti al mio ragazzo > Iniziò tranquilla, godendosi il brivido che le sue parole provocarono nella squadra < Quindi è anche inutile dirvi che se non vinciamo questa partita tornerete al castello scortati da dei graziosi orchetti volanti viola >

Demelza e Ritchie deglutirono.

< Detto questo, non ho dubbi che vinceremo! Forza! Andiamo a fare lo scalpo a quei tassi! >

Raccolse la sua scopa e uscì sul campo. La luce riflessa sulla neve la abbagliò e fu costretta ad avanzare praticamente ad occhi chiusi fino al centro del campo.

Dopo la rituale stretta di mano con il capitano di tassorosso, Ginny si preparò di fronte a Madama Bum.

< In sella alle scope > Ordinò l’arbitro < Pronti! VIA! >

Ginny si diede una forte spinta con le gambe, anticipando il cacciatore di Tassorosso e sfrecciando verso l’alto.

< Ed è Ginny ad intercettare la pluffa. Martin di tassorosso è sembrato molto lento in quest’occasione, ma è normale per chi soffre di allergia ai Blandisoffi… >

Ginny, mentre sfrecciava a tutta velocità, guardò verso la tribuna dei professori. Vide Luna col megafono mano spiegare concitata al pubblico come erano fatti questi particolari esseri, con accanto la McGranitt che scuoteva la testa, rassegnata. Ginny notò Harry, seduto poco oltre la coppia, ridere sotto i baffi assieme a Lumacorno.

Il fischio del bolide che sfiorò il suo viso ricordò a Ginny che doveva giocare una partita. S’affrettò a passare la palla ad Aaron, che evitò un difensore e gliela restituì. Ginny mirò all’anello di destra e tirò, colpendo il bersaglio senza dare il tempo al portiere di tentare un intervento.

< Dieci a zero per Grifondoro > Esclamò la McGranitt, ormai abituata a dover intervenire al posto di Luna per ricordare il punteggio.

< Di già? > Esclamò la corvonero < Ma quando è successo? >

Sorridendo tra sé, Ginny tornò in difesa.

La partita scivolò via veloce. Violet vide per ben due volte il boccino, ma in entrambi i casi era stata distratta dai battitori di tassorosso e dai loro bolidi. Ginny dal canto suo giocava con una determinazione nuova. Se prima sapeva che la sconfitta non le sarebbe andata giù, ora non concepiva nemmeno l’idea di perdere quella partita.

Dopo venti minuti il punteggio era cento a trenta per grifondoro. Ginny pensava soddisfatta che i tassorosso l’avrebbero sognata di notte per una settimana.

E non i sogni che Harry aveva confessato di fare su di lei...

Era dappertutto. Intercettava passaggi, tirava, contendeva pluffe perse o le rubava agli avversari. In più aveva già segnato sette gol.

< …E quindi mangiare queste bacche darebbe il potere di vedere attraverso i muri e… Oh! Povero Aaron! Quel bolide deve avergli fatto male >

Aaron era infatti stato colpito alla nuca da un bolide. Il cercatore di tassorosso prese la pluffa dalle mani del ragazzo e volò via. Aaron era fuori posizione e Ginny si trovò sola contro tre.

La ragazza si concentrò al massimo, fissando negli occhi l’avversario che le veniva incontro. Al momento giusto scattò. Il cacciatore di tassorosso si accorse dell’errore solo quando la pluffa aveva ormai lasciato le sue dita. Ginny intercettò il passaggio e partì in contropiede.

Scartando di lato per evitare un bolide Ginny passò la palla dietro la testa senza guardare. Non ne aveva bisogno. Sapeva che Demelza sarebbe stata nella posizione perfetta per spingere la pluffa nell’anello. Un secondo dopo sentì il pubblico di grifondoro esultare.

< Altri dieci punti per grifondoro. Ginny oggi sta dominando la partita! >

Luna tacque per qualche sencondo.

< Qualcuno faccia in modo di far finire dei gorgosprizzi nelle mutande di Harry per la prossima partita. Così non si presenta e noi corvonero avremo una possibilità >

Ginny si voltò in tempo per vedere Harry fare una poco matura e molto divertita linguaccia all’amica, che suscitò il divertimento di tutto il pubblico rosso-oro e anche di qualche insegnante. Fu allora che Ginny notò accanto ad Harry due figure incappucciate, di cui non riusciva a vedere il viso.

Trovò quelle figure molto strane, anche perché sembrava che stessero osservando lei. E Ginny ebbe la sensazione che lo avessero fatto per tutta la partita. Ma non ebbe il tempo di pensarci. I tassorosso erano già tornati all’attacco.

Passarno altri dieci minuti e Ginny fece in tempo a segnare altre tre reti. Poi all’improvviso…

< Ellison ha preso il boccino! Grifondoro vince trecentodieci a sessanta > Gridò nel megafono la McGranitt, cogliendo tutti di sorpresa, giocatori inclusi.

Ginny si guardò attorno confusa, e vide Violet volare verso di lei con il boccino in mano. La cronaca di Luna aveva ancora distratto tutto il pubblico e nessuno si era accorto che la ragazza aveva catturato il boccino.

Lentamente, urla esultanti esplosero sempre più dalla tribuna dei grifondoro, mentre i giocatori esultavano e si abbracciavano in aria.

Quando scesero, Ginny non potè restare coi piedi a terra per due secondi, perché una folla di studenti di grifondoro la sollevò per portarla a fare un giro di trionfo attorno allo stadio.

I giri a dir la verità furono tre o quattro. I ragazzi la fecero scendere solo quando lei gridò molto forte che era ora di andare a festeggiare.

La folla di ragazzi si precipitò verso l'uscita dal campo, festante. In qualche modo, Ginny riuscì a sgusciare via e ad infilarsi dentro il corridoio che porta agli spogliatoi. Li attese nascosta che la folla passasse.

< Noi andiamo > Esclamò la voce di Jess < Ho una voglia matta di festeggiare >

Ginny si voltò, vedendo le sue compagne di squadra accanto a lei.

< Si! > Esultò Demelza al settimo cielo < Ho visto Ron cercare di portare dentro quattro casse di burrobirra. E io ho sete! >

< Vieni con noi Ginny? > Chiese Violet.

< Ehm... > Fece Ginny. Aveva certamente una gran voglia di andare a festeggiare in sala comune. Però c'era qualcosa che aveva più voglia di fare in quel momento.

< Capisco > Disse Demelza, complice < Andiamo ragazze. Il capitano ha un appuntamento galante >

< Non è un appuntamento! > Precisò Ginny, mentre le ragazze le sfilavano davanti.

< Fatti bella! > La prese in giro Demelza, sparendo oltre l'angolo.

Ginny non badò alle battute della sua amica. Si voltò nella direzione opposta e s'incamminò.

Arrivò in un corridoio cieco, dove c'erano solo ripostigli per le scope. Era semibuio e da li non passava mai nessuno. Era il posto perfetto, ora che tutti erano andati via.

< Non giocavi così due anni fa > Disse a voce bassa Harry.

Ginny non si voltò, aspettando che lui si avvicinasse.

< Mi sono allenata molto l'anno scorso >

< E io che pensavo tu progettassi pericolose missioni per l'ES >

La mano di Harry passò sul fianco del suo viso, spostandole i capelli.

< Quello era il mio tempo libero > Scherzò lei.

Sentì le labbra di Harry baciarle il collo e le sfuggì un sospiro. Alzò un braccio e passò una mano tra i suoi capelli, invitandolo a continuare. Lui scese lentamente, arrivando fino a quel poco di spalla scoperta dalla divisa.

Ginny si voltò, si alzò in punta di piedi e lo baciò con foga. Si trovò a pensare che dopo una vittoria in una partita era il secondo momento migliore in cui baciare Harry.

Non c'è bisogno che vi dica qual'era il migliore vero?

I due ragazzi sentirono il trasporto aumentare sempre più. Ginny prese la giacca di Harry e lo tirò più vicino a se. La mano di Harry s'insinuò tra la divisa, arrivando alla schiena della ragazza. Ginny trattenne il respiro quando sentì la sua mano sulla sua pelle.

Ginny stava distrattamente pensando al fatto che avrebbe tardato molto alla festa quando Harry si staccò da lei, apparentemente senza motivo.

Ginny lo guardò interdetta. Non si era mai allontanato da lei in quel modo. Si chiese se avesse fatto qualcosa di male. Però lui stava continuando a sorriderle.

< Tutto bene Harry? >

< Tutto benissimo! > Rispose lui < Solo ho pensato che fosse meglio fermarsi >

< E perchè? > Esclamò Ginny, un po' delusa. Lei non aveva nessuna voglia di fermarsi, e le era parso che nemmeno lui volesse.

< Perchè sei attesa >

< Harry alla torre possiamo andarci dopo... > Sospirò.

< Non intendo alla torre >

< E dove allora? > Chiese lei stupita.

< Vieni con me > Sorrise lui, tendendole la mano. Ginny la prese e lo seguì.

Attraversarono quasi tutte le tribune dello stadio, arrivando fino ad un corridoio che Ginny non aveva mai visto. In fondo a quello c'era solo una porta, e davanti stava aspettando Lumacorno.

< Oh-Oh! Signorina Weasley! Complimenti per la partita! Non vedevo nessuno giocare così da anni >

< Grazie professore! >

Lumacorno le sorrise, prima di rivolgersi ad Harry.

< Ha portato tutto. Non stava più nella pelle! Non l'ho mai visto così >

< Ottimo > Ghignò Harry. Ginny spostò più volte lo sguardo tra i due, senza capire di chi stessero parlando.

< Non vi seguo >

< Oh lo capirà presto. Prestissimo anzi, signorina Weasley > Disse allegro Lumacorno, spostandosi da davanti alla porta

< Buona fortuna amore > Le sussurrò Harry all'orecchio.

Ginny si ritrovò dentro una stanza senza che quasi se ne accorgesse. Sentì la porta chiudersi alle sue spalle. Si voltò, ma non vide nessuno. Si accorse invece che davanti a lei aveva le due figure incappucciate che aveva visto sedute sugli spalti accanto ad Harry. Una stava leggendo un foglio di pergamena, mentre l'altra cercava di riordinare almeno venti fogli che erano sparsi su un tavolo.

< Signorina Weasley! > Esclamò affannata quest'ultima < Prego prego! Entri! Si sieda! Si metta comoda >

Ginny si lasciò condurre, o meglio trascinare, verso una sedia accanto al tavolo, dove si sedette leggermente frastornata.

< Ma... >

< Oh che sciocco! Non mi sono presentato! > Continuò imperterrito l'altro < Mi chiamo Williams. Clark J. Williams. Manager. Scusi il disordine ma sono molto agitato. Sa, amo il quidditch, e quando vedo un grande talento come lei non sto più nella pelle! Vede io... >

< Clark falla respirare. Così la spaventi! Ci farai passare per due matti > Intervenne l'altra figura, con una voce di donna. Ginny non poteva darle torto < E poi perchè abbiamo ancora i mantelli? Qui non ci vede nessuno >

< Hai ragione > Disse l'altro, abbassandosi il cappuccio. Williams era un uomo sulla cinquantina, con il volto scarno e una calvizie incipiente. All'apparenza sembrava debole, ma i suoi occhi ardevano.

Anche l'altra figura si sedette al tavolo e si tolse il cappuccio.

< Nemmeno io mi sono presentata. Sono... >

< Gweong Jones! > Pigolò Ginny, con la gola improvvisamente secca.

Non ci poteva credere! Non poteva essere davvero davanti a lei! Era il suo idolo fin da quando aveva nove anni.

Stava sicuramente sognando! Adesso si sarebbe svegliata in infermeria e Demelza le avrebbe detto che avevano perso di cinquecento punti.

< Visto! > Fece Williams < Harry Potter ti aveva detto che è una tua fan >

Harry aveva detto cosa?

< Mi fa sempre molto piacere incontrare tifose come te. Specialmente se sono brave con la pluffa > Le sorrise Gweong, porgendole la mano.

Ginny la strinse, rendendosi conto di averei palmi delle mani sudati da quanto era emozionata.

Controllò la presa della donna. La sua mano sembrava normale, il che escludeva la possibilità che si trattasse di una statua di cera animata con la magia. Allora rimaneva solo una possibilità per spiegare quello che vedeva. Prese la pelle della gamba tra le dita e pizzicò forte.

< Ahi! > Gemette di dolore Ginny.

< Oh scusa! Ho stretto troppo forte? > Chiese perplessa l'altra.

< Eh? Oh no no! > Esclamò Ginny imbarazzata, sentendosi avvampare.

< Bene > Fece Gweong < Allora. Perchè siamo qui... Clark >

< Ah certo! > Strillò l'altro, sfilando un foglio di pergamena dal mucchio e porgendolo alla donna.

< Horace mi ha chiesto come favore se potevo venire ad assistere a questa partita, portando con me Clark. Ha detto che non me ne sarei pentita. E aveva assolutamente ragione > Disse lei, sorridendo < Per adesso non possiamo fare nulla di ufficiale. Sei ancora a scuola. Ma ci piacerebbe se tu valutassi la nostra offerta >

Jones spinse il foglio verso di lei. Ginny lo prese titubante, cercando di decifrare la spigolosa calligrafia con cui era scritto.

< Non ne avevo una copia con me > Intervenne Williams < Quindi l'ho scritto a mano e di fretta. Ma domani mattina le invierò quello ufficiale. E' un precontratto con le Holyhead Harpies... >

Da quel momento il cervello di Ginny parve spegnersi definitivamente. Continuò a spostare lo sguardo tra il foglio, Williams e Jones. Non vedendo davvero nessuno dei tre.

< In fin dei conti non è nulla di particolare > Intervenne Jones, tagliando corto la prolissa spiegazione di Williams < Solo le clausole di ammissione alla squadra riserve e l'impegno a non fare provini con altre squadre prima di averlo fatto con noi. Anche se penso che sia solo una formalità. Harry ci ha detto che sei nostra tifosa e, da quello che ho visto oggi in campo, ci metterai più o meno due giorni a passare dal provino alla squadra titolare. Ah, se tu sei d'accordo vorremmo inviarne una copia anche ai tuoi genitori, con il vincolo di non parlare di te ad altri osservatori >

Ginny aveva ancora delle serie difficoltà a mettere in fila due sillabe, ma riuscì ad annuire.

< Fantastico > Esclamò Williams, euforico < Vado immediatamente in sede per sbrigare le pratiche di burocrazia >

< E io devo correre agli allenamenti > Fece Jones < E' stato un vero piacere conoscerti e vederti giocare. Spero davvero di vederti per il provino vero a proprio in Luglio >

Ginny strinse le mani ai due e li guardò uscire, poi abbassò lo sguardo verso la pergamena che teneva. Da quello che riusciva a tradurre da quella grafia, era un vero e proprio contratto.

Un contratto...

Di un provino...

Per una squadra di quidditch...

Con Gweong Jones...

Un contratto...

Di un provino...

Per una squadra di quidditch...

CON GWEONG JONES!

< A giudicare dall'aria di chi ha appena preso un paio di bolidi in testa, deve essere andato tutto bene >

Harry era comparso accanto a lei, sorridente come poche volte l'aveva visto. Ginny lo guardo a bocca aperta. Harry inclinò la testa, divertito.

< Ma... Come... > Balbettò Ginny.

< Lumacorno > Disse semplicemente Harry < Dopo la battaglia, mi ha detto che se avevo bisogno di qualsiasi cosa dovevo solo chiedere. E io ho chiesto >

< Ma quando... >

< A natale. Non hai avuto sul serio nemmeno un sospetto quando ti ho costretta ad andare alla festa di Lumacorno? >

No... Nemmeno uno.

< E Gweong Jones ha accettato? >

< Non poteva dire di no a Lumacorno > Ghignò Harry.

< Hai fatto tutto questo... Per me? > Chiese piano Ginny.

Harry sorrise ancora di più.

< Penso che dopo tutto... Tutto quello che è successo lo scorso anno. Ti meritassi qualcosa. Un regalo. Tipo per “Buona nuova vita” o qualcosMPFH... >

Ginny lo aveva afferrato per la maglietta e lo aveva baciato. Non riusciva davvero a crederci. Gweong Jones che la veniva a guardare giocare e che poi le chiedeva di entrare nella sua squadra del cuore. Forse nemmeno nelle sue fantasie adolescenziali aveva osato sperare tanto. Ed ora era vero.

Il bacio fu lungo. Quasi infinito. E anche quando ebbe bisogno d'aria, Ginny non si allontanò più di qualche millimetro.

< Non so cosa dire... >

< Non serve che tu dica nulla >

< Ti amo > Sussurrò Ginny, guardandolo negli occhi < Grazie Harry. Grazie per quello che fai e hai sempre fatto per me >

Harry la strinse più forte.

< Era il mio sogno, fin da quando ero bambina >

< Lo so > Le mormorò Harry all'orecchio < Per questo l'ho fatto >

Prendendole la mano, uscirono insieme dalla stanza, diretti verso la festa in sala comune.

  
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