Bulma
balzò agilmente da un ramo all’altro, le macchie
d’ombra e di luce della volta
di fogliame le scorrevano addosso nelle sue folli arrampicate,
scivolate, balzi
acrobatici e nelle sue soste.
Si
aggrappò ad un tronco, mulinando la coda e tastando lo
spazio dietro di se. Si
lasciò scivolare lungo la corteccia ed atterrò a
carponi, a mo di gatto.
Si
sollevò rigida mentre gli occhi le schizzavano in tutte le
direzioni ed i suoi
sensi abbracciavano ettari di terreno e cielo.
Il boato
fu così inaspettato e così intenso che il suo
orecchio sinistro fremette di
eccitazione, e tutta la sua postura si tese, chiudendosi lievemente su
se
stessa in attesa di gettarsi sulla figura che aveva sfondato il tetto
di foglie e
le si imponeva davanti.
-Mi stai
seguendo da giorni- ringhiò con voce lievemente arrochita
per il poco uso che ne
aveva fatto.
-Un oca
come te, vivere così…- si compiacque guardandosi
intorno –Niente male davvero,
mocciosa, niente male davvero-
-Rallegrati
lontano da me, e lontano dai miei…-
-Parenti?-
-I miei parenti naturali sono, sia
lodato
il cielo, lontano anni luce da te, e maledetto sia il cielo, da me-
-Toccante-
sbadigliò Vegeta.
-Commuoviti
lontano da me-
-No, temo
che questo non sia possibile-
-Io posso
difendermi, ora-
-Sei solamente un
mucchietto di energia combattiva base, potrei farmi prendere a pugni da
te
quanto vuoi, e dubito che riusciresti anche solo farmi uscire il sangue
dal
naso- ridacchiò spietato.
Bulma gli
piantò a dosso gli occhi luccicanti di un lampo folle
all’idea che si lasciasse
picchiare senza opporsi, aveva sempre avuto quella natura vivace ricordava, ma aveva anche sempre
dovuto servirsi di utensili o di
armi improprie, ora poteva servirsi solo di se stessa.
-Cosa
succederà ora?- chiese.
Vegeta
fece una smorfia, schifato.
-Succederà
ciò che Freezer ha deciso di farti capitare…-
Bulma
ebbe una fugace visione di un trono e di una statura contenuta fino ad
essere
ridicola.
-E
succederà al plenilunio- concluse lei, ma ancora non sapeva
cosa in realtà fosse il
suo punto di non ritorno.
-Non ho
mai visto la fine di un pianeta- mormorò.
-Immagino
che finirà nel fuoco-
-Oh-
sghignazzò Vegeta –Sarai tu a decidere come-
Bulma gli
lanciò un’occhiata affilata, come se con questa
avesse dovuto ucciderlo con un
unico taglio netto.
Lui
capiva come si stesse affannando a cercare una via di fuga, un
compromesso con
la nuova minaccia di se stessa, e fuggire vivendo da creatura selvatica
non era il migliore.
Non aveva
ben capito le modalità della fine del mondo in cui lei
sarebbe rientrata, non le
capiva e, matematicamente, non le sconfiggeva.
Vegeta si
avvicinò con leggerezza, a lei, che era troppo preoccupata
da altro per
reagirgli.
Sfoderò
una spietata faccia da poker e poi sorrise.
Fu come
se un lampo di furia l’avesse spazzata via, letteralmente.
Sentii l’energia
rabbiosa salirle alle unghie ed ai denti. Sentì
l’impeto di dover fare
qualcosa di violento.
Lui
inclinò la testa candidamente, rendendosi più
irritante.
-Io…io-
la rabbia la rendeva incoerente, provò a disperdere quella
forza furiosa, ma non ci riuscì.
-Io non
distruggerò il mondo- disse con un’ottava in
più nella voce distrutta.
Vegeta
scoppiò a ridere, una risata grottescamente priva di
allegria.
-È la
miglior minaccia che riesci a sputarmi in faccia così- si
indicò.
-È il
miglior ritratto della verità-
-Tu distruggerai il pianeta!- le
ordinò,
alzando la voce.
-Io sono
una creatura libera- urlò -perfettamente padrona di me
stessa e consapevole di
quello che faccio-
Vegeta
sogghignò, perché c’era
un’unica circostanza in cui tutto questo non valeva. Avrebbe
proprio voluto vederla al plenilunio, questa creatura perfettamente
consapevole
di quel che faceva. Bulma ansava un poco, e tendeva ed ammorbidiva le
dita in tic spasmodici.
Sembrava storidta dal silenzio e dal sorriso enigmatico intriso di
piacere crudele di Vegeta.
Le sfiorò il viso senza che questa reagisse, poi percorse la
curva del collo, la sentì irrigidirsi, sentì il
cuore che pompava e spingeva al massimo come dopo una corsa.
Chissà da quanto tempo non stava con una donna, si
ritrovò a pensare scrutandola, mentre lei si ostinava a
guardare fisso davanti a se senza sbattere gli occhi, non importava
cosa.
Era poco più di una ragazzina ma, non fosse per l'altezza,
dimostrava diciassette anni fatti.
Quando ritrasse la mano sentì ogni fibra di Bulma emanare
una specie di sospiro di sollievo generale.
Ok, questa è la seconda parte
del capitolo precendete.
L'avevo in serbo già da un po' ma non ho avuto il tempo di
pubblicarla.
Giuro che non vi ringrazierò mai abbastanza per tutte le
rece che mi lasciate *_* sono commossa *_*
*Angolo ringraziamenti*
kamy: No non ho abbandonato le mie fic, solo che ultimamente l'ispirazione ha ripiegato su altro, e io non ho potuto far altro che assecondarla ( mi consola la cosa, credevo che il capitolo non fosse piaciuto a nessuno, mi sono sentita avvilita senza recensioni, che autrice fallita T_T, ho pensato).
Luna_07: Per "I draghi dei Sayan" mi sa che devi aspettare ancora un po', la mia mente è secca ed arida in questo periodo, credo di conoscerne il motivo ( velatissima allusione nel caso chisoio passasse do quà). Comunque, sono felice che ti piacciano, le recensioni sono il pane di un autore^^. Non ti ringrazierò mai abbastanza.
nitrovtesta: Grazie, grazie, sono felice che comunque tu l'abbia notata, fa sempre piacere ricevere commenti^^. Wow tutta d'un fiato? Undici capitoli? Io non reggerei, ammirevole^^.