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Autore: Crybaby    17/06/2017    1 recensioni
Introdursi sotto falsa identità in un orfanotrofio sito nel Paese dei Fiumi, per stanare e consegnare alla giustizia un pericoloso serial killer che vi ha trovato rifugio.
Insieme alle proprie insicurezze, rese ancora più opprimenti dalla recente scomparsa del maestro Asuma, saranno questi gli obiettivi della missione che Choji Akimichi si ritroverà costretto ad affrontare.
Una missione che, per lui, potrebbe essere l'ultima, e non soltanto nel caso in cui ci rimetta la vita...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Choji's Last Chance

9.

Mi svegliai con una brutta sorpresa.
...ma dai, di nuovo!?!
Proprio come il giorno prima, non avevo aggiunto una singola parola nuova al rapporto della missione. In compenso l'avevo inzuppato di saliva.
Che ore sono? ...non importa, se tutti stanno ancora dormendo posso continuare a scrivere con calm...
-Sveglia, Choji! SVEGLIA!!!
Era la voce di Iwao. Sentii la sua mano afferrare il cuscino sotto cui mi ero nascosto. Avevo pochi millesimi di secondo per decidere dove nascondere il foglio.
Iwao sollevò il cuscino.
-Ma come dormi? Non dirmi che ti da fastidio la luce! ...uh?
-Buonforno... 'ao... Glom... Buongiorno Iwao, che ore fono... Glom... sono?
Mi ero mangiato il rapporto. Letteralmente. Per fortuna il foglio era fatto con carta di riso.
-È quasi ora di colazione e sono già tutti scesi- mi rispose, inarcando un sopracciglio -ma vedo che tu ti sei servito un aperitivo...
-È solo uno spuntino di mezzanotte, un piccolo snack! Eh eh! ...è contro il regolamento?
Iwao incrociò le braccia, ma sorrise.
-Diciamo che, se Yori lo venisse a sapere, come minimo ti scuoierebbe. Sta' tranquillo però, non le dirò nulla. Non voglio averti sulla coscienza!
-Oh, ehm... Grazie!
-Figurati! Adesso sbrigati a vestirti, io ti aspetto a tavola allo stesso posto di ieri!
-D'accordo!
Aspettai che uscisse, quindi mi abbandonai ad un sospirone di sollievo.

C’è mancato davvero poco... Beh, credo di aver imparato la lezione. D’ora in poi il rapporto lo scriverò di giorno. Devo solo trovare il momento adatto.
Mi vestii e scesi in mensa, dove scoprii con piacere che Iwao mi aveva riservato un posto addirittura al centro della tavolata. Se il buon giorno si vede dal mattino quella sarebbe stata una gran bella giornata, me lo sentivo!
E proprio grazie a quel po’ di buon umore, riuscii a pensare subito alla prima mossa che avrei dovuto compiere per riprendere l’indagine: andare a fare una capatina al nascondiglio di Isoka. Se il tizio che vi aveva ficcato il naso lasciando la botola aperta era lo stesso che si era nascosto sul carro del cibo, e se quel tizio era anche il serial killer che dovevo arrestare, non potevo escludere la possibilità che avesse lasciato qualche traccia del suo passaggio. Dovevo andare a controllare.
Finita la colazione, ricordandomi le istruzioni di Isoka aspettai che tutti fossero usciti dalla mensa e che Yori si fosse chiusa in cucina, quindi il più discretamente possibile uscii in cortile e mi recai all'area dei giochi per i più piccoli. Guardai dappertutto, senza tralasciare nemmeno gli spazi tra i fili d’erba, ma non trovai nulla di interessante.
Andai allora ad esaminare la casetta di legno. Non appena sollevai la botola, un tremendo tanfo di acqua piovana mi investì in faccia. L’acquazzone del giorno prima aveva allagato la fossa fino all'orlo!
Accidenti, non pensavo che il danno fosse tanto grave! Povero Isoka... Chiunque sia stato a sabotare il suo nascondiglio la pagherà cara, parola mia! ...per adesso, mettiamoci al lavoro.
Non dovevo far altro che tirare fuori dalla buca il sacco di cellophane che ne ricopriva le pareti, così da tirare fuori anche tutta l'acqua in un colpo solo. Sulla carta mi sembrava un compito facile... invece, quello fu uno dei lavori manuali più scomodi e delicati che mi fosse mai capitato di fare in vita mia.
Ero scomodissimo, praticamente a gattoni, e con entrambe le mani occupate, per tenere sollevate sia la gattaiola che la botola non potevo usare altro che la schiena e la testa. Inoltre, non avevo tenuto conto del fatto che il cellophane fosse stato attaccato al bordo della botola da tanti piccoli chiodi. Mi piangeva il cuore al pensiero di dover smontare tutto il lavoro che Isoka aveva fatto con tanta passione, ma purtroppo non avevo scelta.
Cominciai ad allentare i chiodi, uno per uno, ma senza staccarli del tutto, per paura che un lembo del cellophane potesse cadere prima degli altri e far rovesciare l'acqua sul fondo della buca. Finito quel passaggio, strinsi fra le dita due lembi, contai fino a cinque -tre mi sembrava troppo poco- e, con mooolta delicatezza, sollevai. Come avevo sperato, i chiodi allentati si staccarono quasi tutti all'unisono e caddero dentro l'acqua.

Molto bene!
La prima parte del lavoro era compiuta, ma ora veniva la seconda e più difficile. Nelle mie mani avevo un gavettone gigante a tutti gli effetti. Al minimo movimento sbagliato si sarebbe potuto strappare, e l'acqua sarebbe caduta dentro la fossa allagandola per sempre. Sembrava un'impresa impossibile... ma il desiderio di riparare al torto fatto al mio piccolo amico mi aiutò a superarla. Strinsi i denti, tesi i muscoli delle braccia al massimo e tirai.
Piano piano sollevai il sacco strapieno d'acqua, e, strisciando all'indietro sulle ginocchia, riuscii infine a tirarlo fuori dalla casetta.
Ce l'ho fatta... Ce l'ho fatta!
Mi asciugai la fronte, orgoglioso di me stesso. Mi restava ancora la terza parte, ma era anche la più facile. Dovevo solo trovare un posto abbastanza lontano, soprattutto da sguardi indiscreti, dove poter rovesciare l'acqua e distendere al sole il cellophane per farlo asciugare.
Così, cominciai a trascinare il “gavettone” verso il bosco, procedendo all’indietro e voltandomi spesso per vedere dove stavo andando. Dopo tanto camminare e tante radici che sembravano messe apposta per farmi inciampare, finalmente trovai uno spiazzo deserto fra gli alberi, non estesissimo ma abbastanza grande perché la luce del sole lo illuminasse tutto. Lasciai cadere il lembo del cellophane, e tutta l’acqua piovana si riversò nella piccola radura, creando una pozzanghera gigantesca.

È andato tutto liscio, non ci speravo nemmeno! Dopo questa sfacchinata, mi merito davvero di fare uno spuntino di nascosto... Mh? Cos'è quello?
Notai una piccola pallina nera staccarsi dal fondo del sacco. Riuscii a prenderla appena prima che venisse trascinata via dall'acqua, quindi la asciugai un po' con la mia maglietta e la esaminai da vicino.
Cioccolato fondente, mi sembra... E se l'olfatto non mi inganna, sento anche un pizzico di peperoncino... Non ci sono dubbi, questa è una Pillola del Soldato!
Non riuscii a trattenermi dal saltare di gioia. Finalmente avevo trovato un indizio!
Ero certissimo di non sbagliarmi poiché, almeno a Konoha, è il clan Akimichi ad occuparsi personalmente della produzione di quelle Pillole in grado di fornire di energia per tre giorni consecutivi a chi le mangi.
Ed ero anche certo che la Pillola che avevo trovato non era mia, visto che non me le portavo mai dietro e la mia scorta personale era nascosta al sicuro nel mio borsone.
Di conseguenza, poteva averla persa solo il Mascheratore.
Quel farabutto deve servirsene per forza, altrimenti non potrebbe mantenere il suo travestimento per sempre. Se è a conoscenza del nascondiglio segreto, è molto probabile che prima o poi ripassi da quelle parti... Sì, sono sulla strada giusta!
Soddisfatto, infilai la Pillola in tasca.

Subito dopo, per poco non morii dallo spavento.
 

Riflesso nella grande pozzanghera, vidi un uomo che un istante prima non c'era.
-Era ora che ti facessi vivo, Choji Akimichi.
Alzai la testa. Per fortuna, si trattava di uno degli ANBU della squadra di appostamento, che circondavano l'orfanotrofio per far sì che il Mascheratore non potesse fuggire da qualche altra parte. Dalla sua maschera da gatto, riconobbi quel ninja come lo stesso che avevo incontrato prima di cominciare la missione.
-O-oh... Ciao, Pon...
-Kon.
-Giusto, Kon! Mi sono confuso, eh eh! ...eh.
L'ANBU mise le mani sui fianchi e scosse la testa.
-Grandioso, ti sei già scordato il mio nome. Ma di che mi stupisco, in fondo ti sei anche dimenticato di portarci il rapporto della missione per due giorni di fila...
-Questo non è vero! Ho cominciato a scriverlo ogni sera!
-"Cominciato"? Che significa "cominciato"? Insomma, che ne è stato del rapporto?
Giocherellando con gli indici, mi feci piccolo piccolo.
-L'ho... L'ho mangiato...
-COSA?!?
-Volevo dire... è come hai detto tu, mi sono capitate tante di quelle cose che ho finito per perdere la cognizione del tempo e dimenticarmene...
-Lasciamo perdere, non mi interessa. Piuttosto, già che sei qui, dimmi a voce come procede la missione. Hai già un'idea di chi possa essere il Mascheratore?
Mi schiarii la voce.
-Non ancora, purtroppo. Anche perché gli orfani che vivono là saranno almeno una cinquantina, e non ho ancora fatto a tempo a conoscerli tutti personalmente.
Kon sospirò con disappunto.
-Avrei dovuto aspettarmelo...
-A-aspetta! Non li avrò conosciuti tutti, però ci sono almeno un paio di bambini che mi sono sembrati più sospetti degli altri!
-Oh, molto bene. E su quali basi ti sembrano sospetti?
-Sono gli ultimi due bambini ad essere arrivati all'orfanotrofio prima che venisse scoperto l'omicidio. ...è un po' poco per accusarli, lo so.
-Di' pure che non hai scoperto niente! Altri bambini potrebbero aver chiesto asilo qualche giorno prima di quei due, non ci hai pensato?
-Ma certo che ci ho pensato!
-E allora perché ti sei concentrato solo su quei due bambini in particolare? Quelli arrivati prima di loro non ti sembravano abbastanza interessanti?
-Non è così!- protestai, trattenendomi a stento dall'alzare la voce -finora, quei  due bambini sono gli unici di cui ho saputo il periodo del loro arrivo, e solo perché è stato uno dei due a dirmelo spontaneamente! Capisci, non posso mica andare in giro a chiedere a tutti domande personali come se niente fosse! Se lo facessi, il Mascheratore comincerebbe a sospettare di me!
-Comprendo, comprendo, non ti scaldare. La tua è una precauzione giusta... Un momento. Che diamine significa "andare a chiedere in giro a tutti"? Non ti è mai venuta in mente l'idea di controllare di nascosto i registri di adozione, per sapere le date di arrivo di tutti?
-È la prima cosa che mi è venuta in mente, credimi! Quando ho messo piede nell'orfanotrofio ho visto infatti un registro, ma era pieno di disegni e scarabocchi!
-Disegni... e scarabocchi? Spiegati meglio.
-Ho chiesto a una delle due signore responsabili dove fosse il registro dove poter firmare, ma lei mi ha risposto che non hanno nulla del genere!
-Cosa? Mi prendi in giro?
-No, per niente! A quanto ho capito, non c'è bisogno di lasciare il proprio cognome o raccontare la propria storia: lì dentro, chiunque può ricevere ospitalità. Strano, eh?
Kon rimase in silenzio per diversi secondi. Anche se non potevo vederlo in faccia, dai suoi movimenti capii che quell'ultima informazione doveva averlo sconvolto.
-...dannazione!- esclamò poi, mollando un calcio ad un sasso -se solo l'avessimo saputo prima, dannazione!
-Di... di che cosa stai parlando? Non capisco.
Meccanicamente Kon alzò un braccio, per indicare un punto alle mie spalle.
-Choji Akimichi, puoi riprendere le tue cose e tornare a Konoha. La tua missione è annullata.
Annullata. Annullata. Annullata.
Quella parola riecheggiò nella mia testa come una campana.
-C-come sarebbe a dire, annullata? Spiegami, per quale motivo dovrei abbandonare l'indagine? Per quale motivo dovrei lasciare quell'assassino a piede libero?
-Non lo lasceremo a piede libero, idiota! ...per la miseria, possibile che tu non ci arrivi da solo? Pensavo che fossi stupido, e oggi ne ho avuto la conferma!
Una scintilla esplose dentro di me. Dirmi di abbandonare tutto e addirittura insultarmi... ma chi credeva di essere?
Feci qualche passo avanti e sollevai i pugni. Ero talmente imbufalito che nemmeno mi ero accorto di avere i piedi quasi immersi nella pozzanghera.
-Mph. Meriteresti di restare nell'ignoranza, ma mi fai talmente pena che ho deciso di accontentarti. Ricordi il motivo per cui ti è stato ordinato di stanare il Mascheratore nella maniera più discreta possibile e sotto falsa identità?
-...certo, che me lo ricordo! Per non scatenare un incidente diplomatico con il Paese dei Fiumi! E allora?
-Davvero non ci arrivi? Ragiona. Se gli orfani non vengono registrati e chiunque può avere ospitalità semplicemente chiedendola, significa che quello non è un vero e proprio orfanotrofio ma un esercizio illegale.
-Ripeto: e allora?
Kon sbuffò sotto la maschera.
-In parole povere... Se quell'orfanotrofio non è legale, alle maggiori autorità del Paese dei Fiumi non importerà nulla se un bel giorno un gruppo di ninja di Konoha decida di metterlo a ferro e fuoco per stanare un serial killer.
Spalancai gli occhi, mentre la mia rabbia scemava di colpo.
-Ferro... e fuoco? Intendi dire... che...
-Se avessimo saputo prima che il Mascheratore si era rifugiato in un luogo che non lo protegge affatto, ci saremmo risparmiati settimane di inutili appostamenti e avremmo potuto eliminarlo sin dall'inizio! ...beh, meglio tardi che mai. Ora che lo sappiamo, quell'assassino ha le ore contate.
Dicendo questo, mi voltò le spalle e iniziò ad avviarsi.
-E-ehi! E adesso dove vai?
-A dare le nuove disposizioni agli altri membri della squadra. Hai detto che gli orfani sono una cinquantina, giusto? Con la giusta coordinazione, il Mascheratore non avrà modo di scampare allo sterminio.
Mi sentii invadere da un'ondata di panico. Non riuscivo ancora a credere a quello che stava succedendo. Avevano... Avevano davvero intenzione di uccidere senza pietà tutti quei bambini e ragazzi innocenti, solo per essere certi di prendere anche il killer?!
Non posso permetterlo!
Corsi disperatamente in avanti. Il rumore dei miei passi sull'acqua allarmarono Kon, che si girò di scatto sfoderando la katana, ma io mi abbassai in tempo e con un salto in avanti lo placcai al suolo. Purtroppo, mi sfuggi subito usando la tecnica della sostituzione con un ciocco di legno, e prima che potessi reagire mi assestò un calcio ad un fianco così potente da togliermi il fiato.
-Ho capito cosa ti passa per la testa, Choji Akimichi. Ma devi vederla in questo modo: cercando di proteggere quegli orfani proteggi anche un nemico di Konoha. Nemmeno io salto di gioia all'idea di dover far del male a degli innocenti, ma io e i miei compagni abbiamo ricevuto l'ordine di eliminare il Mascheratore una volta per tutte e senza badare a scrupoli. Fattene una ragione.
Kon iniziò ad avviarsi. Per colpa del suo calcio ero rimasto immobile al suolo e piegato in due; mi ci sarebbero voluti due o tre minuti per riprendermi, ma anche se fossi stato al cento per cento, cosa avrei potuto fare contro un intero squadrone di ANBU? Da solo non sarei mai riuscito a fermarli... ma forse conoscevo qualcuno che poteva farlo.
-È stato... il consigliere Danzou in persona... a mandarmi qui, lo sai?
Kon si fermò, ma senza voltarsi.
-E allora? Anche noi siamo qui per ordine suo. E francamente un ordine dato a degli ANBU ha molta più importanza di uno dato a un semplice chunin.
In effetti non ha tutti i torti... E adesso che cosa mi invento? -C-capisco... ma, ragiona, se deciderai di invadere l'orfanotrofio, interferirai con la missione che Danzou ha assegnato a me, e questo potrebbe farlo arrabbiare molto... Non pensi che sarebbe meglio sentire la sua opinione, invece di prendere iniziative? Giusto per sicurezza, eh! ...Kon? Mi hai sentito?
Alzai la testa. Giurai di averlo visto tremare leggermente.
-...ti sei espresso in maniera contorta, Choji Akimichi, ma c'è del vero in quello che dici. Non si sa mai quanto si può essere sicuri, quando si ha a che fare con Danzou...
-Co-come?
-Ignora l'ultima frase. E va bene, d'accordo. Contatterò Danzou tramite un falco messaggero per chiedere nuove disposizioni. Per quanto riguarda te... continua a fare quello che stavi facendo.
Prima che riuscissi a ringraziarlo, Kon se n’era già andato.
Un po’ alla volta il dolore al fianco si affievolì, e potei rimettermi in piedi. Ma se avessi detto che stavo meglio sarebbe stata una bugia.
Ero riuscito a convincere gli ANBU a non assaltare l'orfanotrofio e guadagnare tempo...
Già, ma quanto tempo, esattamente? 

...

 

Non avendo più nulla da fare lì, tornai indietro. Non senza qualche difficoltà di orientamento: perso com'ero nei miei pensieri, fui costretto a compiere un tortuosissimo percorso a zigzag tra gli alberi prima di ritrovare il cortile.
Devo prendere nota, prima di avventurarmi ancora nel bosco è bene che pensi a un modo per ricordare la strada che ho fatto... Oh? Ma che sta facendo?
Isoka era chinato davanti alla casetta-nascondiglio. Dal modo in cui si grattava la nuca, capii che aveva appena scoperto la buca vuota e ne era rimasto costernato. Lo raggiunsi di corsa.
-Ehi, psst, ehi! Sono io! Tranquillo, è tutto a posto!
-No, non c'è niente a posto! L'acqua è... è sparita...
-Lo so. Adesso ti spiego.
In breve, gli raccontai ciò che ero riuscito a fare. Finita la spiegazione, Isoka tirò un gran sospiro di sollievo.
-Meno male, per un momento ho creduto di essere diventato matto... Sono appena arrivato per provare a svuotare la buca con un secchiello, ma quando ho visto che l'acqua non c’era più mi sono spaventato... Grazie, Choji! Però... Non c'era bisogno che arrivassi a tanto...
-Scherzi? Il senso di colpa per il disastro che ho combinato non mi ha fatto dormire la notte! Dovevo farmi perdonare in qualche modo! ...sono perdonato, giusto?
Isoka sorrise.
Seguì un silenzio imbarazzato. Non sapevo cosa dirgli, e un po' mi vergognavo a guardarlo dritto negli occhi. Ero il suo primo e unico amico, ma quante cose gli stavo nascondendo? La mia vera identità, il fatto che qualcun'altro avesse scoperto la botola, la Pillola che vi avevo trovato dentro...
Pensandoci bene, passando per vie traverse avrei potuto informarlo di quegli ultimi due punti.
-S-senti, Isoka...
-Sì?
Titubai. Era saggio metterlo al corrente?
In quella, trovai la domanda giusta da fare.
-...ecco! Come mai volevi svuotare la fossa con un secchiello, visto che ci siamo messi d'accordo per trovarci un altro nascondiglio? Stavi cercando qualcosa che hai perso?
Isoka sembrò cadere dalle nuvole alla mia domanda.
-N-no, non ho perso nulla! E non ho cambiato idea sul fare un nascondiglio nuovo! Però sono ancora affezionato a questo, e mi sarebbe dispiaciuto lasciarlo allagato... Oh, no!
Improvvisamente Isoka si impietrì. Seguii il suo sguardo, e vidi arrivare di gran carriera cinque o sei membri della banda di Iwao.
-Choji, tienilo fermo!- mi gridò quello in testa al gruppo.
No, maledizione! No!...
-Psst- sentii bisbigliare Isoka -fa' come ti dice, svelto!
Obbedii, anche se un po' goffamente, e misi una mano sul colletto della sua camicia per fingere di stringerlo.
-Così, Choji, non fartelo scappare- mi disse ancora il capo del gruppo, che poi si rivolse agli altri -andate a chiamare Iwao, così magari questa storia può finire una volta per tutte!
-Non finirà, purtroppo- sussurrò Isoka -anche se non troverà nulla, Iwao continuerà a perquisirmi fin quando non ammetterò che lui ha ragione... Stai al loro gioco, Choji. Non voglio che ce l’abbia anche con te.
Spostai lo sguardo dal punto in cui sarebbe dovuto comparire Iwao ad Isoka. Senza accorgermene, allentai la presa su di lui.
-Che stai facendo, Choji?
Iwao spuntò in quel momento da dietro un angolo dell'edificio. Non c'era più tempo per indugiare.
-Scusami Isoka, ma non ce la faccio proprio a prestarmi alle sue prepotenze. Voglio stare dalla tua parte, stavolta.
-...ho capito. Ricorrerò al piano B. Perdonami, Choji.
-Perdonarti di cos... AHIA!
Isoka mi aveva morso, anzi azzannato le dita, per poi scappare a tutta velocità. Gli altri ragazzi partirono all'inseguimento, ma era ormai troppo tardi per riacciuffarlo.
-Choji, stai bene? Quel disgraziato ti ha fatto perdere sangue?- mi chiese Iwao con apprensione. Sembrava sinceramente preoccupato per le mie condizioni.
-Sto benissimo... Ahio... Mi dispiace, ero riuscito a prenderlo ma non ho fatto i conti con i suoi denti affilati. Che male...
-La pagherà anche per questa, te lo prometto! Nel frattempo, dovresti andare in infermeria a far vedere quella mano! Ti accompagno!
-Grazie... Grazie, davvero, ma non ce n'è bisogno. A dopo.
Me ne tornai in tutta fretta nell'orfanotrofio. Un po' mi dispiaceva piantarlo in asso: in altre occasioni avrei apprezzato la sua gentilezza, ma per quel giorno ne avevo già abbastanza di essere messo in mezzo tra lui e Isoka. Possibile che proprio non esistesse un modo per farli andare d'accordo?

 

Non mi recai all’infermeria come Iwao mi aveva suggerito. Invece, salii spedito nel dormitorio dei maschi. Dovevo essere sicuro che la mia scorta di Pillole del Soldato non fosse stata effettivamente trafugata da qualcuno.
Avevo la mano sulla maniglia e stavo per abbassare, quando dall’interno udii una voce che conoscevo bene.
-L’hai già detto tante volte che non ti piace, non ho la memoria corta.
Era Nao. E con molta probabilità stava parlando con Naoki.
Sperando che nessun'altro salisse in quel momento, mi appiattii delicatamente contro la porta e ci accostai l'orecchio.
-...non piace neanche a me, credimi- sentii dire ancora dalla voce di Nao -ma se vogliamo che ci lasci in pace, dobbiamo per forza diventare suoi amici. Allora, cosa volevi dirmi?
Sulle prime non sentii nulla di quello che stava dicendo Naoki. La sua voce infatti era dolce, flebile e molto bassa, proprio come lei. Dovetti tapparmi l'altro orecchio per riuscire finalmente a captare qualche parola.
-...notato che Yori e la Signorina Hiromi non sono uscite dalla cucina... ...c'erano anche tanti zainetti in un angolo. Oggi ci porteranno in gita da qualche parte, ne sono sicur...
-Aspetta un secondo, fammi capire: se hai notato tutte quelle cose, significa che le hai seguite in cucina! E loro non si sono accorte di niente?
Naoki rimase zitta, ma dalla risposta successiva di Nao capii che doveva aver fatto di sì con la testa.
-A-ah! Lo vedi, che riesci a renderti utile proprio grazie alla tua altezza?

Rendersi utile?!
-Non è divertente!- ribatté Naoki stizzita, per poi riabbassare la voce -...capisci... ...prenderle solo adesso? Nessuno... ...vedere.
-Sono d'accordo, hai fatto bene a chiamarmi.
I due fratellini non dissero più nulla, ma li sentii chiaramente masticare qualcosa. Che accidenti stavano mangiando? Fui fortemente tentato di entrare e coglierli sul fatto, ma una parte di me mi disse che non sarebbe stata una buona idea. Anche se l'incontro inaspettato con Kon mi aveva messo addosso una certa fretta, non potevo permettermi di fare mosse avventate.
Staccai l'orecchio dalla porta e feci qualche passo all'indietro fino alle scale, per poi mettermi a marciare sul posto: ero ridicolo, però così facendo, quando Nao e Naoki uscirono dal dormitorio pochi minuti dopo, gli diedi l'impressione di star salendo solo in quel momento.
-'giorno- salutai, con disinvoltura -hai dormito bene, Naoki?
La piccola annuì.
-Mi fa piacere. Vado a farmi un pisolino anch'io, adesso. Ci si vede!
Li superai e mi diressi di nuovo verso il dormitorio, continuando però a spiarli con la coda dell'occhio. Sembravano anche più disinvolti di me, eppure ero certo che stessero nascondendo qualcosa...
Dopo essermi chiuso la porta alle spalle, mi precipitai al letto di Nao per esaminarlo da cima a fondo. Niente di insolito. Mi inginocchiai per guardare sotto al letto. Ancora niente. Osai addirittura ficcare il naso nel suo comodino dove teneva i vestiti. Niente di niente.
Non hanno lasciato nemmeno la più piccola briciola. Che stessero prendendo anche loro le Pillole del Soldato? ...ma no, cosa vado a pensare!
Scossi la testa con tanto di quel vigore da farmi quasi male al collo. Non avevo alcuna prova per confermare quel sospetto così azzardato! Per quel che ne sapevo Nao e Naoki potevano aver semplicemente mangiato delle caramelle di nascosto, e per quanto riguardava ciò che si erano detti... Non sapevo proprio cosa pensare. Decisi di dimenticarmene, per il momento.
Andai a prendere il mio borsone, lo posai sul letto, mi sedetti e lo aprii per controllarlo.
C’è ancora tutto, meno male! ...ma non sono ancora sicuro, accidenti! Quella che ho trovato è davvero una Pillola o mi sono sbagliato? Per togliermi ogni dubbio, meglio che faccia un confronto. ...mh?
Infilai una mano in tasca per prendere la Pillola, ma quando la tirai fuori inavvertitamente feci uscire anche un mucchietto di fogli di carta che caddero ai miei piedi. Dopo aver fatto il confronto tra le Pillole e richiuso il bagaglio, raccolsi i fogli e li aprii.

La canzone d’amore di Rokuro! Me n’ero proprio dimenticato!
Gli avevo chiesto di prestarmela perché potessi correggere eventuali errori, ma in realtà il mio scopo era un altro. Siccome la canzone era stata dedicata a Yori, magari fra i versi avrei potuto ricavare qualche informazione che mi avesse aiutato a conoscerla meglio.
Cominciai a leggerla... Dopo aver decifrato la traballante scrittura di Rokuro e rimesso nel giusto ordine tutti i versi. 

"Yori, Yori, Yori / da quando sei arrivata / il mio cuore hai rubata / e non me l'hai più restituata. / Yori, Yori, Yori / da quando sei arrivata / la vita a tutti hai migliorata / da instancabile lavoratrice quale sei... ta."

Decisamente, c'era qualcosa che stonava... Ma in fondo, chi ero io per giudicare, non avendo mai nemmeno preso in mano uno spartito?

"Yori, Yori, Yori / sempre seria, sempre musona / ma quando sorridevi eri più smagliante del solleona. / Perché i ratti il sorriso ti hanno sottratta / e da allora la stessa più non sei statta... / Yori, ho deciso, il mio cuore puoi tenere / se non t'importa di me, riuscirò a soprassedere. / Anche i miei denti se vuoi ti lascio rubere / perché ora conta più rivederti sorridere."

...non era poi tanto male, dai. Certo, le rime erano da aggiustare, ma era il messaggio ciò che contava di più, e secondo me Rokuro l'aveva comunicato perfettamente. Sperava di essere ricambiato, ma prima di ogni altra cosa desiderava che Yori fosse felice.
Mi scappò una lacrimuccia. La asciugai e tornai a concentrarmi sul testo.
Da quel che ho capito Yori non è sempre stata così scorbutica come la conosco io, ma lo è diventata di colpo in seguito a qualcosa. "I ratti il sorriso ti hanno sottratta", così dice Rokuro... Si riferisce alla storia dell'invasione di ratti nella palestra dell'ala ovest, senza dubbio. Io però so che si tratta di una bugia inventata dalle due Signorine per nascondere la scoperta di un cadavere, anche se non ho ancora trovato la conferma...
Le rotelline nel mio cervello si misero a girare sempre più velocemente.
Ammettiamo pure che i ratti ci siano davvero. Com'è possibile che, di tutti gli orfani che vivono qui, soltanto lei ne sia rimasta sconvolta al punto da cambiare carattere e diventare perennemente scontrosa? Forse perché, a differenza degli altri, lei li ha visti da vicino... Però, due giorni fa Iwao mi ha detto che la Signorina Azumi è riuscita a sigillare i ratti nella palestra prima che altri li vedessero. Di conseguenza...
Alzai gli occhi dal foglio e li spalancai.
Se Yori è cambiata il giorno in cui c'è stata l'invasione dei ratti, ovvero il giorno in cui è stato scoperto l'omicidio, allora significa che lei ha visto qualcosa! Yori sa qualcosa dell'omicidio!
Scattai in piedi. Ero in preda all'eccitazione. Finalmente avevo una pista da seguire!
Chi l'avrebbe detto? Yori, la persona che temevo avrebbe ostacolato la mia indagine, è in realtà quella che devo tenere d'occhio di più! Sono a cavallo!...

 

-Non dovevi essere in infermeria, Choji?
Iwao entrò in quel momento senza bussare. Colto dal panico, feci la cosa più stupida che si potesse fare.
-GNAM. ...fi, ma il molore mi è paffato sufito, cofì… GLOM...
La canzone di Rokuro era finita nel mio stomaco, a fare compagnia al rapporto. Maledetto il mio istinto!
-Così hai deciso di concederti un altro dei tuoi spuntini segreti. Non so perché, ma me l’aspettavo!- scoppiò a ridere Iwao, assestandomi una delle sue solite pacche -fai bene a festeggiare, sai? Ti stavo cercando appunto per darti una notizia meravigliosa!
-Davvero? Di che si tratta?
-Abbiamo trovato il posto in cui quel monello di Isoka si nascondeva sempre! Pensa, quel diavoletto si era scavato una fossa proprio sotto il nostro naso, dentro la casetta vicino agli scivoli! Ed è tutto merito tuo se l’abbiamo scoperta, sai? Siccome hai beccato Isoka proprio in quella zona, ci siamo insospettiti e abbiamo controllato!
Dovetti tenere sollevati gli angoli della bocca con due dita per continuare a sorridere a quella notizia, perché in realtà mi stavo sentendo morire dentro. Tutto il lavoro che avevo fatto quella mattina... Anzi, tutto il lavoro che aveva fatto Isoka era stato buttato al vento. Per colpa mia!
-...Choji, ti senti bene? Sembri palliduccio…
-S-sono sanissimo, non preoccuparti... Voglio chiederti una cosa, Iwao. Posso?
-Certo, spara.
Feci un profondissimo e rumorosissimo respiro.
-So che non ti piace parlarne, ma voglio sapere cosa ti ha fatto Isoka di male.
In meno di un secondo, Iwao passò dal sorridente al rabbuiato e staccò il suo sguardo da me.
-Se sai che non mi piace parlarne, perché me lo chiedi?
-Perché se sapessi cosa ti ha fatto... sarei ancora più motivato nell’acchiapparlo, ecco!
-Non ti basta sapere che mi fa arrabbiare? Non è una motivazione sufficiente per te?
-In che modo ti fa arrabbiare? È questo che non capisco!
-Non devi capire niente! È un problema tra me e lui, basta! Smettila di fare queste domande!
-La smetto, la smetto. Almeno, però, dimmi perché l’altro giorno lo volevi perquisire. Cos’è che vuoi da lui? È qualcosa che ti ha rubato?
Iwao prese a saltellare sul posto a piedi uniti. Temevo che da un momento all’altro avesse aperto un buco nel pavimento.
-Non... voglio... parlarne!!! Aaaaaargh!!!
Quell’urlo animalesco mi raggelò il sangue nelle vene. Prima che me ne rendessi conto, se n’era già andato via di corsa sbattendo la porta.

Io volevo... Volevo solo sapere la sua versione dei fatti... Che cosa ho combinato?!
Mi precipitai fuori dal dormitorio. Entrai nel bagno, ma lo trovai vuoto. Iwao doveva essere già sceso. Corsi giù per le scale e controllai anche il piano inferiore, ma non era nemmeno lì.
Stavo allora per andare al pianterreno ma, sulle scale, incontrai Nana, la sua amica dai capelli rossi.
-Oh... A-ehm, ciao... Per caso, hai visto passare Iwa...
Nana mi fulminò con lo sguardo. Non c'era bisogno di altro per farmi capire che l'avevo fatta grossa.
-Ti credevo più intelligente, Choji. Che diavolo ti è saltato in mente di farlo arrabbiare?
Chinai il capo.
-Si... Si è sfogato con voi, vero? Mi dispiace, è tutta colpa mia... uh?
Nana mi posò una mano sull'avambraccio. Forse mi stavo sbagliando, ma ebbi l'impressione che, con quel gesto, stesse cercando di... farmi forza?
-Senti, non ho la più pallida idea di cosa ti farà oggi per fartela pagare- mi sussurrò -ma di qualunque cosa si tratti, sono certa che sarà umiliante. Cerca di sopportare, e vedrai che questa giornata passerà in fretta.
Con quelle parole enigmatiche, Nana girò i tacchi e tornò nell'atrio. Avrei dovuto ringraziarla segretamente per quel consiglio... Ma, onestamente, non avevo alcuna intenzione di aspettare che Iwao "me la facesse pagare"! Se ce l'aveva con me, allora doveva dirmelo in faccia, e subito!
Stringendo i pugni e muovendomi a passi pesanti scesi nell'atrio, determinato più che mai ad affrontarlo a viso aperto. L'avevo appena intravisto in lontananza, circondato dal suo gruppo... ma prima che potessi raggiungerlo, proprio in quel momento dalla mensa arrivò di gran carriera la Signorina Hiromi, percuotendo un mestolo contro una padella per farsi sentire da tutti.
-Angioletti, porto buone notizie! La pioggia di ieri non ha causato nessun danno, per cui oggi la nostra gita settimanale si farà!
A quella notizia, si alzò un coro di entusiasti "evviva!".
Ah già, la gita di cui parlava Naoki. Chissà dove andremo...

  
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