9.
Mi
svegliai con una brutta sorpresa.
...ma dai, di nuovo!?!
Proprio come il giorno prima, non avevo aggiunto una singola parola
nuova al
rapporto della missione. In compenso l'avevo inzuppato di saliva.
Che ore sono? ...non importa, se tutti
stanno ancora dormendo posso continuare a scrivere con calm...
-Sveglia, Choji! SVEGLIA!!!
Era la voce di Iwao. Sentii la sua mano afferrare il cuscino sotto cui
mi ero
nascosto. Avevo pochi millesimi di secondo per decidere dove nascondere
il
foglio.
Iwao sollevò il cuscino.
-Ma come dormi? Non dirmi che ti da fastidio la luce! ...uh?
-Buonforno... 'ao... Glom... Buongiorno Iwao, che ore fono... Glom...
sono?
Mi ero mangiato il rapporto. Letteralmente. Per fortuna il foglio era
fatto con
carta di riso.
-È quasi ora di colazione e sono già tutti scesi-
mi rispose, inarcando un
sopracciglio -ma vedo che tu ti sei servito un aperitivo...
-È solo uno spuntino di mezzanotte, un piccolo snack! Eh eh!
...è contro il
regolamento?
Iwao incrociò le braccia, ma sorrise.
-Diciamo che, se Yori lo venisse a sapere, come minimo ti scuoierebbe.
Sta'
tranquillo però, non le dirò nulla. Non voglio
averti sulla coscienza!
-Oh, ehm... Grazie!
-Figurati! Adesso sbrigati a vestirti, io ti aspetto a tavola allo
stesso posto
di ieri!
-D'accordo!
Aspettai
che uscisse, quindi mi abbandonai ad un sospirone di sollievo.
C’è
mancato davvero poco... Beh, credo
di aver imparato la lezione. D’ora in poi il rapporto lo
scriverò di giorno.
Devo solo trovare il momento adatto.
Mi
vestii e scesi in mensa, dove scoprii con piacere che Iwao mi aveva
riservato
un posto addirittura al centro della tavolata. Se il buon giorno si
vede dal
mattino quella sarebbe stata una gran bella giornata, me lo sentivo!
E
proprio grazie a quel po’ di buon umore, riuscii a pensare
subito alla prima mossa
che avrei dovuto compiere per riprendere l’indagine: andare a
fare una capatina
al nascondiglio di Isoka. Se il tizio che vi aveva ficcato il naso
lasciando la
botola aperta era lo stesso che si era nascosto sul carro del cibo, e
se quel
tizio era anche il serial killer che dovevo arrestare, non potevo
escludere la
possibilità che avesse lasciato qualche traccia del suo
passaggio. Dovevo
andare a controllare.
Finita
la colazione, ricordandomi le istruzioni di Isoka aspettai che tutti
fossero
usciti dalla mensa e che Yori si fosse chiusa in cucina, quindi il
più discretamente
possibile uscii in cortile e mi recai all'area dei giochi per i
più piccoli.
Guardai dappertutto, senza tralasciare nemmeno gli spazi tra i fili
d’erba, ma
non trovai nulla di interessante.
Andai
allora ad esaminare la casetta di legno. Non appena sollevai la botola,
un
tremendo tanfo di acqua piovana mi investì in faccia.
L’acquazzone del giorno
prima aveva allagato la fossa fino all'orlo!
Accidenti, non pensavo che il danno fosse
tanto grave! Povero Isoka... Chiunque sia stato a sabotare il suo
nascondiglio
la pagherà cara, parola mia! ...per adesso, mettiamoci al
lavoro.
Non dovevo far altro che tirare fuori dalla buca il sacco di cellophane
che ne
ricopriva le pareti, così da tirare fuori anche tutta
l'acqua in un colpo solo.
Sulla carta mi sembrava un compito facile... invece, quello fu uno dei
lavori
manuali più scomodi e delicati che mi fosse mai capitato di
fare in vita mia.
Ero
scomodissimo, praticamente a gattoni, e con entrambe le mani occupate,
per
tenere sollevate sia la gattaiola che la botola non potevo usare altro
che la
schiena e la testa. Inoltre, non avevo tenuto conto del fatto che il
cellophane
fosse stato attaccato al bordo della botola da tanti piccoli chiodi. Mi
piangeva il cuore al pensiero di dover smontare tutto il lavoro che
Isoka aveva
fatto con tanta passione, ma purtroppo non avevo scelta.
Cominciai ad allentare i chiodi, uno per uno, ma senza staccarli del
tutto, per
paura che un lembo del cellophane potesse cadere prima degli altri e
far
rovesciare l'acqua sul fondo della buca. Finito quel passaggio, strinsi
fra le
dita due lembi, contai fino a cinque -tre mi sembrava troppo poco- e,
con
mooolta delicatezza, sollevai. Come avevo sperato, i chiodi allentati
si
staccarono quasi tutti all'unisono e caddero dentro l'acqua.
Molto
bene!
La prima parte del lavoro era compiuta, ma ora veniva la seconda e
più
difficile. Nelle mie mani avevo un gavettone gigante a tutti gli
effetti. Al
minimo movimento sbagliato si sarebbe potuto strappare, e l'acqua
sarebbe
caduta dentro la fossa allagandola per sempre. Sembrava un'impresa
impossibile... ma il desiderio di riparare al torto fatto al mio
piccolo amico
mi aiutò a superarla. Strinsi i denti, tesi i muscoli delle
braccia al massimo
e tirai.
Piano
piano sollevai il sacco strapieno d'acqua, e, strisciando all'indietro
sulle
ginocchia, riuscii infine a tirarlo fuori dalla casetta.
Ce l'ho fatta... Ce l'ho fatta!
Mi asciugai la fronte, orgoglioso di me stesso. Mi restava ancora la
terza parte,
ma era anche la più facile. Dovevo solo trovare un posto
abbastanza lontano,
soprattutto da sguardi indiscreti, dove poter rovesciare l'acqua e
distendere
al sole il cellophane per farlo asciugare.
Così,
cominciai a trascinare il “gavettone” verso il
bosco, procedendo all’indietro e
voltandomi spesso per vedere dove stavo andando. Dopo tanto camminare e
tante
radici che sembravano messe apposta per farmi inciampare, finalmente
trovai uno
spiazzo deserto fra gli alberi, non estesissimo ma abbastanza grande
perché la
luce del sole lo illuminasse tutto. Lasciai cadere il lembo del
cellophane, e
tutta l’acqua piovana si riversò nella piccola
radura, creando una pozzanghera
gigantesca.
È
andato tutto liscio, non ci speravo
nemmeno! Dopo questa sfacchinata, mi merito davvero di fare uno
spuntino di
nascosto... Mh? Cos'è quello?
Notai una piccola pallina nera staccarsi dal fondo del sacco. Riuscii a
prenderla appena prima che venisse trascinata via dall'acqua, quindi la
asciugai un po' con la mia maglietta e la esaminai da vicino.
Cioccolato fondente, mi sembra... E se
l'olfatto non mi inganna, sento anche un pizzico di peperoncino... Non
ci sono
dubbi, questa è una Pillola del Soldato!
Non riuscii a trattenermi dal saltare di gioia. Finalmente avevo
trovato un
indizio!
Ero certissimo di non sbagliarmi poiché, almeno a Konoha,
è il clan Akimichi ad
occuparsi personalmente della produzione di quelle Pillole in grado di
fornire
di energia per tre giorni consecutivi a chi le mangi.
Ed
ero anche certo che la Pillola che avevo trovato non era mia, visto che
non me
le portavo mai dietro e la mia scorta personale era nascosta al sicuro
nel mio
borsone.
Di
conseguenza, poteva averla persa solo il Mascheratore.
Quel farabutto deve servirsene per forza,
altrimenti non potrebbe mantenere il suo travestimento per sempre. Se
è a
conoscenza del nascondiglio segreto, è molto probabile che
prima o poi ripassi
da quelle parti... Sì, sono sulla strada giusta!
Soddisfatto,
infilai la Pillola in tasca.
Subito
dopo, per poco non morii dallo spavento.
Riflesso
nella grande pozzanghera, vidi un uomo che un istante prima non c'era.
-Era ora che ti facessi vivo, Choji Akimichi.
Alzai la testa. Per fortuna, si trattava di uno degli ANBU della
squadra di
appostamento, che circondavano l'orfanotrofio per far sì che
il Mascheratore
non potesse fuggire da qualche altra parte. Dalla sua maschera da
gatto,
riconobbi quel ninja come lo stesso che avevo incontrato prima di
cominciare la
missione.
-O-oh... Ciao, Pon...
-Kon.
-Giusto, Kon! Mi sono confuso, eh eh! ...eh.
L'ANBU mise le mani sui fianchi e scosse la testa.
-Grandioso, ti sei già scordato il mio nome. Ma di che mi
stupisco, in fondo ti
sei anche dimenticato di portarci il rapporto della missione per due
giorni di
fila...
-Questo non è vero! Ho cominciato a scriverlo ogni sera!
-"Cominciato"? Che significa "cominciato"? Insomma, che ne
è stato del rapporto?
Giocherellando con gli indici, mi feci piccolo piccolo.
-L'ho... L'ho mangiato...
-COSA?!?
-Volevo
dire... è come hai detto tu, mi sono capitate tante di
quelle cose che ho
finito per perdere la cognizione del tempo e dimenticarmene...
-Lasciamo
perdere, non mi interessa. Piuttosto, già che sei qui, dimmi
a voce come procede
la missione. Hai già un'idea di chi possa essere il
Mascheratore?
Mi
schiarii la voce.
-Non
ancora, purtroppo. Anche perché gli orfani che vivono
là saranno almeno una
cinquantina, e non ho ancora fatto a tempo a conoscerli tutti
personalmente.
Kon
sospirò con disappunto.
-Avrei
dovuto aspettarmelo...
-A-aspetta!
Non li avrò conosciuti tutti, però ci sono almeno
un paio di bambini che mi
sono sembrati più sospetti degli altri!
-Oh,
molto bene. E su quali basi ti sembrano sospetti?
-Sono
gli ultimi due bambini ad essere arrivati all'orfanotrofio prima che
venisse
scoperto l'omicidio. ...è un po' poco per accusarli, lo so.
-Di'
pure che non hai scoperto niente! Altri bambini potrebbero aver chiesto
asilo
qualche giorno prima di quei due, non ci hai pensato?
-Ma
certo che ci ho pensato!
-E
allora perché ti sei concentrato solo su quei due bambini in
particolare?
Quelli arrivati prima di loro non ti sembravano abbastanza interessanti?
-Non
è così!- protestai, trattenendomi a stento
dall'alzare la voce -finora,
quei due bambini
sono gli unici di cui
ho saputo il periodo del loro arrivo, e solo perché
è stato uno dei due a
dirmelo spontaneamente! Capisci, non posso mica andare in giro a
chiedere a
tutti domande personali come se niente fosse! Se lo facessi, il
Mascheratore
comincerebbe a sospettare di me!
-Comprendo,
comprendo, non ti scaldare. La tua è una precauzione
giusta... Un momento. Che
diamine significa "andare a chiedere in giro a tutti"? Non ti
è mai
venuta in mente l'idea di controllare di nascosto i registri di
adozione, per
sapere le date di arrivo di tutti?
-È
la prima cosa che mi è venuta in mente, credimi! Quando ho
messo piede
nell'orfanotrofio ho visto infatti un registro, ma era pieno di disegni
e
scarabocchi!
-Disegni...
e scarabocchi? Spiegati meglio.
-Ho
chiesto a una delle due signore responsabili dove fosse il registro
dove poter
firmare, ma lei mi ha risposto che non hanno nulla del genere!
-Cosa?
Mi prendi in giro?
-No,
per niente! A quanto ho capito, non c'è bisogno di lasciare
il proprio cognome
o raccontare la propria storia: lì dentro, chiunque
può ricevere ospitalità.
Strano, eh?
Kon
rimase in silenzio per diversi secondi. Anche se non potevo vederlo in
faccia,
dai suoi movimenti capii che quell'ultima informazione doveva averlo
sconvolto.
-...dannazione!- esclamò poi, mollando un calcio ad un sasso
-se solo
l'avessimo saputo prima, dannazione!
-Di... di che cosa stai parlando? Non capisco.
Meccanicamente Kon alzò un braccio, per indicare un punto
alle mie spalle.
-Choji Akimichi, puoi riprendere le tue cose e tornare a Konoha. La tua
missione è annullata.
Annullata. Annullata. Annullata.
Quella parola riecheggiò nella mia testa come una campana.
-C-come sarebbe a dire, annullata? Spiegami, per quale motivo dovrei
abbandonare l'indagine? Per quale motivo dovrei lasciare
quell'assassino a
piede libero?
-Non lo lasceremo a piede libero, idiota! ...per la miseria, possibile
che tu
non ci arrivi da solo? Pensavo che fossi stupido, e oggi ne ho avuto la
conferma!
Una scintilla esplose dentro di me. Dirmi di abbandonare tutto e
addirittura
insultarmi... ma chi credeva di essere?
Feci qualche passo avanti e sollevai i pugni. Ero talmente imbufalito
che
nemmeno mi ero accorto di avere i piedi quasi immersi nella pozzanghera.
-Mph. Meriteresti di restare nell'ignoranza, ma mi fai talmente pena
che ho
deciso di accontentarti. Ricordi il motivo per cui ti è
stato ordinato di
stanare il Mascheratore nella maniera più discreta possibile
e sotto falsa
identità?
-...certo, che me lo ricordo! Per non scatenare un incidente
diplomatico con il
Paese dei Fiumi! E allora?
-Davvero
non ci arrivi? Ragiona. Se gli orfani non vengono registrati e chiunque
può
avere ospitalità semplicemente chiedendola, significa che
quello non è un vero
e proprio orfanotrofio ma un esercizio illegale.
-Ripeto: e allora?
Kon sbuffò sotto la maschera.
-In parole povere... Se quell'orfanotrofio non è legale,
alle maggiori autorità
del Paese dei Fiumi non importerà nulla se un bel giorno un
gruppo di ninja di
Konoha decida di metterlo a ferro e fuoco per stanare un serial killer.
Spalancai
gli occhi, mentre la mia rabbia scemava di colpo.
-Ferro... e fuoco? Intendi dire... che...
-Se avessimo saputo prima che il Mascheratore si era rifugiato in un
luogo che
non lo protegge affatto, ci saremmo risparmiati settimane di inutili
appostamenti e avremmo potuto eliminarlo sin dall'inizio! ...beh,
meglio tardi
che mai. Ora che lo sappiamo, quell'assassino ha le ore contate.
Dicendo questo, mi voltò le spalle e iniziò ad
avviarsi.
-E-ehi! E adesso dove vai?
-A dare le nuove disposizioni agli altri membri della squadra. Hai
detto che
gli orfani sono una cinquantina, giusto? Con la giusta coordinazione,
il
Mascheratore non avrà modo di scampare allo sterminio.
Mi sentii invadere da un'ondata di panico. Non riuscivo ancora a
credere a
quello che stava succedendo. Avevano... Avevano davvero intenzione di
uccidere
senza pietà tutti quei bambini e ragazzi innocenti, solo per
essere certi di
prendere anche il killer?!
Non posso permetterlo!
Corsi disperatamente in avanti. Il rumore dei miei passi sull'acqua
allarmarono
Kon, che si girò di scatto sfoderando la katana, ma io mi
abbassai in tempo e
con un salto in avanti lo placcai al suolo. Purtroppo, mi sfuggi subito
usando
la tecnica della sostituzione con un ciocco di legno, e prima che
potessi
reagire mi assestò un calcio ad un fianco così
potente da togliermi il fiato.
-Ho capito cosa ti passa per la testa, Choji Akimichi. Ma devi vederla
in
questo modo: cercando di proteggere quegli orfani proteggi anche un
nemico di
Konoha. Nemmeno io salto di gioia all'idea di dover far del male a
degli
innocenti, ma io e i miei compagni abbiamo ricevuto l'ordine di
eliminare il
Mascheratore una volta per tutte e senza badare a scrupoli. Fattene una
ragione.
Kon
iniziò ad avviarsi. Per colpa del suo calcio ero rimasto
immobile al suolo e
piegato in due; mi ci sarebbero voluti due o tre minuti per
riprendermi, ma
anche se fossi stato al cento per cento, cosa avrei potuto fare contro
un
intero squadrone di ANBU? Da solo non sarei mai riuscito a fermarli...
ma forse
conoscevo qualcuno che poteva farlo.
-È stato... il consigliere Danzou in persona... a mandarmi
qui, lo sai?
Kon si fermò, ma senza voltarsi.
-E allora? Anche noi siamo qui per ordine suo. E francamente un ordine
dato a
degli ANBU ha molta più importanza di uno dato a un semplice
chunin.
In effetti non ha tutti i torti... E
adesso che cosa mi invento? -C-capisco... ma, ragiona, se
deciderai di
invadere l'orfanotrofio, interferirai con la missione che Danzou ha
assegnato a
me, e questo potrebbe farlo arrabbiare molto... Non pensi che sarebbe
meglio
sentire la sua opinione, invece di prendere iniziative? Giusto per
sicurezza,
eh! ...Kon? Mi hai sentito?
Alzai la testa. Giurai di averlo visto tremare leggermente.
-...ti sei espresso in maniera contorta, Choji Akimichi, ma
c'è del vero in
quello che dici. Non si sa mai quanto si può essere sicuri,
quando si ha a che
fare con Danzou...
-Co-come?
-Ignora l'ultima frase. E va bene, d'accordo. Contatterò
Danzou tramite un
falco messaggero per chiedere nuove disposizioni. Per quanto riguarda
te...
continua a fare quello che stavi facendo.
Prima
che riuscissi a ringraziarlo, Kon se n’era già
andato.
Un
po’ alla volta il dolore al fianco si affievolì, e
potei rimettermi in piedi. Ma
se avessi detto che stavo meglio sarebbe stata una bugia. Ero
riuscito a convincere gli ANBU a non assaltare l'orfanotrofio e
guadagnare
tempo...
Già,
ma quanto tempo, esattamente?
Non
avendo più nulla da fare lì, tornai indietro. Non
senza qualche difficoltà di
orientamento: perso com'ero nei miei pensieri, fui costretto a compiere
un
tortuosissimo percorso a zigzag tra gli alberi prima di ritrovare il
cortile.
Devo prendere nota, prima di avventurarmi
ancora nel bosco è bene che pensi a un modo per ricordare la
strada che ho fatto...
Oh? Ma che sta facendo?
Isoka era chinato davanti alla casetta-nascondiglio. Dal modo in cui si
grattava la nuca, capii che aveva appena scoperto la buca vuota e ne
era
rimasto costernato. Lo raggiunsi di corsa.
-Ehi, psst, ehi! Sono io! Tranquillo, è tutto a posto!
-No, non c'è niente a posto! L'acqua è...
è sparita...
-Lo so. Adesso ti spiego.
In breve, gli raccontai ciò che ero riuscito a fare. Finita
la spiegazione,
Isoka tirò un gran sospiro di sollievo.
-Meno male, per un momento ho creduto di essere diventato matto... Sono
appena
arrivato per provare a svuotare la buca con un secchiello, ma quando ho
visto
che l'acqua non c’era più mi sono spaventato...
Grazie, Choji! Però... Non
c'era bisogno che arrivassi a tanto...
-Scherzi? Il senso di colpa per il disastro che ho combinato non mi ha
fatto
dormire la notte! Dovevo farmi perdonare in qualche modo! ...sono
perdonato,
giusto?
Isoka sorrise.
Seguì
un silenzio imbarazzato. Non sapevo cosa dirgli, e un po' mi vergognavo
a
guardarlo dritto negli occhi. Ero il suo primo e unico amico, ma quante
cose
gli stavo nascondendo? La mia vera identità, il fatto che
qualcun'altro avesse
scoperto la botola, la Pillola che vi avevo trovato dentro...
Pensandoci bene, passando per vie traverse avrei potuto informarlo di
quegli
ultimi due punti.
-S-senti, Isoka...
-Sì?
Titubai. Era saggio metterlo al corrente?
In quella, trovai la domanda giusta da fare.
-...ecco! Come mai volevi svuotare la fossa con un secchiello, visto
che ci
siamo messi d'accordo per trovarci un altro nascondiglio? Stavi
cercando qualcosa
che hai perso?
Isoka sembrò cadere dalle nuvole alla mia domanda.
-N-no, non ho perso nulla! E non ho cambiato idea sul fare un
nascondiglio
nuovo! Però sono ancora affezionato a questo, e mi sarebbe
dispiaciuto
lasciarlo allagato... Oh, no!
Improvvisamente Isoka si impietrì. Seguii il suo sguardo, e
vidi arrivare di
gran carriera cinque o sei membri della banda di Iwao.
-Choji, tienilo fermo!- mi gridò quello in testa al gruppo.
No, maledizione! No!...
-Psst- sentii bisbigliare Isoka -fa' come ti dice, svelto!
Obbedii, anche se un po' goffamente, e misi una mano sul colletto della
sua
camicia per fingere di stringerlo.
-Così,
Choji, non fartelo scappare- mi disse ancora il capo del gruppo, che
poi si
rivolse agli altri -andate a chiamare Iwao, così magari
questa storia può
finire una volta per tutte!
-Non finirà, purtroppo- sussurrò Isoka -anche se
non troverà nulla, Iwao
continuerà a perquisirmi fin quando non ammetterò
che lui ha ragione... Stai al
loro gioco, Choji. Non voglio che ce l’abbia anche con te.
Spostai lo sguardo dal punto in cui sarebbe dovuto comparire Iwao ad
Isoka.
Senza accorgermene, allentai la presa su di lui.
-Che stai facendo, Choji?
Iwao spuntò in quel momento da dietro un angolo
dell'edificio. Non c'era più
tempo per indugiare.
-Scusami Isoka, ma non ce la faccio proprio a prestarmi alle sue
prepotenze.
Voglio stare dalla tua parte, stavolta.
-...ho capito. Ricorrerò al piano B. Perdonami, Choji.
-Perdonarti di cos... AHIA!
Isoka mi aveva morso, anzi azzannato le dita, per poi scappare a tutta
velocità. Gli altri ragazzi partirono all'inseguimento, ma
era ormai troppo
tardi per riacciuffarlo.
-Choji, stai bene? Quel disgraziato ti ha fatto perdere sangue?- mi
chiese Iwao
con apprensione. Sembrava sinceramente preoccupato per le mie
condizioni.
-Sto benissimo... Ahio... Mi dispiace, ero riuscito a prenderlo ma non
ho fatto
i conti con i suoi denti affilati. Che male...
-La pagherà anche per questa, te lo prometto! Nel frattempo,
dovresti andare in
infermeria a far vedere quella mano! Ti accompagno!
-Grazie... Grazie, davvero, ma non ce n'è bisogno. A dopo.
Me ne tornai in tutta fretta nell'orfanotrofio. Un po' mi dispiaceva
piantarlo
in asso: in altre occasioni avrei apprezzato la sua gentilezza, ma per
quel
giorno ne avevo già abbastanza di essere messo in mezzo tra
lui e Isoka.
Possibile che proprio non esistesse un modo per farli andare d'accordo?
Non
mi recai all’infermeria come Iwao mi aveva suggerito. Invece,
salii spedito nel
dormitorio dei maschi. Dovevo essere sicuro che la mia scorta di
Pillole del
Soldato non fosse stata effettivamente trafugata da qualcuno.
Avevo
la mano sulla maniglia e stavo per abbassare, quando
dall’interno udii una voce
che conoscevo bene.
-L’hai
già detto tante volte che non ti piace, non ho la memoria
corta.
Era
Nao. E con molta probabilità stava parlando con Naoki.
Sperando
che nessun'altro salisse in quel momento, mi appiattii delicatamente
contro la
porta e ci accostai l'orecchio.
-...non piace neanche a me, credimi- sentii dire ancora dalla voce di
Nao -ma
se vogliamo che ci lasci in pace, dobbiamo per forza diventare suoi
amici.
Allora, cosa volevi dirmi?
Sulle prime non sentii nulla di quello che stava dicendo Naoki. La sua
voce
infatti era dolce, flebile e molto bassa, proprio come lei. Dovetti
tapparmi
l'altro orecchio per riuscire finalmente a captare qualche parola.
-...notato che Yori e la Signorina Hiromi non sono uscite dalla
cucina... ...c'erano
anche tanti zainetti in un angolo. Oggi ci porteranno in gita da
qualche parte,
ne sono sicur...
-Aspetta un secondo, fammi capire: se hai notato tutte quelle cose,
significa
che le hai seguite in cucina! E loro non si sono accorte di niente?
Naoki rimase zitta, ma dalla risposta successiva di Nao capii che
doveva aver
fatto di sì con la testa.
-A-ah! Lo vedi, che riesci a renderti utile proprio grazie alla tua
altezza?
Rendersi
utile?!
-Non è divertente!- ribatté Naoki stizzita, per
poi riabbassare la voce
-...capisci... ...prenderle solo adesso? Nessuno... ...vedere.
-Sono d'accordo, hai fatto bene a chiamarmi.
I due fratellini non dissero più nulla, ma li sentii
chiaramente masticare
qualcosa. Che accidenti stavano mangiando? Fui fortemente tentato di
entrare e
coglierli sul fatto, ma una parte di me mi disse che non sarebbe stata
una
buona idea. Anche se l'incontro inaspettato con Kon mi aveva messo
addosso una
certa fretta, non potevo permettermi di fare mosse avventate.
Staccai l'orecchio dalla porta e feci qualche passo all'indietro fino
alle
scale, per poi mettermi a marciare sul posto: ero ridicolo,
però così facendo,
quando Nao e Naoki uscirono dal dormitorio pochi minuti dopo, gli diedi
l'impressione di star salendo solo in quel momento.
-'giorno-
salutai, con disinvoltura -hai dormito bene, Naoki?
La piccola annuì.
-Mi fa piacere. Vado a farmi un pisolino anch'io, adesso. Ci si vede!
Li superai e mi diressi di nuovo verso il dormitorio, continuando
però a
spiarli con la coda dell'occhio. Sembravano anche più
disinvolti di me, eppure
ero certo che stessero nascondendo qualcosa...
Dopo essermi chiuso la porta alle spalle, mi precipitai al letto di Nao
per
esaminarlo da cima a fondo. Niente di insolito. Mi inginocchiai per
guardare
sotto al letto. Ancora niente. Osai addirittura ficcare il naso nel suo
comodino dove teneva i vestiti. Niente di niente.
Non hanno lasciato nemmeno la più
piccola
briciola. Che stessero prendendo anche loro le Pillole del Soldato?
...ma no,
cosa vado a pensare!
Scossi la testa con tanto di quel vigore da farmi quasi male al collo.
Non
avevo alcuna prova per confermare quel sospetto così
azzardato! Per quel che ne
sapevo Nao e Naoki potevano aver semplicemente mangiato delle caramelle
di
nascosto, e per quanto riguardava ciò che si erano detti...
Non sapevo proprio
cosa pensare. Decisi di dimenticarmene, per il momento.
Andai
a prendere il mio borsone, lo posai sul letto, mi sedetti e lo aprii
per
controllarlo.
C’è
ancora tutto, meno male! ...ma non sono ancora sicuro, accidenti!
Quella che ho
trovato è davvero una Pillola o mi sono sbagliato? Per
togliermi ogni dubbio,
meglio che faccia un confronto. ...mh?
Infilai
una mano in tasca per prendere la Pillola, ma quando la tirai fuori
inavvertitamente feci uscire anche un mucchietto di fogli di carta che
caddero
ai miei piedi. Dopo aver fatto il confronto tra le Pillole e richiuso
il
bagaglio, raccolsi i fogli e li aprii.
La
canzone d’amore di Rokuro! Me n’ero
proprio dimenticato!
Gli
avevo chiesto di prestarmela perché potessi correggere
eventuali errori, ma in
realtà il mio scopo era un altro. Siccome la canzone era
stata dedicata a Yori,
magari fra i versi avrei potuto ricavare qualche informazione che mi
avesse
aiutato a conoscerla meglio.
Cominciai
a leggerla... Dopo aver decifrato la traballante scrittura di Rokuro e
rimesso
nel giusto ordine tutti i versi.
"Yori,
Yori, Yori / da quando sei
arrivata / il mio cuore hai rubata / e non me l'hai più
restituata. / Yori,
Yori, Yori / da quando sei arrivata / la vita a tutti hai migliorata /
da
instancabile lavoratrice quale sei... ta."
Decisamente,
c'era qualcosa che stonava... Ma in fondo, chi ero io per giudicare,
non avendo
mai nemmeno preso in mano uno spartito?
"Yori,
Yori, Yori / sempre seria,
sempre musona / ma quando sorridevi eri più smagliante del
solleona. / Perché i
ratti il sorriso ti hanno sottratta / e da allora la stessa
più non sei
statta... / Yori, ho deciso, il mio cuore puoi tenere / se non
t'importa di me,
riuscirò a soprassedere. / Anche i miei denti se vuoi ti
lascio rubere / perché
ora conta più rivederti sorridere."
...non
era poi tanto male, dai. Certo, le rime erano da aggiustare, ma era il
messaggio ciò che contava di più, e secondo me
Rokuro l'aveva comunicato
perfettamente. Sperava di essere ricambiato, ma prima di ogni altra
cosa
desiderava che Yori fosse felice.
Mi scappò una lacrimuccia. La asciugai e tornai a
concentrarmi sul testo.
Da quel che ho capito Yori non è
sempre
stata così scorbutica come la conosco io, ma lo è
diventata di colpo in seguito
a qualcosa. "I ratti il sorriso ti hanno sottratta", così
dice
Rokuro... Si riferisce alla storia dell'invasione di ratti nella
palestra
dell'ala ovest, senza dubbio. Io però so che si tratta di
una bugia inventata
dalle due Signorine per nascondere la scoperta di un cadavere, anche se
non ho
ancora trovato la conferma...
Le rotelline nel mio cervello si misero a girare sempre più
velocemente.
Ammettiamo pure che i ratti ci siano
davvero. Com'è possibile che, di tutti gli orfani che vivono
qui, soltanto lei
ne sia rimasta sconvolta al punto da cambiare carattere e diventare
perennemente scontrosa? Forse perché, a differenza degli
altri, lei li ha visti
da vicino... Però, due giorni fa Iwao mi ha detto che la
Signorina Azumi è
riuscita a sigillare i ratti nella palestra prima che altri li
vedessero. Di
conseguenza...
Alzai gli occhi dal foglio e li spalancai.
Se Yori è cambiata il giorno in cui
c'è
stata l'invasione dei ratti, ovvero il giorno in cui è stato
scoperto
l'omicidio, allora significa che lei ha visto qualcosa! Yori sa
qualcosa
dell'omicidio!
Scattai in piedi. Ero in preda all'eccitazione. Finalmente avevo una
pista da
seguire!
Chi l'avrebbe detto? Yori, la persona che
temevo avrebbe ostacolato la mia indagine, è in
realtà quella che devo tenere
d'occhio di più! Sono a cavallo!...
-Non
dovevi essere in infermeria, Choji?
Iwao
entrò in quel momento senza bussare. Colto dal panico, feci
la cosa più stupida
che si potesse fare.
-GNAM.
...fi, ma il molore mi è paffato sufito,
cofì… GLOM...
La
canzone di Rokuro era finita nel mio stomaco, a fare compagnia al
rapporto.
Maledetto il mio istinto!
-Così
hai deciso di concederti un altro dei tuoi spuntini segreti. Non so
perché, ma
me l’aspettavo!- scoppiò a ridere Iwao,
assestandomi una delle sue solite
pacche -fai bene a festeggiare, sai? Ti stavo cercando appunto per
darti una notizia
meravigliosa!
-Davvero?
Di che si tratta?
-Abbiamo
trovato il posto in cui quel monello di Isoka si nascondeva sempre!
Pensa, quel
diavoletto si era scavato una fossa proprio sotto il nostro naso,
dentro la
casetta vicino agli scivoli! Ed è tutto merito tuo se
l’abbiamo scoperta, sai?
Siccome hai beccato Isoka proprio in quella zona, ci siamo insospettiti
e
abbiamo controllato!
Dovetti
tenere sollevati gli angoli della bocca con due dita per continuare a
sorridere
a quella notizia, perché in realtà mi stavo
sentendo morire dentro. Tutto il
lavoro che avevo fatto quella mattina... Anzi, tutto il lavoro che aveva
fatto Isoka
era stato buttato al vento. Per colpa mia!
-...Choji,
ti senti bene? Sembri palliduccio…
-S-sono
sanissimo, non preoccuparti... Voglio chiederti una cosa, Iwao. Posso?
-Certo,
spara.
Feci
un profondissimo e rumorosissimo respiro.
-So
che non ti piace parlarne, ma voglio sapere cosa ti ha fatto Isoka di
male.
In
meno di un secondo, Iwao passò dal sorridente al rabbuiato e
staccò il suo
sguardo da me.
-Se
sai che non mi piace parlarne, perché me lo chiedi?
-Perché
se sapessi cosa ti ha fatto... sarei ancora più motivato
nell’acchiapparlo,
ecco!
-Non
ti basta sapere che mi fa arrabbiare? Non è una motivazione
sufficiente per te?
-In
che modo ti fa arrabbiare? È questo che non capisco!
-Non
devi capire niente! È un problema tra me e lui, basta!
Smettila di fare queste
domande!
-La
smetto, la smetto. Almeno, però, dimmi perché
l’altro giorno lo volevi
perquisire. Cos’è che vuoi da lui? È
qualcosa che ti ha rubato?
Iwao
prese a saltellare sul posto a piedi uniti. Temevo che da un momento
all’altro
avesse aperto un buco nel pavimento.
-Non...
voglio... parlarne!!! Aaaaaargh!!!
Quell’urlo
animalesco mi raggelò il sangue nelle vene. Prima che me ne
rendessi conto, se
n’era già andato via di corsa sbattendo la porta.
Io
volevo... Volevo solo sapere la sua
versione dei fatti... Che cosa ho combinato?!
Mi
precipitai fuori dal dormitorio. Entrai nel bagno, ma lo trovai vuoto.
Iwao doveva
essere già sceso. Corsi giù per le scale e
controllai anche il piano inferiore,
ma non era nemmeno lì.
Stavo allora per andare al pianterreno ma, sulle scale, incontrai Nana,
la sua amica
dai capelli rossi.
-Oh... A-ehm, ciao... Per caso, hai visto passare Iwa...
Nana mi fulminò con lo sguardo. Non c'era bisogno di altro
per farmi capire che
l'avevo fatta grossa.
-Ti credevo più intelligente, Choji. Che diavolo ti
è saltato in mente di farlo
arrabbiare?
Chinai il capo.
-Si... Si è sfogato con voi, vero? Mi dispiace, è
tutta colpa mia... uh?
Nana mi posò una mano sull'avambraccio. Forse mi stavo
sbagliando, ma ebbi
l'impressione che, con quel gesto, stesse cercando di... farmi forza?
-Senti, non ho la più pallida idea di cosa ti
farà oggi per fartela pagare- mi
sussurrò -ma di qualunque cosa si tratti, sono certa che
sarà umiliante. Cerca
di sopportare, e vedrai che questa giornata passerà in
fretta.
Con quelle parole enigmatiche, Nana girò i tacchi e
tornò nell'atrio. Avrei
dovuto ringraziarla segretamente per quel consiglio... Ma, onestamente,
non
avevo alcuna intenzione di aspettare che Iwao "me la facesse pagare"!
Se ce l'aveva con me, allora doveva dirmelo in faccia, e subito!
Stringendo i pugni e muovendomi a passi pesanti scesi nell'atrio,
determinato
più che mai ad affrontarlo a viso aperto. L'avevo appena
intravisto in
lontananza, circondato dal suo gruppo... ma prima che potessi
raggiungerlo,
proprio in quel momento dalla mensa arrivò di gran carriera
la Signorina
Hiromi, percuotendo un mestolo contro una padella per farsi sentire da
tutti.
-Angioletti, porto buone notizie! La pioggia di ieri non ha causato
nessun
danno, per cui oggi la nostra gita settimanale si farà!
A quella notizia, si alzò un coro di entusiasti "evviva!".
Ah già, la gita di cui parlava
Naoki.
Chissà dove andremo...