Never really felt bad about it
As we drank deep from a lie
[…]
He was talking, I was wondering 'bout
You and that girl, she your girlfriend?
Face from heaven, bet the world she don't know
Pretty girls don't know the things that I know
Walk my way, I'll share the things that you want
Dancin' past the point of no return
Let go, we can free ourselves of all we've learned
I love this secret language that we're speaking
Say it to me, let's embrace the point of no return
Se qualcuno dieci anni fa mi avesse detto che un giorno mi sarei ritrovato in questa posizione, avrei probabilmente maledetto il malcapitato, o me stesso, in base all'umore del giorno.
Eppure eccomi qui.
Nel piccolo giardino di Potter, insieme a una curiosa combriccola di ex studenti di varie case, a festeggiare l'annuncio dell'imminente matrimonio con la piccola Ginevra Wesley, radiosa e sorridente, fiera di mostrare alle amiche l'anello di fidanzamento.
Sembrano tutti estasiati, nessuno sorpreso, tutti si aspettavano che sarebbe successo da un momento all'altro.
Li osservo, un po' in disparte, nonostante i rapporti siano decisamente migliorati negli ultimi anni.
Soprattutto Lui attira la mia attenzione.
L'Eroe del Mondo Magico. Il ragazzo-che-è-sopravvissuto. Il Golden Boy.
L'uomo che da tre mesi si infila segretamente nel mio letto almeno due volte alla settimana.
Incrocia i miei occhi e sollevo il bicchiere di birra in un brindisi alle menzogne che sta propinando a tutti, me compreso.
Ha almeno la decenza di arrossire e distogliere lo sguardo.
Ma io non credo a questo Harry, innocente e timido.
Credo al modo in cui mi sbatte contro le pareti appena mette piede in casa mia.
Credo alle sue mani attorno ai miei polsi.
Credo alla sua lingua solo se è nella mia bocca.
Con la sua futura sposa certe cose non può farle e lo sappiamo entrambi.
Sono io che conosco la sua parte peggiore, la parte danneggiata, contaminata, quella più vera e libera.
Fra le mie lenzuola non è mai Harry Potter.
Solo Harry. Solo uno stronzo infedele come tanti.
Mando giù l'ultimo sorso e poi vado a porgere i miei saluti e auguri alla coppia, congedandomi con una scusa.
Il suo sguardo mi segue mentre mi allontano, accompagnato da Kreacher.
Sappiamo entrambi che l'altare è ancora lontano, dall'altro lato di un bivio.