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Autore: Leatessa    19/06/2017    2 recensioni
POSTATO CAPITOLO 28
Dalla storia:
“Possibile che nella nostra famiglia, nessuno e sottolineo nessuno, sia in grado di comportarsi normalmente? Chi ha avuto questa idea? Io non intendo partecipare … non contate su di me …”.
Quelle furono le ultime parole famose di Albus Potter. Ovviamente, come giusto che fosse, prese parte all’iniziativa.
Quella domenica mattina, Rose lo buttò giù dal letto di malagrazia. Lo spinse sotto la doccia e tra una lamentela, un Merlino e un Salazar invocati a pieno Impeto riuscì a trascinarlo al villaggio.
-Lily, quindici anni di astuzia e prodigi, innamorata e senza freni darà inizio alla rivoluzione. Jim e Al aiuteranno il padre e la sua squadra di Auror nelle missioni più disperate. Il resto della combriccola sarà lì a dare una mano, l'amicizia riuscirà a tenerli tutti uniti?
La paura costringerà vecchi nemici e muovi amici a riunirsi ad uno stesso tavolo, per risolvere una serie di gialli che sconvolgeranno l'intero mondo magico!
Buona lettura...
{Capitoli:Prologo/Intro/Alla scoperta dei Black/Le disavventure di Lily&Tunia/La terrorista/Segreti di Famaglia/Le scelte sbagliate}
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Famiglia Black, Famiglia Dursley, Famiglia Malfoy, Famiglia Potter, Famiglia Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, James Sirius/Dominique, Lily/Scorpius, Teddy/Victorie
Note: Lime | Avvertimenti: Incest, Triangolo | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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- Questa storia fa parte della serie 'FORBIDDEN lOVE '
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CAPITOLO TRE

 

Era una giornata orribile. Era venerdì. Non aveva messo piede fuori dalla sua stanza per giorni. Si era rintanato lì, furioso con sua madre e anche un po' con suo padre. Avrebbe anche potuto imporsi, no?

Finì di preparare il borsone e scese a fare colazione. I suoi genitori erano usciti presto. James non era a casa e lui per un solo momento pensò di smaterializzarsi senza Lily e mollarla lì. Una carognata. Per quanto fosse arrabbiato, non avrebbe mai fatto una cosa del genere.

Albus non si spiegava la scelta di Lily. Avrebbe potuto benissimo passare quei giorni da Petunia e sopportare in silenzio lo stile di vita babbano, invece, aveva deliberatamente -quasi- deciso di andare, niente po’po’dimeno che a casa di un ragazzo che detestava. Albus iniziava a non esserne più tanto convinto.

Meno di un mese prima, erano finiti insieme sulla prima pagina del giornale sportivo. Insieme. Lily si era discolpata, insistendo sul fatto che stessero semplicemente mangiando e guardando la partita. Scorpius, dopo aver battibeccato con James, per puro spirito di contraddizione, aveva ammesso che le parole di Lily erano veritiere. Non avevano nulla da nascondere.

Dei rumori provenienti dalle scale del seminterrato, distrassero Al dai suoi pensieri. Si precipitò a controllare cosa stesse succedendo. Se fosse saltata in aria la casa perché Lily si ostinava a lavorare, Salazar solo sapeva a cosa, nel laboratorio di pozioni a tutte le ore del giorno, sua madre l'avrebbe ucciso. Sette volte. "Cosa stai combinando?"

Lily trafelata con un borsone grande il doppio di lei, arrancava rumorosamente per le scale. Buffa. Sua sorella era buffa. "Ho preso un po' di roba. Così non smetterò di lavorarci!"

"Non vuoi proprio dire cosa stai combinando la dentro?" Le chiese per l'ennesima volta. Disperato.

"No. E guai a te se ci entri!?" Sua sorella era una testona. Come James. Che cosa centrava lui in quella famiglia di matti? "Posso almeno rimpicciolirti il borsone. Almeno non sembrerai una matta che per un weekend si porta dietro una casa?".

I due fratelli, imbronciati e con valigie della giusta misura al seguito, erano pronti a partire. Albus controllò parsimonioso di aver chiuso  bene la casa, di aver fatto tutti gli incantesimi protettivi concordati con i genitori, tre volte, prima di essere certo di aver fatto tutto per bene. "Ci smaterializziamo o no? Finiremo per arrivare a ora di cena se ti trastulli ancora un po'".

***

Lily non era mai stata a casa di Malfoy. Chi sa mai perché? Si disse. Albus li aveva smaterializzati al cancello della Manor. Solo il cancello le metteva soggezione.

Lily, osservò Albus bussare sui ferri intarsiati del cancello in modo ritmico che non aveva nulla di casuale. Il cancello si spalancò e lei, intimorita da tanta opulenza, seguì Albus in silenzio. Maledicendosi ripetutamente.

Al portone di ingresso un elfo domestico li fece accomodare, scortandoli in un salone spartano dalle vetrate luminose e con il soffitto mosaicato. "Astoria buongiorno" Suo fratello era palesemente più educato di lei. "Buongiorno a te caro! Tu sei Lily vero?"

Astoria, agli occhi di Lily, era una signora affascinante e graziosa; semplice nel suo essere ben vestita e orgogliosa nel potersi presentare senza aver nulla da nascondere. "Sono io. Salve, mi scusi per l'intrusione e la ringrazio per aver accettato di ospitarmi!" Lily si era preparata quella frase giorni prima. L'aveva ripetuta come un mantra ed era convinta le fosse uscita abbastanza bene. Astoria sorrise loro e poi li incitò a seguirla. "Scorpius sta ancora facendo colazione."

Lily, non restò per nulla sorpresa dalla camera che le avevano riservato. Era immensa. Con colori chiari a farla da padrone e una vista sul roseto di Astoria che la incantarono. Dopo aver disfatto il borsone, da degna Potter quale era, iniziò a girovagare per il Manor. Era enorme: saloni su saloni, stanze da letto, sale da bagno, studi, sale da pranzo e da ballo. Ciò che la sorprese di più fu la biblioteca. Possibile che Malfoy avesse tutta quella cultura in casa e fosse un emerito idiota? La vita era proprio strana.

Dato che nessuno si prese la briga di cercarla, Lily, pensò bene di trovare qualche libro che le potesse interessare. Così di buona lena passò lì tutto il resto della mattinata e il pomeriggio. Si stupì positivamente, quando verso mezzogiorno, un elfo domestico dinoccolato le portò dei sandwich, comunicandole che la cena era prevista per le sette e che non poteva prendersi la briga di non andare.

Alle sei e mezza, Lily, ritornò in camera per darsi una sistemata. Niente di eccezionale si ripromise, non doveva fare bella figura con nessuno, lei. Quando iniziò a scendere le scale per raggiungere gli altri, si rese conto che non aveva la minima idea di dove andare. Si sarebbe persa prima di trovare la sala dove avrebbero cenato.

Alle sette e mezza, con sommo ritardo in pratica, forse per caso, apri la porta giusta, ritrovandosi innanzi una tavola apparecchiata lustrarmene da dove Albus la guardava sconvolto. Arrabbiato. Indignato. Non lo sapeva neanche lei! "Mi sono persa!"

"La giovane Potter ha bisogno di una mappa? Astoria mi chiedo come mai non abbiamo pensato ad una tale eventualità. Ah giusto, é la prima volta che apriamo le porte a giovani donne che non sanno a quale Santo affidarsi."

Lily si sentì offesa, terribilmente. Che i Malfoy non la volessero ospitare l'aveva capito anche lei. Ma palesarlo a quel modo! Stava giusto per rispondere a tono, perché lei era Lily Potter e tenersi le angherie dentro non era proprio una delle sue abitudini, quando quel suo fratello strano, scoppiò a ridere seguito da Scorpius. Ridevano. "Papà ti avevo detto che il fumo le sarebbe iniziato ad uscire dalle orecchie e avrebbe assunto una colorazione più rosa dei suoi capelli!" Malfoy Senior l' aveva appena sbeffeggiata.

"Tu! Idiota di un Malfoy! Come osi raccontare in giro queste assurdità! Sei il peggior essere che conosca! Ti prendi gioco di me, con tuo padre? Albus ridi un'altra volta e l'ultima cosa che vedrai é una Potter che ti uccide. A mani nude!".  Quando smise di urlare con i due malcapitati, Lily, si rese conto di aver dato di matto innanzi ai coniugi Malfoy. Gran bella figura. Da Oscar.

Nel silenzio assoluto, Lily, si sedette e aspettò con ansia che qualcuno si decidesse a mangiare. "Buona cena" proclamò Astoria, osservando il marito che comodo esaminava di sottecchi Lily. Sorrideva.

" Lily? Dimmi un po' é nella tua natura dare di matto a quel modo? Tuo padre aveva un atteggiamento molto simile alla tua età!" Malfoy senior le rivolse la parola nuovamente. "A dire il vero no, suo figlio però s’impegna così tanto a darmi disturbo che é ovvio meriti una ricompensa!" Quei due le stavano sui nervi. Molto. Moltissimo.

"Lily, cara, a che anno sei?" Lily iniziò a confidare nella sanità mentale di Astoria. Santa donna. "Devo iniziare il quinto!" Le rispose garbata, osservando Albus che silenzioso seguiva il suo terzo grado made in Malfoy. L'avrebbe pagata cara. Anche il suo amichetto.

"Sul serio? Sembri molto più piccola. Avrei detto terzo anno!" Lily era piccola. Non piccola come potrebbero pensare le persone normali. Aveva ereditato il gene Weasley e non avrebbe mai potuto dire di essere bassa. Lily era piccola in quanto non aveva il minimo di forme. Perché aveva ancora i lineamenti da bambina ben marcati e sorrideva come un infante ogni qual volta trovava qualcosa che le piacesse. "Beh Lily sembra piccolina perché non si é ancora sviluppata..."

Albus Potter si rese conto, immediatamente, di aver detto la cosa più sbagliata che un fratello potesse dire. Che un uomo potesse dire. Il suo miglior amico, aveva smesso di mangiare per spostare lo sguardo da lui a Lily, di nuovo a lui per soffermarcisi, sconvolto. Voleva dire solo una cosa: Che cazzo hai detto?

Draco Malfoy, che mal sopportava i Potter, da sempre, pensò che Scorpius avesse perfettamente ragione ad affermare che due Potter nella stanza avrebbero per forza di cose scatenato un cataclisma. La piccola dei Potter, che le era sembrata al quanto eclettica e un po' spossata, grazie alla sceneggiata di prima, taceva. Teneva lo sguardo basso e immaginava Draco il suo stato di imbarazzo aveva appena toccato i massimi storici.

Per quanto quella situazione fosse comica e metteva due Potter alle strette, cosa che non era mai male, Draco Malfoy posò lo sguardo su sua moglie, sperando che avesse qualche buona idea per smorzare la tensione.

Draco, osservò la moglie alzarsi e avvicinarsi alla ragazza, probabilmente con l'intento di rassicurarla. Una di quelle scene da donna a donna, per chiarire. Imbarazzante. Era imbarazzante per lui. Scorpius e Albus, a modo loro, con piccoli calci e qualche pugno, stavano discutendo sulla questione. Con pochissimi risultati. Prima che sua moglie fosse abbastanza vicina alla Potter per dirle qualcosa, la ragazza, si alzò in piedi. Testa alta. Grifondoro. Orgoglio.  Coraggio. Ecco, aveva una figlia di Godric in casa, com’era mai potuto accadere?

"La cena era ottima. Mi ritiro nella mia stanza. Con permesso!". Com’era entrata, con una notevole faccia tosta, Lily Potter stava lasciando la sua tavola. Severa. Intoccata. Imbarazzata.

"Albus! Per Salazar che sparata era quella, sua tua sorella che... Ah, hai capito! E dovresti saperle certe cose, sei circondato da donne in casa tua! Mi condannerà per tutto l'anno. Dovrò guardarmi le spalle: sempre, ovunque. Hai combinato questo casino! Risolvilo. Ho sarò io ad ucciderti a mani nude." Sproloquiò Scorpius, nervoso, prima di riempirsi il piatto di carne di maiale e patate.

Suo figlio, anche se non l'avrebbe mai ammesso, teneva al comportamento e al giudizio che la Potter aveva nei suoi riguardi, in modo considerevole. Troppo per i suoi gusti. "Vado a prendere il dolce!"

Sua moglie, adorabile, stava andando a trovare la Potter. Questo voleva dire avere più di una donna per casa? Essere sempre sull'orlo della catastrofe?

***

Lily si era chiusa in camera sua. Come aveva potuto suo fratello, proferire con una frase del genere? Come aveva potuto metterla in imbarazzo?

Non sarebbe mai più riuscita a guardare Malfoy in faccia. Peggio, Malfoy l'avrebbe presa in giro per il resto dei suoi giorni. Ne era certa.

Qualcuno bussò alla porta. Lily non aveva veramente voglia di parlare con nessuno. Soprattutto con Albus. Non rispose. Furiosa. La porta si aprì lo stesso. Maledisse se stessa per non essere andata a casa di sua cugina. Stupida.

Astoria si sedette sul letto, vicino a lei. Astoria non doveva essere una donna di molte parole. Per ben cinque minuti, Lily contò i secondi, non disse nulla.

"Sono una madre, ma non avendo avuto figlie femmine, non so bene come comportarmi. Cosa dirti." Poteva stare in silenzio e andarsene, pensò Lily. Lei voleva stare sola.

"Non credo che Albus volesse ferirti. L'ha detto ingenuamente. Sai, lui si sente a casa qui... Credo sia per questo che non ci ha pensato due volte ..." Astoria poteva dirle quello che voleva: suo fratello era un insensibile. Lo odiava. "Parlatene. Noi faremo finta di non aver sentito nulla."

"Scorpius non farà finta di nulla! Già passa tutto il tempo a prendermi in giro. Ora si divertirà molto più..." Le aveva appena insultato il figlio, ne era certa. Perché non si arrabbiava? Arrabbiati! Difendilo!

"Ti lascio riposare. Se ti andrà domani possiamo darci al giardinaggio!" Astoria la lasciò lì. Da sola. Arrabbiata con Albus perché era un idiota. Con Scorpius perché non le dava tregua e con se stessa, un po' meno con se stessa. Molto meno.

Astoria lasciò Lily a ricamarci su. Quello che era successo a cena, era insolito per loro che non avendo figlie femmine, difficilmente toccavano certi argomenti. Draco era molto divertito della cosa, un po’ come se si aspettasse che la visita di quella ragazzina avrebbe portato scompiglio in casa.

 Al contrario di quello che affermava Lily, Astoria era convinta che suo figlio non ci avrebbe marciato sul quell'argomento, anzi, era del parere che l'unico motivo per il quale suo figlio passasse così tanto tempo a litigarci con Lily era perché inconsciamente era attratto da lei. La foto di un mese prima, scattata in Russia, era certa confermasse la sua tesi. Scorpius in compagnia di Lily si trovava bene: era rilassato, disinvolto, con il sorriso sulle labbra e lo sguardo concentrato; tutti fattori positivi per come la vedeva lei.

***

Era domenica mattina quando Lily si decise a uscire dalla stanza. Si era detta che nel bene o nel male, avrebbe dovuto superarla perché era certa che i Malfoy alla fine avrebbero rivendicato la proprietà della stanza. Era mattina tarda e Lily, non avendo idea di fossero gli altri, andò a intuito, seguendo i rumori provenienti dal giardino. Lì si trovavano i coniugi Malfoy. Draco, era intento a leggere la gazzetta del profeta e con garbo, fece finta di non badare alla sua presenza. Astoria, seduta compostamente tra le aiuole, potava le rose che adornavano quell'angolo di giardino. Lily si sedette vicino a lei, la osservò per un tempo indefinito, solo quando Astoria sembrò convinta di aver fatto un buon lavoro, le rivolse la parola. "Grazie per l'altra sera..." Non aveva idea del perché la stesse ringraziando. Non l'aveva minimamente confortata. "Ti va del the freddo?"

Era sempre più convinta che la madre di Scorpius fosse strana. Anormale. Era una Malfoy dopotutto, che se lo chiedeva a fare?

Sedute all'ombra, le due donne, non avevano niente da dirsi. Lily, che all'inizio era sconfortata da tale atteggiamento, si rese conto che non era poi così male. Quel silenzio non era imbarazzante. Non andava riempito con frasi senza senso. Potevano stare lì in silenzio, certe di star bene.

"Se posso permettermi Cara, vorrei consigliarti una pozione. Non ho potuto non notare che questa situazione ti crea disturbo, per te stessa. Va ingerita una sola volta. Mi sembra strano che tua zia, che lavora al San Mungo non te l'abbia proposta!" Lily vedeva di raro sua zia Audrey. Essendo la moglie dello zio Percy, ed essendo lui lo zio più palloso che avesse, tendevano a incontrarsi solo a casa della nonna. Quell'estate quasi mai. Lily accettò volentieri l'idea della donna. Oltre ad essere fiduciosa di suo, Lily non riusciva a trovare nulla di malvagio nella madre del suo peggior nemico.  Così, felice di risolvere uno dei suoi problemi adolescenziali, mandò giù la pozione senza battere ciglia per poi tornare a quella conversazione, fatta di silenzi immisurabili, che non le pesavano per niente.

***

"Ti sei divertito?" Draco e Astoria, erano appena entrati nella sala, dove avrebbero cenato. Scorpius e Albus erano già lì intenti in una conversazione parecchio accesa. "Tutto bene?" Chiese Astoria preoccupata che potesse esserci un'altra scenata made in Potter anche quella sera. "Si, possiamo cenare".

"Aspettiamo Lily. Stava meglio oggi ..."

Per quanto la Potter stesse meglio, li stava facendo aspettate di nuovo. In casa sua. Draco non era più tanto divertito. "Polki!" Sua moglie chiamò l’elfo domestico per poi spedirlo ad avvertire la Potter, che la cena stava per essere servita. In ritardo. Di nuovo.

Polki tornò  pochi minuti dopo, trafelato e agitato: "Sangue...".

A Draco non gli gelava il sangue nelle vene dai tempi della guerra magica. "Quale sangue?" Disse alzandosi in piedi e iniziando a fare il padrone di casa. "Nella stanza della signorina, lei non c'è...". Il povero elfo non fece in tempo a terminare la frase che Albus e Scorpius iniziarono a correre per il castello alla ricerca di Lily. Astoria, con sangue freddo, mandò Polki al San Mungo e poi si mise lei stessa alla ricerca della ragazza. Draco restò fermò lì. La figlia di Sfregiato stava morendo o era morta in casa sua. L'avrebbero rinchiuso ad Azkaban, avrebbero buttato la chiave e lui sarebbe rimasto lì fino alla sua morte.

 

Scorpius correva come un pazzo, lui e Albus si erano separati dieci minuti prima e di Lily neanche l'ombra. Mentre si disperava, incredulo che una cosa del genere fossa successa in casa sua, la vide, era lì per terra in una pozza di sangue. Gridò a gran voce che l'aveva trovata. Lo gridò di nuovo dopo essersi lanciato un sonorus. Quando Albus e sua madre lo raggiungerò, teneva Lily tra le braccia. Era ricoperto di sangue, tremante e l'unica cosa che riuscì a dire fu: "Respira".

Audrey Weasley scese le scale di villa Malfoy raggiungendo il salone dove Astoria, Draco, Scorpius e Albus stavano aspettando un responso, con tanto di spiegazione.

Dopo aver convinto suo nipote e la famiglia Malfoy che Lily non era in pericolo di vita e che aveva solo bisogno di riposo e di due dosi di rimpolpa sangue per l'intera settimana, si concentrò su Astoria. Da donna a donna, era ovvio che solo lei avesse potuto avere quell’idea. "Signora Malfoy ha somministrato a Lily la pozione sanguevita?". Albus che non aveva idea di che pozione si trattasse, a sentire quel nome, aveva avuto un calo di zuccheri tale da perdere la vista per qualche minuto.

Dopo aver sentito la risposta affermativa di Astoria, per tranquillizzare Albus e gli altri presenti, Audrey si sentì in obbligo di chiarire la situazione. "La pozione sanguevita non é dannosa di per se. È prescritta molto spesso alle ragazze che hanno lo sviluppo rallentato. E l'avrei prescritta io stessa a Lily se non fosse allergica a uno degli ingredienti, semi lavorato, usato per produrla. Signora Malfoy, ha quasi ucciso una ragazzina. É mio dovere informare mia cognata. Spetterà ai Potter poi decidere il da farsi.”.

Dopo aver salutato Albus e averlo rassicurato per l'ennesima volta, si smaterializzò, incredula!

" Hai quasi un ucciso un Potter!" Le disse suo marito. "Scrivo a Ginevra, prima che possano pensare ad un attentato alla loro figlia. Salazar, volevo solo aiutarla..." Si sentiva tremendamente in colpa. Povera ragazza.

"Hai quasi ucciso un Potter!" Ripeté suo marito. Sconvolto.

"Cioè pensaci! Se Sfregiato é allergico alla stessa cosa... Cioè..." Draco Malfoy era esterrefatto. Stava per ricevere una denuncia, se non una condanna e l'unica cosa che riusciva a pensare era a Potter e alla sua fortuna spacciata.

***

Lily aprì gli occhi, l’unica cosa che ricordava, vagamente, era un dolore allucinante che l’aveva sorpresa mentre si recava a cena e poi sangue. Era certa di aver avuto un’emorragia, questo però non le spiegava il motivo per il quale si trovasse sdraiata nel letto, a casa dei Malfoy, con sua madre che la guardava preoccupata. Era nei guai? “Ti sei svegliata, finalmente!”

Ginevra Potter, dopo innumerevoli insistenze di sua figlia, che doveva solo riposare e non spolmonarsi contro di lei, le raccontò cosa era successo la sera precedente. Astoria, rammaricata, entrò in quel preciso istante nella stanza. Ginevra, aveva deciso di non sporgere denuncia. Inimicarsi nuovamente con i Malfoy, in quel preciso periodo storico, non era proprio il caso. La carriera politica di Harry ne avrebbe risentito e, dopo tutti quei sacrifici, potevano benissimo risolvere la questione tra loro, senza che l’intero mondo magico ne venisse a conoscenza.

Lily, sola nella stanza, era stralunata. Senza forze e affamata. Quell’estate non aveva avuto un attimo di tregua, si disse. Lucas l’aveva quasi uccisa investendola con il pick up, in Russia una foto di lei e Malfoy – insieme – era finita per ben due volte in prima pagina e, dulcis in fundo, la signora Malfoy l’aveva quasi uccisa. Un’estate da ricordare. “Quando manca al primo di settembre?” si ritrovò a dire a se stessa.

Scorpius, non aveva avuto il coraggio di entrare nella camera di Lily, non dopo che lei si era svegliata. La vista della sorellina di Albus, ricoperta di sangue, tra le su braccia, era impressa a fuoco nella sua testa. Una scena orribile, pensò sconvolto.

“Scorp, non c’è bisogno che ti tieni tutto dentro! È normale che tu sia sconvolto per Lily! È un po’ come una sorellina per te, da quando ci conosciamo sei costretto a sopportarla … è naturale!”. Il suo migliore provò a consolarlo. Miseramente. Se Lily, per lui era alla stregua di una sorella, perché, perché, continuava a chiedersi, tremava al solo pensiero che le stava quasi per morire tre le braccia? Perché non riusciva a entrare in quella stanza?

Scorpius non vedeva l’ora che quell’estate finisse. Che ricominciasse la scuola e che Lily in primis se ne andasse da casa sua. Albus, tranquillo, gli passò un bicchiere di the freddo. Era proprio vero che i Potter avevano il sangue freddo! Il suo migliore amico era fresco come una rosa, come se non fosse accaduto nulla! Dannati Potter, si ritrovò a pensare Scorpius per l’ennesima volta, quell’estate.

 

 

 

   
 
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