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Autore: Amber Argento    12/06/2009    2 recensioni
La mia prima fan fiction originale. Come dice già il titolo è una storia di un amore fra due ragazzi: Alice,bella bionda,bambolina e Luca,riservato,misterioso...per i due protagonisti mi sono voluta ispirare,nomi compresi,ad una storia d'amore nata in un talent show molto noto della tv italiana,il resto è tutto frutto della mia invenzione e fantasia!
"...Davanti a me la creatura più angelica che i miei occhi abbiano mai visto. Bella, capelli biondi liscissimi che le arrivano fin sotto le spalle, occhi di un azzurro spettacolare, sorriso smagliante, piccolina di statura ma con tutte le cosine giuste al posto giusto. Sembra un angelo..."
"...Con uno scatto fulmineo volta gli occhi e li ritrovo nuovamente piantati sui miei. È immobile, il volto inclinato alla sua destra,verso la strada ma gli occhi sono sui miei e la tazzina davanti alla bocca..."
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono sdraiata su quel lettino dalle coperte azzurre,in quella camera dalle pareti rosa e dai poster di cattivo gusto di Daria. Niente pallina da tennis rimbalzante stavolta,solo una bambolina,una piccola bambolina che avrò trovato chissà in quale angolino,in quella stanza. La stringo al petto quasi fosse il mio oggetto più prezioso,mentre con lo sguardo assorto fisso il soffitto,come se dovesse dare delle risposte alle mie domande. Mi sto rendendo conto di avere quella bambolina di pezza fra le mani solo ora che la sto guardando. È pure brutta…

Daria è seduta al suo adorato pc,davanti ai video di youtube. Un classico.

Dario è invece ai piedi del letto,appoggiato di schiena e con una sigaretta accesa in mano. Nonostante faccia abbastanza caldo ha indosso una felpa rossa,con il cappuccio calato sulla testa e le maniche alzate. Fuma giocherellando con il pearcing sotto il labbro inferiore.

Daria e Dario. Curioso che i miei due migliori amici abbiano lo stesso nome vero? Ma la cosa curiosa è che non si sopportano,praticamente dalla prima volta in cui si sono incontrati.

Dario lo conosco praticamente da quando sono nata,dato che abita nello stesso condominio di mia zia. È più piccolo di me,di un anno.

Dario è una specie di folletto. Basso,con gli occhi neri e vispi,pronto sempre a combinarne una delle sue.

-Quando la smetti con questi video porno ed usciamo?-

Dario si alza,buttando un occhiata a Daria e al suo pc,per poi far volare il mozzone di sigaretta fuori dal balcone. Lei lo guarda mentre una scintilla le attraversa gli occhi.

-Il porco dei video porno sei tu,essere amorfo, e lascia aperto quel balcone che mi hai infettato una stanza con la sigaretta!-

Dario ride,cosa che fa saltare ancora di più i nervi a Daria.

-Se Daria,lo sappiamo che ne hai una collezione in videocassetta… Stefanuccio non ti soddisfa?-

Dario continua a ridere,mentre Daria si volta nella mia direzione,sbraitando e rossa in volto.

-Ma te lo devi portare sempre dietro questo avanzo d’immondizia?-

-Mh?-

Questo misero suono è tutta la mia risposta,mentre porto distrattamente lo sguardo verso loro due. Le loro voci avevano soltanto fatto da sottofondo ai miei pensieri.

-è andata!- Commentò Daria,voltandosi nuovamente verso il computer.

-E certo,a furia di frequentarti…- Dario invece si sdraia sul letto accanto a me,abbracciandomi,com’era solito fare quando mi vedeva triste. –Cosa c’è?-

-Cosa c’è?Glielo chiedi pure?- Daria si volta di nuovo,con un tono di stizza. –Che deficiente…- Mormora fra se,girandosi per l’ennesima volta verso il pc.

-E zitta,cretina!- Ti pareva che non arrivasse sonora la risposta del mio amico…

-Sentite,oggi no…- mi metto a sedere,divincolandomi da Dario,prendendo la mia testa fra le mani.

–Oggi non ce la faccio a reggervi insieme…- Mormoro quasi con un filo di voce.

Si voltano entrambi,guardando prima me e guardandosi poi entrambi,con aria preoccupata.

Lo sanno che non sono solita parlare in quel modo,quindi se l’ho fatto deve esserci seriamente qualcosa che non và.

Guardo ossessivamente il cellulare. Ne una chiamata,ne un messaggio,niente di niente.

Mi sa che dopo la bella scenetta dell’altra sera Luca avrà concluso che non gli servono bambine matte intorno…

 

Guardo il cellulare: niente di niente. Vado su “messaggi” e clicco su “scrivi”… Poi chiudo di scatto lo sportellino. Anche volendo non saprei cosa inviarle…

-Lù…- vedo Madda in lontananza venirmi incontro. –Allora,che te ne pare?-

Sono nel nuovo locale di Madda,un pub-discoteca che ha aperto assieme ad altre persone. O meglio,il locale sarà aperto fra qualche giorno. Per adesso lo stanno sistemando,infatti c’è un pò di confusione ovunque.

-Carino…- La mia faccia non deve essere molto convincente,vista la sua smorfia seguita da una risata.

-All’inaugurazione avrai modo di vederlo meglio,in tutto il suo splendore…anzi,a proposito…-Madda gira dall’altro lato del bancone,con la scusa di sistemare alcuni bicchieri e con un aria maliziosa che conosco bene

-Se la tua amichetta volesse giocare ancora allo scambio di coppie…-

Sorrido,con la faccia stupita.

-Vuoi fare sorbire a quel ragazzo un’altra delle tue scene di vomito?-

-Tu pensa soltanto ad invitarli…- Mi risponde acida,senza voltarsi.

Sogghignio,neanche troppo silenziosamente, so che Madda mi sentirà sicuramente.

Guardo di nuovo il cellulare che continua imperterrito il suo silenzio. Per caso noto che la pausa è finita e ho solo dieci minuti per ritornare sul posto di lavoro.

 

Saranno due orette abbondanti che vago per le strade di Roma,senza una meta precisa. Due passi indietro Dario e Daria si punzecchiano,tanto per cambiare. L’argomento di discussione questa volta è la musica, Marracash contro Pink. In condizioni normali mi sarei fatta delle belle risate,soprattutto perché,quando iniziano,non si rendono assolutamente conto di sembrare due bambini.

Ma oggi non mi va. Gli cammino avanti,assorta nei miei pensieri, e le loro voci fanno soltanto da sottofondo alle mie seghe mentali.

-Aly,tesò,so stanco però…-

Sento Dario lagnarsi,mentre mettendole una mano davanti la faccia fa tacere la mia amica,che lo fulmina con uno sguardo omicida.

Mi volto verso di loro a guardarli,sbuffando. Daria sbuffa di rimando e mi si avvicina.

-Alice,cavolo,ti veniamo d’appresso da due ore ormai,vaghiamo nel vuoto,per i miei piedi tutto questo è un martirio…-

-Per tutto quel lardo che devono sopportare,certo,poveri piedi- Dario non perde occasione per beccarla.

-In più c’ho ‘sta pulce fastidiosa nell’orecchio destro…- Fa lei,facendo diventare il tono di voce via via sempre più irritato,mentre sta quasi per scagliarsi contro Dario,che inizia a sghignazzare.

-No no dai dai,basta basta,avrò pietà dei tuoi piedi se avrai pietà delle mie orecchie!- Avanzo verso Daria,tentando di trascinarla via per un braccio,cosa che mi riesce difficile,data la sua stazza molto più massiccia della mia.

-Perfetto,allora cerchiamo un posto!- Esclama Dario raggiante,incurante dello sguardo omicida che continua a rimanere sul viso della sua “amica”.

Non deve neppure faticare per trovarlo. Gli basta voltarsi a sinistra.

-Atlantide by night- Assume un aria pensierosa,leggendo l’insegna. –Mai visto.Sarà nuovo…-

-Il “by night” non ti fa presumere che alle cinque del pomeriggio sia chiuso,idiota?-

Le parole amorevoli di Daria,che ancora lo guarda torvo. Dario sta per votarsi nella sua direzione e rispondere per le rime quando lo prendo sotto braccio e mi avvio con lui verso l’entrata. Appena in tempo.

-Dai,sembra aperto,siamo fortunati,entriamo?- Cerco di sorridere,nonostante non ne abbia voglia,ma sembra che senza una balia quei due non siano capaci di stare nello stesso posto.

Quando varchiamo la soglia ci accorgiamo che ai tavoli non c’è nessuno in effetti,e che tutto dentro è ancora molto in disordine. Non facciamo neppure in tempo a guardarci incontro che una ragazza bionda ci raggiunge.

-No no,ragazzi,il locale è chiuso…-

Inizialmente non vedo chi sta parlando,dato che sono girata dal lato opposto. Ma quando mi volto ho come un colpo al cuore. Davanti a me c’è una ragazza bionda, con i lineamenti del volto marcati,un fisico robusto: Madda,l’amica di Luca,quel Luca!

Anche lei sembra rimanere abbastanza sorpresa nel vedermi.

-Ehy ciao…Alice giusto?- Dice,rivolgendomi un mezzo sorriso.

-S-si…Madda…- La guardo ancora mezza inebetita. È come se qualcuno mi avesse mandato un segnale. È come se fosse stato il destino.

Istintivamente,mentre i miei amici ci guardano un po’ sorpresi,non capendo come io e Madda ci conosciamo,prendo il telefono. Cerco nella rubrica il numero di Luca. Provo a fare uno squillo. Spento.

 

A fatica mi tiro fuori da sotto l’auto che sto riparando. Sono sporco di grasso in fronte,sudato. Mi rimetto in piedi e alzando lo sguardo al cielo noto che non è più limpido come prima. Delle grosse nuvole coprono il sole e alzo di scatto la testa quando sento una piccola goccia bagnarmi il viso.

La mano va a posarsi quasi da sola dentro la tasca posteriore della tuta blu che indosso,a cercare il cellulare,come se attendessi qualcosa…spento!Cavolo,ho dimenticato di caricarlo!

-Ragazzo,ehy,non hai ancora finito!-

Un omaccione sulla cinquantina, grasso,dai capelli brizzolati,nonché mio datore di lavoro,mi urla contro,distraendomi dai miei pensieri.

Sbuffo,con il volto abbastanza seccato,ma non batto ciglio,accingendomi a rimettermi sotto quell’auto,sotto quel caldo soffocante. Bell’affare trasferirsi nella capitale!

 

Sto correndo da mezz’ora,con in mano il foglietto che mi ha dato Madda.

Ho perso sia l’autobus che il taxi e non avevo tempo di mettermi ad aspettarne passare un altro,autobus o taxi che sia.

Dopo aver trovato il cellulare di Luca spento mi sono detta che se doveva finire,prima ancora di nascere,volevo chiuderla senza nulla in sospeso.

Chiudere cosa poi,in fondo?Io e Luca non possiamo neppure definirci amici. E allora perché sono stata male più di una settimana?

Mi sono fatta dare il suo indirizzo da Madda,che ha acconsentito senza troppe storie e sono corsa via dal locale.

I “Dari” avranno intuito tutto probabilmente,dato che non hanno neppure provato a corrermi dietro o a fermarmi.

Ormai ci siamo. Con il fiatone,ma sono finalmente arrivata. Mi fermo ansimante per la corsa,appoggiando la mano al muro e chinadomi per prendere fiato.

Quando alzo gli occhi do un ultima occhiata al bigliettino,per poi osservare l’imponente condominio giallo. Cerco fra i campanelli e nel penultimo,a sinistra,trovo il suo. Luca Tancredi.

Esito un attimo,poi suono decisa. Mentre aspetto butto uno sguardo sulla strada e solo adesso mi accorgo che è bagnata. Una leggerissima pioggerellina scende da quelle nuvole grigie che a me sembrano comparse d’improvviso.

Guardo il citofono: nessuna risposta. Premo di nuovo sul campanello,più nervosamente. Aspetto qualche istante. Nulla.

Esausta mi accascio contro la porta,fino a sedermi sul pianerottolo. Il mio sguardo vuoto si posa di nuovo sull’asfalto,dove la pioggia sta cominciando a battere con più insistenza. E io non ho nulla con cui ripararmi.

 

Cazzo,dalla fermata dell’autobus al vicolo dove si trova il mio condominio sono solo pochi passi,eppure sono quasi fradicio. E pensare che stamattina c’era il sole!

Cammino a passo svelto,mentre frugo fra la roba dentro il borsone da lavoro,alla ricerca delle chiavi di casa.

Finalmente le trovo e mi sbrigo ad affrettare ulteriormente il passo.Ma quando porto lo sguardo in avanti,ormai a pochi centimetri dal portone,non posso far altro che bloccarmi,con la bocca spalancata.

Anche la bambolina bionda di fronte a me,tutta zuppa,non sembra molto a suo agio. Scatta in piedi alla mia vista,abbastanza confusa.

-Alice?!Che fai qui?-

Ancora sorpreso dal ritrovarmela davanti al portone di casa dopo una settimana di silenzio, realizzo che siamo entrambi sotto la pioggia,bagnati fradici.

Sta per aprile bocca,per rispondermi, ma io l’anticipo.

-Sei bagnata,entriamo dentro…-

Lentamente mi avvicino alla porta,facendo scattare la serratura,aprendola e facendola passare per prima.

Lei entra,tenendo le braccia strette in vita. Non capisco. Non capisco se sia imbarazzata o impaurita,non capisco se sia qui per caso o perché mi cercava. Ma come ha fatto a sapere dove abito?

La vedo fermarsi davanti al portone d’ingresso e guardarmi,appena entrata,cosa che faccio anch’io.

Ovvio,non sale le scale perché non è mai stata lì,non può sapere in che piano si trovi il mio appartamento Che stupido!

-Vieni,seguimi,l’ascensore è guasto.-

Appena mi riprendo,inizio a salire lentamente le scale,controllando di tanto in tanto che sia dietro.

Certo che una figura peggiore non potevo farla,la prima volta che la portavo a casa mia: l’ascensore è guasto, le pareti di quella buia scalinata piene di crepe, macchiate in alcuni tratti, la ringhiera con la vernice mezza scorticata…

Estraggo dal borsone il cellulare e provo a riaccenderlo,tanto per cercare di non pensare all’imbarazzo che provo davanti a lei,a 24 anni suonati.

Ha poca carica ma si riaccende.

Subito mi arriva un sms,che mi comunica le chiamate ricevute. Una è proprio quella di Alice.

 

Lo seguo senza spiccicare parola,come se fossi un automa e senza rendermene conto mi ritrovo già dentro il suo appartamento. Entro e la casa è già tutta lì,piccola ma accogliente. Cucina sulla destra,bagno e camera da letto sulla sinistra. In mezzo un corridoio.

Seguo Luca dentro la cucina,che comunque è molto spaziosa e abbastanza luminosa.

Osservo i  suoi movimenti,mentre lascia cadere il borsone sul divano,mentre si sbottona la felpa rossa,mentre la sfila per poi appoggiarla sulla sedia,mentre rimane con solo una sottilissima magliettina bianca smanicata…

In effetti,nonostante il tempo,fa caldo…o sono io a sentirlo?

Mi guarda,grattandosi la testa. Ovviamente gli devo una spiegazione,non posso farmi trovare davanti il suo portone e poi stare zitta come un’idiota.

Infila le mani dentro le tasche dei jeans,scrollando leggermente le spalle e guardandomi mentre io sono nella stessa posizione praticamente da quando l’ho visto,a braccia conserte.

Tutt’un tratto mi riscuoto. Scrollo la testa e assumo una posizione diversa, con le braccia lungo il corpo,meno sulla difensiva.

-Luca scusami.- Vedo il suo volto corrucciarsi ma so che ormai non gli darò il tempo di controbattere. Quando comincio,le mie conversazioni diventano per lo più monologhi.

-Scusami per l’altra sera. La patetica scenette della serie “ho il ragazzo,voglio vedere se t’ingelosisci” va bene solo per gli appuntamenti delle medie lo so.-

Sul suo volto si apre una specie di sorrisetto,sta per aprire bocca ma glielo impedisco.

-Ti sarò sembrata una cretina ma hai tutte le ragioni del mondo per pensarlo,davvero,io non so neppure come mi sia saltata in mente una scemenza del genere,anche Andrea, che come ti dicevo da ubriaca è mio cugino mi ha detto che era una cretinata colossale…-

Ormai lo vedo rassegnato ad ascoltami,anche se sorride ancora.

-…ma anche se me ne rendo conto non riesco a capire come mai mi sono data la zappa sui piedi da sola. Ah,per chiarirci,io non è che bevo sempre tutto quell’alcol, era solo la serata che era strana,non riesco a capire davvero il mio comportamento…-

Ormai sto delirando a ruota libera.

-Alice…- Luca si avvicina leggermente a me ma è come se il mio cervello fosse annebbiato e non vedesse e sentisse nulla, se non i miei gesti e la mia voce.

-…quindi se adesso non vorrai vedermi più,mi vorrai dire che sono solamente una ragazzina immatura,ne hai tutto il diritto,ti darei perfino ragione…-

-Alice…- Il viso di Luca è ormai a pochi centimetri da me ma è come se non me ne rendessi conto.

-…voglio solo che tu sappia che mi sono resa conto di essermi comportata da stupida,per questo quando oggi ho visto Madda ho capito,ho capito che dovevo fare qualcosa,ma tu avevi il telefono spento,e lei mi ha dato il tuo indirizzo…-

-Alice!- Luca mi solleva il mento,tenendolo fra il pollice e il medio. Solo in quel momento mi risveglio. Solo allora noto che i nostri volti sono vicinissimi,talmente tanto che basterebbe solo avvicinarci di poco per sfiorare l’uno le labbra dell’altro. Solo allora mi rendo conto di aver parlato a ruota libera come un’ossessa.

-Cosa?- L’unico suono che mi esce dalla bocca,mentre fisso i suoi occhi scuri.

-Sono felice di averti rivisto…- Lo sussurra. Il suo è poco più che un sussurro,mentre le sue parole muoiono sulle mie labbra,che ormai sono state sfiorate dalle sue.

Il mio cuore non fa neppure in tempo ad accelerare che qualcosa ci distrae,facendoci sobbalzare.

Sento qualcosa vibrare all’altezza della mia gamba.

 

Il cellulare,merda,proprio in quel momento doveva squillarmi il cellulare.

Allontano la mia mano dal suo viso,malvolentieri per andare a frugare dentro la tasca.

-Stai vibrando…- dice sorridendo,abbassando lo sguardo. Sta leggermente arrossendo.

-Già…- Sorrido anch’io estraendo il cellulare,voglio proprio vedere chi devo mandare al diavolo.

Lo sguardo di entrambi si posa sul display che si illumina ad intermittenza di una luce verde,dentro la quale troneggia un nome scritto in nero. Silvana.

Il mio sorriso si affievolisce sempre di più. Porto lo sguardo su Alice. Il suo,di sorriso,è completamente scomparso.

Mi affretto a riportare il cellulare il tasca. –Non è nessuno…-

-No no!- M’interrompe lei,bloccandomi la mano. Ci fissiamo un attimo negli occhi. È solo un istante,giusto per constatare che la magia di prima è svanita.

-Rispondi a …a questa Silvana!- Noto un certo fastidio nel suo tono di voce,mentre si affretta a raggiungere la porta principale. Le vado dietro,con quell’odioso telefono che ancora mi vibra in mano.

Lei apre la porta,facendo per andare via,quasi senza salutarmi. Vorrei fermarla,bloccarla,ma lei è più rapida di me. E poi quella vibrazione nella mano è come se mi bloccasse.

-Tanto ormai so dove abiti…- Mi fa un sorriso forzatissimo,prima di scomparire velocemente giù per le scale.

In quell’istante,il telefono si spegne.

Cazzo,cazzo e cazzo! Lo lascio cadere in malo modo sul divano,accanto al borsone.

Accidenti a quel telefono,non poteva spegnersi prima?

E accidenti a lei,Silvana…e adesso che vuole questa?

 

 

Ehm… ‘^^ Io posso solo dirvi che sono mortificata,per l’orrendo ritardo… é.è Linciatemi pure ragazze,ne avete tutto il diritto,non c’è scusa che tenga per due mesi d’attesa…spero solo che le mie affezionate lettrici non mi abbiano abbandonata! é.è Ditemi che ci siete per favore…

Allora…v’è piaciuto il capitolo?Piano piano stiamo vedendo degli sviluppi e…questa Silvana…tenetevela in mente…tornerà utile ricordarsela ;)

Ma ora andiamo a noi

 

lovejero: Bella l’uscita a 4 dell’altravolta vero? XD Penso che sia stata una serata indimenticabile per tutti XD Alice,come abbiamo capito,è un pochino pazzerella… xD esatto,è alei che mi sono ispirata x Madda,ma ho cercato di renderla il meno antipatica possibile,dato che l’originale non la sopporto!Anche tu lavori 8 ore al giorno?Bene,sono in ottima compagnia! XD Mi raccomando,recensisci anche questo quinto capitolo,non abbandonarmi,e scusami per il ritardo!!

 

Lucille: Sono contenta che il capitolo precedente ti sia piaciuto,io mi sono divertita molto a scriverlo,forse è il capitolo più divertente di tutta la storia anche se…non è ancora detto!^^ Ancora sicura di essere comprensiva in merito ai miei ritardi?XD Vedo che Madda sta antipatica ai più,la mia intenzione era invece di creare un personaggio si tosto e particolare ma simpatico…bhè il pubblico è comunque sovrano XD L’importante è che vi piaccia la storia,nell’insieme ;) Scusa per il ritardo,spero che ci sei ancora… ^^

 

Levsky: Scuuuusa,x il ritardo,non ho aggiornato per nulla presto é.è Sono contenta che la storia ti piaccia spero che tu la segua ancora…Cosa te ne pare del nuovo capitolo?

 

Ragazze,non posso far altro che rinnovare le mie scuse,ringraziare le 7 persone che hanno la mia storia fra i preferiti e le 2 che la tengono sulle seguite,con la speranza che non vi sia passata la voglia di leggerla!

Una cosa posso garantirvela: magari non sarò puntualissima nell’aggiornare,anche se da adesso in poi cercherò di evitare i ritardi enormi,ma questa storia sicuramente andrà avanti,non rimarrà incompiuta,ve lo garantisco!;)

Baci a tutte,grazie ;)

   
 
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