Oh god I'm clean out of air in my lungs
It's all gone
Played it so nonchalant
It's time we dance with the truth
Move along with the truth
[…]
These are the games of the weekends
We pretend that we just don't care
But we care
Non so come siamo arrivati a questo punto.
Lui mi guarda come se lo avessi appena cruciato, la tshirt ancora fra le mani, paralizzato.
Me ne sto qui, nudo, con il sudore che ancora si sta asciugando sulla pelle, seduto in mezzo al letto sfatto, le lenzuola tirate a coprirmi fino alla vita.
Non era una discussione che avrei voluto avere in questo contesto.
“Draco...”
Sospira, un misto di dolore, rassegnazione e stanchezza nella voce.
Sembra non trovare le parole.
Scuote la testa, decidendosi a infilare la maglietta.
“E' complicato...”
Prova di nuovo.
Ma una risata all'acido mi risale in gola, liberandosi contro il mio volere.
“Per favore, Potter, risparmiami.”
La mia voce è più tagliente del previsto e Harry si irrigidisce.
Basta cosi poco per tornare alle vecchie, sane abitudini.
Ci studiamo per qualche istante prima che la sua espressione muti in una di rabbia a stento trattenuta.
“Cosa vuoi che ti dica, Malfoy?”
Mi fissa con la tempesta negli occhi.
Potrà ingannare i suoi amici. Potrà ingannare se stesso. Non me.
So che è terrorizzato, un leone in gabbia, e vorrei avvicinarmi, stringerlo, rassicurarlo.
Perchè anche se non so come sia stato possibile, questo è l'uomo che ho imparato ad amare. Nonostante tutto.
Stasera però sono troppo stanco.
“Non sarò il tuo vizietto, Potter. Vattene.”
La tensione abbandona le sue spalle all'istante.
“Draco...”
Fa un passo verso il letto, ma non posso sopportare oltre la sua presenza.
Se fra una settimana non sarà più mio, se dirà quel maledetto si, tanto vale che sparisca subito.
E l'idea mi uccide e mi acceca.
Afferro uno dei calici da vino poggiati sul comodino e lo scaglio contro di lui.
Lo scansa senza esitazione.
Il rumore del vetro che va in frantumi contro il muro si lascia dietro un silenzio teso.
“Vattene.”
Sibilo.
E stavolta Harry obbedisce.
Aspetto, senza nemmeno respirare, finchè non sento la porta di ingresso sbattere e il leggero brivido della barriera magica che mi segnala che ha lasciato la mia proprietà.
Sono in piedi in un attimo, e un attimo dopo sono in ginocchio, avvolto nel lenzuolo, con la testa nel camino.
“Blaise!”
Urlo, ma la voce mi esce strozzata.
“BLAISE!!!”
Chiamo ancora, e finalmente la sua faccia preoccupata appare dall'altro lato.
“Draco che succede??”
Mi guarda come se fossi impazzito, pieno di apprensione.
“Ha scelto lei, Blaise...Lui...”
Non ho nemmeno il tempo di rendermi conto di aver iniziato a piangere che Baise si getta nel camino e un attimo dopo sono avvolto di cenere e dalle sue braccia.