Capitolo 5:
Nella luce
accecante si delinearono i contorni di un uomo. Avanzava lento, avvolto in un
mantello scuro che risaltava sempre più sul bianco dell’ambiente. Era la
guardia della Stanza di Passaggio. La Stanza di Psassaggio era come un enorme
deserto bianco, dove non c’erano che la casa del sacerdote che custodiva e
controllava il luogo con il suo assistente; qui vi passavano tutti quelli che
desideravano passare da un mondo all’altro. Da un punto indefinito comparvero
due figure:l’una reggeva l’altra, appoggiata pesantemente sulla spalla della
prima figura. Parevano due donne, a occhio e croce. Avevano vestiti semprlici,
e una borsa.
-Chi
siete???- chiese con voce grave la guardia alle due figure appena si fermarono
a poca distanza da lui. Non ricevette risposta. Pensò che fossero due anime
sorde, morte o quant’altro, che viaggiavano nella Stanza di Passaggio senza
meta:a volte accadeva che le anime dei morti venissero mandati dai maghi nella
Stanza di Passaggio e che lì vagassero senza meta alcuna; sinceramente l’uomo
non aveva mai capito il perchè. Poi una delle due alzò la testa,
precedentemente poggiata alla spalla dell’altra e un paio di occhi verdi
cerchiati di rosso per pianto fissarono la guardia con immensa tristezza. Dopo
qualche secondo anche l’altra figura alzò la testa e la guardia si sentì
raggelare dallo sguardo di due occhi neri, anch’essi molto tristi.
-Chi siete
voi due??- ripetè di nuovo, sperando in una risposta.
-Veniamo
dal mondo degli uomini, siamo amici di Melek, dobbiamo arrivare nell’altro
mondo- fu Danielle, con voce spezzata, a prendere parola.
-Non
conosco nessun Melek. Forse il sacerdote del luogo sì e vi può dare una
mano…venite con me- e la guardia fece cenno di seguirlo.
Sembrò che
nessuna delle due ragazze volesse andargli dietro, poi pian piano si mossero
verso di lui e fu così che iniziò il breve percorso verso il sacerdote.
Il
guardiano abitava in una specie di cottage, che col suo rosso mattone risaltava
su tutto quel bianco inconsistente del posto. Era l’unica casa che c’era.
-Signore,
ci sono visite- disse la guardia bussando delicatamente alla porta. Ad aprire
fu un uomo giovane di aspetto, rasato,
con un tatuaggio a forma di drago sul braccio destro e una tunica nera.
-Entrate
pure- rispose il sacerdote. Aveva una voce calma e profonda, quasi spettrale,
tanto che il primo pensiero di Nell fu che l’uomo che aveva d’avanti era solo
un sogno. Ma le immagini della madre morta erano troppo vive in lei per poter
dubitare della veridicità dell’accaduto, anche se avrebbe preferito un altro
modo per vedere la morte della donna.
-Siamo qui
da parte di Melek, pare che vi conosciate. Dobbiamo arrivare da lui il più
presto che possiamo:ci può aiutare?- Nell soppesò le parole in modo da
risultare più calma e gentile possibile.
-Sì,
Melek. È passato qui giusto l’altro giorno; era molto di fretta e aveva una
grande paura di essere beccato da qualcuno, a quanto pare-
-E sai se
gli hanno fatto qualcosa?-
-Credo che
non l’habbiano trattato molto bene laggiù!non so che cosa di preciso, ma niente
di troppo grave credo, o mi avrebbero avvertito della sua morte- le scrutò per
un secondo e un lampo attraversò gli occhi del sacerdote –ma voi…voi siete le
principesse. Oh santo dio-
-Ma si
vede così tanto???- riuscì a dire Nell.
-Accipicchia,
dove ho la testa??? Come ho fatto a non accorgermi subito di chi eravate:gli
stessi occhi di quando eravate piccole.-
-Scusi, ma
lei ci conosce???-
-Certo!
Ogni sacerdote della Stanza di Passaggio deve essere informato sulle famiglie
reali-
-Buono a
sapersi. Però preferirei che il nostro argomento tornasse sulla richiesta che
abbiamo avanzato poco fa!- s’azzardò a dire Danielle, che si era messa a
sedere.
-Certo, lo
farò; prima però fareste meglio a riprendervi con una bella tazza di tè fumante
e a dirmi che cosa vi è accaduto-
-Esistono
i tè anche da voi?-curiosarono le due sorelle, cercando di distrarsi.
-Certo,
non crederete che i due mondi siano completamente differenti, senza niente in
comune…anche se piccolo- e agitò delle bustine.
-Grazie
infinite-
Passò una
buona mezz’ora prima che una delle due principesse si decidesse a raccontare
l’accaduto:
-Io mi
chiamo Danielle e lei e Nell. Melek ci aveva rintracciato grazie a questo
libro- iniziò la rossa, togliendo dalla borsa il tomo borchiato –ci ha spiegato
tante cose sul mondo parallelo. Quando se n’è andato ci ha detto che avrebbe
creato un’arco che noi avremmo dovuto attraversare il giorno dopo alla stessa
ora. Siamo venute all’appuntamento senza il permesso di nostra madre:eravamo in
punizione. Le abbiamo scritto un biglietto dove le dicevamo che volevamo
conoscere la verità e che doveva scusarci. Ha pensato bene di venirci a cercare.
Ci ha trovate. Eravavo davanti a quell’arco e con noi c’era un demone, che
voleva ucciderci. Mamma è morta per riuscire a farci passare. Ancora non mi
capacito di questo- si coprì il volto con le mani eriprese a piangere
sommessamente.
-Oh,
Danielle- mormorò Nell. Poi abbracciò la sorella con tutta la forza che aveva.
La guardia si commosse a vederle in quello stato.
-Come sono
tristi- e, non potendo trattenersi dal’impulso, andò da loro e le abbracciò
entrambe.
-Adesso è
l’ora di smetterla. Voi dovete andare da Melek. Non possiamo aspettare
troppo;il demone è in circolazione:prima agiamo e meglio è- decretò il
sacerdote spezzando la fragilità del precedente momento.
-Vi
travestirete, in modo che non vi riconoscano. Potrete così raggiungerlo
tranquillamente passando inosservate-
-Ma non
sappiamo dov’è. Come facciamo a travestirci?-
-aspettate
un attimo- il sacerdote scomparve un secondo e poi ricomparve con uno
scatolone–è in infermeria di uno dei campi dell’esercito nemico. Quindi sarete
travestite da infermiere!semplice…ecco i vostri vestiti- e dalla scatola
saltarono fuori due completi perfetti per loro.
-Per caso
li tieni qui per quando due ragazze hanno bisogno di travestirsi da infermiere
per iintrufolarsi in un campo nemico???-
-Non
proprio-sorrise il sacerdote.
Pochi
minuti dopo le principesse erano pronte ad andare. Perciò fu evocata la magia,
con la quale si formo un’arco aperto sul mondo delle creature.
-buona
fortuna ragazze, è stato un vero piacere-
-Grazie a
te. Una sola domanda: Melek non ha accennatoi ai nostri nomi in questo mondo-
-Ovviamente
non sono gli stessi che avete adesso. Danielle, il tuo nome vero è Shiran e
quello di Nell è Nihal. Ma meglio se non vi azzardate a pronunciarli finchè non
siete al sicuro-
-Non lo
faremo- e, salutando l’uomo e il suo
assistente, attraversarono l’arco.
***
Il campo
era cupo e molto vasto. Schiere di uomini si strascicavano verso le tende acora
più scure dell’atmosfera. Le armi erano appoggiate ovunque: spade, asce e
lance. Una tenda bianca si distingueva fra le altre: evidentemente doveva
essere l’infermeria, che era di quel colore per poter essere distinta meglio.
-Nessuno
si è accorto di noi- disse Nihal.
-facciamo
veloci, soo ansiosa di arrivare laggiù. Non ce la faccio a restare qui ancora
per molto- rispose Shiran.
-Calmati!!!-
e si avvicinò alla tenda con cautela, seguita a ruota dalla minore delle due.
Erano quasi arrivate quando un omone massiccio si stagliò davanti a loro
-Due
infermiere che sono fuori a quest’ora??non dovresteessere a controllare i
malati-
-Stiamo
giusto andando…è che siamo nuove- implorò Nihal. “fa che non ci dica niente, fa che non ci dica niente” sperò
vivamente.
-Potete
entrare, ma la prossima volta che vi becco fuori orario non farete un altro
passo da vive!-
-Ok-
dissero in coro le false infermiere, e non se lo fecero ripetere due
volte:entrarono dentro quasi correndo.
***
(poco
prima)
- Buona
sera Melek-
-‘sera
Roy-
-Come
andiamo oggi?-
-Meglio
del solito. E tu?-
-Bene.
Ashan dovrebbe essere rimandato qui tra poco- E in quel momento entrò una
guardia, portando Ashan con lui.
-Toh
guarda, parliamo del diavolo e spuntano le corna. Bentornato Ashan caro- lo
salutò Melek, contento di aver ritrovato ambedue i compagni di stanza. Ashan si
mise seduto sul lettino accanto al loro e a quel punto la guardia se ne andò.
Melek, impaziente com’era, si mise subito a fare domande all’amico:
-Ashan, ma
che ti è successo?-
-Niente,
mi sono fatto solo più male del previsto-
-Non è
possibile: tu e Roy avete ricevuto lo stesso trattamente-
-Senti
Melek:io sono tuo amico, siamo compagni di stanza, ma di questo non voglio
proprio parlare-
-Perché? Dieci
anni fa ti ho trovato solo e abbandonato tra tutti gli schiavi del Conte,
triste, distrutto psicologicamente:ho sempre pensato che ti fosse successo
qualcosa ed è dieci anni che non ricevo nessuna risposta, e anche Roy si chiede
perché. Almeno a noi puoi dire tutto. E come puoi esserti fatto più male di
lui?-
-Togliti
quella domanda dalla testa. Mi è successo qualcosa, sì, ma per favore non lo
voglio dire-
-sei
proprio un bambino quando fai così Ashan. Proprio un bambino-
in quel
momento due infermiere entrarono nella stanza. Melek si accorse subito che cosa
c’era che non andava in loro. Erano le principesse. LE due si guardarono
intorno per controllare presenze indesiderate e si avvicinarono a loro.
-Ce
l’abbiamo fatta- Disse Shiran.
-Melek, vi
conoscete?- lo interrogò Roy.
-Sì, pare proprio di sì. È un po’ lunga da spiegare, ma se mi date del tempo vi spiegherò chi sono!-
***
SPAZIO AUTRICE:
finalmente ho finito questo capitolo. Lo considero più un capitolo di passaggio, che mi serviva per far ricongiungere i personaggi. Spero appreziate lo stesso.
X DANYCULLEN:Innanzitutto grazie per il
complimento. Mi fa piacere sapere che sto migliorando...adesso sai che
hanno fatto le "bimbe"...e perchè Roy non le ha trovate...anche
a me dispiace per la mamma, ma era necessario!!!!....1 bacione
X AFANEIA:Sì,certo che è sopravvissuto, non potevo farlo
morire!!!!e trovare quella tortura non è stato semplice, erano
tutte troppo atroci per lui...XD