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Autore: Sarugaki145    28/06/2017    5 recensioni
Hermione, oppressa dagli sguardi che la giudicavano nel mondo della magia, sempre pronti a puntarle il dito contro se a parere loro sbagliava, ed essendo crollata la sua relazione con Ron, decide di tornare a vivere nel mondo dei babbani, sperando di riuscire a sentirsi parte di loro e a ricostruirsi una vita senza la magia.
Quando però decide di iscriversi al college non immagina quello che l’attende come suo nuovo vicino di casa e compagno di corso, scappato come lei da un mondo in cui si sente giudicato, per potersi ricostruire una vita.
Impareranno a sopportarsi o tenteranno di sabotarsi in qualsiasi modo?
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Il Draco della porta accanto.
 

Love.

 

E poi,
Con una tenerezza che gli straziò il cuore,
Lo abbracciò stretto.
Rimasero lì per un po’ sulla poltrona,
Desiderando che quel momento durasse
Per sempre.
- Nicholas Sparks,


 

Draco non riusciva a prendere sonno, mentre continuava a rigirarsi sul suo giaciglio, alla ricerca della posizione ideale.
Quel letto improvvisato, quelle coperte, quell’intero appartamento sapevano troppo di Hermione per riuscire a dormire, per non parlare di tutte le preoccupazioni che gli frullavano in testa. Non sapeva se Theodore avesse deciso di spifferare tutto alla Gazzetta Del Profeta solo per il gusto di far impazzire Astoria e forse anche per vendicarsi dell’affronto fatto al suo migliore amico. Nott aveva tanti difetti, ma non poteva sopportare chi tradiva la fiducia che era stata data, quindi per lui, più ancora che per Draco, Zabini era un uomo morto. Un'altra preoccupazione era sulla reazione che Lucius avrebbe potuto avere vedendo che si erano lasciati, sicuramente avrebbe attribuito la colpa a Draco, che dedicava più tempo alla mezzosangue che non a lei.
A complicare il tutto c’era il dolce profumo della ragazza che gli penetrava nelle narici prepotente, facendogli tornare alla mente le poche notti d’amore passate insieme, dove quel profumo era per lui come ossigeno.
Restò sveglio a lungo, finché la stanchezza ebbe il sopravvento e gli occhi si chiusero, lasciandolo riposare in un breve sonno senza sogni.
Era notte fonda quando qualcuno iniziò a bussare insistente alla porta.
Inizialmente Hermione pensava si trattasse di un sogno, ma quando il bussare si fece più insistente si svegliò si soprassalto. Subito si alzò dal letto irritata per essere stata buttata giù dal letto a quell’ora immonda e aprì la porta sibilando un “Sii?”.
Si trovò davanti a lei Astoria Greengras, con due profonde occhiaie e un fazzoletto pieno di mascara e lacrime in mano.
La padrona di casa rimase sbigottita per qualche secondo, finché l’ospite sbottò, stizzita nel vederla:
-Granger.-
Draco spalancò gli occhi spaventato, sentendo la voce di Astoria e apparve nella parte illuminata dalla luce del pianerottolo, quindi la fidanzata lo vide.
-Draco!-
Strillò quella correndo in casa e abbracciandolo di slancio, senza dargli la possibilità di spostarsi.
-Che ci fai qui?-
Farfugliò quello irritato, ancora mezzo addormentato.
-Lo sapevo che eri da questa puttana!-
Sbraitò Astoria indicando Hermione con un dito senza staccarsi da lei.
-Tu brutta sgualdrina! Subito a sedurre il mio uomo appena si insinua una crisi tra noi! Ma non ti permetterò di portarmelo via schifosa!-
La Granger aveva gli occhi spalancati, mentre la bocca era leggermente aperta.
In quel momento si sentiva semplicemente basita.
Dopo un primo momento di confusione rispose, iniziando ad irritarsi:
-Io.. Cosa? Ma come ti permetti? Arrivare in casa mia in piena notte ed insultarmi pure! Ma con che faccia ti permetti di entrare?-
Astoria la fulminò con lo sguardo, sibilando in risposta:
-Taci sgualdrina! Andare con un ragazzo fidanzato, non ti vergogni?-
Hermione non ci vide più dalla rabbia, ma cercando di mantenere la calma rispose:
-Tra me e Draco non è successo assolutamente nulla. Io dormivo in camera mia e lui sul divano e sai perché? Perché quella che viene a dare a me della sgualdrina è andata a letto col suo migliore amico. Ora, non sono fatti miei e io non giudico, ma ho acconsentito a farlo dormire sul mio divano vista la situazione e mi farei un esame di coscienza su chi sia la sgualdrina. Ti chiedo comunque di uscire dalla mia casa in quanto non sei la benvenuta, prima che io debba ricorrere a metodi più convincenti.-
Concluse la padrona di casa gelida.
-Andiamocene Draco!-
Strillò la Greengrass inviperita, trascinando dietro di se un inerme Draco, che non aveva ancora capito cosa stesse succedendo.
Appena fu fuori dalla casa Astoria sibilò:
-Ci rivedremo mezzosangue.-
Subito dopo con un “pop” la ragazza si smaterializzò portandosi dietro Malfoy.
Hermione rimase per un attimo sulla porta, cercando di connettere tutto quello che era successo negli ultimi minuti.
Si rese conto improvvisamente che Draco se n’era andato con Astoria, senza una parola.
Se n’era andato lasciandola sola un’altra volta.
Chiuse la porta piano, per poi lasciarsi scivolare a terra, rannicchiandosi su se stessa e senza che se ne rendesse conto grosse lacrime iniziarono a rigarle il viso.
Illusa.
Si era illusa un’altra volta che lui fosse cambiato, che questa volta sarebbe rimasto.
Si trascinò distrutta fino al letto, lasciandosi cadere inerme sul cuscino, continuando a piangere come una bambina.

*

Hermione si svegliò quando i raggi del sole le arrivarono ad accarezzare il viso. Gli occhi impastati dalle lacrime della notte prima erano pesanti e con estrema difficoltà aprì le palpebre, mettendo a fuoco la stanza intorno a se.
Ricordava già perfettamente quanto fosse accaduto il giorno prima, quindi si rigirò nel letto malinconica, guardando l’orario sulla sveglia.
Era tardi, a quell’ora doveva già essere in marcia per andare al ministero, ma non aveva alcuna voglia di muoversi di li.
Dopo una decina di minuti si alzò dal letto, prese carta e penna e scrisse due righe veloci al signor Butler, in cui spiegava di non sentirsi bene e che preferiva restare a casa. Le affidò al barbagianni che teneva in una piccola gabbia e, dopo averlo fatto volare fuori, si ributtò sul letto.
Si sentiva stranamente stanca, spossata e senza voglia di fare nulla, quindi accese la televisione su un canale a caso, giusto per non dover sopportare ancora il peso del silenzio che aleggiava nell’appartamento.
Il momento di disperazione di quella notte era passato, lasciando in lei un senso di noia e vuoto.
Non era triste, soltanto rassegnata.
Passò le due ore seguenti a rigirarsi nel letto, guardando pigramente la tv.
Fu quando un picchiettio sul vetro la destò dai suoi pensieri che finalmente si alzò dal letto.  Aprì la finestra e lasciò entrare il gufo nero che continuava a cercare di attirare l’attenzione, quindi quello, dopo un elegante giravolta nella stanza, si andò ad accovacciare sul tavolo della ragazza. In bocca teneva una busta bianca, Hermione la prese e, dopo aver dato all’animale un po’ di becchime per premiarlo, si accomodò a leggere la lettera.
Era Viktor che le scriveva, chiedendole di vedersi quel pomeriggio, per ricevere l’agognata risposta. La ragazza sbuffò scompigliandosi i capelli, indecisa su cosa rispondere. Poteva fingersi ammalata, in fondo quel giorno non era neanche andata al lavoro, quindi la scusa reggeva abbastanza.
Aveva già iniziato a scrivere la risposta quando il suo barbagianni planò graziosamente sul tavolo, con la Gazzetta Del Profeta tra le zampe.
In prima pagina c’era una foto di Astoria e Draco che si abbracciavano, quindi Hermione lanciò via il giornale, senza alcuna intenzione di leggerlo o di sentire anche solo nominare quei due.
Subito dopo appallottolò la sua risposta e ne scrisse un’altra, in cui acconsentiva di vedersi quel pomeriggio.
Sentiva i brividi di rabbia che le percorrevano la schiena da quando aveva visto quella fotografia, quindi, con una nuova forza, iniziò a sistemare il letto e la camera, visto lo stato pietoso in cui erano dopo quella lunga notte. Dopo di che passò al salotto, dove prese le coperte usate da Draco e le buttò in un armadio, sistemando poi i cuscini del divano ancora stropicciati. Infine si buttò in vasca da bagno, dove si concesse un lunghissimo bagno rilassante.
Le quattro del pomeriggio arrivarono velocemente e per quell’ora uscì vestita di tutto punto, pronta a dare la sua fatidica risposta a Krum.

*

Quando Draco era stato smaterializzato da Astoria dentro casa sua  non era in se dalla rabbia.
-Ti rendi conto di quello che hai fatto?-
Urlò il ragazzo infuriato scostandosi dalla fidanzata, quasi con schifo.
Quella, per niente spaventata, rispose spavalda:
-Quello che era mio dovere fare. Ti ho impedito di fare stupidaggini con quella mezzosangue.-
-Non pensi che io abbia l’età per pensarci da solo?-
Sibilò lui in risposta, cercando di contenere la sua rabbia.
-Non eri in te per quello che era successo! Io ti ho solo aiutato!-
Sbraitò lei, pretendendo di essere dalla parte del giusto, ma la ragazza aveva passato il segno e il biondo domandò tagliente:
-Mi hai aiutato come? Trombando con uno dei miei migliori amici? Bell’aiuto grazie!-
-E` colpa tua se è successo!-
Si difese lei indispettita.
Draco scoppiò a ridere isterico e si lasciò cadere su una poltrona, dopo aver preso un bicchiere e del whisky incendiario dal tavolo li accanto.
-Colpa mia? Spiegamela questa.-
-Tu mi trascuravi!-
Spiegò lei con gli occhi fiammanti.
-E allora sei andata a letto con Zabini? Mi sembra un ottimo modo, perché mai gli esseri umani hanno passato secoli a parlarsi quando potevano semplicemente fare così?-
Chiese quello ironico, facendola infuriare.
-E allora ho dovuto trovare un modo per farti ingelosire! Tu pensavi solo alla mezzosangue e a rovinarti con le tue mani! L’ho fatto per il tuo bene.-
-Astoria ho sentito abbastanza.-
Sibilò quello alzandosi e iniziando ad allontanarsi.
-Puoi pure incolparmi di essere un bastardo e tutto quello che vuoi. Ma io mai ti avrei tradita, perché ti rispetto o almeno, ti rispettavo. Quindi hai questa notte per prendere le tue cose e per sparire dalla mia vita. Io vado da Theo. Addio.-
Concluse lui smaterializzandosi lontano da quella donna.

*

-Scusate il disturbo piccioncini, ma non ho altro posto in cui andare.-
Esordì Malfoy presentandosi a casa di Theodore quella mattina presto. Aveva passato tutta la notte a camminare per Londra, non avendo il coraggio di tornare da Hermione e neppure la faccia tosta di andare a svegliare Nott in piena notte.
-Entra pure Draco. Cos’è successo?-
Lo invitò il migliore amico in pigiama, mentre la fidanzata appariva alle sue spalle con indosso la vestaglia.
-Centra quella cosa successa con Astoria?-
Chiese veramente preoccupata Morag.
-Centra che è successo un casino. La Granger non mi vorrà mai più parlare.-
Esordì Draco, raccontando poi davanti ad una tazza di caffè caldo gli avvenimenti di quella notte.
I due concordarono sul fatto che Draco avesse bisogno di dormire, quindi Nott scrisse al ministero che quella mattina l’amico non sarebbe andato al lavoro.
Il biondo si svegliò in mezzo al pomeriggio e non trovando nessuno per casa decise di uscire a fare un giro.
Aveva milioni di pensieri e un’assoluta necessità di solitudine, quindi andò al parco, dove sperava di trovare la pace necessaria. Aveva bisogno di fare chiarezza su quello che provava per Hermione, una volta per tutte. Si accomodò sotto un albero ed iniziò a ragionare, mettendo a nudo tutto ciò che aveva sempre negato.
Il rapporto con Hermione lo aveva colto impreparato quando si erano trovati al college e senza che se ne rendesse conto era legato a lei più che ai suoi migliori amici e al tempo non era pronto ad accettarlo. Aveva negato tutti i sentimenti che provava per lei per la paura che lo facesse lei per prima dopo essere tornata nel mondo magico, lasciandolo e facendogli fare per l’ennesima volta la figura del debole. Eppure, a distanza di anni, tutti quei sentimenti che lentamente si erano sopiti, erano improvvisamente tornati prepotenti, aggravando la sua già instabile relazione con Astoria.
Ora doveva scegliere o di ammettere con lei quello che provava o di lascarla perdere una volta per tutte.
Mentre la sua decisione si delineava nella mente vide una coppia a una trentina di metri da lui che lo lasciò senza fiato.
Hermione e Krum avevano appena finito di parlarsi e ora lei lo stava abbracciando forte, mentre Draco sentiva qualcosa incrinarsi dentro di lui.
Gli tornò in mente la proposta di matrimonio di cui Hermione gli aveva parlato e capì che dopo la sua fuga di quella notte lei aveva scelto Krum e non lui. Si alzò con gli occhi bassi e se ne andò da quel parco, nella speranza di riuscire a distrarsi e di riuscire a ricostruire quello che una volta definiva il suo cuore.

*

-Granger!-
Draco piombò in casa dell’amica spalancando la porta, con sguardo furente.
La ragazza stava pigramente guardando la tv e rispose irritata:
-Bussare non è maleducazione eh!-
-Hai accettato la proposta di matrimonio di quell’idiota?-
Chiese apprensivo, senza badare minimamente al suo rimprovero.
Finalmente era riuscito a mettere da parte l’orgoglio e a salire a casa sua per porle la fatidica domanda che da quel pomeriggio l’opprimeva.
-Cosa te lo fa pensare?-
Domandò lei divertita dalla strana gelosia del ragazzo, mentre lui si logorava nei ricordi del parco.
-Eravate abbracciati!-
-E anche se fosse? Cosa dovrebbe importare a te che hai la tua Astoria? Non sei mica tornato a casa con lei questa notte?-
Chiese quella, spegnendo il televisore e sfidando il ragazzo piazzandosi davanti a lui a braccia incrociate. Stava tornando tutta la rabbia che aveva provato quella mattina verso quel viziato purosangue.
-Cosa centra?-
Chiese Draco, non capendo veramente il nesso tra le due cose.
-Cosa centra? Te ne sei andato con lei, se veramente ci avessi tenuto a me saresti rimasto e mi avresti dimostrato che non vale la pena Viktor!-
Ribatté quella con tono isterico, fulminandolo con lo sguardo ed iniziando a tremare di rabbia.
Era gelosa, tremendamente gelosa che lui quella notte se ne fosse andato con Astoria anziché rimanere con lei.
Non l’avrebbe perdonato facilmente e ora non capiva il perché venisse a lamentarsi con lei se avesse accettato la proposta di Viktor.
-Te l’avrei dimostrato? E come? Pregandoti in ginocchio?-
Rispose Draco a sua volta arrabbiato per il tono con cui lei gli stava rispondendo.
In quel momento la rabbia prese il posto del ragionamento nella formidabile testa di Hermione, che sbraitò:
-No! Così!-
Detto ciò prese il volto di Draco tra le mani e lo baciò.
Non era un bacio dolce come tutti quelli che lei gli aveva dato, era rabbioso, feroce, uno scontro tra labbra, bocche, lingue.
Dopo un primo momento di sorpresa Draco la strinse a se, baciandola allo stesso modo, con la stessa rabbia, ancora e ancora, finché entrambi rimasero completamente senza fiato, ma riluttanti a fermarsi a respirare.
Le mani di Hermione stringevano ancora il suo viso, per tenerlo vicino a lei e non permettergli di scappare di nuovo, premevano le sue tempie con una forza che Draco non avrebbe attribuito a quelle dita sottili.
Le bruciavano gli occhi e voleva piangere, piangere di rabbia perché lui era uno stupido testone.
Draco appoggiò la sua fronte su quella della ragazza, cercando di riprendere fiato, mentre chiudeva gli occhi e le mani continuavano a stringere i suoi fianchi, tenendola pericolosamente vicina a lui.
La mora sentiva le tempie di Malfoy pulsare sotto i suoi polpastrelli, il suo respiro affannoso sulle labbra e la barba ispida sotto i palmi.
Fu in quel momento che il cervello di Hermione riprese a funzionare e lei si staccò con violenza, rendendosi conto di quello che aveva fatto.
Draco spalancò gli occhi e la guardò allontanarsi di qualche passo, con negli occhi il panico.
-Scusa, io non dovevo.-
Iniziò a biascicare quella, sperando di non aver fatto nulla di irreparabile.
-Vai, per favore. Ho bisogno di stare da sola.-
Detto ciò aprì la porta d’ingresso, facendosi da parte per lasciare uscire il ragazzo.
Draco avanzò di qualche passo confuso, dirigendosi incerto verso la porta. Aveva ormai varcato la soglia, con una strana consapevolezza che se non avesse reagito in quel momento non sarebbe più entrato in quella casa. Hermione stava già chiudendo la porta, mentre un sospiro di sollievo sfuggiva dalle sue labbra.
Era l’ultima volta in cui si sarebbe concessa una qualsiasi debolezza con Draco, quando quella porta si sarebbe chiusa avrebbe chiuso fuori lui e tutti i loro ricordi per sempre.
Quando mancavano una decina di centimetri per chiudere la porta quella si bloccò, facendo sussultare la ragazza, che vide subito una scarpa che la fermava.
Draco spalancò la porta, sbattendola dietro di se.
-No Hermione, non me ne andrò un’altra volta.-
Un brivido corse lungo la schiena della ragazza nel sentirsi chiamare per nome, ma non fece in tempo ad arrivare alle ultime vertebre che il suo volto era imprigionato tra le ampie mani di Draco e una bacio dolce si posò sulle sue labbra.
Nella mente della ragazza si susseguirono troppe emozioni.
Paura che se ne stesse realmente andando.
Tirò uno schiaffo a Draco, che la guardò per qualche secondo incredulo, specchiandosi in due fessure infiammate, per tornare ad aggredire le sue labbra.
Rassegnazione a restare sola.
Sull’altra guancia del biondo arrivò dritto un altro schiaffo, che lo fece allontanare ancora di qualche centimetro.
Sollievo nel vederlo tornare.
-Sei un cretino.-
Sussurrò Hermione, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.
Paura di perderlo nuovamente.
-Lo so. Ma non me ne andrò questa volta.-
Rispose quello serio come non era mai stato, guardandola dritta negli occhi e permettendole di leggere al loro interno la sua sincerità e convinzione.
Sorpresa nel sentire quelle parole.
Le lacrime iniziarono a scendere rapide, mentre un sorriso di gioia appariva sulle sue labbra tremanti.
Gioia nel assaporare di nuovo quelle labbra.
Il purosangue, sentendosi distrutto da quelle lacrime, aggredì con una dolcezza straziante quelle labbra, un’altra volta, con la paura di essere di nuovo rifiutato.
Le mani di Draco si allentarono leggermente quando percepì che lei stava ricambiando quel bacio, andando ad accarezzarle i capelli attirandolo a lui senza forza ma con estrema dolcezza.
La mora appoggiò le mani al suo petto, slacciando malandrina i primi bottoni della camicia di Draco, facendogli scappare un gemito ed un sorriso.
Improvvisamente Hermione si fermò e fece allontanare Draco di qualche centimetro, per poterlo guardare negli occhi.
In quel momento l’ossigeno entrò prepotente nei suoi polmoni, che bruciarono come quando si riprende fiato dopo una lunga apnea.
Il biondo cercò di riagganciare quelle labbra, incapace di farne a meno ora che le aveva riassaporate, ma lei lo tenne indietro.
-Draco, non ho accettato di sposare Viktor. Era un abbraccio per consolarlo quello.-
Una risata scoppiò sulla labbra di Malfoy, che rispose soffiandole in faccia:
-Avresti solo dovuto provarci.-
Lei lo guardò negli occhi, specchiandosi in quegli oceani chiari, mordendosi un labbro, divertita da quella risposta.
-Dannazione, mi sono innamorato di te Granger.-
Sussurrò lui scaldandosi negli occhi caldi della ragazza, che rispose con un soffio sulle sue labbra:
-Ti amo anche io, Draco.-
Lui scoppiò a ridere e la prese in braccio portandola nella sua camera da letto, dove la adagiò sul letto, iniziando a baciarla e a sfilarle la maglietta con bramosia.

*

I raggi del sole entravano di traverso nella stanza, dandole un’aria quasi malinconica in quel giorno di autunno, che stava pian piano morendo.
Draco era accoccolato sulla poltrona, mentre tra le sue braccia stringeva l’esile corpo di Hermione.
Nella casa regnava il silenzio, interrotto solo dal respiro leggero dei due ragazzi.
Draco appoggiò le labbra sui capelli di Hermione, ispirando a pieno il suo profumo delicato ed inebriandosi per qualche secondo.
E in un attimo si poté definire semplicemente completo.
Sentiva il cuore battere in sincronia con il corpo che stringeva a lui, con dolcezza e quasi reverenza legava a lui quelle mani, per non perderle un’altra volta.
-Draco è sbagliato..-
Sussurrò Hermione senza la convinzione che aveva sempre avuto, con un filo di voce.
-E che me ne frega se è sbagliato?-
Ribatté quello con tono strafottente, per poi proseguire:
-Ho un marchio nero tatuato sul braccio, anche quello è sbagliato, eppure lo sento mio. È sbagliato anche discriminare i nati babbani, eppure l’ho sempre fatto. È sbagliato entrare in acqua subito dopo mangiato, ma sai che non ho la pazienza di aspettare. È sbagliato dire “buon appetito” prima di mangiare, ma mi sembra più maleducato non farlo. Insomma, sono proprio un cattivo ragazzo, ma almeno questa volta sono felice di fare la cosa sbagliata.-
La mora sorrise, ricambiando la stretta di Draco e affondando di più le spalle nel petto nudo del ragazzo.
-È un ragionamento che non fa una piega.-
Mormorò Hermione con un sorriso, prima di suggellare quella muta promessa d’amore con un bacio.

-The end.

 

 

 

*Angolo dell’autrice*
27/11/2014 – 28/06/2017
Concludere una storia, soprattutto dopo più di trenta capitoli e a distanza di anni, ha sempre in se qualcosa di triste, quasi come se si lasciasse una parte di se scrivendo quel “the end.”. Era ormai quasi un’abitudine pubblicare questa storia, proseguire nelle vicende di questi due testoni, che dopo mille tempeste del cuore si sono finalmente ritrovati.
Tutto questo però non si sarebbe concluso senza il sostegno di tutti quelli che hanno letto, seguito, commentato questa storia. Sono stati tre anni intensi, in cui la mia vita è parecchio cambiata, in alcune cose assieme a quella dei due protagonisti, che alla fine sono cresciuti con me.
Siete veramente tantissimi tra persone che hanno recensito, inserito la storia nelle preferite, nelle ricordate o nelle seguite..
GRAZIE!
Sarugaki145

 

 

  
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