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Autore: Thilwen    16/04/2005    13 recensioni
“Mio padre è chiuso ad Azkaban”. Questo è ciò che sussurra Draco Malfoy fra le ombre, consapevole che nulla potrà mai essere come prima, che il suo status sociale è stato rovesciato, che tutto ciò in cui ha sempre creduto non è più esule dai dubbi. Vale la pena rischiare la vita, finire in un inferno come Azkaban, per inseguire ideali che, tutto sommato, non sente propri? Tocca quindi a Draco occuparsi di se stesso e della madre, di tentare di riportare a galla la nave naufragata dall’ambizione paterna, solo e, soprattutto, consumato da una passione impossibile, fuori dalla sue mire, nata dal bisogno di amare e di essere amato.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Severus Piton
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Le Stagioni del Dubbio

 

 

Parte Quarta: Primavera

*

Spogliami l’anima,

strato dopo strato

e divorala

con la voracità

che la tua fame di me

ti permette.

 

Bevi il mio spirito

a lunghi sorsi,

ubriacati di me

fino a perdere i sensi,

respirando la mia voglia

di averti.

 

Appagami

con i tuoi silenziosi assenzi,

rubami

alla mia triste quotidianità,

affogami

lentamente e dolorosamente.

 

Rendimi ebbra di te

nel mare dei tuoi occhi

e fammi

disperatamente pazza.

Questa è la mia preghiera:

Amami.

 

 

Capitolo XIII- Una nuova bufera.

***

A virgo infelix, herbis pascersi amaris!

 

Ah, fanciulla infelice, ti nutrirai d’erbe amare!

 

(Licinio Calvo)

***

 

Il giornale che giace al mio fianco mi fa schifo.

La voce di Pansy Parkinson mi fa schifo.

La divisa di Grifondoro mi fa schifo.

Lo sguardo di Silente mi fa schifo.

Questa scuola mi fa schifo.

La colazione mi fa schifo.

La mia vita mi fa schifo.

Io mi faccio schifo.

Mi alzo rumorosamente dalla sedia senza aver quasi toccato cibo. Qualcuno posa lo sguardo distratto sulla mia persona. Tiger e Goyle continuano ad abbuffarsi: è incredibile come la distinzione fra uomini ed animali appaia nulla nel loro caso.

Come ogni mattina da due mesi mi trascino in un angolo del parco con “La Gazzetta del Profeta” stretta in mano.

Prendo posto sotto quello che ormai da mesi considero come il mio albero, il mio rifugio.

Il mio migliore amico.

Appoggio la schiena sulla sua corteccia ruvida sempre pronta ad accogliermi.

Riassaporo il bacio (bacio?) di Ginny Weasley datomi sotto quelle fronde. Riscopro il mio dolore e la mia solitudine.

Apro il giornale, con la solita ansia quotidiana. Leggo gli articoli più importanti, quelli più desolanti, quelli più idioti.

Almeno per oggi il nome del latitante Lucius Malfoy non compare in nessun foglio del quotidiano.

Non compare il suo nome e neanche il suo volto distinto, aristocratico, così simile al mio, quel suo sorriso affettato, falso, quel bagliore omicida nei suoi occhi.

I miei occhi.

Ripiego il giornale. Oggi è sabato, niente lezioni. Posso restare e violentarmi l’anima all’ombra di questi rami ancora per un po’.

Posso osservare il tiepido sole d’aprile disgelare con una carezza timida i boccioli dei fiori, invitandoli a crescere, ad aprirsi. L’erba diventa più verde, l’acqua più chiara, le nuvole veli di zucchero.

È primavera, ma nel mio cure c’è il gelo di una mattina di gennaio, quando i vetri delle finestre sono appannati dal lungo ansimare ed il fuoco scoppietta irrisoriamente per l’intera giornata.

L’ombra di mia madre attraversa i miei pensieri oscurando ogni falsa gioia sul nascere. Come fantasmi i ricordi di lei si affollano nella mia mente urlando la loro angosciosa verità.

Il fatto che adesso sono solo.

Solo, con un tutore nevrotico ed inguaiato quanto me.

Solo, con un padre ricercato che vuole imprigionarmi  oltre una maschera argentea di crudeltà.

Ho subito temuto, dopo la sua evasione, che mi venisse a cercare, che tentasse di contattarmi.

Non ho avuto un biglietto da lui, un segnale, una qualunque forma d’esistenza. Forse nessuno gliel’ha permesso o forse non vuole veramente mettere in gioco anche me sulla scacchiera della sua vita, l’alfiere ribelle che non rispetta il re.

Eppure è come se sentissi ovunque la sua presenza. È come se ogni mio gesto fosse sorvegliato dal ghiaccio dei suoi occhi. La sua risata riecheggia nelle mie orecchie. Le sue parole sono la canzone perpetua della mia vita. Spesso ho la sensazione di voltarmi e ritrovarmelo alle spalle, con un ghigno sadico stampato sul viso e le braccia aperte pronte ad accogliermi nel suo inferno.

Forse, in verità, gli dovrei correre incontro. Dovrei lasciarmi condurre attraverso i suoi sentieri oscuri, dovrei permettergli di fare di me una pedina dell’Oscuro Signore, una pedina senza valore, pronta ad essere sacrifica per un nulla.

Cos’altro mi resta se no? L’unto dei capelli di Piton? La retorica inutile di Silente? Il buonismo gratuito degli abitanti di questa landa di onestà? Il perbenismo stomachevole e falso di chi è tanto superbo da credesi giusto?

Mi metto la testa fra le mani,  nel tentativo di coccolarmi da solo.

-Sapevo di trovarti qui.-

Come ho fatto a non accorgermi dei suoi passi? Come ho fatto a non sentire l’aroma della sua presenza?

Alzo la testa  socchiudendo gli occhi per l’irruenza il sole.

I capelli infuocati più del solito a causa della luce, la pelle chiara, le lentiggini sparse violentemente sulle sue guance, gli occhi d’acqua limpida, un sorriso vacuo dipinto sulla bocca rosa, Ginny Weasley, stretta nei suoi vestiti smessi, mi osserva in piedi.

Non dico nulla, mi limito a fissarla riprendendo un contegno degno di me.

-Orami ci vieni sempre- continua la voce timida di chi non sa come comportarsi.

-Ci vengo perché nessuno mi disturba- commento con tono distaccato voltando lo sguardo. Tento di fare il duro. Poi non ci riesco e riprendo a parlare. – È da un po’ che non ti fai vedere. Cos’è, paura che ti mangio?- domando ironicamente.

-Secondo mio fratello, sì- prende la mia battuta come un invito e scivola al mio fianco. Posso sentire il profumo dei suoi capelli e le sue vesti logore strofinano contro le mie impeccabili.

-Non vale la pena ascoltare tuo fratello- le dico spiccio -Non tutti risultano in famiglia. E lui è sicuramente idiota.-

Trattiene un sorriso scorretto –Cosa c’è di male nel preoccuparsi per una sorella?- chiede.

-Un bel nulla- rispondo brusco –se c’è un motivo per il quale vale la pena preoccuparsi. Altrimenti…beh, Weasley, altrimenti si è semplicemente dei paranoici ficcanaso idioti.-

 La sento fissare il mio profilo. Le lancio un’occhiata provocatoria quanto mi basta per accorgermi della sua espressione indispettita.

Poi parla.

-Secondo mio fratello mi vuoi portare a letto- una doccia fredda che gela ogni mio tentativo d’indifferenza.

Non ho il coraggio di muovermi o di guardarla. Non ho il coraggio di scoppiare a ridere per dissimulare ogni cosa. In effetti non ho il  coraggio di fare nulla. Resto fermo a guardare davanti a me senza vedere niente, bloccato nel mio stato d’atarassia.

Poi riesco a fare una domanda.

-E secondo te?- le chiede mantenendo un tono della voce pacato e neutro, ma non riuscendo a voltarmi per guardarla in faccia. Mi tradirei e ne morirei.

Lei invece fissa sfacciatamente il mio profilo, con una sicurezza che non dimostra affatto e che, in questo momento, invidio. Forse è tanto tranquilla perché non sente il sangue rimescolarsi nelle vene ed il cuore battere in ogni parte del corpo.

Cazzo, sto quasi sudando. Che fine ha fatto Draco Malfoy?

-Io penso che mio fratello ha ragione- la sua voce è più debole.  Mi volto verso di lei e, mentre i nostri occhi si sfiorano, arrossisce appena chinandoli in grembo.

-Ed allora, Weasley che ci fai qui? Vai a fare proteggere la tua virtù da tuo fratello!- la schernisco crudelmente.

Lei non risponde, sistema le ciocche rosse dietro le orecchie mordendosi le labbra.

-È vero?-la sua voce è un sussurro nel vento.

-Cosa?- le faccio eco stupidamente.

-Che mi vuoi portare a letto?- sembra una bambina intimorita ed ho un moto di tenerezza nei suoi confronti, moto che reprimo facilmente.

-Vedi cadere fuoco dal cielo?- soffio la mezza bugia a denti stretti.

-Però, potrei anche iniziare a fidarmi di te- sussurra le parole alzando la teste e sfidandomi con quel suo pezzetto di cielo.

Mi sento mancare qualcosa al centro dello stomaco. Respiro tre volte, conto fino a dieci pensando a dire qualcosa di utile, sensato,  qualcosa che non possa compromettermi, qualcosa che mi faccia essere Draco Malfoy.

Ma più guardo il tremore delle sue iridi chiare meno riesco a pensare, sento solo il sangue affluire di più nella  mia mente.

Ed allora faccio l’unica cosa che sarei riuscito a fare in quel momento.

Con un gesto repentino, come se temessi di non trovare più il coraggio, senza la delicatezza necessaria per compierlo, le afferro con la mano destra il volto e, portandolo ad un soffio dal mio, la bacio.

Sento un suo respiro smorzato per la sorpresa, mentre afferro la sua bocca rigida con le mie labbra dischiuse.

Ma è solo un momento di smarrimento.

Poi, con un corto sospiro si abbandona a me, schiudendo le labbra ed ricercando con voracità il mio bacio, stringendosi al mio corpo, seguendo i movimenti della mia lingua.

Le sue braccia si stringono al mio collo, una mano accarezza i miei capelli, mentre io le stringo con calore il bacino.

Continuiamo a baciarci senza respiro, senza consapevolezza, con una frenesia esagerata, sentendo entrambi il bisogno inconscio l’uno dell’altra. 

La stringo sempre più forte e senza rendermene conto  le mie carezze si fanno sempre più audaci.

Mi stacco di botto dalla sua bocca.

-È tutto sbagliato- le sussurro poggiandole la mia fronte sul naso e passando lievemente le mie dita sulla sua schiena. Lei scioglie il suo abbraccio- Noi siamo sbagliati- concludo  senza staccarmi da lei.

-Draco…- la sua voce arriva titubante al mio orecchio.

Non alzo la testa, non le do il tempo di replicare. –No, sta zitta, non parlare- decido di non arginare questo riflusso di coscienza, forse l’unica azione pienamente giusta della mia esistenza –Io sono Draco Malfoy, una miriade di guai, tu sei Ginny Weasley, una ragazzina di quindici anni che finirei per rovinare irreparabilmente. La mia vita è un buco, un immenso vuoto. Io, io stesso sono una voragine di nulla, di disperazione, d’angoscia, d’incertezze. Fuggi, adesso che sei ancora in tempo, non  gettarti a capofitto nel vuoto della mia anima. Non suicidarti in me, non ne vale la pena. Ascolta queste mie parole, perché è l’ultima volta che le dico. Perché ti voglio troppo, ti desidero troppo e questa mia voglia prepotente non lascia spazio ad altri sentimenti- inizio a baciarle il mento, poi la guancia, ad occhi chiusi, infine il naso, poi nuovamente la bocca, lentamente, dolcemente,  mentre lei ricambia il mio bacio tremando.  Mi stacco di nuovo.

-Non so perché è successo, non so com’è successo. È solo che da un giorno all’altro tu sei cambiata, dal nulla sei diventata il tutto, tu, che rappresenti tutto ciò che non avrei mai potuto desiderare, tu, che non sono mai riuscito a scorgere fra la folla. Ed è capitata una cosa stranissima, è capitato che mi sono ritrovato a seguire il tuo profumo, ad alienare i tuo sguardi, a tremare al timbro della tua voce. Non so che cosa significa, ma so solo che da mesi vorrei solamente fare sesso con te e che potrei impazzire se ciò non accade.-

Un altro bacio, ad occhi chiusi, per non vedere la verità, per non vedere il dolore.

-Ma noi siamo la notte ed il giorno, noi, non possiamo…io…tu…le nostre famiglie…anche se io non ho più una famiglia- sorrido amaramente sulle sue labbra. Scendo a baciarle il collo lentamente.

-Noi possiamo fare ciò che vogliamo- la sua voce è leggera come un’unica goccia di rugiada su di una larga foglia. –Ci siamo solo io e tu.  Non io, tu e la nostra famiglia.-

-È sbagliato Ginny. È tutto sbagliato- la mia voce giunge lontana, fra baci e carezze, poco convinta, la mia mano si perde fra le pieghe della sua gonna.

Dei passi di corsa, veloci.

Ci allontaniamo, come in preda ad una scossa elettrica.

Per la prima volta ci guardiamo negli occhi confusi e spaventati. Ci rialziamo in fretta, provando a darci una sistemata.

-Ginny, che cosa stai facendo?-

Potter spunta come una spia internazionale, all’improvviso, le gote in fiamme, gli occhi verdi furenti.

Inizio a contare in latino per vincere l’istinto omicida che mi sconquassa i nervi.

Ginny si morde le labbra con aria colpevole, senza dire nulla per discolparsi. Io, inaspettatamente, provo una sensazione di profondo piacere.

Perché io ho una cosa che lo Sfregiato non potrà mai avere.

-Che cosa significa tutto questo?- ringhia avvicinandosi  con un passo minaccioso.

Mi muovo per intervenire, ma lei con un’occhiata significativa m’intima di non muovermi.

-Non sono affari tuoi, Harry. Dovresti smetterla di mettere il naso in cose che non ti riguardano proprio.-

Brava la piccola Weasley! Stavolta mi è proprio piaciuta. Lancio un sorriso soddisfatto e di superiorità al supereroe nazionale.

-Cosa ci facevi nascosta dietro ad un albero con Draco Malfoy?- questo ragazzo le cose se le cerca proprio.

-Guardavamo le formiche, cosa credi che potessimo fare?- gli rispondo esasperato.

Mi fulmina con lo sguardo.

-Te lo ripeto, Harry- Ginny si avvicina a lui puntandogli l’indice contro –non mettere il naso nelle mie cose, mai. Altrimenti rischi di perdere la mia amicizia.-

Mi getta uno sguardo lungo una frazione di secondo che significa troppe cose perchè la mia mente riesca a sintetizzarle.

Poi se se va via, con passo misurato ed una grazia che non ho mai notato.

Io e Potter restiamo a guardarci in cagnesco, attendendo che lei sia abbastanza lontana per discutercela. Esco fuori una sigaretta e l’accendo.

-Non te ne offro una perchè so che sei troppo bravo ragazzo per accettarla- lo schernisco ghignando.

-Ti uccido Malfoy!-  la sua mano stringe nervosamente la bacchetta.

Prendo una boccata di fumo, appoggiandomi all’albero. –Non hai moderazione nelle tue cose. Sei sempre esagerato.-

-Che  diavolo blateri- smozzica – ti sei dato alla non violenza adesso?-

Annuisco con fare convinto –Non lo sai  Potter? Sono diventato un figlio dei fiori. Pensa,  io e Blaise abbiamo intenzione di  fondare una Comune….!-  

Attendo che comprenda appieno le mie parole. Forse mi aspetto troppo da lui  –Ma che fai, mi prendi in giro? -

Scuoto la testa con convinzione –No, quello lo fai già da solo.-

Mi rendo conto d’averlo disarmato a parole. Mette le mani sui fianchi osservandomi con un cipiglio poco persuaso.- Cosa vuoi da noi, Malfoy?-

Emetto un sospiro esagerato. Mi stacco dall’albero e lo sorpasso gettandogli una boccata di fumo in faccia.

-Rinunciaci Potter, la Weasley non te la dà- gli dico con un tono che non ammette repliche, avanzando verso il castello.

Lui utilizza tutto il suo autocontrollo per non saltarmi alle spalle come uno sciacallo.

Dopo essermi allontanato di qualche passo mi volto, colto da un’improvvisa ispirazione.

-Ah, Potter, volevo darti un consiglio- gli dico ad alta voce – la prossima volta che ti passa per la testa di farti gli affari che non ti appartengono, lascia perdere. Fa un favore a te stesso ed a tutto il mondo: va’ a farti una sega.-

Gli volto le spalle e vado via.

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OK, scusate la conclusione un po’ grezza, ma avevo un sassolino nella scarpa da togliermi e poi, tentate di capire il povero Draco…

Allora, credo che, giunti a questo punto, il povero Draco abbia troppo subito. Merita un po’ di felicità no? (tenete pur conto che il mio concetto di felicità è diverso dal comune…).  D’accordo, posterò il prossimo capitolo martedì (vi piacerà, già il titolo è tutto un programma…), poi partirò per una settimana… vi ritrovo tutti quando torno, vero?

Allora, che mi dite, vi è piaciuto? Io, lo ammetto, non è fra i miei preferiti, potevo fare di più! Aspetto numerose recensioni, vi raccomando!

 

Adesso le risposte alle passate recensioni:

 

Byakko: sì, la cattiveria è qualcosa di proprio della mia persona, ma con questo capitolo mi sono fatta perdonare…ehm, visto il finale… no OK, se la crudeltà avesse un nome sarebbe il mio. Sì, Lucius non ci voleva proprio, puoi dirlo forte. Sarebbe bello se restasse buono buono in silenzio e lontano dal mio Draco però… non credo proprio sia il caso! Grazie!

 

Kyomi89: Sì, Lucius non faciliterà molto l’evolversi della situazione. Sicuramente quest’evasione non aiuterà Draco, era molto meglio quando se ne stava  chiuso ad Azkaban dove non poteva nuocere nessuno… eppure è pur sempre suo padre…mhh conflitto di sentimenti! Vediamo come va a finire, non ci vuole tanto, ormai! Nella tua classe che un sosia di Blaise? Ah! Però se non gli somiglia quanto a carattere, la parte più importante, non è proprio Blaise! Comunque Zabini non si droga nel vero senso del termine, si fuma qualche erba magica, perde un po’ il contatto dal mondo, tutto qui! Grazie per la recensione!

 

Patty: diciamo che sono dodici capitoli che si attende l’evasione di Lucius. Ed adesso la storia si fa veramente complicata, si è arrivati al punto in cui tutti i nodi dovranno venire al pettine. Io vedo Harry e Ron molto infantili. Infantili ed anche un po’ imbranati a dirla tutta. Insomma, non è che la Rowling sia molto verosimile quando descrive un ragazzo di quindici anni che come commento al suo primo bacio dice semplicemente che è stato umido…. Il mio Draco Malfoy rappresenta per il modo di fare un ragazzo di 16/17 anni, così come è realmente. I miei amici, che sono poco più grandi di lui, si comportano così, come ragazzi con degli ormoni funzionanti. Non è il punto di vista dei “Serpeverde” che li rende bambini, è stata la Rowling che ha ritardato lo sviluppo sessuale di quei poveri ragazzi! Io ho comunque esagerato la cosa, come sono solita fare! Grazie mille!

 

Lollo: oh, beh, io ho dato un capitolo di tregua a Draco (questa è una ragazza veramente generosa!). A parte gli scherzi anche io ho pensato che sia stata un errore mettere la morte di Narcissa e la fuga di Lucius a così breve distanza. Eppure ho lasciato tutto com’era perché si sa, il Fato non guarda in faccia a nessuno e le disgrazie non vengono mai da sole. Grazie per il commento!

 

Iago: ho capito che voleva essere un complimento e, credimi, ne sono lusingata! Blaise rispecchia sia i miei pensieri che i miei ideali più puri, ciò che sono e ciò che mi piacerebbe essere (non una bisessuale fumata, il resto….!). Torna il caro, vecchio buon Lucius (ipocrita che non sono altro…). Non so cosa sarebbe successo se lui fosse evaso prima del suicidio di Narcissa….le risposte sono racchiuse tutte nel capitolo 16, e comunque credo valga la pena rileggere la sequenza del suicido di Narcissa…c’è qualcosa che potrebbe non tornare… basta, non parlo più! Quanto a Draco…certi dubbi si sciolgono solo arrivati al finale! Grazie tantissimo!

 

Yeran: il mio scopo è quello di far diventare tutti lettori appassionati! Sì, Draco è piuttosto preso di mira, non gli risparmio dolore, che posso farci, la vita è dura , no? Grazie per i complimenti a Blaise amore-della-mia-vita sono felice che ti piaccia!Grazie per il commento!

 

Tink: non preoccuparti, non succede nulla se manchi qualche capitolo, abbiamo tutti i nostri quotidiani problemi ed occupazioni. Non fa niente, davvero! Oramai la ff è quasi finita, fra  pochi capitoli chiuderò i battenti, ed adesso c’è la parte più…importante? Non so come definirla. Non è la mia preferita eppure è quella dove tutto si conclude. Allora, hai capito qualcosa su Narcissa? Dovesse venirti qualche idea non esitare a contattarmi, mi diverte sempre conoscere le supposizioni dei lettori.  Grazie comunque per la recensione!

 

Sabry_Slytherin: non preoccuparti, anche io starò via una settimana alla volta di Praga! Non vedo l’ora di partire sinceramente! Sì, Lucius è evaso, le carte si rimescolano, quale mano capiterà al povero Draco? Avrà Ginny come jolly? (lo scopriremo alla prossima puntata!). Ti piace davvero la  filosofia di Blaise? Mi sento lusingata! Grazie mille!

 

Sissichi: Beh, Draco a poco a poco proverà meno astio nei confronti di Blaise, forse perché inizierà a conoscerlo, forse perché imparerà a comprenderlo. Momentaneamente lo vede con un po’ di distacco ed un tantino di biasimo; non si sofferma a giudicarlo, ma non tenta di capirlo. Credo che Blaise sia la tipica persona che non può stare indifferente, o la si ama  o la si odia, ma sono emozioni forti che gli calzano a pennello, vanno entrambe bene. Sì,zittisce il trio con un vero colpo di classe! Quella secondo me era una delle parti più divertenti della fanfiction (che in sé non è per nulla divertente, tutt’altro!). Adesso bisogna solo attendere i successivi capitoli! Grazie per la recensione!

 

Gioia: OK, devo forse iniziare a preoccuparmi? Premetto che non guardo la casella di posta elettronica da tempo (domani o stasera lo farò….!) quindi se mi hai raccontato l’accaduto… ne sono all’oscuro. Ma visto e considerato che ho una vasta immaginazione mi sono già fatta una vaga idea di quello che può essere successo…Scrivere qualcos’altro? Come fanfiction? O beh, forse qualche one-shot potrei scriverla, ma non aspettarti altra roba come questa… sto lavorando su qualcosa di pienamente mio, lo sai. No, non pago i commentatori, lo sai che sono spiantata. Potevo pagarli in natura, ma sono quasi tutte femmine….(OK, censura questa, era di pessimo gusto). Ho lasciato qualche post su IOS, ma così per fare… Bava, Bella e Sadica? Mah, non so quanti sono d’accordo con te, comunque, anche se fosse vero, vorrà dire che c’è gente che vuole di più dalla vita! Grazie infinitamente, amica mia, ti voglio bene, mi farò sentire presto!

 

Naki: una nuova commentatrice, ben venuta! Anzitutto grazie davvero per i complimenti, alimenti il mio ego smisuratamente orgoglioso! Hai ragione tu, i riferimenti alla cultura classica obbiettivamente non hanno molto in comune con HP, però io in questa ff ho parlato di sensazioni, emozioni e sentimenti imperituri nella storia dell’animo umano, e la voce degli antichi riecheggia nei secoli descrivendoli con quell’armonia che solo l’età classica ha saputo dare. E poi sono incapace di tenere alcune cose fuori da me, perdono! Grazie per il commento!

 

 

  
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