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Autore: luciadom    29/06/2017    6 recensioni
Piccoli momenti di ognuno dei personaggi della mia long UN SOGNO, UNA PROMESSA, UN AMORE, da soli o meno.
Piccoli momenti delle loro vite tra passione, amore, lavoro, sofferenza, e tutto ciò che li ha resi quelli che sono, prima o durante il tempo della narrazione della long originale.
Dal V Capitolo:
- Minako? - proprio la futura sposa la richiamò all’ordine.
- Sììììì???-
Minako si voltò verso la gemella con due fiammelle al posto degli occhi.
- Ti rendi conto, sì, di essere già sposata, che forse, e dico forse, tutto questo entusiasmo dovrei mostrarlo io, e non tu? -
Usagi trattenne a stento un risolino. Ikuko sorrise e scosse la testa.
Si voltò verso la carrozzina dove riposava la sua nipotina, la piccola Chibiusa, e poi tornò a guardare le sue due gemelle.
Così simili, e allo stesso tempo così diverse.
- E questo cosa vorrebbe dire? -
Minako fece spallucce, raggiungendo velocemente sua sorella sulla pedana, vestita con una sottoveste di seta e pizzo.
Le prese entrambe le mai e le fece sventolare.
- È la mia gemella che si sposa! E si sposa con Mamoru Chiba! Ma-mo-ru Chi-ba! Non parliamo di due fidanzati comuni eh! -
Usagi sospirò. - Sei incorreggibile! -
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Altro Personaggio, Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Ami/Taiki, Haruka/Michiru, Mamoru/Usagi
Note: AU, Missing Moments, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna serie
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Real life: childreen hospital story'
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NdA
 
Ma ciao popolo di EFP!
Chi c’è qui?
Luciadom, che è tornata alla ribalta, per ora :D
Ho messo finalmente mano allo Spin Off della mia storica long 
UN SOGNO,UNA PROMESSA, UN AMORE...    cui pensavo da tempo…
Sarà una raccolta di vari momenti particolari di ogni personaggio, singolo o in coppia.
Il primo capitolo è dedicato alla coppia UsagixMamoru e al loro tango.
Curiosi? :)
Se vi va, vi consiglio di leggere su queste note:

 
https://www.youtube.com/watch?v=H7xtMmwLlFo
 
Capirete in quale punto particolare cominciare ad ascoltare, durante la lettura!
Buona lettura!
 
 

1) Tango
 
 photo images 1.jpg  
Quella mattina Mamoru l’aveva chiamata dicendole di prendersi mezza giornata libera.
Usagi gli aveva detto di non essere sicura di potersi assentare, ma lui non aveva voluto sentire ragioni.
Glielo aveva praticamente ordinato.
Quelli erano i momenti in cui quasi la infastidiva, il fatto che il suo ragazzo fosse anche il suo superiore.
Quando era passato a prenderla a Scuola aveva capito che stava tramando qualcosa, e, infatti, non si era sbagliata.
Mamoru aveva riservato per due o tre ore una sala della Clinica solitamente adibita ad angolo ristoro comune, non molto lontana dai reparti, ma nemmeno eccessivamente vicina da poter creare indiscrezioni.
In quell’occasione sarebbe stata soltanto loro.
Quando entrò, Usagi restò estasiata.
La posizione del mobilio era stata cambiata per creare quanto più spazio libero possibile, le tendine semichiuse creavano giochi di luce e penombra.
Sul tavolo c’erano varie piccole e sfiziose leccornie e le sue immancabili rose rosse, ed infine, su uno degli scaffali, uno stereo con delle lucine lampeggianti in Standby, che aspettava solo che fosse premuto il tasto “Play”.
 
- Ma che hai combinato? -
 
Ridacchiò, lusingata da quel piccolo momento che Mamoru aveva ritagliato per loro.
Lui scosse le spalle.
 
- Nulla. Volevo qualche momento solo mio, con la mia maestrina preferita.-
 
Le solleticò una guancia ed Usagi ritirò il viso sorridendo.
Le diede un bacio a stampo e la guidò al centro della stanza, preventivamente liberata da poltrone e mobili in eccesso.
 
- Io avevo la mattinata libera, ma sai bene che alla fine arrivo comunque sempre prima del turno, e tu ogni tanto puoi affidare la Scuola ai tuoi assistenti, per qualche ora non casca!-
 
Usagi gli fece una linguaccia, lui sorrise e poi riprese:
 
- E poi era da un po’ che avevo un’ideuzza … -
 
Usagi inarcò le sopracciglia.
 
- Cioè?-
 
- Ogni cosa a suo tempo.- controbatté l’altro con quel suo maledetto ed affascinante sorriso sornione.
 
Usagi incrociò le braccia al petto, indispettita.
 
- Mi tieni sulle spine? -
 
Mamoru fece di nuovo spallucce.
Si avvicinò alla porta chiudendola a chiave, ed abbassò le tapparelle delle finestre che davano sul corridoio.
Accese delle candele sparse tutto attorno e tornò da lei prendendole le mani.
 
- Negli ultimi giorni non abbiamo avuto molto tempo per stare insieme. Molti colleghi hanno chiesto le ferie per la bassa stagione e spesso abbiamo dovuto coprire i loro turni.-
 
Usagi annuì.
Erano a settembre, e loro avevano potuto godere di una sola settimana di ferie in concomitanza del compleanno di Mamoru, che poi lei aveva trasformato in metà settimana, decidendo di rimodernare la Scuola.
Negli ultimi giorni però lei e Mamoru si erano visti effettivamente poco, ed anche a lavoro avevano avuto poco tempo per loro stessi.
 
- Già, è vero.- Un piccolo, piacevole e birichino sospetto si fece strada in lei. - Quale sarebbe la tua ideuzza?-
 
Mamoru incurvò le labbra all’insù, se possibile all’inverosimile, e lei adorò quell’espressione.
 
- Stai a vedere.-
 
Prese dal tavolo lì vicino il telecomando dello stereo ed armeggiò con un paio di tasti.
Lo abbandonò poi sul piano senza preoccuparsene più di tanto e tornò a concentrarsi solo su di Usagi.
 
- Pronta?-
 
- Pronta per co …-
 
Usagi obiettò ma poi capì subito.
La musica del loro tango partì.
Mamoru allungò una mano verso di lei, e quando le loro dita s’intrecciarono, l’attirò a sé mettendole un braccio dietro la schiena, portando i loro visi talmente vicini da potersi sfiorare con le guance e con le fronti.
Usagi portò un piede all’indietro agitandolo agilmente, stringendo di più la sua mano e poggiandogli l’altra su una spalla.
Ad occhi chiusi, cominciarono ad ondeggiare, a muoversi guidati dalle note e dalle sensazioni che suscitavano loro, sfilando ormai del tutto naturali, come se quel tango facesse ormai parte di loro.
Il fiato caldo di lui le accarezzò le labbra, mentre i loro piedi sfioravano il pavimento intrecciandosi e poi separandosi laddove la musica lo richiedeva.
Quel ritmo assolutamente perfetto, che i loro corpi conoscevano benissimo, avvolgeva i loro sensi inebriandoli.
 
-Sta diventando sempre più brava in questo ballo, Signorina … e mi permetta di dirle che è sempre più dannatamente sexy!-
 
Si allontanarono flettendo le braccia e riavvicinandosi immediatamente, facendo aderire i loro corpi.
Mamoru la tirò verso il suo petto, premendo la mano sulla sua schiena, quasi come a voler sottolineare, a prescindere dal fatto se il ballo lo prevedesse o meno quel gesto, che lei era soltanto sua.
Le sue narici si bearono del profumo di lei, e con le dita che ancora la sorreggevano prese ad accarezzarle la schiena.
Stava andando in estasi.
Si separarono flettendosi di nuovo, ballando per qualche secondo su passi singoli, battendo fugacemente i piedi sul pavimento, per riunirsi ancora.
 
- E lei Dottor Chiba, sa come lusingare una donna!-
 
La musica accennò un improvviso crescendo.
Si voltarono, ancora abbracciati, cominciando a camminare lateralmente per la stanza sempre accompagnati dalle note, per poi fermarsi ed accennare un leggero piegamento l’uno sull’altro.
Tornarono subito eretti, ripetendo gli stessi movimenti lenti o veloci a seconda di come la musica guidava loro, ma per lui arrivò il momento di andare … oltre.
Mamoru spostò la propria mano dalla sua schiena alle natiche, afferrandone una, per poi addentrarsi più giù, per accarezzarne la coscia.
 
- Non posso farne a meno. - sussurrò lui, con voce calda e suadente, rispondendo al complimento di prima. - La mia donna merita tutte le lusinghe possibili … e non basterebbero mai a descrivere la sua perfezione … -
 
La spinse di nuovo all’indietro, senza lasciarle mai la mano.
Usagi agitò il lembo della gonna con la mano che adesso non stringeva la sua spalla, lasciandogli intravedere le sue lunghe gambe, che veloci seguivano con precisione le note.
 
- Ho la tanghera più bella e sensuale tra le mie braccia … ed è mia!-
 
Si scambiarono un sorriso malizioso, poi Usagi si morse un labbro ammiccante.
Il gloss che aveva scelto prima di uscire spiccò coi suoi denti bianchissimi.
 
- Anche il mio tanghero non è male.
 
Di nuovo vicini, gli poggiò una mano sul petto, allungandosi verso il suo viso e annullando quasi del tutto la loro distanza.
 
- Ed è anche un medico molto bravo, ben voluto, e … bellissimo!-
 
Quel giochino cominciava a piacere ad entrambi.
 
- E tu?- Mamoru stava sfoderando le sue armi. - La mia dolce e pacata maestrina che si trasforma quasi … in una donna fatalmente irresistibile, quando vuole?-
 
Affondò il viso nell’incavo del suo collo, per assaporarne la pelle ben poco castamente.
 
- Dio Usako, ti desidero da impazzire ogni volta che ti stringo tra le braccia …! E quando balli questo tango con me … -
 
S’interruppe, emettendo un sospiro di piacere, ed Usagi ne approfittò per giocare la sua carta.
Ondeggiò velocemente una gamba, premendo il suo fianco contro quello di lui, intrecciandogliela poi attorno.
Non aveva distolto lo sguardo dai suoi occhi neanche per un secondo.
La dolcezza che manifestava con i suoi piccoli alunni, aveva lasciato spazio alla matura consapevolezza del suo essere donna.
In quel momento non c’era quasi nulla dell’Usagi dolce e gentile con tutti, ma c’era una donna passionale, seducente, capace di emanare un fascino i cui frutti Mamoru era l’unico avente diritto.
Solo lui poteva goderne.
 
-Ti amo.- le disse con voce incrinata dalla passione.
 
La sollevò leggermente per un mezzo giro.
Usagi sorrise, trattenendo il respiro e premendo il seno verso il suo petto.
Gli accarezzò una guancia, calcolando e ritmando ogni movimento, anche quelli spontanei e non necessariamente inseriti nel repertorio di quel ballo.
Riuscendo nel suo intento, stava rendendo maledettamente sexy ogni secondo.
Quanto a Mamoru, nonostante l’avesse toccata, baciata, accarezzata, amata, innumerevoli volte in quei mesi, c’erano ancora momenti in cui Usagi gli sembrava irraggiungibile, come se qualcosa potesse ancora mettersi tra loro e rovinare quella felicità cui non avrebbe mai più rinunciato.
In quei momenti di passione e sensualità, dentro se stesso, sentiva che non avrebbe mai potuto fare a meno di lei.
La musica continuava, così come loro continuavano a danzare travolti dalle note, da quella magica atmosfera, e dalla loro attrazione reciproca.
 
-Ti amo.- ripeté Mamoru, con voce sempre più roca, consapevole dell’eccitazione sempre più crescente in lui.- … e ti voglio.- continuava, stuzzicato anche dai silenzi di Usagi, maliziosamente voluti, appositamente, per vedere fin dove lui si sarebbe spinto …
… non solo con le parole.
 
Mamoru continuava a giocare con le dita lungo la sua schiena, sulle sue cosce, sui glutei, sulle labbra, e lei lo lasciava fare, ricambiando di tanto in tanto quelle piccole piccanti effusioni.
Erano vicini al punto di non ritorno, la loro apoteosi.
Usagi riprese i suoi passi, ormai sempre più esperta in quel ballo che metteva a nudo tutto di loro.
Arrivarono ad un punto in cui la musica prevedeva che i loro corpi di staccassero ed avvicinassero di nuovo, repentinamente.
Finalmente lei ruppe il suo silenzio.
 
-Prendimi …- gli sussurrò con voce suadente, quasi in un sospiro, ma che arrivò perfettamente alle orecchie di lui.
 
Mamoru non se lo fece ripetere due volte e la tirò verso di sé, chiudendola nel suo abbraccio.
 
- Presa!-
 
Usagi ridacchiò, poggiandogli la testa sul torace.
 
- I passi non sono proprio questi, Dottor Chiba!-
 
Lui le fece uno strano sorrisino:
 
- Adesso le danze le conduco io, Maestra Usagi!-
 
Usagi si concentrò sulle sue labbra, e poi sui suoi occhi, che parevano quasi ardere in quel momento.
 
- … E come?-
 
Ancora una volta le mani di Mamoru scesero dalla sua schiena molto più giù.
 
- Facendoti mia, amandoti, ogni volta, come la prima volta.-
 
Il tono e le parole che aveva usato non lasciarono posto a dubbi.
Usagi sorrise, sospirando profondamente, allacciandogli una gamba dietro la schiena e la braccia alla nuca.
 
- E vorresti farlo adesso?- sussurrò ancora, rivolta al suo orecchio, che prese poi a mordicchiare, cominciando a cedergli.
 
- … Sì.- rispose lui piano, accarezzandole la linea del collo con la punta della lingua. -Adesso, subito.-
 
La musica stava volgendo al termine, ma la loro danza no.
Loro erano solo all’inizio.
Mamoru prese Usagi di peso, facendo qualche passo avanti alla cieca all’interno di quella sala.
Arrivati alla parete, aderirono perfettamente l’uno all’altra, assaporandosi a vicenda in ogni loro parte con le mani, con le labbra, con i sensi, e con i respiri e i battiti del cuore uniti all’unisono.
Usagi sentì qualcosa premere contro il suo interno coscia e sussultò, inarcando la testa all’indietro, perché lui avesse ancora una volta libero accesso al suo collo.
Mamoru si divertì con le labbra a giocare proprio in quel punto, accarezzandole i fianchi e non staccandosi mai da lei.
 
- Mamo …-
 
- Sei mia Usako.-
 
Mamoru si liberò velocemente della camicia, offrendole la visuale dei suoi pettorali e delle sue spalle di cui lei prese subito possesso.
 
- Ti amo.- riuscì a dirgli, nei pochi secondi in cui lui le lasciava tregua.
 
- Anch’io Usagi. Sempre.-
 
Senza mai toglierle le mani dalla vita, cominciò a far sì che le sue dita arrotolassero verso l’alto i lembi della sua maglietta attillata.
Usagi portò entrambe le braccia verso l’alto per agevolarlo nell’impresa, e ben presto quell’indumento raggiunse la camicia sul pavimento.
Fu il turno di Usagi poi.
Gli slacciò e sfilò la cintura ed insinuò poi le sue dita lunghe ed affusolate, nel bustino dei jeans, giocherellando maliziosa con i suo boxer.
Lo guardò provocante mordendosi le labbra, bloccandosi così, per degli interminabili secondi.
 
- Vuoi farmi impazzire?- disse lui, con voce carica di passione e divertimento.
 
- … Forse!-
 
- Ah sì?-
 
- Sì!- rispose lei, oltrepassandogli l’intimo ed accarezzandogli la pelle con i polpastrelli.
 
Lui soffocò un gemito di piacere, poco propenso a quella dolce e maledetta tortura.
Unì le sue dita a quelle di lei e si liberò delle sue mani il tempo necessario per disfarsi delle scarpe, ma soprattutto di quei jeans che gli erano diventati improvvisamente troppo stretti.
Usagi non perse tempo, liberando i capelli dal fermaglio che li teneva su, e facendo lo stesso con i suoi tacchi e con la sua gonna.
Mamoru calciò a caso non seppe quale indumento col piede, ed invitò Usagi ad andar giù con lui.
Coprendola totalmente col suo corpo, prese a baciarle il centro del seni e a stuzzicarle l’ombelico, provocandole brividi e risolini caldi che altro potere non ebbero, se non quello di eccitarlo sempre di più.
 
- Adesso non scappi più …-
 
Le portò una mano dietro la schiena, che lei incurvò immediatamente.
Un piccolo tac prima, e lo sfilarlo lungo le braccia poi, liberò il petto di Usagi dal suo semplice reggiseno di cotone.
Si tolsero entrambi e a vicenda gli ultimi ostacoli all’unione dei loro corpi, per ricominciare a ballare il loro tango, la loro danza perfetta.
Usagi si sedette su di lui, propensa a condurre il gioco, ma con uno scatto fulmineo lui l’abbracciò e rotolò su stesso, attento a non farle male, ma invertendo di nuovo le loro posizioni.
 
- Come la mettiamo adesso?-
 
Usagi si leccò le labbra, guardandolo con gli occhi assottigliati.
 
- Mi ha forse presa, Dottore?-
 
- Sì Signorina Tsukino.- si chinò a baciarla con passione. - E non ho nessuna intenzione di liberarla! -
 
Si baciarono ancora, ed Usagi sentì la sua intimità sempre più pronta ad accoglierlo.
Gli incrociò le gambe dietro la schiena e gli premette le mani sulle spalle, quasi affondandogli le unghie nella carne.
Consapevole di avere ormai il suo completo consenso, Mamoru cominciò ad addentrarsi in quel terreno che era ormai soltanto suo, cominciando a dondolarsi in lei.
Quasi subito, anche Usagi cominciò a cullarsi, accompagnando i suoi movimenti, che stavano diventando via via sempre più veloci.
Le note del tango non li accompagnavano più da diversi minuti ormai, e l’unica musica era quella dei loro corpi che si stavano appartenendo.
Le spinte di Mamoru divennero sempre più regolari, fino a raggiungere l’apice della felicità.
Sentì rilasciare in lei la sua essenza, in quella fusione che completava le loro anime già da tempo unite.
Continuarono, ancora, ancora, fino a quando la passione non esaurì le loro forze, ed esausti, si staccarono lentamente per riunirsi in un abbraccio.
Mamoru le poggiò la testa sul seno, respirando affannosamente così come lei, che prese ad accarezzargli delicatamente i capelli sudati.
 
- Sarò sempre tua.- gli disse, quando riuscì a racimolare un po’ di respiro.
 
- Ed io sempre tuo.- Si alzò per guardarla in viso e sfiorarle le labbra.
 
- Per sempre?-
 
-Sempre.-
 
 
NdA
 
Saaaaalveeee … tornata dopo non so quanto tempo, ma diciamo che ho avuto il mio da fare negli ultimi mesi :/
Ehm … Che cos’è sta robina qua?
Oddio, spero di non aver fatto un pasticcio e che vi sia piaciuto!
Come alcune di voi sanno non mi sento una cima nelle scene rosse!
Insomma, ci ho provato e adesso aspetto l’ardua sentenza!
Attenzione: i tempi di questo incontro tra Usagi e Mamoru sono da collocare a settembre 2010, un mese prima la bufera che ha colpito la Clinica negli ultimi capitoli pubblicati della long, ma non coincidono necessariamente con il concepimento, visto che lì Usagi è già incinta.
Facendo i calcoli non tutto tornerebbe, o meglio, non tornerebbe se si ipotizza il parto alla solita data 30 giugno, quindi il “gran semino” di Mamoru non è detto che abbia centrato proprio in quest’occasione :D
Comunque non è questo che ci interessa, credo :D
Beh, spero sia piaciuto.
Non so esattamente come saranno strutturati i prossimi capitoli, né quando aggiorno la long, ma come ho detto ad alcune amiche qualche sera fa in privato, (avete capito chi siete vero? :D), Katia non si fermerà ancora, ma tranquille, tenterà di giocare la sua ultima carta bomba e le andrà male.
Direi che ho preannunciato abbastanza no? :)
Aspetto i vostri consigli, siate buone!
Vi abbraccio!
 
Lucia

 
 
 
 
 
 
 
   
 
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