3. Qualcosa di strano
Ricordo bene quel giorno al Baratie. Quel giorno in cui i miei occhi videro per la prima volta la ragazza più bella del mondo e con la risata più bella del mondo.
Era seduta a un tavolo insieme ad alcuni suoi amici, e a quello strano ragazzo dal cappello di paglia, Rufy.
È una ragazza allegra e con tanta voglia di vivere. Quando si arrabbia fa anche un po' paura, ma è sempre disponibile per aiutare gli altri soprattutto se si tratta di bambini.
Anche oggi l'ho sognata, da quando la conosco mi capita spesso. Sono sempre sogni belli se c'è lei, e nella realtà è ancora più bella: illumina ogni stanza dal momento preciso in cui entra, specialmente la mattina, quando entra in cucina per la colazione ha sempre fantastici sorrisi sul volto.
Non fa che migliorare il mio umore e con esso la giornata.
Ora sono qui seduto ad osservarla, e lei è affianco a me mentre completa la sua cartina geografica.
-Sai, Sanji-kun, oggi mi sembri più strano del solito.- mi dice all'improvviso spaventandomi.
-Ah si? E cosa trovi in me di così strano?- le chiesi curioso mentre continuavo a fissarla.
-Non lo so… Ti trovo diverso- rispose lei vagamente. Ma forse mi trovava diverso perché si era innamorata di me. Questo si che è il paradiso.
-Non so di cosa parli, non mi pare di essere cambiato.- affermai io.
-Be’ qualunque cosa tu abbia, ti conviene iniziare a preparare la cena, sono già le otto, lo sai che poi Rufy si arrabbierà…- disse sorridendo.
-Hai ragione, mia Dea.
Iniziai a preparare la cena riflettendo seriamente sulle sue parole... Forse ero davvero cambiato, come risultato dei sentimenti più veri e profondi che non ho mai provato per nessun’altra ragazza.