Greenback Boogie
VII
“
Another
One Bites the Dust ”
Are
you ready, hey, are you ready for this?
Are you hanging on the
edge of your seat?
Out of the doorway the bullets rip
to the
sound of the beat
( . . . ) How do you think I’m going to
get along
without you when you’re gone
You took me for
everything that I had
and kicked me out on my own
Are you
happy? Are you satisfied?
How long can you stand the heat?
[9]
◆
“
Hai almeno un’idea del danno che hai causato? ”
L’iniziale
sorpresa di Draco nell’ascensore del Ministero era presto
divenuta rabbia, e l’uomo aveva trascinato Shirley alla
Beirne&Gibson
Associates,
pretendendo che informasse lei stessa il loro capo per quanto
avvenuto, e sperando intimamente che venisse tanto schiacciata dallo
scontro con Monica da rassegnare le dimissioni.
Era stato fin
troppo paziente, più di quanto la bionda meritasse.
Si
trovavano nell’ufficio della Gibson da ben due ore, eppure la
situazione non si era smossa di un millimetro: il legismago
rimbeccava la collega, le rivolgeva insulti più o meno
coloriti e passeggiava ad alta voce nel viale dei ricordi, riportando
alla loro memoria tutti i precedenti fallimenti della Platt. L’ex
Tassorosso avrebbe voluto strozzarlo, ma per tutto il tempo si era
limitata ad ascoltare i due, la testa china e l’impellente
necessità di scomparire.
“
Posso sapere come hai avuto l’idea di fare una cosa tanto
stupida? ”
“ Come non lo so, ma posso dirti quando ”,
aveva sibilato il mago, “Quando ci preparavamo per questa causa
ieri pomeriggio e io le ho espresso detto di non osare provarci ”.
Se
anche avesse voluto partecipare alla conversazione, osservò,
Draco non sembrava intenzionato a permetterglielo.
“ Non mi
sembra di averlo chiesto a te ”.
Monica sembrava aver
ripreso in mano il controllo della situazione, e Shirley sperò
per la propria sanità mentale che la situazione non
precipitasse nuovamente.
L’odio furioso del mago le faceva
venire il voltastomaco.
“ E tu
”, le si era rivolta poi. “ Esigo una spiegazione ”.
“
Mi sembrava la scelta migliore da fare ”, pigolò.
“
Nessuno ti ha chiesto di fare una fottutissima scelta! ”.
Draco
era nuovamente esploso, e se la bacchetta non fosse stata requisita
ad entrambi al proprio arrivo, ella avrebbe seriamente temuto per la
propria incolumità. Non che lui avesse bisogno di magia, per
ucciderla, e la vena pulsante sulla sua tempia le fece sospettare che
anche lui stesse considerando lo stesso scenario, ma sotto
l’etichetta di buon
proposito o
bene
superiore.
“
Avremmo potuto vincere, è stato un colpo di sfortuna ”.
“
Sfortuna
”, la scimmiottò Monica. “ Si è trattato di
mera incompetenza. Prendi la tua bacchetta e sparisci dalla mia
vista, al prossimo errore sei fuori ”.
Ormai esausta da
quell’incontro, la aveva infine congedata, ormai certa di non
poter giungere a nessuna conclusione con il dialogo. Avrebbe preso
altre misure.
Draco borbottò un “Se non c’è
altro…” di rito, già sulla vita della porta.
“
Noi non abbiamo finito ”, lo richiamò.
L’ex
Serpeverde le rivolse un’occhiata interrogative, sentendosi
improvvisamente sotto esame.
Non aveva avuto niente a che fare con
la brava di Shirley Platt, e la Gibson lo sapeva bene.
“
Questa mattina eri strano in aula
”.
“ Si tratta di, io, emh, una faccenda personale.
Sono sinceramente imbarazzato ”.
Apparentemente, quella
mattina non aveva rischiato solo l’onore, in tribunale, quando
la sorpresa
lo
aveva colto alla sprovvista e aveva commesso una serie di errori da
principiante, ma anche di perdere la vita per mano del proprio
mentore, a cui dalla tribuna non era sfuggito il turbamento che lui,
scioccamente, era convinto di aver dissimulato alla perfezione.
“
Non è più personale, se metti in gioco la mia
reputazione e il mio studio comportandoti in quel modo in tribunale,
per di più in un processo che ci sta già facendo fin
troppa cattiva pubblicità ”.
La donna si versò
un bicchiere di Firewhisky, ma diversamente a quanto accadeva di
solito non glielo offrì, troppo furente per pensare alle buone
maniere.
“ Va bene ”, si arrese lui. Affrontare
l’argomento con il capo era l’ultimo dei suoi desideri,
ma poteva scommettere che senza una spiegazione valida non lo avrebbe
lasciato andare, e lui era troppo stanco e troppo sconvolto per
inventare qualcosa che non fosse la verità.
“ Chi era
quella donna? ”, domandò, dritta al punto. Monica Gibson
era nota per non amare i giri di parole, ed essere anzi fin troppo
diretta.
“ Qualche donna? ”
“ L’avvocato
della difesa. La conosci. Intimamente ”.
“ Kylie
Caldwell, signora,
è la mia ex. È tornata in Inghilterra circa una
settimana fa. Non sapevo fosse coinvolta nel processo ”.
Allo
shock e all’indignazione iniziali era subentrata la sensazione
di essere stato ferito non solo come uomo, e come partner, tenuto
all’oscuro e potenzialmente aggirato, seppur la avesse poi
spuntata lui, ma anche come avvocato. Aveva sempre tenuto
particolarmente a cuore la separazione fra la vita privata e quella
professionale, e Kylie lo sapeva bene.
Sperò avesse una
buona spiegazione, per quel tiro mancino, perché la sua
reazione sarebbe stata imprevedibile: Draco era una molla pronta a
scattare.
Monica parve notarlo, poiché lo congedò
subito dopo.
“ Prima di andare via voglio che ricontrolli
gli atti e scopri se c’è un modo di fare appello e
rimediare al disastro della Platt. Stalle lontano finché non
ti sarai calmato ”.
Draco
aveva preso il corridoio che portava al proprio ufficio ancora
inviperito, indispettito dalla situazione e dal comportamento di
Kylie, che con lo scherzo
di
quella mattina era entrata nella lista dei candidati alla sua lista
nera. Ella gli aveva già mandato due gufi, ma li aveva fatti
tornare indietro senza preoccuparsi di inviare una risposta ai suoi
messaggi. In quel momento voleva stare, se non solo, almeno il più
lontano possibile da lei.
“È venuta qui ”, lo
intercettò Hermione, e l’ex Serpeverde non ebbe bisogno
di chiedere per sapere a chi si riferisse.
“ Che voleva? ”,
domandò, apparentemente disinteressato.
“ Parlare con
te. Disperatamente
”,
gli rispose. Non trovava la Caldwell particolarmente piacevole, e
certamente non si entusiasmava all’idea di saperla inserita
nella propria routine, in futuro, ma aveva provato tristezza per lei
quando le si era presentata davanti con un’aria decisamente
meno altera di quella dei giorni precedenti, sinceramente in pena.
“ Se dovesse importunarti
oltre
dille che mi farò sentire io quando vorrò di nuovo
parlare con lei ”.
Hermiione non sapeva cosa fosse successo,
eppure sentì di non potergli permettere di comportarsi così,
di far soffrire quella donna e stare male lui stesso. Per quanto la
piega degli eventi la lasciasse ferita, frastornata e confusa, e
volesse, nel profondo, essere lei a occupare quella posizione nella
vita dell’uomo, l’impossibilità di mettere in
pratica tale desiderio le faceva sperare che Draco non restasse solo
per sempre, ma fosse felice.
“ Oppure potresti sparire
dalla mia vista prima che il tuo tono mi convinca a prenderti a
schiaffi”, lo aveva interrotto, prima che proseguisse, con
cipiglio severo, “ E potresti andare da lei e sistemare le
cose, così lei non mi importunerà
per
chiedermi di te, e tu non mi importunerai
con
conversazioni di questo tipo ”.
Malfoy aveva sbarrato gli
occhi, sconvolto da tanto ardore, ma poi si era trovato nuovamente
sul piede di guerra, così offeso nel profondo da non poter
concepire come possibile
la
sua proposta.
“ Stamattina Kylie ha rappresentato il
Ministero contro Magnus Millett ”, la aveva informata.
“
Lei cosa?
”, aveva squittito lei.
“ Hai capito bene. Mi sono
sentito umiliato. Tradito dalla stessa donna che ho rischiato di
perdere per problemi
di fiducia.
Non ha senso ”.
Hermione si concesse un respiro profondo, ed
elaborò quanto appena appreso.
“ Posso capire la tua
indignazione, davvero. Ha fatto una cosa sbagliata, non è
stata onesta con te su qualcosa che non riguardava il vostro
rapporto, ma il vostro lavoro, cosciente di come influiscano l’uno
sull’altra reciprocamente. Hai ragione ad essere arrabbiato ”,
lo aveva rassicurato. Con uno scatto rapido aveva abbandonato la
sedia girevole, ove trascorreva gran parte della propria giornata
lavorativa, e si era avvicinata all’uomo. Aveva posato le mani
sulle sue spalle, poi lo aveva costretto a guardarla negli occhi.
“
Non puoi dare un senso a tutta la faccenda se non ti confronti con
Kylie, se non ottieni una spiegazione al suo gesto e trovi un modo di
reagire ad essa ”, aveva concluso.
Draco le aveva afferrato
una mano con la propria, delicatamente, carezzandone il dorso con
dita leggere.
“ Grazie ”, sussurrò, così
impercettibile che l’ex Grifondoro non lo sentì.
Grazie
per essere qui, per essere così.
“
Rozzo. Volgare. Maleducato. Insopportabile. Odioso. Vanesio…
”
Shirley avrebbe potuto continuare la lista all’infinito,
tirando su con il naso di tanto in tanto. Era seduta per terra, in
uno degli stretti cubicoli dei bagni femminili, e piangeva da quelle
che le erano sembrate ore. Aveva gli occhi arrossati, dalle lacrime e
dal suo continuo sfregarli con le dita. Era diretta lì, quando
passando accanto alla cucina aveva sentito Draco parlare, e ridere,
di lei con gli altri colleghi, ma l’umiliazione bruciante le
aveva fatto dimenticare perché vi si stesse recando.
“
Egocentrico. Antipatico. Viscido. Maligno ”, e aveva quasi
citato ogni insulto del vocabolario inglese quando la porta
principale si aprì, e il rumore di un paio di tacchi instaurò
un silenzio gelido.
Shirley non riuscì a trattenere un
ultimo, affranto singhiozzo, e poco dopo la nuova arrivata batté
tre colpi sulla porta dietro cui era nascosta.
Si immobilizzò,
nel tentativo di eludere la propria presenza e, possibilmente,
evitare la figuraccia. Le erano serviti anni per costruirsi una
reputazione, alla Beirne&Gibson Associates, la fama di un essere
un eccellente avvocato a discapito delle stranezze, degli errori
grossolani che aveva commesso lungo la via. Non poteva permettere che
la sua immagine venisse rovinata così.
“ Vedo le tue
scarpe ”, commentò una voce che riconobbe ora essere
quella di Hermione Granger.
“ Vieni dentro. Sbrigati
”.
Shirley aprì la porta e la trascinò dentro
per un braccio, richiudendola subito dopo aver dato un rapido sguardo
al bagno, assicurandosi che nessuno fosse presente.
“ Che è
successo? ”, aveva domandato la ex Grifondoro, con una certa
preoccupazione, quando aveva notato gli occhi lucidi e le spalle
tremanti della donna.
La Platt si diede mentalmente della
stupida. Che genere di conforto poteva trarre da lei? Si aspettava
davvero che il braccio destro, e sinistro, dell’uomo che
l’aveva ridotta così la avrebbe ascoltata, supportata e
sostenuta mentre lo insultava?
“ Malfoy ”, confessò.
Posò gli occhi azzurri sul pavimento, timorosa di guardarla.
“
Per l’amor del cielo, cosa ha fatto quell’idiota
questa volta? ”
“ T-ti avrà riferito che
questa mattina in tribunale i-io ho fatto un po’ d-di casino ”,
balbettò Shirley, scossa da una nuova ondata di singhiozzi.
“
Sì, me lo ha detto. Ma non è la cosa peggiore che gli è
successa questa mattina. Non credo che ce l’abbia davvero con
te… Non quanto sembra, almeno ”.
“ L’avere
dei problemi non gli dà il permesso di prendersi gioco di me
con i miei colleghi, o di rimproverarmi davanti al mio superiore. Ha
superato ogni limite ”.
Il pianto di Shirley si era
arrestato, e c’era una nuova consapevolezza nei suoi occhi
quando li incatenò a quelli della riccia.
“ Tu non
sei così, invece. Cosa può legarti tanto a una
persona simile? ”, domandò, sprezzante.
“ Credo
che ora sia tu a sconfinare, Shirley
”.
Hermione era stata volutamente dura, aveva incrociato le
braccia al petto e raddrizzato la propria postura, pronta ad
affrontare, se necessario, una discussione meno pacifica del
previsto.
“ Se vuoi che ti dica che è stato infantile
e perfido nei tuoi confronti, e non solo in questa occasione, posso
farlo. Non sono cieca, né stupida, e se può
interessarti ho più di una volta preso le tue difese, ma non
ti concedo di mettere in discussione il mio
rapporto
con lui. Oltre a esserne completamente l’oscuro, non ti
riguarda affatto ”.
Shirley
si era scusata, apparentemente più calma, poi le aveva rivolto
un sorriso di plastica, prendendole le mani fra le sue e stringendole
piano.
“ Su una cosa non posso ritrattare ”, le aveva
confessato. “ Tu sei migliore
di lui, Hermione ”.
“ Dove vuoi arrivare? ”,
aveva domandato l’altra, sospettosa.
“ A dirti che
quando ti stancherai di sprecarti
in questo modo, cerco un’assistente esecutiva. Pare
tu sia la migliore in città
”.
In realtà a mettere in giro la voce era stata
proprio la Granger stessa, che durante una festa aziendale, dopo
qualche Firewhisky di troppo, aveva annunciato ridendo l’assenza
di persone con le sue abilità nell’area di moltissimi
chilometri al di fuori di Londra.
Hermione non rispose, ma le
scoccò un’occhiata in tralice. Non sapeva se sentirsi
lusingata, per le parole di lei, vezzeggiata come non le capitava da
tempo, o se fosse più opportuno dare ascolto alla parte di lei
che si sentiva indignata per il ritratto diffamante che era stato
dipinto di Draco, e inoltre si sentiva dispiaciuta per Shirley, per
la sua incapacità di vedere come stesse brandendo la stessa
spada con cui Malfoy la aveva ferita poco prima: la
calunnia.
“
A domani, Shirley ”, la salutò, per poi affrettarsi a
uscire dal bagno delle donne.
“
Hai pensato almeno per un momento, mentre eravamo insieme, a dirmi la
verità?
”
Draco non la aveva neppure salutata, all’ingresso
del parco vicino a casa sua. Esso era stato scelto dall’uomo
come terreno neutro in cui avere il decisivo e potenzialmente finale
scontro con Kylie. Quando le aveva scritto quel biglietto, qualche
ora prima, lo aveva fatto perché dentro di sé era
irrimediabilmente arrivato al prendere una decisione: se le risposte
di lei non lo avessero soddisfatto, l’ex Serpeverde si sarebbe
fatto da parte, avrebbe smesso di farle del male e le avrebbe
revocato il diritto di fare altrettanto.
“ In ogni momento
”, aveva ammesso Kylie, distratta, lo sguardo fisso in un
punto, ma la mente altrove. Osservava la cucitura del primo bottone
del giaccone di lui, blu scuro, e intanto cercava di ricostruire
dentro di sé il percorso che la aveva condotta a quel momento,
le scelte cruciali e irrevocabili che, ai suoi occhi, avevano ormai
incrinato quanto di bello avessero mai condiviso.
“ Qualche
mese fa mio padre ha contratto il vaiolo
di drago
mentre faceva uno dei suoi esperimenti. I medici hanno fatto il
possibile per bloccare l’avanzamento della malattia, ma ormai
si era insinuata troppo a fondo nel suo organismo. Sono stati vaghi
nel determinare quanto tempo gli rimanga da vivere, da un mese a un
tetto massimo di dieci anni. È stato lui a voler tornare qui,
in Inghilterra. Dice che non si sente a suo agio a morire in un altro
posto, e al contrario del resto di noi cerca di vivere normalmente,
giorno per giorno. Sembra sereno, in un certo senso. E quando la
Passaporta ci ha portati al Ministero mi sono sentita così
anche io, perché l’essere a Londra significava la
possibilità di rivederti, per quanto tutt’ora mi sembri
sciocca l’idea di credere in questa nostra storia impossibile.
Sono stata fortunata a trovare subito un buon impiego, per giunta al
Ministero, visto il poco preavviso. Nel frattempo ci siamo
riavvicinati, ma prima che potessi rendermene conto i due livelli si
sono sovrapposti,e non sapevo cosa fare, come venirne fuori. Ho
realizzato che la fine era già stata scritta, quindi potevo
solo trarre il massimo dal tempo che avevo ancora a disposizione. Ed
eccoci qui ”.
Draco la aveva lasciata parlare, rispettoso,
sentendosi prima dispiaciuto per il signor Caldwell e poi
infinitamente triste per la donna stessa, il cui tono abbattuto
suggeriva una lotte interiore ben più lunga ed estenuante di
quella che ora si trovava ad affrontare lui.
“ Mi dispiace
per tuo padre ”, le aveva confessato, sincero. “ E mi
dispiace che tu abbia dovuto affrontare anche me, contemporaneamente.
Suppongo di doverti delle scuse ”.
Quando lo aveva
conosciuto, dodici anni prima, l’uomo aveva già
interiorizzato l’umiltà,
seppur accompagnata da una massiccia dose di narcismo, antagonismo ed
egocentrismo. Kylie strabuzzò gli occhi, perché
assistette per la prima volta al manifestarsi di quella che era
stata, seppur lei non potesse saperlo, la più grande conquista
di Hermione: Malfoy aveva imparato l’empatia.
“ Avrei dovuto dirti che rappresento l’accusa contro
Magnus Millett, ma oltre a non sapere come farlo, ero altresì
convinta che il modo migliore per avere un atteggiamento
professionale fosse quello di non discutere mai del caso
privatamente, non prima del necessario ”.
Il messaggio che
Kylie voleva mandargli era piuttosto semplice: se le fosse stata
concessa una seconda possibilità, se avesse potuto viaggiare
nel tempo e decidere diversamente, ella non lo avrebbe fatto. Ora
stava al mago decretare se potesse convivere con quella presa di
posizione.
Per la prima volta era riuscita a porre sé
stessa sopra ai sentimenti che provava per lui, e un moto di fierezza
le indurì per un istante i tratti del viso.
“ Quando
abbiamo finito l’Università aspiravi a qualcosa di più
di un impiego pubblico ”, aveva osservato lui, desideroso di
cambiare discorso e di ottenere risposta ai numerosi interrogativi
che lo assillavano.
“ Ed è tutt’ora così,
ma come ti ho spiegato, ho avuto solo una settimana per dare le
dimissioni nel mio vecchio studio, in cui fra l’altro stavo per
avere un bell’avanzamento di carriera, e il pubblico ministero
e l’unico impiego ben retribuito che sono riuscita a trovare.
Mi dispiace? Eccome. Sono risentita? Per niente. Ho tutta la vita
davanti, l’unica cosa che mi interessa attualmente è che
la mia famiglia al
completo sia
felice per il tempo che le rimane ”.
Kylie non aveva potuto
impedirsi di iniziare a piangere, così l’aveva avvolta
con le braccia e l’aveva stretta a sé. Aveva poi
iniziato ad accarezzarle i capelli all’attaccatura sulla nuca,
ricordando come il gesto avesse il potere di tranquillizzarlo.
“
E se ci fosse una possibilità di essere felice personalmente,
insieme alla tua famiglia al completo? ”, le domandò,
serio.
Ella posò una mano sul suo petto, allontanandolo
appena, e posò lo sguardo sul suo.
“ Non capisco ”,
ammise, aggrottando appena le sopracciglia.
Non aveva idea di
quale tiro mancino Draco stesse cercando di tirarle, ma era troppo
stanca per combatterlo o provare a difendersi. Sperava solo che non
ci andasse giù troppo pesante.
Quando l’uomo proseguì
dovette tuttavia ricredersi, perché oltre a contraddire i suoi
timori la fece improvvisamente sentire orgogliosa: diversamente da
ogni altra donna della sua vita, passata o presente che fosse, Kylie
aveva fatto sbocciare in lui la speranza,
il coraggio di permettersi di sognare un futuro diverso, felice, meno
solitario.
“ La Beirne&Gibson
ha
sicuramente posto per una fuoriclasse come te, Caldwell ”,
aveva iniziato. Draco voleva farle capire che la sua offerta non era
solo personale: era sì una promessa per il futuro, ma anche un
impegno professionale disinteressato, onesto.
“ La paga è
migliore, e anche la compagnia. La vista degli uffici dà
proprio su questo parco…”
Draco l’aveva presa
per mano, l’aveva condotta su una panchina e la aveva fatta
sedere, prendendo posto accanto a lei.
“ Non ho bisogno che
tu mi dia una risposta subito, e ti prometto che la nostra relazione
non verrà influenzata dalla tua decisione. Puoi venire con me
in ufficio domani, possiamo prima chiudere il caso Millett come
avversari e poi pensare al tuo trasferimento, oppure puoi iniziare a
pianificare la tua pensione con la paga ministeriale. La scelta è
tua, Kylie, ma sarei onorato di lavorare con te. E di frequentarti,
se desideri la stessa cosa ”.
La strega si era trovata
senza parole, le labbra socchiuse in attesa di una risposta che ella
parve non trovare per diversi minuti, assorta nella contemplazione
della radura circostante.
Il verde era sempre stato il suo colore
preferito, ed ella si sentiva particolarmente a proprio agio quando
circondata dalla natura e dai suoi innocenti, spontanei spettacoli.
“ Hai fame? ”, le domandò quindi, cambiando
discorso.
La donna aveva bisogno di tempo, e lui aveva intenzione
di concederle tutto quello di cui necessitasse. Seppur fosse la prima
volta che si impegnava tanto in un rapporto con l’altro sesso,
o in un rapporto in generale che esulasse quelli parentali, i quali
erano l’inconscia ragione per cui, di fatto, non ne aveva poi
più creati altri, le sue intenzioni erano estremamente
serie.
“ Da morire ”, ammise lei.
Si incamminarono
verso l’uscita del parco, le mani ancora intrecciate.
[
9 ]
Another
One Bites the Dust,
Queen.
qualche
pensiero.
Bonjour!
Il capitolo sette è ufficialmente online. :)
D'ora innanzi
l'aggiornamento della fanfiction avverrà una volta a
settimana, il venerdì-sabato.
Un ringraziamento speciale a
uomo
senza nome per
la recensione al primo capitolo!
Alla
prossima,
praimfaya
Greenback
Boogie,
1x08 PROMO:
“
LOVE RUNS OUT ”
“
Non
avremmo mai dovuto assumere un ex Mangiamorte
da principio! ”,
aveva esordito uno dei soci più anziani, Bernard Bouch.
Aveva
lavorato in quel luogo fin dalla sua fondazione,
e da ex membro
dell’Ordine della Fenice, ai tempi della prima guerra
magica,
non aveva visto di buon occhio l’assunzione di un
Malfoy,
e di quel
Malfoy
in particolare, con il suo bel tatuaggio sull’avambraccio.
Più
di una volta aveva fatto notare il proprio punto di vista,
ma ora
anche altri sembravano irritati abbastanza
da fare di lui un capro
espiatorio.
“ Questa volta non sentiremo ragioni, Monica
”,
si era inserito Harold Firth, un altro membro importante
dell’assemblea.
“ Se Magnus Millett non sarà
dichiarato innocente dal Wizengamot,
questo consiglio voterà
per chiedere le dimissioni di Draco Malfoy ”.