Scritta sulla soundtrack Cuore in me del musical Il gobbo di Notre Dame.
Cuore in me
CAPITOLO 2
Cuore
in me
Che
sei così spezzato
Sanji
si strinse la cravatta e si passò una mano tra i
capelli biondi, togliendoseli dal viso e infilò una
cuffietta. Gonfiò il letto
e indossò la casacca bianca da chef, allacciandosi i bottoni
dorati. Controllo
le proprie scarpe, si passò le mani
sui vestiti eliminando le pieghe e indossò i guanti.
Entrò nella cucina e
guardò uno dei suoi tagliare rapidamente delle verdure,
un’altra era intenta ad
accendere i fornelli.
“Di
là i camerieri sono già pronti, vediamo di
velocizzare i
tempi” ordinò. Raggiunse un frigorifero grigio
alto due volte lui e lo aprì.
Tirò fuori una cassa colma di aragoste e la
appoggiò sul ripiano, aprì il
rubinetto dell’acqua e aspettò che diventasse
bollente. Controllò che il
purificatore funzionasse e prese un grosso pentolone, lo
riempì d’acqua e lo
mise sui fornelli. Li accese e, nel momento in cui l’acqua
stava bollendo, vi
gettò all’interno l’aragosta. Si
spostò lasciando che il rubinetto venisse
usato da un altro cuoco. Estrasse il crostaceo una volta cotto e ne
infilò un
altro, mise l’aragosta sul tagliere rapidamente, senza
scottarsi e afferrò il
coltello apposito. Pulì rapidamente l’aragosta,
con movimenti rapidi e precisi.
Uno
dei cuochi più giovani l’osservò e
impallidì vedendolo
preparare una trentina di aragoste in una decina di minuti.
<
È così rapido da non sembrare nemmeno umano
> pensò.
“Tu
che cosa fai qui? Sei l’addetto ai piatti, tocca dopo a
te” lo riprese un’altra cuoca. Il ragazzo
annuì e si allontanò.
Sanji
controllò le insalate fatte da altri suoi
collaboratori, spostò le foglie nei vari piatti fino a
renderle delle
composizioni armoniche, aggiunse alcuni ingredienti e le
decorò tutte con i
pezzi di aragosta che aveva già preparato.
Passò
a dedicarsi alle mousse, riprese un suo collaboratore
che stava per sforare di qualche secondo la cottura della carne e
controllò che
gli altri finissero di preparare i fritti misti.
“Accendete
i forni, mandate i camerieri a controllare se
stanno iniziando ad arrivare i clienti in anticipo, fate controllare se
ai
tavoli continua ad andare tutto bene. Oggi ho trovato parecchi
tovaglioli non
piegati perfettamente, se scoprite chi è a fare errori
così grossolani
comunicatemelo. Non tollerò gente così tra i
miei…”. Gli ordini di Sanji
risuonarono nella cucina.
Il
Vice-cuoco lo guardò di sottecchi e schioccò la
lingua
sul palato, occupandosi di tagliare a fette molto sottili
l’arrosto senza far
schizzare il letto di sugo su cui era adagiato.
<
Ultimamente è sempre nervoso. Si getta a capofitto nel
lavoro, lì dove è perfettamente controllato, ma
è diventato aggressivo. Ha gli
occhi cerchiati di occhiaie e minaccia di licenziare un po’
tutti. Così
rischierà di rendere l’aria troppo tesa in cucina
> pensò.
“Ehy, cuocastro,
vado io a controllare in
sala, non c’è bisogno di licenziare nessuno di
questi marmocchi” lo riprese.
Sanji
guardò Zoro e strinse le labbra fino a farle
sbiancare.
“Datti
una mossa, allora, testa ad alga” sibilò.
<
Almeno quando sono qui, nelle mie cucine, cuore in me;
che sei così dilaniato, e mi pare che anche il corpo tu mi
abbia diviso in due;
mi dai un po’ di tregua > si disse.