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Autore: delpierina993    13/06/2009    5 recensioni
Entrando nella stanza, Sakura si accorse che di certo non si sarebbe mai aspettata due cose: la prima che il paziente era seduto sul letto a petto nudo coperto solo da un lenzuolo di lino e da fasciature macchiate di sangue; la seconda che si trattava del fratello di Sasuke: Itachi Uchiha, il Capitano ANBU famoso per le sue capacità e non solo, a quanto pareva.
Genere: Generale, Romantico, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Itachi, Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
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'Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Masashi Kishimoto; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro'.



Ringrazio la mia beta-reader Chiara per avermi aiutato nella correzione di questo e dei successivi capitoli. capitolo 1

“NON SAI MAI COSA ASPETTARTI DALLA VITA”

“Di sicuro oggi non è la mia giornata” pensò distrattamente Sakura mentre attraversava con non poca difficoltà la strada gremita di gente per raggiungere l’amica.
Ino, in seguito ad un mattinata di intenso shopping, aveva deciso di fare un salto in caffetteria per rilassarsi e quindi, ormai arrivata a destinazione, aveva affrettato il passo per entrare nel locale. Solo dopo aver colto un lampo di rosa tra la folla, si era bloccata e aveva chiamato a squarciagola Sakura, ben sapendo che in tutta Konoha (e forse anche in tutto il mondo) l’unica ad avere i capelli di quel colore era proprio l’amica. Sakura aveva riconosciuto subito il timbro acuto che urlava il suo nome e non aveva perso tempo a pensare a un modo per sfuggire al terzo grado che Yamanaka Ino sicuramente le avrebbe fatto: si era fatta forza e, stancamente, le era andata incontro. Ino, invece, aspettandola, lanciava occhiatine pungenti al cameriere che le stava porgendo il menù, tutto rosso in viso per l’imbarazzo e che cercava di guardare ovunque eccetto la bellissima ragazza bionda che ora mostrava un certo interesse nei suoi confronti. Per lui ora persino i minuscoli dettagli intagliati nelle cornici dei quadri della caffetteria sembravano interessanti!
“ Poverino!” aveva pensato Sakura, provando compassione per il cameriere.
“ Veramente la compassione la dovresti provare per te stessa, visto quello che ti aspetta, anzi CI aspetta…” le aveva rimbeccato la sua alter-ego, triste.
Certo, una chiacchierata con Ino, per quanto Sakura detestasse ammetterlo, le risollevava un po’ il morale, ma ora era l’ultima cosa di cui aveva bisogno: esausta com’era, avrebbe preferito tornare direttamente a casa e buttarsi sul letto, aspettando che il sonno la cogliesse.
Ma puntualmente, ogni volta Sakura l'accontentava e iniziava svogliatamente ad ascoltare le avventure amorose dell'amica. Si era abituata all'idea che in tutti questi anni trascorsi assieme, Ino non era cambiata affatto, e che forse non ne aveva neanche l’intenzione; “ Eppure - si domandava la kunoichi - dovrebbe essere abbastanza matura da capire che non deve lasciarsi trasportare dalle emozioni e flirtare con il primo ragazzo carino che le si para davanti... abbiamo vent’anni e portiamo sulle spalle un grande carico di responsabilità, tra cui la serietà, l'affidabilità e la compostezza, anche se a guardare Ino non si direbbe...”.
Il peso delle responsabilità era un pensiero fisso per Sakura da sempre, perlomeno da quando aveva tredici anni ed era riuscita ad affermarsi apprendista del 5° Hokage, Tsunade.
Da quel momento in poi si era impegnata arduamente, lavorando di più, allenandosi ogni giorno e dando il meglio di sé nelle pratiche d’ospedale.
Per sette anni aveva curato feriti, completato con successo missioni ritenute impossibili, restituito la vita a coloro che erano sul punto di perderla tanto da essere definita come una dei ninja medici più forti al mondo. Era riuscita a superare anche la sua Shishō... per quale motivo?
Per non rimanere indietro.
Si era sentita crollare il mondo addosso quando Kakashi era sparito con Sasuke, lasciandola tutto il tempo sola e si era sentita frantumata, come una dolce bambola di porcellana caduta a terra, quando Naruto era partito per ben due anni e mezzo insieme a Jiraya per allenarsi, lasciandola indietro con una promessa le cui parole se l’erano portate via il vento:
“Ti proteggerò sempre, Sakura-chan! Tu sei una delle persone a me più care e ti proteggerò sempre! E’ una promessa che manterrò per tutta la vita, se necessario!”
Sì, come no... Lui se n’era andato e l’aveva lasciata sola... Nei momenti di fallimento lui non era lì. Non c’era mai stato, quando aveva perso delle vite, non c’era mai stato a raccogliere le sue lacrime. Non c’era, Naruto non era lì a sostenerla come una colonna sorregge l’architrave di un tempio, troppo impegnato a migliorare il Rasengan per superare Sasuke.
Ricordò di come Naruto l’aveva lasciata, sola, con quella promessa, ricordò dei bei tempi del Team 7. Già, il Team 7. Che ne era rimasto?
Era rimasta solo lei, la piccola e fragile kunoichi che ad ogni missione finiva per diventare la donzella in pericolo... Quante notti passate a piangere, quante a riflettere sul proprio destino, sul da farsi, e proprio in una notte delle tante aveva deciso di non sottomettersi più e di promettere a se stessa che avrebbe fatto di tutto pur di proteggere coloro che le erano importanti... Ed eccola qui: a distanza di sette anni, ritrovarsi ad essere ritenuta la kunoichi più forte del mondo era un bel passo, ma su cosa poteva contare di più?
D’altronde Sasuke aveva lo Sharingan, Naruto il Kyuubi... lei? Cosa aveva di tanto importante che la metteva sullo stesso piano dei suoi migliori amici?
Certo, “amici” era la parola giusta, perché, da quando erano tornati entrambi, aveva capito che Sasuke era stata una cotta passeggera e che non c’era più tempo per pensare a stupidi ragazzini simili a cubetti di ghiaccio; per quanto riguarda Naruto... Beh, Naruto era rimasto Naruto, lo stesso ragazzo rumoroso e iper attivo di sempre, per lei una sorta di fratello che non aveva mai avuto, un fratello che ogni tanto la faceva indispettire, ma che sapeva sempre far rigare diritto, con qualche pugno. Sakura sorrise, a quel ricordo.
Tornando alla vita reale, Sakura salutò calorosamente la sua migliore amica.
- Ehi, Fronte Spaziosa, che ti è successo?! Sembra che tu non dorma da un decennio!- esclamò Ino, subito preoccupandosi per la salute di Sakura, anche se con un po’ di sarcasmo.
Sakura le rispose irritata: - Ino! Quante volte devo dirti che devi smetterla di chiamarmi così? Non abbiamo più tredici anni e penso che anche tu ormai abbia smesso di andare dietro a Sasuke da un bel pezzo, quindi che ne dici di astenerti dal darmi questi soprannomi ridicoli?!-
- Ok, ok, scusa... Cercherò di smettere- replicò Ino sogghignando; era già un bel traguardo averle cacciato di bocca quelle parole e poi era troppo esausta per dirle che doveva smettere definitivamente, non “cercare”, pensava tristemente Sakura.
- Ad ogni modo... Sakura dimmi cosa ti è successo... Per caso hai avuto una notte movimentata? Eheh, chissà chi è il fortunato-
- Ino!!- Oltre al sarcasmo, aggiungi un secchio di schiettezza, dei capelli biondi, un paio di occhi azzurri ed ecco la formula magica per creare Ino.
- Comunque, no, non ho fatto quello che pensi tu, e se devo proprio dirlo, ho avuto la giornata più brutta ed esasperante della mia vita...-
- Uh oh, la cosa si fa interessante... L’ultima volta che hai affermato di avere avuto il giorno più brutto della tua vita è stato quando hai deciso di lasciar perdere Sasuke, litigandoci oltretutto, quindi devo dedurre che nella situazione c’entri un Uchiha...-.
Sakura emise un sospiro di rassegnazione e le sue spalle crollarono a peso morto contro lo schienale della sedia.
“ Bingo”, pensò Ino e subito espose un sorriso consapevole, aggiungendo: - Dettagli: ora-.
Appena tutti i ricordi le raffiorarono alla mente, Sakura cominciò a diventare rossa in viso e a sfornare parole con un misto di rabbia e indignazione: - Dunque, prima di tutto mi sono alzata al solito orario, decidendo di farmi una doccia e poi di uscire a comprare il necessario per le mie scorte di medicamenti, delle pillole e alcuni rotoli di pergamena... Proprio mentre mi stavo spogliando e stavo entrando nella vasca da bagno, cominciano a suonare incessantemente alla porta... Chi potrà mai essere? Non sapevo proprio chi fosse il rompiscatole! Quindi mi sono messa qualcosa addosso e sono andata ad aprire…-.


NdA: beh, questo è il primo capitolo, spero vi piaccia. Volete delle anticipazioni? Bene: avremo un flashback mooolto interessante sulla giornata di Sakura e il motivo della sua ira...Ah, a proposito: nel corso della storia inserirò anche delle parole giapponesi, in modo tale da renderla più interessante; se per caso non doveste capire qualcosa, basta che me lo diciate!
  
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