Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Rebecca_Daniels    03/07/2017    2 recensioni
*DISCLAIMER: i nomi sono cambiati, ma i personaggi sono chiaramente appartenenti ai One Direction"
E' il 20 Agosto 2013 quando Lexi Golder, ventiduenne londinese per adozione, quasi dottoressa in Storia e fan sfegatata dei The Rush, vede la sua vita cambiare radicalmente. Che cosa potrebbe accadere se una pazza decidesse di sparare al suo grande amore risalente alle scuole medie, nonché cantante della band di cui è innamorata, durante il red carpet per il loro docu-film? Che cosa potrebbe riservarle il destino se per una volta decidesse di fare davvero qualcosa della sua vita? - Un viaggio ironico e introspettivo nella vita di una ragazza più o meno normale che forse capirà come non basta respirare per vivere. Buona lettura & Grazie xx
Genere: Commedia, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
22nd April 2014




Era una giornata stranamente calda per essere solo la fine di Aprile, ma a quanto pareva anche l'inclemente clima inglese aveva deciso di concedere una tregua per il matrimonio dell'anno.
Lexi chiuse la finestra della sua camera e si diresse verso lo specchio che era a pochi passi dal letto, stando ben attenta a non rompersi una caviglia sul marasma di scarpe che aveva sparpagliato su tutto il pavimento. Il vestito lungo in chiffon rosa cipria che Page aveva scelto per le damigelle aveva un gentile scollo a cuore, a dar movimento al corpetto ci pensavano vari strati di tessuto plissettato, mentre la vita era alta e segnata da una fascia di raso nero che dava all'abito un tocco personalizzato anche dello sposo, che altrimenti sarebbe impazzito in mezzo a tutte quelle tonalità di rosetta che si sapeva non essere proprio il suo colore. Ancora le rimbombavano nelle orecchie i commenti di Mia quando aveva visto il vestito, tra cui uno circa il fatto che se fosse toccato a lei far la damigella per Page sarebbe impazzita, perché il rosa non si intonava proprio per niente con il verde dei suoi capelli. Le sfuggì una risata che non passò inosservata alla ragazza in piedi sulla porta, fasciata in un meraviglioso vestito blu elettrico che le arrivava giusto fino ai piedi e che aveva tutto un'elaborato intreccio di pizzi dello stesso colore sulla parte delle spalle e del decolté: Lexi si chiese come avesse fatto a confezionarselo con una sola giornata di lavoro. Ma quella ragazza era Mia Winston e per lei nulla era impossibile.
-Come fai ad essere così dannatamente bella?
Lexi si voltò nella sua direzione chiedendosi se fosse seria ma quando vide l'espressione tutta concentrata con cui la stava guardando capì che Mia non stava assolutamente scherzando.
-Grazie, ma lo sei anche tu... E per la cronaca, credo che David sia un uomo dannatamente fortunato a sposarti.
Le faceva ancora strano pensare che nell'arco di un anno la sua migliore amica sarebbe diventata anche sua cognata, ma le faceva ancora più strano vedere Mia arrossire in quel modo quando nominava il matrimonio o David, forse perché non l'aveva mai vista davvero innamorata come era in quel momento.
-Va bene, cambiamo argomento. Tipo: perché non ti siedi che ti sistemo i capelli??
-Ai suoi ordini, capo.
Lexi si sedette sul bordo del letto e lasciò che Mia si mettesse all'opera.
-Mi fa piacere notare come il tuo sarcasmo sia tornato...
-Ehi, non ti lamentare: ti ho temprata alla vita con tutte le mie battute sarcastiche, quindi dovresti solamente essermene grata.
Mia le tirò appositamente i capelli e Lexi le rispose con una poco delicata gomitata sulle costole, dato che era all'altezza giusta: le era mancato stuzzicarsi fino allo sfinimento con Mia. Ma a quanto pareva non era la sola a cui era mancato qualcosa.
-Sai Lexi, finalmente ti vedo felice e questo non sai quanto questo mi renda altrettanto felice. Insomma, non che prima non ti volessi bene ma sembrava davvero che non fossi più tu... Mentre ora, beh sei davvero qui con me ed io... Sono solo contenta che tu sia tornata.
Lexi sentì una lacrima che cercava di scappare ma la bloccò immediatamente, perché se solo avesse osato sbavare il make up che Mia le aveva appena fatto impiegando tutti i suoi trucchi rispettosi dell'ambiente con ogni probabilità l'avrebbe uccisa sul serio. Però si girò verso di lei e si aggrappò alla sua vita, stringendola come forse mai aveva fatto in vita sua perché le possibilità di trovare un'amicizia come la loro erano meno di una su un milione, ma loro ce l'avevano fatta e Lexi ne era immensamente orgogliosa.
-Grazie a te per non avermi abbandonato.
Lo pensava davvero e voleva dirglielo da così tanto tempo che quando quelle parole uscirono dalla sua bocca le sembrò quasi che un macigno si fosse spostato dal suo stomaco e si sentì più leggera. 
-Senti un po'... Ma al matrimonio dovrò cercare qualcuno con cui farti ballare oppure ti arrangerai?
Lexi sapeva perfettamente che quello era tutto un espediente per scoprire qualcosa sulla situazione tra lei e Nate, ma non aveva alcuna intenzione di caderci, anche perché non aveva la più pallida idea di che cosa rispondere: erano amici o erano qualcosa di più? Si stavano conoscendo oppure erano già assieme? La sua mente vagava nella nebbia più assoluta e di una sola cosa era sicura: da quando si era presentata a quel concerto nulla era più stato lo stesso.
-Allora?!
-Staremo a vedere...
E con quella risposta evasiva si alzò dal letto per vedere che cosa avesse combinato Mia sulla sua testa: tutto sommato i capelli raccolti in uno chignon morbido, con ciuffo e boccoli vari che scendevano sulle sue spalle non era per niente male, quindi le sorrise riconoscente: tanto sapeva che se l'era presa per non aver soddisfatto la sua curiosità. -Senti un po' piccola bacarozza che non sei altro, io ho il diritto di...
Il campanello risuonò per tutto l'appartamento e Lexi le sorrise sorniona.
-Salvata ancora una volta dal provvidenziale campanello.
-Lo sai che sto cominciando a pensare che tu abbia un qualche pulsante che lo faccia suonare ogni volta che io tento di scoprire qualcosa di interessante??
-Tu sei pazza, lo sai vero?
Mia recuperò giacca e borsetta e lo stesso fece Lexi, mentre scendevano le scale cercando di non uccidersi su quei tacchi decisamente troppo alti.
-Non è vero, sei tu che sei un genio del male e faresti di tutto per non dirmi quello che voglio sapere!
Uscirono in Lexington Street e i raggi di uno sfrontato sole di fine Aprile accarezzarono loro la pelle lasciata scoperta dai vestiti da cerimonia e Lexi si sentì bene, estremamente bene.
-Si può sapere che avete da discutere voi due?
-Ancora mi chiedo come facciamo ad essere fratelli io e te, sai?
-Perché queste domande apocalittiche di domenica mattina, Lexi Lex?
-Perché io sono obbiettivamente troppo intelligente per essere imparentata con te.
Lexi gli fece la linguaccia, mentre David le teneva aperta la porta della sua Mini Cooper per farla salire, ma poi si voltò verso di lui e gli posò un poco usale bacio sulla guancia, sussurrandogli un “Stai benissimo così” che, strano ma vero, lo fece arrossire. Da quando aveva ricordato tutto non aveva potuto fermare il suo affetto per suo fratello dal crescere esponenzialmente, come se non fosse già aumentato abbastanza dal momento in cui si era risvegliata ed aveva scoperto che era insieme a Mia. Quando si riscosse dai suoi pensieri, Lexi quasi si pentì di quello che aveva pensato, perché la vista di David e Mia che si baciavano per poco non le fece venir voglia di dar vita ad un inspiegabile fenomeno di autocombustione che le avrebbe evitato quella scena.
-Ehm... Scusate se vi disturbo, ma ci sarebbe anche altra gente qui...
Mia si staccò dalle labbra di suo fratello, pensiero che fece rabbrividire nuovamente Lexi e si voltò con un sorriso assassino stampato in faccia.
-Tu sei l'ultima che può parlare, dato che hai ricevuto una dichiarazione d'amore davanti a sessanta mila persone e ti ostini ancora a non volermi raccontare nulla!
“Va bene, questa me la sono cercata...”.
Era solo che Lexi non aveva la più pallida idea, per l'ennesima volta, di come interpretare il fatto. Mentre la Mini di David correva indisturbata per le strade poco fuori Londra, inoltrandosi nella fortunatamente soleggiata campagna inglese, Lexi si perse a ripensare a tutto quello che le era capitato da quella sera. Dopo la fine del concerto era letteralmente stato il delirio. Solo grazie a Pablo era riuscita a raggiungere il backstage, dove era stata sommersa da abbracci di persone che non era sicura di aver mai visto in vita sua e se anche fosse stato non avrebbe avuto il tempo materiale per riconoscerle. Tra gli altri, era riuscita anche a vedere sia Sophia che Ellie e Lucas, Hugh, Lewis e Zach, il quale le aveva ufficializzato l'invito al suo matrimonio, anche se, parole sue, “Ti avevo già invitato quando tu facevi la Bella Addormentata”. A quanto pareva, la voce che la sua memoria fosse tornata si era sparsa piuttosto velocemente e Lexi non sapeva che fare se non sorridere ed annuire, in balia di tutta quella gente euforica ed agitata. Non capiva bene per cosa, se lo fossero per lei o per il primo concerto del tour andato perfettamente, ma non le importava granché perché una mano che le risultò immediatamente familiare si strinse con fermezza attorno al suo polso e la condusse lungo un corridoio infinito e poi dentro un bagno. Con tutti i posti dove aveva sperato di parlargli, il bagno non era decisamente in cima alla lista, ma in quel momento anche Azkaban sarebbe andata bene. La sensazione della sua mano bollente che si stava lentamente intrecciando con la sua le stava dando alla testa e non era più molto sicura di riuscire a reggersi in piedi.
Nate era davanti a lei, completamente sudato, la maglia senza maniche bianca che si era attaccata in maniera poco opportuna ai suoi addominali appena accennati e i capelli erano così scompigliati che Lexi dovette stringere la mano libera a pugno per frenare la voglia di sistemarglieli. La tirò un poco più vicina a sé e Lexi si sentì avvolgere dal suo profumo e non si ricordò bene se avesse mai inspirato altro oltre a quello in tutta la sua vita. Erano a pochi centimetri l'uno dall'altra e lei non riuscì a trattenersi dall'appoggiare una mano sul suo petto ampio che si alzava sempre più irregolarmente più lei si avvicinava. L'idea di essere lei a causargli quella reazione l'aveva lasciata senza fiato e si era dovuta letteralmente appoggiare a lui per poter continuare a stare in piedi. Non riusciva a staccare gli occhi da quelli di Nate, come se il sol pensiero potesse farla ricadere dentro quel tunnel senza fine da cui lui stesso l'aveva trascinata fuori. Contenevano tutte le tonalità del blu e dell'azzurro e Lexi era quasi certa che stessero diventando irreparabilmente più scure mano a mano che la sua attenzione si focalizzava sempre di più sulla bocca di Lexi, ormai ad un soffio dalla sua. La sua testa, per la prima volta da quando Lexi aveva memoria, si spense completamente e tutto quello che riuscì a percepire furono i battiti accelerati e sincronizzati dei loro cuori. Una di quelle scene da film, una situazione degna dei migliori romanzi rosa e lei l'aveva vissuta davvero. Niente rimorsi, niente paure, niente dubbi: solo una voglia matta di baciare quelle labbra irresistibili. E lo fece.
-Perché stai sorridendo, tu là dietro?
La voce di Mia la riportò al presente e Lexi scosse la testa per accantonare, giusto il tempo necessario di rispondere, quelle sensazioni che le facevano ancora attorcigliare lo stomaco.
-Niente, niente... Sono solo contenta.
Ed era vero: era contenta. Di averlo baciato per prima, di aver sentito prima lo stupore e poi il sollievo sulle labbra di Nate e di aver bagnato quel bacio con delle lacrime di gratitudine per cui sapeva non si sarebbe mai vergognata. Perché se c'era una cosa che aveva imparato in quel mese trascorso con Nate era che non aveva senso preoccuparsi della vergogna, del sentirsi inadatti, del timore di perdere tutto: la vita andava vissuta al momento, così come veniva, altrimenti non ci sarebbe stato più nulla da raccontare. E come avrebbero fatto una storica e un cantautore senza nulla da narrare? Quando Nate gliel'aveva detto, erano entrambi seduti sul divano di casa sua, Lexi con le gambe accoccolate al suo petto, la testa appoggiata sulla sua spalla e le labbra di Nate a darle baci distratti tra i capelli: non erano stati tanti i momenti in cui si erano ritrovati così vicini, ma quei pochi erano tutti impressi nella memoria di Lexi come fossili nella pietra. Stavano parlando di qualcosa di stupido o che forse avrebbe rivoluzionato il mondo, le loro conversazioni danzavano sempre sul filo, perché in fin dei conti le migliori idee nascevano quasi sempre da battute fatte per caso, questa era un'altra verità di cui Nate era fermamente convinto e che, alla fine, era riuscita a contagiare anche lei e Lexi non poteva far altro che ridere. Era proprio mentre rideva, asciugandosi addirittura una lacrima, che Nate le aveva suggerito di vivere la vita come veniva, di non lasciare che niente più la bloccasse, perché loro due avevano il compito di raccontare storie, ma per essere credibili dovevano per lo meno averne vissute alcune. Lexi aveva smesso di ridere e l'aveva guardato davvero, come se fino a quel momento si fosse semplicemente limitata a vederlo e basta e si accorse di amarlo sul serio. Ma non perché fosse bello da togliere il fiato, perché le era rimasto accanto durante i mesi di coma o perché le stava facendo vivere una vera e propria favola... Lo amava perché sentiva che erano destinati a stare assieme. Anche se Lexi non si fosse mai lanciata su quella pallottola, se lui non fosse stata l'ultima persona ad incrociare il suo sguardo, se lei avesse continuato a credere di essere innamorata di Lucas, nulla di tutto questo, alla fine, l'avrebbe tenuta lontano da Nate. Si sarebbero trovati, in un modo o nell'altro, forse in quel preciso momento o quasi al termine del loro percorso su questa terra, non avrebbe avuto importanza perché si sarebbero incontrati. E si sarebbero appartenuti, esattamente come Lexi sentiva di appartenere a lui in quell'istante perfetto in cui c'erano solo loro al mondo. Non era riuscita a dirglielo, ma non aveva importanza: sapeva che Nate sentiva le stesse identiche cose e questo le bastava.
Il rumore dello sportello del passeggero che si chiudeva con irruenza la fece sobbalzare ed uscire da quel torpore in cui pensare a Nate la portava ogni volta. Si sentiva come un'adolescente alla sua prima cotta e non poteva che esserne felice.
Scese dalla macchina di David, salutò la coppietta felice e si diresse direttamente nella piccola depandance in fondo al giardino della maestosa villa dove Zach e Paige avevano deciso di sposarsi. In lontananza poteva scorgere l'enorme gazebo in legno bianco ricoperto di fiori sotto cui si sarebbe svolta la cerimonia, assieme a un centinaio di invitati che stava già prendendo posto nelle eleganti sedute disposte ordinatamente: Page sarebbe stata divina camminandovi in mezzo, sul lunghissimo tappeto bianco tappezzato di petali di rosa che la stava aspettando. Come previsto, dentro alla depandance regnava il caos: Ellie e Sophia, anche loro fasciate in abiti rosa antico dalle fatture differenti, stavano correndo da una parte all'altra del piccolo salottino in stile Luigi XIV, mentre una nube di ragazze e donne in coloratissimi abiti tradizionali indiani giravano attorno alla sposa senza lasciarle lo spazio per respirare. Lexi ancora si ricordava due settimana prima, alla cena di prova, quando Page si era premurata di presentarle una per una tutte le sorelle, le zie e le cugine di Zach, rischiando di ubriacarla a suon di nomi ed aneddoti: lei aveva sorriso, annuito, stretto tante – troppe- mani e poi si era rifugiata da Ellie e Sophia che le avevano fatto i complimenti per essere sopravvissuta.
-Oddio sei arrivata! Dimmi che dentro la pochette hai qualcosa di più forte di succo all'arancia, ti prego!
Caitlin, la sorella appena maggiorenne di Page, era fasciata in un abito nero e rosa che Lexi era sicura di aver visto all'ultima sfilata di Elie Saab e aveva una faccia sconvolta. Essere la testimone non doveva risultarle come una passeggiata di salute.
-Mi dispiace Cait, ma in borsa ho solo fazzoletti e cellulare. Si può sapere che sta succedendo?
-La rimbambita di mia madre si è dimenticata della stupida tradizione che la sposa deve indossare qualcosa di nuovo, qualcosa di vecchio e qualcosa di blu... E indovina che cosa non abbiamo noi?! Qualcosa di blu! Ellie e Sophia lo stanno cercando dappertutto, ma le millemila donne di casa Makil stanno solo facendo agitare Page più del dovuto. Lexi si guardò attorno, anche lei in cerca di qualcosa di blu e poi: ecco la soluzione al problema esattamente sotto i suoi occhi. Si tolse il braccialetto che i ragazzi le avevano regalato e sganciò il ciondolo a forma di rossetto che avrebbe dovuto rappresentare proprio Page: era laccato in smalto blu, cosa c'era di meglio?
-Signore, scusate? Signore, per favore...
Tutte continuavano ad urlarsi contro in un turbine senza senso di parole.
“Fai un bel respiro...”.
-Silenzio!!
Tutte si voltarono verso di lei ed Ellie e Sophia le fecero timidi cenni di saluto. Ma quello che catturò la sua attenzione fu la sposa al centro della stanza che ora era possibile ammirare in tutto il suo splendore. Page indossava un abito a sirena tutto interamente di pizzo, con uno strascico infinito e lo scollo a barchetta. Sembrava una dea con i lunghi capelli biondi sistemati su una spalla in morbidi boccoli e una corona di mughetti a impreziosirle l'acconciatura. Le venne in mente una frase di Hugh che durante un'intervista aveva risposto che per lui la cosa più sexy che una donna potesse mai indossare era il suo sorriso e quello di Page avrebbe illuminato l'intero universo.
-Grazie signore... Per prima cosa: Page sei assolutamente magnifica. Secondo: credo di aver la soluzione al vostro problema.
Fece penzolare il ciondolo di fronte ai loro occhi increduli e le loro espressioni di sollievo le causarono un automatico innalzamento degli angoli delle labbra in un sorriso a dir poco imbarazzante. Page le si fece vicina e le prese le mani tra le sue.
-Ma è il tuo ciondolo, Lexi...
-Me l'avete regalato per simboleggiare la vostra amicizia nei miei confronti e gli amici fanno questo: si aiutano. Quindi prendilo e poi me lo restituirai quando sarai ufficialmente la Signora Makil.
Page non le diede nemmeno il tempo di finire la frase che le saltò letteralmente addosso, incurante del vestito da migliaia di sterline che stava indossando o del fatto che così sarebbero potute finire entrambe per rotolare a terra. Lexi la strinse a sé e pensò che nulla di tutto quello sarebbe appartenuto alla vecchia Lexi ma che le avrebbe fatto decisamente bene.
Dopo quaranta minuti, di cui venti spesi per far andare ai propri posti tutte le donne di casa Makil, il corteo nuziale formato dalla sposa, le sue testimoni Christiane e Caitlin, Sophia, Ellie e Lexi, in qualità di damigelle, riuscì finalmente ad incamminarsi verso il gazebo dove tutti gli invitati ed un emozionatissimo e strabiliantemente affascinante Zach le stavano aspettando. Mentre percorreva quella piccola navata naturale, segnata solo dal tappeto bianco cosparso di petali e da archi di fiori che lo sovrastavano creando una romantica galleria di edere e gigli, Lexi si rese conto di essere inspiegabilmente emozionata. Forse era per l'atmosfera di trepidante gioia e di fervente impazienza che si respirava in quel momento, guardando i sorrisi e le piccole lacrime che solcavano i volti degli invitati, ma la verità Lexi la capì quando arrivò davanti all'altare e i testimoni dello sposo comparvero davanti di lei.
Non vedeva Nate da cinque giorni e le era sembrato di impazzire davvero.
Ogni cellula del suo corpo sembrò risvegliarsi da un torpore in cui Lexi non si era nemmeno accorta di essere caduta e sentì un calore poco familiare salirle alle guance: che stesse arrossendo? Nate era in piedi di fronte a lei, dall'altra parte della coppia di sposi, le mani allacciate davanti che si strofinavano l'una sull'altra come era sua abitudine fare quando era estremamente nervoso, fasciato in un completo grigio scuro, i pantaloni che cadevano perfettamente sulle sue gambe magre, la camicia bianca che risaltava sul gilet stretto, la cravatta a righe bianche e rosa che mostrava il segno onnipresente di Page. I capelli in cui Lexi adorava passare le dita in mezzo, erano leggermente troppo lunghi per essere tirati su, tanto da rendere la forma del suo viso vagamente più affilata e quasi più adulta, anche se era comunque ammorbidita da un'espressione che lei non gli aveva mai visto colorargli il volto. Sembrava ammaliato. Quello era l'unico aggettivo che le veniva in mente ma non riusciva a capire da che cosa o, meglio, da chi.
Poi se ne accorse.
Era lei.
Nate era semplicemente incantato a contemplarla. E Lexi si sentì bella come mai prima di allora, felice fuori dal normale e dall'umanamente consentito, leggera come una foglia d'autunno libera di seguire le correnti, improvvisamente privata di tutte le sue paure, di quelle insicurezze e incertezze che l'avevano sempre ancorata a terra. Si sentì amata sotto quello sguardo fatto di tonalità fredde e pure come i ghiacci dell'Artide. Così sorrise e Nate fece altrettanto, stipulando un accordo che era solo loro e che non necessitava di null'altro se non del loro reciproco impegno ad amarsi con tutti loro stessi.

La cerimonia durò circa un'ora e nessuna delle damigelle si trattenne dal piangere al momento delle promesse, dato che Zach aveva avuto la brillante idea di scrivere praticamente una specie di canzone che aveva tramortito tutte per l'amore di cui era impregnata. Mentre i due neo sposini si incamminavano lungo la navata, Hugh si incamminò a braccetto con una sognante Caitlin dietro di loro, seguiti a ruota da Lucas e Sophia. Nate fece alcuni passi avanti e le offrì il suo braccio, che Lexi prese con un piccolo inchino facendolo ridacchiare, mentre Lewis e Ellie si posizionavano dietro di loro. Erano ormai a metà navata, quando Nate si avvicinò al suo orecchio e, soffiandole piano sul collo, le disse:
-Sei meravigliosa...
Per la seconda volta in quella giornata Lexi si sentì andare letteralmente a fuoco, ma non solo la faccia, tanto che dovette stringere la presa attorno al suo braccio per non cadere rovinosamente a terra. Lo guardò e gli sorrise grata per qualcosa che non aveva la più pallida idea di come esprimere. Ma come sempre, come quando lei era distesa su un letto di ospedale incapace di prendere controllo del proprio corpo, Nate capì lo stesso e lei gliene fu immensamente grata.

Si erano trasferiti per il rinfresco in un mastodontico tendone che era stato allestito nel giardino antistante la villa, occupato su tre lati da una quarantina di tavoli rotondi preparati per ospitare dieci persone, lasciando così al centro della sala un'ampia pista da ballo messa in risalto dal pavimento a scacci rosa e neri, che erano una delle punte d'orgoglio di Page per quanto riguardava la presentazione generale del matrimonio. O almeno così le aveva spiegato Hugh mentre prendevano posto al loro tavolo, giusto a lato dell'enorme scacchiera. A quanto pareva, sia Zach che Page si erano trovati concordi sul posizionare tutti i loro amici alla stessa tavolata, tanto che nell'arco di pochi secondi si creò un vero e proprio finimondo per decidere chi si sarebbe seduto vicino a chi. Fortunatamente, anche in quel caso, Page era stata più previdente e conoscendo gli amici del suo neo marito, aveva già assegnato ad ognuno un posto, così Lexi si trovò seduta in mezzo tra Nate e Mia, la quale aveva affianco David, che a sua volta aveva Caitlin, poi Hugh, Lewis, Ellie, Sophia ed infine Lucas. Non voleva nemmeno immaginare quanto tempo c'avesse impiegato per pensare una disposizione del genere, ma se Lewis non si era ancora lamentato allora ne era valsa la pena.
-Secondo voi Page avrà istruito i camerieri perché ci portino un numero massimo di bottiglie di champagne?
-Lewis che diavolo stai dicendo?
-Ellie conosci abbastanza Page per sapere che sarebbe capace di farlo: sputa il rospo!
-Io e Sophia non vi diremo nulla.
-Soph... Amore mio, luce dei miei occhi, splendore dei miei giorni...
-Lucas non ci provare nemmeno: anche se lo sapessi, non te lo direi.
-Non capisco perché vi importi così tanto del bere...
-Forse perché non tutti si divertono solo contemplando le decorazioni floreali della sala, Hugh!
-Mi dispiace dirlo, ma concordo con Lewis...
-Grazie Mia: sapevo che io e te ci saremmo capiti al volo!
-In caso avesse messo il veto, vado a prendervele io all'open bar: non mi conosce ancora abbastanza per aver allargato il divieto anche a me.
-David, ho appena capito perché Mia abbia scelto te al posto di Hugh...
-Ahia! Questo era un colpo basso... Ma detto da te Tompson, non ci poteva aspettare altro: l'altezza non è mai stata il tuo forte...
La prima risata che arrivò alle sue orecchie fu quella di Nate, che la stava guardando come se gli avesse appena rivelato l'esistenza di un universo parallelo nel suo guardaroba, invece che aver detto una battuta assolutamente banale. Ma a quella seguirono le risate di tutti gli altri ed un tovagliolo rosa che le schivò la testa solo di qualche millimetro lanciato senza ombra di dubbio da un Lewis ferito nell'orgoglio, che poi però si unì all'ilarità generale. E Lexi si prese un secondo per guardare ciò che la stava circondando, o meglio, per osservarlo e imprimerselo nella testa in maniera indelebile. Mai si sarebbe immaginata di poter meritare tutto quello: degli amici che ridevano alle sue battute, che la volevano nella loro vita come se la sua presenza fosse stata essenziale; un fratello con cui aveva recuperato un rapporto che forse non c'era mai stato davvero ma che ora sembrava essere diventato un pilastro portante a cui potersi sorreggere in caso di necessità; una migliore amica che aveva riscoperto ed apprezzato veramente solo dopo quel fatidico giorno e che aveva dimostrato una costanza nei suoi confronti che Lexi ora sapeva essere più unica che rara. E poi c'era lui. Il ragazzo che le aveva restituito la vita sotto così tanti punti di vista che Lexi per un attimo si sentì sopraffatta ed una lacrima calda le scappò prima che potesse fermarla.
-Ehi, babe... Va tutto bene?
La mano che prontamente era andata sulla sua schiena, carezzandola delicatamente, le ricordò che lui era lì per lei, c'era stato e ci sarebbe stato anche in futuro, perché gliel'aveva promesso e Lexi aveva deciso di fidarsi completamene di quelle sue parole.
-Sì, sì... Io... Stavo solo pensando a quanto fortunata sono per avervi nella mia vita.
Nate si fece più vicino, tanto che i loro nasi quasi si sfiorarono e in un sussurro udibile solo a lei, le disse:
-Sei così speciale...
E le lasciò un bacio dolce sulle labbra, come quello che con ogni probabilità avevano ricevuto le principesse delle favole che leggeva da piccola ed in quel momento non le importò nemmeno se la sua testa sembrasse abitata da coniglietti rosa ed unicorni arcobaleno, perché era felice e questo giustificava tutto.
Avevano mangiato per quella che le era sembrata un'eternità, scoprendo che davvero Page aveva messo un tetto massimo alle bottiglie di vino da far arrivare al loro tavolo, ma c'aveva pensato Zach a risolvere la situazione, permettendo a Lewis di raggiungere la tanto sperata allegria alcolica che lo trasformò in un vero e proprio fenomeno da baraccone: Lexi aveva riso così tanto che le guance ora le dolevano. Ormai all'orizzonte, tra gli alberi di melo che circondavano il lato ad ovest della villa, il sole stava tramontando ed una leggera brezza si era alzata, tanto che Lexi si mise addosso la giacca che Nate aveva lasciato sulla sedia vuota accanto a lei. Era sparito da più di un'ora e Lexi stava cominciando a chiedersi che fine avesse fatto, ma la sua attenzione fu catturata dallo svolazzare di abiti e sorrisi che si avvicendavano sulla pista da ballo, ormai gremita. Era rimasta seduta da sola al tavolo, perché tutte le coppie si erano lanciate in pista, dopo che gli sposi avevano fatto il loro primo ballo e Lexi aveva sfruttato la scusa di sistemarsi il vestito per asciugarsi una lacrima di commozione. Non poteva farci nulla: era romantica per natura e non sarebbe mai cambiata, era più forte di lei. Per di più era quasi sicura che l'ematoma che aveva albergato nel suo cervello per cinque mesi avesse seriamente compromesso i suoi condotti lacrimali: l'avrebbe chiesto a Sarah appena si fossero sentite.
Sorrise, sorseggiando un bicchiere di champagne che Lucas le aveva gentilmente versato poco prima mentre Sophia era andata a ballare con una delle cuginette più piccole di Page e si guardò attorno. Rischiò quasi di soffocarsi per colpa delle risate quando vide come Caitilin non riuscisse a tenersi il suo cavaliere per più di un ballo, dato che una fila quasi infinita di signore più o meno anziane richiedevano l'attenzione di Hugh, fosse anche per una sola canzone. Si era quasi decisa a raggiungerlo per alleviare la sua insofferenza, quando la musica si bloccò e il microfono della band emanò un fischio da far accapponare la pelle.
-Ehm... Scusate.
Le ci volle meno di un secondo per riconoscere quella voce ma quasi cinque per riprendere a respirare.
“Che diavolo sta facendo?! I discorsi del testimone e degli amici dello sposo li hanno già fatti... Perché diamine ha quel microfono in mano? Non è nemmeno ubriaco!”.
La folla si bloccò sul posto e l'attenzione dell'intero padiglione si rivolse verso il palco, mentre i camerieri accendevano centinaia di candele sbucate da chissà dove. Il cuore di Lexi perse qualche battito anche se non le era ancora ben chiaro che cosa stesse accadendo, ma lo sentiva, lo percepiva nell'aria e nel formicolio che le scorreva lungo la schiena che qualcosa stava per succedere e non vedeva l'ora di scoprire che cosa fosse.
-Buonasera, buonasera a tutti... So che starete pensando che sono ubriaco ma vi assicuro che non è così, ma anzi volevo ringraziare Zach e Page per avermi dato il permesso di fare quello che sto per fare: siete straordinari e vi voglio bene!
I due sposi, abbracciati al centro della pista, si strinsero ancora di più l'uno all'altra ed alzarono i loro calici in direzione di un Nate sempre più impacciato, che rispose con un piccolo inchino, facendo sorridere Lexi. Forse aveva bevuto più di quanto credeva.
-Non vi ruberò molto tempo, perché so che volete tutti tornare a divertirvi ma ho bisogno di fare una cosa e beh, insomma, credo che... Sì, ecco...
-Nate fallo e basta!!
La voce decisamente troppo alta di Lewis si levò dal mezzo della folla e risatine si diffusero nell'aria, mischiandosi con una leggera fragranza di agrumi emanata dalle candele. -Sì, per una volta hai ragione Lewis... Vorrei chiamare al centro della pista la signorina Lexi Golder. Forza Lexi, vieni...
Con un gesto della mano indicò il centro della scacchiera che improvvisamente si era svuotato di tutti i ballerini che l'avevano riempita fino a pochi attimi prima ed altrettanto improvvisamente più di quattrocento paia di occhi si rivolsero nella sua direzione facendole desiderare che una botola si aprisse di colpo sotto la sua sedia, per inghiottirla in men che non si dica. Vide il sorriso incoraggiante e decisamente divertito di Mia e si rese conto che la sua migliore amica sapesse perfettamente che cosa stesse succedendo ed allora, tutti quei messaggi mandati senza farsi vedere, le domande strane circa il suo sentirsi in imbarazzo davanti alla gente, assunsero finalmente un senso. Si costrinse ad alzarsi, mentre la giacca scivolava lenta dalle sue spalle e sperò davvero di riuscire a raggiungere il centro della pista da ballo senza inciampare sul vestito o, peggio ancora, sui suoi stessi piedi. Vedeva gli sguardi della gente seguirla ed andare da lei a quel pazzo dannatamente bello che se ne stava in maniche di camicia arrotolate, la cravatta ed il gilet abbandonati chissà dove, i capelli vagamente sconvolti dalle mani che chissà quante volte li avevano toccati e tirati, nella vana speranza di calmarsi. Se ne stava lì, sotto la luce di due piccoli riflettori e delle candele a bordo palco, uno sgabello dietro di lui e il microfono vicino alle labbra piegate in un sorriso. Era una delle scene più belle che Lexi avesse mai visto, come se si fosse trovata davvero dentro una di quelle favole che leggeva quando era piccola o ad un gran ballo dello Zar di Russia, al tempo della famiglia Romanov: semplicemente magico.
-Forse saprete tutti chi è Lexi Golder, l'avrete magari letto sui giornali o sentito alla radio o retwettatto su Twitter... Ma vorrei mi concedeste l'onore di dirvi chi è Lexi per me.
La sua voce suonava calda ed intima, come se stesse parlando solo a lei e non ad altri quattrocento sconosciuti. Le sorrise e Lexi si morse il labbro perché la voglia di baciarlo l'aveva travolta senza che se ne fosse resa nemmeno conto e, forse, non le sarebbe importato nemmeno di essere in pubblico se solo lui fosse stato un poco più vicino.
-Vi direi una bugia se vi raccontassi che Lexi era per me una sconosciuta, solo una delle centinaia di facce che aspettavano fuori dal cinema, in quel 20 Agosto... Perché io l'avevo notata. Forse non mi crederete, non l'ho mai rivelato nemmeno a lei, ma mentre stavo aspettando di varcare quelle porte di vetro l'avevo vista ridere ed è per questo che la stavo guardando quando c'è stato lo sparo... Ed ho visto il suo sguardo quando è stata colpita e...
La sua voce si incrinò, come se potesse sentire su sé stesso il dolore di quella pallottola che penetrava nella sua pelle e Lexi fece un passo avanti, perché vederlo così le stava lacerando il cuore e facendo più male di qualsiasi proiettile.
-E non dimenticherò mai il suo sorriso... Lo stesso che ho sperato di rivedere per cinque lunghissimi mesi, mentre facevo di tutto per riportarla da me... Perché la verità è che ero diventato dipendente dal suo sorriso e lo volevo rivedere ancora ed ancora, farlo mio ed esserne l'unica causa... Stupido, vero?
Si grattò la testa, come se si stesse imbarazzando per le sue stesse parole e fu allora che Lexi le sentì salire agli occhi. Calde ed inaspettate cominciarono a scendere silenziose lungo le sue guance e non cercò nemmeno di fermarle, perché nel frattempo stava sorridendo come Nate aveva sperato di vederla fare per mesi.
-Eppure, non so come, ci sono riuscito... E' tornata da me. Forse perché è una delle donne più coraggiose e caparbie che io abbia mai conosciuto, ma è tornata da chi la stava aspettando, solo che all'inizio non poteva essere mia... Non si ricordava di me. Che strano gioco del destino, vero? Eppure sapevo che non potevo darmi per vinto... Le avevo fatto una promessa e mai come quella volta volevo mantenerla. Ho sbagliato... Diamine se ho sbagliato! Ma per questo ti chiedo scusa Lexi, dico davvero: ogni lacrima che hai versato per colpa mia prometto che d'ora in poi la ripagherò con ore di felicità. Perché è questo che voglio d'ora in avanti: essere la causa di ogni tuo sorriso, le braccia che ti sosterranno se mai ne avrai bisogno, il tuo promemoria che la vita vale la pena di essere vissuta, anche se alle volte fa schifo... Perché tu sei fantastica, speciale... Tu sei semplicemente Lexi. Ed è per te che ho scritto questa canzone. Spero non vi dispiaccia se ve la faccio sentire... Beh, questa è per te piccola.
Tra le lacrime, Lexi lo vede sistemare il microfono sull'asta che era apparsa chissà da dove assieme alla sua fidata chitarra, sedersi sullo sgabello che aveva notato poco prima e schiarirsi la voce. Qualcuno fischiò in segno d'incoraggiamento, ma per il resto la sala rimase in un assoluto silenzio ammirato.
E poi cominciò a muovere le sue mani segnate da anni di pratica su quelle corde che potevano essere benissimo quelle del suo cuore e a parlare di lei, della sua storia e di quello che lui vedeva nel loro futuro.

She finds it hard to trust someone,
She's heard the words cause they've all been sung.
She's the girl in the corner,
She's the girl nobody loved.
But I can't, I can't, can't stop thinking about you everyday,
And you can't, you can't, you can't listen to what people say.
They don't know you baby,
Don't know that you're amazing,
But I'm here to stay.
When you lose your way and the fight is gone,
Your heart starts to break
And you need someone around now.
Just close your eyes while I put my arms above you,
And make you unbreakable.
She stands in the rain, just to hide it all.
If you ever turn around, I won't let you fall down now.
I swear I'll find your smile,
And put my arms above you,
And make you unbreakable.
I'll make you unbreakable.
Cause she's the girl that I never had,
She's the heart that I wanted bad.
The song I heard on the radio
That made me stop and think of her.
And I can't, I can't, I can't concentrate anymore.
And I need, I need,
Need to show her what her heart is for,
It's been mistreated badly,
Now her world has started falling apart,
Falling apart.
When you lose your way and the fight is gone,
Your heart starts to break
And you need someone around now.
Just close your eyes while I put my arms above you,
And make you unbreakable.
She stands in the rain, just to hide it all.
If you ever turn around, I won't let you fall down now.
I swear I'll find your smile,
And put my arms above you,
And make you unbreakable.
You need to know that somebody's there all the time,
I'd wait in line, and I hope it yours.
I can't walk away 'til your heart knows,
That it's beautiful.
Oh, I hope it knows,
It's beautiful.
When you lose your way and the fight is gone,
Your heart starts to break
And you need someone around now.
Just close your eyes while I put my arms above you
And make you unbreakable.
She stands in the rain, just to hide it all.
If you ever turn around, I won't let you fall down now.
I swear I'll find your smile,
And put my arms above you,
And make you unbreakable.
Cause I love, I love, I love, I love you darling.
Yes I love, I love, I love, I love you darling.
And I'll put my arms around you,
And make you unbreakable.
 
Sì, lo amava e non c'erano dubbi sul fatto.
E non aveva più importanza il fatto che fossero in un padiglione pieno di sconosciuti, al matrimonio più paparazzato dell'anno, che tutti ne avrebbero parlato chissà per quanto tempo.
Nulla aveva importanza se non la voglia irrefrenabile di raggiungerlo e dirgli ciò che provava in quel momento.
Lexi si mise a correre su quel pavimento a scacchi rosa e neri, i tacchi a schioccare in mezzo agli applausi che erano scoppiati un istante dopo che la canzone era terminata e non si fermò fino a quando non fu davanti a Nate, che era sceso per raggiungerla.
Si perse per un secondo nella purezza paralizzante delle sue iridi chiare e si chiese se fosse davvero pronta per fidarsi a tal punto di qualcuno da affidargli tutta la sua nuova e rivalutata vita... Ma d'altra parte, anche se non ne fosse stata completamente sicura, ormai era già successo, nell'istante esatto in cui Nate era entrato dentro quella stanza d'ospedale ed aveva fatto partire la sua canzone preferita, sfiorandole delicatamente la mano.
Lui c'era stato, c'era e ci sarebbe stato.
Si lanciò su di lui e giusto ad un soffio dalle sue labbra glielo disse:
-Ti amo, Nate.
Lo baciò come se fosse stata l'alba di un nuovo mondo o come se fosse stato l'ultimo giorno della terra così come l'avevano conosciuta, ma in fondo non aveva grande importanza.
Perché Lexi era pazzamente innamorata, dannatamente felice, ma soprattutto si sentiva viva. 

The End... Or just the Beginning...


Hi sweethearts!!!!
Eccoci dunque alla fine. O forse, solo all'inizio.
Quando ho scritto questo ultimo capitolo del racconto di Lexi ho percepito l'ormai familiare senso di vuoto che mi assale ogni qualvolta concluda una storia, ma in questo caso è stato affiancato dalla strana sensazione che, in realtà, la storia non sia mai finita davvero. I Nexi continuano ancora ad albergare nel mio cuoricino, nonostante siano passati più di tre anni e di cose ne siano cambiate parecchie.
Per prima cosa direi che sia doveroso un COSMICO GRAZIE a chiunque abbia letto, commentato o anche solo scorso velocemente questa storia (e sì, parlo soprattutto di te @_namelessmarti che hai avuto la pazienza, la passione e il coraggio di condividere con me non solo le tue opinioni, ma anche pezzi della tua personale storia: sei una ragazza davvero speciale **).
In secondo luogo, vorrei ringraziare quei cinque disgraziati (sì, pure Zayn nonostante i miei rapporti difficili con gli abbandoni), per avermi sostanzialmente dato un biglietto sempre valido per fuggire dalla realtà.
In terzo luogo vi informo che i Nexi vi salutano dal loro nido d'amore e che sperano di sentire presto i vostri pareri sul loro viaggio assieme.
Infine, volevo solo ricordarvi che la sottoscritta scrive un po' di tutto (qualche Larry, tanti racconti ed ultimamente più di qualche storia su Joe Sugg per motivazioni x ^^) e che dunque sarebbe felicissima di ritrovarvi anche lì, perché so già che mi mancherete un sacco -.-
Detto questo, non mi resta che ringraziarvi ancora, ricordarvi che mi potete trovare anche su twitter at @93ONED e niente
Lots Of Love xx
Rebecca_Daniels
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Rebecca_Daniels