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Autore: Crilu_98    05/07/2017    2 recensioni
C'era una volta... Una bambina sperduta. Una ragazza innocente nelle mani di una crudele matrigna. Una fanciulla addormentata. Una sensibile lettrice dal cuore puro. Una bellissima principessa in cerca di libertà. Una valorosa guerriera.
O forse no.
C'era una volta un bosco oscuro, dove tutte le storie hanno inizio. Storie che narrano di segreti pericolosi ed antiche umiliazioni, ma anche di amicizia, d'amore e di magia. La lotta tra il bene e il male è più confusa di quanto siamo abituati a credere e la strada verso il lieto fine non è mai stata così tortuosa.
Siete pronti a scoprire le verità nascoste delle fiabe?
Genere: Avventura, Horror, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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Grimilde era davvero tentata di spingere a terra la pesante cornice dello Specchio e mandarlo in frantumi: non riusciva più a sopportare il suo ghigno sinistro e strafottente.
"Però in quel modo sarei davvero perduta… Le anime che ho piegato alla mia volontà mi trascinerebbero con sé!"
Rabbrividendo, si appoggiò con una mano al tavolo del suo antro privato.
-Specchio!- ordinò, con solo l'apparenza di un'altera sicurezza -Mostrami la battaglia!-
-Come desideri, mia Regina!- mormorò sornione il volto beffardo, dissolvendosi nell'immagine confusa di una lotta senza quartiere, in cui i suoi Spettri venivano decimati dall'ossidiana e da legioni di djinn.
La Regina strinse le labbra in una piega angosciata.
"Sto per perdere tutto!" pensò, sgomenta.
Ad un suo gesto, il volto dello Specchio tornò ad osservarla con i suoi occhi innaturali, mentre lei si aggirava per la stanza senza meta, come una bestia in trappola.
Alla fine, Grimilde si risolse a chiedergli un ultimo consiglio. Lo Specchio la ascoltò e sorrise, pronto a rilasciare in quel mondo un altro artefatto del suo corrosivo potere…
 
Biancaneve avvertì un richiamo e per istinto seppe che non apparteneva al campo di battaglia.
Aveva le braccia stanche ed atrofizzate, oltre che coperte di tagli, fango e sangue: combatteva da ore con il solo ausilio della sua maledizione ed iniziava a vacillare. Inoltre, aveva assistito all'orribile morte di numerosi dei suoi uomini, dilaniati dagli Spettri in una carneficina che avrebbe popolato i suoi incubi per molti anni avvenire.
I djinn avevano contribuito a ribaltare le sorti della battaglia, che però sembrava infinita: dopo ogni mostro abbattuto ce n'era un altro e le schiere degli Spettri si riversavano su di loro incessantemente.
La ragazza si chiese dove fosse Jasmine, se fosse riuscita a resistere alla sua metà demoniaca o se le avesse già ceduto il controllo: aveva perso di vista tutti, in quel caos.
"Ho fatto bene a cacciare James: non sarei sopravvissuta all'incertezza di saperlo a combattere qui… Di nuovo questo suono!"
Eppure non era un suono: riflettendoci, Biancaneve comprese che era più una vibrazione che sembrava riecheggiare nelle sue stesse vene. Fremette, ansiosa ed agitata, quando all'improvviso si trovò a correre verso il castello alla cieca, senza nessuno a guardarle le spalle, smaniando per trovare la fonte di quel richiamo.
Ebbe un solo attimo di esitazione: stava per scivolare dentro la porta socchiusa della falconeria ormai abbandonata, quando il suo senso del dovere cercò invano di richiamarla alla battaglia, alla testa del suo esercito. Ma subito quel pensiero si perse nell'ossessivo ed incalzante bisogno di entrare, correre e scoprire… Qualcosa.
 
James la vide muoversi in maniera innaturale e capì quasi immediatamente che Biancaneve non era in sé:
"Sembra non avere controllo sul suo corpo! Ma cosa sta facendo?"
La tenne d'occhio a distanza, tentando invano di raggiungerla attraverso la massa compatta degli Spettri: per quanto facesse roteare e sibilare la sua ascia non riusciva ad avanzare in nessuna direzione. Impotente, la vide sparire all'interno di una porticina dimessa che nessuno aveva notato.
"Cosa crede? Di poter affrontare Grimilde da sola?"
James si lasciò sfuggire un ruggito infuriato, che esprimeva frustrazione e dolore.
Aveva lentamente accettato l'idea di amare quella ragazza malinconica ed irraggiungibile ed era convinto di essere ricambiato: nonostante la rabbia iniziale, aveva addirittura compreso perché lei lo avesse allontanato. Ma il terrore di saperla in pericolo senza poterla aiutare lo rendeva istintivo ed irrazionale, in preda ad un impulso di ferocia che non aveva mai avuto.
"Sono un cacciatore di taglie!" si ripeté, nel tentativo di calmarsi "Sono abituato ad essere paziente… No, no, non posso! Lei è lì dentro, in pericolo, da sola!"
Un pensiero improvviso rischiò di farlo finire tra gli artigli di uno Spettro: fin dall'inizio Biancaneve gli era parsa irraggiungibile perché era così che lei stessa si era abituata a vedere sé stessa.
"Non è solo la maledizione! Probabilmente, nel profondo della sua anima, lei non ha mai compreso di non essere sola… E ha continuato ad agire come ha sempre fatto, senza fare affidamento su nessuno!"
Animato da una nuova energia e da una rinnovata determinazione, riprese la sua faticosa strada verso il castello, giurando che, se avesse avuto la grazia di arrivare in tempo, non l'avrebbe lasciata sola mai più.
 
Non lontano da lì, Aladdin stava meditando sulla scelta più difficile della sua vita ed aveva il volto rigato di lacrime… Lui che, come Jasmine, non aveva mai pianto durante i lunghi anni di prigionia e schiavitù, nonostante le torture e le angherie di Jafar!
Ma di fronte al mostro in cui la donna che amava si era trasformata, il ladro voleva solo chiudere gli occhi e trovare un modo per tornare a qualche ore prima e non farle quella maledetta promessa.
"Ti odio!" pensò, rabbioso e disperato "Non dovevi farmi questo!"
Aveva assistito con un'impotenza straziante a come Jasmine avesse tentato di resistere al djinn, aveva visto il suo corpo – lo stesso che lui aveva sfiorato ed accarezzato con devozione – contorcersi in preda ad orribili spasmi e poi deformarsi. La sua pelle aveva assunto una tinta verdognola, le erano spuntati gli artigli e le zanne e gli occhi le si erano illuminati di una luce crudele. Non era più la sua Jasmine, ma un djinn assetato di sangue e vendetta che si era unito con gioia ai suoi fratelli nello sterminio degli Spettri.
Ma ora che l'armata di Grimilde iniziava a vacillare, la nuova Jasmine era inquieta ed insoddisfatta e si stava per rivolgere contro i suoi stessi compagni d'armi.
"Questo non posso permetterlo!" pensò Aladdin, scivolando agilmente alle sue spalle e richiamandone l'attenzione con un basso fischio provocatorio.
Mentre fissava quelle iridi estranee, crudeli ed indifferenti, il giovane ladro sospirò, estraendo il suo fidato pugnale.
Onore, amore, fedeltà… Fino a poche settimane prima gli erano sconosciuti; la sua vita era avventurosa, certo, ma senza una meta. Ora che l'aveva trovata, adesso che aveva assaggiato una gioia così esaltante e totalizzante come quella che Jasmine gli aveva regalato… Beh, Aladdin sapeva che non sarebbe più riuscito a vivere senza.
-Oggi saremo in due a morire!- mormorò solennemente. La ragazza sorrise, mostrando i denti aguzzi in un ghigno demoniaco, e si slanciò su di lui.
 
Biancaneve attraversò le stanze del palazzo deserto quasi in punta di piedi, riscoprendo in quel silenzio i luoghi della sua infanzia. Ora che la presenza di Grimilde sembrava essersi fatta meno opprimente, i corridoi del castello tornarono ad essere ampi e sgombri, le stanze meno buie e sporche dell'ultima volta che le aveva attraversate… La ragazza sapeva che ogni passo la conduceva più vicina allo studio segreto di Grimilde, l'antro oscuro in cui aveva messo piede poche volte, ma che le faceva ancora scendere dei brividi freddi lungo la schiena.
Era certa che il misterioso richiamo provenisse da là, ma nonostante fosse sola contro la sua matrigna, non aveva paura: percepiva che era così che doveva andare, in qualche modo.
Lei, Grimilde e l'ossidiana come giudice implacabile di quell'ultima sfida.
"La chiave è nella maledizione!" si disse Biancaneve, spingendo con circospezione la porta socchiusa dello studiolo "Siamo entrambe legate all'ossidiana… E chi saprà piegare meglio questo potere al suo volere vincerà!"
Grimilde era una negromante esperta e senza scrupoli, che aveva passato anni ad affinare le sue tecniche, ma lei aveva dalla sua un potere corrosivo immenso, la rabbia covata per troppo tempo e anche una grande speranza per il suo regno.
Per la prima volta non sentì la sua responsabilità di principessa come un peso, ma come un onore e fu quella consapevolezza galvanizzante a spingerla ad entrare con decisione nella stanza in penombra.
L'ordine che vi regnava era inquietante: sembrava che fosse abbandonata da secoli e Biancaneve sbatté più volte le palpebre per accertarsi che lo strato di polvere sui libri impilati negli scaffali fosse effettivamente lì. Le candele erano spente e pulite, il tavolo sgombro fatta eccezione per una mela rossa, così lucida da sembrare finta. Con sua estrema sorpresa, la ragazza avvertì il suo stomaco brontolare e si costrinse a non avanzare verso quel frutto invitante e succoso.
-Grimilde!- gridò -Vieni fuori!-
La luce accecante che si diramò dallo Specchio la fece sobbalzare e quasi urlò per lo spavento e la tensione. La cornice dorata era vuota: emanava solo un freddo alone bianco ed intermittente che sembrava prendersi gioco di lei.
La ragazza si avvicinò, curiosa e sospettosa e vide che qualcosa sembrava pulsare e lottare al di sotto della superficie. Per un attimo vide il volto dello Specchio, lo sguardo alieno e crudele, i lineamenti privi di qualsiasi caratterizzazione, la bocca aperta in un ringhio furioso: la creatura cercò di imporsi su ciò che le vorticava attorno per affacciarsi dalla cornice della sua prigione, ma fu ricacciata indietro.
Finalmente il vetro tornò limpido e un nuovo viso la osservò con gli occhi pieni di lacrime. Biancaneve fece istintivamente un passo indietro: la donna appena apparsa aveva il volto cosparso di rughe e terribili piaghe, i capelli incanutiti e la schiena ingobbita, ma era certa di non sbagliarsi.
Era una persona che conosceva bene.
-Grimilde?- sussurrò, incredula.
-Non lei.- mormorò la figura con voce gracchiante e fievole -Non la Grimilde che hai conosciuto, no. Io sono solo una parte di lei, una parte dimenticata, schiacciata e vilipesa. Non vedi come mi ha ridotto? Davvero non sai chi sono?-
Mille risposte diverse le si affacciarono alla mente, ma Biancaneve non ebbe il tempo di chiederle se fosse l'anima della Regina, o la sua coscienza, o il suo cuore. La vecchia tentò di rimanere aggrappata alla cornice, ma con uno strattone fu sbalzata via dal ghigno trionfante dello Specchio. E dietro di lui, la ragazza vide la vera Grimilde con il pugnale alzato, pronta a colpirla.
 
 
Angolo Autrice:
Finalmente libera :D
Purtroppo, visto che mi trasferirò al mare non so se e quando avrò internet per riaggiornare, perciò oggi posterò anche i capitoli di The city e Fidati di me.
Ci stiamo avvicinando alla resa dei conti e le cose non sembrano andare molto bene per i nostri eroi… Che ne dite dello specchio alla Dorian Gray? Alla fine, tutti hanno un granellino di bontà nel loro animo, anche Grimilde xD
 
Crilu
   
 
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