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Autore: Sphinx    16/04/2005    7 recensioni
Harry Potter è sopravvissuto a molte battaglie, ma siete sicuri che un ragazzo di sedici anni possa anche sopportare il peso del suo sfortunato destino? Questa storia inizia anni dopo che Harry è venuto a conoscenza della profezia, anni dopo che è fuggito, mentre la guerra infuria. E mentre sarà costretto ad affrontare il proprio passato dovrà anche condurre una partita a scacchi molto particolare...
Genere: Azione, Drammatico, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley, Tom Riddle/Voldermort, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La stanza era fiocamente illuminata, tanto che vedere qualcosa nella penombra era difficile quasi come uscire all’aperto e cercare di trovare una direzione nel buio senza stelle

La stanza era fiocamente illuminata, tanto che vedere qualcosa nella penombra era difficile quasi come uscire all’aperto e cercare di trovare una direzione nel buio senza stelle.

Notte fuori le alte finestre.

Notte nella calma ovattata della stanza.

Notte nell'animo del giovane che sedeva in silenzio nell'oscurità.

La scacchiera innanzi a lui era praticamente invisibile ma a Harry Potter non occorreva la luce per sapere come stava andando quella partita, ancora in corso. Ricordava a memoria la posizione di tutti i pedoni, i cavalli, gli alfieri... del suo esercito e di quello, meno danneggiato, della Morte.

- Stai perdendo...- gli aveva bisbigliato una sera, con quella voce piatta e vuota.

- Non perderò- aveva assicurato Harry, osservandola negli occhi, con sfida. - Vincerò e poi sconfiggerò anche l'Oscuro...

Vedeva quelle immagini nella mente, mossa dopo mossa poteva ripercorrere l'intera partita. E, nelle lunghe ore di attesa, piano piano, sempre nella sua mente aveva preso forma una strategia. Una strategia per sconfiggere il suo implacabile avversario e costringerlo ad andarsene per sempre, a lasciarlo lì, nel luogo in cui per lungo tempo aveva avuto paura di tornare, la sua casa: Hogwarts. Lasciarlo libero di partecipare alla lotta contro Voldemort, intensificatasi nelle ultime settimane.

Si sfiorò la spalla ferita e bendata: aveva partecipato ad uno scontro pochi giorni prima. Il suo primo scontro contro un piccolo gruppo di Mangiamorte. Con sorpresa aveva scoperto di ricordare ancora tutti gli incantesimi che aveva appreso sui banchi di scuola, e che credeva di aver dimenticato da tempo.

Quella sera era in programma una nuova missione. Avrebbe voluto partecipare, in parte per rendersi utile e in parte perché era Ron a guidare quella spedizione. Non erano ancora riusciti a parlare. Ron non gli voleva parlare...

Dannata spalla, pensò amaramente. Senza quell'impiccio sarebbe stato fuori, a stanare Mangiamorte. Invece era costretto a restare nella scuola, in attesa.

BAM!

-HARRY!-

Una porta che sbatte e una voce concitata, ma anche colma d'emozione.

Harry vide la luce provenire dal corridoio, riversarsi nella stanza dalla porta spalancata e una figura che cercava a tentoni di arrivare a lui.

- Lumus!- sussurrò, e riconobbe nella sagoma Hermione; un nuovo taglio sul volto ma anche un gran sorriso sulle labbra.

- Oh, grazie Harry! Non ci avevo pensato!- disse quasi impacciata osservando la bacchetta accesa del giovane. -Vieni! Devi venire subito: abbiamo catturato... Oh! Vieni, insomma!-

Harry avrebbe voluto chiedere com’era andata quella spedizione, conoscere i dettagli... ma la ragazza lo prese per una mano e lo condusse velocemente in corridoio, giù per le scale.

Aveva solo capito "catturato", ma chi? Un Mangiamorte?

Era difficile catturarli: in parte per la loro straordinaria capacità di Smaterializzazione e in parte perché preferivano tutti morire piuttosto che essere acciuffati e sbattuti sotto la custodia dell'Ordine.

Scesero altre rampe di scale e, man mano si avvicinavano alla sala d'ingresso incontrarono sempre più gente, diretta nella loro stessa direzione. Sembrava che tutti gli abitanti della scuola si fossero svegliati e si stessero radunando al pian terreno.

Harry presuppose fosse successo qualcosa di eccezionale e si dedicò all'ascolto delle mille voci che gli vorticavano intorno:

- Ma è proprio lui?-

- Sì... a quanto pare. E' veramente lui!-

- E' una svolta sensazionale... sarà utile?-

- Puoi scommetterci...-

A quanto pareva erano tutti più informati di lui.

- Hermione, mi vuoi dire cosa...- le parole gli morirono in gola mentre giungevano alla scalinata principale: la sala d'ingresso gremita ai loro piedi e il pesante portone di Hogwarts era spalancato.

Un piccolo manipolo di uomini stava trascinando dentro ciò che a Harry, almeno in un primo momento, apparve un ammasso informe di abiti neri. Per un attimo temette scioccamente che si trattasse della Morte, poi si rese conto dell’assurdità di quella ipotesi e notò braccia e un volto pallido che si dibattevano furiosamente.

Harry spalancò la bocca, rimanendo immobile sul pianerottolo.

Il giovane era ghermito da mani robuste e almeno una dozzina di bacchette erano puntate alla sua gola. Sembrava anche che volesse urlare, che stesse provando con tutto se stesso a strillare ma dalla sua bocca non usciva alcun suono.

Un incantesimo tacitante…

I capelli erano arruffati.

Spighe di grano in un campo incolto…

Harry se li ricordava lisci, fini e impeccabili.

Cosa ne è stato della tua vita perfetta?

Il volto solitamente pallido era di un colore bianco spento.

Il pallore della morte…

I vestiti cascavano sulle esili spalle.

Sono tempi difficili anche per voi Mangiamorte…

Gli occhi grigi urlavano odio, disprezzo e rabbia.

Ma i tuoi occhi non sono cambiati…

Il giovane Mangiamorte alzò il capo, i loro occhi si incontrarono e lo sguardo gelido trafisse Harry mentre il biondo incurvava le labbra in un ghigno e sillabava lentamente: - Har…ry... Pot…ter-

Draco Malfoy…

*

- Siamo stati dannatamente fortunati a catturarne uno vivo!- esclamò con veemenza un membro dell’Ordine che aveva partecipato a quella fortunata spedizione.

- Ora però dobbiamo riuscire a ottenere il massimo delle informazioni possibili da lui- annuì Ron, in piedi accanto al tavolo nella grande sala dove era in corso una riunione improvvisa.

- Sì… una vera fortuna- mormorò Silente, seduto sul suo scranno. Tra le mani stringeva il bastone che gli consentiva di reggersi ancora in piedi anche se, molti, ritenevano che fosse la sua straordinaria volontà a permettergli ancora di tirare avanti, nonostante gli anni e i numerosi affanni.

Harry era sprofondato in una poltrona nell’angolo. La vista del suo più acerrimo nemico dei tempi sella scuola lo aveva scosso, ma sapeva bene ciò che comportava: finalmente l’Ordine aveva la possibilità di interrogare qualcuno che apparteneva alla più ristretta cerchia dell’Oscuro. I pochi Mangiamorte catturati in passato erano tutti semplici pedine nelle mani di un mago pazzo e potente, ma Malfoy poteva quasi essere definito il suo braccio destro.

- Quello di Ron è stato un eccellente lavoro- si complimentò uno dei maghi presenti. -Senza di lui non avremmo quel farabutto tra le mani, né questa eccezionale possibilità. Sai che significa, vero Albus?-

- Ma certo…- disse stancamente il vecchio preside, sembrava che ogni parole gli costasse un immenso sforzo.

- Senza contare che Voldemort non sa ancora che abbiamo noi il giovane Malfoy- iniziò un mago anziano ma con una straordinaria vitalità negli occhi azzurri. - C’è stata molta confusione e i Mangiamorte che abbiamo sorpreso si sono un po’ dispersi. Ron ha duellato con Malfoy mentre noi tenevamo occupati gli altri, che non si sono accorti che il loro capo era capitolato. Così mentre battevano in ritirata uno dei nostri si è trasfigurato ed è andato con loro. Non si sono accorti di nulla, credono che Malfoy sia ancora con loro-

- Per quanto credi che riuscirà ad ingannarli? Imbecille: credi veramente che il Signore Oscuro non si accorgerà di nulla?- sibilò Severus Piton. Non era cambiato molto da come Harry lo ricordava ai tempi delle scuola; solo le sue guance si erano fatto più scavate e la pelle si era tesa sopra gli zigomi. L'espressione comunque era quella di sempre.

- Perché non cerchi di essere un tantino positivo, dannazione!- si infuriò lo stesso mago che si era complimentato con Ron.

- Perché a differenza di te non offusco la realtà con insulse fantasie: vedo i fatti come stanno e non mi faccio illusioni... Silente: non abbiamo tempo!- sbottò in risposta.

Il preside rimase un attimo in silenzio, mentre tutti trattenevano il respiro: - Tempo... quando mai abbiamo avuto tempo? Ma Severus ha ragione: dobbiamo agire in fretta, prima che si accorgano dello scambio e sia troppo tardi, propongo...

BAM!

Per la seconda volta in quella serata Harry sobbalzò al rumore di una porta sbattuta e, per la seconda volta, vide entrare un'agitatissima Hermione. Faceva scattare nervosamente le dita di una mano mentre nell'altra teneva una fiaschetta trasparente, vuota.

- Professore, scusi... Buona sera... l'interrogatorio... lui... non funzione... cioè sì ma vuole...-

Lo sguardo di Silente, fisso sulla giovane, si addolcì appena: -Signorina Granger, credo che nessuno in questa sala abbia capito una sola parola di quello che ha appena detto...-

Hermione, nonostante la drammaticità della situazione, arrossì e riprese poco dopo: -Volevo dire... Abbiamo somministrato a Malfoy il Veritaserum, ce ne è voluta davvero una dose abbondante per ottenere la sua sincerità... credo sia stato addestrato ad opporsi a pozioni di questo tipo ma alla fine si è piegato, solo che... non vuole rispondere... dive che risponderà solo se ad interrogarlo sarà Harry-

Una dozzina di visi stupiti si voltarono immediatamente nella direzione del giovane Potter, ancora sprofondato in poltrona e più sbigottito che mai.

- E' fuori discussione!- tuonò Ron infrangendo il silenzio basito della sala. -E' tornato da quanto? Un mese e mezzo e già dovremo fidarci di Potter fino a questo punto? Chi ci dice che negli anni in cui è stato lontano non sia diventato complice di Malfoy!-

Harry rimase ancora più sbigottito: se quella parole fossero state pronunciate da qualunque altra persona sarebbe stato diverso ma che Ron, Ron potesse pensare una cosa del genere...

Hermione emise uno strano gemito che però fu coperto dalla voce fredda e atona di Piton che, ruotando in direzione del preside, sussurrò: - Non abbiamo tempo...-

Di nuovo nella stanza fu silenzio finché Silente non parlò, scrutando il volto contratto di Ron: -Non abbiamo altra scelta se non piegarci alla richiesta di Malfoy... l'esigenza ce lo impone... Harry, te la senti, vero?-

Harry annuì con nelle orecchie i borbottii di Ron che se ne andò velocemente sbattendo la porta dietro di sé.

*

- E’ fantastico vederti Potter…- sussurrò Malfoy con voce falsamente cordiale non appena Harry lo raggiunse, scortato da Piton e da tre maghi dell’Ordine. -Non vorrei doverlo ammettere, ma mi sei mancato…-

Il giovane stava per rispondere ma il suo vecchio insegnate lo afferrò per un braccio e gli sibilò velocemente nell’orecchio: - Non sei qui per giocare, ricordatelo. Quindi sbrigati e per una volta cerca di non deludere tutti…-

- Non si preoccupi…- borbottò Harry a denti stretti liberandosi dalla stretta e, rivolto a Malfoy: - Volevi parlare con me: bene, sono qui. Parla!-

Draco storse la bocca in quello che doveva forse somigliare a un sorriso e rispose piano: - Ho detto con te Potter, non con tutta la tua scorta: digli di andarsene…-

- Non se ne parla Malf… - iniziò Piton, questa volta fu però Harry ad afferrarlo per un braccio: - Esca e mi lasci fare, certo non vorrà che perdiamo tempo…-

Imprecando a mezza voce il mago se ne andò facendo cenno agli altri tre di seguirlo: Harry Potter e Draco Malfoy si trovarono soli nella fredda stanza sotterranea.

- Slegami-

- Scordatelo-

- Pensi che riuscirei a scappare?-

- Sicuramente proveresti…-

- Puah! Andiamo: sono senza bacchetta e in uno scontro corporale avresti sicuramente la meglio. Sono denutrito, ferito e infreddolito ma non sono un cretino: so come approfittare di una situazione e non vedo nessun modo in cui cavarmela in un tentativo di fuga idiota come quello di cui parli; quindi, slegami!-

- No-

- Allora ti puoi scordare la collaborazione-

- Oh no, quella credo che l’avrò: sei sotto l’effetto del Siero della Verità, in fondo-

- Ma sono addestrato a resistere ai sieri… Sì, anche al Veritaserum, se è questo che mi stai per chiedere: l’Oscuro non manda i suoi seguaci allo sbaraglio… come invece fa Silente…

- Perché mi hai fatto venire se non intendi parlare?-

Draco sogghignò: - Credi non sappia che oramai, la vostra, è una lotta contro il tempo?…

---

Draco collaborerà?

Arriveremo alla battaglia definitiva?

Troverete risposta a questi interrogativi, se mai ve li siete posti, se avrete voglia di leggere il prossimo capitolo, che credo sarà anche quello conclusivo!

A presto e, ora, mi farebbe estremamente piacere leggere un vostro commento!

Sinceri ringraziamenti a coloro che hanno commentato il secondo capitolo: mi ha fatto veramente piacere leggere i vostri messaggi. Grazie davvero!

 

  
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