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Autore: Master Chopper    08/07/2017    1 recensioni
[Versione corretta e completa di Stella d'Argento: www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2725875
Questa storia non presenta i personaggi originali dell'opera Fairy Tail, ma solo OC]
Nel continente di Tellius, il Regno di Alaustria è l'unico a possedere delle gilde dove i maghi possono prestare servizio i nome del bene e della pace. Un mago però, sembra non appartenere a nessuna gilda, in cerca di un ambizione che nemmeno lui conosce.
Il destino gli riserverà incontri importanti, vittorie, conquiste, sconfitte, perdite... ma al termine della fiaba, comincerà la leggenda?
Genere: Avventura, Demenziale, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Stella d'Argento:La Stella non si eclissa [REMASTERED] 

Capitolo Due: Luna.


Con il sole sorto da poche ore, la cittadina di Bornim era già in movimento.

La vita nel suo mercato, tra le strade all’interno delle mura scure o di chi con i suoi carri si dirigeva verso le campagne.

 

L’aria fresca e pungente fu la prima cosa che colpì Ryoko Hoshika, ed il suo sorriso estasiato si allargò ancor di più quando si trovò di fronte la gilda Silver Knights.

“ Wooooaah! Non pensavo che al di fuori di Baskerveille ci fossero posti così belli.” Esclamò, allargando le braccia e osservando quanto la costruzione fosse grande da così vicino.

Corex Claymore non rispose in alcun modo, ma con cautela si tastò il fianco, dove il giorno precedente era rimasto ferito. Sentiva i bendaggi ancora saldi, e nonostante una fitta e molto prurito, non aveva intenzione di preoccuparsene ancora.

 

I due giovani si trovavano così nel cortile della gilda, e di fronte a loro la porta spalancata dell’edificio lasciava intravedere maghi ed avventurieri girovagare tra i tavoli.

“ Sei stata a Baskerveille ?” Domandò allora l’albino, come per prendere tempo dall’entrare.

La castana annuì, ancora incantata da ciò che vedeva.

“ Ho scelto di essere una viandante per perfezionare l’uso della mia magia, e la biblioteca reale di Baskerveille mi è stata di grande aiuto.”

L’altro sospirò con rassegnazione, per poi muovere il primo passo all’interno della gilda.

 

In un istante all’interno del primo piano rimbombò la sua voce alterata, attirando l’attenzione di tutti i presenti.

“ Cooooosa?! E non potevi dirmelo prima che alla capitale ci fosse una biblioteca sulla magia ?”

“ Ma tu non me l’hai chiesto! Anzi, hai proposto questo luogo, ed allora non ho avuto niente da ridire !”

“ Ma sei scema? E se ti avessi detto che saremmo andati a fare ricerche in una stalla mi avresti dato retta, immagino !”

“ Ormai siamo arrivati, quindi smettila di lamentarti !!”

 

Corex e Ryoko, i quali stavano sbraitando fronte contro fronte, si resero subito conto della quantità di occhi che ormai li circondava, e solo allora si interruppero.

Quando già qualcuno aveva iniziato a bisbigliare, i due si erano separati, abbassando lo sguardo come se nulla fosse successo.

- Questa me la paghi !- Si dissero a vicenda con un’occhiata inviperita.

 

“ Bwarrf !!”

Un suono spezzò l’imbarazzante silenzio, un verso che ricordava a tutti gli effetti un ringhio animalesco.

“ Oh, no! È di nuovo quello stupido cane !” Imprecò qualcuno dai tavoli, e la maga dei portali fece in tempo a scorgere un’ombra guizzare nella sua direzione.

La figura si era avvicinata più rapidamente dei suoi riflessi, non permettendole nemmeno di recepire i suoni circostanti.

Così, tutto ciò che vide fu un grosso e grasso bulldozer marrone e bianco saltare verso la sua faccia, dotato di un’agilità che la sua mole non avrebbe mai lasciato ad intendere.

 

“ Kyaaa !” Ryoko lanciò un grido di spavento e sorpresa, prima di venir travolta da quella palla di lardo. Nel momento esatto in cui cadde a terra, ebbe il tempo di osservare i piccoli occhi lucidi della creatura, i suoi denti mostrati dalle labbra ogni volta che respirava, e fili di bava che gli colavano ai lati del muso.

Gridò nuovamente, questa volta con voce più stridula e spaventata.

 

“ Pff-ehehehehe! Smettila, smettila !” Rideva un istante dopo, cercando inutilmente di scollarsi di dosso il cane, intento a leccargli la faccia con la rapidità di una macchina.

Fortunatamente per lei, Corex prontamente cinse il cane con un braccio, sollevandolo.

L’animale si divincolò in preda al panico, scappando il prima possibile dalle grinfie del ragazzo e ruzzolando tra le strade di Bornim.

“ Ehi… non sono un tipo cattivo, io …” Mormorò a vuoto il mago, con il cuore colmo di tristezza per quel gesto frainteso dall’animale.

“ Come mi ha ridotta !” Gemette la ragazza, osservando i suoi capelli fradici e rizzati all’insù dalla saliva della belva selvaggia.

“ Tranquilla, lo fa a tutti.” La rassicurarono tutti i presenti seduti ai tavoli, ognuno di loro con i capelli rizzati all’insù ed il viso bagnato.

“ Ma è proprio vero !” Esclamò sorpresa la castana.

Il barista si prese il volto tra le mani e puntò i gomiti sul bancone, sconsolato.

“ Lo abbiamo chiamato Tongue, è un randagio a cui un giorno qualcuno qui diede da mangiare, e da allora torna quasi sempre. Sembra che sia maggiormente attratto dall’odore del liquore alle mele.” E dicendo questo, aprì uno scrigno posto sulla mensola alle sue spalle, rivelando quattro bottiglie dell’alcolico tanto famoso nella città.

La Stella d’Argento porse una mano alla sua compagna, ed ella la strinse un po’ imbarazzata per rialzarsi.

Insieme, scivolando tra la gente che chiedeva giocosamente informazioni sul loro rapporto, senza ovviamente ricevere risposta, imboccarono un corridoio poco oltre il bancone.

 

Se solo la vista dell’esterno della gilda aveva fatto spalancare gli occhi e la mascella di Ryoko, vedere la libreria la fece dimenticare dell’incidente di Tongue.

 

La stanza era a forma circolare, ed ogni centimetro di muro era ricoperto da librerie, ognuna di esse riempite da libri rilegati con della pelle blu scuro.

“ Non mi dirai che tutte queste sono edizioni inedite di libri esistenti prodotte qui dentro ?” Domandò allibita la ragazza, correndo da uno scaffale all’altro con il cuore che gli batteva a mille in petto.

L’albino chiuse la porta alle sue spalle, cercando di godersi il silenzio della libreria insonorizzata.

“ Un giorno il Master decise di donare tutte le versioni originali ai bambini dell’orfanotrofio, ma la notte prima riuscì a trascriverli tutti. Sembrava un monaco pazzo, quando ebbe finito era stremato.”

 

Senza nemmeno un suono, i due si divisero la stanza nei rispettivi semicerchi, ed iniziarono immediatamente a sfogliare pagina per pagina, rigo per rigo, tutto ciò che avrebbe potuto portarli ad informazioni sulle Magie Uniche o Leggendarie.

Passò circa un’ora, e Ryoko si stiracchiò, accusando la stanchezza e l’intorpidimento dei muscoli. Con la coda nell’occhio scorse il suo compagno fisso sullo stesso libro che ormai stringeva tra le mani da diverso tempo.

“ Hai trovato qualcosa ?” Gli domandò allora, speranzosa di ricevere una risposta affermativa.

Tuttavia il ragazzo si voltò con un’espressione confusa.

“ No, è che ho trovato un libro di barzellette, ma non riesco a capire nessuna di queste battute.”

La castana gli lanciò in piena fronte il primo libro che le capitò tra le mani, annientando il ragazzo che, come un albero abbattuto, cadde a terra.

“ Sono morto ?” Chiese allora Corex, massaggiandosi la testa con fare dolorante.

“ Purtroppo no.” Borbottò Ryoko, avvicinandosi a lui per raccogliere il tomo scagliato. Non appena lo ebbe raccolto tra le mani, poté leggerne il titolo, scritto in lettere dorate sulla pelle blu:

‘Magie da un altro mondo- Ciò che l’uomo sa sulle Magie Leggendarie.’

 

In quel preciso istante, mentre il suo sguardo incredulo era ancora catturato dal libro, la porta della biblioteca si spalancò violentemente.

Corex puntò gli occhi davanti a sé, mentre si alzava in silenzio.

Nella stanza fecero irruzione degli individui mai visti prima, e sicuramente non appartenenti alla Gilda.

Quattro di loro vestivano una tuta lucida nera, aderente alla pelle, ma ricoperta sul busto e alla cintura da un’armatura di acciaio, riportante lo stemma del Regno di Alaustria. Ciascuno di loro stringeva una torcia di legno accesa sopra la testa.
Solo due si distinguevano in quanto ad abbigliamento.

Uno era enorme, sui due metri, ed era ricoperto interamente da uno scafandro azzurro. Sulla sua schiena era affisso un fodero dall’estremità più larga e rotonda, contenente ciò che poteva essere una lancia.

Sul casco riportava lo stemma reale, attorno al quale però troneggiava la scritta Neptune.

Al suo fianco camminava un giovane uomo dalla corporatura minuta, seppur fosse magro e dal volto affilato. I suoi capelli rossi erano corti, e pettinati accuratamente all’indietro, rivelando lo stemma del regno tatuato sue entrambe le tempie.

Vestiva un frac perfettamente stirato, e le sue scarpe basse emettevano un ticchettio ritmico mentre camminava sul legno del pavimento.

 

Spaventata, addirittura troppo per parlare, Ryoko scivolò lentamente verso il basso per afferrare il libro ai suoi piedi.

L’uomo dai capelli rossi ignorò lei e Corex, sorvolando con lo sguardo la biblioteca, per poi assumere un’espressione infastidita.

“ Bruciate tutto.” Ordinò secco ai quattro uomini in tuta aderente, i quali immediatamente mossero le torce.

Un istante prima che potesse voltarsi però, qualcuno gli si parò davanti, bloccandogli la vista.

Corex, rialzatosi di scatto, lo fissava in cagnesco, con occhi furenti.

“ E chi ti ha dato il permesso di farlo ?”

L’uomo rise di quella domanda, per nulla intimorito o in soggezione dallo sguardo del ragazzo.

“ Il Regno, chi altro ?” Sussurrò con voce tagliente, facendo sussultare il mago davanti a sé.

“ Avrai sicuramente sentito parlare dei fratelli Neptune, no? Ci occupiamo di smantellare qualsiasi gilda non abbia effettuato il pagamento per adoperare con la magia all’interno di Alaustria.”

Il palombaro alle sue spalle agitò i pugni al cielo, facendoli scontrare sul basso soffitto.

“ Io smantellare voglio! Harr !”Urlò con gioia e allo stesso tempo rabbia.

-Nemo Neptune, fratello di Simbad.

 

Ryoko, d’altro canto, si rese subito conto che qualcosa lì non quadrava per il verso giusto.

“ Fermi !” Gridò all’improvviso, facendo voltare nuovamente il rosso, questa volta con un’espressione seccata.

“ Da quando bisogna pagare una tassazione aggiuntiva per usare la magia? Non esiste una legge del genere, anzi, ad ogni ultimo giorno dell’anno il Re ci incoraggia ad usarla, perché l’esistenza delle gilde è un vanto proprio del nostro Regno !” Era sicura al cento percento che quegli uomini fossero dei truffatori, e l’avrebbe scoperto.

L’uomo in frac rimase immobile, senza alterare la sua espressione.

“ Ehm… Simbad, fratello… rarhar ?” Si chinò al suo fianco l’uomo con lo scafandro, tastandogli la testa.

Colui che rispondeva al nome di Simbad, fissò la ragazza per qualche altro secondo, prima di contorcere la sua espressione in un ringhio animalesco.

In un istante strappò di mano ad un suo subordinato la torcia, e gliela scaraventò addosso in un impeto di violenza.

“ Come ti azzardi a contraddirmi, mocciosa ?!”

“ Ryoko !” Corex si accorse troppo tardi dell’accaduto, vide la fiaccola scivolargli tra le mani e proseguire la sua traiettoria verso la compagna.

Ryoko spalancò gli occhi, venendo colpita in pieno petto dalla torcia, che finì per rimbalzare a terra.

 

Il mago dell’anima corse verso la ragazza, artigliandole la maglietta verde e strappandola all’altezza della pancia, dove già le fiamme avevano iniziato a bruciare.

“ Sta tranquillo.” Sussurrò lei, ancora tramortita, e l’albino si accorse con stupore che non era rimasta ustionata al ventre a causa di un libro nascosto proprio sotto la maglia.

Al contrario, la ragazza afferrò il tomo e lo strinse sotto braccio, sebbene questi stesse continuando ad ardere, finendo così per accusare un intenso dolore.

“ No… non sono affatto tranquillo !”

Simbad e Nemo stavano uscendo dalla stanza, nel mentre i quattro scagnozzi avevano iniziato a dare fuoco alle librerie. Ben presto le fiamme danzanti avrebbero arso quel luogo di pace e serenità.

 

“ Loro …” proseguì Corex, con una voce incredibilmente afflitta dal dolore.

Sollevò appena lo sguardo, intravedendo da oltre la porta tutti i maghi uscire dalla gilda, scortati da un manipolo di uomini con armature.

“ Solo loro sapevano della tassazione… ma non hanno potuto pagarla per colpa mia !” Il ragazzo esplose in un urlo di rabbia, abbattendo il suo pugno sul pavimento.

Per la prima volta Ryoko vide il suo amico vacillare, ed il suo dolore la raggiunse prima che potesse svelarne il motivo.

“ Tutti quegli incarichi per i quali non potevo riscuotere il pagamento! Io sono solo un ladro, capisci? Un maledetto ladro che gli ha rubato il lavoro in troppe occasioni !”

“ Non è colpa tua.”

La Stella d’Argento tentennò per la sorpresa, sollevando lo sguardo. La ragazza era davanti a sé, e sembrava quasi minacciarlo con uno sguardo penetrante.

“ Ho detto che non esiste una legge del genere, hai capito?! Questi sono solo dei bastardi, e tu non centri proprio niente !”

La castana lo afferrò per il colletto della camicia, strattonandolo nonostante la differenza di altezza.

 

N O N  È  C O L P A  T U A

 

“ Uhm… ehehehehe !!” Una risata tonante rimbombò nella biblioteca.

Corex, dopo aver gettato la testa all’indietro per ridere follemente, raddrizzò la schiena e si scollò le mani della compagna di dosso.

“ Ora so cosa fare.” La rassicurò subito mentre si alzava, con un sorriso rilassato e gli occhi ridotti a due fessure.

 

“ Ehi, Simbad !”

Il rosso, appena uscito dalla porta, si sentì chiamare dalle proprie spalle.

“ Sentiamo, cosa c’è ancor-AAARGH !!”

Non fece in tempo a girarsi che Corex era scivolato tra gli scagnozzi e suo fratello Nemo, cogliendolo con una testata al centro della schiena.

L’albino non arrestò la sua carica, e cingendo con le braccia il busto dell’uomo lo sollevò da terra, spingendolo nel salone principale della gilda.

 

“ Fratellino mio, harrrivo a salvarti !!”

Sbraitò il palombaro, osservando Simbad urlare mentre veniva trascinato lontano. Sfoderò una grossa fiocina dalla guaina sulla sua schiena, ed afferrandola a due mani cercò di affondarla nella schiena della Stella d’Argento.

La punta dell’arma però si scontrò su di una superficie violacea, frapposta esattamente al centro della porta, sollevando solo una pioggia di scintille.

“Corrrpo di mille balene! Cosa fu ?”

Il palombaro si voltò all’istante, senza però rimuovere l’arma dalla barriera di forma circolare sospesa in aria.

Tutto ciò che trovò, tra le librerie in fiamme, fu una ragazzina non molto alta, vestita da una maglietta verde strappata da sotto il seno, che lo fissava respirando profondamente. Dalle sue mani era emessa una misteriosa luce purpurea, simile a quella del portale appena manifestato.

“ Sono io la tua avversaria !” Ryoko scandì ogni parola con serietà, senza più l’ombra della paura nel proprio corpo.

 

Simbad aumentò la presa attorno alla fiocina, la quale improvvisamente iniziò a vibrare. I quattro scagnozzi dietro l’uomo si allarmarono osservando quella misteriosa vibrazione.

“ I-I-Il potere di Sir Simbad !” urlò uno di loro, un secondo prima che un’esplosione d’aria scaturisse dalla lancia, scaraventando via i quattro come se non avessero peso.

La maga dei portali istintivamente mosse un passo all’indietro, seppur l’energia non l’avesse raggiunta.

Con sorpresa notò che il suo portale era stato distrutto con quel solo colpo, ma la parete, la porta e le librerie più vicine all’entrata erano rimaste intatte.

“ Ancora sfidarmi vuoi, rrrhagazzina ?!” Grugnì l’uomo dalla maschera che rendeva la sua voce ancor più cavernosa. Minacciosamente iniziò ad avvicinarsi a Ryoko, osservando impassibile come lei avesse iniziato ad agitarsi.

- Così non va !- Pensò rapidamente la maga, cercando di ragionare in fretta sulla prossima mossa.

- I miei portali possono bloccare gli attacchi fisici ed assorbire quelli magici… ma l’esplosione di prima li manderebbe soltanto in frantumi.-

 

“Neptune Neptune…” borbottò sottovoce Simbad, afferrando la propria fiocina sopra la sua testa e facendola roteare.

“ Che fai ?!” esclamò la castana, sollevando le braccia davanti a sé per proteggersi.

“Roc Attack ”

Dall’arma venne nuovamente generata un’esplosione, ma questa volta l’onda d’urto venne scagliata di fronte a Simbad, investendo così Ryoko.

La ragazza non ebbe il tempo di reagire, e la potente pressione la scaraventò contro la libreria dalla porte opposta della stanza. Il legno in fiamme si incrinò all’impatto, e così fece la sua cassa toracica, facendola rabbrividire.

La ragazza tossì istantaneamente uno schizzo di sangue, il quale scivolò in un rivolo al lato della bocca.

 

- Non è andata proprio al meglio.- Accusando una fitta di dolore si rialzò dalle mensole fracassate.

Alle sue spalle, esattamente all’altezza del bacino, aveva generato un portale viola.

- Sembra che nell’impatto le fiamme si siano spente.- Constatò con un sospiro di sollievo, tastando il libro nascosto dalla maglietta.

Simbad non perse tempo, e gli fu subito addosso brandendo l’arma.

“ Ti riduco in rrrhavioli al vapore! Harr!” Il palombaro scattò in avanti, esibendosi in una raffica di affondi che circondarono la ragazza.

Ryoko generò due portali magici dalle sue mani, afferrandoli come degli scudi, ma furono troppo piccoli per proteggersi dalla pioggia di colpi.

Ferite e graffi si aprirono sul suo corpo, macchiandole di rosso i vestiti e le pagine di libri inceneriti per terra.

 

“ Ba…basta con queste esclamazioni pseudo-piratesche !!” Il ruggito della maga colse di sorpresa persino Simbad, il quale per un attimo esitò davanti agli occhi fiammeggianti della sua avversaria.

Ignorando il dolore e le ferite, la ragazzina spalancò le sue braccia, dissolvendo qualsiasi residuo di guardia, per aspettare un ultimo colpo diretto al centro del suo petto.

 

E quando avvenne, la fiocina affondò verso di lei, venendo però incastrata quando riavvicinò di scatto le braccia, bloccandola tra le barriere.

“ Presa !” Sogghignò, guardando con crudeltà il suo grosso e stupido nemico.

Tuttavia, Simbad non reagì in alcun modo, e l’elmo rendeva anche impossibile leggere la sua espressione.

“ Cosa hai detto sui miei termini pirateschi ?!” Ruggì all’improvviso, sorprendendo la maga.

La fiocina riprese a tremare, per poi esplodere in un’onda d’urto più potente di tutte le precedenti.

 

Il corpo di Ryoko ricadde al suolo come se fosse una bambola di pezza, rimbalzando sul pavimento.

I passi del palombaro si fecero più vicini, lasciando che la punta della sua arma graffiasse il legno sottostante. Tutto intorno il fuoco crepitava, e ben presto il calore ed il fumo avrebbero reso impossibile respirare lì dentro.

“ Se tu eri stata più intelligente, non avevi afferrato la mia lancia sapendo che poteva esplodere! Arh arh arh arh arh !!” Scoppiò a ridere Simbad, contento della frase complessa che aveva appena enunciato con orgoglio.

 

“…”

“ Eh ?”

La risata goliardica dell’uomo venne interrotta, avendo lui sentito un suono provenire dal corpo immobile della sua avversaria.

“ Ho detto …” Ryoko tossì dolorante,  premendosi lo stomaco con una mano, mentre con l’altra toccava il pavimento.

“ Avresti potuto parlare così tanto anche prima, così non mi avresti fatto ferire per prendere tempo.”

 

La frase della ragazza fu troppo lunga ed articolata per Simbad, ed infatti il palombaro impiegò molto tempo per comprenderla. Allo stesso tempo, non notò come ai suoi piedi si fosse spalancato un portale viola.

L’aria iniziò a vibrare, e la maga fece l’occhiolino, sussurrando a fior di labbra:

“ Dimensional Radius ”

 

Dall’enorme portale scaturì l’incantesimo più devastante della ragazza, sottoforma di una colonna di energia che con violenza si estese verso l’alto. Il soffitto venne sfondato, ma la magia generò una corrente ascensionale  che iniziò a risucchiare l’aria stessa.

 

In un attimo, esattamente come l’attacco era stato scagliato, il portale si richiuse ed il silenzio ritornò nella stanza.

Le librerie erano state liberate dalle fiamme, estinte per l’abbassamento di ossigeno, il quale adesso aveva ricominciato a circolare dal buco esattamente al centro del soffitto della libreria. Fortunatamente quella stanza era in una piccola costruzione separata, quindi non aveva arrecato danni ai piani superiori della gilda.

Con un tonfo, il copro di Simbad ricadde al suolo, ormai con lo scafandro distrutto.

 

 

 Nel salone d’ingresso della gilda Silver Knights, invece, quella stessa calma ed il silenzio erano presenti in un’atmosfera più tesa.

Tavoli e sedie erano rovesciati o distrutti, e dietro il bancone una decina di persone era inginocchiata e legata da strette corde. Alle loro spalle dei soldati in uniforme attillata imbracciavano dei fucili, puntandoli alle loro teste.

Donne, uomini e bambini tremavano con il cuore in gola, e tra di loro persino il Master della gilda Battah, con una ferita sulla fronte e legato come tutti. I suoi occhi addolorati puntavano un giovane disteso per terra.

Corex Claymore presentava delle ferite sanguinanti su tutto il corpo, con minuscole lame di un bianco splendente ancora conficcate nella carne. Il suo torace si sollevava e riabbassava lentamente, mentre con le forze rimanenti tentò di alzarsi sulle proprie braccia.

 

“ Capisci a cosa vai in contro se continui a fare il gradasso? Stella d’Argento di qua, Stella d’Argento di là… sei noioso, dai !”

In piedi davanti a lui, con una gamba su di un tavolo rovesciato e le braccia incrociate sul ginocchio, Nemo lo scrutava con una risata beffarda.

“ E non puoi farmi niente, perché sappiamo come funziona il tuo potere.”

Il rosso si girò verso i suoi scagnozzi, puntandoli con l’indice.

“ Se vi sentite più deboli o pensate che vi abbia rubato qualche capacità, sparate !”

 

“ Sei un bastardo.” Ringhiò furente Corex, rialzandosi finalmente in piedi.

“ Sono solo dei clienti che appendono le richieste per le missioni, non lavorano nemmeno qui !”

Il giovane manteneva le palpebre abbassate, ma nonostante tutto sollevò la mano destra, la quale emanò un’aura argentea.

“ Soul Wave ”

 

Compiendo un arco con il braccio, l’albino scagliò quell’energia, che per l’appunto prese la forma di un’onda. L’incantesimo venne però evitato con facilità dal rosso, e finì per schiantarsi contro altri tavoli.

“ Neptune Neputune …”

Nel momento in cui riaprì gli occhi, Nemo si era avvicinato a lui. L’uomo gli rifilò una ginocchiata in pieno petto, facendo piegare su se stesso.

Ma il ragazzo non ebbe tregua, sicché l’avversario sollevò la mano all’altezza del suo viso.

“ Nautilus Attack ”

Dal suo palmo scaturì un getto di minuscoli oggetti di colore bianco.

La loro potenza fu tanta che il mago venne sbalzato all’indietro, mentre quei gusci affilati, letteralmente delle conchiglie, gli avevano lasciato profondi tagli su tutto il volto.

 

“ Certo che sei proprio un idiota !” Rise Nemo, spalancando le braccia ed iniziando a produrre altri molluschi, agglomerandoli in minuscole sfere tra le sue dita.

“ Ti privi della vista per usare i tuoi incantesimi, e questo perché i sensi di colpa non ti consentono di usare l’anima di quei contadinotti.”

L’albino si rialzò nuovamente da terra, caricando un altro attacco.

“ Fai pena! Non li conosci neppure.”

Il rosso spiccò un salto verso l’alto, sollevando le braccia dietro la sua testa per poi scagliare le sfere verso il suo avversario.

“ Nautilus Hedgehog”

 

“ Perché, tu invece conosci i nomi di tutti gli innocenti che avete truffato ?”

La voce del ragazzo si riempì di rabbia, nel mentre i suoi occhi restavano chiusi.

“ Soul Wave ”

Corex plasmò l’energia delle anime nella sua mano destra e, agitandola in un moto circolatorio sopra la sua testa, generò un vortice che respinse i gusci affilati.

Nemo sussultò per lo stupore, ma prima che potesse toccare terra, l’altro scagliò incantesimo nella sua direzione.

Per un istante l’uomo pensò di star per essere sconfitto, percependo un’incredibile forza magica, ma l’onda lo mancò.

“ Tu… ” Ringhiò furente una volta atterrato, mentre un fiotto di sangue iniziava a colare lungo la sua spalla. Era stato appena sfiorato, eppure non lo trovava una coincidenza o semplice fortuna.

- Mi ha attaccato prima che potessi toccare terra, quindi prima che potessi emettere un suono. Non si affidato all’udito, è impossibile! Ha visto… mi ha visto…-

 

Il tempo che trascorse nel silenzio sembrò interminabile, eppure improvvisamente la Stella d’Argento spalancò le sue palpebre, mostrando anche un freddo sorriso di vittoria.

“Perché non fai sparare i tuoi amici, se proprio pensi che ti abbia visto ?”

Il rosso impallidì, sentendosi letto nel pensiero.

Con un terribile presentimento si voltò verso il bancone, ma delle urla di terrore lo anticiparono.

 

Osservò senza parole le sue guardie che urlavano, cercando di staccarsi dalla faccia una creatura misteriosa che saltava tra le loro teste come un grillo impazzito.

In realtà non era un insetto, per quanto fosse agile, bensì un grasso bulldozer marrone che con la sua lingua bavosa li accecava.

Un dettaglio che balzava subito all’occhio era una mensola distrutta dietro al bancone, dalla quale sembrava essersi riversato sulla testa degli scagnozzi un liquido viscoso e dall’odore di mele.

 

“ Un… bastardo ?” Biascicò confuso l’uomo in frac, avvertendo solo all’ultimo istante una presa stringersi attorno al suo cranio.

“ In realtà ha un nome, e si chiama Tongue.” Gli sussurrò all’orecchio Corex, con la mano artigliata alla sua testa.

Nemo venne attraversato da una scarica di brividi, avvertendo quanto l’energia magica dell’altro fosse immensa rispetto alla sua.

“ Ti chiedi come abbia fatto, vero ?”

Il ragazzo sferrò un pugno con la mano libera nel volto dell’avversario, scaraventandolo ai suoi piedi.

“ Siccome non potevo usare le anime di quella sottospecie di guardie, ho tolto la capacità di camminare agli ostaggi, ma dato che loro erano seduti nessuno se n’è potuto accorgere.”

Con calma metodica si accarezzò le proprie nocche, osservando lo sguardo implorante del rosso, con ormai un labbro spaccato.

 

“ Se Ryoko non mi avesse dato la certezza che voi foste dei truffatori, non sarei arrivato a tanto. Ma visto che di lei mi fido, ho preso l’incarico di punirvi… dì a chi ti ha mandato di prendersela con me, d’ora in avanti !”

Detto ciò, Corex Claymore pestò il piede destro sul suolo, convogliando l’energia magica in un colpo solo.

“ Soul Geyser”

 

La terra iniziò a tremare, e Nemo riuscì solo a implorare un’ultima volta con il suo sguardo spaventato, prima che una colonna di magia delle anime lo scaraventasse verso il cielo.

Questo incantesimo non raggiunse il soffitto, bensì si limito a farlo raggiungere all’uomo, per poi farlo ricadere al suolo, schiantandosi sopra un tavolo.

 

Le urla delle guardie cessarono, ed il ragazzo vide quegli uomini trasformarsi davanti ai suoi occhi in delle ranocchie verdi.

Gli animali, spaventati da quello che per loro era un enorme cane, saltellarono via dalla gilda.

L’albino sorrise, osservando il Master Battah far sparire le corde da tutti gli ostaggi ed aiutarli a rialzarsi in piedi.

 

L’anziano gli si avvicinò con un’espressione imbarazzata, lisciandosi le sopracciglia e ridendo con la sua bocca sdentata.

“ Non capisco perché mi hai proibito di liberare gli ostaggi da solo.”

“ Io non gioco con la vita degli innocenti. La posta in palio deve essere solo la vita di chi combatte.” Rispose il ragazzo, per poi voltarsi ed incrociare le braccia al petto.

 

Molti maghi di Silevr Knights stavano ritornando, ed alcuni inneggiavano al suo nome. Sentì qualcuno chiedere scusa per averlo lasciato combattere da solo, oppure ringraziarlo, ma non li ascoltò.

- Ryoko !- Fu il suo unico pensiero, osservando la castana uscire dalla porta della libreria con un sorriso stanco.

Anch’ella era ferita, ma in una mano stringeva il libro rilegato in pelle blu, che in quel momento valeva più di un tesoro.

 

|||

 

Il mattino seguente, quando un timido sole faceva appena capolino tra le nuvole, i petali dei mandorli piantati nel cortile della gilda Silver Knights volteggiavano nell’aria.

Corex si era fatto ricucire il suo mantello preferito di seta bianca, ricoperto sul collo da una pelliccia candida. Ne indossava il cappuccio, il quale ricopriva i suoi capelli argentei e creava ombre sul viso.

Ryoko, al suo fianco, sembrava quasi commuoversi nel lasciare quel posto che aveva trovato tanto bello ed incantevole. Eppure, trattenendo le lacrime con un rossore sulle sue gote, si limitò a sorridere teneramente.

 

“ Quando vorrete tornare, Bornim sarà la vostra casa.” Gracchiò il Master Battah, seduto a cavallo del tanto omaggiato ormai Tongue. Il cane scrollò la testa, facendo colare la sua bava al suolo, ma abbaiò lo stesso per salutare i suoi nuovi amici.

 

I ragazzi in cuor loro sapevano quanto fossero vere le parole del vecchio mago, ma il sole era sorto, così come la loro avventura alla scoperta dell’ignoto.

 

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Diverse ore prime, in piena notte tra i vicoli della capitale Baskerveille.

I quartieri malfamati della metropoli erano l’esatto contrario delle strade d’alta moda e mercato. Quest’ultime erano state infatti sviluppate su di una parte di città rialzata, in modo che della cittadella storica si potessero vedere solo i tetti delle abitazioni.

Esattamente come negli abissi marini, le luci splendenti non penetravano tra quelle strade, favorendo attività di contrabbando e prostituzione. Era consigliabile ai turisti tenersi alla larga da questa zona, specialmente durante le ore notturne, perché è in questo lasso di tempo che attività criminali si raggruppano in massa per pianificare i loro furti, distribuire le refurtive oppure accettare omicidi su commissione.

Tutto questo sotto la vigile ed onnipresente vista del palazzo reale, che agli occhi della gente di città bassa appariva non più spaventoso di un vecchio gatto randagio.

 

 

“ Raptor continua a non capire… perché siete venuti qui ?”

Un uomo era seduto su di un bidone d’acciaio ribaltato, impegnato ad indossare dei guanti di pelle nera.

Sembrava abbastanza giovane, con dei lunghi capelli bruni intrecciati in dei rasta, raccolti in quel momento dietro la nuca. Il suo vestiario era composto da due grossi spallacci sopra il busto nudo, dei pantaloni neri tenuti su da una cintura e delle scarpe da ginnastica rovinate, con segni di bruciatura o forse sporco.

La caratteristica che evidenziava quell’individuo bizzarro era proprio il suo naso, sottile ma acuminato come il becco di un uccello.

 

Davanti a sé, con alle spalle lo sbocco di quel vicolo in una via cittadina, si trovava Simbad dei fratelli Neptune, con sulla mano Nemo ancora trasformato in rana. L’omaccione, senza più lo scafandro, sembrava timoroso e sottomesso davanti allo sguardo penetrante della persona misteriosa.

“ Visto che arrrbiamo fatto di tutto per entrare nell’organizzazione vostra… pensiamo che ci aiutate con l’aspetto del fratellino mio. Lo fate Signor Raptor ?”

Il bruno ascoltò quelle suppliche biascicate in silenzio, e quando l’altro terminò allungò la mano con sguardo serio.

 

Nemo inizialmente non comprese le azioni di Raptor, per poi comprendere che avrebbe dovuto passargli suo fratello. La ranocchia sembrò irrigidirsi quando venne poggiata nel palmo dell’uomo.

“ Entrare nell’organizzazione, ah? Siete solo delle guardie cittadine di Portarea che vogliono guadagnare un po’ di più: quelli come voi non li vogliamo !”

In un istante gli occhi di Raptor si illuminarono con un bagliore pericoloso, e sollevò di scatto il braccio con Nemo nella mano. La ranocchia sembrò venir premuta contro una barriera invisibile sopra la testa del bruno, ed esplose in uno spruzzo di sangue davanti allo sguardo strabiliato del fratello.

“ Raptor non può permettere che dei pezzenti come voi infanghino il nome della Sacra Organizzazione.”

Sui guanti in pelle dell’uomo era ora possibile vedere, evidenziato dalle piccole budella biancastre, uno stemma a forma di K rossa sulla parte dei dorsi.

 

Fu un impulso di violenza, paura ed odio, ma l’unico dei fratelli Neptune gli si scagliò contro, con gli occhi arrossati dalle lacrime.

Affondò un pugno che si scontrò sul bidone d’acciaio, fracassandolo  e sollevando lamine nel vicolo. Sopra di lui Raptor aveva già compiuto un balzo, e capovolgendosi in aria spostò la sua testa verso Simbad, mantenendo le gambe in una posizione sopraelevata.

Improvvisamente con gli arti inferiori riuscì a darsi una spinta, come se avesse sotto alle scarpe dei propulsori capaci di permettergli dei balzi aerei, così facendo saettò verso il basso ad una velocità impressionante.

“ Drill Burst ”

 

Utilizzando solamente la spinta ottenuta ed il suo naso, perforò il petto dell’uomo all’altezza del cuore, sbalzandolo in avanti. Entrambi percorsero tutto il vicolo, fino a quando la schiena di Simbad non si scontrò su di una carrozza incustodita sulla strada, distruggendola con boato che riverberò per tutta la città vecchia di Baskerveille.

 

Qualche secondo dopo, ritornato a regnare il silenzio tra le strade, Raptor si sollevò dall’ammasso scomposto di acciaio e legno in cui si era trasformato il carro. Il corpo del fratello di Nemo era rimasto incassato nei detriti, e solo una pozza di sangue che dilagò sulla pietra del marciapiede poté ricordare della sua passata esistenza.

“ Rammenta figlio mio, il rumore è causa di distrazione, sia per l’assassino che per chi prega.”

Un grosso portone si spalancò sopra i resti della distruzione, ed un’ombra venne proiettata sulla scalinata di pietra che la separava dalla strada.

Quell’edificio era una grossa cattedrale in pietra, larga quanto una villa e più alta di qualsiasi altro tetto lì nei quartieri malfamati. Il materiale predominante era la pietra fredda ed oscura, e la sua forma larga alla base ed arrotondata in cima rendeva la facciata portante simile ad una gigantesca lapide.

Tre statue predominavano sopra i tre archi all’ingresso, di fattura ignota e dalle sembianze inquietanti.

Al centro si trovava un umanoide in piedi, dal volto di un ragazzo affascinante con lunghi capelli sciolti, dai lineamenti quasi androgini. Nella mano destra la sua mano era spalancata davanti a sé, mentre nella sinistra stringeva vicino al cuore un libro sigillato da catene. Due paia di corna attorcigliate spuntavano dalla sua fronte.

A sinistra invece era raffigurata una bestia acquattata su quattro zampe, con il muso proteso verso il basso come in agguato. La testa triangolare, le ali spalancate e la coda serpentina svelava la sua natura di drago.

Un’altra figura umanoide si presentava sulla destra, questa volta una donna ricoperta da un lungo vestito e dai capelli raccolti dietro la nuca, che tra le mani stringeva un arco ed una freccia.

 

“ Perdoni Raptor, Padre.” Sentendo una voce misteriosa provenire dalla chiesa, l’uomo saltò subito giù dal carro.

“ Mi stai per caso ordinando ciò che devo e non devo fare ?”

“ Assolutamente, Padre. Raptor si scusa per la sua insolenza.”

Al suono di quella presenza tra le ombre del portone, Raptor aveva abbandonato quello spirito pericoloso e violento, assumendo invece un’aria ubbidiente e rispettosa.

La figura attese molto tempo prima di proseguire.

“ In origine di tutto c’era il Diavolo e l’Angelo, eterni rivali, ma possessori della stessa Magia Primordiale. Si scontrarono fino a che nel vuoto assoluto dove risiedevano non generarono una terra, con acqua sulla sua superficie, fuoco al suo interno e aria che non la facesse precipitare nel nulla. Avendo creato quella strana mescolanza di magia, l’Angelo ed il Diavolo capirono che avrebbero potuto far combattere anche le loro stirpi su quel campo di battaglia. Così nacquero i Demoni e gli Dei, i quali lottarono fino a risvegliare gli esseri generati dalla Magia Primordiale: i Draghi.”

“ Il primo libro della Nascita, Padre.” Disse subito il bruno, come se fosse preparato ad una domanda che in realtà non gli era stata posta.

“ Tu continui dunque a credere che la magia, frutto dell’eterna battaglia di Dei, Draghi e Demoni, o dell’Angelo e del Diavolo prima di loro, sia uno svago? Tu sei un assassino Raptor, ma sicché la tua crescita è stata affidata alla mia sapienza, sei anche tra i pochi ormai a credere nel Vero Culto. Non cadere nella lussuria con  tuoi poteri.”

 

L’uomo abbassò lo sguardo, per poi voltarsi e dare le spalle a quell’imponente cattedrale.

“ Raptor le dimostrerà la sua devozione occupandosi subito della gilda Owls of Moon, Padre !” Con quelle parole confidate alle statue troneggianti sul cielo notturno, corse via.

Non appena la sua sagoma fu scomparsa tra i vicoli e le strade, qualcuno atterrò esattamente davanti alla porta.

“ Si fida di lui, Padre ?”

Colui appena atterrato era un ragazzo giovanissimo, dalla corporatura minuta ed un volto privo di lineamenti troppo marcati. I capelli, di un insolito colore grigio cenere, erano corti, persino radi ai lati della testa, ma con un lungo e sottile codino che percorreva la lunghezza della schiena.

Indossava un gilet nero ricoperto di borchie e dei pantaloni larghi grigi, rendendo visibile quanto la sua pelle fosse pallida.

Non aveva espressione, soltanto due occhi vacui  di colore rosso vivido, come due fari nel buio.

“ Il volere degli Esseri Supremi agisce per vie imperscrutabili.” Rispose lugubremente la voce senza volto all’interno dell’edificio.

“ Quando il comandante dell’organizzazione mi ordinò di addestrare degli assassini, foste voi le scelte che mi capitarono… e non mi avete mai fatto pentire di quella scelta.”

 

 

Sotto la luna misteriosa, oscure pianificazioni si mescolavano con le trame del mondo.

 

 
[Ending: (4) Spandau Ballet - Gold - Lyrics - YouTube ]


Nome: Ryoko Hoshika;

Età: 17

Incantesimo: Magia Dimensionale;

Ama: Ammirare i paesaggi;

Odia: I pervertiti;

Note: Quando Ryoko scoprì di non poter controllare i propri poteri magici, ormai diventata un’adolescente, decise spontaneamente di abbandonare il suo villaggio natio. Durante i suoi pellegrinaggi per affinare l’uso della Magia Dimensionale, si è imbattuta nella tribù Ferkin.

I suo incantesimi sfruttano la creazione di portali di magia solidi, capaci di respingere attacchi fisici, assorbire danni magici e persino trasportare oggetti o persone in un raggio ristretto. Il Dimensional Radius necessità di un minuto per essere caricato, e può esser utilizzato solo una volta al giorno.

 

 

 

Angolo Autore:

Welcome back! Ricordo che questo è il secondo capitolo pubblicato oggi, in contemporanea con il Capitolo Uno (quindi se ve lo siete perso, e di conseguenza non avete capito chi sia questa Ryoko, correte a rimediare).

Nella versione originale della fan fiction questa parte non esiste, o meglio, dopo che Corex e Hime hanno portato a termine l’incarico viene mostrato come il giorno seguente si siano messi in marcia dalla gilda Silver Knights. Eppure mi dispiace non aver dato all’epoca spessore a dei personaggi comunque fondamentali nel viaggio del protagonista, così ho utilizzato l’escamotage dei Fratelli Neptune per mostrare anche un po’ di più le magie presenti.

E pensate un po’? Con questi due personaggi fratelli ho potuto anche introdurre ad una parte di storia importante, a personaggi fondamentali e ad eventi davvero, davvero prossimi.

Alla prossima!

   
 
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