10.
Bagni...
termali...
Dopo
aver dato a ciascuno uno zainetto contenente il nostro pranzo al sacco,
la
Signorina Hiromi ci fece allineare in fila indiana e ci
guidò all'interno del
bosco, tenendo in mano una bandiera bianca per far sì che
nessuno la perdesse
di vista.
Bagni
termali...
Si
trattava di una precauzione inutile, poiché il percorso tra
gli alberi che
stavamo seguendo era stato battuto già tante altre volte che
per terra si
poteva riconoscere una specie di sentiero.
Bagni
termali.
Dopo
un cammino lungo all'incirca mezzo chilometro, giungemmo davanti a
un'alta
palizzata con due porte di legno a scorrimento, una destinata alle
femmine e
l'altra ai maschi, che davano accesso ai rispettivi spogliatoi.
-BAGNI
TERMALI!?!
-Proprio
così! Non è fantastico?- mi disse un ragazzino
passandomi davanti nella fila
-le Signorine Azumi e Hiromi hanno scoperto questa fonte vulcanica poco
dopo
aver fondato l'orfanotrofio, e l'hanno trasformata in un vero e proprio
stabilimento termale gratuito, tutto per noi! Nessun'altro l'ha mai
scoperta!
-C-capisco...
C-che fortuna...
Uno
dopo l'altro, gli ospiti dell'orfanotrofio sparirono all'interno degli
spogliatoi. Mancavo solo io.
-E adesso che problema c'è?
Mi voltai di scatto, trovandomi faccia a faccia con Yori.
-P-problema? N-nessun problema, cosa te lo fa pensare?
-Il fatto che tu sia diventato lento come una tartaruga. Ti
è forse venuto l'acido
lattico alle gambe?
-Ecco... Sì, esatto! Non mi sento tanto bene, e quindi...
-Quindi sei fortunato, un bel bagno nelle acque termali e tornerai come
nuovo!
Rimboccate le maniche, Yori cominciò a spingermi verso il
cancello. Cercai di
opporre resistenza puntando i talloni a terra, ma fu tutto inutile.
-A-aspetta, Yori! Se ieri c'è stato un acquazzone, magari
l'acqua è diventata
stagnante e puzzolente...
-Lo era, ma ho già provveduto stamattina a farla defluire
all'esterno tramite
un sistema di dighe. L'acqua in cui andrai a fare il bagno tu, invece,
proviene
da una fonte sotterranea, calda e pulita al cento per cento.
-B-buono a sapersi... Oh no! Yori, mi sono ricordato appena adesso che
non so
nuotare...
-Se hai paura di annegare ci sono dei braccioli gonfiabili da qualche
parte, e
in ogni caso si tocca abbondantemente.
-M-mi fa piacere saperlo... ma...
-BUON DIVERTIMENTO!
Arrivato sotto la porta, Yori mi spinse dentro lo spogliatoio con un
veemente
calcio nel sedere.
C'erano
vestiti sparsi dappertutto: sul pavimento, sulle sedie e negli
armadietti. Gli
altri bambini e ragazzi erano già usciti, e a giudicare dai
rumori provenienti
da dietro un'altra porta era chiaro che avevano già
cominciato a divertirsi.
-E tu? Cosa ci fai qua fuori, tutta sola e ancora vestita?
Era
ancora la voce di Yori. Mi sporsi di qualche millimetro fuori dalla
porta
d’entrata, e a malapena riuscii a intravedere con chi lei
stesse parlando. Era
la piccola Naoki, e in volto aveva un’aria imbarazzata, quasi
impaurita.
-Mi dispiace, in questo posto non puoi restare insieme a tuo fratello.
Però non
devi aver paura, ti aiuterò io a entrare in acqua e fare
amicizia con le altre
bambine! Coraggio, vieni!
Dopo
lunghissimi istanti di esitazione, Naoki prese la mano di Yori e si
lasciò accompagnare
nello spogliatoio femminile.
Tornai dentro anch’io. Mi rincuorava sapere di non essere
l'unico ad aver
timore delle terme...
...ma
non era che una magra consolazione.
Non
posso dire di odiare i bagni termali. Anzi, mi piacciono molto!
Però... sono
l'unica cosa che mi fa pesare il
fatto di essere paffuto.
Anche
quando ci vado con Shikamaru, Naruto, Kiba e gli altri miei coetanei.
Mi
piace la loro compagnia, mi diverto a guardarli mentre fingono di
ingaggiare
lotte dentro l'acqua -o ne ingaggiano di vere, se a fare il bagno
c'è anche
Rock Lee- ma non posso mai unirmi a loro. Mai. È
impossibile. Se voglio fare il
bagno anch'io, devo trovarmi una vasca a parte oppure aspettare che gli
altri
finiscano.
Tutto
per colpa di quel principio scoperto da chissà chi, secondo
cui più il corpo
che entra in acqua è grande più l'acqua viene
spostata!
Oltretutto,
c’è un altro aspetto delle terme che reputo
antipatico. Con i miei amici non
accade mai, ma in quelle poche volte che ci vado per conto mio
c’è sempre qualcuno
che punta il dito verso di me e ride. O, peggio ancora, si gira
dall’altra
parte disgustato.
Io
sono orgoglioso del fisico che possiedo, ne vado fiero, ma non sono
ancora
riuscito a ignorare il fatto che altri lo trovino ridicolo e mi
prendano in giro
per questo. E probabilmente non ci riuscirò mai.
Era
questo il motivo per cui, quando la Signorina Hiromi aveva annunciato
la meta
della gita, ero andato nel panico. Se anche fra gli orfani ce ne fosse
stato
uno solo che trovava ridicoli i paffutelli... Mi sarei trovato nei
guai. Senza
nessuno a calmarmi, avrei scatenato tutta la mia rabbia. Avrei rovinato
la
piccola reputazione che mi ero costruito nell’orfanotrofio. E
probabilmente
avrei anche complicato la mia indagine più del necessario.
Deglutii
pesantemente, e parecchio di malavoglia cominciai a togliermi i vestiti.
Distrattamente
lo sguardo mi cadde su un luccichio, prodotto dalla fibbia dorata di
una
cintura lasciata su una sedia. Neanche a farlo apposta si trattava
della
cintura di Iwao: non l'avevo mai notata prima, ma capii subito che
apparteneva
a lui visto che era appoggiata sulla sua felpa marrone.
"...ma certo! Come ho fatto a non
pensarci? Anche Iwao è un paffuto come me! Se gli altri
orfani non l'hanno mai
preso in giro per il suo fisico, allora io non ho nulla da temer... Ah.
Già."
Già,
Iwao. Non mi ero certo dimenticato del modo in cui mi aveva gridato
contro,
un’ora prima, né dell’avvertimento della
sua amica Nana. A suo dire avrei
dovuto aspettarmi “qualcosa di umiliante”.
Fui
tentato di rivestirmi e passare il resto della giornata chiuso nello
spogliatoio. In fondo, sarebbe stato il modo più facile di
evitare qualunque
figuraccia... ma poi scossi la testa. Se mi fossi mostrato codardo,
gliel’avrei
data doppiamente vinta.
Finito
di spogliarmi, avvolsi un grande asciugamano intorno alla vita, quindi
mi
decisi a socchiudere la porta e sbirciare fuori.
...che posto è questo?
Esclusa la presenza di acqua e vapore, l'ambiente che mi ritrovai
davanti non
aveva nulla in comune con le terme che conoscevo io, anzi.
Si trattava di un complesso di vasche circolari, grandi e piccole,
collegate
tra loro per formare un'unica grande piscina, la quale si snodava tra
gli
alberi della foresta, le rocce, i ponticelli e i tavoli da picnic.
Senza volerlo, emisi un fischio di ammirazione.
Le due Signorine hanno davvero creato
questo paradiso tutte da sole? Devo ricordarmi più tardi di
far loro i
complimenti!
Un
po' meno teso, mi avvicinai al bordo della vasca più vicina
e immersi un piede
nell'acqua per saggiarne la temperatura.
Perfetta. ...ehi. Adesso che ci penso, se
la piscina è così grande non c'è
pericolo che la faccia straripare! Certo, questo
non si significa che io possa tuffarmi a bomba...
-Ehi! Ehi, Choji! Vieni qua!- mi gridò qualcuno a gran voce,
agitando un
braccio per farsi notare.
Percorrendo
il bordo della piscina, attraversando un ponticello e schivando un paio
di
bambini che giocavano a rincorrersi, raggiunsi chi mi aveva chiamato:
erano sei
ragazzi, immersi nella zona più larga della piscina, ed
impegnati a lanciarsi
una palla fatta con del nastro adesivo arrotolato su sé
stesso.
-A cosa state giocando?
-Pallanuoto. È una specie di calcetto, ma si gioca in acqua
e con le mani. Ci
servirebbe un portiere, vuoi farlo tu?
-...no, grazie, al momento non sono in vena...
-Allora, che ne dici di fare l'arbitro? Devi solo stare a bordo del
campo e
guardarci!
-Questo mi piace già più! ...prima
però c'è un'altra cosa che voglio fare.
Sapete dov'è Iwao?
I sei si guardarono l'un l'altro prima di rispondermi.
-Iwao, dici... si sta riposando laggiù.
Mi
indicarono una piccola area circolare. collegata al resto della
piscina,
situata vicino alla palizzata divisoria. Scrutando nel vapore, dapprima
scorsi
soltanto un grosso sasso che affiorava dall'acqua, ma guardando meglio
lo
riconobbi come la testa di Iwao, l'unica parte visibile del suo corpo.
-Preferisci andare a fargli compagnia?- mi chiese ancora uno dei
pallanuotisti.
-...non esattamente. A dopo!
Salutai il gruppo, e stando attento a non scivolare dal bordo mi
avvicinai al
punto in cui si era appartato Iwao. Lo trovai... non seppi esattamente
dire
come lo trovai. Aveva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo, e in
faccia
aveva stampato un larghissimo sorriso sornione, come se la rabbia di
un'ora
prima fosse già scomparsa. Avrei dovuto prenderlo come un
buon segno, eppure
non mi sentivo per nulla tranquillo.
Chissà
a cosa sta
pensando. Forse sta mettendo a punto gli ultimi dettagli dello "scherzo
umiliante" di cui mi ha accennato Nana... Per il quieto vivere, devo
convincerlo a cambiare idea.
Mi portai alle sue spalle e lo svegliai con un finto colpo di tosse.
-...mh? Oh sei tu, Choji- disse, dopo aver alzato la testa e aperto un
occhio
-perché sei ancora asciutto? Fammi indovinare, hai paura
dell'acqua.
-No, no! È che...
Mi misi a giocherellare con gli indici. Chissà come,
chissà perché, ancora una
volta sentii scemare il desiderio di dirgliene quattro.
-...prima di fare qualsiasi altra cosa, volevo chiederti scusa per
prima. Ti ho
fatto arrabbiare proprio come due giorni fa, a cena. Sono stato
indelicato, mi
dispia...
-E piantala di fare il tragico, non è successo nulla di
irreparabile.
-Co-come dici?
-Ho detto che è già tutto passato e non devi
farne un dramma. Ti sembro il tipo
di persona che porta rancore a lungo?
Dovetti mordermi la lingua e l'interno delle guance per resistere alla
tentazione di dire quello che pensavo veramente.
-Allora, non sei più arrabbiato?
-Ma certo che no. E anche se lo fossi non me ne accorgerei, quest'acqua
è un
vero toccasana. Dai, vieni dentro anche tu.
Dal suo tono di voce mi convinsi che Iwao doveva essersi veramente
rilassato.
Così, decisi di fidarmi -o, per essere precisi, di dargli il
beneficio del
dubbio- e, dopo essermi sfilato l'asciugamano, entrai in piscina e mi
sedetti
al suo fianco.
In pochi secondi ebbi la conferma che Iwao non aveva affatto mentito,
perlomeno
non sull'acqua: il tepore rassicurante e il profumo delizioso del
vapore ebbero
lo straordinario effetto di farmi sentire più leggero, nel
fisico come nello
spirito, e di ammutolire tutte le preoccupazioni che mi avevano
riempito la
testa fino a quel momento.
-È una favola...- sospirai, mentre mi appoggiavo con la
schiena al bordo e
distendevo le gambe per mettermi comodo -ora so come si sente una
bustina di
camomilla dentro la tazzina...
-Bustina di camomilla, non ci avevo mai pensato...
Per un po' non ci dicemmo più nulla, preferendo godere in
silenzio degli
effetti benefici delle terme. Gli unici suoni che arrivarono alle mie
orecchie
furono il vociare indistinto degli altri orfani, sia i maschi, che le
femmine
dall'altra parte della palizzata.
-...ti va di dare una sbirciatina?- disse Iwao a un certo punto,
ammiccando
proprio in direzione dell'area delle ragazze.
-Una... sbirciatina? Vuoi dire che da qualche parte ci sono dei buchi
per
spiare?
-Che io sappia, no. Ma puoi sempre provare a crearne uno tu, che ne
dici?
-Dico... Meglio di no. Tu stesso mi hai detto l'altro ieri che l'ultimo
ragazzo
che è entrato nel bagno delle femmine si è
beccato una bastonata, non oso
proprio pensare a cosa potrebbe capitare a me!
-Peccato... cioè, fai bene a non correre il rischio. Sei
molto saggio, Choji.
Molto... saggio...
Iwao sbadigliò, chiudendo l'argomento.
Tra me e me, sorrisi.
Hai ragione, Iwao. Sono molto saggio. Se
questo era il famigerato scherzo umiliante che volevi tirarmi... ti
è andata
male.
…
L'oretta
successiva la trascorsi nel più assoluto dolce far niente.
Volendo avrei anche
potuto schiacciare un pisolino, se solo un improvviso rumore squillante
non mi
avesse strappato dal torpore.
-La campanella? Anche qui?
-È un semplice segnale orario- spiegò Iwao -anzi
in realtà non ci indica l'ora,
Yori lo fa suonare a intervalli regolari più che altro per
ricordarci di non
stare troppo a mollo. Tranquillo, non è obbligatorio
obbedire. Volendo potresti
anche restare in acqua per tutto il pomeriggio.
Mi guardai in giro. Quasi tutti gli altri orfani avevano invece deciso
di
seguire il consiglio della campanella ed erano usciti dalla piscina per
andare
a mangiare.
-Stare in acqua tutto il pomeriggio? Lascio volentieri a te il piacere,
Iwao,
io ho un appuntamento con il pranzo!
Uscii dalla vasca con un solo balzo, ripresi l'asciugamano e andai
nello
spogliatoio a riprendere lo zaino contenente il pranzo al sacco, quindi
mi
cercai un tavolo da picnic libero. Stavo per dare il primo morso a uno
dei
panini imbottiti preparati dalla Signorina Hiromi, quando guardando di
fronte a
me, mi accorsi che Iwao non si era mosso di un millimetro dal suo posto.
-E-ehi!- gridai -guarda che scherzavo, eh! Vieni anche tu!
Iwao voltò pigramente la testa.
-Mangerò
più tardi. Sta' tranquillo, non morirò di fame.
Buon appetito.
-G-grazie. Contento tu...
Mangiai comunque in buona compagnia, poiché al mio tavolo si
accomodarono anche
i sei che prima mi avevano proposto di giocare. Tra un boccone e
l'altro ci
mettemmo a chiacchierare del più e del meno -ne approfittai
anche per farmi spiegare
le regole della pallanuoto, giusto per essere preparato- e anche l'ora
successiva passò molto in fretta, nonostante in quelle terme
il tempo sembrasse
non trascorrere mai.
Ora
che ci penso, è da un po' che non
vedo Isoka. Se non ricordo male, mi ha detto che si faceva vedere solo
durante
i pasti e le gite, quindi... Ah, eccolo!
Lo avvistai quasi per caso. Anche lui stava pranzando, seduto in
disparte ad un
tavolo particolarmente affollato di bambini. E non era neanche l'unica
faccia
nota. Proprio accanto a lui, infatti, era seduto anche Nao.
Purtroppo, i due non stavano affatto facendo amicizia come avevo
sperato. Isoka
teneva come suo solito lo sguardo basso, mentre Nao sembrava perso in
chissà
quali pensieri.
In fondo, avrei dovuto aspettarmi che andasse così.
Immagino che non sia così facile
parlare,
per nessuno dei due. Nao starà pensando a sua sorella,
mentre Isoka... Oh, beh.
Ci sarà un altro momento per quei due di socializzare.
Poco dopo, una volta che ebbero finito di digerire, i miei compagni di
tavolo si
alzarono per tornare in piscina e riprendere a giocare.
-Allora, vieni a farci da arbitro? Puoi stare seduto sul bordo, non
c'è bisogno
di entrare in acqua!
-Stavolta sì, volentieri! Prima però finisco di
mangiare, ho lasciato il meglio
per ultimo!
-Okay, ti aspettiamo!
Tirai fuori dal sacco l'ultimo e più succulento panino,
quello imbottito di
deliziosa salsiccia grigliata. Stato per dargli il primo morso, quando
fui
spaventato da un rumorosissimo colpo di tosse.
-C-che è? Chi è stato?
Non ci fu risposta. In compenso, udii delle imprecazioni sussurrate dai
miei
amici pallanuotisti.
Un altro colpo di tosse, ancora più rumoroso, e con la coda
dell'occhio vidi i
sei ragazzi uscire dall'acqua e tornare da me con un'aria quasi funerea.
-Mi dispiace, Choji... ma...- biascicò uno di loro -...no,
lascia perder...
Sentii sparare in sequenza altri tre colpi di tosse a bocca chiusa, e
stavolta
capii da dove provenivano. Mi alzai dal tavolo, per andare a
controllare Iwao
più da vicino...
...e proprio in quel momento il ragazzo più vicino mi
sfilò il panino da sotto
il naso e cominciò a correre.
-E-EHI! Che diavolo stai facendo?! Ridammelo!
Con
due salti gli fui subito addosso, ma quello aveva già
lanciato il maltolto
nelle mani di un suo amico, che a sua volta lo rilanciò ad
un altro non appena
provai ad avvicinarmi.
-Che accidenti vi prende all'improvviso?- urlai -ridatemelo, o... o non
sarò
responsabile delle mie azioni! Dico sul serio! EHI!
Ignorandomi, i sei cominciarono a correre in cerchio, senza smettere di
passarsi
a vicenda il mio cibo. La cosa stranissima, oltre al brutto scherzo in
sé, era
il fatto che nessuno di loro stesse ridendo. Anzi, sembrava quasi che
fossero
loro più dispiaciuti di me per quello che stavano facendo.
Forse ho capito... Ma prima di andare a
fondo della faccenda devo recuperare ciò che è
mio! Nessuno può mancare di
rispetto a un panino con salsiccia grigliata in presenza di Choji
Akimichi!
Placcai quattro dei sei giocatori, senza far loro troppo male, quindi
avanzai verso
gli ultimi due, che impauriti smisero di passarsi la refurtiva ed
indietreggiarono.
-Okay, lo scherzo è stato bello finché
è durato. Ma adesso, per favore,
ridatemi il pranzo... Attenti!!!
Avevano indietreggiato troppo. Inevitabilmente caddero nella piscina,
mentre il
panino venne scagliato verso l'alto.
-NO!!!
Con le mani protese in avanti, compii un tuffo disperato. Atterrai con
una
spanciata dolorosissima e sollevai ettolitri d'acqua, ma poco mi
importava. Il
panino era ricaduto sulle mie mani senza bagnarsi.
-Ce... Ce l'ho fatta! Non temere, piccolino, ora sei al sicuro!
E per festeggiare degnamente il mio successo, lo divorai in un sol
boccone.
La
mia performance doveva aver colpito, poiché mi parve di
sentire qualche timido
applauso...
-Grazie, grazie a tutti! E adesso...
In quel preciso istante sentii come un pugno invisibile perforarmi lo
stomaco.
-...adesso vorrei starmene un po' da solo, se non vi dispiace!
Feci appena in tempo a saltar fuori dall'acqua e nascondermi in mezzo a
dei
cespugli, che un altro tremendo brivido scosse tutto il mio apparato
digerente,
facendomi piegare in due dal dolore.
Ma perché mi è saltato
in testa di
tuffarmi? Non avevo nemmeno terminato di digerire...
La mia bocca minacciò di cedere a un conato di vomito.
...e questo è il risultato.
Purtroppo non
ho alternative... Devo... Devo buttare fuori tutto... Possibilmente
senza che
nessuno mi veda... Che vergogna...
Mi sporsi un attimo oltre i cespugli per guardarmi intorno. Qualche
metro più
in là, nella direzione opposta a quella da cui ero arrivato,
vidi qualcosa che
forse faceva proprio al caso mio.
Si trattava di una grande vasca rettangolare deserta, collegata al
resto della
piscina tramite due canaletti, il secondo dei quali era sbarrato da un
pannello
pieno di microscopici buchi. In un angolo più lontano della
vasca c'era invece
una diga che poteva essere sollevata con una carrucola, e dietro di
essa si
intravedeva l'apertura di un pozzo.
Dev'essere questo il sistema di dighe di
cui parlava Yori. In quel pozzo viene fatta defluire l'acqua sporca,
mentre
quel pannello bucherellato... dovrebbe servire a far passare solo
l'acqua
pulita, per riutilizzarla? In ogni caso, è ingegnoso! E
soprattutto, è utile a
nascondere quello che sto per fare...
Camminando carponi, uscii dai cespugli e mi avvicinai. A pochi metri
dall'agognata meta mi arrischiai ad alzarmi in piedi, ma un improvviso
e
violento attacco di vertigine mi fece cadere faccia a terra come un
sacco di
patate.
Che umiliazione...
Con le forze residue strisciai carponi verso la vasca. Man mano che mi
avvicinavo sentii che il bisogno di rimettere si stava affievolendo, ma
non mi
lasciai ingannare ed avanzai ancora.
Non mi freghi, caro il mio stomaco! Ti
conosco troppo bene! Fai finta di esserti calmato, e poi invece mi
costringi a
buttare fuori tutto quando meno me l'aspetto! Ma stavolta non mi faccio
trovare
impreparat... Oh.
Quando raggiunsi il bordo della vasca e vidi il mio volto riflesso
nell'acqua,
il mal di pancia diventò improvvisamente l'ultimo dei miei
problemi.
Oh, no.
I
miei capelli... erano cresciuti fino alla schiena.
Oh, no.
Le
spirali sulle mie guance... erano riapparse.
Oh, no.
Il
mio travestimento... si era dissolto.
-Sicuri
che sia passato di qui?
-Io l'ho visto sparire dietro i cespugli, non so poi dove sia andato!
OH, NO, NO, NO!!!
Gli amici di Iwao si stavano rapidamente avvicinando, presto avrebbero
visto il
mio vero aspetto, la mia copertura sarebbe saltata, non c'era niente
che mi
potesse salvare!
...poi, all'ultimo secondo, mi venne un'idea vincente. Mi chiusi a
riccio e
restai immobile.
-Dov'è sparito? Si sarà tuffato? -
domandò uno degli orfani, a pochissima
distanza da me.
-Ma no, lo vedremmo!
-...sentite, diciamo a Iwao che Choji si è sentito male ed
è andato a cambiarsi,
così la finiamo subito.
-Buona idea. Appena possibile, poi, chiederò scusa a Choji a
nome di tutti noi
per lo scherzo che gli abbiamo fatto.
-D’accordo,
però sta’ attento che Iwao non ti scopra.
È capacissimo di tutto, quel...
Le
loro voci e i loro passi si fecero sempre più lontani, fino
a sparire del
tutto.
Se ne sono andati... La mia imitazione
del cespuglio selvatico ha funzionato davvero... Però,
adesso, come accidenti
faccio a cavarmela?
L'avevo scampata bella, ma ero sempre nei guai fino al collo. Il mio
chakra si
era esaurito, e con esso il mio travestimento. Non avevo più
una copertura, e
gli orfani avrebbero potuto saltare fuori e scoprire il mio vero
aspetto in
qualunque momento. La mia unica speranza, la mia scorta di Pillole del
Soldato,
era rimasta col resto delle mie cose all'orfanotrofio. Ciliegina sulla
torta, ero
nudo e col mal di stomaco.
Peggio di così non può
andare! E pensare
che proprio stamattina sono anche andato a controllare che le mie
Pillole
fossero tutte a posto! Perché non mi sono ricordato di
prenderne una, già che
c'ero?!... Un momento. La Pillola che ho trovato nel nascondiglio di
Isoka!
Dove l'ho lasciata?
Tornai indietro nel tempo con la mente. Dopo averla confrontata con le
mie,
l'avevo rimessa nella tasca dei pantaloncini, che in quel momento erano
ancora
insieme agli altri miei vestiti...
...nello spogliatoio! Questa sì che
si
chiama fortuna! Certo, rimane il problema di come fare a raggiungerlo
senza
farmi notare, ma... !
Sentii
un altro rumore. Mi appiatti subito al suolo -per quel che potevo- ma
poi mi
resi conto che questo rumore in particolare proveniva dall'altra parte
della
vasca. Alzai un poco la testa, e la vidi.
Ma...
Che diavolo?...
Una
ragazza, avvolta in un lungo asciugamano, si era appena introdotta
nell'area
dei maschi strisciando in un'apertura nella staccionata. A causa della
penombra
non riuscii a vederla bene in volto, e questo accrebbe la
curiosità di sapere
cosa ci stesse facendo lì.
Guardai l'acqua sporca della vasca.
...non ho altra scelta. E uno, e due, e
tre.
Facendo il minimo rumore possibile rotolai oltre il bordo, mi tappai il
naso e
nuotai radente al fondo della vasca verso il lato opposto, tenendo lo
sguardo
alzato per non perdere di vista i suoi movimenti. Seguii la sua
silhouette
deformata che camminava circospetta lungo la palizzata, e la sorpresi a
raggiungere e consegnare qualcosa ad un'altra figura. Anzi, un figuro,
grande
il triplo di lei.
Nuotai un paio di metri più in là, e riemersi in
un punto nascosto da delle
sterpaglie. Da quell'angolazione non potevo più vederli, ma
quello che mi
interessava era sentire i loro discorsi.
-...lo so che sono poche rispetto alla volta scorsa, smettila di
lamentarti.
Piuttosto dovresti mostrarmi un po' più di gratitudine-
disse la ragazza,
sbuffando -lo sai cosa ho dovuto fare stavolta per procurartele?
Questa è la voce di Nana! Quindi
l'altro
non può che essere...
-E che sarà mai- replicò Iwao, che, a giudicare
dalla voce, stava masticando
qualcosa -sei entrata in cucina e sei uscita dalla cucina, come sempre!
Improvvisamente è diventato un compito troppo difficile per
te?
-Fammi finire di spiegare! Ieri, quando è arrivato il
fornitore del cibo,
siccome ho visto che l'ultimo arrivato stava facendo perdere tempo a
tutti ho
pensato di approfittare del fatto che erano distratti e sono salita
direttamente sul carro.
-Cosa? Che ti è saltato in testa?
-Pensavo che in questo modo avrei fatto prima! Poi però,
mentre ero ancora a
bordo a cercare la tua roba, Yori e quel Choji sono arrivati prima del
previsto
e ho dovuto nascondermi fra le scatole! Stavo per essere scoperta,
capisci?
-Capisco... Capisco che hai una bella faccia tosta a pretendere la mia
gratitudine! Nessuno ti ha chiesto di metterti nei guai in quel modo!
-Lo so, ma l'ho fatto per...
-Non m'interessa, ora tornatene di là prima che ti veda
qualcuno. Questa
conversazione è durata anche troppo.
Dal
rumore dei loro passi capii che si stavano allontanando.
Per
essere sicuro che non mi vedessero, tornai sott'acqua. E per poco non
rischiai
di annegare. Lo shock per quello che avevo appena scoperto mi aveva
fatto
dimenticare qualsiasi altra cosa.
Ora
capisco. Le impronte bagnate
dentro il carro... Le scatole semiaperte scoperte da Yori...
È stata Nana...
Anzi...
Riemersi, ribollendo di rabbia.
Iwao... Quel... Quel dannato! Adesso...
Adesso basta! Non posso più far finta di nulla! Gli
dirò la verità, gli dirò
quello che ho sentito, lo obbligherò a confessare, e lo
convincerò una volta
per tutte, con le buone o con le cattive, a smetterla con le sue
prepotenze!
...ovviamente, dopo aver risolto l'altro mio problema.
Mi
arrampicai fuori dalla vasca e guardai a destra e a sinistra. Non
sapevo dove
mi trovavo, ma non era difficile capire dove dovevo andare. Camminando
lungo la
staccionata, nella direzione opposta a quella presa da Iwao, prima o
poi avrei
incontrato la porta dello spogliatoio. Purtroppo non potevo
più contare sulla
mia somiglianza con un cespuglio per mimetizzarmi -bagnandosi, i miei
capelli
si erano appiattiti- così fui costretto a ripiegare su un
piano d'emergenza.
Strappai dei fili d'erba e delle foglie dalle piante vicine e me le
appiccicai
un po' dappertutto, quindi, dopo essermi augurato buona fortuna,
cominciai a
strisciare.
Dopo
pochi metri, tutto il mio corpo era già sporco di terra e
macchiato d’erba.
A
metà del tragitto, avrei potuto essere scambiato per un
mostro della palude.
A
tre quarti, mi venne l’idea di sfruttare le mie nuove
sembianze per spaventare
i bambini nelle vicinanze così da farli scappare e lasciarmi
campo libero, ma
la bocciai subito. Invece raccolsi un sasso e con le mie ultime energie
lo
lanciai lontano, così che il rumore facesse voltare tutti
dall’altra parte.
Ho pochi secondi per muovermi... Ancora
un piccolo sforzo... Ora!
Con un'ultima fugace capriola raggiunsi lo spogliatoio, quindi mi
chiusi la
porta alle spalle, mi fiondai a frugare i miei vestiti, tirai fuori la
Pillola
del Soldato, la mangiai in un sol boccone, recuperai le forze, eseguii
la
tecnica della trasformazione, e per finire emisi il sospiro di sollievo
di
lungo e profondo che avessi mai fatto in vita mia.
Non ci credo. Ce l’ho fatta. Ce
l’ho
fatta! ...adesso però devo farmi proprio una bella doccia.
...
Anche
se il mal di pancia era scomparso, per non correre ulteriori rischi
decisi di
darci un taglio con le immersioni.
Dopo
essermi asciugato mi rivestii, quindi uscii e marciai spedito alla
ricerca di
Iwao.
Com'era
prevedibile, la mia improvvisa ricomparsa non passò
inosservata: molti degli
orfani si voltarono per guardarmi, e uno dei pallanuotisti mi venne
addirittura
incontro.
-Choji,
dov'eri finito? E come mai ti sei rimesso i vestiti?
Beh,
mi sono sentito male e sono andato a cambiarmi- gli risposi, ammiccando.
-D-davvero?
Che coincidenza, è l'esatta cosa che ci siamo inventat...
Cioè, che abbiamo
pensato... ?
Sorridendo,
posai una mano sulla sua spalla.
-Io
so perché l’avete fatto- gli bisbigliai in un
orecchio -non siete voi a dovermi
delle scuse.
Mi
congedai da lui e tirai dritto.
Non
l'ho visto da nessun'altra parte,
quindi Iwao non può che essere tornato al suo posto
preferito. Gli farò una di
quelle ramanzine che non si dimenticherà tanto fa...
I
miei piedi si inchiodarono al terreno, quando da lontano vidi che Iwao
era già
impegnato a parlare con qualcuno, seduto accanto a lui sul bordo della
vasca.
E
quel qualcuno non era un qualcuno qualsiasi: era Nao.
Lui?! E... sembrano
anche andare d'accordo! Cosa possono avere in comune?
Muovendomi il più discretamente possibile mi allontanai
dalla piscina, e quatto
quatto andai a piazzarmi dietro il tronco di un albero, abbastanza
vicino per
poter origliare la loro conversazione. Stava diventando
un’abitudine...
-...ché
non sei venuto a dirmelo subito?- sentii dire dalla voce di Iwao, con
tono
amichevole.
-Beh... Ho pensato che, se si fosse trattato di un falso allarme, tu ti
saresti
arrabbiato con me per averti fatto perdere tempo...
-Ma va là! Al peggio, avresti solo fatto una scoperta
interessante e l'avresti
condivisa con il sottoscritto! Perché mi sarei dovuto
arrabbiare? Faccio così
paura? Ah ah ah!
Con la sua solita mancanza di tatto, Iwao assestò una gran
pacca sulla schiena
di Nao, facendolo tuffare controvoglia nella piscina.
Mh, stanno solo chiacchierando normalmente.
È inutile che continui a spiare, non c'è nulla di
nuovo che io possa scoprire...
-Splut... Affogo... Ah no, si tocca!... Comunque, Iwao, anche se non ti
sono
stato d'aiuto, volevo chiederti se... Se potevamo diventare amici...
...amico di Iwao? No! Nao, non sai a cosa
stai andando incontro!
-E
ci voleva tanto a chiedermelo? Ma certo che sì! Qua la mano!
Per le tue buone
intenzioni, sei ufficialmente parte della cerchia! E anche la piccola
Naoki, se
vuoi!
Ah, no! Lei non la devi toccare! Se solo
oserai gridarle contro...
-Anche
Naoki? Grazie, stavo proprio per chiedertelo! Perché sai...
adesso che mi sento
più tranquillo, posso dirtelo... è stata lei a
scoprire la botola dentro la
casetta.
Oh, questo allora cambia tutto, meno
male!
...
...
...
COSAAA?!?
-È
stata la piccolina? Non ci credo!- esclamò Iwao -e quando
è successo?
-Ieri
mattina, dopo la colazione. Eravamo tornati nel dormitorio per il suo
pisolino
di metà mattina, ma lei invece di stendersi subito sul letto
è corsa un attimo
alla finestra per chiuderla. Ed è in quel momento che mi ha
detto di venire a
vedere subito, perché le sembrava di aver visto qualcuno
entrare nella casetta
del cortile. Io le ho detto che non c’era nulla di strano e
l’ho messa a letto,
poi l’ho lasciata sola un attimo perché avevo
sentito Yori gridare contro Choji
dal piano di sotto... Ricordi poco dopo, quando tu e la tua cricca ci
avete
costrett... convinti a giocare a calcetto? È in quel momento
che Naoki,
approfittando della mia assenza, è uscita per andare a
curiosare. Quando più
tardi mi ha detto che aveva trovato una botola, l’ho subito
collegato a Isoka e
a te, che ogni giorno cerchi di sapere dove si nasconde, ma non ti ho
parlato
subito perché... Beh, questo te l’ho detto prima.
-Mmmh...
Capisco, e così la piccoletta ha trovato il nascondiglio di
Isoka solo per pura
curiosità... Non importa, mi piace lo stesso il suo spirito
di osservazione! Se
lei vuole far parte della mia banda, è la benvenuta! La
tratterò con i guanti!
-Grazie,
Iwao! Non vedo l’ora di dirglielo!
Più
quella conversazione andava avanti, più mi sentivo crollare.
Stava accadendo
tutto il contrario di ciò che avevo creduto e sperato sino a
quel momento.
-...adesso
che siamo ufficialmente amici- continuò Nao, rigirando il
coltello nella piaga
-mi piacerebbe capire una cosa. Come mai... vuoi a tutti i costi far
entrare
anche Choji nella cerchia?
-“A
tutti i costi”? Che intendi dire?
-Non
fare finta di non capire, Iwao! È evidente che ci sei tu
dietro i due incidenti
in mensa e l’inseguimento al panino di poco. Sono il tuo modo
per dirgli “fa’
come dico io o te ne capiteranno ancora”, non è
così?
-Uh,
quindi anche tu hai occhio come la sorellina! Esatto, sono opera mia.
-Allora
rispondimi, perché insisti con lui? Lascialo perdere, in
fondo un elemento in
più o in meno nella cerchia che differenza vuoi che faccia?
-Non
hai tutti i torti, Nao. Ma è una questione di principio! Il
giorno in cui è
arrivato qui, Choji ha dichiarato di voler essere mio amico...
però, appunto,
non riesce ancora a capire che per diventarlo deve obbedire a tutto
quello che
gli dico senza fare domande! E poi... Che resti fra noi due, ma io
credo che
Choji se li vada anche a cercare, i dispetti.
Come,
prego?
-Dici?-
chiese Nao -io non ricordo che abbia mai dato fastidio a nessuno.
Cos’avrebbe
fatto, di sbagliato?
-Cos’avrebbe
fatto? Ma l’hai visto bene quand’è
arrivato? Si è tuffato sul bancone della
mensa come un maiale in un porcile e non s’è
nemmeno accorto che gli ridevamo
dietro, da quant’è tonto! Ma soprattutto...
è grasso! Un ciccione in piena
regola! Avresti dovuto vederlo quando ha aperto l’aula di
musica e la corrente
d’aria ha fatto ballare tutta quella ciccia che si porta
appress...
-IONONSONOUNCICCIONEILTERMINEESATTOÈPAFFUTELLOPERCHÈNONRIUSCITEAMETTERVELOINTESTAAAAA?!?!?!?
Uscii
allo scoperto e avanzai minaccioso, attirandomi le occhiate impaurite
di tutti
i presenti.
Avevo
appena mandato a quel paese ogni speranza di uscire dalle terme con la
dignità
intatta, ma me ne resi conto solo più tardi. In quel momento
contava soltanto
fare giustizia!!!
-C-C-Choji,
p-p-per favore, calm...- balbettò Nao, ma lo ammutolii
puntandogli contro un
dito.
-Di
te mi occupo dopo! E tu, Iwao... Ho sentito tutto! TUTTO!
Colui
che aveva osato insultarmi sbatté le palpebre due o tre
volte, assumendo un’aria
innocente.
-Oh...
B-b-beh... E allora? Ho solo detto la verità... M-m-ma
ragiona! Ti sei mai
visto allo specchio? Sei...
-Ti
sei visto TU allo specchio, brutto ipocrita!? Sei robusto esattamente
quanto
me, non hai alcun diritto di prendermi in giro per qualcosa che abbiamo
in
comune! Ritira quello che hai detto, SUBITO!
Dopo
qualche istante, sulla faccia di Iwao comparve un sorriso sprezzante,
cosa che
mi fece infuriare ancora di più.
-Dico
sul serio, Iwao! Ritira subito quello che hai detto, o...
-No,
Choji. Sei tu a dover ritirare i tuoi insulti.
Iwao si alzò in piedi, mostrando un fisico che non poteva
essere più diverso
dal mio.
Quello che aveva sempre nascosto sotto i vestiti era in
realtà un ammasso
disordinato di muscoli dalla grandezza spropositata, attraversati da un
disgustoso groviglio di vene sporgenti.
Quella visione impressionante riuscì a lasciarmi senza
parole.
-Ebbene,
Choji? Hai ancora il coraggio di paragonare il mio fisico al tuo? Se
hai
sentito tutto quello che io e Nao ci siamo detti allora è
inutile che ti ripeta
come mai tutto l’orfanotrofio ti trovi ridicolo...
-Sei
tu che li obblighi a ridere di me, ho sentito anche questo!
Iwao
non rispose, ma continuò a rivolgermi quell’odioso
sorriso.
Era
la goccia che fa traboccare il vaso.
-Sì,
ammettilo! Tu fingi di essere amicone di tutti ma in realtà
li costringi con la
paura a fare quello che vuoi! E se qualcuno non ti va a genio... invece
di
lasciarlo in pace gli rendi la vita un inferno! ESATTAMENTE COME HAI
FATTO CON
ISOKA!
Finalmente,
quel sorriso maledetto sparì dal suo volto.
-Cos’avrei
fatto a Isoka? Avanti, dimme...
-Hai
strappato tutte le foto della sua mamma! Erano gli unici ricordi che
aveva! Lui
non se lo meritava!
-Ah,
no?
-NO!
Sai che cosa mi ha detto? Che tu hai fatto quella cosa orribile solo
perché non
sopportavi di vederlo piangere! E vuoi sapere una cosa? Sai
perché stamattina
ti ho chiesto cosa avessi contro di lui, nonostante lo sapessi
già? Perché
volevo sapere la tua versione dei fatti, perché sotto sotto
volevo ancora
sperare che non fosse vero! E invece... !
Con
un movimento rapidissimo, Iwao mi afferrò il collo della
maglietta.
-Ti sei mai chiesto cosa si prova a fare il bagno coi vestiti addosso?
Prima che avessi il tempo di reagire, Iwao mi sollevò con
entrambe le braccia e
mi schiantò dentro la vasca, per poi intrappolarmi
sott’acqua tenendomi un
ginocchio premuto sul collo.
Stavo
quasi per soffocare, quando mi sentii tirare per i capelli e fui
costretto a
fissare negli occhi il mio aggressore. Adesso il suo sguardo non era
più
sprezzante, ma carico di rabbia.
-Io non volevo arrivare a questo, Choji. Ma ti do un’altra
possibilità.
Chiedimi scusa, e potrai tornare ad essere mio amico.
In
lontananza sentii gli altri orfani chiamare aiuto a gran voce.
-...chiederti
scusa... Per cosa? Perché ho deciso di stare dalla parte di
Isoka, invece di
diventare un bullo co...
Di
nuovo, Iwao mi spinse la testa sott’acqua per poi tirarmi
fuori.
-Come
cazzo fai a non capirmi, Choji!? In questo mondo di merda, vivere in un
orfanotrofio è la cosa migliore che ci possa capitare!
Niente doveri, niente
tristezza, niente scuola, vitto e alloggio gratuito! Questo
è il paradiso, e
non sopporto che Isoka o altri mocciosi deboli come lui rovini
l’atmosfera con
i suoi piagnistei! Scommetto che...
Gli
mollai una testata sul naso.
Iwao
cadde all’indietro, colpì con la schiena il bordo
della vasca e si arrampicò
fuori, ma scivolò e cadde.
Uscito
anch’io dall’acqua, lo raggiunsi e lo rigirai sulla
schiena per sovrastarlo.
Avevo
alzato il braccio per mollargli un pugno, quando alle mie spalle
qualcuno mi
premette un bastone contro la gola per farmi allontanare con la forza.
-Adesso
basta! Adesso basta!!!
Quel
qualcuno lasciò la presa. Mi voltai, e venni raggelato dallo
sguardo furioso
della Signorina Azumi.
C’era
anche Yori, che a un cenno della direttrice andò subito a
sincerarsi delle
condizioni di Iwao.
-Esigo
una spiegazione, ora.
Aprii
la bocca, ma prima che riuscissi a formulare una frase venni anticipato
da
Iwao.
-Signorina
Azumi, Choji... Ahiaa... Choji non è d’accordo con
la regola numero uno dell’orfanotrofio!
-Ah,
capisco. Dunque è così che fai valere la tua
opinione, Choji?
-Signorina
Azumi! È stato Iwao a cominciare!
Tutti
gi girammo verso colui che aveva parlato. Era il ragazzo che voleva
chiedermi
scusa per lo scherzo...
-L'ho
visto! Ha trascinato Choji in acqua e l'ha costretto a stare con la
testa
sotto!
Iwao
lo fulminò con lo sguardo. E purtroppo, così fece
anche la Signorina Azumi.
-Questa
non è una giustificazione. Iwao è quello che sta
perdendo sangue dal naso, non
Choji. Non mi interessa sapere chi ha iniziato.
Il
mio difensore non aprì più bocca, e nessun'altro
osò fare obiezioni.
-Non
tollero che le regole da me imposte vengano disobbedite, ma prima
ancora non
tollero che venga usata la violenza nel mio orfanotrofio. Choji... se
pensavi
che avere un tetto sopra la testa significa anche essere liberi di fare
quello
che si vuole, allora devo chiederti di andartene.
-NO!
Alzai
una mano per protestare... Ma poi, guardando con la coda
dell’occhio lo stato
in cui avevo ridotto Iwao per colpa della mia testata, capii di essere
passato
dalla parte del torto.
Il
fatto che Iwao approfittasse del regolamento per dettare legge a modo
suo e
restasse impunito era e restava un’ingiustizia bella e buona.
Ma io avevo
sferrato il primo colpo.
Inoltre,
se non mi avessero fermato, avrei rischiato di abusare dei miei poteri
di ninja
contro un civile.
Avrei
rischiato di abbassarmi ad un livello ancora più basso di un
bullo.
Mestamente,
abbassai la mano ed il capo.
-No...
Ha ragione, Signorina Azumi. Mi sono comportato male, mi dispiace.
-Sono
contenta di sentirtelo dire, ma le scuse a voce non sono sufficienti.
Yori,
vieni qua.
La
giovane tuttofare obbedì e si avvicinò.
Con
un gesto rapido, la Signorina Azumi le sfilò di dosso il
grembiule a fiori e lo
lanciò ai miei piedi.
-Che...
Che significa?
-Significa
che stasera non cenerai con gli altri, Choji. Sarai invece impegnato a
svolgere
tutte le mansioni di Yori. Lavare le stoviglie, pulire i pavimenti, e
così via.
Forse, con questo sistema imparerai ad apprezzare il fatto di avere un
posto in
cui vivere.