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Autore: Crybaby    09/07/2017    1 recensioni
Introdursi sotto falsa identità in un orfanotrofio sito nel Paese dei Fiumi, per stanare e consegnare alla giustizia un pericoloso serial killer che vi ha trovato rifugio.
Insieme alle proprie insicurezze, rese ancora più opprimenti dalla recente scomparsa del maestro Asuma, saranno questi gli obiettivi della missione che Choji Akimichi si ritroverà costretto ad affrontare.
Una missione che, per lui, potrebbe essere l'ultima, e non soltanto nel caso in cui ci rimetta la vita...
Genere: Introspettivo, Mistero, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Choji Akimichi, Nuovo Personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Naruto Shippuuden
Capitoli:
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Choji's Last Chance

10.

Bagni... termali...
Dopo aver dato a ciascuno uno zainetto contenente il nostro pranzo al sacco, la Signorina Hiromi ci fece allineare in fila indiana e ci guidò all'interno del bosco, tenendo in mano una bandiera bianca per far sì che nessuno la perdesse di vista.
Bagni termali...
Si trattava di una precauzione inutile, poiché il percorso tra gli alberi che stavamo seguendo era stato battuto già tante altre volte che per terra si poteva riconoscere una specie di sentiero.
Bagni termali.
Dopo un cammino lungo all'incirca mezzo chilometro, giungemmo davanti a un'alta palizzata con due porte di legno a scorrimento, una destinata alle femmine e l'altra ai maschi, che davano accesso ai rispettivi spogliatoi.
-BAGNI TERMALI!?!
-Proprio così! Non è fantastico?- mi disse un ragazzino passandomi davanti nella fila -le Signorine Azumi e Hiromi hanno scoperto questa fonte vulcanica poco dopo aver fondato l'orfanotrofio, e l'hanno trasformata in un vero e proprio stabilimento termale gratuito, tutto per noi! Nessun'altro l'ha mai scoperta!
-C-capisco... C-che fortuna...
Uno dopo l'altro, gli ospiti dell'orfanotrofio sparirono all'interno degli spogliatoi. Mancavo solo io.
-E adesso che problema c'è?
Mi voltai di scatto, trovandomi faccia a faccia con Yori.
-P-problema? N-nessun problema, cosa te lo fa pensare?
-Il fatto che tu sia diventato lento come una tartaruga. Ti è forse venuto l'acido lattico alle gambe?
-Ecco... Sì, esatto! Non mi sento tanto bene, e quindi...
-Quindi sei fortunato, un bel bagno nelle acque termali e tornerai come nuovo!
Rimboccate le maniche, Yori cominciò a spingermi verso il cancello. Cercai di opporre resistenza puntando i talloni a terra, ma fu tutto inutile.
-A-aspetta, Yori! Se ieri c'è stato un acquazzone, magari l'acqua è diventata stagnante e puzzolente...
-Lo era, ma ho già provveduto stamattina a farla defluire all'esterno tramite un sistema di dighe. L'acqua in cui andrai a fare il bagno tu, invece, proviene da una fonte sotterranea, calda e pulita al cento per cento.
-B-buono a sapersi... Oh no! Yori, mi sono ricordato appena adesso che non so nuotare...
-Se hai paura di annegare ci sono dei braccioli gonfiabili da qualche parte, e in ogni caso si tocca abbondantemente.
-M-mi fa piacere saperlo... ma...
-BUON DIVERTIMENTO!
Arrivato sotto la porta, Yori mi spinse dentro lo spogliatoio con un veemente calcio nel sedere.

C'erano vestiti sparsi dappertutto: sul pavimento, sulle sedie e negli armadietti. Gli altri bambini e ragazzi erano già usciti, e a giudicare dai rumori provenienti da dietro un'altra porta era chiaro che avevano già cominciato a divertirsi.
-E tu? Cosa ci fai qua fuori, tutta sola e ancora vestita?
Era ancora la voce di Yori. Mi sporsi di qualche millimetro fuori dalla porta d’entrata, e a malapena riuscii a intravedere con chi lei stesse parlando. Era la piccola Naoki, e in volto aveva un’aria imbarazzata, quasi impaurita.
-Mi dispiace, in questo posto non puoi restare insieme a tuo fratello. Però non devi aver paura, ti aiuterò io a entrare in acqua e fare amicizia con le altre bambine! Coraggio, vieni!
Dopo lunghissimi istanti di esitazione, Naoki prese la mano di Yori e si lasciò accompagnare nello spogliatoio femminile.
Tornai dentro anch’io. Mi rincuorava sapere di non essere l'unico ad aver timore delle terme...
...ma non era che una magra consolazione.

 

Non posso dire di odiare i bagni termali. Anzi, mi piacciono molto! Però... sono l'unica cosa che mi fa pesare il fatto di essere paffuto.
Anche quando ci vado con Shikamaru, Naruto, Kiba e gli altri miei coetanei.
Mi piace la loro compagnia, mi diverto a guardarli mentre fingono di ingaggiare lotte dentro l'acqua -o ne ingaggiano di vere, se a fare il bagno c'è anche Rock Lee- ma non posso mai unirmi a loro. Mai. È impossibile. Se voglio fare il bagno anch'io, devo trovarmi una vasca a parte oppure aspettare che gli altri finiscano.
Tutto per colpa di quel principio scoperto da chissà chi, secondo cui più il corpo che entra in acqua è grande più l'acqua viene spostata!

Oltretutto, c’è un altro aspetto delle terme che reputo antipatico. Con i miei amici non accade mai, ma in quelle poche volte che ci vado per conto mio c’è sempre qualcuno che punta il dito verso di me e ride. O, peggio ancora, si gira dall’altra parte disgustato.
Io sono orgoglioso del fisico che possiedo, ne vado fiero, ma non sono ancora riuscito a ignorare il fatto che altri lo trovino ridicolo e mi prendano in giro per questo. E probabilmente non ci riuscirò mai.
Era questo il motivo per cui, quando la Signorina Hiromi aveva annunciato la meta della gita, ero andato nel panico. Se anche fra gli orfani ce ne fosse stato uno solo che trovava ridicoli i paffutelli... Mi sarei trovato nei guai. Senza nessuno a calmarmi, avrei scatenato tutta la mia rabbia. Avrei rovinato la piccola reputazione che mi ero costruito nell’orfanotrofio. E probabilmente avrei anche complicato la mia indagine più del necessario.

 

Deglutii pesantemente, e parecchio di malavoglia cominciai a togliermi i vestiti.
Distrattamente lo sguardo mi cadde su un luccichio, prodotto dalla fibbia dorata di una cintura lasciata su una sedia. Neanche a farlo apposta si trattava della cintura di Iwao: non l'avevo mai notata prima, ma capii subito che apparteneva a lui visto che era appoggiata sulla sua felpa marrone.
"...ma certo! Come ho fatto a non pensarci? Anche Iwao è un paffuto come me! Se gli altri orfani non l'hanno mai preso in giro per il suo fisico, allora io non ho nulla da temer... Ah. Già."

Già, Iwao. Non mi ero certo dimenticato del modo in cui mi aveva gridato contro, un’ora prima, né dell’avvertimento della sua amica Nana. A suo dire avrei dovuto aspettarmi “qualcosa di umiliante”.
Fui tentato di rivestirmi e passare il resto della giornata chiuso nello spogliatoio. In fondo, sarebbe stato il modo più facile di evitare qualunque figuraccia... ma poi scossi la testa. Se mi fossi mostrato codardo, gliel’avrei data doppiamente vinta.
Finito di spogliarmi, avvolsi un grande asciugamano intorno alla vita, quindi mi decisi a socchiudere la porta e sbirciare fuori.
...che posto è questo?
Esclusa la presenza di acqua e vapore, l'ambiente che mi ritrovai davanti non aveva nulla in comune con le terme che conoscevo io, anzi.
Si trattava di un complesso di vasche circolari, grandi e piccole, collegate tra loro per formare un'unica grande piscina, la quale si snodava tra gli alberi della foresta, le rocce, i ponticelli e i tavoli da picnic.
Senza volerlo, emisi un fischio di ammirazione.
Le due Signorine hanno davvero creato questo paradiso tutte da sole? Devo ricordarmi più tardi di far loro i complimenti!
Un po' meno teso, mi avvicinai al bordo della vasca più vicina e immersi un piede nell'acqua per saggiarne la temperatura.
Perfetta. ...ehi. Adesso che ci penso, se la piscina è così grande non c'è pericolo che la faccia straripare! Certo, questo non si significa che io possa tuffarmi a bomba...
-Ehi! Ehi, Choji! Vieni qua!- mi gridò qualcuno a gran voce, agitando un braccio per farsi notare.
Percorrendo il bordo della piscina, attraversando un ponticello e schivando un paio di bambini che giocavano a rincorrersi, raggiunsi chi mi aveva chiamato: erano sei ragazzi, immersi nella zona più larga della piscina, ed impegnati a lanciarsi una palla fatta con del nastro adesivo arrotolato su sé stesso.
-A cosa state giocando?
-Pallanuoto. È una specie di calcetto, ma si gioca in acqua e con le mani. Ci servirebbe un portiere, vuoi farlo tu?
-...no, grazie, al momento non sono in vena...
-Allora, che ne dici di fare l'arbitro? Devi solo stare a bordo del campo e guardarci!
-Questo mi piace già più! ...prima però c'è un'altra cosa che voglio fare. Sapete dov'è Iwao?
I sei si guardarono l'un l'altro prima di rispondermi.
-Iwao, dici... si sta riposando laggiù.

Mi indicarono una piccola area circolare. collegata al resto della piscina, situata vicino alla palizzata divisoria. Scrutando nel vapore, dapprima scorsi soltanto un grosso sasso che affiorava dall'acqua, ma guardando meglio lo riconobbi come la testa di Iwao, l'unica parte visibile del suo corpo.
-Preferisci andare a fargli compagnia?- mi chiese ancora uno dei pallanuotisti.
-...non esattamente. A dopo!
Salutai il gruppo, e stando attento a non scivolare dal bordo mi avvicinai al punto in cui si era appartato Iwao. Lo trovai... non seppi esattamente dire come lo trovai. Aveva gli occhi chiusi, come se stesse dormendo, e in faccia aveva stampato un larghissimo sorriso sornione, come se la rabbia di un'ora prima fosse già scomparsa. Avrei dovuto prenderlo come un buon segno, eppure non mi sentivo per nulla tranquillo.

Chissà a cosa sta pensando. Forse sta mettendo a punto gli ultimi dettagli dello "scherzo umiliante" di cui mi ha accennato Nana... Per il quieto vivere, devo convincerlo a cambiare idea.
Mi portai alle sue spalle e lo svegliai con un finto colpo di tosse.
-...mh? Oh sei tu, Choji- disse, dopo aver alzato la testa e aperto un occhio -perché sei ancora asciutto? Fammi indovinare, hai paura dell'acqua.
-No, no! È che...
Mi misi a giocherellare con gli indici. Chissà come, chissà perché, ancora una volta sentii scemare il desiderio di dirgliene quattro.
-...prima di fare qualsiasi altra cosa, volevo chiederti scusa per prima. Ti ho fatto arrabbiare proprio come due giorni fa, a cena. Sono stato indelicato, mi dispia...
-E piantala di fare il tragico, non è successo nulla di irreparabile.
-Co-come dici?
-Ho detto che è già tutto passato e non devi farne un dramma. Ti sembro il tipo di persona che porta rancore a lungo?
Dovetti mordermi la lingua e l'interno delle guance per resistere alla tentazione di dire quello che pensavo veramente.
-Allora, non sei più arrabbiato?
-Ma certo che no. E anche se lo fossi non me ne accorgerei, quest'acqua è un vero toccasana. Dai, vieni dentro anche tu.
Dal suo tono di voce mi convinsi che Iwao doveva essersi veramente rilassato. Così, decisi di fidarmi -o, per essere precisi, di dargli il beneficio del dubbio- e, dopo essermi sfilato l'asciugamano, entrai in piscina e mi sedetti al suo fianco.
In pochi secondi ebbi la conferma che Iwao non aveva affatto mentito, perlomeno non sull'acqua: il tepore rassicurante e il profumo delizioso del vapore ebbero lo straordinario effetto di farmi sentire più leggero, nel fisico come nello spirito, e di ammutolire tutte le preoccupazioni che mi avevano riempito la testa fino a quel momento.
-È una favola...- sospirai, mentre mi appoggiavo con la schiena al bordo e distendevo le gambe per mettermi comodo -ora so come si sente una bustina di camomilla dentro la tazzina...
-Bustina di camomilla, non ci avevo mai pensato...
Per un po' non ci dicemmo più nulla, preferendo godere in silenzio degli effetti benefici delle terme. Gli unici suoni che arrivarono alle mie orecchie furono il vociare indistinto degli altri orfani, sia i maschi, che le femmine dall'altra parte della palizzata.
-...ti va di dare una sbirciatina?- disse Iwao a un certo punto, ammiccando proprio in direzione dell'area delle ragazze.
-Una... sbirciatina? Vuoi dire che da qualche parte ci sono dei buchi per spiare?
-Che io sappia, no. Ma puoi sempre provare a crearne uno tu, che ne dici?
-Dico... Meglio di no. Tu stesso mi hai detto l'altro ieri che l'ultimo ragazzo che è entrato nel bagno delle femmine si è beccato una bastonata, non oso proprio pensare a cosa potrebbe capitare a me!
-Peccato... cioè, fai bene a non correre il rischio. Sei molto saggio, Choji. Molto... saggio...
Iwao sbadigliò, chiudendo l'argomento.
Tra me e me, sorrisi.
Hai ragione, Iwao. Sono molto saggio. Se questo era il famigerato scherzo umiliante che volevi tirarmi... ti è andata male.

 

 

L'oretta successiva la trascorsi nel più assoluto dolce far niente. Volendo avrei anche potuto schiacciare un pisolino, se solo un improvviso rumore squillante non mi avesse strappato dal torpore.
-La campanella? Anche qui?
-È un semplice segnale orario- spiegò Iwao -anzi in realtà non ci indica l'ora, Yori lo fa suonare a intervalli regolari più che altro per ricordarci di non stare troppo a mollo. Tranquillo, non è obbligatorio obbedire. Volendo potresti anche restare in acqua per tutto il pomeriggio.
Mi guardai in giro. Quasi tutti gli altri orfani avevano invece deciso di seguire il consiglio della campanella ed erano usciti dalla piscina per andare a mangiare.
-Stare in acqua tutto il pomeriggio? Lascio volentieri a te il piacere, Iwao, io ho un appuntamento con il pranzo!
Uscii dalla vasca con un solo balzo, ripresi l'asciugamano e andai nello spogliatoio a riprendere lo zaino contenente il pranzo al sacco, quindi mi cercai un tavolo da picnic libero. Stavo per dare il primo morso a uno dei panini imbottiti preparati dalla Signorina Hiromi, quando guardando di fronte a me, mi accorsi che Iwao non si era mosso di un millimetro dal suo posto.
-E-ehi!- gridai -guarda che scherzavo, eh! Vieni anche tu!
Iwao voltò pigramente la testa.
-Mangerò più tardi. Sta' tranquillo, non morirò di fame. Buon appetito.
-G-grazie. Contento tu...
Mangiai comunque in buona compagnia, poiché al mio tavolo si accomodarono anche i sei che prima mi avevano proposto di giocare. Tra un boccone e l'altro ci mettemmo a chiacchierare del più e del meno -ne approfittai anche per farmi spiegare le regole della pallanuoto, giusto per essere preparato- e anche l'ora successiva passò molto in fretta, nonostante in quelle terme il tempo sembrasse non trascorrere mai.

Ora che ci penso, è da un po' che non vedo Isoka. Se non ricordo male, mi ha detto che si faceva vedere solo durante i pasti e le gite, quindi... Ah, eccolo!
Lo avvistai quasi per caso. Anche lui stava pranzando, seduto in disparte ad un tavolo particolarmente affollato di bambini. E non era neanche l'unica faccia nota. Proprio accanto a lui, infatti, era seduto anche Nao.
Purtroppo, i due non stavano affatto facendo amicizia come avevo sperato. Isoka teneva come suo solito lo sguardo basso, mentre Nao sembrava perso in chissà quali pensieri.
In fondo, avrei dovuto aspettarmi che andasse così.
Immagino che non sia così facile parlare, per nessuno dei due. Nao starà pensando a sua sorella, mentre Isoka... Oh, beh. Ci sarà un altro momento per quei due di socializzare.
Poco dopo, una volta che ebbero finito di digerire, i miei compagni di tavolo si alzarono per tornare in piscina e riprendere a giocare.
-Allora, vieni a farci da arbitro? Puoi stare seduto sul bordo, non c'è bisogno di entrare in acqua!
-Stavolta sì, volentieri! Prima però finisco di mangiare, ho lasciato il meglio per ultimo!
-Okay, ti aspettiamo!
Tirai fuori dal sacco l'ultimo e più succulento panino, quello imbottito di deliziosa salsiccia grigliata. Stato per dargli il primo morso, quando fui spaventato da un rumorosissimo colpo di tosse.
-C-che è? Chi è stato?
Non ci fu risposta. In compenso, udii delle imprecazioni sussurrate dai miei amici pallanuotisti.
Un altro colpo di tosse, ancora più rumoroso, e con la coda dell'occhio vidi i sei ragazzi uscire dall'acqua e tornare da me con un'aria quasi funerea.
-Mi dispiace, Choji... ma...- biascicò uno di loro -...no, lascia perder...
Sentii sparare in sequenza altri tre colpi di tosse a bocca chiusa, e stavolta capii da dove provenivano. Mi alzai dal tavolo, per andare a controllare Iwao più da vicino...
...e proprio in quel momento il ragazzo più vicino mi sfilò il panino da sotto il naso e cominciò a correre.
-E-EHI! Che diavolo stai facendo?! Ridammelo!
Con due salti gli fui subito addosso, ma quello aveva già lanciato il maltolto nelle mani di un suo amico, che a sua volta lo rilanciò ad un altro non appena provai ad avvicinarmi.
-Che accidenti vi prende all'improvviso?- urlai -ridatemelo, o... o non sarò responsabile delle mie azioni! Dico sul serio! EHI!
Ignorandomi, i sei cominciarono a correre in cerchio, senza smettere di passarsi a vicenda il mio cibo. La cosa stranissima, oltre al brutto scherzo in sé, era il fatto che nessuno di loro stesse ridendo. Anzi, sembrava quasi che fossero loro più dispiaciuti di me per quello che stavano facendo.
Forse ho capito... Ma prima di andare a fondo della faccenda devo recuperare ciò che è mio! Nessuno può mancare di rispetto a un panino con salsiccia grigliata in presenza di Choji Akimichi!
Placcai quattro dei sei giocatori, senza far loro troppo male, quindi avanzai verso gli ultimi due, che impauriti smisero di passarsi la refurtiva ed indietreggiarono.
-Okay, lo scherzo è stato bello finché è durato. Ma adesso, per favore, ridatemi il pranzo... Attenti!!!
Avevano indietreggiato troppo. Inevitabilmente caddero nella piscina, mentre il panino venne scagliato verso l'alto.
-NO!!!
Con le mani protese in avanti, compii un tuffo disperato. Atterrai con una spanciata dolorosissima e sollevai ettolitri d'acqua, ma poco mi importava. Il panino era ricaduto sulle mie mani senza bagnarsi.
-Ce... Ce l'ho fatta! Non temere, piccolino, ora sei al sicuro!
E per festeggiare degnamente il mio successo, lo divorai in un sol boccone.
La mia performance doveva aver colpito, poiché mi parve di sentire qualche timido applauso...
-Grazie, grazie a tutti! E adesso...
In quel preciso istante sentii come un pugno invisibile perforarmi lo stomaco.
-...adesso vorrei starmene un po' da solo, se non vi dispiace!
Feci appena in tempo a saltar fuori dall'acqua e nascondermi in mezzo a dei cespugli, che un altro tremendo brivido scosse tutto il mio apparato digerente, facendomi piegare in due dal dolore.
Ma perché mi è saltato in testa di tuffarmi? Non avevo nemmeno terminato di digerire...
La mia bocca minacciò di cedere a un conato di vomito.
...e questo è il risultato. Purtroppo non ho alternative... Devo... Devo buttare fuori tutto... Possibilmente senza che nessuno mi veda... Che vergogna...
Mi sporsi un attimo oltre i cespugli per guardarmi intorno. Qualche metro più in là, nella direzione opposta a quella da cui ero arrivato, vidi qualcosa che forse faceva proprio al caso mio.
Si trattava di una grande vasca rettangolare deserta, collegata al resto della piscina tramite due canaletti, il secondo dei quali era sbarrato da un pannello pieno di microscopici buchi. In un angolo più lontano della vasca c'era invece una diga che poteva essere sollevata con una carrucola, e dietro di essa si intravedeva l'apertura di un pozzo.
Dev'essere questo il sistema di dighe di cui parlava Yori. In quel pozzo viene fatta defluire l'acqua sporca, mentre quel pannello bucherellato... dovrebbe servire a far passare solo l'acqua pulita, per riutilizzarla? In ogni caso, è ingegnoso! E soprattutto, è utile a nascondere quello che sto per fare...
Camminando carponi, uscii dai cespugli e mi avvicinai. A pochi metri dall'agognata meta mi arrischiai ad alzarmi in piedi, ma un improvviso e violento attacco di vertigine mi fece cadere faccia a terra come un sacco di patate.
Che umiliazione...
Con le forze residue strisciai carponi verso la vasca. Man mano che mi avvicinavo sentii che il bisogno di rimettere si stava affievolendo, ma non mi lasciai ingannare ed avanzai ancora.
Non mi freghi, caro il mio stomaco! Ti conosco troppo bene! Fai finta di esserti calmato, e poi invece mi costringi a buttare fuori tutto quando meno me l'aspetto! Ma stavolta non mi faccio trovare impreparat... Oh.
Quando raggiunsi il bordo della vasca e vidi il mio volto riflesso nell'acqua, il mal di pancia diventò improvvisamente l'ultimo dei miei problemi.
Oh, no.
I miei capelli... erano cresciuti fino alla schiena.
Oh, no.
Le spirali sulle mie guance... erano riapparse.
Oh, no.
 

Il mio travestimento... si era dissolto.
 

-Sicuri che sia passato di qui?
-Io l'ho visto sparire dietro i cespugli, non so poi dove sia andato!
OH, NO, NO, NO!!!
Gli amici di Iwao si stavano rapidamente avvicinando, presto avrebbero visto il mio vero aspetto, la mia copertura sarebbe saltata, non c'era niente che mi potesse salvare!
...poi, all'ultimo secondo, mi venne un'idea vincente. Mi chiusi a riccio e restai immobile.
-Dov'è sparito? Si sarà tuffato? - domandò uno degli orfani, a pochissima distanza da me.
-Ma no, lo vedremmo!
-...sentite, diciamo a Iwao che Choji si è sentito male ed è andato a cambiarsi, così la finiamo subito.
-Buona idea. Appena possibile, poi, chiederò scusa a Choji a nome di tutti noi per lo scherzo che gli abbiamo fatto.
-D’accordo, però sta’ attento che Iwao non ti scopra. È capacissimo di tutto, quel...
Le loro voci e i loro passi si fecero sempre più lontani, fino a sparire del tutto.
Se ne sono andati... La mia imitazione del cespuglio selvatico ha funzionato davvero... Però, adesso, come accidenti faccio a cavarmela?
L'avevo scampata bella, ma ero sempre nei guai fino al collo. Il mio chakra si era esaurito, e con esso il mio travestimento. Non avevo più una copertura, e gli orfani avrebbero potuto saltare fuori e scoprire il mio vero aspetto in qualunque momento. La mia unica speranza, la mia scorta di Pillole del Soldato, era rimasta col resto delle mie cose all'orfanotrofio. Ciliegina sulla torta, ero nudo e col mal di stomaco.
Peggio di così non può andare! E pensare che proprio stamattina sono anche andato a controllare che le mie Pillole fossero tutte a posto! Perché non mi sono ricordato di prenderne una, già che c'ero?!... Un momento. La Pillola che ho trovato nel nascondiglio di Isoka! Dove l'ho lasciata?
Tornai indietro nel tempo con la mente. Dopo averla confrontata con le mie, l'avevo rimessa nella tasca dei pantaloncini, che in quel momento erano ancora insieme agli altri miei vestiti...
...nello spogliatoio! Questa sì che si chiama fortuna! Certo, rimane il problema di come fare a raggiungerlo senza farmi notare, ma... !
Sentii un altro rumore. Mi appiatti subito al suolo -per quel che potevo- ma poi mi resi conto che questo rumore in particolare proveniva dall'altra parte della vasca. Alzai un poco la testa, e la vidi.

Ma... Che diavolo?...
Una ragazza, avvolta in un lungo asciugamano, si era appena introdotta nell'area dei maschi strisciando in un'apertura nella staccionata. A causa della penombra non riuscii a vederla bene in volto, e questo accrebbe la curiosità di sapere cosa ci stesse facendo lì.
Guardai l'acqua sporca della vasca.
...non ho altra scelta. E uno, e due, e tre.
Facendo il minimo rumore possibile rotolai oltre il bordo, mi tappai il naso e nuotai radente al fondo della vasca verso il lato opposto, tenendo lo sguardo alzato per non perdere di vista i suoi movimenti. Seguii la sua silhouette deformata che camminava circospetta lungo la palizzata, e la sorpresi a raggiungere e consegnare qualcosa ad un'altra figura. Anzi, un figuro, grande il triplo di lei.
Nuotai un paio di metri più in là, e riemersi in un punto nascosto da delle sterpaglie. Da quell'angolazione non potevo più vederli, ma quello che mi interessava era sentire i loro discorsi.
-...lo so che sono poche rispetto alla volta scorsa, smettila di lamentarti. Piuttosto dovresti mostrarmi un po' più di gratitudine- disse la ragazza, sbuffando -lo sai cosa ho dovuto fare stavolta per procurartele?
Questa è la voce di Nana! Quindi l'altro non può che essere...
-E che sarà mai- replicò Iwao, che, a giudicare dalla voce, stava masticando qualcosa -sei entrata in cucina e sei uscita dalla cucina, come sempre! Improvvisamente è diventato un compito troppo difficile per te?
-Fammi finire di spiegare! Ieri, quando è arrivato il fornitore del cibo, siccome ho visto che l'ultimo arrivato stava facendo perdere tempo a tutti ho pensato di approfittare del fatto che erano distratti e sono salita direttamente sul carro.
-Cosa? Che ti è saltato in testa?
-Pensavo che in questo modo avrei fatto prima! Poi però, mentre ero ancora a bordo a cercare la tua roba, Yori e quel Choji sono arrivati prima del previsto e ho dovuto nascondermi fra le scatole! Stavo per essere scoperta, capisci?
-Capisco... Capisco che hai una bella faccia tosta a pretendere la mia gratitudine! Nessuno ti ha chiesto di metterti nei guai in quel modo!
-Lo so, ma l'ho fatto per...
-Non m'interessa, ora tornatene di là prima che ti veda qualcuno. Questa conversazione è durata anche troppo.
Dal rumore dei loro passi capii che si stavano allontanando.
Per essere sicuro che non mi vedessero, tornai sott'acqua. E per poco non rischiai di annegare. Lo shock per quello che avevo appena scoperto mi aveva fatto dimenticare qualsiasi altra cosa.

Ora capisco. Le impronte bagnate dentro il carro... Le scatole semiaperte scoperte da Yori... È stata Nana... Anzi...
Riemersi, ribollendo di rabbia.
Iwao... Quel... Quel dannato! Adesso... Adesso basta! Non posso più far finta di nulla! Gli dirò la verità, gli dirò quello che ho sentito, lo obbligherò a confessare, e lo convincerò una volta per tutte, con le buone o con le cattive, a smetterla con le sue prepotenze! ...ovviamente, dopo aver risolto l'altro mio problema.

Mi arrampicai fuori dalla vasca e guardai a destra e a sinistra. Non sapevo dove mi trovavo, ma non era difficile capire dove dovevo andare. Camminando lungo la staccionata, nella direzione opposta a quella presa da Iwao, prima o poi avrei incontrato la porta dello spogliatoio. Purtroppo non potevo più contare sulla mia somiglianza con un cespuglio per mimetizzarmi -bagnandosi, i miei capelli si erano appiattiti- così fui costretto a ripiegare su un piano d'emergenza. Strappai dei fili d'erba e delle foglie dalle piante vicine e me le appiccicai un po' dappertutto, quindi, dopo essermi augurato buona fortuna, cominciai a strisciare.
Dopo pochi metri, tutto il mio corpo era già sporco di terra e macchiato d’erba.
A metà del tragitto, avrei potuto essere scambiato per un mostro della palude.
A tre quarti, mi venne l’idea di sfruttare le mie nuove sembianze per spaventare i bambini nelle vicinanze così da farli scappare e lasciarmi campo libero, ma la bocciai subito. Invece raccolsi un sasso e con le mie ultime energie lo lanciai lontano, così che il rumore facesse voltare tutti dall’altra parte.
Ho pochi secondi per muovermi... Ancora un piccolo sforzo... Ora!
Con un'ultima fugace capriola raggiunsi lo spogliatoio, quindi mi chiusi la porta alle spalle, mi fiondai a frugare i miei vestiti, tirai fuori la Pillola del Soldato, la mangiai in un sol boccone, recuperai le forze, eseguii la tecnica della trasformazione, e per finire emisi il sospiro di sollievo di lungo e profondo che avessi mai fatto in vita mia.
Non ci credo. Ce l’ho fatta. Ce l’ho fatta! ...adesso però devo farmi proprio una bella doccia.

 

...

 

Anche se il mal di pancia era scomparso, per non correre ulteriori rischi decisi di darci un taglio con le immersioni.
Dopo essermi asciugato mi rivestii, quindi uscii e marciai spedito alla ricerca di Iwao.
Com'era prevedibile, la mia improvvisa ricomparsa non passò inosservata: molti degli orfani si voltarono per guardarmi, e uno dei pallanuotisti mi venne addirittura incontro.
-Choji, dov'eri finito? E come mai ti sei rimesso i vestiti?
Beh, mi sono sentito male e sono andato a cambiarmi- gli risposi, ammiccando.
-D-davvero? Che coincidenza, è l'esatta cosa che ci siamo inventat... Cioè, che abbiamo pensato... ?
Sorridendo, posai una mano sulla sua spalla.
-Io so perché l’avete fatto- gli bisbigliai in un orecchio -non siete voi a dovermi delle scuse.
Mi congedai da lui e tirai dritto.

Non l'ho visto da nessun'altra parte, quindi Iwao non può che essere tornato al suo posto preferito. Gli farò una di quelle ramanzine che non si dimenticherà tanto fa...
I miei piedi si inchiodarono al terreno, quando da lontano vidi che Iwao era già impegnato a parlare con qualcuno, seduto accanto a lui sul bordo della vasca.
E quel qualcuno non era un qualcuno qualsiasi: era Nao.
Lui?! E... sembrano anche andare d'accordo! Cosa possono avere in comune?
Muovendomi il più discretamente possibile mi allontanai dalla piscina, e quatto quatto andai a piazzarmi dietro il tronco di un albero, abbastanza vicino per poter origliare la loro conversazione. Stava diventando un’abitudine...
-...ché non sei venuto a dirmelo subito?- sentii dire dalla voce di Iwao, con tono amichevole.
-Beh... Ho pensato che, se si fosse trattato di un falso allarme, tu ti saresti arrabbiato con me per averti fatto perdere tempo...
-Ma va là! Al peggio, avresti solo fatto una scoperta interessante e l'avresti condivisa con il sottoscritto! Perché mi sarei dovuto arrabbiare? Faccio così paura? Ah ah ah!
Con la sua solita mancanza di tatto, Iwao assestò una gran pacca sulla schiena di Nao, facendolo tuffare controvoglia nella piscina.
Mh, stanno solo chiacchierando normalmente. È inutile che continui a spiare, non c'è nulla di nuovo che io possa scoprire...
-Splut... Affogo... Ah no, si tocca!... Comunque, Iwao, anche se non ti sono stato d'aiuto, volevo chiederti se... Se potevamo diventare amici...
...amico di Iwao? No! Nao, non sai a cosa stai andando incontro!
-E ci voleva tanto a chiedermelo? Ma certo che sì! Qua la mano! Per le tue buone intenzioni, sei ufficialmente parte della cerchia! E anche la piccola Naoki, se vuoi!
Ah, no! Lei non la devi toccare! Se solo oserai gridarle contro...
-Anche Naoki? Grazie, stavo proprio per chiedertelo! Perché sai... adesso che mi sento più tranquillo, posso dirtelo... è stata lei a scoprire la botola dentro la casetta.
Oh, questo allora cambia tutto, meno male!

...
...
...
COSAAA?!?

-È stata la piccolina? Non ci credo!- esclamò Iwao -e quando è successo?
-Ieri mattina, dopo la colazione. Eravamo tornati nel dormitorio per il suo pisolino di metà mattina, ma lei invece di stendersi subito sul letto è corsa un attimo alla finestra per chiuderla. Ed è in quel momento che mi ha detto di venire a vedere subito, perché le sembrava di aver visto qualcuno entrare nella casetta del cortile. Io le ho detto che non c’era nulla di strano e l’ho messa a letto, poi l’ho lasciata sola un attimo perché avevo sentito Yori gridare contro Choji dal piano di sotto... Ricordi poco dopo, quando tu e la tua cricca ci avete costrett... convinti a giocare a calcetto? È in quel momento che Naoki, approfittando della mia assenza, è uscita per andare a curiosare. Quando più tardi mi ha detto che aveva trovato una botola, l’ho subito collegato a Isoka e a te, che ogni giorno cerchi di sapere dove si nasconde, ma non ti ho parlato subito perché... Beh, questo te l’ho detto prima.
-Mmmh... Capisco, e così la piccoletta ha trovato il nascondiglio di Isoka solo per pura curiosità... Non importa, mi piace lo stesso il suo spirito di osservazione! Se lei vuole far parte della mia banda, è la benvenuta! La tratterò con i guanti!
-Grazie, Iwao! Non vedo l’ora di dirglielo!
Più quella conversazione andava avanti, più mi sentivo crollare. Stava accadendo tutto il contrario di ciò che avevo creduto e sperato sino a quel momento.
-...adesso che siamo ufficialmente amici- continuò Nao, rigirando il coltello nella piaga -mi piacerebbe capire una cosa. Come mai... vuoi a tutti i costi far entrare anche Choji nella cerchia?
-“A tutti i costi”? Che intendi dire?
-Non fare finta di non capire, Iwao! È evidente che ci sei tu dietro i due incidenti in mensa e l’inseguimento al panino di poco. Sono il tuo modo per dirgli “fa’ come dico io o te ne capiteranno ancora”, non è così?
-Uh, quindi anche tu hai occhio come la sorellina! Esatto, sono opera mia.
-Allora rispondimi, perché insisti con lui? Lascialo perdere, in fondo un elemento in più o in meno nella cerchia che differenza vuoi che faccia?
-Non hai tutti i torti, Nao. Ma è una questione di principio! Il giorno in cui è arrivato qui, Choji ha dichiarato di voler essere mio amico... però, appunto, non riesce ancora a capire che per diventarlo deve obbedire a tutto quello che gli dico senza fare domande! E poi... Che resti fra noi due, ma io credo che Choji se li vada anche a cercare, i dispetti.

Come, prego?
-Dici?- chiese Nao -io non ricordo che abbia mai dato fastidio a nessuno. Cos’avrebbe fatto, di sbagliato?
-Cos’avrebbe fatto? Ma l’hai visto bene quand’è arrivato? Si è tuffato sul bancone della mensa come un maiale in un porcile e non s’è nemmeno accorto che gli ridevamo dietro, da quant’è tonto! Ma soprattutto... è grasso! Un ciccione in piena regola! Avresti dovuto vederlo quando ha aperto l’aula di musica e la corrente d’aria ha fatto ballare tutta quella ciccia che si porta appress...

 

-IONONSONOUNCICCIONEILTERMINEESATTOÈPAFFUTELLOPERCHÈNONRIUSCITEAMETTERVELOINTESTAAAAA?!?!?!?

 

Uscii allo scoperto e avanzai minaccioso, attirandomi le occhiate impaurite di tutti i presenti.
Avevo appena mandato a quel paese ogni speranza di uscire dalle terme con la dignità intatta, ma me ne resi conto solo più tardi. In quel momento contava soltanto fare giustizia!!!
-C-C-Choji, p-p-per favore, calm...- balbettò Nao, ma lo ammutolii puntandogli contro un dito.
-Di te mi occupo dopo! E tu, Iwao... Ho sentito tutto! TUTTO!
Colui che aveva osato insultarmi sbatté le palpebre due o tre volte, assumendo un’aria innocente.
-Oh... B-b-beh... E allora? Ho solo detto la verità... M-m-ma ragiona! Ti sei mai visto allo specchio? Sei...
-Ti sei visto TU allo specchio, brutto ipocrita!? Sei robusto esattamente quanto me, non hai alcun diritto di prendermi in giro per qualcosa che abbiamo in comune! Ritira quello che hai detto, SUBITO!
Dopo qualche istante, sulla faccia di Iwao comparve un sorriso sprezzante, cosa che mi fece infuriare ancora di più.
-Dico sul serio, Iwao! Ritira subito quello che hai detto, o...
-No, Choji. Sei tu a dover ritirare i tuoi insulti.
Iwao si alzò in piedi, mostrando un fisico che non poteva essere più diverso dal mio.
Quello che aveva sempre nascosto sotto i vestiti era in realtà un ammasso disordinato di muscoli dalla grandezza spropositata, attraversati da un disgustoso groviglio di vene sporgenti.
Quella visione impressionante riuscì a lasciarmi senza parole.
-Ebbene, Choji? Hai ancora il coraggio di paragonare il mio fisico al tuo? Se hai sentito tutto quello che io e Nao ci siamo detti allora è inutile che ti ripeta come mai tutto l’orfanotrofio ti trovi ridicolo...
-Sei tu che li obblighi a ridere di me, ho sentito anche questo!
Iwao non rispose, ma continuò a rivolgermi quell’odioso sorriso.
Era la goccia che fa traboccare il vaso.
-Sì, ammettilo! Tu fingi di essere amicone di tutti ma in realtà li costringi con la paura a fare quello che vuoi! E se qualcuno non ti va a genio... invece di lasciarlo in pace gli rendi la vita un inferno! ESATTAMENTE COME HAI FATTO CON ISOKA!
Finalmente, quel sorriso maledetto sparì dal suo volto.
-Cos’avrei fatto a Isoka? Avanti, dimme...
-Hai strappato tutte le foto della sua mamma! Erano gli unici ricordi che aveva! Lui non se lo meritava!
-Ah, no?
-NO! Sai che cosa mi ha detto? Che tu hai fatto quella cosa orribile solo perché non sopportavi di vederlo piangere! E vuoi sapere una cosa? Sai perché stamattina ti ho chiesto cosa avessi contro di lui, nonostante lo sapessi già? Perché volevo sapere la tua versione dei fatti, perché sotto sotto volevo ancora sperare che non fosse vero! E invece... !
Con un movimento rapidissimo, Iwao mi afferrò il collo della maglietta.
-Ti sei mai chiesto cosa si prova a fare il bagno coi vestiti addosso?
Prima che avessi il tempo di reagire, Iwao mi sollevò con entrambe le braccia e mi schiantò dentro la vasca, per poi intrappolarmi sott’acqua tenendomi un ginocchio premuto sul collo.
Stavo quasi per soffocare, quando mi sentii tirare per i capelli e fui costretto a fissare negli occhi il mio aggressore. Adesso il suo sguardo non era più sprezzante, ma carico di rabbia.
-Io non volevo arrivare a questo, Choji. Ma ti do un’altra possibilità. Chiedimi scusa, e potrai tornare ad essere mio amico.
In lontananza sentii gli altri orfani chiamare aiuto a gran voce.
-...chiederti scusa... Per cosa? Perché ho deciso di stare dalla parte di Isoka, invece di diventare un bullo co...
Di nuovo, Iwao mi spinse la testa sott’acqua per poi tirarmi fuori.
-Come cazzo fai a non capirmi, Choji!? In questo mondo di merda, vivere in un orfanotrofio è la cosa migliore che ci possa capitare! Niente doveri, niente tristezza, niente scuola, vitto e alloggio gratuito! Questo è il paradiso, e non sopporto che Isoka o altri mocciosi deboli come lui rovini l’atmosfera con i suoi piagnistei! Scommetto che...

 

Gli mollai una testata sul naso.

 

Iwao cadde all’indietro, colpì con la schiena il bordo della vasca e si arrampicò fuori, ma scivolò e cadde.
Uscito anch’io dall’acqua, lo raggiunsi e lo rigirai sulla schiena per sovrastarlo.
Avevo alzato il braccio per mollargli un pugno, quando alle mie spalle qualcuno mi premette un bastone contro la gola per farmi allontanare con la forza.
-Adesso basta! Adesso basta!!!
Quel qualcuno lasciò la presa. Mi voltai, e venni raggelato dallo sguardo furioso della Signorina Azumi.
C’era anche Yori, che a un cenno della direttrice andò subito a sincerarsi delle condizioni di Iwao.
-Esigo una spiegazione, ora.
Aprii la bocca, ma prima che riuscissi a formulare una frase venni anticipato da Iwao.
-Signorina Azumi, Choji... Ahiaa... Choji non è d’accordo con la regola numero uno dell’orfanotrofio!
-Ah, capisco. Dunque è così che fai valere la tua opinione, Choji?
-Signorina Azumi! È stato Iwao a cominciare!
Tutti gi girammo verso colui che aveva parlato. Era il ragazzo che voleva chiedermi scusa per lo scherzo...
-L'ho visto! Ha trascinato Choji in acqua e l'ha costretto a stare con la testa sotto!
Iwao lo fulminò con lo sguardo. E purtroppo, così fece anche la Signorina Azumi.
-Questa non è una giustificazione. Iwao è quello che sta perdendo sangue dal naso, non Choji. Non mi interessa sapere chi ha iniziato.
Il mio difensore non aprì più bocca, e nessun'altro osò fare obiezioni.
-Non tollero che le regole da me imposte vengano disobbedite, ma prima ancora non tollero che venga usata la violenza nel mio orfanotrofio. Choji... se pensavi che avere un tetto sopra la testa significa anche essere liberi di fare quello che si vuole, allora devo chiederti di andartene.
-NO!
Alzai una mano per protestare... Ma poi, guardando con la coda dell’occhio lo stato in cui avevo ridotto Iwao per colpa della mia testata, capii di essere passato dalla parte del torto.
Il fatto che Iwao approfittasse del regolamento per dettare legge a modo suo e restasse impunito era e restava un’ingiustizia bella e buona. Ma io avevo sferrato il primo colpo.
Inoltre, se non mi avessero fermato, avrei rischiato di abusare dei miei poteri di ninja contro un civile.
Avrei rischiato di abbassarmi ad un livello ancora più basso di un bullo.
Mestamente, abbassai la mano ed il capo.
-No... Ha ragione, Signorina Azumi. Mi sono comportato male, mi dispiace.
-Sono contenta di sentirtelo dire, ma le scuse a voce non sono sufficienti. Yori, vieni qua.
La giovane tuttofare obbedì e si avvicinò.
Con un gesto rapido, la Signorina Azumi le sfilò di dosso il grembiule a fiori e lo lanciò ai miei piedi.
-Che... Che significa?
-Significa che stasera non cenerai con gli altri, Choji. Sarai invece impegnato a svolgere tutte le mansioni di Yori. Lavare le stoviglie, pulire i pavimenti, e così via. Forse, con questo sistema imparerai ad apprezzare il fatto di avere un posto in cui vivere.

  
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