Episodi
forse senza senso della vita da liceale di Sanji Vinsmoke
Ascolta
la musica del cuore
L’inizio di febbraio era sempre freddissimo a East
City, ma quella sera all’interno della discoteca “Sabaody”
l’atmosfera era davvero incandescente. Una folla di ragazzi della loro scuola e
non solo riempiva il locale, pressati come sardine nella pista da ballo e
dimenandosi al ritmo scatenato della musica rock metal dei “Kidd’s
Pirates”.
La Ciurma di Cappello di Paglia si era data
appuntamento lì proprio per assistere al concerto del gruppo fondato dal
compagno di classe di Rufy, ma quando Sanji mise piede nel locale capì che trovare il resto dei
suoi amici sarebbe stata un’impresa non da poco. L’unica possibilità di
muoversi era circumnavigare il grosso della folla, quindi il cuoco cominciò a
muoversi lungo i bordi della calca, non riuscendo però a evitare di venire
comunque sballottato qua e là.
Cercando scampo dai vortici di fan esagitati Sanji si rifugiò in un isolato angolo in ombra, e scoprì
che non era l’unico ad aver scelto quel rifugio. Ma la cosa che lo lasciò
veramente di stucco era che la persona che vi trovò era nientemeno che Ichiji Vinsmoke.
Istintivamente si guardò attorno per individuare Niji; era così abituato a vederli eternamente insieme,
costantemente l’uno al fianco dell’altro, che pensava fosse fisicamente
impossibile scindere la loro simbiosi.
Eppure il maggiore dei gemelli era lì privo della
propria inseparabile metà, intento ad ascoltare la musica con profonda
concentrazione.
Sanji
ricordò che durante la sua intrusione al maniero Vinsmoke
dalla stanza di Ichiji uscivano quel tipo di canzoni,
prova inconfutabile che il genere musicale era di suo gradimento; ma da qui al
presentarsi personalmente a un concerto in una discoteca di periferia
pullulante di plebei urlanti ce ne voleva…
“Ehi. Non pensavo che ti avrei mai visto in un posto
simile. Hai perso un’altra scommessa?” esordì con pesante sarcasmo a mo’ di
saluto.
Ichiji
riemerse dalle proprie riflessioni salutandolo con un cenno del capo e gli
rispose con la consueta imperturbabilità:
“Ho deciso di recarmi qui per sincerarmi di aver
scelto un istruttore adeguato. Sto verificando le sue effettive capacità.”
“Di che
istruttore parli?”
“Mi sono rivolto a Eustass
Kidd affinché mi insegni a suonare la chitarra.”
A momenti Sanji ingoiava
la propria sigaretta. “COSA? E per quale motivo?”
“Perché gli ho offerto un pagamento estremamente
generoso.”
“No, no, intendo per quale motivo proprio TU
vorresti imparare a suonare uno strumento musicale!”
Ichiji
parve ponderare se fosse opportuno rivelare un’informazione così personale, ma
infine confessò:
“Voglio dedicare una canzone a qualcuno, e ritengo
che riuscirei a comunicare i miei sentimenti in modo più chiaro se potessi
eseguirla di persona.”
Quella frase conteneva un tale numero di
informazioni sconvolgenti per la psiche di Sanji che
il suo cervello andò metaforicamente in blocco per qualche secondo prima di
eseguire un riavvio d’emergenza per metabolizzare che:
1 – Ichiji Vinsmoke era in grado di provare dei sentimenti.
2 – Aveva ingoiato il suo smisurato orgoglio e
chiesto aiuto a Eustass Kidd, che lo detestava
apertamente, per imparare a suonare uno strumento.
3 – Stava facendo tutto ciò per QUALCUN ALTRO.
“Tu… tu vorresti fare
una serenata a qualcuno?” balbettò incredulo.
E la sua incredulità crebbe ancora quando Ichiji gli rivolse un lieve inarcarsi delle labbra che
sulla faccia di un altro sarebbe potuto essere un sorriso divertito:
“Ti sembra davvero un’iniziativa tanto insensata? Credo
che in futuro cambierai idea.”
Senza aggiungere altro a quelle parole sibilline il
maggiore dei gemelli, con schiena dritta e passo marziale, lasciò la discoteca,
la massa di fan in delirio e un allibito Sanji.
*
Un mese dopo era il 2 marzo, giorno del compleanno
di Sanji, che al termine del turno serale al
ristorante ricevette un messaggio da Zoro che lo informava di recarsi al “Saké di Binks”.
Gli sembrò strano che la Ciurma si riunisse là anche
nel giorno di chiusura del locale, ma forse Brook
aveva chiesto un permesso speciale al gestore, il suo caro amico Yooki Rumba.
Al suo arrivo però le luci erano tutte spente. La
porta era aperta, quindi Sanji entrò con cautela:
“Ragazzi, siete qui?”
Una luce si accese sul piccolo palco quasi
interamente occupato dal pianoforte di Brook, e Zoro
uscì dalle ombre, da solo. Lo spadaccino era vestito in modo quasi elegante,
camicia bianca e pantaloni neri con tanto di giacca abbinata e una cravatta a
cui davvero non sapeva fare il nodo e quindi era rimasta slacciata.
Quella visione era abbastanza da lasciare Sanji a bocca aperta, cosa che rese ancora più rossa la
faccia del ragazzo dai capelli verdi, che indicò bruscamente una sedia
posizionata davanti al palco:
“Senti, siediti lì e non dire niente, ok? È già
abbastanza imbarazzante così!”
Zoro si sedette al pianoforte e cominciò a suonare
una melodia che Sanji riconobbe subito: la dolcissima
ninnananna di un carillon appartenuto a sua madre. Quando lei era ancora in
vita gli faceva sempre ascoltare quella rilassante armonia per
tranquillizzarlo.
Al termine della breve esibizione Sanji aveva le lacrime agli occhi e chiese all’altro con
voce rotta dalla commozione come facesse a conoscere quella musica.
Zoro confessò con non poco imbarazzo che già un mese
prima aveva cominciato a pensare cosa mai regalargli per il compleanno, dato
che non aveva idea di cosa potesse piacergli su un piano più personale:
strumenti da cucina e ingredienti erano banali, la Ciurma glieli regalava tutti
gli anni. Per una volta lo spadaccino voleva trovare qualcosa di speciale.
Mentre si aggirava per la via commerciale del centro
si era imbattuto in Ichiji Vinsmoke.
Nonostante sapesse dell’antipatia di Sanji per i
membri maschi della sua famiglia, si trattava pur sempre di suo fratello,
quindi si era fatto avanti e gli aveva chiesto senza mezzi termini cosa
piacesse al suo biondo gemello.
Il ragazzo senza battere ciglio l’aveva trascinato
in un negozio di dischi, aveva cercato tra i CD di musica classica fino a
trovare il brano del carillon della madre e gliel’aveva comprato.
Il Vinsmoke aveva
rifiutato l’offerta di rimborsargli il disco anche quando Zoro gli aveva detto
che non poteva dare a Sanji un regalo pagato da un
altro; così, dato che lo spadaccino era perennemente al verde (no, nessun
doppio senso con la sua capigliatura sottinteso), parlandone un po’ con lui aveva
trovato una soluzione: avrebbe chiesto a Brook di
insegnargli a suonare quel pezzo al pianoforte.
Ci era voluta molta pazienza e una mezza crisi
isterica dell’amico musicista, ma alla fine la determinazione dello spadaccino
aveva trionfato.
Solo una volta finito il racconto Zoro trovò il
coraggio di rialzare lo sguardo sul volto di Sanji;
quasi si spaventò vedendo le sue guance bagnate di lacrime.
“Grazie Zoro… è un pensiero bellissimo. Il miglior
regalo della mia vita.”
E il meglio doveva ancora venire. Zoro gli donò un
sorriso dolce come mai lo avrebbe creduto capace, e lo abbracciò stretto:
“Non c’è di che, Sopracciglio a ricciolo; ma mi
aspetto una bella sorpresa da te per il mio, di compleanno, il prossimo 11
novembre!” scherzò per dissimulare il tremito nella voce dovuto alla forza
delle emozioni tumultuose che stava provando.
Il viso di Sanji
s’imporporò al pensiero di quali ‘sorprese’ ben poco caste avrebbe voluto
fargli, e nascose le sue guance in fiamme nel petto muscoloso del suo amore
segreto prima di replicare:
“Avrai quello che ti meriti, Marimo.
Te lo prometto.”
Siamo
giunti alla fine della raccolta!
Grazie
a tutti coloro che mi hanno seguito fino ad ora e soprattutto a coloro che
hanno lasciato recensioni per comunicarmi cosa ne pensano di questa mia prima
immersione nel mondo di One Piece!