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Autore: arangirl    10/07/2017    2 recensioni
Quando Lexa varca per la prima volta la soglia di Hogwarts non ha idea di cosa il futuro avrà in serbo per lei; il mondo magico e i suoi abitanti sono qualcosa di nuovo nella sua vita, ma sorprendentemente tra incantesimi, creature magiche e candele fluttuanti la cosa che Lexa si ritroverà a comprendere meno sarà la sua compagna di corso, Clarke.
Rivali a scuola e nel Quidditch, tra le due streghe potrebbe esserci qualcosa di più della semplice competizione, se solo riuscissero a parlarsi senza litigare...
(Aka la potterverse!AU di cui nessuno sentiva il bisogno, in super ritardo per il concept di maggio del gruppo facebook CLEXA/ELYCIA/LEXARK Gruppo di SUPPORTO italiano)
Genere: Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Altri, Clarke Griffin, Lexa, Octavia Blake, Raven Reyes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“Non va bene, non va bene per niente.” Lexa fissò la pergamena davanti a lei con muto stupore mentre Raven al suo fianco scuoteva la testa “Lexa, la devi smettere con questa tua ossessione…” Lexa scosse la testa, allontanandosi dalla bacheca “Non è un’ossessione, solo che non ha senso… Come ha fatto a battermi per il secondo anno di seguito? Non è nemmeno una Corvonero.”
 
 

Raven alzò gli occhi al cielo, in vista dell’ennesima conversazione sull’argomento “Sai bene quanto me che non vuol dire niente. Guarda me… questo semestre è stato un disastro.” Lexa guardò l’amica con un sorriso “Questo è perché passi più tempo a costruire marchingegni assurdi e illegali che a studiare.” Raven le colpì la spalla con la mano “Lo dici solo perché ho per sbaglio dato fuoco al tuo topo… di nuovo. E perché Clarke Griffin ha di nuovo avuto una media migliore della tua.”
 
 

Lexa si strinse nel mantello mentre uscivano nel freddo vento di dicembre “Non è che mi importi poi così tanto. Solo che non ha senso. E non è poi di tanto più alta della mia.” Lexa sapeva che stava tenendo il broncio per niente, ma non poteva farne a meno. Clarke Griffin le era stata simpatica fino al momento in cui aveva aperto bocca in classe, rivelandosi, nelle lezioni che condividevano, la migliore in qualsiasi cosa. E questo aveva irritato Lexa più di quanto volesse dare a vedere.
 
 

Non solo, Clarke era, ovviamente, la ragazza più popolare del suo anno, pure di tutta la scuola. Tutti l’ammiravano per la sua intelligenza, per la fama dei suoi genitori, tutti volevano esserle amica e ovviamente tutti sembravano avere una cotta per lei. Ma non Lexa, ovviamente non Lexa.
 
 

Per quanto tempo Clarke passasse a costruirsi una vita sociale, la sua media sembrava non risentirne per nulla, ed era questo che dava sui nervi a Lexa più di tutto.  Quindi Clarke poteva tenersi pure tutti gli amici che voleva, tutti i fidanzatini che più le aggradavano, lei voleva soltanto avere il riconoscimento che si meritava per le ore di studio cui si sottoponeva, per far capire a Indra quanto apprezzava che stesse lavorando come una matta per mantenerla: il materiale magico non era per niente economico per chi ha un lavoro da babbano.
 

 
“Terra chiama Lexa, terra chiama Lexa…” Raven le scosse la mano davanti al volto, riportandola alla realtà “Forza, o faremo tardi! La partita comincia tra poco!” Lexa annuì e insieme si diressero di corsa verso l’entrata dello stadio di Quidditch della scuola, pieno all’inverosimile di studenti pronti a guardare l’ultima partita del semestre.
 
 

Anya le aspettava appena fuori dagli spogliatoi, la divisa impeccabile come sempre, e rivolse un cenno di saluto a Raven quando la ragazza sparì verso gli spalti, stringendo un’ultima volta la spalla di Lexa con un sorriso rassicurante “Era ora che arrivassi Lexa! Miller è furioso… vuole che ripassiamo tutti gli schemi prima della partita.”
 
 

Lexa alzò gli occhi al cielo; Miller era il loro capitano, ed era un gran bravo ragazzo, non fosse per la sua piccola ossessione per gli schemi di gioco e le tattiche, che durante gli allenamenti toglievano più tempo che i minuti effettivi di volo. Lexa era entrata a far parte della squadra dall’inizio di quell’anno, aggiudicandosi il posto di più giovane cercatrice nella storia dei Corvonero, ed era stata molto contenta dei risultati fino a quel momento;  erano in testa alla classifica, e non aveva alcuna intenzione di cambiare le cose.
 
 

Era stata Anya, che era già uno dei cacciatori della squadra dall’anno prima, a consigliarle di iscriversi ai provini, e Lexa non avrebbe potuto essergliene più grata: il Quidditch era forse la cosa che più preferiva del mondo magico. E, soprattutto, era privo e incontaminato da Clarke Griffin.
 
 

“Hey… hai sentito che i Grifondoro hanno cambiato cercatore?” Lexa provò un brivido freddo a quelle parole, quasi come un brutto presentimento “Non mi sorprende, continuavano a perdere…” “Già, adesso è quella ragazza del tuo anno, come si chiama…” Ti prego no “Clarke, Clarke Griffin! La figlia dell’auror… Ho sentito che suo padre è stato ammazzato dai troll delle montagne, poverino…” Anya scosse la testa, ma Lexa aveva smesso di ascoltarla quando aveva pronunciato il fatidico nome. Era un incubo.
 
 
 
 

“Hey Lexa!” Clarke la salutò con un sorriso quando si ritrovarono una di fronte all’altra, poco prima dell’inizio della partita.
 
 

“Hey Clarke…” Lexa cercò di non arrossire; non aveva idea che Clarke si ricordasse il suo nome, non ne vedeva il motivo. Guardò con una punta d’invidia la scopa nuova di zecca di Clarke, che brillava in confronto a quella con cui volava lei, vecchia e usata milioni di volte prima di finire in mano sua.
 
 

“Pronta a farti battere anche qui?” Clarke le fece l’occhiolino, e Lexa pensò per un lungo momento di essersi immaginata tutto. Un momento di troppo, perché un istante più tardi la partita era già iniziata, e Clarke aveva già preso il volo verso il boccino, lasciandola ammutolita a terra.
 
 

La prima ora della partita si trascinò lenta e monotona per Lexa e, mentre i suoi compagni tenevano testa ai Grifondoro, lei schivava bolidi e cercava di tenere lo sguardo fisso alla ricerca del boccino, piuttosto che sulla leggiadra figura di Clarke in volo. Come lei, anche Clarke sembrava non avere la minima idea di dove potesse essere finita la piccola sfera dorata, e per ora si limitavano a volare in cerchio, simulando una piccola danza.
 
 

A un tratto Lexa vide qualcosa, il luccichio riflesso su un battito d’ala che catturò la sua attenzione giusto un attimo prima di svanire verso il palco dei professori, e si precipitò verso la fonte della luce. Clarke, che sapeva bene cosa stava facendo, la seguì all’istante, e Lexa strinse la presa sul suo manico di scopa mentre lo incitava mentalmente ad andare più veloce. Il boccino si precipitò verso il suolo, e Lexa fu costretta a lasciarlo per un attimo per evitare di schiantarsi.
 
 

Ritrovato l’equilibrio ripartì all’inseguimento, con Clarke sempre a pochi centimetri da lei, e per poco non raggiunse il boccino, quando un bolide le arrivò così vicino alla nuca da farle perdere per un attimo la traiettoria. Si girò appena in tempo per vedere Finn Collins, lo stupido battitore dei Grifondoro ridere prima di volare via. Clarke nel frattempo non aveva perso neppure un istante, riguadagnando il terreno perduto, e ora si trovavano fianco a fianco, sempre più vicine al boccino.
 
 

Il boccino saettò verso l’alto, e insieme iniziarono una corsa verticale verso la fine di quell’interminabile partita. La scopa di Clarke, molto più efficiente della sua, iniziò a darle vantaggio su Lexa, che cercava disperatamente di tenersi al passo.  Poi lo vide; uno dei bolidi in gioco era stato lanciato nuovamente verso di loro, ma chiunque l’avesse fatto aveva preso male la mira, perché in quel momento si stava dirigendo pericolosamente verso la testa di Clarke. Lexa cercò di gridare alla ragazza di spostarsi, ma il vento attorno a loro rendeva impossibile qualsiasi tipo di comunicazione.
 
 

Stringendo i denti Lexa spinse ancora di più il suo manico di scopa, e fece l’unica cosa che le venne in mente in quel momento per evitare l’imminente collisione mortale del bolide con la testa di Clarke: urtò la scopa di Clarke per farla virare leggermente, e si mise sulla traiettoria del bolide, che la colpì alla spalla sinistra con tutta la sua forza.
 
 

Lexa provò un dolore fortissimo che sembrò riverberare dalla spalla a ogni fibra del suo corpo, ma fu solo per un attimo, poi la sua vista si oscurò e sentì la presa delle sue mani sul manico della scopa allentarsi sempre di più, poco prima di svenire.
 
 

Lexa aprì gli occhi lentamente, cercando di evitare la luce che sembrava brillare proprio davanti a lei, e quando finalmente riuscì a vedere quello che aveva davanti, fu accolta da un quadretto abbastanza particolare. Davanti al suo letto nell’infermeria della scuola c’erano Anya e Raven, che la guardavano ansiose assieme a tre quarti della sua squadra di Quidditch e, nella sponda opposta del letto, Clarke, che la guardò svegliarsi con occhi pieni di preoccupazione.
 


“Lexa! Stai bene!” Clarke le sorrise mentre Anya e Raven si avvicinavano a lei “Eravamo così preoccupate…” Lexa cercò di alzarsi, e sentì con sollievo che il dolore alla spalla non era poi così forte come aveva temuto “Che cosa è successo?”
 
 

Raven scosse la testa “Il bolide ti ha colpito alla schiena e poi sei caduta… E’ stato orribile da guardare, cadevi, cadevi e cadevi e…” “Sì penso che Lexa abbia capito il concetto” Anya la interruppe bruscamente “Alla fine il Preside Jaha ha fatto un incantesimo e ti sei fermata, ma non ti svegliavi, quindi ti hanno portato qui…”
 
 

Lexa scossa la testa mentre i ricordi le tornavano alla mente “E la partita?” Lo sguardo di Anya si alzò leggermente imbarazzato verso Clarke “Clarke ha preso il boccino, quindi ha vinto Grifondoro…” Un’ondata di umiliazione attraversò Lexa come un fulmine mentre i suoi occhi cadevano su Clarke, che era arrossita alle parole di Anya “Non ti ho vista cadere Lexa… Quando mi sono resa conto di quello che era successo ho chiesto di annullare la partita, ma… era troppo tardi.” Sembrava sincera, ma in quel momento a Lexa non importava.
 
 

“Grazie Clarke. Penso che tu possa andare, hai già fatto abbastanza per oggi.” Il tono di Lexa era freddo come il ghiaccio, e lei se ne rese conto un attimo più tardi, nel vedere l’espressione ferita di Clarke “Io… Va bene, scusami. Ci vediamo…”
 
 

Se ne andò senza voltarsi indietro, e Lexa per poco non la richiamò per scusarsi, in preda al rimorso “L’ha fatto davvero sai? E’ andata dal preside a dire che era colpa sua e che la partita non era valida… Ma ha vinto onestamente.” Lexa annuì chinando lo sguardo per evitare quello di Anya, che l’osservava stupita del suo comportamento.
 

 
“Comunque quello che hai fatto è stato super Lexa! Ti sei presa un bolide per lei!” Raven le sorrise, poi il suo sguardo si fece improvvisamente sorpreso, come se avesse appena realizzato qualcosa che fino a quel momento le era sfuggito “Non è che ti piace, vero?”









Note:  Eccoci qui con il secondo capitolo! Se va tutto come previsto, dovrei riuscire a pubblicarne uno ogni tre giorni circa! Grazie mille per la risposta al primo capitolo, mi ha fatto molto piacere vedere che la storia interessa, e non vedo l'ora di sapere cosa ne pensate di questo nuovo capitolo. Alla prossima!
  
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