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Autore: LadyDenebola    11/07/2017    1 recensioni
Dopo sette anni dai MAGO, Violet torna a Hogwarts come assistente bibliotecaria, e qui ritrova un vecchio professore di cui non sentiva parlare da tempo. Fra lupi mannari, lezioni di duello e nuove assunzioni, Violet avrà modo di ricredersi sul suo ex Direttore. Versione aggiornata di una fanfic che pubblicai qui anni fa.
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Minerva McGranitt, Nuovo personaggio, Serpeverde, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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L’UNICA AD AVERLO SCOPERTO
 
 
 
Nei giorni seguenti, le lezioni ripresero il loro normale corso, contornate, com’era prevedibile, dalle discussioni dei ragazzi sull’attacco dei demoni. A Incantesimi e nei corridoi, Violet udì molte teorie, una più assurda dell’altra, e più di una volta fu interpellata dagli studenti perché rivelasse preziose informazioni, ma tutto quello che si limitò a fare fu di invitarli a dimenticare quella storia.
Uno dei pochi lati positivi dell’essere stata aggredita dal demone era che gli studenti avevano sviluppato un nuovo rispetto nei suoi confronti: ogni volta che interveniva a lezione, rimanevano tutti in silenzio ad ascoltarla e nessuno si sognava di disobbedirle o sbuffare quando assegnava loro degli esercizi. Sembrava quasi che la rispettassero perfino più di Vitious che, da parte sua, approfittava della quiete che la presenza di Violet ora garantiva durante le sue lezioni.
<< Non capisco perché se ne stiano così buoni >>gli confessò Violet mentre uscivano insieme dopo l’ultima lezione del pomeriggio.
<< Mia cara ragazza, hai affrontato un demone e gli sei sopravvissuta. Mesi fa, hai affrontato dei lupi mannari. È ovvio che i ragazzi siano affascinati da te >>rise Vitious.
<< L’ho affrontato e ho rischiato di diventare la sua cena >>osservò amaramente Violet.<< Se Piton non mi avesse trovato subito... >>concluse con un brivido di orrore.
<< Resta il fatto che hai inseguito e combattuto quel demone per impedirgli di uccidere delle studentesse. Questo è un atto di enorme coraggio e i ragazzi non sono così sciocchi da vedere soltanto che non sei riuscita a sconfiggerlo >>ragionò Vitious.<< In questa scuola non insegniamo soltanto incantesimi o intrugli magici, Violet: dobbiamo trasmettere anche dei valori e tu, con quel gesto, hai dimostrato quali sono le doti che una vera strega o mago dovrebbero possedere >>
Violet sorrise: se c’era un professore sottovalutato a Hogwarts, quello era Vitious. Nonostante la fatica che faceva per convincere gli studenti a seguire le sue lezioni, non smetteva mai di avere una buona parola per tutto e tutti. Gli studenti avrebbero dovuto prenderlo sul serio solo per questo.
La voce della McGranitt la fece sussultare violentemente. Amplificata per magia, la voce rimbombò attraverso i muri di pietra e i pavimenti per chiedere agli insegnanti di dirigersi subito in sala professori.
<< Ottimo tempismo >>fece Vitious, ma sembrava preoccupato.
Essendo ormai finite le ultime lezioni della giornata, la sala professori si riempì in fretta. La McGranitt e August arrivarono per ultimi e rimasero in piedi davanti al lungo tavolo. Il silenzio cadde sul corpo docente. August non si faceva vedere dalla notte dell’attacco dei demoni e nessuno, al di fuori di Violet e Piton, sapeva che cosa si erano detti lui e la McGranitt, il giorno dopo.
<< Mi scuso per questa riunione improvvisa, ma ci sono degli sviluppi sull’attacco che abbiamo subìto dieci giorni fa >>disse la McGranitt.
Appoggiato al davanzale della finestra, Piton si mise un po’ più diritto, gli occhi puntati su August. Il vampiro osservava davanti a sé un punto imprecisato, pallido come sempre, le mani dietro la schiena.
<< Avrei voluto rendervi subito partecipi di quanto il Ministero ha appreso su quella notte, ma il Ministro mi ha concesso di parlarne solo poco fa. Sarò molto diretta >>continuò la McGranitt, squadrando uno a uno i colleghi.<< I demoni sono penetrati attraverso un varco che August ha creato per rientrare a Hogwarts e che non si è richiuso abbastanza in fretta. Dopo esserci assicurati che nessuno era rimasto ferito, August mi ha parlato del varco e di come avesse tentato di raggiungerci non appena si era accorto di essere stato seguito dai demoni ma, come abbiamo constatato, la loro velocità era perfino superiore a quella di un vampiro. Abbiamo avvisato il Ministero, che ha sottoposto August a interrogatorio mediante Veritaserum. In ritardo per l’incontro del Club dei Duellanti di quella sera, ha pensato che avrebbe impiegato meno tempo ad arrivare da un varco temporaneo anziché dai cancelli. Non si era però accorto che nei dintorni della scuola si aggiravano quelle creature e non ha potuto impedir loro di attaccarci >>
I professori si guardarono l’un l’altro, scioccati da quella rivelazione. Cercando di non farsi scoprire, Violet spostava lo sguardo da August, rimasto in silenzio accanto alla McGranitt, a Piton, che fissava la Preside in attesa del verdetto.
Intercettato il suo sguardo, la Preside proseguì:<< Come è facile intuire, sono sorti dei sospetti su una presunta collaborazione di August con i demoni ma, dopo averlo ascoltato sotto Veritaserum, il Ministero ha concluso che è totalmente estraneo ai fatti. Ciò non toglie che ha agito con una leggerezza imperdonabile. Dopo averci riflettuto a lungo, sono giunta a una conclusione, ma gradirei ascoltare anche i vostri pareri: ritenete opportuno che August resti a insegnare a Hogwarts? >>
<< Non vale, Minerva, chiederci di dare un giudizio così importante. E in presenza di August, oltretutto! >>borbottò Lumacorno scuotendo la testa.
August gli sorrise cordiale.
<< Horace, conosco già la decisione della Preside ma ho voluto comunque essere presente per dimostrarvi che non temo alcun tipo di giudizio >>disse. << Qualsiasi cosa decidiate, ne prenderò atto con serenità >>
Lumacorno si guardò attorno. Alcuni professori erano a disagio quanto lui, altri avevano un’aria più risoluta, ma nessuno osò parlare per primo.
<< La tua domanda mi sembra superflua, Minerva >>intervenne Piton, catturando l’attenzione dei colleghi. << Non vedo perché Purblack debba restare: ha dato l’ennesima prova di essere inadatto a vivere e lavorare a Hogwarts >>
August incassò l’osservazione con indifferenza, ma a Violet non sfuggì lo scintillio d’odio che balenò nel suo sguardo quando Piton finì di parlare. Alcuni professori borbottarono concordi con quest’ultimo.
<< August, anche se non l’hai fatto apposta, la tua disattenzione poteva costare la vita ai tuoi studenti >>disse Madama Bumb seduta scompostamente su una sedia ma con aria terribilmente seria. << Un professore dovrebbe sempre essere all’erta e mai indebolire di sua iniziativa le difese del castello, a meno che non lo richieda un’emergenza >>
<< Ha comunque tentato di avvertirci >>intervenne la professoressa Sprite.<< Se quei demoni non fossero stati più veloci... >>
<< Se August fosse entrato dai cancelli non avremmo avuto alcun demone >>
<< Ha combattuto insieme a noi per distruggerli >>
<< Ha rischiato quanto tutti noi >>
<< Non direi, è un vampiro: dubito che quei demoni l’avrebbero trovato appetitoso quanto un ragazzo di undici anni! >>
<< Signori, basta così, per favore >>La voce di August sovrastò quella dei colleghi che, come incoraggiati dall’intervento delle due professoresse, avevano iniziato a parlare quasi contemporaneamente. << Non voglio vedervi discutere a causa mia. Ringrazio coloro che mi hanno difeso, ma lascerò Hogwarts. Madama Bumb ha ragione, non avrei mai dovuto mettere in pericolo la scuola per un motivo futile, perciò pagherò di buon grado le conseguenze del mio gesto. Quel che mi consola è che sapete che non avevo affatto cattive intenzioni >>
Degli “Oh” di sorpresa si alzarono, timidi, da alcune sedie, ma August appariva risoluto e calmo.
<< È stato un piacere lavorare qui >>concluse. << Minerva, temo di dovermi ritirare. Ho ancora molti preparativi >>
<< A più tardi, allora >>
Uscito August, anche i professori si alzarono e ripresero a discutere della novità, alcuni con lo stesso fervore di prima. Violet lasciò la sala pensierosa. Le dispiaceva del licenziamento di August, ma la parte più ragionevole di lei non poteva non condividerlo.
Quando scese a cena, trovò una folla di studenti accalcata attorno alla bacheca nella Sala d’Ingresso. Erano tutti molto agitati e parlottavano fra loro scuotendo la testa. Mentre li superava, Violet colse più volte le parole “Club” e “August” e dedusse che era stato appena affisso l’avviso che annunciava la chiusura del Club dei Duellanti. Violet mangiò in fretta: non aveva voglia di ascoltare ancora le conversazioni su August né di essere braccata dagli studenti che, di sicuro, le avrebbero chiesto spiegazioni.
Fu davanti alla sua camera, però, che quella faccenda le si ripropose, stavolta nella stessa persona di August. Il vampiro la stava aspettando nel corridoio e sorrise al suo arrivo.
<< Speravo di poterla salutare prima di domani. Partirò prima dell’alba >>spiegò.
<< Credo che lei abbia stabilito un record >>disse Violet, << nessuno, dai tempi di Potter, è stato sulla bocca di tutti come lei. Gli studenti parleranno della sua partenza fino a giugno >>
<< Mi spiace andarmene senza alcuna spiegazione, ma con Minerva abbiamo deciso che è meglio non scendere nei dettagli. Non sarebbe di nessun aiuto dire ai ragazzi che hanno rischiato la vita a causa del loro insegnante vampiro >>
<< Forse ha ragione, anche se non mi piace l’idea di dovermi inventare delle storie pur di non raccontare la verità >>
<< Può semplicemente evitare di rispondere >>. August si fece improvvisamente serio. << Mi dispiace per quello che le è successo. Avrei voluto andare a trovarla in infermeria, ma ho pensato che prima dovessi parlare con la Preside >>
<< Ha fatto bene >>replicò subito Violet.<< Per mia fortuna, il professor Piton è arrivato in tempo per salvarmi >>
<< Ho sentito >>rispose August, grave. << Perlomeno, adesso non dovrà più preoccuparsi di tenermi d’occhio >>aggiunse con una nota d’asprezza.
<< Dove è stato in questi giorni? >>Violet cercò di deviare il discorso.
<< Prima che lo facesse Minerva, avevo deciso di autosospendermi dalle lezioni finché il Ministero non avesse scoperto la mia estraneità all’incursione dei demoni. Sono rimasto nella mia stanza a riposare e meditare finché Minerva non mi ha convocato per dirmi che ero licenziato >>spiegò August.
<< E che cosa farà, adesso? >>
August scrollò le spalle.
<< Riordinerò il materiale che ho raccolto in questi mesi e tornerò in Moldavia per continuare le mie ricerche. Come vede, per me non è finita >>aggiunse con un sorriso.
Violet cercò di ricambiarlo, anche se vedere August così tranquillo la riempiva di tristezza. Il lato più debole di lei, quello che spesso aveva ceduto al fascino del vampiro, si era risvegliato. Decise di impedirgli di farle commettere qualche sciocchezza, almeno stavolta: accennò alla porta della sua stanza, e August capì al volo.
<< Be’, è stato un piacere >>disse stringendole la mano. << Spero di lasciarle un buon ricordo, nonostante tutto >>
<< Lo è, può esserne certo >>replicò Violet, distratta. Per la prima volta, si rese conto di quanto fosse fredda la mano di August e, guardandolo da vicino, quanto in realtà le ombre scure sotto gli occhi gli conferissero un’aria terribile.
Mentre si preparava per andare a letto, un senso di sollievo iniziò a pervaderla, come se una tempesta fosse finalmente terminata e, d'un tratto, si ritrovò a chiedersi che cosa avesse mai trovato di così interessante in August Purblack.   

***

Le porte delle aule tremavano, fumi inaspettati aleggiavano nei corridoi, parole incomprensibili riempivano l'aria, come accadeva in un giorno qualsiasi a Hogwarts. Violet schivò un cancellino richiamato da un Tassorosso del quarto che si stava esercitando con gli Incantesimi d'Appello col resto della classe. Un tuono vicino fece tintinnare i vetri alle finestre mentre la pioggia vi batteva sopra, incessante da quasi un mese.
Un mese... le ultime settimane erano volate, per Violet. Dopo il licenziamento di August non era più accaduto nulla di straordinario a Hogwarts, dove la vita era tornata quella di sempre e gli studenti, pian piano, stavano iniziando a dimenticare il Club dei Duellanti e il suo istruttore. Gli unici che riuscivano ancora a parlarne con entusiasmo erano gli studenti del settimo anno: l'improvvisa partenza di August li aveva feriti come se si fosse trattato di un tradimento. Quando li sentiva discutere su quell'argomento, a Violet si stringeva il cuore: molti ancora si domandavano quale fosse stata la causa del licenziamento di August e il motivo per cui neanche la Preside si era degnata di dare una spiegazione a proposito. Con suo fastidio, più di una volta Violet si era sentita nominare: diverse ragazze la consideravano la causa per cui August se ne era andato.
<< Si vedeva lontano un miglio che era innamorata persa di lui e quando ha visto che non era ricambiata, lo avrà messo alle strette. E alla fine August è stato costretto ad andarsene, altrimenti non ce l'avrebbe più fatta  >>sussurrò un giorno Alyssa Potier mentre incrociava Violet in un corridoio nello stesso momento in cui passava la Preside, così che Violet non poté farla tacere con una bella maledizione. Fortunatamente però, la fantasia degli studenti di Hogwarts era talmente vasta che l'ipotesi di Alyssa suonava così banale da essere presto dimenticata. L'unica cosa che voleva adesso era che i ragazzi dimenticassero gli ultimi eventi.
<< Non è strano che Purblack se ne sia andato dopo l'attacco dei demoni? >>osservò un pomeriggio Will mentre con Violet girava fra i corridoi della biblioteca.
A Violet quasi cadde di mano il libro di Incantesimi che doveva riporre. La McGranitt non aveva rivelato che i demoni erano entrati a Hogwarts per un clamoroso errore di August e che proprio questo errore gli era costato il lavoro, perciò lei decise di far finta di non aver sentito.
Will la guardò in attesa per qualche secondo, poi sbuffò, contrariato.
<< Pensavo ti importasse qualcosa di Purblack e del Club >>
<< Cosa pretendi? Che entri in depressione perché se ne è andato? >>sbottò Violet.<< Non capisco perché ve la stiate prendendo tanto. Sì, era bravo, ma il suo Club non era indispensabile: con o senza il Club avreste comunque usato la magia >>
<< Non è questo il punto >>fece Will, impaziente, << il Club era un modo per sfogarci e migliorare. Non sai quanti sono diventati bravi grazie a Purblack >>
<< A me sembra che vi sfoghiate anche da Vitious, visto che l'altro giorno avete quasi distrutto la lavagna >>osservò Violet.
Will sbuffò di nuovo, deluso per il fatto che Violet non condividesse il suo dispiacere, ma quando si ritrovarono davanti a Madama Pince fu talmente occupato a farsi cercare il libro di Trasfigurazione che, finalmente, parve dimenticarsi del Club e di August.
Eppure, nei giorni successivi Violet si ritrovò a concordare su Will almeno su una cosa: non le importava quasi nulla di quel che era successo al vampiro e al suo Club. Non sapeva se era una coincidenza, ma da quando August era partito Violet si sentiva più tranquilla: solo adesso capiva l'apprensione di Piton nel sapere che un vampiro poteva avere libero accesso a così tanti studenti.
<< Scusa, potresti aiutarci? >>
Violet si voltò. Stava passeggiando per i corridoi durante un'ora libera quando un Corvonero del primo anno si era affacciato dall'aula di Difesa e le faceva segno di raggiungerlo.
<< Potresti spiegarci la fattura contro i Folletti Marini? Non l'abbiamo capita molto, e Piton voleva che gliela mostrassimo oggi >>spiegò il bambino con voce supplichevole.
<< Certo >>Violet lo seguì in aula, dove i Corvonero e i Grifondoro tirarono un sospiro di sollievo quando lei iniziò a mostrare il modo corretto per eseguire la fattura.
<< Quindi dovete fare questo movimento, simile a una stoccata... un po' più veloce ora... >>
I ragazzini la imitarono, obbedienti, e Violet sorrise tra sé e sé: era chiaro che erano quasi tutti già padroni dell'incantesimo ma che avevano bisogno di provarlo davanti a qualcuno prima di mostrarlo a Piton.
<< Bene così! >>esclamò Violet dopo cinque minuti.<< Ricordate solo di tenere sempre gli occhi sull'obiettivo >>
<< Grazie! >>esclamarono i ragazzini, grati, ma il sorriso scomparve presto dai loro volti.
Violet si girò verso la porta, oggetto della loro attenzione. Piton era arrivato.
<< Posso sapere cosa sta succedendo? >>
<< Volevano qualcuno con cui esercitarsi prima che lei arrivasse >>si affrettò a spiegare Violet.
Piton non batté ciglio, ma tanto bastò per far tornare gli studenti ai loro posti e far capire a Violet che era ora d'andar via.
Qualche giorno più tardi, la McGranitt diede un annuncio che fece dimenticare August a tutti gli studenti e riaccese in loro un nuovo entusiasmo: i fine settimana a Hogsmeade furono finalmente ripristinati, e i ragazzi poterono tornare a progettare i loro pomeriggi fuori dal castello, soprattutto ora che San Valentino era alle porte.
<< Sai, ora che ci penso è un bene che Purblack se ne sia andato >>disse un giorno Will.<< Le ragazze si sono ricordate che esistiamo anche noi! Ma che aveva quello lì per piacere così tanto... >>
<< Chissà >>fece Violet con voce neutra.<< Anche tu organizzi qualcosa per il quattordici? >>
<< Sì >>Inaspettatamente, Will arrossì.<< Mi vedo con una ragazza >>
<< E chi è? >>
<< Natalie del settimo anno >>rispose Will facendosi bordeaux.
<< Ho capito chi è. Capelli lunghi e scuri, bravissima a Incantesimi... però è di Grifondoro >>osservò Violet.
Will alzò le spalle, le guance ancora rosse come un pomodoro. Violet ridacchiò.
<< Mi chiedo dove andremo a finire se i Grifondoro e i Serpeverde si metteranno insieme! >>commentò con voce suadente.
<< È solo un appuntamento >>ribatté Will con un filo di voce. Violet preferì non infierire oltre.
Le parole dell'amico, però, le tornarono più volte in mente mentre incrociava gruppetti di ragazze su di giri in vista di San Valentino, tutte ansiose per cosa avrebbero indossato, dove sarebbero andate e se era meglio regalare i Cioccalderoni Bollenti o i Fagottini di Cuori. Il fascino di August stava davvero sparendo, ridando ai ragazzi il posto che spettava loro nei cuori e nei pensieri delle studentesse.
<< Questo è sempre un periodo critico >>commentò Madama Bumb in sala professori il venerdì prima di San Valentino, sfogliando svogliatamente il Settimanale delle Streghe.<< Filtri d'Amore e Incanti Dolci dappertutto nei corridoi >>
<< Anche fra le squadre di Quidditch >>aggiunse Piton con una smorfia.<< Stamattina ho sequestrato alla nostra Cacciatrice un sacchetto di Cioccalderoni pieni di Amortensia >>
<< Quanto sono sconsiderati >>Madama Bumb scosse la testa e lanciò uno sguardo di sottecchi a Violet, come se si aspettasse un comportamento simile anche da lei. Violet le restituì un'occhiata innocente e tornò a sistemare i registri di Incantesimi. Dopo un po', la professoressa si stancò del giornale e decise di andare a dormire.
<< Fatto >>sbuffò Violet riponendo l'ultimo registro.
Solo allora si accorse di essere rimasta da sola con Piton. Era dal giorno del licenziamento di August che non si trovava così vicina al suo ex Direttore: come se avessero atteso solo quel momento, le emozioni che aveva provato l'ultima volta in presenza di Piton le tornarono prepotentemente a far battere forte il cuore.
Il professore si stava alzando a sua volta.
<< Ho finito anch'io di leggere i temi di quelle teste di legno >>borbottò spedendo i rotoli di pergamena in un cassetto, che si richiuse a chiave da solo.
<< Non ha mai pensato di essere un po' più incoraggiante? >>
Piton fissò Violet, stupito dal suo tono scherzoso. E, con ancor più stupore, si sentì rispondere nello stesso tono.
<< Ho messo una D a chi meritava palesemente la T di “Troll”: più incoraggiante di così... >>
A Violet sfuggì una risatina, e Piton provò un potente sollievo: per un attimo, aveva temuto che Violet non avrebbe colto la sua battuta.
<< Vai a Hogsmeade, domani? >>le domandò.
<< Mi piacerebbe, ma se vado da sola dopo un po' inizio ad annoiarmi >>rispose lei mentre si incamminavano lungo i corridoi silenziosi.<< E poi, domani è anche San Valentino: non mi va proprio di ritrovarmi da sola in mezzo alle coppiette di Hogwarts >>
<< Immagino >>asserì Piton.
<< Però ci meritiamo un pomeriggio fuori da Hogwarts >>aggiunse pensierosa Violet. E, forse, loro due se lo meritavano più degli altri.
Piton la osservò in silenzio per qualche istante. La sua mente era alle prese con il suo originario piano di tenere Violet lontana da lui, ma, senza saperlo, concordava con il pensiero della ragazza. Entrambi avevano bisogno di allontanarsi da Hogwarts e respirare un'aria nuova, soprattutto dopo la notte dell'attacco dei demoni. Ed entrambi non avevano nessuno con cui trascorrere quelle ore libere...
<< Potremmo andarci insieme >>propose Piton, mandando al diavolo tutti gli scrupoli che si era fatto fino a quel momento.
Violet alzò lo sguardo su di lui, incerta di quel che aveva sentito. Inspiegabilmente, il turbinio di emozioni si era fatto più violento e lei non trovò nulla di più intelligente da dire se non:<< Oh, va bene >>
<< Bene >>ripeté Piton. << Allora ci vediamo prima di pranzo. Vedi di essere puntuale: non ho mai amato i ritardatari >>
Violet non colse il sarcasmo dell'ultima frase, tanto era stupita da quell'invito.
Il mattino successivo, quando gli studenti ebbero lasciato il castello, una calma piatta scese su quest'ultimo. Nelle ultime ore, per la propria incolumità mentale, Violet aveva deciso di non dare peso a quello che avrebbe affrontato quel giorno, ma man mano che l'appuntamento si avvicinava non riusciva a smettere di domandarsi come fosse nata quella situazione. Era davvero incomprensibile, pensava seduta davanti all'armadio alla ricerca di un abito appropriato: lei e Piton non avevano avuto modo di parlarsi nell'ultimo mese, tanto che Violet aveva concluso che il professore si era accontentato del loro chiarimento e non riteneva più necessario rivolgerle la parola. Riflettendoci, però, Violet capì che in realtà entrambi erano stati occupati dal lavoro e che, paradossalmente, adesso che August non viveva più a Hogwarts non avevano occasione di incontrarsi.
Mentre si sistemava il vestito blu pervinca davanti allo specchio, il suo riflesso le sorrise malizioso.
<< È una mia impressione o stai dando importanza a questo pomeriggio? >>commentò.
<< Perché dovrei? >>ribatté Violet, che cercava invano di sentirsi tranquilla. << È solo un'uscita fra colleghi >>
<< Piton non sembra il tipo che va a bere qualcosa con un collega >>replicò il riflesso, con aria falsamente pensierosa.
<< Oh, smettila! >>sbuffò Violet girando sui tacchi e scendendo nella Sala d'Ingresso.
A ogni gradino, la sua agitazione aumentava d'intensità: l'unica cosa che le diede il coraggio di raggiungere Piton ai piedi della scalinata di marmo fu la curiosità di sapere come sarebbe andata. Dopotutto, quante persone potevano vantare di aver trascorso un pomeriggio di “normalità” con Piton?
Il professore aveva l'aria imperscrutabile di sempre: non lasciava trapelare alcuna emozione e per alcuni minuti, mentre scendevano in silenzio il lungo viale, l'agitazione di Violet iniziò a scemare. Piton sembrava essere tornato il solito, tenebroso professore anche in quei frangenti.
<< Ti sta piacendo il tuo nuovo lavoro? >>le domandò quasi a sorpresa Piton.
<< Molto, anche se a volte i ragazzi non riescono a controllare la propria forza >>rispose Violet, grata che avesse trovato lui il modo di iniziare una conversazione.<< Ieri hanno quasi incendiato metà aula... >>
Prima che potesse accorgersene, Violet si sentì del tutto a proprio agio mentre raccontava alcune disavventure scatenate dall'inesperienza degli studenti e, con suo stupore, Piton non le rivolse alcun commento sarcastico. Il professore la ascoltava con attenzione e più di una volta le rivelò i disastri a cui aveva assistito, soprattutto quando era ancora insegnante di Pozioni.
Quando giunsero a Hogsmeade, Piton propose di andare ai Tre Manici di Scopa: la neve lungo il sentiero da Hogwarts e lungo le strade del villaggio stava iniziando a sciogliersi, ma l'aria era ancora così fredda che poche persone osavano avventurarsi fuori casa.
Il pub, come Violet aveva sospettato, era tornato affollato e rumoroso, ora che quasi tutta la popolazione di Hogwarts vi si era riversata. Ragazzi e ragazze andavano e venivano da un tavolo all'altro, ordinando Burrobirre e ogni specialità di Madama Rosmerta. Ovunque si sollevavano risate fragorose e voci allegre, ma c'erano anche molte coppie che, sedute a un tavolino appartato, sembravano del tutto indifferenti a quel caos.
Violet e Piton riuscirono a trovare un tavolo isolato e a raggiungerlo quasi indisturbati: molti abitanti di Hogsmeade rivolsero a Piton saluti calorosi, memori del suo contributo nella guerra contro Voldemort. Quello che stupì Violet, però, fu la cortesia con cui Piton ricambiò, un atteggiamento che non ricordava d'avergli mai visto prima.
<< Perché mi fissi? >>le domandò lui mentre prendevano posto.
<< Non la sto fissando >>mentì Violet, distogliendo immediatamente lo sguardo e sorridendo a Madama Rosmerta, arrivata in tempo a toglierla dall'imbarazzo.
<< Buongiorno! >>li salutò allegramente la locandiera.<< Avete già deciso cosa ordinare? Se volete, oggi abbiamo una specialità, la Cioccolata dell'Amore all'aroma di fragola >>
<< Ehm... preferisco una crema di nocciola >>rispose Violet, a disagio.
Solo allora Madama Rosmerta riconobbe Piton: arrossì e tossicchiò, cominciando a elencare il menù, ma il professore la interruppe ordinando un caffè, sordo alle sue parole.
Violet si guardò attorno per allontanare l'imbarazzo, ma quello aumentò non appena si rese conto di quanto il pub fosse stato addobbato per San Valentino. Lungo le pareti erano state appese ghirlande di rose e sul soffitto, come una leggera nebbiolina, galleggiavano coriandoli rossi a forma di cuore. Sconfortata, Violet prese a studiare gli avventori che li circondavano, e subito si pentì anche di quel gesto perché, dopo neanche un minuto, intercettò lo sguardo di Alyssa, seduta insieme a un'amica e a due ragazzi. Alyssa disse qualcosa, e gli altri tre si voltarono verso Violet, che si ricordò immediatamente delle voci su di lei e August.
Quando Madama Rosmerta tornò con la crema e il caffè, Piton pagò entrambi.
<< Non avrebbe dovuto >>disse Violet frugando nel portafoglio.
<< Non tirar fuori neanche mezzo zellino o potrebbe essere l'ultima cosa che fai >>l'avvertì lui.
<< Dopo quello che ha fatto per me, dovrei essere io a offrirle da bere >>
<< Non dire sciocchezze: se volessi una ricompensa per averti salvato la vita, di certo non ti chiederei di pagarmi il caffè >>ribatté Piton, ma subito si accorse di quanto ambigue suonassero quelle parole. Con suo orrore, vide Violet aggrottare la fronte, perplessa, così si affrettò a chiedere: << Cosa guardavi prima? >>
<< Solo una persona >>borbottò Violet, ora cupa. Stava cogliendo gli sguardi e i sorrisetti di altri studenti e, di colpo, capì quanto era stata avventata ad aver accettato di andare lì con Piton. Sapeva già che quella sera tutti avrebbero detto che non ci aveva messo molto a rimpiazzare August...
Notando quanto si fosse rabbuiata, Piton si guardò attorno e capì all'istante cosa aveva turbato Violet: molti degli studenti che si erano accorti di loro continuavano a bofonchiare sghignazzanti nella loro direzione ma, quando intercettarono lo sguardo inceneritore di Piton, il brusio cambiò intensità: come se ci fosse stato un silenzioso passaparola, i ragazzi tornarono a ignorarli.
<< A Hogwarts ci sono sempre stati pettegolezzi >>commentò Piton, calmo.
<< L'ho notato >>ribatté stancamente Violet, bevendo un lungo sorso della crema alla nocciola.
<< Allora impara a ignorarli, perché se resterai a Hogwarts potresti diventare oggetto dell'interesse dei ragazzi. Anzi, credo che tu lo sia già >>
<< Non aspiravo a questo >>
<< Lo so, ma per molti anni non abbiamo avuto insegnanti così giovani, perciò è naturale che gli studenti vogliano trovare qualsiasi pretesto per parlare di te >>concluse Piton ghignando da dietro la sua tazza fumante di caffè.
<< A lei non dà fastidio? >>gli domandò invece Violet.
<< Ci sono abituato >>ribatté prontamente Piton, << e, sinceramente, non mi importa. So mettere fine alle voci infondate, ammesso che gli studenti abbiano il coraggio di diffonderne una su di me. La mia preoccupazione è far entrare un po' di nozioni nelle loro teste, in realtà >>
Violet continuò a sorseggiare la bevanda, sovrappensiero. Piton aveva ragione: non doveva preoccuparsi dei pettegolezzi di Hogwarts. In fondo, quando era una studentessa anche lei si era abbandonata più di una volta al gossip.
Il pomeriggio trascorse più in fretta di quanto si sarebbe aspettata. Usciti dal pub, Violet e Piton passeggiarono per le viuzze che ricordavano ancora un paese immerso nel clima natalizio, con i lampioni coperti da una leggera brina e la neve ammucchiata ai lati delle strade. Non incrociarono molte persone, grazie al clima rigido e al fatto che molti preferirono trascorrere San Valentino nel calore intimo dei locali, e, per evitare l'afflusso degli studenti che iniziavano a risalire al castello, si sedettero su una panchina della piazza. Da lì, Hogwarts era visibile in tutto il suo splendore, simile a un gigante a protezione del villaggio. Osservandola, Violet sentì svanire lo stress degli ultimi tempi.
<< Resterei qui per tutta la vita >>commentò spontaneamente.
Piton seguì il suo sguardo, e un sorriso gli incurvò le labbra sottili.
<< Allora hai finalmente capito che cosa vuoi fare nella vita? Quando sei tornata, eri ancora indecisa >>
<< Sono cresciuta a Hogwarts e non riesco a immaginarla fuori dalla mia vita >>rispose Violet.<< Per questo voglio lavorare qui. E poi, ho scoperto che mi piace davvero insegnare. Non lo avrei mai detto, prima, ma quando spiego e i ragazzi mi ascoltano mi sento davvero soddisfatta >>
Piton la studiò con una vaga soddisfazione: di colpo, si ritrovò accanto alla studentessa testarda che cercava sempre di migliorarsi e che molte volte aveva dato lustro a Serpeverde. Un dubbio però lo colse.
<< Cosa farai se non potessi più viverci a tempo pieno? >>le domandò.
<< Cosa vuol dire? >>
<< Immagino che tu voglia crearti una vita anche fuori da Hogwarts >>spiegò Piton, osservandola con attenzione.
Violet impiegò qualche secondo più del necessario per capire a cosa alludesse e, quando ci riuscì, sorrise con una scrollata di spalle.
<< Non credo che la Preside mi imporrà di vivere a Hogwarts, se dovessi sposarmi e avere una famiglia >>rispose, << ma è ancora presto per preoccuparsi di queste cose! >>
<< Be', mi fa piacere vedere che finalmente sembri sicura del tuo futuro >>
<< Lei, invece? Ha deciso di trascorrere tutta la vita al castello? >>
<< Mi piace godere dei vantaggi del vivere e lavorare nello stesso posto. Inoltre, hai un buono stipendio, cibo a volontà e la possibilità di passeggiare nel parco o rinchiuderti in una delle biblioteche più rifornite del mondo magico. L'unico inconveniente è dover sopportare l'inettitudine e l'arroganza di certi studenti >>concluse Piton alzando le sopracciglia con fare rassegnato.
Violet ridacchiò. Piton la fissò accigliato.
<< Ti fa ridere? >>
<< Rido per il modo in cui l'ha detto >>spiegò Violet. Fece una pausa, poi si azzardò a dire:<< Credo che, nonostante tutto, lei tenga veramente ai suoi studenti >>
Piton si sentì fortemente colpito da quell'affermazione e, ancor di più, dalla spontaneità con cui Violet l'aveva pronunciata. L'aveva fatto di nuovo: aveva abbassato le proprie difese. E, peggio ancora, aveva permesso che quella ragazza lo capisse. Un senso di allarme si mescolò a una nuova, curiosa emozione: si era ripromesso di mantenere le distanze, sì, ma sapere che Violet era riuscita a vedere oltre la sua scorza gli procurava anche un certo sollievo. Esitò davanti al suo sorriso leggermente divertito, che si spense presto quando Violet temette di essersi spinta troppo oltre.
<< Non volevo essere inopportuna >>disse.
<< Non lo sei stata >>replicò Piton, recuperando finalmente la parola.<< Rientriamo: fra non molto sarà buio >>
Davanti a loro, lontani, gli ultimi studenti stavano risalendo il sentiero verso Hogwarts. Il sole era quasi completamente sparito dietro le montagne, bagnando i tetti di Hogsmeade con una morbida luce arancione.
<< Che cosa volevi dire con “nonostante tutto”? >>chiese all'improvviso Piton.
Violet, che stava già pensando al calduccio del castello, arrossì colpevole ma, davanti all'aria di sfida con cui il professore aspettava la risposta, decise di osare una spiegazione impertinente.
<< Be', sa meglio di me che non si sforza molto per far capire agli altri quanto in realtà tiene a loro >>disse lentamente.
<< Molto bene, Rosenao. Quindi sei diventata così brava da essere l'unica ad avermi scoperto? >>replicò Piton, sullo stesso tono.
Violet lo fissò, e un'improvvisa ispirazione la colse.
<< Non per vantarmi, ma credo proprio di sì >>rispose.<< Non si preoccupi, comunque: non ne parlerò con nessuno >>
<< Me lo auguro per te: sai quanto sono poco tollerante verso chi non si fa gli affari propri >>
Se non avesse colto il tono ironico, Violet non si sarebbe azzardata a ridere. E a ridere per la seconda volta a una frase di Piton che lei, in altre circostanze, non avrebbe trovato divertente...
Era paradossale che due persone attente ai dettagli come loro non si fossero accorte in tempo che il loro rapporto era cambiato. Perché era cambiato, anche se Violet faticava ancora a cogliere l'esatto momento in cui superavano il confine invisibile fra quei due rapporti che si erano venuti a instaurare.
Per sua fortuna, Piton non aggiunse altro così che rientrarono immersi in un silenzio confuso e meditabondo, limitandosi a un semplice saluto quando si ritrovarono immersi nella calca di studenti nella Sala d'Ingresso.

 
 

Angolino dell’autrice: quanto sono complicati, quei due! Sempre a farsi domande, a cercare di capire cosa pensano e provano… giuro che mi stanno facendo impazzire! Però ammetto che è anche divertente torturare Piton che, povero, vorrebbe sia allontanare Violet che tenersela più vicina. Ahhh, la mente umana… Per sua fortuna, dal prossimo capitolo le cose dovrebbero prendere il corso definitivo, o almeno lo spero per loro. Adesso che non c’è più August a svolazzare attorno a Violet Piton ha campo libero… ammesso che capisca che cosa vuole… e ammesso che anche Violet si dia una svegliata XD
Anche questa volta, ringrazio tutti coloro che stanno seguendo la fanfic e vi saluto al prossimo capitolo! ^__^

 
   
 
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