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Autore: orchidee    11/07/2017    1 recensioni
Buongiorno a tutte! È la prima volta che scrivo e vi ringrazio, perché siete state voi ad ispirarmi. Non sarà una storia lunga e i protagonisti sono solo loro, Betty e Armando. Ho pensato di cambiare completamente il finale, facendo iniziare tutto dalla sera in cui Armando dedicò a Betty una canzone. Spero che le mie fantasie vi piacciano. Grazie a chi vorrà dedicare un po' di tempo alla lettura della mia storia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Fantasie'
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Capitolo 10 "Ma non credo ti odi! Forse il vostro rapporto è solo un po' conflittuale. In realtà ti vuole bene, ne sono certa." "Lo sai che quello che pensa di me non mi importa per nulla?" Scherzò Armando dandole un bacio. Si scostò da lei per andare in bagno. Uscì dopo pochi minuti. Si vestì e raggiunse Betty che nel frattempo era andata alla finestra e guardava il panorama della città. Le baciò il collo e le disse che era pronto. L'avrebbe accompagnata alla macchina e all'albergo poi sarebbe andato direttamente al lavoro. Betty parcheggiò l'auto di fronte all'albergo e diede le chiavi al posteggiatore perché la sistemasse. "Devo davvero lasciarti sola? Non vuoi scappare insieme a me?" "Non posso e non voglio. Non voglio scappare proprio da nessuna parte adesso. Dobbiamo ancora parlare Armando, devi lasciare che ti dica ciò per cui ti ho chiesto di vederci ieri sera." Disse Betty con un filo di ansia. Lui non sapeva cosa intendesse, ma il suo tono lo spaventava un po'. Fu solo un momento poi le sorrise e le disse che quella era un'ottima scusa per rivedersi la sera stessa. Lei annuì e lo baciò leggermente sulle labbra senza più dire altro. La vide entrare e sparire dietro la porta. "Dimmi dottoressa Beatrice, hai visto Armando ieri sera?" "Ugo mi spaventa, come fa a saperlo?" "Perché io osservo cara! Osservo! Stamattina il dottor Mendoza era stranamente allegro, con uno strano sorrisetto compiaciuto. Dubito di averlo visto così negli ultimi anni. E ho fatto una semplice addizione..." "Ieri sera ci siamo visti, sì! Ecco dovevo parlargli di qualcosa di molto importante!" "Mmm, lo so lo so. E dimmi dottoressa Beatrice, glielo hai detto? Perché non sembrava proprio che Armando avesse l'aria di un uomo che ha appena saputo di essere padre di un bambino di 4anni! E non guardarmi così! Il tuo bambino ha i suoi occhi e prima che il tuo Michelle venisse a portarti via dall'Ecomoda, tu eri già incinta! Certe cose erano abbastanza chiare, non te l'ho mai detto, ma osservo, e osservavo mia cara dottoressa!" "Le chiedo scusa signor Ugo, non volevo raccontare delle bugie, ma non sapevo cosa fare e come fare. Lo sa bene perché lei c'era, sa come stavo!" "Non ti sto certo giudicando eh! Assolutamente. Quindi dimmi, ieri sera invece di parlare cosa avete fatto? Eh? Avete dato libero sfogo ai vostri istinti? Pardon, sentimenti, ma anche un po' agli istinti? Dimmi che sono curioso! Il dottor Mendoza, è all'altezza della sua fama? Perché alle mie modelle non lo chiedo eh! Sono così ingenue loro... Non che tu mi sembri molto più aperta eh, anzi, direi il contrario! Perché dottoressa, sei diventa uno splendore, ma mi sei sempre sembrata un po' rigidi a eh! Tutta colpa della tua educazione scommetto" Betty scoppiò a ridere! Ugo era così pettegolo però gli voleva un gran bene! "Quante parole signor Ugo! No, non gliel'ho detto. Non ne sono stata capace, le cose non sono andate come avevo previsto e... Ehm, Lo sa no, come vanno certe cose..." "Betty, tesoro, ne sono felice, ma fai attenzione. Il tuo segreto con me è al sicuro, ma tu non puoi continuare a mantenerlo, non con lui!" Era vero. Ugo aveva ragione. "Lo so, è glielo dirò, forse lo vedrò stasera, e glielo dirò!" Dopo aver salutato Ugo, Betty tornò dal figlio che si stava divertendo in piscina e passò tutto il pomeriggio con lui. "Buonasera amore mio" "Armando.. Buona sera!" "Spero tu sia in compagnia e non possa parlare, perché se così non fosse penserei che mi hai già dimenticato!" piagnucolò Armando prendendola in giro "Sono con Riccardo e Lucia, la nostra tata... Tu sei in ufficio?" "Oh meno male, mia Betty! Certo sono in ufficio e pensavo che stasera sarebbe bello se uscissimo a cena io, te e se sei d'accordo, con il tuo bambino. Dicevo davvero, vorrei tanto conoscerlo.." "Oh, ecco... Non saprei, Riccardo è piccolo e ecco... In genere non gli faccio mai fare tardi..." "Se preferisci possiamo cenare nel tuo albergo, e dopo che avrai portato il bambino a letto, ecco, potremmo continuare la serata nel mio appartamento..." "Ecco, questa sera forse sarebbe meglio... Armando, vediamo come andrà la cena. E ti prego, davanti al bambino tu sei solo un amico ok? Come Ugo e le ragazze della banda! " "Quindi non lo sono davvero? Se non sono un amico, dimmi, cosa sarei? Il tuo ragazzo? Il tuo fidanzato? Il tuo amante?" scherzò Armando... "Per favore, non scherzare, sai bene cosa sei per me!" "Molto bene mia Betty, per ora mi basta questo. Dimmi a che ora posso passare?" Si accordarono per la cena ed entrambi sorrisero dopo la telefonata. Mentre Armando non vedeva l'ora di cenare con Betty e conoscere il figlio, per Betty erano momenti di panico. Era agitata e si raccomandò con Lucia e Riccardo per la puntualità e perché il piccolo si comportasse educatamente. Riccardo era un bambino allegro e simpatico, molto tranquillo e sapeva bene come comportarsi. Sia lei che Michelle erano sempre stati molto occupati con cene e feste ed era abituato a "fare il bravo", e poi era certa che tra lui e Armando sarebbe scattata una scintilla, un qualcosa che li avrebbe uniti. Si chiedeva come avesse potuto fare una cosa tanto grave. Aveva impedito a suo figlio di conoscere il vero padre. Certo Riccardo adorava Michelle, era ad ogni effetto suo padre, ma era stato un errore enorme. Si chiedeva se Armando l'avrebbe mai perdonata. Lei era certa che non l'avrebbe mai fatto. Fu quasi presa dal panico... Cominciò a sudare e si sedette su una poltroncina accanto alla piscina. Lucia notò che era pallida, sembrava sconvolta e le chiese se poteva esserle utile. "No Lucia, grazie! Devo solo riuscire a gestire qualcosa che mi preoccupa un po'..." E non solo la preoccupava, quello che avrebbe detto ad Armando era molto più grande di lei e ora era sola. Ad aiutarla non c'era più Michelle... Rimpianse i giorni tranquilli, sereni e facili del suo matrimonio.
   
 
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