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Autore: hogvwartss    12/07/2017    1 recensioni
"Per qualche secondo, prima che l'altro se ne rendesse conto, Scorpius si fermò a guardare Albus. Ormai lo aveva capito, anzi probabilmente l'aveva sempre saputo: Scorpius Malfoy era innamorato di Albus Potter."
Albus Potter e Scorpius Malfoy, entrambi Serpeverde, sono al loro ultimo anno ad Hogwarts e finalmente Scorpius decide di rivelare il suo più grande segreto al suo migliore amico.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Il ragazzo aprì gli occhi di scatto e trovò il viso di Albus sopra il suo. L'altro aveva gli occhi chiusi e teneva le labbra serrate ma ben premute su quelle di Scorpius che poteva percepirne il calore e l'umidità. Ovviamente, Scorpius, ricambiò il bacio prendendo tra le mani il viso di Albus. A quel movimento, però, Albus si staccò subito.

“Che stai facendo?” chiese Albus passandosi il dorso della mano sulle labbra, come per scacciare via il gesto appena compiuto. Nel suo volto, nei suoi occhi, vigeva il rimorso. “Perchè mi hai baciato? Io non sono come te!”

Scorpius stava iniziando a perdere totalmente la pazienza. C'era una differenza tra reprimere ciò che si è e non agire e il reprimere sé stessi e incolpare gli altri per questo. Albus, reprimendo il suo essere, dava continuamente la colpa a Scorpius per questo, senza nessun motivo apparente.

“Sei tu che hai baciato me, Albus. Smettila con questa scenata.” Scorpius aveva la mascella serrata. Avrebbe voluto urlare. Urlare che quello era stato il bacio più bello della sua vita, quello che aspettava da anni. Era anche il bacio che il suo migliore amico gli aveva dato prima e dopo averlo incolpato di averlo 'convertito'. Non poteva però urlare, doveva tenersi tutta quella rabbia dentro perchè prima di tutto non voleva far agitare ancora di più Albus e svegliare tutto il dormitorio, e poi perchè forse c'era una via d'uscita. La luce nell'oscurità. Forse, questa volta, Albus avrebbe capito.

“Io non sono gay e lo sai bene.” ribattè Albus con lo sguardo che vagava per la stanza.

“D'accordo allora dimmi che non hai provato niente, dimmelo guardandomi negli occhi.” Scorpius osservò Albus che però non contraccambiava il suo sguardo. Così, si avvicinò a lui e gli prese il viso tra le mani – di nuovo –. Sentire il contatto con la sua pelle gli metteva sempre i brividi. Albus cercava ancora di non incontrare lo sguardo dell'altro.

“Guardami e dimmelo.” sussurrò ancora Scorpius. “Ti conosco e capirò se dirai la verità.”

Albus finalmente incontrò gli occhi dell'amico. Erano lucidi, leggermente bagnati e tristi.

“Non mi è piaciuto, è stato disgustoso.” disse dopo qualche minuto fatto solo di sguardi. “Non so come fa a piacerti.”

Bugiardo.

Scorpius conosceva i suoi occhi, le sue espressioni, il suo tono di voce quando mentiva. Decise però di non dire nulla. Lasciò il viso dell'altro e tornò a letto. Se Albus l'avesse di nuovo svegliato con un bacio – si ripromise – non avrebbe fatto nulla se non continuare a dormire.

 

“Cosa? Stai scherzando?” urlò Mandy mentre Scorpius le raccontava ciò che era successo la notte prima. Da quando entrambi avevano rivelato ad Albus di essere gay – o bisessuali in caso di Mandy – loro due si erano avvicinati sempre di più e allontanati ancora di più da Albus. Spesso loro due, e spesso anche Julie, pranzavano e cenavano insieme oppure studiavano in biblioteca. “Ti ha.. baciato?”

Scorpius annuì e continuò a giocherellare con il cibo che aveva nel piatto. Quella mattina si era svegliato e non aveva trovato Albus a letto, era già scomparso chissà dove. Non c'era nemmeno nella lunga tavolata a colazione.

“Chi ti ha baciato?” chiese Julie sedendosi al fianco di Mandy.

“Albus!” rispose l'altra tutta felice. “Te lo avevo detto, Scorpius!”

“Ti sei forse persa la parte in cui ti spiegavo che ha detto che gli ha fatto schifo ma io sono certo che mentisse? Ti sei forse dimenticata che sta reprimendo ciò che è e che forse lo farà per sempre?” Il tono del ragazzo era rabbioso e quando lo capì, si scusò con le ragazze. Era nervoso. Aveva paura che Albus potesse fare qualcosa di folle. Aveva bisogno di vederlo, solo per sapere che stava bene.

 

Durante la prima lezione della giornata, Difesa contro le Arti Oscure, Albus era seduto nell'ultimo banco e quando tutti entrarono nella classe, lui era già lì. Scorpius non osò sedersi vicino a lui, ma prima di sedersi su uno dei primi banchi, sentì la voce di Albus chiamarlo. “Amico! Dove ti stai sedendo? Sono qui!”

Scorpius, sorpreso, si diresse verso l'ultimo banco in fondo all'aula e si sedette vicino all'amico che gli stava sorridendo.

“Senti, frocetto.” iniziò a dire Albus. Il cuore di Scorpius si congelò all'istante. Per un secondo aveva creduto che tutto si fosse risolto tra loro due, invece tutto era peggiorato. “Quello che è successo ieri non deve uscire da quelle mura anche se suppongo tu l'abbia già detto alle tue nuove migliori amiche lesbicone.” Albus indicò con la testa Julie e Mandy che a loro volta li stavano guardando. “Se spiccichi parola con qualcun altro giuro che ti spacco quel culo da checca che hai.”

Scorpius era inorridito. Si alzò dal banco e fece per uscire dalla classe quando entrò il professor Harrolds. Il ragazzo biascicò una scusa che aveva a che fare con l'infermeria e uscì dalla classe. Lacrime copiose gli scendevano dal viso e cercò di pulirle con la manica della divisa senza successo. Non riusciva a credere che quelle parole fossero davvero uscite dalla bocca di Albus, lo stesso Albus che lo aveva accompagnato nella sua vita per sei anni.

“Stai bene?” davanti a sé si ritrovò l'ultima persona che voleva vedere. Rose Weasley, la cugina di Albus, l'unica persona con cui Albus avesse un rapporto molto stretto nella famiglia. I suoi capelli rossi erano legati in una lunga treccia, il viso coperto da lentiggini e gli occhi verdi brillanti osservavano il Serpeverde.

“Sì, tutto bene grazie.” rispose velocemente lui cercando di svignarsela. Lei però gli si parò davanti.

“Stai piangendo come un bambino del primo anno, dimmi cosa succede. E' successo qualcosa ad Albus?” chiese cambiando totalmente espressione in un nano secondo. Scorpius scosse la testa. “E allora che è successo?”

Scorpius cercò una scusa e finalmente disse: “Problemi di cuore, niente di così importante.”

Rose scoppiò in una piccola e dolce risata e dopo avergli dato una pacca sulla spalla, lo lasciò passare e ognuno continuò per la sua strada.
Lo scopo del ragazzo era quello di scendere le scale e dirigersi fino alla Sala Comune di Serpeverde ora probabilmente vuota e silenziosa e di rintanarsi lì per tutta la giornata. Fu però interrotto nuovamente. Mentre camminava, era oramai vicinissimo alle scale, si sentì toccare la spalla.

“Dove va signor Malfoy?” dietro di lui la voce femminile della Professoressa McGonagall, preside di Hogwarts. Scorpius l'aveva considerata una bravissima persona, ligia alle regole ma sempre pronta ad aiutare gli studenti che più ne avevano bisogno. “Non dovrebbe essere in classe?”

Scorpius si voltò e osservò lo sguardo serio della professoressa di fronte a lui. “Dovrei ma non sto molto bene e sto andando in Infermeria..”

“Che è esattamente dall'altra parte della scuola.”

“Davvero?” Scorpius si passò una mano tra i capelli imbarazzato e abbassò lo sguardo. “Devo aver sbagliato strada allora..”

 

La professoressa McGonagall lo mise in punizione per due settimane per essere stato beccato fuori dalla propria classe senza una motivazione valida – Scorpius non aveva avuto il coraggio di rivelarle nulla – e venti punti furono tolti a Serpeverde. Dopo una settimana di pulizia dei trofei insieme a Mr Filch, il guardiano, come se non bastasse la professoressa McGonagall lo chiamò nel suo ufficio. Dopo essere entrato dalla porta, Scorpius si sedette sulla poltroncina blu di fronte alla scrivania vuota. Quella stessa mattina gli era arrivato un gufo dove lo avvisava che avrebbe fatto leggermente tardi al loro appuntamento.
Scorpius osservò la stanza piena di quadri dei precedenti presidi di Hogwarts tra cui anche Albus Silente il quale stava sonnecchiando. Avrebbe voluto svegliarlo, per parlarci. Ma cosa gli avrebbe detto? Il ritratto si mosse e tutto d'un tratto Scorpius si ritrovo – più o meno – faccia a faccia con il famoso Albus Silente.

“Qualcosa ti preoccupa, ragazzo?” chiese l'immagine. Gli occhi azzurri del vecchio preside sembravano brillare da dietro gli occhiali a mezzaluna.

“Sto solo aspettando la professoressa McGonagall, signore.”

“E oltre questo?” il professore si sedette diritto sulla poltrona del dipinto. Sembrava interessato alla vita di Scorpius anche se in realtà non lo conosceva affatto. Sembrava anche sospettare – o addirittura sapere – che il ragazzo voleva parlare.

“Il mio migliore amico si è allontanato da me perchè gli ho rivelato un segreto su di me, un segreto su una cosa che non posso cambiare. Da quel momento tutto è cambiato, anche lui stesso è cambiato.”

Il professor Silente lo osservava attentamente e con un gesto della testa gli chiese di proseguire.

“Lui crede che io lo abbia infettato con questo mio segreto, che ora che anche lui ne è a conoscenza, anche lui diventerà come me.” Scorpius spostò il suo sguardo a terra. Tutto nella sua testa sembrava così complicato, così contorto. Si era forse immaginato tutto? Forse Albus non era davvero innamorato di lui, forse quel bacio che gli aveva dato, per Albus, era solo una conferma di ciò che non era. Ma qualcosa nel ricordo suoi occhi diceva il contrario. “Io.. non voglio perderlo.”

“Non lo perderai, Scorpius..” disse Silente e il ragazzo si chiese come facesse a sapere il suo nome. “Con il tempo capirà che non c'è nulla di sbagliato in te.. e in lui..” Silente strizzò l'occhio destro e poi scomparve, così che si vedesse solamente la poltrona sulla quale prima era seduto. Scorpius cercò di richiamarlo, di farlo tornare indietro. Voleva una spiegazione più eloquente, un consiglio su come superare quella terribile situazione, ma lui era scomparso e chissà tra quanto tempo lo avrebbe rivisto.

Dopo pochi minuti entrò la professoressa McGonagall, di fretta e con il viso contratto. Si sedette sulla sua sedia dietro la scrivania e osservò Scorpius. Il suo viso non lasciava spazio ad emozioni oltre che alla delusione. In cuor suo, il ragazzo sapeva esattamente di cosa stavano per parlare, ma sentiva comunque un sentimento ansiogeno salirgli nel petto.

“Sono molto delusa da te, signor Malfoy. Fin da quando sei arrivato ad Hogwarts hai sempre dato il meglio di te e hai spesso e volentieri aiutato anche gli altri ad eccellere – ovviamente parlo del signor Potter –.” la professoressa si fermò per scacciare dal viso un ciuffo ribelle e posarlo delicatamente dietro l'orecchio. Scorpius non si era accorto che sulla scrivania c'era un fascicolo con su scritto il proprio nome. La professoressa lo aprì e glielo pose davanti: c'erano i voti di tutte le verifiche o test o compiti che aveva consegnato nell'ultimo anno.

“Sin dal primo anno i tuoi voti sono stati alti ma da qualche mese sono cominciati a calare drasticamente. Non voglio vederti fallire, Scorpius. So che hai la testa e l'intelligenza per qualsiasi cosa, a differenza di altri tuoi compagni. Ti ho sempre visto bene in Corvonero, avresti eccelso in quella Casa. In ogni caso dobbiamo fare qualcosa per questi voti. Prima di tutto, cos'è cambiato? Cosa è successo?”

Scorpius distolse lo sguardo dal fascicolo Tutti quei votacci lo facevano stare ancora più male. Era a conoscenza della sua situazione scolastica e del fatto che da quando lui e Albus non erano più amici, tutto era cominciato a peggiorare, compresi i suoi voti scolastici. Ma non poteva confessare la verità, quella più profonda e reale, alla professoressa. Cosa avrebbe pensato di lui?

“Ho notato che lei e il signor Potter non passate più molto tempo insieme come una volta. E' lui la causa?”

Scorpius annuì silenziosamente. Le parole non gli uscivano dalla bocca, qualsiasi cosa avrebbe detto sarebbe stata inutile in confronto alla verità. La professoressa però aveva uno sguardo preoccupato. Teneva davvero a lui e alla sua carriera scolastica.

“Potresti diventare qualcuno di importante con quella testa, Scorpius. Non buttare via tutto il tuo lavoro per un ragazzo.”

Il Serpeverde cercò gli occhi della professoressa e notò che le sue labbra si erano incurvate in un sorriso. Sapeva. Probabilmente lo sapevano tutti, forse era sempre stato palese a tutti.

“Cosa sta dicendo, professoressa?”

“La tua vita privata mi interessa fino ad un certo punto, signor Malfoy, ma ormai la conosco da sette anni e penso di conoscere abbastanza adolescenti da saper dire che lei è innamorato.”

“E con questo cosa c'entra Albus?”

La professoressa scoppiò in una leggera risata e si aggiustò gli occhiali. “Me lo dica lei, signor Malfoy.” 

  
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