Il
soggiorno a casa Black durò tutta
l’estate e, per Harry e Metis, quella fu l’estate
migliore di sempre.
Marlene aveva raccontato loro delle storie
di quando andava ad Hogwarts, e le liti dei loro genitori li avevano
fatti
morir dal ridere.
Chiesero informazioni anche su Sirius,
naturalmente, e su dove si fosse nascosto per sfuggire al Ministero, ma
sfortunatamente la donna non si fece sfuggire niente, se non che suo
marito era
al sicuro, e che molto presto sarebbe stato riabilitato davanti a tutta
la
comunità magica.
Non si sbilanciò oltre, ma rassicurò i
gemelli che i loro gattini, Nefer e Lilith, erano al sicuro con lui e
che gli
stavano tenendo compagnia nella sua reclusione forzata.
Evelyn e Metis, dopo la titubanza
iniziale, erano diventate amiche e fu grazie ad una confidenza
involontaria
della prima che la metamorfomagus fece la scoperta
dell’esistenza della Stanza
delle Necessità.
Un piano iniziò a delinearsi nella mente
della ragazzina, e lei si ripromise di lavorarci su non appena messo
piede ad
Hogwarts.
Non aveva piú tolto la catenina regalatele
da Gideon, e questo aveva fatto piacere al ragazzo se pur ancora non
riuscisse
a capire le motivazioni della ragazza che la spingevano a tenerlo
ancora a
distanza.
Neanche Harry aveva saputo dirgli qualcosa
in merito, perché da quando Metis era piombata in casa Black
non si comportava
piú come al solito.
Era piú irascibile, e sembrava mal
tollerare persino la sua presenza preferendo quella femminile di
Marlene e, in
seguito, quella di Evelyn.
Harry ne aveva parlato con Marlene, ma lei
gli aveva semplicemente sorriso dicendo di portare pazienza,
perché sua sorella
era appena diventata una donna, e le adolescenti in preda agli ormoni
erano
intrattabili nei loro periodi.
Harry aveva riportato il discorso a
Gideon, ma nessuno dei due ci aveva capito qualcosa se non che Metis
era
cambiata.
E questo cambiamento si era rivelato
ancora di piú verso la fine di agosto, quando Marlene
dovette accompagnarla
d’urgenza a Diagon Alley per rifarle il guardaroba quasi
interamente.
Il primo settembre arrivò piú in fretta
del previsto, e alla stazione Marlene raccomandò a tutti e
quattro di fare i
bravi, nonostante sapesse bene che erano parole sprecate con quei
Malandrini.
Sul treno Harry, Metis e Gideon si
riunirono con Ron ed Hermione, mentre Evelyn se ne andò a
cercare la sua amica
Ginny.
Il viaggio fu divertente, perché i
Malandrini avevano molto su cui aggiornarsi, e tutto
proseguí per il meglio
finché d’improvviso il treno prese a rallentare.
Si fissarono tutti interdetti.
«Non è possibile che ci siamo
già.» disse
Hermione guardando l'orologio.
«E allora perché ci fermiamo?»
esclamò
Metis con una nota preoccupata nella voce.
Harry, che era il più vicino alla porta,
si alzò e dette un'occhiata in corridoio dove
notò numerose teste curiose che
spuntavano dagli scompartimenti.
Il treno si arrestò con uno scossone e una
serie di tonfi lontani annunciò loro che i bagagli erano
caduti dalle
reticelle.
Poi, senza alcun preavviso, tutte le luci
si spensero e cadde la più completa oscurità.
«Che cosa succede?»
La voce di Gideon risuonò alle spalle di
Harry mentre anche Ron si alzava a tentoni.
«Ahia!» strillò Hermione «Ron,
quello era
il mio piede!»
Dopo un paio di tentativi riuscirono a
risedersi tutti, e dopo qualche secondo al buio Metis,
cacciò la bacchetta ed
illuminò lo scompartimento.
Fecero appena in tempo a tirare un sospiro di sollievo che si
udì un rumore
stridente, e Ron iniziò a pulire con un fazzoletto un
pezzetto di finestrino
cercando di guardare fuori.
«C'è qualcosa che si muove
laggiù.» disse
Ron con la voce che tremava appena «Credo che qualcuno stia
salendo a bordo...»
La porta dello scompartimento si aprì all'improvviso e
qualcuno inciampò nelle
gambe di Harry.
Metis ed Hermione urlarono e lo
scompartimento ripiombò nell’oscurità.
«Scusa... sapete che cosa succede? Ahia...
scusate...»
«Ciao, Neville.» disse Gideon con un
sorriso divertito, lanciando un’occhiata di scherno alle
ragazze.
Evocò la luce con la sua bacchetta e
furono di nuovo tutti visibili.
«Harry? Gideon? Siete voi? Che cosa
succede?»
«Non lo sappiamo... siediti...»
«Vado a chiedere al macchinista che cosa succede.»
disse Hermione.
Si udì la porta aprirsi di nuovo, poi un
tonfo e tre strilli.
«Chi è là?»
«Chi sei tu?»
«Chi siete voi?!»
«Hermione?»
«Ginny? Evelyn? Che cosa state facendo?»
«Vi stavamo cercando...»
«Coraggio entrate… »
Ma mentre Hermione si allontanava, le due
ragazze fecero appena in tempo ad entrare chiudendo la porta dietro di
loro
prima che questa si aprisse nuovamente.
In piedi sulla soglia, illuminata dalla
luce della bacchetta di Gideon, c'era una figura ammantata che
torreggiava fino
al soffitto. Aveva il volto completamente nascosto dal cappuccio ed una
mano
spuntava dal mantello, scintillante, grigiastra, viscida e rugosa, come
una
cosa morta rimasta troppo a lungo nell'acqua... Ma fu visibile solo per
un
attimo.
La creatura sembrò sondare l’intero
scompartimento, finché la sua attenzione non venne catturata
da Metis, che la
osservava con uno sguardo stranamente impassibile.
Allora la sua mano si ritrasse
all'improvviso nelle pieghe nere della stoffa, e trasse un lungo,
lento,
incerto sospiro, come se cercasse di respirare qualcosa di
più dell'aria. Un
freddo intenso calò su di loro.
Metis sentì il respiro mozzarsi nel petto,
e il freddo penetrarle fin sotto la pelle, fino al cuore… ed
i suoi occhi si
rovesciarono. Non vedeva più niente. Annegava nel gelo.
Sentí un rumore come
uno scroscio d'acqua, e poi fu trascinata verso il basso, e il rombo
diventava
più forte... E poi, da molto lontano, sentì
urlare. Urla terribili, di orrore,
di supplica. E poi Voldemort che le sorrideva.
Ancora lui.
Sempre lui.
«Harry! Metis!! Vi sentite bene?»
Metis aprí di scatto gli occhi.
Si girò verso la sua destra e vide il
fratello disteso per terra.
Era svenuto anche lui.
C'erano luci sopra di loro, e il pavimento
vibrava.
L'Espresso di Hogwarts era di nuovo in
movimento ed era tornata la luce.
I loro amici erano inginocchiati vicino a
loro, mentre fuori lo scompartimento, accanto ad Hermione,
sorprendentemente
videro la figura di Remus Lupin.
L’uomo sembrava molto preoccupato, e
subito si affrettò a sincerarsi delle loro condizioni mentre
i loro amici li
aiutavano a mettersi seduti.
«State bene?» chiese nervosamente,
scoccando un'occhiata in piú a Metis che tuttavia faceva di
tutto per evitare
il suo sguardo.
«Sì.» rispose Harry, guardando in fretta
verso la porta.
La creatura incappucciata era sparita.
«Che cosa è successo? Dov'è quella...
quella cosa? Chi è stato a urlare?»
Metis fu sorpresa che anche il fratello
avesse sentito le urla di quella donna, ed abbassò lo
sguardo evitando quello
degli altri.
«Nessuno ha urlato.» disse Gideon
preoccupato.
Harry si guardò intorno nello
scompartimento illuminato cercando di capire se lo stessero prendendo
in giro.
«Ma io ho sentito gridare...»
Un colpo secco li fece sobbalzare tutti
quanti. Remus stava spezzando un'enorme tavoletta di cioccolato.
«Tenete, ragazzi.» disse ad Harry e Metis,
e porse loro due pezzi grossi di cioccolato «Mangiate. Vi
farà bene.»
Harry prese il cioccolato ma non lo
mangiò, a differenza di Metis.
«Che cos'era quella cosa, Remus? E che ci
fai qui sul treno?» chiese a Lupin, ma prima che
quest’ultimo potesse anche
solo aprire bocca Metis rispose al posto suo con un filo di voce che
tremava
appena.
«Era un Dissennatore… Uno dei Dissennatori
di Azkaban. Perlustravano il treno per Sirius…
Black…»
Tutti la guardarono a bocca aperta, compreso
il suo padrino, che dopo un primo momento di smarrimento prese il
controllo
della situazione distribuendo cioccolato anche agli altri occupanti
dello
scompartimento.
«Sarò il vostro insegnante di Difesa
contro le Arti Oscure, quest’anno. Silente mi ha assegnato la
carica.» disse
Remus, ma prima che i ragazzi potessero esprimere il loro entusiasmo si
rivolse
in fretta alla sua figlioccia «Metis
potresti…»
«No.» rispose la ragazzina categorica, e
sotto lo sguardo preoccupato di tutti uscí quasi di corsa
dallo scompartimento.
Pov
Metis
No.
Non poteva succedere di nuovo.
Dovevo controllarmi.
Dovevo controllarmi.
Vomitai la colazione interamente e
trattenni a stento un urlo.
La voce di Voldemort riprese a risuonarmi
nella testa.
Continuava a ripetermi che per Gideon ero
solo un peso, che Evelyn era migliore di me e che presto mi avrebbe
rimpiazzata
anche nei malandrini.
Mi diceva che Harry sarebbe stato meglio
senza di me, perché io gli creavo solo preoccupazioni.
Mi diceva che non ero abbastanza.
Poi rimisi anche l’anima, finché non ebbi
piú la forza nemmeno per reggermi in piedi, e mi accasciai
contro il water del
bagno del treno perdendo i sensi.
Sentii il treno fermarsi e la porta del
bagno aprirsi grazie ad un incantesimo.
Vidi dei lunghi capelli biondi e un
sorriso gentile, che presto vennero sostituiti dalle braccia di un
ragazzo che
dai colori della divisa supposi essere un Tassorosso.
Mi sentii prendere in braccio, ma prima di
poter dire qualcosa persi di nuovo i sensi.
Pov
Harry
Dopo l’attacco da parte dei dissennatori,
Metis era scomparsa nel nulla.
Remus ci aveva praticamente rinchiusi
nello scompartimento impedendoci di uscire, e quando il treno si
fermò fummo
sommersi da tutti gli studenti.
Ci ritrovammo alle carrozze trainate prima
ancora di chiederci come potevamo trovarla.
Io e Gideon ci scambiavamo occhiate
preoccupate ogni due secondi, e a nulla valsero i tentativi di
distrarci degli
altri perché anche loro erano visibilmente preoccupati per
mia sorella.
Eravamo entrati ad Hogwarts e di Metis
nessuna traccia.
Decisi che appena entrato in Sala Grande
sarei andato da Silente per far partire le ricerche della mia
sorellina, ma ero
appena entrato che una voce mi fece scattare sull’attenti:
«Potter! Granger!
Voglio vedervi subito!»
Mi voltai sorpreso verso la professoressa
McGranitt, insegnante di Trasfigurazione e direttrice della Casa di
Grifondoro,
che stava chiamando me ed Hermione al di sopra della folla.
Mi feci largo verso di lei con un vago
presentimento, e feci segno a Gideon e Ron di venire con noi.
«Avete trovato Metis?!» esclamai preoccupato, e
l’espressione della
professoressa tradí il suo nervosismo.
Annuí lentamente, prima di rivolgersi
verso Ron e Gideon.
«Voi andate pure avanti, Weasley e Black…
».
«Se si tratta di Metis veniamo anche noi.»
la interruppe subito Gideon mentre
Ron annuiva alle sue parole.
La McGranitt strinse le labbra prima di
annuire severamente, poi iniziò a spingerci via dalla folla
rumorosa e insieme
attraversammo la Sala d'Ingresso, salimmo le scale e ci incamminammo
lungo un
corridoio. Giunti nel suo ufficio, una stanzetta con un gran camino
acceso, la
professoressa McGranitt ci fece segno di sederci.
Si sedette dietro la scrivania ed esordì
senza preamboli: «Metis Potter é stata trovata
priva di sensi nel bagno del
treno. Adesso si trova in Infermeria sotto le cure di Madama
Chips.»
Il panico prese possesso di me, ma prima che potessi replicare
qualcosa,
qualcuno bussò piano alla porta e Madama Chips stessa,
l'infermiera, entrò con
aria affaccendata.
«Dov’é mia sorella? Che cosa
é successo?!»
mi ritrovai ad urlarle contro, sentendo le lacrime premere per uscire.
Tuttavia l’infermiera non parve
infastidita, al contrario della McGranitt.
«Siediti, Potter.» ordinò, e mal
volentieri fui costretto ad obbedire.
«Tua sorella é stata trovata da Luna
Lovegood, una Corvonero del secondo anno. Per fortuna il signor
Diggory, uno
dei prefetti di Tassorosso del quinto anno, stava finendo di
controllare il
treno e le ha dato una mano a trasportarla fino in
Infermeria.» disse la
professoressa, cedendo poi la parola all’altra donna che
iniziò ad esporci le
condizioni della mia sorellina.
«È stato a causa del Dissennatore.»
spiegò
Madama Chips.
«La sua reazione é stata eccessiva, ma
dopo tutto quello che ha passato non mi sorprende piú di
tanto. Adesso sta
riposando in Infermeria e domani sarà pronta per le lezioni.
Non sono qui per
lei, comunque. Il professor Lupin ha mandato un gufo per avvertire che
sei
stato male anche tu sul treno, Potter.»
Mi sentii arrossire.
Era già abbastanza spiacevole che fossi
svenuto, senza che tutti si agitassero tanto.
«Sto bene.» dissi seccamente «Non ho
bisogno di niente… Se non di vedere mia sorella.»
«Mettere tutti quei Dissennatori attorno
alla scuola.» mormorò Madama Chips ignorando le
mie parole e spingendomi
indietro i capelli per sentirmi la fronte «Non è
certo il primo a svenire. Sì,
è tutto appiccicoso. Sono terrificanti, davvero, e l'effetto
che fanno su
persone che sono già di per sé
cagionevoli… »
«Io non sono cagionevole!» esclamai
imbronciato, mentre sentivo le risatine di Gideon e Ron.
Sapere che Metis stava bene ci aveva
rilassati tutti, anche se io non sarei stato tranquillo
finché non l’avessi
vista con i miei occhi.
«Ma certo che no.» disse Madama Chips
distrattamente, mentre mi sentiva il polso, non facendo altro che
aumentare il
divertimento degli altri.
«Di cosa ha bisogno?» chiese la McGranitt asciutta
«Riposo? È meglio se
stanotte dorme in infermeria?»
«Sto bene!» dissi categorico.
«Voglio solo vedere mia sorella, adesso.
Ci porti da lei, Madama, la prego.»
«Be', come minimo dovrebbe mangiare un po' di
cioccolato.» disse Madama Chips,
scrutandomi negli occhi ed ignorando la mia affermazione.
«Ne ho già mangiato un po'.» mi
affrettai
a dirle «Me l'ha dato Remus. L'ha dato a tutti.»
«Davvero?» disse Madama Chips in tono
d'approvazione «Vuol dire che finalmente
abbiamo un insegnante di Difesa contro le Arti Oscure che conosce il
suo
mestiere?»
Tutto quel ciarlare mi stava dando alla
testa, e stavo per iniziare a sbraitare di farmi vedere mia sorella
quando la
McGranitt mi interruppe bruscamente sul nascere.
«Sei sicuro di stare bene, Potter?»
«Sì.» risposi una volta per tutte.
«Molto bene, allora. Chips accompagna i signorini in
Infermeria dalla signorina
Potter. Miss Granger li raggiungerà piú tardi,
devo scambiare due parole con
lei sui suoi orari.»
Pov
Gideon
Finalmente, Madama Chips ci stava
accompagnando in Infermeria.
Quel tragitto mi stava riportando a galla
brutti ricordi, ed affrettai il passo.
Ancora una volta Metis stava male, ed io
non ero riuscito a fare nulla per impedirlo.
Con il morale sotto terra e la
preoccupazione a mille entrai in Infermeria dietro ad Harry.
C’era piú di uno studente disteso, ma non
mi fermai a vedere se ci fosse qualcuno che conoscevo.
Madama Chips ci accompagnò fino all’ultimo
lettino prima di tornare ad occuparsi degli altri pazienti.
Lí, proprio dietro al paravento, vidi
Metis con i capelli di un grigio spento che osservava con un sorriso
stanco una
ragazza al suo fianco dai lunghi capelli biondi.
Non aspettai un secondo di piú e mi
fiondai sul suo letto, prendendole il volto tra le mani.
«Stai bene? Ti prego dimmi che stai bene.»
Le chiesi ansiosamente, fregandomene di
sembrare uno squinternato in quel momento.
Colsi distrattamente gli sguardi stupiti
di Harry e Ron.
Metis arrossí leggermente, presa alla
sprovvista sia dal nostro arrivo che dal mio comportamento.
Mise le sue mani sulle mie e me le fece
togliere dal suo volto pur continuando a stringerle.
Mi sorrise cosí dolcemente che sentii
qualcosa smuoversi dentro, ma non feci in tempo a dare un nome a quella
sensazione che Harry mi fece cadere giú dal lettino con un
movimento veloce
della sua bacchetta.
Mi voltai verso di lui un po’ arrabbiato,
stupendomi di vedere sul suo volto un sorrisetto divertito.
«Stai dando spettacolo, Gid.» mi disse
ghignando e, voltandomi, potei vedere di essere osservato
dall’intera
Infermeria.
Cercai di darmi un tono schiarendomi la
voce, e sentii Metis trattenere una risata.
«Beh… Come ti senti, Metis?» le chiesi
con
una vocetta acuta non mia che fece scoppiare a ridere tutti.
Io arrossii.
A salvarmi da ulteriore imbarazzo ci pensò
la figura di Hermione, che sopraggiunse proprio in quel momento
correndo verso
di noi.
Mi spinse da parte senza tanti complimenti per sedersi sulla
sponda del letto, e iniziò a guardare ansiosa
l’amica.
«Come stai, Metis? Mi dispiace di non
essere venuta con gli altri ma la McGranitt mi ha trattenuta. Oh, sono
cosí
dispiaciuta! Avrei voluto correrti dietro ma il professor Lupin ci ha
bloccati
nello scompartimento. Mi sento cosí in colpa! Per fortuna
c’era Luna.»
Spostò lo sguardo verso la ragazzina
bionda e la ringraziò, e lo stesso fece Harry.
Tuttavia, lei rispose qualcosa come «Un
raggruppamento tale di gorgosprizzi non poteva essere
ignorato» e, dopo averci
salutati dicendo che ormai Metis non aveva piú bisogno di
lei, se ne andò
saltellando lasciandoci tutti a bocca aperta.
«Quella Corvonero é proprio strana.»
commentò Ron a bassa voce, ed io non potei che concordare
con lui.
«Per quel che mi riguarda, invece.»
esordí
Harry, sedendosi di fianco alla sorella e prendendole una mano
«Credo che le
sarò debitore a vita per aver salvato la mia
sorellina.»
In un attimo, vidi i capelli di Metis
cambiare dal grigio spento al suo rosso usuale.
«Guarda che io non avevo alcun bisogno di
essere salvata! Non sono una bambina!» la sentii protestare,
vedendola poi
assumere un broncio che ci fece scoppiare tutti a ridere.
Le tenemmo un po’ compagnia mangiando
tutti insieme la cena che gli elfi ci avevano fatto comparire davanti.
Di tanto in tanto la guardavo di sottecchi:
rideva e scherzava con tutti, ma vedevo un’ombra nei suoi
occhi che mi
preoccupava.
Indossava ancora il mio ciondolo, ed
un’idea mi balenò in testa.
Avrei dovuto studiare duramente ma, se
fossi riuscito a realizzarla, sarei riuscito a proteggere Metis.
La vidi sorridermi per un attimo prima di
prestare attenzione alla filippica di Ron su non so bene quali
attrazioni di
Hogsmeade.
Ricambiai il sorriso, non visto.
Proteggere Metis.
Era solo quello l’importante.