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Autore: Aki_and_Ami    12/07/2017    6 recensioni
[STORIA AD OC] ISCRIZIONI APERTE!
-Buongiorno, Arthur. O buonanotte, come il tuo cervello preferisce dare forma alla concezione del tempo. Ti chiederai cosa ci fai qui, perché i tuoi occhi siano ciechi , perché la tua bocca sia tappata da della stoffa, un misero pezzo di stoffa che ti impedisce di fiatare, perché la tua cara bacchetta di abete non si trovi più al tuo fianco, perché i tuoi polsi siano così tormentati da quella spessa corda, perché senti che dal tuo collo scendano piccole gocce di sangue, che scorrono, scivolano, ti bagnano il petto, arrivano a quel cuore non più utilizzato. No, fermo, non ti agitare, credimi, noi due potremmo essere grandi amici, se solo tu lasciassi il tuo cervello nelle mie mani, se solo ti lasciassi plasmare da me. Prendi un bel respiro, non ti farò nulla di male. Ti libererò, aspetterai a levarti la benda sugli occhi quando sentirai una porta chiudersi. Allora potrai riattivare tutti i tuoi sensi.- {dal Prologo}
 
Genere: Angst, Dark, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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CAPITOLO I

 

 

 

Arthur era lì, a due passi dalla porta, con le ginocchia deboli e le mani pesanti, contò fino a tre e prima di poter pensare aprì la porta.
Trovò davanti a se un altro corridoio.
 Era immerso nel buio più profondo, si sentivano solo i passi di Arthur che, veloci e nervosi, percorrevano la strada verso un’altra porta, quest’ultima però era molto chiara, quasi bianca.
“Perché sono qui?” pensava il biondo “ Cosa ho fatto, per meritarmi questo?” finì lui, fermandosi davanti al portone.
Aveva le mani sudaticce, tremolanti, fredde come il ghiaccio, e mentre appoggiava la mano sulla maniglia lucida del portone, aveva paura, la situazione lo aveva inquietato, era irrequieto, voleva solo tornare a casa.
Abbassò l’asta dorata e varcò l’entrata.
Una luce accecante gli annebbiò la vista e di colpo fu preso di peso e lanciato verso il muro.
La sua schiena cozzò violentemente contro la parete, e un gemito di dolore si levò dalle sue labbra rosse screpolate.
Il suo respiro divenne più scomposto e tremolante, non riuscì neanche a calmarsi che due braccia muscolose lo presero per il collo e lo alzarono sbattendolo contro il muro sporco.
«Chi cazzo sei e perché cazzo ci hai portato qui? con questa frase Arthur aprì gli occhi appannati. Davanti a lui c’era un ragazzo, molto alto e dalla carnagione chiara. Aveva i capelli biondo grano e gli occhi erano di ghiaccio bruciante, come se dentro quel ragazzo ardesse una forza repressa e che allo stesso tempo mancasse qualcosa, affetto di qualcuno ormai perso per sempre, solitudine rimasta nell’animo per molto tempo.
«Non so chi cazzo sei e siamo nella stessa merda io e te, non so neanche io che  ci sono a fare qui» sussurrò Arthur stringendo convulsamente il polso dell’altro e guardandolo direttamente negli occhi cercando di convincerlo a lasciare la presa.
«Maiale, lascia il bambino! Lo ammazzerai!» questa era la  voce di una ragazza che si era accorsa a liberare Arthur dalla morsa ferrea e mortale che la mano dell’ uomo applicava sulla sua gola, colpendo l’aggressore e con un movimento della mano fece cadere l’uomo per terra che iniziò a toccarsi il viso abituato a quel trattamento brutale.
Era una donna dalla bellezza inimmaginabile. Il viso era dolce, labbra pallide e occhi chiarissimi simili a delle orchidee dai petali tinti di viola, ma anche nel suo sguardo si notava un passato sofferto e troppo irrequieto.
I capelli nero pece sbattevano contro la pelle chiara della donna e ondeggiavano mentre stava camminando affrettata verso Arthur, seguita da un corvo nero.
«Piacere di conoscerti, sono Seana, la divinità delle tenebre e dell’ oscurità, e questo orrore è Dylan, uno stupido e comune elfo» disse la donna avvicinandosi ad Arthur e appoggiando la mano sopra la zazzera color grano dell’altro chiese «Quanti anni hai, piccolino?»
Dopo questa domanda Arthur con uno scatto si allontanò da Seana e, dopo averla fulminata con lo sguardo, affermò con voce fredda «Non sono piccolo, ho ben 20 anni.».
Seana rimase pietrificata, poi assunse un espressione di pieno disgusto e si appoggiò al muro strofinando le mani sul suo vestito nero pece.
«Ha hahah no. Non farmi ridere» gracchiò Dylan contorcendosi per terra e tenendosi la pancia per le risate.
Arthur si girò con una lentezza micidiale per poi insultare con tutta la cattiveria possibile i due strambi e pericolosi personaggi che aveva appena incontrato.
Il chiasso che si creò fu fermato da uno stridio metallico che proveniva dalla porta dov’era appena entrato Arthur. I tre si misero subito in posizione di attacco, e mentre si giravano intorno una ragazza fece capolino dalla porta e si mise a correre per poi saltare addosso a Seana che la prese prontamente.
“Che ci fai qui, Alisha?” chiese la Dea appoggiando la mano sopra la chioma verde prato dell’altra. Alisha era molto diversa da Seana poiché possedeva un aspetto luminoso e solare. Aveva sempre il sorriso dipinto su quel viso minuto e leggiadro, e gli occhi nocciola non facevano altro che dare alla ragazza un aspetto sempre più dolce, quasi a dire bambinesco caratteristico delle ninfe della natura di cui, infatti apparteneva.
“Sono venuta a chiamarvi, che Naoko e gli altri hanno trovato diverse stanze!” affermò lei, risistemandosi la camelia bianca che aveva fra i capelli per  poi salutare Dylan e presentarsi ad Arthur.
Dopo questo Alisha varcò la soglia della porta d’acciaio per condurre i ragazzi
“Ci sono diverse strade quindi attenti” affermò la ragazza seguita da Dylan.
“E' impossibile, il corridoio è quello che ho attraversato io per arrivare qui!” protestò Arthur, guardando stranito la ninfa, che semplicemente scrollò le spalle e s'incamminò da dove era tornata a passo svelto, senza dare nessuna spiegazione. Lei si districava tra i diversi percorsi, velocemente come se si fosse imparata a memoria il percorso da fare, ogni tanto si bloccava si colpo rimuginando sulla strada compiuta poi ripartiva appoggiando la mano destra contro il muro.
Dopo dieci minuti riuscirono a trovare l’uscita, una porta di legno d’ebano era spalancata e si riusciva ad intravedere dei ragazzi parlare, Dylan superò il gruppo ed attraversò velocemente l’ultimo tratto di corridoio per poi scomparire nell’altra stanza seguito a ruota dalle due ragazze e da Arthur.
All’interno erano sparsi nove giovani, ognuno diverso dall’altro ma ognuno con un tratto in comune, la voglia di vivere. La stanza era ampia ma poco luminosa,  di base esagonale, con il pavimento in legno di quercia e i muri in pietra. In questa stanza erano situati quindici  letti, proprio quanti erano i ragazzi ed erano disposti lungo i muri. Al centro della stanza un tavolo in legno di quercia si presentava prepotente sotto lo sguardo di Arthur, circondato da diverse sedie, anch’esse in legno e decorate da rivestimenti in velluto. Ai lati del tavolo invece erano presenti due stanzette :un bagno in marmo biancastro e una ala ristoro.
« Seana, ci rivediamo. »
Seana si girò di scatto verso il proprietario di quella voce.
Un ragazzo sulla ventina appoggiato al muro opposto alla porta.
« Per mia sventura, dovevo rincontrare un’essere spregevole come te, Axel  Zelgadies» affermò graffiante lei assumendo una faccia di disgusto.
« Che ci posso fare » disse Alex facendo brillare i suoi occhi azzurri come il cielo nascosti dalla frangia laterale nera « Sono solo un diavolo di -»
« Non mi interessa cosa sei, so solo che la cosa migliore che potresti fare é tornare all’inferno » lo bloccò Seana con un sorriso acido sul volto.
Si guardavano negli occhi, come se stessero cercando indizi e risposte in ogni sguardo, in ogni movimento e in ogni parola. Erano due sguardi completamente diversi : Seana lo guardava con odio, con voglia di vendetta e con una velata tristezza e fiducia tradita ; il corvino invece la osservava come se fosse la cosa che mancava nella sua vita, con amore e con incomprensione.
« Con piacere che torno all’ inferno e per dire, io sempre adorato il tuo modo di fare, anche quando eravamo più giovani avevi sempre questo comportamento » ridacchiò il ragazzo appoggiandosi al tavolo mentre Arthur e Dylan vennero accompagnati da Alisha a prendere qualcosa da bere.
Seana lo fulminò con lo sguardo e gli puntò un dito al petto.
« Non è vero » disse lei digrignando i denti e scandendo parola per parola.
« Ragazzi, calmatevi » affermò una ragazza dai capelli come la luna e dagli occhi simili al cielo stellato «  non mi interessa perché litigate, voglio solo sapere perché siamo qui. » continuò lei, alzandosi dalla sedia e mostrandosi in tutta la sua bellezza. Aveva un corpo equilibrato, con un seno prosperoso e dai fianco burrosi coperti da una bendatura attorno al torno poi protetto da parte di armatura e da dei pantaloni rossi morbidi.
« Calmi, che tanto rimarremo qua per un’altro po'.. » si intromise un ragazzo appoggiando la mano sulla spalla di Asuka. Era molto alto, i suoi capelli biondo grano erano sciolti, toccavano le sue scapole e gli coprivano gli occhi simili al cielo in tempesta.
«Ragnar, speriamo che non porti sfortuna » ridacchiò Dylan portandosi alle labbra un bicchiere di vino pregiato. Affianco a lui Arthur si guardava intorno, osservava gli altri ragazzi, uno ad uno, guardava i loro sguardi, i loro movimenti. Il suo sguardo fu catturato da degli occhi viola scuro. Appartenevano ad un ragazzo dalla bellezza particolare. Era un giunco, alto, agile e magro proprio come la pianta. Indossava un kimono nero che si scontrava con i suoi lunghi capelli bianchi che scendevano in morbide onde fino al torso.
Affianco a lui, appoggiate al muro due ragazze chiacchieravano amabilmente. Erano alte uguale, una aveva i capelli rosso fuoco, gli occhi nocciola e la circondava un’aura di semplicità e spensieratezza. L’altra aveva un fisico più adolescenziale, poco sviluppato. I capelli a caschetto di una tenue sfumatura di verde le davano un’area sbarazzina, aveva delle lentiggini che le percorrevano tutto il viso soprattutto sotto i suoi occhi leggermente a mandorla. Mentre fissava i suoi capelli, la ragazza si girò di scatto e, con un sorriso pieno di entusiasmo, si avvicinò a lui, cadendo quasi per terra nel cercare di non inciampare con un tappeto persiano disteso per terra
« Te sei ? » iniziò lei, sedendosi affianco ad Arthur.
« Arthur » disse il ragazzo mostrando un leggero sorriso « Arthur Miller »
«  Piacere Arthur, io sono Calime ma tu puoi chiamarmi Cals ! » continuò la ragazza toccandosi le orecchie appuntite, caratteristica principale degli elfi.
« Io invece sono Rachel, mentre quel ragazzo lì » si intromise la rossa indicando lo strano ragazzo dagli occhi viola « Quello lì é Ethan » detto questo Ethan, preso in questione, sorrise imbarazzato e alzò la mano in segno di saluto.
Mentre Arthur parlava e chiacchierata con le due nuove conoscenti, Asuka tornò nel gruppetto in cui stava prima del suo intervento nella discussione, o meglio, ritornò nel gruppetto formato da tre persone dove il suo aniki Naoko si trovava.
Naoko aveva un aspetto particolare, aveva una corporatura molto femminile, era più basso della media e aveva un’aspetto bambinesco che non gli si addiceva. I capelli erano fili di rame al vento, gli occhi acquamarina e la pelle chiara percossa da lentiggini sul naso all’insù e sulle spalle pallide, di cui una lasciata scoperta con un una toga corta bianca latte decorata con delle strisce dorate rappresentanti le onde del mare.
Naoki e Asuka erano sempre inseparabili. Asuka era cresciuta sotto l’ala protettrice di Naoki, seguendolo e imparando da lui fino ad arrivare al punto di riprenderlo e a consigliarlo.
Naoki stava appoggiato al muro, chiacchierava con questi due ragazzi che erano il doppio di lui, un con una zazzera bionda mentre l’altro con i capelli rosso fuoco.
Asuka si era solo presentata a loro : Il biondo si chiamava Callum, a prima vista sembrava il classico ragazzo della porta accanto, era solare e sorridente e i suoi occhi grigiazzurri si illuminavano ad ogni sua risata cristallina ; l’altro ragazzo invece era tutto il contrario, si chiamava invece Rin, gli occhi erano gialli tendenti all'arancia, con le pupille simili a quelle dei felini e si guardava intorno silenzioso ascoltando gli altri due ragazzi parlare e discutere.
Una voce, la stessa voce che aveva parlato ad Arthur all’inizio, interruppe il chiacchiericcio.
« Bene bene, vedo che siamo tutti per questo gruppo »
« Quindi deduco che non siamo solo noi, wow, magnifico... » rispose ad alta voce Asuka sarcastica.
«  Ahahah no, siete soli. O meglio, siete i soli con libero arbitrio. E se non la smetti a rispondermi così Asuka, io ti taglio le dita » affermò la voce metallica accennando a qualche altra ribellione della ragazza.
« Provaci e appena ti avvicini ad Asuka ti spacco la faccia » gridò Naoki stringendo i pugni e strizzando gli occhi guardandosi intorno.
« Ohh che carino che sei Naoki, ma sappiamo già che con la tua altezza non riusciresti neanche minimamente ad arrivare alla mia faccia. » lo insultò la voce ridendo malignamente. «  Stavo per iniziare a dirvi alcune cose, la più importante é come e perché vi abbiamo preso. Diciamo eravate tutti, chi più chi meno, in un momento di debolezza, depressione o anche di tristezza. Siamo stati un pò infami, no ? » finì la voce continuando nella sua strana risata.
« Niente da dire eh, ma infami eravate infami siete rimasti. » affermò Dylan, affiancato da una più che spaventata Calime che si aggrappava leggermente al suo braccio.
« Molto divertente Ratatyoski. » rispose con voce piatta la voce metallica chiamandolo per cognome « Noi vi abbiamo scelto invece per le vostre caratteristiche sia fisiche che mentali solo per divertimento, noi ci divertiremo molto a vedervi soffrire, uccidere con le vostre mani, seguire il proprio istinto animale, cercare in tutti i modi di sopravvivere ed aggrapparvi alla vita e io sarò il vostro supervisore, chiamatemi V. » spiegò V prima di essere bloccato da un sussurro.
Nella stanza il silenzio assoluto dominava, interrotto dal sussurrare dei due uomini.
I ragazzi si guardavano negli occhi, cercando di capirsi solo con uno sguardo carico di sentimenti.
La tensione era palpabile, i ragazzi erano tutti congelati sul posto quando V ricominciò a parlare « Sono obbligato a fare un appello, per poi lasciarvi da soli, già via abbandono, che tristezza ! » affermò .
« Si, proprio triste » sussurrò sarcastica Seana.
«  Iniziamo » si schiarì la voce « Rin Akuma, mezzo demone, vent’anni »
La voce del ragazzo scosse la quiete, la sua voce profonda e graffiante mostrava tutta la sua sicurezza, fermo ed impassibile.
« Ethan Astal, umano, ventiquattro anni »
A differenza dell’altro, Ethan parlò con una voce tremolante e insicura che rispecchiava il suo sguardo senza riposo, con i suoi occhi viola scuro che scattavano da una parete all’altra.
« Asuka Bastillen, succube, duecentotrentadue anni, so già che ci sei »
« Bene... » Affermò sarcastica la ragazza in questione, spostando i capelli di luna dagli occhi seri.
« Seana Caleti, Dea delle tenebre, essere primordiale »
« Ci sono » Seana affermò con una voce carica di odio e disgusto.
« Naoki Carmien, Dio dei fenomeni metereologici, essere primordiale » affermò V ridacchiando all’ultima affermazione « Ancora non ci posso credere che anche se hai una bella età non hai ne l’aspetto ne hai imparato a comportarti da adulto »
« Sai dove devi gentilmente andare ? A fanculo, caro che sei dolce come una spina nel culo» disse acidamente Naoki mostrando bellamente il suo dito medio portandolo in alto.
« Simpatico come sempre. Calime Cuie, elfa, ventun anni. Come va la nostra combina guai ? »
«Presente.» disse lei fredda e distaccata con uno sguardo duro mentre stringeva nelle sue mani la stoffa ruvida della camicia di Dylan, nascondendo a tutti le sue insicurezze e paure.
« Uhh... Fredda la ragazza! »
« No, é che non sono così stupida a dare confidenza a un pazzo psicopatico forse ? » affermò seria l’elfa guardandosi le mani.
« Graffi eh! La prossima é Alisha Dipha, driade, diciannove anni »
« Presente » esclamò la ragazza, con la sua voce squillante e vibrante spostando i suoi capelli verde prato dagli occhi che mostravano speranza e forza d’animo.
« Ragnar Larsen, demone, essere primordiale »
«  Presente » affermò con voce pacata mentre si legava i capelli biondo grano in uno chignon scomposto.
« Rachel Linux, umana, ventun anni. Rachel, mi sei stata simpatica sin dal primo momento, sai ? » V cercò di complimentarla, con scarsi risultati.
« Ehm... Grazie...? »rispose la ragazza spalancando i suoi occhi color cioccolato.
« Arthur Miller Lumière, umano, ventenne. Io e te già ci conosciamo anche bene. » rise V con la sua voce gracchiante.
« Devo ridere ? »Rispose a tono Arthur arrossendo per la rabbia sentendo su di se lo sguardo di tutti gli altri.
« Callum Pendragon, umano, ventiquattro anni. Come va il nostro principino ? » domandò V.
« Sicuramente potrebbe andare meglio. » rispose il biondo passandosi una mano fra i suoi capelli corti e leggermente ispidi.
« L’unico che parla con me quasi in modo educato » affermò poco serio V « Oh..  Guarda chi c’é nella lista! Dylan Ratatyoski, un raro e giovane dragoviano, appena centoventisette anni.  »
Come risposta si sentì il biondo sbuffare mentre incrociava le braccia al petto.
«E infine Axel Zelgadies, demone, essere primordiale, non serve che rispondi tanto sento la tua presenza... Ti fai notare! Beh, siete tutti no ? Sappiate solo una cosa, sorridete. Dovete solo sorridere. Che il peggio non può fare altro che arrivare, e farvi soffrire. Detto questo, riposatw che ci sentiremo domani con la prima sfida ! » fini la voce.
Silenzio.
Il dolce e pericoloso silenzio.

 

 

ANGOLO DELLA INCAPACISSIMA ( ?) AUTRICE
Ehmmmmm, che dire... Scusate il ritardo ! Ho avuto bisogno di raccogliere le idee e presentare tutti gli OC, quindi scusatemi se é un po’ noioso o lentino, ma pian piano prenderà velocità e i capitoli si allungheranno !
Ditemi cosa nd pensate, sia del vostro sia degli altri Oc
Baci
Al prossimo capitolo
Aki !

 

  
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