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Autore: Martachan 55    13/07/2017    0 recensioni
Kaiyo D. Tori, una ragazza che porta sulle spalle il cognome della donna più famosa del mondo. Dopo anni di ubbidienza ai Draghi Celesti decide di liberarsi, cercando di portare a termine l'obbiettivo che sua madre non è riuscita a terminare. Nel suo pericoloso viaggio incontrerà persone che la sosterranno sempre, ma anche altre pronte a colpirla alle spalle alla buona occasione. Non ostante i numerosi ostacoli che le si pareranno contro la persona che sta all'altro capo del suo filo rosso sarà sempre lì con lei, anche quando il mondo le cadrà addosso.
Riuscirà insieme ai nostri eroi a distruggere il governo mondiale? Scopritelo entrando!
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ciurma di Barbabianca, Mugiwara, Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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- Questa storia fa parte della serie 'Il demone rosso'
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Il vento soffiava forte, increspando la scura superficie del mare. Un gelo inaspettato si era infiltrato tra i marinai, che camminavano rigidi e senza forza per i corridoi, come dei fantasmi, avvolti in delle ruvide e stinte coperte.  
I poveri sfortunati a cui era stato affidato il compito di controllare il ponte si erano rannicchiati sulle loro figure tremanti, mentre sfregavano le mani cercando di riscaldarsi un poco ed emettevano bianche nuvolette di condensa. 
Lentamente, una piccola fiammella sciolse questo schema infreddolito. Infatti, un giovane ragazzo sembrava non essere stato fermato dalla morsa pungente del freddo. Lo dimostrava il fatto che camminasse tranquillamente a petto nudo, mentre la neve che lo colpiva emetteva il caratteristico sfrigolio che fa il bacon in padella.  
Si avvicinò con andatura sciolta agli altri, aiutando a sistemare le cime delle vele con gesti caldi e fluidi, che non fecero altro che mettere in evidenza i movimenti freddi e statici dei suoi compagni.  
Aprì una mano emanando una vispa fiamma che attirò, come gli insetti sono attirati dalla luce nelle notti più fredde, i suoi amici, i quali sporsero le mani cercando di scaldarsi.  
 
Una folta massa di capelli color del fuoco ruppe quello scenario quasi surreale, scongelando l’atmosfera.  
- Ace! - 
Urlò prima di raggiungerlo e squadrarlo malamente. Al contrario del moro, almeno lei indossava un delicato maglione color panna, che non sembrava comunque abbastanza pesante da poterla riscaldare durante quell’infernale tempesta di neve.  
- Hai per caso deciso di congelarti?! Se proprio i maglioni sono troppo caldi almeno infilati una maglietta! - 
Lo rimproverò incrociando le mani contro il prosperoso petto, per poi tendergli una maglietta color della neve.  
Il ragazzo la prese per poi infilarsela, ingoiando le proteste contro, secondo il suo parere, stupido indumento.  
La rossa alzò gli occhi al cielo nascondendo un tenero sorriso, era ben consapevole che il suo ragazzo non aveva alcun bisogno di alcun pezzo di stoffa per stare al caldo ma dopo la febbre da cavallo che si era presa lei una volta, per lo stesso identico motivo aveva imparato a coprirsi. O quasi. 
- Dai, andiamo - 
Le afferrò delicatamente il sottile polso ornato da un delicato braccialetto d’argento al quale era appeso un piccolo pendente di zaffiro.  
Dopo appena pochi passi un leggero prurito iniziò a comparire sul suo petto asciutto. 
- Ace, una maglietta non ti ucciderà mica! - 
Ironizzò la ragazza notando la sua espressione disperata.  
- Lo so ma è così fastidiosa! - 
Commentò aggiustando la maglietta.  
- Sempre meglio che prenderti un bel febbrone! - 
Si fermò appoggiando le scapole pronunciate contro la parete dura del corridoio.  
- Sai, se dovessi avere come infermiera te allora preferirei mille volte ammalarmi -  
La guardò negli occhi, dopo averla velocemente osservata da capo a piede. 
- Ah davvero? - 
Domandò posando le mani sui fianchi e ricambiando l’occhiata. 
- Ma certo, mia piccola Tori - 
Si avvicinò a lei, stringendole la vita in modo da avvicinarla a . La rossa si alzò in punta di piedi per poi sussurrargli all’orecchio con voce sensuale. 
- Mi piacerebbe un sacco prendermi cura di te...peccato che sarà Angel a farlo - 
Si staccò velocemente per poi ridere osservando la sua faccia perplessa.  
- Ma come...quel diavolo? - 
La guardò basito non facendo altro che incrementare le risa di Tori. 
- La...tua...faccia... - 
Riuscì a rispondergli con il fiato rimasto mentre si piegava verso il pavimento tenendosi lo stomaco per le risate. 
- Adesso sei in un mare di guai, piccola mia - 
Le disse non riuscendo a nascondere un sorriso, prima di prenderla per la vita e tirarla  come se pesasse come una piuma.  
- Mettimi giù! - 
Urlò tra le risate mentre Ace se la caricava in spalla come un sacco di patate.  
- Così impari a prendermi in giro - 
La canzonò ridendo continuando a tenerla stretta a  ed evitando i suoi calci.  
Voleva godersi questi momenti prima che tutta la situazione precipitasse in un grosso baratro. O almeno era quello che aveva capito da Lei.  
>SBAM! 
 
Il tonfo sordo e pesante di una porta che sbatteva contro la parete li ammutolì, bloccandoli per qualche istante finchè la risata bassa di Zeke non li fece scoppiare nuovamente a ridere. 
Hey Nana! - 
La chiamò avvicinandosi a loro, scompigliandole la fulva chioma giocosamente. 
Zeke...allora? Buone notizie - 
Esclamò con un sorrisone mentre Ace la riportava con i piedi per terra. 
- Stasera io ed Indil faremo una cena romantica! - 
Esultò al settimo cielo. 
- Ma è fantastico! Hai già organizzato tutto? - 
Domandò mentre il guerriero Shandia distoglieva lo sguardo imbarazzato. 
- Ecco...a dire la verità... - 
Si grattò la nuca guardando con occhi dolci Tori.  
- Fammi indovinare. Non è ancora pronto niente e vuoi che ti aiuti, non è vero? - 
Lo guardò sogghignando mentre un leggero sospiro usciva dalle sue labbra rosse.  
Stava iniziando a non vedere l’ora di andare a dormire. 
- Oh grazie mille! Menomale che ci sei tu capitano! - 
I suoi occhi scuri s’illuminarono di gratitudine mentre stringeva in una morsa di muscoli ed ossa il corpo della ragazza.  
- Figurati... - 
Mormorò rassegnata mentre Zeke si allontanava alla velocità della luce. 
Ace le accarezzò i capelli già fin troppo scompigliati. 
- Tranquilla piccola, non starò di certo lì a guardare - 
Le sorrise accarezzandole la guancia. 
- Ti conviene scappare e nasconderti. Non sai di che cosa è capace quello - 
Ridacchiò mentre un dolce tepore le si sprigionava nel petto. Era felice che Ace si fosse proposto per aiutarla.  
- Un motivo in più per non lasciarti da sola - 
Il suo sorriso bianco e convinto le fece scuotere la testa divertita.  
- Va bene, ma vedi di non lamentarti, io ti avevo avvertito -  
Si alzò in punta di piedi lasciando che le sue braccia s’incrociassero dietro al suo collo per poi dargli un delicato bacio a stampo mentre il moro le passava un braccio dietro la vita. 


- Piccioncini, abbiamo una riunione da iniziare - 
La voce annoiata di Marco li fece staccare di malavoglia, irritando la ragazza dalla chioma color del fuoco. 
- La riunione inizierà quando lo deciderò io, ananas - 
Rispose innervosita. Non aveva alcuna voglia di litigare prima di una riunione così importante. 
- E allora muoviti strega, non ho tempo da perdere - 
Commentò arrogante accelerando il passo in modo da allontanarsi prima che Tori potesse rispondere. 
- Stupido ananas - 
Mormorò a bassa voce tirando un calcio ad una mini radiosnail alla quale non fece caso.  
- Lascialo perdere, si diverte a stuzzicarti -  
Cercò di consolarla Ace, non ottenendo però l’effetto sperato. 
- E come mai se la prende solo con me? - 
Si fermò di botto, mettendo le mani sui fianchi e lo guardò inviperita. Non riusciva a sopportare che quel brutto pollo arrosto se la prendesse solo con lei senza alcun motivo preciso. 
È molto semplice. Tu sei l’unica che riesce a tenergli testa -  
Ridacchiò Ace facendole un occhiolino.      
- Dopo l’assemblea faremo i conti -  
Affermò prima di mettere piede nella sala.  


Immediatamente il suo solito comportamento cambiò, lasciando spazio ad una freddezza e serietà che lasciarono sorpresi tutti.  
Calmò il respiro cercando di congelare completamente le emozioni che contrastanti che Ace, Zeke e Marco le avevano provocato.  
Doveva restare lucida e seguire il piano che si era prefissata.  
Per quanto sembrasse istintiva e vivace era sempre stata lei la mente della sua ciurma. Senza aver valutato la situazione lucidamente si sentiva spaesata e non voleva più sentirsi come quando era piccola 
Durante la scorsa notte aveva ripensato molto agli eventi dei giorni passati, riuscendo a stilare una bozza di un piano per evitare che il frutto cadesse in pessime mani. 
Nonostante quello non fosse il vero e proprio piano era abbastanza soddisfatta del lavoro che era riuscita a fare, anche se la cura e la precisione dei dettagli non era riuscita a levarle un senso d’inquietezza.  
Cercò di ignorare quel peso che le bloccava la bocca dello stomaco ghignando leggermente. 
- Direi che ora possiamo iniziare, Marco - 
Mise in risalto il nome del primo comandante, scoccandogli un’occhiata divertita.  
Certo, doveva restare concentrata ma almeno poteva godersi le espressioni infastidite di quello stupido ananas pennuto. 
Si schiarì la voce e prese un grosso respiro, prima di iniziare a parlare con una calma quasi inquietante. 
Non erano abituati, per quel poco che si conoscevano, a vederla sotto questo nuovo aspetto, però non si fecero intimorire, anzi iniziarono a guardarla curiosi, accogliendo quel nuovo atteggiamento. 
- Ho indetto questa riunione per informarvi di alcuni eventi successi negli ultimi giorni e per spiegarvi il motivo per il quale abbiamo cambiato rotta - 
Esordì guardando negli occhi ogni singolo compagno.  
Ora che era stata nominata vicecapitano e lei si era accollata tutta quella responsabilità, si sentiva in dovere di comunicare ogni sua decisione.99 
Il rapporto che aveva con i Pirati dell’Onda era basato sopratutto sulla fiducia reciproca ed intendeva farci crescere anche il rapporto con la ciurma di Barbabianca 
Per ottenere la fiducia di cui aveva bisogno doveva abbassare l’armatura di silenzio che era solita tenere con gli estranei ed iniziare a raccontare loro tutta la verità. 
Dette una rapida occhiata ai fogli sui quali si era preparata un veloce schema per non dimenticare alcun punto, prima di iniziare a raccontare. 
Le parole uscivano limpide e veloci, come un torrente in piena. Cercò di non tralasciare alcun dettaglio, magari qualcuno poteva riuscire a capire qualcosa di quegli eventi misteriosi. 
Mostrò il taccuino donatole da Lei e indicò sulla mappa l’esatta ubicazione dell’isola verso cui erano diretti.  
I suoi compagni pendevano completamente dalle sue labbra, come se fossero ipnotizzati e quando Tori terminò il discorse ci misero qualche momento per assimilare tutto ciò che avevano appena ascoltato.  
Si stravaccò contro il duro schienale della sedia, accendendosi una sigaretta sotto lo sguardo feroce di Angel. Era esausta, tutta quella faccenda l’aveva distrutta, eppure la parte più dura doveva ancora cominciare.  
Fece un tiro chiudendo gli occhi, lasciando che la nicotina le arrivasse al cervello rilassandola.  
- Che cosa c’è scritto in quel taccuino? - 
La voce calda di Satch le fece aprire gli occhi stanchi, sospirò e sfogliò svogliatamente le pagina ingiallite del piccolo quaderno, aprendolo su un disegno di morte e sangue, che fece rabbrividire tutti i presenti. 
- È scritto in nihongo, la lingua del mio paese natale per cui non è un problema tradurlo. Per quello che sono riuscita a tradurre direi che ci sono scritte delle leggende riguardanti la mia famiglia - 
Rispose espirando una debole nuvoletta bianca dalle carnose labbra.  
- Credi che lì dentro ci sia il motivo per cui Eiji è partito, bimba? - 
Aaron le lesse quasi nella mente, lasciandola per qualche attimo in valia dei tormentosi pensieri che negli ultimi tempi la attanagliavano. 
- Forse, al massimo potrei trovare qualche indizio ma nulla di più - 
Ammise sospirando, tutta quella faccenda di Eiji l’aveva prepotentemente scossa e quando si parlava di ciò le sue idee e pensieri si ingarbugliavano come i fili di un gomitolo. 
Spense la sigaretta sul tavolo, mentre si massaggiava una tempia, improvvisamente l’aveva colta un forte mal di testa che sembrava stesse per trapanarle la parte sinistra del cervello.  
Osservò di nuovo tutti i suoi compagni, i pirati dell’Onda e i comandanti di Barbabianca, soffermandosi in particolare sullo sguardo serio e penetrante di Marco. 
Sapeva già che cosa le avrebbe chiesto. 
- Hai già deciso a chi darlo? Il frutto, intendo - 
Un piccolo ghigno soddisfatto le si disegnò sulle labbra, amava prevenire le domande altrui.  
Si permise di prendere un po’ di tempo, giusto solo per aumentare la tensione. Era quella la parte che amava delle riunioni importanti.  
Guardò il pigro movimento delle onde fuori dall’oblò, mordicchiandosi il labbro in modo da sembrare indecisa, anche se la risposta l’aveva bella che pronta da giorni. 
Alla fine, appoggiò i gomiti sul tavolo in modo da poter sollevare la testa con le mani e guardò negli occhi Marco.  
Non trovò alcun briciolo di timore in quel suo sguardo scuro. 
- Certo che si... - 
Un generale sospiro di sollievo ruppe la tensione presente nella stanza ma già qualche attimo dopo i loro occhi luccicavano come quelli dei bambini che aspettano che la madre decida di dargli il permesso di prendere una seconda porzione di dolce.  
Sorrise genuinamente alla loro eccitazione per il nome del nuovo possessore. 
- Ma per il momento non vi dirò nulla. Non voglio che nessuno di voi finisca squartato per uno stupido frutto dal sapore orribile; voi servite tutti interi - 
Gli sorrise allegra mentre un mormorio di dissenso uscì dalle loro bocche. Come poteva lasciarli sulle spine in quel modo?  Come avrebbe potuto dormire sapendo di aver tenuto solo per lei il fulcro di quella riunione?  Forse Ace sapeva, qualche bicchiere d’alcol e chissà, magari avrebbe parlato.  

- Benone, direi che ora è giunto il momento di sciogliere questa riunione estenuante. Ace, avanti, ti ricordi che devi aiutarmi a fare quella cosa? - 
Domandò mettendo enfasi sulle ultime parole e facendo l’occhiolino a Zeke, il quale le rispose con un sorriso a trentadue denti.  
Ace si riscosse dai propri pensieri per poi annuire convinto ed alzarsi. 
- Certo! - 
Le mise un braccio intorno alla vita ed avanzò verso la porta ma quasi perse l’equilibrio quando Tori si fermò di scatto appena ebbe toccato la maniglia di ottone sporco, come se fosse stata incandescente. 
- Un ultima cosa ragazzi. Vorrei solo avvisarvi, da vicecapitano, che chiunque oserà parlare della faccenda del frutto con qualsia persona qua sulla nave sarà severamente ammonito - 
L’occhiata gelida che riservò a tutti e la spensieratezza con la quale pronunciò quella semplice frase fece salire per la schiena dei presenti dei piccoli brividi.  
Le bastò una semplice occhiata per capire che nessuno avrebbe aperto bocca sulla faccenda. 
Si rigirò con in faccia un’espressione compiaciuta.  
Non poteva permettere che si fosse saputo del frutto, se fosse capitato in mani sbagliate allora sarebbe stata davvero la fine.  
L’aveva intuito l’altra notte, quando quell’ombra malvagia era calata su di lei.  
Doveva cercare di capire chi fosse prima che fosse troppo tardi.  
Procedette spedita per il lungo corridoio e scese lungo la scaletta che collegava la Moby con la Tsunami assorta in quei pensieri.  
Barbabianca la stava mettendo alla prova affidandole un titolo così importante e di certo lei non avrebbe fallito, costasse quel che costasse.  
- Piccola, tutto bene? - 
La voce calda di Ace la riscosse dai castelli mentali che si stava creando, facendola sussultare leggermente. Lo guardò leggermente stordita prima di comprendere appieno la domanda e sorridergli. 
- Si, stavo solo riflettendo - 
Rispose tornando ad avere la solita aria gioiosa e piena di vita che non aveva nulla a che vedere con la freddezza del suo comportamento durante la riunione. 
- Allora, dov’è che dobbiamo organizzare questa cenetta? - 
Chiese Ace, sorridendole di rimando. 
Tori ci pensò un po’ prima di dargli una risposta. 
- Là! - 
Indicò con l’indice l’albero di ciliegio che si stagliava sopra le loro teste. 
- Muoviamoci, Zeke ci raggiungerà più tardi, prima deve sbrigare delle cose - 
Commentò vaga facendo ampi gesti con le mani prima di salire le scalette per raggiungere Sakura.  
Si permise qualche attimo di pausa per accarezzare la corteccia ruvida e calda dalla quale poteva sentire tutta l’energia vitale di Sakura.  
Hei Saku, hai visto Indil? Sono così felice per lei! -  
Parlò all’albero mentre ricacciava indietro le lacrime. Il dolore di averla persa le lanciò un’acuta fitta al cuore.  
Su Ace, diamoci una mossa! - 
 
Indil era rinchiusa nella sua camera ormai da diverse ore.  
Non era mai stata così agitata prima d’ora, neanche le cene importanti al castello le avevano mai chiesto una così lunga preparazione.  
Fece qualche passo avanti ed indietro cercando di darsi un contegno.  
Prese un grosso respiro e si ricontrollò il trucco.  
Neanche una singola sbavatura. 
Quando Zeke bussò alla porta il suo cuore incominciò a battere all’impazzata, mentre un leggero ronzio le rimbombava nelle orecchie. 

Esitò qualche attimo davanti allo specchio provando qualche sorriso.  
Quella sera aveva deciso di indossare un semplicissimo vestito bordeaux con un leggero scollo a cuore e la gonna a ruota. Un caldo cardigan nero le copriva le spalle, nonostante la tempesta della mattina si fosse ridotta ad un docile venticello. 
- Arrivo! - 
Rispose prima d’incamminarsi su dei vertiginosi tacchi neri. Quando aprì la porta trovò il caloroso sorriso di Zeke a rassicurarla. 
Sentì come se il suo stomaco fosse andato sotto vuoto. 
- Wow, sei...sei davvero stupenda - 
Mormorò il guerriero Shandia con gli occhi che gli luccicavano per l’emozione. 
- Allora? Andiamo? - 
Domandò Indil non vedendo l’ora di poter stare un po’ da sola con il suo uomo.  
Si aggrappò al suo braccio muscoloso coperto dal sottile lino bianco della camicia. Per la seconda volta aveva deciso di abbandonare i suoi costumi da guerriero ed aveva ceduto agli abiti eleganti della gente del mondo di sotto.  
La portò fino al tavolo che avevano allestito Tori ed Ace.  
Quella nana si era davvero superata questa volta. 
Il tavolo di ciliegio chiaro era coperto da una semplice ma elegante tovaglia di lino bianca, con ricamati a mano dei bellissimi boccioli.  
Tori poi era anche venuta l’idea geniale di appendere ai rami di Sakura delle sfere di vetro contenenti delle candele, la cui luce rifletteva il colore dei petali di ciliegio, illuminando di un pallido rosa il tavolo 
Quella debole luce creava un’atmosfera dolce e rassicurante.  
Indil di fermò per un momento estasiata da quel fiabesco angolino sotto la protezione del ciliegio. 
Mangiare anche solo vicino a Sakura le trasmetteva un calore che le riscaldò il petto.  
Si sedette ed accettò il vino rosso che le stava proponendo Zeke. 
Buttò giù qualche sorso sorridendogli.  
- È davvero bellissimo! - 
Esclamò indicando con le mani l’area intorno a lei.  
- Vero? E pensa che l’ha organizzato tutto Tori! - 
Rispose con un moto d’orgoglio verso la sua nana. 
- L’ha aiuta Ace? - 
Domandò dando una rapida occhiata alla luce riflessa dai petali.  
- Ovviamente, senza di lui ormai quella non si muove più! Sembrano quasi gemelli siamesi! - 
Scoppiò in una fragorosa risata contagiando anche Indil 
- La vedo diversa, sai. Ha una nuova luce negli occhi, sembra quasi che il peso che porta sempre addosso si sia alleggerito - 
Osservò sistemandosi dietro le orecchi i capelli che aveva deciso di lasciare sciolti. 
- È vero, sembra quasi felice...Ma ora basta parlare di Tori, quella nana riesce a monopolizzare il discorso anche quando non è presente - 
Borbottò alzando gli occhi al cielo mentre la risata genuina di Indil gli accelerava il battito cardiaco. 
 
 
- Non è vero che io monopolizzo i discori! - 
Sbottò Tori offesa mentre incrociava le braccia al petto e si girava di schiena.  
Ace non riuscì a trattenere le risa mentre le baciava la fronte. 
- Effettivamente non ha proprio tutti i torti - 
Le disse cercando di smettere, invano, di ridere. 
- Dai Ace, non ti ci mettere pure tu! Ah, menomale che ci sei tu che mi capisci, non è vero Shiro? - 
Accarezzò la testa squamosa del drago cercando di evitare il contatto fisico che Ace stava reclamando, fingendosi ancora offesa. 
- Dai piccola stavo scherzando! - 
Esclamò abbracciandola da dietro e le baciò una guancia, pizzicandola con la barba che spuntava dalla sua pelle liscia. 
- Va bene, va bene, ti perdono - 
Disse tra le risa che le provocava quel contatto. 
- Ragazzi, scusate se interrompo il vostro momento romantico ma credo che tu debba venire a vedere bimba - 
Aaron apparve all’improvviso alle loro spalle facendoli sussultare; non lo avevano sentito arrivare. 
- Certo Aar -  
Tori si alzò in piedi, raggiungendolo sopra il ponte della Moby, seguita da Ace. 
- Guarda bimba, siamo quasi arrivati - 
Indicò con l’indice una misera strisciolina di terra nera all’orizzonte, che s’intravedeva grazie all’iridescente riflesso della luna sulla scura superficie del mare.  
- Grazie mille, Aaron -  
Il suo sguardo divenne di nuovo serio, proprio come quella mattina in assemblea.  
Shiro le strusciò la testa contro la gamba richiedendo attenzioni ma la sua padrona era troppo assorta a contemplare quel buio panorama. 
- Andiamo a riposarci piccola, domani sarà una lunga giornata - 
Ace le massaggiò appena le spalle, dandole un bacio sul collo.  
- Hai ragione -  
S’incamminarono lentamente verso la Tsunami non riuscendo a distogliere gli occhi dalla loro imminente meta.  
Dipendeva solo da loro il futuro del mondo.  
 
 
Angolo dell’autrice 
Konnichiwa minna! Come vi sta andando la vita?  
Ok, avete tutte le ragioni per uccidermi ma dovete capire che quest’anno è stato davvero duro in più io mio computer ha deciso di abbandonarci.  
Alla fine dopo mesi di rincorse per riprendermi l’ispirazione che aveva deciso di seguire il computer sono riuscita a finire il capitolo. 
*s’inchina tra gli applausi mentre viene illuminata da una luce divina* 
Tendo a precisare che ho scritto tutto quanto dal telefono per cui se notate errori che mi sono sfuggiti vi prego di comunicarmelo, thanks. 
Benone, prima di monopolizzare troppo questo angolino vi chiedo di lasciare qualche recensione, giusto per non far andare la mia ispirazione in vacanza, eh. 
Alla prossima guys! 
 
P.S. Per farmi perdonare per l’estremo ritardo vi sto preparando una sorpresina :3 

   
 
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