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Autore: credo_nei_sogni    13/07/2017    1 recensioni
Perché Harry aveva capito cosa fosse accaduto non appena era entrata nella stanza col volto rigato di lacrime. Aveva capito tutto non appena la ragazza gli aveva buttato le braccia al collo e aveva pianto appoggiandosi sul suo petto, come faceva da bambina.
E per un attimo, al Salvatore del mondo magico, parve possibile cancellare gli ultimi mesi. Ma una voce sempre più insistente gli ricordava che per nessun motivo avrebbe riportato indietro il tempo. Nonostante tutto, non avrebbe voluto mai altro. Se non lei.
[...]
Hermione respirava a fatica, mentre tutti i suoni scomparivano e venivano sostituiti dal martellare incessante del suo cuore. Draco era lì, diverso dal giovane ragazzo che aveva conosciuto. Anni prima aveva sognato quella scena, in cui lei lo avrebbe stretto forte. Ma in quel momento, non poteva fare altro che starsene in silenzio, ad osservarlo. I suoi occhi di ghiaccio sembravano lanciare fulmini, tanta la rabbia che provava dentro. E la donna fu quasi presa dai sensi di colpa, prima di scuotere la testa e ritrovare la compostezza. Lei non doveva più nulla a Draco Malfoy. L'uomo che le aveva spezzato il cuore. L'uomo che odiava più di tutti.
Genere: Drammatico, Erotico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash, Crack Pairing | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Potter, Hermione Granger, Scorpius Malfoy, Un po' tutti | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Da Epilogo alternativo, Più contesti
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SALVE A TUTTI!
Non voglio dilungarmi troppo q
uindi ringrazio Guido per la sua recensione e tutti coloro che hanno aggiunto la storia alle seguite e preferite. Spero il capitolo vi piaccia, buona lettura.

The beginning

Hermione Jean Granger si gettò sul divano, esausta dopo una giornata di lavoro.
Lo sguardo le cadde sull'orologio appeso alla parete adiacente, mentre si tirava su per scalciare via le fastidiose scarpe col tacco che era costretta ad indossare.
Rose e i ragazzi sarebbero dovuti essere già arrivati ad Hogwarts, e sperò che la figlia avrebbe pensato di mandarle un gufo il prima possibile.
Era sempre stata una madre apprensiva e il carattere ribelle della sua bambina la rendeva più ansiosa di quanto già non fosse, sebbene la ragazza avesse quasi 17 anni.
Un battito di ciglia e il volto sorridente di Ginny le comparve davanti, facendole mettere una mano sul cuore per lo spavento.
 << So che casa tua possa sembrarti estremamente vuota al momento, ma questo non ti autorizza ad entrare in questo modo in casa >> la rimproverò scherzosamente, facendola accomodare accanto a lei.
<< Non so se sono più felice o dispiaciuta in questo momento...>> fece la giovane Weasley.
Anche i gemelli erano partiti e, sebbene una parte di lei ne fosse completamente sollevata, non riusciva a credere di essere rimasta sola.
Aveva sempre concepito la sua famiglia come un modello: l'amore dei suoi genitori rafforzato anno dopo anno, una casa sempre piena di luce e gioia.
E sin da quando aveva 11 anni aveva sempre creduto che insieme ad Harry avrebbe costruito lo stesso. Eppure, dopo quasi quindici anni, il loro grande amore era distrutto. 
Erano infatti passati due anni da quando avevano deciso di separarsi, andando contro tutto ciò che avevano sempre desiderato.
Hermione le passò delicatamente una mano sulla schiena, come a darle conforto.
Sapeva bene cosa si provasse ad essere da sola al mondo, senza una presenza fissa accanto a sé. Anche lei, mentre sua figlia si trovava ad Hogwarts, si sentiva  abbandonata e riusciva a trovare conforto solo nel suo lavoro.
<< Perché non ricominci a lavorare? So che al San Mungo cercano un'infermiera >> le propose.
La rossa annuì, prima che il camino fosse illuminato da una luce color smeraldo che avvisò le due di un imminente arrivo.
Esse ebbero a malapena il tempo di sistemarsi che Ron Weasley fece la sua comparsa, accompagnato da Dean Thomas.
<< Ron, Dean... Come mai qui? >> chiese Hermione, avvicinandosi per salutare entrambi.
<< Ti chiediamo scusa per il disturbo Hermione... Ci sono delle novità dal Ministero e abbiamo pensato che avresti voluto apprenderle da noi prima di domani >> rispose il moro, cercando di nascondere il suo imbarazzo.
Del resto, da Auror qual era, era stato addestrato per affrontare indicibili minacce, non la reazione di Hermione Jean Granger.
<< Qualcosa di grave? >> si intromise Ginny con fare preoccupato.
Era senz'altro strano che Kingsley mandasse due Auror ad avvisare la sua amica di semplici questioni burocratiche.
<< No... È solo che... >>
<< Draco Malfoy è tornato >> concluse Ron, cercando di cogliere anche il più piccolo movimento della sua migliore amica.
Anche gli occhi di Dean e Ginny slittarono verso la donna, in un mix di preoccupazione e comprensione.
Dal canto suo, la vista di Hermione sembrava essersi improvvisamente offuscata.
Non aveva notizie di Draco Malfoy da oltre sedici anni, e sperava di non averne mai.
Con che coraggio era tornato? Dopo quello che la sua famiglia aveva fatto? Dopo quello che lui aveva fatto?
<< Capisco, quante probabilità ci sono che io possa incontrarlo? >> chiese prontamente, cercando di reprimere tutte le emozioni.
Non doveva rivederla, né tantomeno scoprire di Rose.
<< Relativamente poche, è in cerca di lavoro quindi potrebbe girovagare nei pressi del Ministero, ma nessuno è intenzionato ad assumerlo. >> fece il giovane Weasley, tentando di rincuorarla.
Hermione era stato il grande amore della sua adolescenza e l'istinto di protezione nei suoi confronti gli faceva bramare di raggiungere quel furetto platinato e cruciarlo fino allo sfinimento.
Un silenzio pesante cadde nella stanza.
Un silenzio carico di sottintesi, di pensieri proibiti e ricordi passati.
<< Ora dobbiamo tornare a lavoro...Hermione, Ginny... stasera siete entrambe attese a cena >> disse Ron salutando le donne e prendendo Dean per un braccio al fine di smaterializzarsi.

La Sala Grande non era mai stata meno attenta alle parole della McGranitt come in quell'istante.
Bisbigli maligni e pettegolezzi curiosi volteggiavano nell'aria, intrecciandosi sul nome di uno dei nuovi arrivati ad Hogwarts.
Anche che Albus Severus Potter, figlio del Salvatore del Mondo Magico, fosse stato smistato nella casa di Salazar Serpeverde era passato in secondo piano.
Dal canto suo, Scorpius Malfoy cercava di fingere che quegli sguardi carichi d'odio non lo mettessero in soggezione.
Tu sei un Malfoy, nel bene e nel male. Non vergognartene mai, perché ciò che sei dipenderà solo dalle tue scelte, non dal giudizio degli altri.
Queste erano le parole che si ripeteva come un mantra. Le parole che Draco Malfoy gli aveva rivolto stringendolo forte a sé prima che salisse sul treno. Quelle che, durante il viaggio, aveva deliberatamente ignorato per paura di non essere accettato. Poco lontano vide la ragazza che era stata tanto gentile con lui, guardarlo esattamente come tutti gli altri. In un mix di incredulità e sgomento, sebbene intravedesse anche altre emozioni che non riusciva ad identificare.
<< Ciao >> lo salutò con fare nervoso Albus, notandolo in difficoltà.
<< Hey, contento dello smistamento? >>  chiese Scorpius.
<< Diciamo che credevo sarei finito a Grifondoro, ma... almeno non dovrò reggere confronti con James per i prossimi anni >>
Entrambi si rivolsero un sorriso malandrino, mettendo inizio a quella che sarebbe stata sicuramente una grande amicizia.

<< Stai bene? >> sussurrò Andrew, mentre stringeva la ragazza tra le braccia cercando di non dare troppo nell'occhio.
<< Lui... lui è mio... >>.
Quella parola non riusciva a lasciare le sue labbra carnose. Scorpius Malfoy era suo fratello, o almeno in parte. Quei lineamenti così spigolosi, quel ciuffo del suo stesso biondo platino, sapeva bene perché gli sembrassero familiari. Era la copia esatta di Draco nella foto che conservava in un vecchio libro di Incantesimi, la foto che aveva cercato per dare un volto a quel misterioso padre di cui tanto aveva sentito parlare.
Tutti avevano preso a mangiare in tranquillità, sebbene ancora qualche sguardo curioso corresse sul tavolo dei Serpeverde per soffermarsi sul duo Potter-Malfoy.
Solo Teddy Lupin, dal lato opposto della Sala, continuava a guardare verso il nuovo insegnante di Difesa Contro le Arti Oscure.
Anche l'identità dell'uomo era fonte di grandi commenti entusiasti da parte di quasi tutti gli alunni, ad eccezione dei fratelli Potter.
Se Lily e Albus parevano soltanto imbarazzati dalla novità, James aveva invece l'aria di essere sul punto di esplodere.
Come aveva potuto suo padre nascondergli che sarebbe diventato un suo insegnante?
Mentre addentava le prelibatezze che la McGranitt aveva finalmente fatto apparire ai tavoli non riusciva a fare altro che pensare alla vita al Castello con la presenza di un suo genitore.
Lo sguardo cadde su Alice, intenta a spiegare qualcosa a Dominique gesticolando animatamente. Come faceva lei a convivere col fatto che Neville Paciock fosse l'insegnante di Erbologia e il direttore di Grifondoro?

Intanto, in un piccolo villaggio magico chiamato Denton's Hill, Draco Malfoy stava passeggiando, diretto alla dimora di un vecchio amico.
Un leggero venticello gli scompigliava i capelli, e qualche foglia ingiallitasi prima del tempo vagava per la via solitaria.
Lo sguardo dell'uomo incontrò il possente cancello in ferro battuto del grande parco e subito una miriade di ricordi gli invasero la mente.

<< Astoria non dovremmo essere qui, i tuoi ci ammazzeranno >> stava sbuffando Draco, nascondendo la paura sotto il suo solito tono apatico.
<< Siamo sopravvissuti ad una guerra Malfoy, credo dovremmo goderci ogni istante >> lo rimbeccò la ragazza con fare saccente.
Erano arrivati accanto all'immenso lago che per anni aveva ospitato le follie ed i momenti di normalità di Draco, Blaise, Pansy e tutti i loro amici. L'estate stava finendo, ma ciò nonostante il sole sempre più alto nel cielo illuminava il paesaggio, facendo sembrare un semplice parco un bosco incantato pieno di luce.
<< Quindi non hai nemmeno un po' paura che i tuoi scoprano che sei con me? >> la provocò lui, tirandola per la vita verso di sé.
La loro relazione andava avanti da poco più di un'anno e, sebbene si nascondessero dal mondo intero, Draco non avrebbe potuto sentirsi più felice.
C'era voluto così tanto tempo prima che il suo cuore assopito trovasse la forza di amare ancora, ma sapeva che ci era riuscito. Non gliel'aveva mai detto, ma amava Astoria Greengrass.
<< Non potranno restare per sempre arrabbiati, no? >> rise lei, carezzandogli delicatamente il segno nero sul braccio.
Draco Malfoy aveva smesso di essere nelle grazie dei Greengrass dopo aver rifiutato di sposare Daphne a sole due settimane dal matrimonio. Sapeva che la sua migliore amica amasse un altro e così, per non compromettere lei, era stato lui a mandare tutto all'aria.
Del resto, non gli importava cosa pensassero di lui. Aveva accettato di sposarsi per volere di suo padre, ma non avrebbe sacrificato mai la felicità di qualcuno che lo aveva aiutato così tanto.
Erano trascorsi quattro anni eppure ancora la famiglia di Astoria non riusciva ad evitare di guardarlo con astio, cosa che divertiva non poco i due amanti.
<< Suppongo tu abbia ragione, soprattutto poiché dovranno abituarsi alla mia presenza sempre più costante >>.
Per un po' il silenzio li avvolse, mentre se ne stavano ai piedi di un grosso abete a stringersi forte l'uno tra le braccia dell'altra.
<< Grazie >> sussurrò d'un tratto Astoria, voltando leggermente la testa per guardarlo negli occhi.
<< Per cosa? >> chiese lui curioso.
<< Per avermi reso parte di ciò che sei. Per avermi aperto il tuo cuore dopo... Hermione Granger >> 
Si bloccò, spaventata dalla possibile reazione di Draco. Mai avevano toccato l'argomento Hermione, lui perché troppo doloroso, lei per non essere invadente.
<< Sei una delle poche persone a conoscere la mia verità Astoria, perché ti affiderei la mia vita. E ti giuro che ora non vorrei stringere nessun altra tra le braccia, se non te >> fece lui, provocando un sorriso alla sua ragazza che non esitò a baciare.
<< Ti amo, Draco Malfoy >>
<< Ti amo, Astoria Greengrass e voglio che diventi mia moglie. >>


Perso nei suoi pensieri, il biondo non si accorse della piccola casetta che gli si era parata davanti.
Il suo orgoglio e la sua coscienza gli urlavano di fare retromarcia, ma se c'era una cose a cui Draco tenesse più che a sé stesso, era la sua famiglia.
E per essa, non esitò un secondo di più a suonare quel campanello.
Pochi istanti dopo la porta si spalancò e gli occhi verdi di Blaise Zabini si spalancarono per lo stupore.
   
 
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