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Autore: Juken    14/07/2017    4 recensioni
"Naruto aveva imparato ad adorare il sorriso di Hinata, simile ad un fiore. Quando lo intravedeva si sentiva felice. Per lui, era un tipo di felicità che non aveva mai provato prima.[...] L'euforia di quelle ore pomeridiane era simile alla soffice sensazione di avere la testa leggera, una pura gioia che non aveva mai conosciuto fino a quel momento. Non era come il senso di realizzazione che provava dopo aver portato a termine una missione, come quando chiacchierava con i suoi più cari amici o come l’istante in cui finalmente gustava il ramen di Ichiraku. Era un tipo speciale di felicità."
[NaruHina centric + tutte le altre coppie canon; non tiene conto di una parte del cap.699 e di tutto quello che avviene dopo]
Non fatevi confondere dall'introduzione, questa fanfic è piena di baggianate.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Sono una persona orribile che non sa mantenere le promesse DDD: ma non riuscirete a liberarvi di me!

Ringraziamenti + note dettagliate e sensate all fine del capitolo <: 

 

 

 

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UN NARUTO È PER SEMPRE

 

 

dork in love

 

 

 

 

 

          5. Naruto che litiga col muro si rompe la testa

 



 

 

 

L’ufficio del sesto Hokage era completamente diverso da quello del suo predecessore e questo non solo perché l’intero edificio era stato ricostruito dopo l’attacco di Pain.
L’ufficio di Kakashi era ampio, pulito e luminoso, ma soprattutto era ordinato e silenzioso.  
Uno scaffale alto occupava tutta la parete destra della stanza e ospitava libri e registri che prima costituivano l’arredo principale del pavimento dell’ufficio di Tsunade. I documenti sparsi ovunque, che un tempo Shizune si premurava sempre di riordinare, facevano bella mostra di sé in una pila dritta sulla scrivania ed erano affiancati da una piccola piramide di rotoli di pergamena sistemati in ordine di importanza.
Naruto sapeva che gran parte di quell’organizzazione era dovuta a Shikamaru e agli altri assistenti, come sapeva che il terzo cassetto della scrivania che prima nascondeva sempre qualche bottiglia di sakè di riserva, ora invece nascondeva la collezione completa della serie Icha Icha del suo ex sensei. 
Kakashi Hatake era il sesto Hokage da quasi due anni ormai ma, anche se alcune cose non sarebbero mai cambiate, Naruto non poteva fare ancora a meno di pensare a quanto fosse strano entrare lì e non trovare il solito disordine, qualcuno che sostituisse uno qualsiasi dei pezzi del mobilio su cui si abbattevano i pugni di Tsunade Baa-chan o sentire le sue urla spazientite rimbombare nel Palazzo dell’Hokage.
Kakashi invece sembrava gestire quel suo ruolo con una calma irreale.
Non l’aveva mai sentito alzare la voce, né una delle tante volte che era entrato senza permesso nel suo ufficio per il semplice gusto di impicciarsi, né ogni volta che si riferiva a lui senza il giusto onorifico.
Fino a quella mattina non gli era mai importato, ma adesso il suo modo di fare iniziava a dargli davvero sui nervi.
Quando Naruto era entrato – senza neanche bussare, il Rokudaime aveva posato su di lui i suoi occhi annoiati solo per un nanosecondo.
“Shikamaru mi aveva avvertito che c’era una piccola possibilità che saresti venuto per fare domande” aveva semplicemente detto con un tono piatto, di chi sta solo constatando i fatti e non ha per niente voglia di continuare la conversazione. Infatti aveva subito riportato la sua attenzione sul resoconto di una missione che stava leggendo e da lì non aveva più spostato lo sguardo.
Naruto aveva incrociato le braccia al petto e gli aveva scoccato un’occhiata risentita.
Una piccola possibilità?! Era ovvio che sarebbe risalito alla fonte dei suoi problemi.
La sera prima un maledettissimo Anbu aveva mandato in frantumi il suo momento perfetto con Hinata.
Era apparso in una nuvoletta di fumo fra di loro e con voce incolore aveva avvisato la signorina Hyuga di essere attesa dall’Hokage per una missione.
Era sparito subito dopo, seguito da Hinata che era corsa via con un sorriso di scuse.
All’alba, spiandola da lontano imbronciato, l’aveva vista partire insieme a Kiba e a Shino, ma senza sapere dove fossero diretti o tantomeno per quanto tempo sarebbero stati via.
Nonostante la voglia matta di strangolare l’Anbu a mani nude, non aveva sprecato il suo tempo a rincorrerlo.  Sapeva che sarebbe stato inutile. I membri della Squadra Speciale seguono semplicemente gli ordini dell’Hokage.
Era, infatti, tutta colpa del Sesto!
Non ci aveva pensato su due volte e si era precipitato dal diretto responsabile della disfatta del suo appuntamento. Il suo vecchio maestro avrebbe potuto rimediare rivelandogli almeno qualche dettaglio della missione che aveva assegnato al Team 8.
«Allora si può sapere dove li hai mandati?»
Ma Kakashi era di tutt’altra opinione.
«No»
La sua risposta secca non ammetteva repliche. Tuttavia Naruto continuò a subissarlo di domande, come se quel no fosse stato un invito ad insistere.
«Per quanto tempo-»
«No» il sesto sbadigliò, continuando a leggere quel dannatissimo rapporto.
Perché faceva tanto il difficile? Naruto sarebbe stato il futuro Hokage! Poteva gestire qualche informazione riservata e di certo non si sarebbe messo a spifferarle in giro. Servivano a lui e basta!
«Per curiosità, che tipo di missione-»
«No»
Iniziava già a ribollire di rabbia. Kakashi si comportava come se non fosse colpa sua e lo stava completamente ignorando.
E Naruto odiava essere ignorato.
«Almeno il livello!» insistette ancora.
«No»
Non si arrese a quel tono apatico e distaccato così fastidioso.
«Ci sono missioni per me nella stessa zona?»
L’Hatake finalmente alzò di nuovo gli occhi dai suoi documenti e prese un respiro profondo.
«Naruto, non so a che gioco stai giocando e di certo non mi interessa qualunque sia la tua nuova ossessione. Ma è dall’Accademia che sai benissimo che solo chi fa parte del team a cui è assegnata la missione – in particolare se è una missione top secret -  può avere tutte le informazioni a riguardo. Perciò se vuoi continuare così tutto il giorno accomodati pure, ma io non ti riferirò un bel niente» detto ciò ritornò al suo report.
Di sicuro stava solo facendo finta di leggere, pensò il biondo al massimo dell’irritazione.
Per chi l’aveva preso? Lui non era un pivello qualsiasi.
«Ma io sono Uzumaki Naruto, -ttebayo!» affermò fiero, come se soltanto il suo nome bastasse a giustificare l’infrazione di una delle regole basilari delle missioni.
Essere l’Eroe già non significava più niente? Pensò ironicamente. Aveva salvato il mondo degli shinobi, compreso il culo di Kakashi. Era questo il modo in cui lo ringraziava? E poi qual era il problema? Non gli doveva mica rivelare i segreti del Villaggio! Si trattava di piccoli, insignificanti dettagli su cui non c’era per niente bisogno di fare tutto quel mistero.
Il Rokudaime sembrò pensarci per un attimo, distogliendo per l’ennesima volta l’attenzione dal rapporto per osservare la vita attiva della Foglia al di là della finestra che occupava tutta la parete alle spalle della sua scrivania.
«Hai perfettamente ragione! In questo caso potrei fare un’eccezione»
Kakashi si voltò verso Naruto che si rianimò subito, abbandonando per un attimo il suo muso lungo.
«Veramente?» chiese con gli occhi pieni di speranza. Un sorriso già spuntava sulle sue labbra.
«No».

 

Naruto si lasciò alle spalle la faccia impassibile di Kakashi e uscì sbattendo la porta dell’ufficio con il fumo che gli usciva dalle orecchie.
Ma lui di certo non era il tipo di persona che lasciava perdere così facilmente. Si diresse, infatti, subito al piano inferiore dove di sicuro avrebbe trovato Shikamaru.
Entrò nella sala riservata agli assistenti dell’Hokage a passo di marcia, ma del Genio della Foglia non c’era neanche l’ombra. Gli altri che stavano lavorando lì gli riferirono che Shikamaru stava sì lavorando da qualche parte nel Palazzo, ma nessuno di loro seppe indicargli con precisione dove. Setacciò tutto il piano, fino a quando sentì proprio la voce dell’amico provenire da una stanza a lui sconosciuta. Si appiattì alla porta cercando di origliare, ma tutto quello che riuscì a cogliere fu un brusio.
Di sicuro non era solo lì dentro.
Riuscì a distinguere una voce femminile ed ebbe subito un’illuminazione: Temari!
Ricordò solo allora che Ino gli aveva accennato che una certa Kunoichi sarebbe arrivata da Suna proprio in quei giorni.
Quindi in quella stanza c’era Shikamaru e c’era Temari, la ragazza quasi segreta del suo amico. Anche un’idiota come lui avrebbe capito immediatamente cosa stava succedendo lì dentro: di sicuro non stavano semplicemente chiacchierando o giocando a shogi. Quei due non perdevano di certo tempo nei pochi momenti in cui stavano insieme!
Un sorrisino malizioso nacque subito sulle labbra di Naruto.
Lui era uno dei pochi – insieme ad Ino e Choji - a sapere di quella relazione che Shikamaru si era premurato così tanto di tenere nascosta. Naruto li aveva colti una volta in flagrante e loro gli avevano intimato di tenere la bocca cucita, ancora tutt’ora però non ne capiva il motivo. Forse non erano sicuri del loro impegno? O magari quella relazione a distanza li stava mettendo alla prova più del previsto e non si sentivano pronti a sbandierarla ai quattro venti? Pensò che al posto loro, lui sarebbe stato pronto ad urlare a gran voce il suo amore per Hinata dalla montagna degli Hokage.
Naruto se ne stava ancora con l’orecchio incollato alla porta, cercando di distinguere qualche parola ma senza successo.
Perciò, che fare?
Non aveva per niente voglia di interrompere il loro sanissimo sesso né di vedere un altro dei suoi amici nudo, ma ripensando ad Hinata si era deciso. Avrebbe escogitato dopo un modo per farsi perdonare. Inoltre, l’Hokage in persona gli aveva rivelato che il Nara sapeva che “sarebbe arrivato per fare domande”.
Quindi, senza altre esitazioni, Naruto si coprì gli occhi con una mano e con la sua solita eleganza degna di un elefante, spalancò la porta con l’altra.
«Heeey!»
Il brusio che aveva sentito fino a quel momento si placò e nella stanza calò uno stranissimo silenzio tombale. Si sarebbe aspettato qualche urlo di sorpresa o di frustrazione, una scarpa in faccia, qualche imprecazione ma non quel silenzio.
L’impulso di spiare era forte ma, ancora memore dell’ultima volta che aveva aperto una porta che invece doveva essere chiusa a chiave, non si azzardò a spostare la mano dagli occhi.
«Ho interrotto per caso un incontro intimo?» insinuò maliziosamente sperando in una qualsiasi risposta.
Quello che sentì, invece, fu un sospiro pesante e la voce di Shikamaru per niente arrabbiata o sorpresa.
«Naruto… che ci fai qui?»  suonava piuttosto… stanca?
Nessuno gli stava urlando contro e nessuno gli aveva ancora lanciato niente. Aveva sbagliato i suoi calcoli? 
A quel punto la curiosità ebbe la meglio e aprì gli occhi. Scoprì che sì, la sua immaginazione era andata troppo lontano e che loro non erano nemmeno soli in quella stanza.
Attorno ad un enorme tavolo ovale che occupava gran parte dello spazio c’erano da una parte, Temari in piedi vicino al suo ventaglio che lo fissava con un sopracciglio alzato, dall’altra Shikamaru seduto di fronte a svariati rotoli di pergamena che invece lo guardava scocciato. Alla parete alla sua sinistra, invece, se ne stava appoggiato Kankuro con un mezzo sorriso dietro i segni viola che aveva dipinti in viso.
«Questo è un incontro formale!» gli chiarì Shikamaru.
Formale? Naruto assottigliò gli occhi cercando di capire cosa volesse dire. Non era di certo un meeting dell’Alleanza degli Shinobi. Lì c’erano solo Shikamaru, Temari e… Kankuro.
«Ah! Ok, ci sono. Incontro con il futuro cognato! Stiamo finalmente rendendo le cose ufficiali, eh?»
Era felicissimo per loro! Almeno così non avrebbe più dovuto mantenere nessun segreto.
«C’è anche Gaara qui in giro?» chiese poi speranzoso.
Ancora una volta, però, ottenne la reazione opposta a quella che sia aspettava.
Shikamaru chiuse gli occhi e iniziò a massaggiarsi le tempie come in preda al più atroce dei mal di testa e Temari fece un passo in avanti verso di lui allarmata.
«NO, non c’è. Noi siamo qui in veste di rappresentanti di Suna!» sottolineò lei spalancando gli occhi, cercando di suggerirgli di troncare al volo qualsiasi altra allusione alla sua vita privata.
Ma era già troppo tardi.
«Cosa?! Cognati?»
Kankuro si staccò dal muro e si avvicinò alla sorella e a Shikamaru. Li studiò accigliato per un tempo che parve infinito, facendo scorrere gli occhi prima su uno e poi sull’altra.
«Ah!»
Con sommo orrore da parte di Temari, era riuscito ad elaborare le parole di Naruto che, percependo le occhiate di fuoco della kunoichi bionda, era pronto a scappare in qualsiasi momento.
Era giunto di nuovo alla conclusione sbagliata?
Shikamaru, intanto, mise da parte le pergamene e si alzò con un’espressione così seria in volto da farlo sembrare improvvisamente molto più maturo dei suoi diciannove anni. Agirò il tavolo pronto a spiegare la situazione, ma Kankuro lo precedette sorprendendo tutti nella stanza.
«E così sei tu il tizio che mia sorella si scopa!»
Così dicendo diede una pacca dall’aria parecchio dolorosa sulla spalla del Nara, tanto energica da farlo sobbalzare in avanti.
Nel momento in cui Shikamaru si raddrizzò e lo fulminò con lo sguardo, Naruto capì di averla combinata grossa. L’idea di darsela a gambe era ancora perfettamente valida.
«Kankuro, ti prego non iniziare…» Temari aveva alzato gli occhi al cielo, poco tollerante al linguaggio del fratello fuori dai panni del braccio destro del Kazekage.
«Tranquilla Tem! Per la cronaca, sapevo che ti scopavi qualcuno, ma non avevo ancora capito chi con precisione. Non so perché ero convinto fosse una ragazza o un ragazzo del Paese della Terra» Kankuro sembrò pensarci su, poi continuò appoggiando un braccio sulle spalle di Shikamaru «In ogni caso, la riunione era quasi finita, perciò adesso posso anche scambiare una bella chiacchierata con il mio futuro cognato» sorrise in direzione di Shikamaru che si irrigidì.
Naruto colse la palla al balzo per intervenire. E lui che credeva di doversi preparare a sfuggire all’ira dell’amico e al ventaglio della sua ragazza!
«Bene! A quanto pare ti ho fatto proprio un bel favore Shikamaru! Meglio così, no? Adesso che Kankuro è qui, potete approfittarne per conoscervi meglio, già sembrate andare d’amore e d’accordo! Ora che ne dici di fare tu un favore a me?» chiese con semplicità e con un sorriso a trentadue denti.
Mentre Kankuro se la rideva sotto i baffi, gli altri due lo fissarono increduli a bocca aperta.
«Lo so che non puoi dirmi niente sulle missioni. Ma ti chiedo solo qualche dettaglio su quella del team 8!»
Al solo nominare quel team, però, l’atmosfera nella stanza sembrò irrigidirsi ancora di più. Kankuro smise di sghignazzare tra sé e sé e sia lui che Temari lo guardarono serissimi.
Cosa aveva detto di strano? Forse anche loro prendevano seriamente la faccenda della regola non-impicciarsi-nelle-missioni-degli-altri?
Cercò di non badarci e si concentrò su Shikamaru. Era lui che era a conoscenza delle informazioni che gli servivano.
«Voglio solo sapere se è una missione pericolosa o per quanto tempo Hinata sarà via. Shikamaru tu puoi capirmi! Sai esattamente quanto manca ogni volta al tuo prossimo incontro con Temari, che sia al villaggio o quando vi incontrate di nascosto dopo le riunioni nel Paese del Ferro con t… AHIA!»
Temari interruppe lo sproloquio di Naruto con un colpo ben assestato del suo ventaglio sul suo piede.
«Ok, ok. Poi però chiudi quella tua boccaccia e te ne vai?» Shikamaru intervenne, prima che Kankuro potesse anche solo aprire bocca.
Il biondo annuì con una piccola lacrima agli angoli degli occhi. Avrebbe di sicuro zoppicato per i prossimi tre giorni! Non gli sfuggirono però gli strani sguardi che quei tre continuavano a lanciarsi. Non gliene importava un fico secco delle regole sulla segretezza, quello che voleva era semplicemente quelle stramaledettissime informazioni. Dopodiché si sarebbe messo il cuore in pace e non avrebbe infastidito nessun altro. Fino ad allora non avrebbe lasciato il Palazzo dell’Hokage senza sapere almeno per quanto tempo avrebbe dovuto aspettare il ritorno di Hinata. Era chiedere troppo?
«È una missione di scorta. Il rientro è previsto entro un massimo di trenta giorni» gli riferì alla fine Shikamaru.
Ecco! Benissimo! Naruto aveva ottenuto le risposte che voleva, non era stato così difficile in fondo.
Eppure non percepì né calma né tranquillità e il suo cuore non era per niente in pace.
Cercò di assimilare quelle notizie che avrebbero dovuto rincuorarlo ma che invece gli fecero solo strabuzzare gli occhi.
«TRENTA GIORNI?! Chi deve scortare? E dove lo deve scortare? Sulla luna?!» urlò.
Altre mille domande spuntarono una dietro l'altra nella sua testa su quella missione senza il minimo senso.
Da quando una scorta durava così tanto?
E soprattutto perché era stato impiegato uno dei migliori Team specializzati nel seguire le tracce e negli inseguimenti?
Stavano iniziando ad assegnare le missioni a casaccio?
Sfortunatamente per Naruto, dovette tenersi tutte le sue perplessità per sé e rassegnarsi, convincendosi ancora più di prima che fosse tutta colpa di Kakashi.
Shikamaru non gli diede nessun’altra spiegazione e lo spintonò fuori da quella che scoprì essere alla fine un’ordinaria sala riunioni.



*



«SEI IMPAZZITO PER CASO?!»
Non appena Naruto aveva lasciato il Palazzo dell’Hokage, Temari aveva iniziato ad inveire contro Shikamaru.
Perfino Kankuro che si era allontanato lentamente dalla mira del suo ventaglio, non osò fiatare.
«Hai forse dimenticato il significato della parola Top Secret? O la riunione col Rokudaime di questa mattina?» le sue domande giungevano a raffica come tante pericolose saette.
«Mendokusē, lasciami parlare!» esclamò Shikamaru, riuscendo finalmente ad interrompere per un secondo la sfuriata della kunoichi.
Lei gli riservò una delle sue migliori occhiatacce e gli puntò l’indice contro il petto.
«Spero che tu abbia una spiegazione degna di questo nome»
Shikamaru sbuffò. Certo che aveva una spiegazione!
«Coinvolgendo il team 8, avevo calcolato la possibilità che Naruto venisse a ficcanasare. E questo era proprio quello che stavo per dirvi prima che lui ci interrompesse poco fa. A quanto pare, è innamorato di uno dei membri del team, Hinata Hyuga e prima o poi sarebbe venuto qui per chiedere della sua missione. Solo non pensavo così presto! Inoltre è così testardo che non se ne sarebbe mai andato senza una qualsiasi informazione. Per questo motivo la scelta migliore è stata raccontargli una mezza verità piuttosto che una completa bugia o continuare a negargli qualche risposta. Anche il Rokudaime è stato d’accordo con me. Ora sarà troppo concentrato a lamentarsi della durata della missione anziché capire cosa c’è veramente sotto. E se anche dovesse iniziare a farsi domande, sapere che è una semplice scorta lo porterà comunque alla conclusione sbagliata. Fidatevi di me, è stato meglio così. La segretezza della missione non è minacciata da Naruto!»
Le parole di Shikamaru placarono gli animi e i due che lo avevano ascoltato attenti, si rilassarono un poco.
Kankuro fu il primo a spezzare la tensione che si era creata nella stanza.
«Bene! ora che Shikamaru si è spiegato e quindi ci ha aggiornato sull’ultimo punto da discutere della giornata, dichiaro la riunione conclusa» vedendoli annuire, proseguì «perciò possiamo fare la chiacchierata a cui avevo accennato prima!»
Shikamaru che già stava tirando un sospiro di sollievo, si irrigidì di nuovo.
«NON È COME PENSI!» accanto a lui, Temari aveva ripreso a sbraitare sulla difensiva.
Kankuro non si scompose minimamente e studiò la sorella «Te lo scopi?» chiese con disinvoltura, come se stesse chiedendo semplicemente che ore fossero.
Temari aprì la bocca per parlare ma ne uscì solo un verso incomprensibile. Non erano molte le volte in cui il fratello la sorprendeva senza una risposta pronta e sferzante, perciò lei si limitò ad irrigidire la mascella furiosa.
«Appunto, è come penso io!» disse Kankuro allegramente e continuò quella sua specie di interrogatorio «vi vedete solo per scopare?»
Questa volta sia Temari che Shikamaru si affrettarono a negare la sua supposizione.
«Bene! Allora è esattamente come penso io!» dichiarò vittorioso.
Temari arrossì, perdendo un po’della tenacia che l’aveva animata e si morse un labbro a disagio.
«Naruto parla a vanvera, hai completamente frainteso! Non ci sono cognati e non c’è bisogno di parlare proprio di niente!»
Kankuro ignorò le sue parole e con un sorriso sadico spostò gli occhi su Shikamaru che se ne stava con le labbra increspate a guardare di sottecchi la ragazza al suo fianco.
«Non vedo l’ora di dirlo a Gaara!» il suo sorriso si allargò ancora di più.
«Gaara lo sa già»
La testa di Kankuro scattò così velocemente in direzione di Temari, da sembrare una delle sue marionette.
«EH?! Perché sono sempre l’ultimo a sapere le cose?!»
«Perché non sono affari che ti riguardano!» lo rimbeccò lei.
«Ma a Gaara l’hai detto!»
Shikamaru sfiorò il braccio di Temari, nel vano tentativo di evitare che iniziasse una nuova sfuriata ma lei scrollò subito di dosso la sua mano, infastidita.
Anche se quella conversazione riguardava anche lui, sapeva benissimo che intromettersi nel battibecco tra i due fratelli sarebbe stato solo controproducente.
Da una parte Temari cercava inutilmente di spiegare che non aveva detto proprio un bel niente a Gaara e che tutti coloro che erano a conoscenza della sua relazione col Nara lo sapevano perché lo avevano intuito o perché li avevano scoperti – come Naruto.
Dall’altra Kankuro, palesemente contrariato, la accusava di inventarsi scuse.
«Mi stai raccontando solo un mucchio di stronzate!»
Appunto.
Ad un tratto, mentre Shikamaru cercava di pensare il più velocemente possibile ad un modo per intervenire senza far scoppiare un incidente diplomatico e al contempo di non far imbestialire ancora di più Temari, si vide puntare ad un palmo dal naso l’indice minaccioso di Kankuro.
«E TU!» lo shinobi deglutì sentendosi chiamato in causa «che te ne stai qui impalato senza dire neanche una parola, se anche solo pensi di trattarla male ti eviro con le mie marionette!»
«KANKURO!» Temari sembrava proprio sul punto di scaraventare il fratello fuori dalla finestra più vicina.
«L’ho solo avvisato!» il tono di Kankuro era quasi ritornato placido, ma Shikamaru ebbe la netta impressione che nascondesse una nota letale davvero inquietante.
«E ora, dato che è già tardi, vado ad aggiornare l’Unione degli Shinobi e poi a ringraziare Naruto!»
Shikamaru non ebbe neanche il tempo di formulare una frase intelligente che se ne era già andato stizzito lasciandolo solo con Temari.
«Non pensavo che Kankuro fosse così iperprotettivo! Non mi ucciderà, vero?» chiese scherzando, cercando cautamente di capire quanto fosse infuriata la sua ragazza.
Lei lasciò andare un respiro pesante, fissando ancora la porta dietro la quale Kankuro era sparito.
«Lascialo perdere, è solo arrabbiato per averlo scoperto per ultimo. Al massimo ti avvelenerà il tè per ripicca» la rabbia si era dissipata insieme all’uscita di Kankuro, infatti Temari si voltò verso Shikamaru con un mezzo sorriso.
«Ehi! Sei tu che hai voluto mantenere tutta questa segretezza! Perché dovrebbe vendicarsi su di me?» il Nara adesso sembrava sinceramente preoccupato.
«Perché tu sei il ragazzo del Paese del Fuoco che ha messo gli occhi sulla sua dolce e indifesa sorella!» era decisamente divertente vedere la faccia di Shikamaru sotto shock, tanto che Temari dovette mordersi una guancia per non scoppiare a ridergli in faccia.
«d- dolce e indifesa? Avete per caso un’altra sorella di cui non ero a conoscenza?»
Scoppiarono in una risata liberatoria che alleggerì un po’ l’animo di entrambi dopo tutta la tensione accumulata in quelle poche ore.
Shikamaru si lasciò cadere esausto su una sedia chiudendo gli occhi e massaggiandosi di nuovo le tempie.
Non era ancora giunta l’ora di pranzo, eppure sembrava un’eternità da quando avevano iniziato di buon’ora la prima riunione con il Sesto quella mattina. Aveva solo voglia di rinfilarsi nel letto e dormire per almeno dodici ore.
Temari intanto aveva lasciato il suo ventaglio in un angolo e prese posto sul tavolo vicino a lui accavallando le gambe.
«Ne Shikamaru… dì la verità, sei ancora preoccupato, non è così? Intendo non per Kankuro ovviamente… ma riguardo la missione del team 8»
Lo shinobi annuì aprendo di nuovo gli occhi in quelli verdi di Temari. Non avrebbe mai potuto nascondere niente al suo sguardo sempre così diretto e attento.
«Naruto è imprevedibile e testardo, tenerlo a bada è un lavoro a tempo pieno. È una seccatura, una mina vagante in un piano altrimenti perfetto»
«Non credo che sia così perspicace, vedrai che non capirà niente»
«Non è un tipo da sottovalutare, lo sai, soprattutto quando si mette qualcosa in testa!» Shikamaru lasciò andare un sospiro pesante, aveva già abbastanza grattacapi senza che si intromettesse un Naruto innamorato.
«Se ritornerà qui, troverai un nuovo modo per distrarlo» lo rincuorò Temari «e poi cos’è questa storia della cotta per la Hyuga?» chiese inclinando la testa curiosa.
«Hinata ha una cotta per lui da sempre e Naruto non lo ha mai capito. Da un po’ di tempo, però, credo che si sia reso conto di ricambiarla. Qualche mese fa, prima degli esami dei Chunin, il Sesto ha assegnato a me e Naruto una missione diplomatica al Villaggio della Nuvola, niente di particolarmente difficile… solo una gran noia. Durante il viaggio di ritorno ci siamo fermati in una locanda per riposare durante la notte che aveva un’unica e orribile stanza libera. Naruto si è addormentato dopo non so più neanche quanti bicchieri di sakè e a me non ha fatto chiudere occhio per tutta la notte. Continuava a grugnire il nome di Hinata nel sonno e altre cose incomprensibili. Il giorno dopo, quando gliel’ho fatto presente, ha incolpato me di essermi ubriacato mentre lui invece aveva fatto un sonno sereno e senza sogni!» Shikamaru ancora inorridiva al ricordo di tutte quelle preziose ore di sonno perse a causa di quell’idiota.
«E tu ancora credi che lui capisca cosa c’è dietro la missione del team 8? Se impiegherò lo stesso tempo che ci ha messo per accorgersi di Hinata non c’è proprio nulla di cui preoccuparsi!»
Temari di certo non sottovalutava Naruto, ma a differenza di Shikamaru era molto più fiduciosa nella riuscita del piano che avevano ideato per quella missione top-secret.
«Spero solo che Naruto abboccherà come l’ultima volta» sussurrò Shikamaru sovrappensiero.
Temari alzò un sopracciglio in una muta domanda, ancora più curiosa.
«Di solito è facile capire ciò che pensa ed è ancora più facile riuscire a catturare la sua attenzione su una frase o un dettaglio, che sia esso vero o meno. L’ultima volta che abbiamo parlato ha iniziato col chiedermi della confessione di Hinata ed era chiaro come il sole che stesse cercando di fare ordine nella sua testa e capire se farsi avanti o meno. Così gli ho dato una piccola spintarella suggerendogli che dopo tanti anni passati a rincorrerlo, magari i sentimenti di lei non erano proprio gli stessi. Lui sicuramente si è allarmato e si è affrettato a chiederle di uscire. Il risultato? L’anbu che il Sesto ha mandato ieri per convocare Hinata mi ha detto di averla interrotta in quello che sembrava essere proprio un appuntamento» le spiegò Shikamaru con un sorriso soddisfatto.
«E qual è la mezza verità in questo caso?»
«Beh… è vero che lei ha sempre avuto una cotta per lui, ma sinceramente non ho la minima idea di come stiano le cose in questo momento. Anche se… a detta di Ino, che non fa altro che spettegolare» le orecchie di Shikamaru si colorarono impercettibilmente di rosso ricordando il sorrisetto di Ino che aveva capito subito cosa lui provava per Temari e che non aveva perso neanche un secondo prima di spiattellarlo a Choji «lei è ancora cotta di Naruto»
«Allora abboccherà di sicuro» disse Temari sistemandosi una ciocca bionda che era sfuggita da uno dei suoi codini.
Di fronte a lei, Shikamaru era chiaramente sfinito e sicuramente non vedeva l’ora di tornare a casa. Fece per scendere dal tavolo sul quale si era seduta ma una mano grande e ferma si posò su una sua gamba lasciata nuda dalla gonna viola che la copriva solo fino al ginocchio.
«Aspetta! Non credere che mi sia dimenticato di quello che hai detto prima!»
Temari fece finta di niente ma alzò lo stesso gli occhi al cielo capendo dove il suo ragazzo volesse andare a parare.
«Naruto parla a vanvera, hai completamente frainteso, non c’è bisogno di parlare proprio di niente… hai detto così, no? Dovrei sentirmi offeso?»
«lo sai cosa intendevo dire» sbuffò lei.
Shikamaru le si avvicinò, raddrizzandosi sulla sedia.
«Vuoi continuare con questa stupida segretezza? Sono stato d’accordo con te all’inizio, volevi nasconderlo ai tuoi fratelli, siamo entrambi ambasciatori del nostro Villaggio, abbiamo controllato insieme gli Esami Chunin, poteva essere compromettente. Ma adesso lo sanno praticamente tutti ed è solo stupido continuare questa farsa… a meno che tu non voglia che resti così: una scopata quando ci incontriamo-»
Uno schiaffo interruppe le sue parole. Lo sguardo di Temari si era indurito e la sua mano era volata dritta sulla guancia destra di Shikamaru.
«Come osi dire una cosa del genere?» Temari cercò di liberarsi dalla presa del Nara, ma Shikamaru si alzò di scatto e la intrappolò tra il suo corpo e il tavolo.
«Temari, io faccio sul serio!» le disse, ignorando il bruciore che sentiva sulla guancia. Un po’ se l’era meritato, ma la reazione che lei aveva avuto con Kankuro l’aveva ferito più del previsto. Se pensava poi a cosa gli ronzava in testa di chiederle in quei giorni, si sentiva anche peggio.
«Sei un deficiente! È ovvio che anche io faccio sul serio e che non dobbiamo più continuare a mantenere il segreto! Io… lo sai, no? Lo sai che io, insomma, che io ti amo» la voce di Temari si era affievolita fino a diventare un sussurro, ma il mezzo sorriso di Shikamaru le fece capire che aveva sentito benissimo. Le si avvicinò così tanto che sembrava impossibile che i loro nasi non si sfiorassero.
«Bene, perché ti amo anch'io» 
Shikamaru annullò le distanze e la baciò, del tutto dimentico della voglia di dormire. Le sue mani si spostarono dal tavolo ai fianchi sinuosi di Temari che prese subito a massaggiare. Chissà se quello poteva davvero diventare un incontro intimo, come aveva predetto Naruto.
Temari abbandonò le labbra del Nara per risalire, lasciando una scia umida sula guancia arrossata, fino al suo orecchio.
«Se pensi che adesso, che abbiamo deciso di non tenere più la nostra relazione nascosta, gireremo per strada mano nella mano sussurrando frasi sdolcinate come degli idioti, ti sbagli di grosso! E so già a cosa stai pensando, ma anche tu sei una colossale seccatura» gli sussurrò divertita.
Shikamaru rise anche se la lingua di Temari, che aveva ripreso il suo percorso sulla sua mandibola, lo distraeva non poco e come sempre gli faceva dimenticare qualsiasi cosa avesse intenzione di dire.

 

*


Era passata quasi una settimana dall’ultima volta che Naruto aveva messo piede al Palazzo dell’Hokage. Se ne era stato tranquillo e paziente, resistendo all'irrefrenabile voglia di irrompere nell'ufficio di Kakashi almeno due volte al giorno.
In realtà, aveva incontrato per caso Temari proprio il pomeriggio precedente, ma solo l'aprire bocca e menzionare di nuovo la missione del team 8 gli aveva fatto guadagnare un nuovo colpo di ventaglio in testa.
Tutto quello che gli restava da fare era aspettare altre tre interminabili settimane.
Al momento, però, sembrava l’impresa più difficile del mondo.
Il tempo trascorreva al rallentatore e tutto quello che riusciva a pensare era che era stato soltanto ad un soffio dal dichiararsi ad Hinata.
Kurama - stranamente divertito da tutta quella situazione - non mancava mai di ricordargli che non era poi la fine del mondo, Hinata aspettava da anni! Ma non faceva altro che farlo arrabbiare ancora di più.
Ripensava continuamente al suo discorso, smontando e ricostruendo le frasi nella sua testa.
Quella notte aveva finalmente capito cosa dirle e ancora ora aveva sulla punta della lingua tutte le parole pronte ma lei non era lì ad ascoltarle.1  
A peggiorare la situazione, c’era poi la mancanza di missioni.
Ciondolare in giro per il Villaggio senza far nulla non era per niente d’aiuto, anzi contribuiva solo a renderlo nervoso e irascibile con chiunque incontrasse.
Tra le strade di Konoha, guardava con un cipiglio irritato le coppiette felici, il volto di Kakashi impresso nella montagna degli Hokage che sembrava quasi sbeffeggiarlo ogni volta che lo incrociava e perfino i raggi di sole che riuscivano ad infiltrarsi tra le nuvole e non c’era niente in quei giorni monotoni a tirarlo su di morale.
Quella notte però, mentre se ne stava a casa disteso a guardar male anche il soffitto, la monotonia e il silenzio furono infranti  dal boato di due piccole esplosioni ravvicinate.
Prima ancora di poter pensare lucidamente, Naruto si era già precipitato fuori, verso la fonte del caos improvviso che aveva spezzato la pace del Villaggio della Foglia.

 

 

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NdA - Note dettagliate e sensate (più o meno).

 

nope nope nope

Well, well well... bentornati lettori che stavate aspettando questo capitolo ( e che avevate quasi perso le speranze?) e benvenuti lettori incappati in questa storia per la prima volta. 
Devo ammettere di essere un pelino spaventata! E' passato così tanto tempo dall'ultimo cap che avevo quasi creduto di non avere più ispirazione per questa storia. Ho fissato le pagine di word per un'eternità, fino a quando non ho capito che i 3 capitoli successivi al quarto proprio non mi piacevano e ho cancellato la bellezza di quasi trentamila parole! Mi sono presa un po' di tempo per riscriverli completamente ed eccomi qui di nuovo! Per il momento non credo proprio di abbandonare questa storia perchè ha quasi un potere terapeutico su di me ( anche se a volte vorrei solo lanciare il mio PC fuori dalla finestra!)
Bon, passiamo al capitolo: C'è un sacco di ShikaTema (la mia seconda Otp di Naruto *inserire qui occhi a cuoricino*) e uno dei miei Headcanon preferiti è sempre stato quello della loro relazione segreta - non so perché-  quindi mi sono detta perché non inserirlo in questa follia? E si, lo so che avevo annunciato la SasuSaku ma è stata solo spostata solo di un cap. Come sempre fatemi sapere cosa ne pensate, ho sempre paura di rendere i personaggi troppo OOC.  
Un'altro headcanon è Kankuro che dice parolacce <: anche questo senza alcun motivo, lo immagino così!
Dovrei mettere qualche avvertenza sul linguaggio, oltre tutti i miei avvisi scemi?

1. Questo pezzetto ispirato ad una frase della canzone "About a girl" di The Academy is.


 Per concludere, devo un gigantesco grazie a tutti voi bellissimi lettori, a voi recensori e anche a chi ha letto e ha pensato "Cos'è questa cosa senza  senso?".
Dopo tantissimo tempo ho dato un'occhiatina a chi legge\segue questa fic e... siete tantissimi! Avete superato ogni mia più fervida immaginazione! Sapere che questo delirio venga apprezzato non può far altro che rendermi felice, sopratutto tutti voi che vi prendete del tempo per scrivermi la vostra opinione!
Perciò anche se volete scrivermi " Cosa diavolo hai scritto? E' tutto sbagliato!" fatelo! Se avete consigli fatevi avanti e se notate degli errori , come sempre, ditemelo così posso correggerli, ve ne sarò eternamente grata! xD

 - Juken

   
 
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