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Autore: hogvwartss    14/07/2017    1 recensioni
"Per qualche secondo, prima che l'altro se ne rendesse conto, Scorpius si fermò a guardare Albus. Ormai lo aveva capito, anzi probabilmente l'aveva sempre saputo: Scorpius Malfoy era innamorato di Albus Potter."
Albus Potter e Scorpius Malfoy, entrambi Serpeverde, sono al loro ultimo anno ad Hogwarts e finalmente Scorpius decide di rivelare il suo più grande segreto al suo migliore amico.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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La mattina del 10 settembre, la madre entrò nella sua camera molto presto, il sole si stava ancora alzando in cielo. Con un bacio sulla fronte, il ragazzo aprì gli occhi ancora impastati e sorrise alla madre. Finalmente era arrivato il grande giorno, finalmente avrebbe iniziato a lavorare – o quasi – al Ministero. Non era sempre stato il suo sogno: per i primi anni tutto ciò che avrebbe voluto fare era il giornalista per la Gazzetta del Profeta, ma tutti – suo padre compreso – gli avevano suggerito di cambiare direzione. Alla fine, anche Scorpius stesso, aveva perso interesse per quella professione e si era iniziato ad informare sui lavori disponibili al Ministero e sicuramente quello nel Dipartimento degli Incidenti Magici e Catastrofi lo intrigava di più.
Sulla scrivania, ancora la sera prima, la madre aveva piegato ciò che sarebbe stato il suo nuovo abbigliamento: niente più divisa di Serpeverde ma una camicia bianca con giacca e pantaloni blu. Da vero adulto. Da vero uomo. Scese le scale, Scorpius trovò la madre che mangiava la sua colazione da sola. Il padre era già partito per il Ministero, probabilmente.

“Ciao tesoro,” incominciò lei vedendolo avvicinarsi alla tavola. “sei nervoso?”

Scorpius annuì leggermente e si sedette a tavola con la madre, la quale gli aveva preparato la colazione. Lei continuava a sorridergli, in modo quasi strano. “Tutto okay, mamma?”

“Sono solo molto felice per te. Vederti così cresciuto e.. ora andrai al lavoro per la prima volta. E' tutto molto emozionante.” si asciugò una lacrima dalla punta degli occhi. “Forza, mangia. Avrai bisogno di energie.”

 

Come promesso, Scorpius incrociò più volte Rose Weasley per i corridoi del Ministero e entrambi si scambiavano saluti. Finchè un giorno lei lo fermò per strada – anche se lui era di fretta – per chiedergli di incontrarsi alla fine del turno. Non sembrava particolarmente spumeggiante come lo è di solito, anzi, era abbastanza preoccupata e abbattuta. Per tutta la giornata, Scorpius cercò di prestare attenzione a Matthew, il suo capo, ma senza riuscirci. Troppi dubbi si erano infiltrati nella sua mente dopo l'incontro fuggente con Rose.

“Non ti ho visto molto attento oggi..” disse Matthew alla fine del turno. “E' successo qualcosa?”

Scorpius era nell'ufficio dei tirocinanti – anche se lui era l'unico al momento – e stava riordinando le sue cose e prendendo la ventiquattrore per uscire e incontrare Rose. “Mhn.. diciamo di sì. Mi dispiace.”

“Non devi dispiacerti, a tutti capitano delle giornate no. Una volta mi ero talmente invaghito di un ragazzo che lavorava nel Dipartimento Misteri che lo seguivo ovunque..” Scorpius smise di ascoltarlo. Aveva detto ragazzo? Era stato innamorato di un ragazzo? Quando finì di parlare Scorpius annuì e se ne uscì dalla stanza senza spiccicare parola. Uscì velocemente dal Ministero e fuori incontrò Rose, appoggiata al muro dell'edificio di fronte, un qualcosa in bocca e lo sguardo nel vuoto. Appena lo vide, però, buttò a terra l'oggetto che aveva tenuto in bocca e lo schiacciò con il piede.

“Non dire a nessuno che stavo fumando, per favore.” disse lei mentre si avvicinava a Scorpius il quale annuì, non sapendo a chi mai avrebbe potuto dirlo. “Sono felice che tu sia venuto, dobbiamo parlare. Sono successe molte cose e devi esserne al corrente.”

“Mi stai spaventando, Rose.”

“Albus lo ha detto ai suoi” disse velocemente lei. “Ha detto a loro di te, che vuoi trasformarlo e quelle cavolate che si sta inventando per non ammettere che gli piacciono anche gli uomini.”

Scorpius deglutì e si guardò intorno. Inizialmente sperava che Albus avesse detto ai suoi genitori la verità, ossia che lui è bisessuale, invece no. Albus Potter continuava a rovinagli la vita anche se non si parlavano e vedevano più.

“Lo diranno ai miei genitori?”

Rose si mise a ridere. “Non penso proprio. Harry e tuo padre non si parlano neanche e ce lo vedo Harry a fare la spia.” lo rassicurò lei con una pacca sulla spalla. “E in ogni caso loro l'hanno presa bene e si sono un po' arrabbiati.”

“Per quale motivo?”

“Credono che Albus abbia sbagliato a tagliarti fuori dalla sua vita per un sciocchezza del genere.” Scorpius tornò a guardare Rose che gli stava sorridendo e anche lui sorrise. Magari i suoi genitori avessero reagito in quel modo.

“Grazie per avermelo detto, Rose. Sei stata molto gentile.”

“Non è finita.”

“In che senso?”

“Harry vuole obbligare Albus a scusarsi con te. Di persona.” Rose si voltò e solo in quel momento Scorpius vide due persone avvicinarsi lentamente. Non aveva mai notato quando padre e figlio si somigliassero: stessi capelli neri e scuri, stessi occhi verdi. Harry Potter differiva – ovviamente – per la cicatrice e gli stessi occhiali rotondi che portava da sempre. Inoltre sorrideva, mentre Albus era imbronciato. In sette anni, Scorpius non aveva mai incontrato Harry Potter a causa del suo lavoro come Auror che gli portava via moltissimo tempo.

Appena furono abbastanza vicini, Harry allungò la mano verso Scorpius con un sorriso. Ovviamente il ragazzo la strinse a sua volta. Tutto era strano però. Harry Potter e Draco Malfoy erano nemici giurati. Scorpius si era immaginato che Harry avrebbe odiato lui tanto quanto odiava il padre.

“E' un piacere conoscerti finalmente.” disse Harry dopo aver lasciato la mano di Scorpius. “Sono qui con Albus perchè lui deve dirti qualcosa.”

Il padre di Albus sembrava in procinto di prendere il figlio a schiaffi. Sembrava anche molto deluso dal comportamento del figlio e probabilmente stava solo cercando di fare il buon padre, facendo capire al figlio cosa era giusto e cosa era sbagliato. Harry spostò lo sguardo verso Albus che teneva gli occhi fissi al pavimento.

“Mi dispiace per come ti ho trattato durante l'ultimo anno.” disse Albus. Era palese che quella frase l'aveva ripetuta mille volte e non veniva dal cuore. “Spero tu possa accettare le mie scuse e che possiamo tornare a essere amici.”

Harry osservò la reazione di Scorpius che era rimasto impassibile. Cosa avrebbe dovuto rispondere? Doveva accettare? Sia Rose che Harry stavano aspettando con impazienza una sua risposta, ma come poteva essere sincero quando le stesse scuse di Albus non lo erano?

“Accetto le tue scuse.” disse con riluttanza. Sul viso di Harry si formò un piccolo sorriso, anche se probabilmente anche lui sapeva che nelle scuse di Albus c'era poco di vero.

“Grazie, Scorpius.” disse ancora Albus avvicinandosi e allungando la mano. Scorpius gliela strinse, cercando di sorridere anche se Albus non lo stava nemmeno guardando. Quando stava per lasciare la mano di Albus, Scorpius sentì qualcosa tra le loro mani – un pezzo di pergamena? – e così quando lasciò la mano, Scorpius chiuse la sua a pugno.

 

Non aveva osato aprire il piccolo pezzo di pergamena che gli aveva dato Albus finchè non fosse stato a casa sua nella sua camera. Si sedette sul letto, ancora con il cappotto addosso, e aprì il piccolo frammento in cui c'era scritto:

 

Vediamoci ad Green Park, Londra alle 11.30

 

Scorpius scoppiò a ridere. Perchè adesso Albus voleva che si vedessero? E oltrettutto a Londra e così di tarda serata? Era sicuro che fosse uno scherzo, ma in cuor suo, sentiva il bisogno di andarci.
Così, alle 11.20 Scorpius si smaterializzò fino a Green Park. Era esattamente come se lo ricordava dalla gita che aveva fatto con i suoi genitori anni prima. Lui aveva preferito questo parco, rispetto al famoso Hyde Park e Albus lo sapeva benissimo. Più volte gli aveva proposto di andarci ma Albus aveva sempre rifiutato per motivi non ben chiari. Il parco ora, a differenza dell'ultima volta in cui c'era stato, era vuoto. L'erba e i rami degli alberi si muovevano a causa della leggera aria di fine ottobre.

“Sei in anticipo.” disse una voce alle sue spalle che lui riconobbe come quella di Albus.

“Sono sempre in anticipo.” ribattè Scorpius prima di girarsi e scoprire che Albus non era solo: con lui c'erano altri quattro persone, tutti uomini e di una stazza decisamente superiore alla sua, con grandi braccia e alti quasi due metri. Lo stavano fissando con un sorriso malvagio in volto. Albus si avvicinò leggermente, facendo segno agli altri di rimanere indietro.

“Tutto okay, Malfoy? Ti sei già pisciato addosso come una vera e propria checca?” chiese Albus mentre si faceva sempre più vicino. Scorpius, previdente, aveva una mano nella tasca della giacca dove teneva la sua bacchetta. In un secondo, la bacchetta di Scorpius era fuori.

Immobilus!” urlò mentre Albus si immobilizzava, rigido come se fosse ghiacciato. Uno dei suoi amici si mosse più vicino e con un incantesimo lo liberò. Albus ora era furibondo e lo guardava con occhi pieni di rabbia. Tirò fuori anche lui la sua bacchetta.

Expelliarmus!” urlò Albus, ma ancora prima che lanciasse il suo incantesimo, Scorpius aveva detto “Protego Maxima!” e così l'incantesimo dell'altro era stato inutile. Albus era ancora più arrabbiato e si avvicinò velocemente verso Scorpius che aveva abbassato la bacchetta.

“Credi di saperne più di me, Malfoy? Credi di essere migliore di me? Non sei niente, sei solo merda sull'erba.” urlò Albus tenendo la propria bacchetta sotto il mento di Scorpius. I loro visi erano vicinissimi, poteva anche sentire l'odore dell'altro.

“Non mi credo migliore di te, Albus. Adesso, però, stai sbagliando. Lo vedono tutti tranne te.” sussurrò Scorpius.

“Vedere cosa?”

“Che stai solo reprimendo ciò che sei e quando finalmente capirai che non sei malato o che io ti ho convertito, forse riuscirai a essere felice.”

“Io sono felice!” urlò di nuovo Albus mentre premeva ancora di più la bacchetta su Scorpius. Quest'ultimo però era certo che Albus non gli avrebbe fatto nulla – o almeno lo sperava –. Non era però così certo dei suoi nuovi amici i quali sembravano tanto bravi con le mani, quanto con la bacchetta.

“Ti sembra felicità questa?”

Albus allentò la pressione e guardò dritto negli occhi azzurri di Scorpius. Qualcosa stava cambiando? Forse finalmente l'avrebbe lasciato stare? Albus gli sorrise. Successivamente si girò e si smaterializzò, mentre i suoi scagnozzi correvano verso di lui.

 

Scorpius si svegliò il giorno seguente al San Mungo, l'ospedale magico. Vicino al suo letto c'era la madre, piangente, e il padre, che lo osservava con disapprovazione. Quando entrambi si accorsero che era sveglio, si avvicinarono e la madre iniziò a baciarlo più che potesse.

“Cosa è successo? Perchè sono qui?” chiese il ragazzo guardandosi attorno.

“Tesoro, ti hanno trovato dei Babbani stamattina presto. Per fortuna tra di loro c'era un Magonò che ti ha riconosciuto come il figlio di Draco Malfoy e ti ha portato fino a qui..” spiegò la madre tra un singhiozzo di lacrime e un'altro. “La dottoressa Morgan ha detto che, dalle tue ferite, hai combattuto contro altri maghi, probabilmente più forti di te.”

“Questo si vede..” disse il padre senza nemmeno guardarlo in faccia. Scorpius percepiva la disapprovazione fin dalla sua voce, non c'era nemmeno bisogno di guardarlo in faccia.

“Per fortuna, però sei vivo.” sussurrò la madre. “Chi è stato tesoro, lo ricordi? E perchè eri a Londra?”

Scorpius scosse la testa. Non voleva parlarne ed era felice che non avesse ricordi della sera precedente. Non voleva ricordare. Certo, era stato uno stupido. Era ovvio che Albus non avesse cambiato la sua opinione. Scorpius era ingenuo a credere che qualcosa sarebbe cambiato, che lui sarebbe cambiato.

“Mamma?” sussurrò Scorpius. Era il momento. Doveva buttare fuori tutto quanto.

“Sì?” ribattè lei accarezzandogli i capelli biondi.

Scorpius chiuse gli occhi, sperando che dopo quelle parole non avrebbe più dovuto aprirli. “Sono gay.”

Passò qualche secondo prima che Scorpius aprì gli occhi. La prima cosa che vide su una mano che si stava materializzando davanti ai suoi occhi. La mano del padre, che, in men che non si dica, gli aveva dato uno schiaffo sul viso. La madre urlò, mentre Scorpius sentì dei passi uscire dalla stanza, probabilmente del padre.

“Stai bene, tesoro?” chiese la madre preoccupata, chiamando a gran voce qualcuno che potesse aiutarli. Era in preda al panico.

“Mamma hai capito?” chiese lui prendendole una mano e con l'altra accarezzandole il viso. “Sono gay, mi piacciono gli uomini.”

“Lo sapevo già tesoro.” disse lei, cercando di calmarsi. “Aspettavo solo che fossi tu a dirmelo.”

Scorpius sorrise e, senza rendersene conto, si riaddormentò.

  
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