«James,
ti prego, dimmi che stai scherzando.»
Sirius
Black scioccato non era una cosa che si vedeva
tutti i giorni, e Remus lo fissò con la mascella contratta.
Se
anche Sirius, che aveva un senso dell’humor molto
vivace, pensava che suo fratello avesse fatto una follia, allora erano
messi
proprio male.
Rimasero
per qualche secondo immobili sul divano,
inermi davanti ad un James Potter che sembrava aver perso del tutto il
lume
della ragione, mentre sua moglie Lily guardava assente la scena con un
bicchiere di Wisky Incendiario in mano.
Aveva
perso un figlio, sua figlia era in pericolo e
suo marito era impazzito.
Per
quanto avesse un carattere forte non ce l’avrebbe
mai fatta a cavarsela da sola in quella situazione.
«Ragazzi
é identico a me! Quanti altri ragazzi
conoscete che vi somiglino tanto senza essere imparentati con
voi?!»
James
Potter era fermo nelle sue convinzioni, e quando
si metteva in testa qualcosa era difficile fargli cambiare idea,
perché
difficilmente era nel torto.
Sirius
e Remus si scambiarono un’occhiata,
preoccupati, senza idee sul come riuscire a gestire quella situazione.
Fu
Lily Evans Potter a riuscirci, dimostrando di
essere ancora in grado di badare alla sua famiglia, nonostante tutto.
Si
alzò con un cipiglio battagliero e si avvicinò al
marito.
Per
qualche secondo i due coniugi si fissarono senza
dire niente, poi Lily stupí tutti schiaffeggiando
l’amore della sua vita con
talmente tanta forza da farlo barcollare.
I
tre malandrini la guardarono stupiti.
«Sto
tramando la pozione del riconoscimento del DNA.
Il 24 novembre, il giorno della prima prova, la faremo bere al ragazzo
cosí tu
avrai le tue risposte. Ma, adesso, devi ritornare in te,
perché nostra figlia é
in pericolo e io non posso affrontare tutto questo da sola.»
Senza
aspettare una risposta la donna si rintanò nel
suo laboratorio di pozioni, mentre ancora una volta i tre malandrini si
ritrovarono a pensare che solo lei poteva essere la moglie di James
Potter.
Harry
Pov
Da
quando avevo iniziato a dare lezioni private ad Elizabeth ed Hermione
stavo iniziando a stupirmi sempre di più dello scarso
livello di preparazione
di Hogwarts.
Ero
dovuto partire dall’allenamento base, ma almeno
dopo un mese i risultati si erano visti ed ero certo che sarebbe
riuscita a
superare la prima prova.
Draghi.
Non
potei fare a meno di sogghignare.
Io
avevo affrontato il mio primo grugnocorto svedese a
dodici anni, Elizabeth non avrebbe avuto problemi nemmeno con lo
spinato…
almeno non dopo gli incanti che le avevo insegnato…
Dopotutto
era mia sorella.
Avevo
avuto le certezze di cui necessitavo e adesso avevo
scoperto i tasselli mancanti del mio passato, tuttavia avevo scoperto
anche che
oltre al piacere di avere una sorella, io avevo già un
padre, che era la mia
famiglia, e che nonostante tutto mi aveva allevato come fossi stato
figlio suo
e che non mi aveva fatto mancare nulla.
Anche
se James e Lily Potter erano coloro che mi
avevano messo al mondo, qualunque fossero state le circostanze
impreviste che
non ci avevano permesso di vivere insieme, non sentivo affatto il
desiderio e
la necessità di allontanarmi da quella che era la mia
famiglia non di sangue.
Non
desideravo sconvolgere Elizabeth con la notizia
della nostra parentela in un momento così critico come la
sua partecipazione al
torneo Tremaghi.
Inoltre
non ero per niente intenzionato a stare al
centro dei pettegolezzi della scuola più di quanto
già non fossi per essermi
schierato dalla parte di Elizabeth.
Almeno
gli altri studenti avevano avuto il buon senso
di non tentare rappresaglie nei miei confronti.
Ero
un po’ deluso dal comportamento di alcuni di
quelli che dovevano essere gli amici di mia sorella.
Ron
Weasley, così come tutti gli altri studenti di
Grifondoro e non, esclusi Hermione, i gemelli Weasley, la
più piccola dei
Weasley, Ginevra, e Luna Lovegood di Corvonero, sembrava credere che
Elizabeth
fosse riuscita ad eludere la sicurezza del calice per iscriversi al
Torneo con
la complicità del preside Silente che, da quanto sembrava,
aveva dato prova di
leggeri favoritismi nei suoi confronti durante gli anni precedenti.
Davvero
non riuscivo a credere che degli adolescenti
potessero essere tanto stupidi.
Ah,
e poi c’era Susan.
L’avevo
vista difendere mia sorella da alcuni suoi
compagni di casa, eppure avevo avuto la conferma da Elizabeth che si
erano
parlate sì e no cinque volte in quattro anni, e quindi tutta
quella foga per
una quasi sconosciuta mi sembrava quasi fuori luogo.
Era
davvero interessante quella ragazzina, una
Tassorosso abbastanza anomala…
Mio
padre mi avrebbe preso sicuramente in giro per
questi pensieri.
Non
lo sentivo da quasi un mese, e non avevo avuto
emergenze tali da contattarlo e mettere a rischio la sua copertura.
Mi
mancava davvero tanto, e speravo solo che non ci
fossero state complicazioni di alcun tipo e che lui stesse bene
??
Pov
La prima prova si sarebbe svolta il 24 novembre.
Sapevo
i piani che la famiglia Potter aveva in mente
ma era ancora troppo presto.
La
verità sarebbe uscita fuori dopo la terza prova,
l’avevo già deciso.
Buffo,
sapere il giorno della propria morte e non
esserne spaventato.
Avevo
già distrutto la coppa di Tassorosso e l’anello
dei Gaunt, sapevo che il diario era stato già reso
inoffensivo da Elizabeth al
suo secondo anno, ed ero riuscito ad avvicinarmi a Nagini abbastanza da
farla
fuori e sostituirla con un corpo morto, in modo da far credere al Lord
Oscuro
che la sua morte era stato un incidente. Le ferite di Basilisco
sarebbero
bastate per convincerlo di questa teoria.
Mancavano
ancora il medaglione di Serpeverde, il
diadema di Corvonero e Harry.
Harry.
Probabilmente
la verità lo avrebbe sconvolto, ma era
davvero l’unica soluzione.
Avrei
aspettato il giorno della prima prova per
introdurmi a Grimmuld Place e farmi dare il medaglione da Kreacher.
Per
il diadema di Corvonero avrei aspettato la seconda
prova.
Sarebbe
andato tutto secondo i piani.
Avevo
vissuto fin troppo a lungo.