Anime & Manga > Lady Oscar
Ricorda la storia  |      
Autore: garakame    14/07/2017    9 recensioni
Me l'avevate chiesta in tante un seguito di ubriaco perso. Ho cercato di scrivere un finale non scontato.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alain de Soisson, André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ubriaco perso '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ubriaco perso 2 il seguito -

Dove eravamo rimasti.....C'era una volta una bella bambina nata il giorno di Natale che il padre voleva.... ehmmm no sono andata troppo indietro, dungue...


Sai Andrè, quando vai ad ubriacarti almeno fallo in una bettola decente, con vino buono, non mi piace l'odore del vino andato a male.” 
Si sentì chiudere la porta alle spalle. 
Sospirò, aveva sentito quello che gli aveva detto? Continuò il suo discorso, quasi un sussurro: 
Quando dormi sei molto bello, Andrè, ma parli molto e dici e fai cose insensate." guardò fuori dalla finestra. 
Il cielo azzurro chiaro spruzzato qua e la da nuvole di fumo in movimento le faceva pensare ai bei tempi di quando loro due si sdraiavano sul prato di palazzo e guardavano le nuvole formare delle figure. 
Perché doveva essere così, perché doveva rovinare sempre tutto? Si girò per sedersi alla scrivania. 
Il viso triste. Solo quando alzò lo sguardo trasalì, spaurita. 
Se lo vide appoggiato alla porta sorridente. 
Lei ricambiò il suo sorriso con uno timido. 
Abbassò gli occhi verso le scartoffie. 
Il lavoro poteva aspettare, era convinta che le cose tra loro sarebbero cambiate, molto presto. 



*********


Andrè, ecco veramente io....” Abbassò lo sguardo, sentiva le guance arrossate e calde, non si aspettava di trovarselo davanti.

Si, Oscar, continua, ti ho sentito perfettamente.” L'uomo si allontanò dalla porta, rimanendo tuttavia a una distanza di sicurezza, vedeva l'imbarazzo di Oscar, ma sperava che quello che aveva sentito non fosse solo un sogno; ma non voleva farsi scappare l'opportunità di sapere quali fossero finalmente i sentimenti di Oscar nei suoi confronti.

Ci sperava da tempo.

Anche se la donna non gli aveva fornito dei segnali di speranza, forse questo, dopo tanti mesi era il primo timido tantativo di una loro riconciliazione, anche se non ci sperava troppo.

Oscar guardò la scrivania piena di fogli. “Andrè, ma non devi andare a riposare?”

Tipico di Oscar lanciare il sasso e ritirare la mano.

Lui di rimando:”Cosa dicevi, poco fa, che sono bello quando dormo?” Si stava rendendo conto di camminare su un territorio irto di spine, ma voleva andare avanti, comunque.

La stava mettendo in difficoltà apposta per farle uscire di bocca le parole che avrebbe da sempre voluto sentire.

Un passo verso di lei, lei fece un passo indietro, smarrita, si sentiva in trappola e nuda di fronte a lui, nonostante la divisa, la sua corazza.

Esposta come quella notte maledetta.

Tu come fai a sapere che sono bello quando dormo!” Un luccichio divertito nello sguardo smeraldino.

Andrè, ecco, tu ieri notte sei entrato in camera mia e..” Abbassò gli occhi, confusa.

Le stava facendo una tenerezza infinita, non l'aveva mai vista in queste condizioni, bellissima e fragile, alla fine il gioco che stava giocando con lei non avrebbe portato a nulla di buono.

Questo me lo ricordo e questa mattina mi sono svegliato nel tuo letto con il tuo profumo addosso” un sospiro, la testa china dell'uomo.

Spero di non averti fatto niente di male, te l'ho promesso, Oscar.” gli occhi ofuscati dalla tristezza e dal rimpianto per averlla ferita, tanti mesi prima.

No, Andrè. Non è successo niente di che.” Si affrettò a dire per tranquilizzarlo.

Era questo, allora che li divideva ancora.

Tu non mi hai fatto del male, ti sei semplicemente addormentato nel mio letto.”

Andrè la guardò stupito, Oscar, l'aveva vista poche volte in quello stato.

Ora aveva gli occhi lucidi, le guance arrossate, stringeva lo schienale della sedia con le mani.

Lui la trovava come sempre bellissima, indifesa, lei che non aveva mai paura di niente, che si buttava da un tetto per prendere un assassino o un ladro, ora era in difficoltà.

Sospiro chinando la testa, le spalle ampie incurvate.

Non voleva metterla in imbarazzo, era tempo di andarsene.

Bene, allora se non è successo niente, vado.”

Fece per uscire dall'ufficio, ma si senti tirare per un braccio, abbracciare da dietro. Oscar lo aveva raggiunto in pochi passi.

Non ti girare, ti prego.” un sussurro, un respiro profondo.

Sentiva la fronte di Oscar appoggiata alla schiena, la mano stringeva la divisa del braccio sinistro, stropicciandola. La destra era appoggiata alla manica destra.

Sei bello, Andrè, quando ridi, quando cammini, quando fai la ronda con i tuoi compagni. La tua è una bellezza discreta, che spicca su tutti gli altri uomini. Ma sopratutto quando dormi, hai la stessa espressione buffa di quando eri piccolo.” Una pausa come per soppesare bene le parole:

E' stato bello ieri notte stringerti tra le mie braccia.” Un'altro respiro profondo.

E ti ho perdonato già mille volte per quello che è successo, non sentirti più in colpa.” un momento di esitazione.

Io vorrei che fosse sempre così, vorrei sempre abbracciarti e....”, aggiunse

Andrè si girò veloce e se la strinse al petto, non riusciva a dire niente, aveva capito bene le sue parole, se le ripeteva nella mente incredulo, sentì gli occhi riempirsi di lacrime. La fronte di lei appoggiata al suo petto, ne sentiva il calore. Oscar sentiva il suo profumo, quanto gli era mancato questo profumo, un buon odore di pulito e lavanda. Un profumo che era abituata a sentire da una vita, che da quando si erano separati le mancava; per lei questo profumo significa conforto, sicurezza e casa. Oscar alzò il viso, le guance bagnate dalle lacrime, quanto era stato difficile dirgli quelle parole, ma si era tolta un grosso peso. Meritava di essere felice, meritava che entrambi fossero felici. Con il suo comportamento distante e scostante aveva reso Andrè la metà dell'uomo che era stato. Non se la sentiva più di nascondersi, di prendersi in giro.

Ti amo, Andrè, mi manchi, mi sei mancato da morire.”

Le sue mani bianche aperte, sul suo petto.

Andrè prese il viso di Oscar tra le mani, avvicinò lentamente le labbra alle sue e le diede un primo bacio lieve, dolce, tra le lacrime; per proseguire poi con altri baci, in un crescendo di passione. Non riusciva a fermarsi, continuava a stringerla a se, a baciarla. Si staccò da lei solo per dirle: “Oscar, la mia Oscar.” Continuarono a baciarsi, a parlarsi, incuranti del tempo che passava.

Ora che finalmente si erano dichiarati reciprocamente e chiariti il loro amore, la loro felicità era completa. Sentirono bussare alla porta, si staccarono a malincuore. Oscar si asciugò le guange bagnate, Andrè le passò una mano tra i lunghi capelli per metterli a posto, La sua Oscar era bellissima, gli occhi azzurri lucidi, la bocca rossa per i baci, le guance dipinte di rosa.

Lei si mise alla scrivania, lui rimase in piedi guardando verso di lei, rimettendosi a posto i polsini della divisa e lisciandosi il petto. Sospirarono entrambi.

Avanti” un ordine sicuro.

Entrò il colonnello Dagouit con altri documenti da far firmare al comandante, non si stupì di vedere il soldato Grandier nell'ufficio.

Andrè fece il saluto militare dicendo, “Se questo è tutto, io torno ai miei alloggi, Comandante.”

Oscar assentì e, prese i fogli che gli porgeva il colonnello, vide Andrè dirigersi alla porta. Ad alta voce disse: “Ne riparliamo nel pomeriggio, soldato.”

Andrè sorrise, si mise sul'attenti. “Ai vostri ordini, comandante” e uscì.


Alain stava giocando a carte, vide tornare l'amico, lo vide stiracchiarsi fare uno sbadiglio e buttarsi in branda.

Ohh, finalmente, dov'eri finito. allora, cosa voleva il comandante.” Gli chiese incuriosito.

Niente di che, voleva al solito appiopparmi un'altro turno di notte, ora lasciami dormire, sono stanco.” Andrè si girò nella branda dandogli le spalle e si addormentò felice, sereno come non lo era da anni.

Ad Alain non era sfuggito la nuova luce negli occhi dell'amico, il viso disteso, il mezzo sorriso sulle labbra. sembrava camminare sulle nuvole.

Beh, sarà ma non me la racconti giusta.” tirò un'altra carta e vinse l'ennesima mano.

Gli altri tre commilitoni lanciarono le carte sul tavolo alzandosi e lamentandosi.

Che fortuna sfacciata. Ma vinci sempre tu.” Lasalle

Cavolo, meno male che non abbiamo puntato a soldi, se no mi lasciavi in cullotte,” Pierre.

Secondo me hai truccato le carte, non mi spiego perchè vinci sempre tu.” Michel prese una carta dal tavolo per vedere che non fosse segnata.

Alain, alzandosi disse: “Beh, si vede che oggi la dea bendata mi è amica” sottovoce, “Mi sa che qui qualcun altro ha vinto un premio insperato.” sorrise, se ne andò verso la sua branda che era sopra quella di Andrè, lo fissò per un momento, sentì il respiro pesante, dormiva tranquillo, gli sorrise e capì che finalmente il suo amico aveva trovato l'amore che tanto lo aveva tormentato. Ora finalmente potevano essere felici insieme. Si mise sulla branda, un po' lo invidiava, fece spallucce, prese il cappello e se lo mise sugli occhi, una dormita non gli avrebbe fatto male, visto che quella notte sarebbe stato di turno.


Fine giugno 1789


Era una notte buia e tempestosa, era stato un giugno insolito, le continue piogge avevano reso l'aria frizzante, l'estate sembrava non volesse più arrivare. Le piogge stavano mettendo in ginocchio l'economia agricola. Lo scontento generale del popolo stava mettendo a dura prova il re e i nobili. Il generale Jarjayes non riusciva proprio a dormire dopo gli ultimi eventi che avevano caratterizzato la sua vita e quella della figlia.

Aveva rischiato di uccidere la propria figlia, per l' onore. Andrè era intervenuto, pistola alla mano e lo aveva fermato in tempo, in tempo per non commettere la sua più grande sciocchezza.

Un messaggero era sopraggiunto nonostante il nubifragio per portare una missiva della regina.

La regina aveva salvato Oscar e la casata dei Jarjayes.

Ora nel bel mezzo della notte se ne andava in giro nei corridoi bui di palazzo.

Non gli riusciva di dormire. Rifletteva su quello che era successo poche ore prima.

Fu proprio nei pressi della camera della figlia che sentì un gemito.

Rimase fermo davanti alla porta, stupito. Gemiti e parole sussurrate, risate ovattate, si sentivano a malapena, solo il suo fine udito era riuscito a recepirli.

Vide avvicinarsi una figuretta bianca, un piccolo fantasma nella casa buia e silenziosa, sua moglie non riusciva a dormire nemmeno lei.

Fermi davanti alla porta della camera di Oscar entrambi non avevano più dubbi, i due giovani si amavano.

Lo prese per mano e gli sorrise, riportandolo nelle sue stanze.

Ranier, cosa facevi davanti alla porta di tua figlia!” tono accusatorio.

Il generale rimase zitto per un attimo. “Non tollero che certi comportamenti avvengano nella mia casa.” Marguerite scosse la testa in senso di diniego.

Che cosa starebbero facendo di male tua figlia e Andrè. Perchè è di Andrè che si stratta, non ho dubbi.”

Lui è un servo, non può......”

Non può cosa Ranier, amare tua figlia? Forse è la cosa migliore che tu potessi fare, tra tutte le cose insensate che hai fatto, mettere al fianco di nostra figlia, Andrè.”

Marguerite gli sorrise, i ricordi le sfioravano la mente.

E' stata una fortuna averlo portato in questa casa, è grazie a lui se nostra figlia ha finalmente un sorriso sulle labbra, i suoi occhi non sono più tristi. E' serena, finalmente, ed è donna, finalmente.Sai cosa penso? Che Lui sia la cosa migliore che possa essere capitata a Oscar, nobile o non nobile, vedo per la prima volta una mia amata figlia felice. I nobili natali non sono tutto.”

Marguerite si sedette sul letto, continuando: “Li ho visti fin da piccoli crescere insieme, notavo come Andrè pendesse dalle sue labbra, vivesse come la sua ombra, stando sempre attendo ai bisogni di Oscar prima ancora dei suoi.” Lo guardò negli occhi color fiordaliso, quegli occhi che l'avevano fatta innamorare al primo sguardo, gli stessi occhi li aveva ereditati Oscar.

E' stato un bene che Andrè fosse intervenuto nella pazzia assurda che volevi fare questa sera, questo mi ha dato la conferma che tu sei uscito definitivamente di senno.” Il generale abbassò la testa sconfitto.

Ho avuto la conferma che Andrè per l'ennesima volta avrebbe sacrificato la sua vita per Oscar, le ha dato un occhio, non ti basta come dimostrazione d'amore?!”

Il generale si sedette sul letto vicino alla moglie, le prese una mano bianca piccola e morbida nella sua. Sospirò: “Hai ragione, Marguerite, ma non so cosa fare con lei. Di tutte le nostre figlie Oscar è quella che mi somiglia di più, sia fisicamente che di carattere”

La donna attirò la mano del marito al suo viso, su una guancia: “Lascia che si amino, lascia che nostra figlia viva fino in fondo la vita che si è scelta, con l'uomo che si è scelta e ama. Lo so che vuoi cercare di allontanarla dai venti di guarra che si stanno formando nel nostro paese, ma lasciala libera di fare quello che vuole. Non l'ha mai potuto fare veramente.”

Gli e lo devi,Ranier” l'anziano si riscosse.

Ma stavano facendo....” Marguerite gli accarezzò il volto rugoso

Si, amore mio, stavano facendo l'amore e non ci trovo nulla di male.Sono giovani e si amano. Hai dimenticato che noi ancor prima di sposarci.....”

Un sorriso comparve sulle labbra del generale: “Si, ti ho fatta mia in un campo fiorito, perchè ti volevo, ma tu eri promessa ad un'altro.”

Marguerite sospirò, gli occhi lucidi al ricordo: “E io rifarei tutto per altre mille volte, amore mio. Quindi non fare il bacchettone moralista e lascia che Oscar viva la sua vita fino in fondo.”

Il generale si chinò sul viso della moglie, le diede un tenero bacio sulle labbra.

Quella notte insonne si fecero compania nello stesso letto, parlando dei bei vecchi tempi andati, o forse la passarono facendo tutta la notte l'amore. Non ci è dato sapere.

Lasciarono fuori dalla camera, i pensieri tristi, la violenza che da li a pochi mesi si sarebbe perpetrata a Parigi e nel resto della Francia, ricordando con tenerezza i momenti passati in una notte di pioggia di fine giugno.







13/07/2017

Me l'avevate chiesta in tante un seguito di ubriaco perso. Ho cercato di scrivere un finale non scontato.

Ecco veramente io.... è la prima frase che mi è venuta in mente e ho messo in bocca a Oscar in realtà è di Matthew Cuthbert di Anna dei capelli rossi.

Il caro vecchietto sempre un po' sulle spine quando doveva parlare alle donne o quando veniva interpellato. Ecco Oscar l'ho immaginata proprio come Matthew, per la prima volta in difficoltà nel dichiarare i suoi sentimenti. Vi consiglio di guardare l'anime di Miyazaki. Se non l'avete mai visto o non avete mai letto il libro, fate entrambe le cose. L'anime è un capolavoro di fondali e nel libro ho rivisto pari pari l'anime, non è una lettura scontata per bimbi.

Ho letto di recente il volume 12 di versailles no bara edizione gohen, beh non dico altro, leggetelo anche voi, ma la cara dolce Marguerite ha un bel caratterino, ne sono molto contenta.

   
 
Leggi le 9 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Lady Oscar / Vai alla pagina dell'autore: garakame