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Autore: Nikilu    14/07/2017    1 recensioni
Questa storia porta semplicemente un po' di novità al romanzo che già conosciamo. Le scuole sfidanti che gareggiano per il Torneo Tremaghi portano una ventata di freschezza e novità a Hogwarts. Nuovi personaggi sono inseriti in un contesto a noi tanto familiare e ci saranno cambiamenti, amicizie, amori... ma soprattutto il Torneo Tremaghi.
Genere: Fantasy, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Era impazzito. Totalmente. Aveva davvero chiesto ad Esteban Perez di andare al Ballo del Ceppo con lui? E se gli insegnanti non lo avessero permesso? E se gli studenti li avessero derisi? E se, nel mero tentativo di accennare un passo di danza, avesse pestato il piede già malandato di Esteban?
Ma ormai aveva detto di sì. Aveva veramente accettato. Non poteva di certo tornare da lui e dirgli “Ok senti, ho cambiato idea. Ciao!”, vero? O forse sì...
E poi, cos’era stata quella conversazione? Quei balbettii, quelle risposte no-sense, quelle cose sulle sue emozioni? E perché mai Esteban non lo aveva schernito e gli aveva risposto una cosa del tipo “Fuori dalle palle!”? Tutti questi pensieri si contercevano nella mente di Logan ingarbugliati, veloci, e non si fermavano. Era seduto su uno dei divani di velluto della sala comune dei Corvonero e contemplava il fuoco del camino mangiucchiandosi un’unghia. Perchè Selina gli aveva detto che il ragazzo spagnolo era palesemente gay? Da cosa lo aveva capito? E perchè aveva spinto lui, Logan, ad invitarlo? Cosa ne sapeva Selina dei suoi gusti? Possibile che si fosse accorta che era gay prima di lui?
Ma lui non era gay, no... affatto. Però che diavolo aveva detto ad Esteban? Io non sono mai uscito con un ragazzo ma... quando mi sei vicino io... Per la miseria! Che vergogna!
“Logan ci sei?!” una mano che sventolava davanti al viso del ragazzo canadese lo ridestò dai suoi pensieri. Jeremy ripetè “Ci sei?!” e solo in quell’istante Logan lo vide davvero.
“Sì, ci sono...” mormorò.
“Che c’è? Ci stai ripensando?” sospirò Selina stravaccandosi su una poltrona e alzando i piedi sul tavolino.
Jeremy lanciò uno sguardo di ammonizione all’amica e poi, con il suo solito tono paternale, disse al compagno: “Ha accettato. Non è quello che volevi? Vedrai che andrà alla grande”.
Logan sembrava sul punto di vomitare: aveva il viso pallido e l’espressione vacua, come se non riuscisse a decidere se cacciare fuori le parole oppure no. Ma ad un tratto disse: “E’ colpa tua, Selina”.
“Mia?” si sbalordì la ragazza arricciandosi una ciocca di capelli.
“Sì... se non avessi insistito così tanto, adesso non sarei in questo pasticcio” rimbeccò il ragazzo biondo, d’un tratto rosso in viso e arrabbiato.
“Ma quale pasticcio, scusami? Ti ho incoraggiato ad invitare un ragazzo che ti piace. Non ti ho mica infilitto un Imperio e ti ho costretto a ballare nudo di fronte tutta la scuola!” anche l’animo della canadese cominciava a scaldarsi.
“Ragazzi, state calmi...” cercò di intervenire Jeremy, ma con scarso successo; infatti, Logan si alzò in piedi di scatto e sbraitò: “Non hai bisogno di incantesimi, tu! Sai giocare con la mente delle persone! Mi hai indirizzato verso una scelta che non era la mia... verso una vita che NON E’ LA MIA! Capisci??”
Selina rimase un momento interdetta prima di ribattere “Apri gli occhi, Logan! A te le ragazze NON PIACCIONO e non sono MAI piaciute! E non c’è NIENTE di sbagliato in questo! Non c’è NIENTE di sbagliato in TE! Sarei stata una cattiva amica se ti avessi, invece, spronato a reprimere ciò che sei realmente!”
“IO NON SONO GAY, CHIARO?” urlò il biondò attirando l’attenzione di tutti su di sè. Jeremy si alzò e gli poggiò una mano sulla spalla ma lui si spostò bruscamente e, sotto lo sguardo sgomento di tutti, lasciò la sala comune dei Corvonero.
 
+++
 
L’indomani mattina, Esteban era ancora un po’ confuso sul perché avesse accettato l’invito di Logan. Certo, era un bel ragazzo, era divertente, e con lui aveva trascorso delle piacevoli giornate ma non si era reso conto che fosse gay. Era vero quello che diceva Alicia? Il suo gay radar era fuori uso? Aveva notato, qualche volta, uno sguardo incerto in Logan ma non lo aveva mai attribuito al suo interesse nei propri confronti. È difficile da spiegare ma Esteban riusciva sempre a capire se un ragazzo fosse attratto da lui... così come faceva capire il contrario. Con il ragazzo canadese non ci aveva mai neanche pensato a farsi avanti, sarà perché non lo stuzzicava più di tanto. Fatto sta che di lì a una settimana sarebbe andato al Ballo del Ceppo con Logan Frychild e questa era l’unica cosa certa di quella situazione.
Senza rendersene conto raggiunse l’aula di Trasfigurazione ma la McGranitt ancora non c’era. Si sedette all’ultimo banco, non aveva nessuna voglia di seguire la lezione; dopo poco arrivò anche Nora che, con i capelli scombinati e una fetta di pane tostato in bocca, lo individuò subito e si mise accanto a lui.
“ ’gionno” biascicò con la bocca piena e appese la sua cartella al sediolino.
“Hei, che fine hai fatto? Ti ho aspettato per un quarto d’ora” rispose l’amico.
Nora deglutì e si pulì la bocca con la manica della camicia “Scusa ma non ho sentito la sveglia” si guardò intorno, guardò l’orologio e poi disse “Ma la McGranitt dov’è?”
“Sono proprio qui, signorina Flores” la voce della professoressa era forte e sonora e dove prima c’era un gatto apparì la McGranitt. Gli studenti di Gibralfaro e di Whitehorse restarono di sasso.
“Lei è un Animagus?” chiese Nora eccitata.
“Ebbene sì” rispose la docente con un mezzo sorriso. “Regolarmente registrata nell’elenco degli Animagus”.
“Mitico” dissero estasiati e all’unisono Este e Nora.
“Esiste un elenco?” domandò una ragazza di Whitehorse.
“Sì. Per legge, tutti gli Animagus devono essere noti. È reato assai grave essere un Animagus senza l’approvazione del Ministero. E da qui mi collego alla lezione di oggi”, con un gesto della bacchetta la lavagna si tinse con gesso di tutti i colori e in cima spiccò il titolo Animagus.
“Professoressa, mi scusi” intervenne Alicia “ma la lezione sugli Animagus non è inerente al programma di Difesa contro le Arti Oscure?”
“Assolutamente no” ribattè piccata la vice preside. “Le rendo noto, signorina Bergès, che è più saggio accreditarla alla mia materia dato che un Animagus è colui che sceglie di trasformarsi in animale ovvero di trasfigurare il proprio corpo”. Alicia tacque e la professoressa cominciò la sua lunga spiegazione.
“E’ sempre la solita...” sibilò Esteban a Nora, riferito all’uscita poco felice della loro amica che, adesso, seguiva la lezione in imbarazzo.
“A proposito” riprese il ragazzo ispanico facendo un cenno col capo verso George “l’hai invitato?”
“Non ancora” ammise Nora mordicchiandosi il labbro inferiore.
“Ma che aspetti?” la rimproverò l’amico “Il Ballo è tra una settimana!” il sibilo di Esteban echeggiò nella testa di Nora tanto da farle chiudere gli occhi per il fastidio. “Dopo la lezione... promesso!” rispose lei e con questo mise fine alla discussione.
 
Due ore più tardi, i ragazzi del sesto anno uscirono entusiasti dall’aula di Trasfigurazione: la lezione sugli Animagus era piaciuta a tutti. Alcuni parlottavano del fatto che fosse una figata pazzesca; altri ipotizzavano in che animale si sarebbero trasformati; altri ancora giurarono che appena compiuti i diciassette anni avrebbero partecipato al corso per la trasformazione al Ministero. La calca di studenti si spostò verso le scale perché la maggior parte di loro si doveva dirigere verso l’aula di Pozioni; Nora scorse i gemelli ad un paio di metri dinnanzi lei ed Esteban e chiamò a gran voce George. Lui si girò, si fermò e aspettò che la ragazza spagnola lo raggiungesse; Este si dileguò in pochi secondi e Nora tirò George per il polso facendogli salire qualche gradino.
“Hei señorita” disse il ragazzo con un sorriso “Sei sfuggente in questi giorni”
“Io?!” replicò lei imbarazzata “No, ma che dici”
“Ma se quando mi vedi scappi” ridacchiò lui.
“Scappo?! Non è assolutamente vero”
“Ah no? A me è sembrato di sì... però se dici che non è così, ti credo”
Passarono vari secondi durante i quali Nora si mordicchiava il labbro e George la scrutava curioso.
“Vuoi per caso dirmi qualcosa?” la incitò lui. “Non vorrei metterti fretta - e sai che non mi importa molto delle regole - ma se facciamo tardi a Pozioni Piton toglierà dei punti alla mia casa”
“Sì, scusa... hai ragione” Nora aveva un peso sullo stomaco. Non riusciva proprio a chiederglielo. Convinse George ad incamminarsi verso i sotterranei, forse stando in movimento le parole sarebbero uscite da sole. Lui teneva viva un’inutile conversazione e lei sembrava quasi non ascoltarlo: il suo unico pensiero era come superare la vergogna di doverlo invitare al Ballo del Ceppo. Poi ad un tratto prese coraggio, erano all’ingresso dei sotterranei, e lo bloccò per un polso.
“George, vuoi venire al Ballo del Ceppo con me?” chiese tutto d’un fiato. Aveva la testa abbassata, non riusciva a guardarlo; la mano che cingeva ancora il polso di lui, il silenzio che le trafiggeva i timpani. Lui le mise una mano sotto il mento per farle alzare la testa e quando lei lo guardò negli occhi vide il dispiacere di George uscirgli dalle orbite.
“Ci vado con Katie...” buttò lì tristemente. “Pensavo avessi già un accompagnatore... Mancano solo sette giorni al ballo e...” le parole caddero a terra pesantemente.
Nora mollò la presa dal polso del gemello, accennò un sorriso e gli disse che non c’erano problemi; George sembrò davvero dispiaciuto ma non seppe aggiungere altro. Si diressero verso l’aula di Pozioni e una volta entrati andarono a sedersi a quattro banchi di distanza.
 
+++
 
“A quanto pare sarò l’unico campione del Tremaghi ad aprire le danze da sola” mormorò Nora durante la colazione del giorno seguente. Esteban ed Alicia si scambiarono un’occhiata preoccupata, la loro amica aveva davvero il morale sotto i piedi; d’altronde, come biasimarla? La McGranitt le aveva espressamente detto di trovarsi un compagno e, velatamente, le aveva fatto capire che un campione del Torneo Tremaghi avrebbe fatto una figuraccia, nonché disonorato la propria scuola, a presentarsi da solo. La pressione di Nora era alle stelle: non aveva un accompagnatore per il Ballo del Ceppo; ancora non aveva capito cosa fare con l’uovo d’oro per la Seconda Prova; non sarebbe tornata a casa per Natale, la sua festa preferita in assoluto e, per concludere, George andava al ballo con Katie Bell.
“Se vuoi ci vengo io con te” la buttò lì Esteban, cercando di incoraggiarla.
“No, devi andarci con Logan” rispose lei risoluta “non ti azzardare a cambiare i tuoi piani per me”.
“Non voglio metterti altra pressione, ma mancano sei giorni al ballo e...” insistè lui.
“Troverò qualcuno, stai tranquillo” rispose la campionessa giocherellando con il bacon nel suo piatto.
“Beh” intervenne Alicia, sperando di risollevare la situazione “puoi varare gli inviti che hai ricevuto”
“Ti pare che dopo averli scaricati vorranno ancora venire al ballo con me? E poi di sicuro avranno risolto in altro modo...” il quadro era disperato: Nora proprio non voleva saperne di riprendersi.
“Senti” partì in quarta Este “scegli una scuola, individua uno di bella presenza e invitalo. Senza giri di parole. Diamine, sei l’unica campionessa del Torneo, tutti vorrebbero uscire con te!”
“Ok... ma ci penso più tardi” fu la risposta della ragazza che, dopo l’ultimo sorso di succo di zucca, si alzò e lasciò la Sala Grande.
 
Nel pomeriggio, Nora si rintanò nella sala comune dei Serpeverde, lontana da tutti: si sedette ad uno dei tavoli in mogano e aprì il libro di Rune Antiche; la relazione che doveva fare per la professoressa Babbling era per dopo le vacanze di Natale ma lei voleva concentrarsi su qualcosa che non fosse il Ballo del Ceppo. Non aveva voluto nemmeno la compagnia di Esteban e lui l’aveva capito, infatti non le si avvicinò e continuava a scrutarla da lontano mentre giocava a scacchi con Timothy; Nora era palesemente l’unica studentessa che stava facendo i compiti: la sala comune era quasi deserta e chi vi si trovava si stava godendo le vacanze natalizie che erano ufficialmente cominciate. Quest’anno nessuno degli studenti di Hogwarts sarebbe tornato a casa per le feste perché tutti volevano partecipare al grande evento della vigilia di Natale; varie Strillettere erano arrivate a colazione, di mamme arrabbiate perché i figli non sarebbero tornati a casa. Ma era un evento irripetibile e come dare torto ai ragazzi se non volevano perderselo?
“Posso sedermi qui?” Nora alzò lo sguardo dal libro e si trovò di fronte Miles Bletchley, il portiere della squadra di Serpeverde. Lei gli fece cenno di sì con la testa e lui si accomodò; senza parlare cacciò dalla sua borsa il libro Pozioni Avanzate 7 e lo sfogliò fino a pagina 41. Nora lo guardava di sottecchi: con tanti tavoli perché era andato a sedersi proprio lì?
“Cosa studi?” fece Miles ad un tratto, prendendo pergamena, inchiostro e piuma.
“Rune Antiche” rispose Nora “Anche se è per dopo le vacanze...”
“Anche io mi anticipo sempre i compiti, così ho più tempo per divertirmi dopo, no?” rispose lui sorridendole. Miles era un ragazzo alto e muscoloso, con capelli biondi molto corti e occhi così azzurri da sembrare di ghiaccio; era un bel ragazzo e Nora ci aveva parlato più volte ma soprattutto di Quidditch.
“Giusto” fece la ragazza, sorridendo a sua volta. “Tu Pozioni, eh?”
“Già... Piton ha ben pensato di assegnarci due pergamente intere sulla differenza tra Antidoti e Pozioni Guaritrici. Che palle! Tu invece, cosa devi fare?”
“Devo tradurre un testo... fino ad ora sono riuscita a capire che si parla del Demiguise e delle proprietà della sua pelliccia. Lo sai che viene usata per produrre i mantelli dell’invisibilità?”
“Sì, ho qualche reminiscenza sull’argomento” ridacchiò lui  “Comunque, ti consiglio di dare un’occhiata ad Animali Fantastici e Dove Trovarli, potrebbe esserti utile”. Nora lo ringraziò e passarono la mezz’ora successiva a studiare e confrontarsi su alcune cose didattiche; Miles non studiava Rune Antiche quindi era incuriosito dalla traduzione di Nora mentre lei, d’altro canto, era interessata al programma di Pozioni che avrebbe studiato l’anno prossimo.
“Quindi quest’anno prenderai il M.A.G.O. vero?” domandò lei posando la piuma sul tavolo e massaggiandosi la mano destra.
“Sì e non vedo l’ora!” esclamò Miles contento. La campionessa gli chiese se avesse già deciso quale carriera magica intraprendere e il Serpeverde rispose che stava pensado di diventare un Medimago.
“E tu, hai già qualche idea?” domandò il ragazzo realmente interessato.
“Voglio diventare un Auror” la risposta uscì sicura e decisa dalla bocca di Nora. Era il suo sogno da quando, sei anni prima, le era arrivata la lettera per Gibralfaro.
Il resto del pomeriggio trascorse tranquillo, Nora e Miles si erano concessi diverse pause e, ovviamente, nessuno dei due riuscì a terminare i compiti; Esteban notò che la sua amica era decisamente più allegra e ne fu sollevato.
“Ascolta Nora...” fece ad un tratto Miles “forse è troppo tardi ma voglio chiedertelo lo stesso. Vuoi venire al Ballo del Ceppo con me?” i suoi occhi penetranti erano pieni di speranza e quando Nora accettò lui le restituì un sorriso a trentadue denti.
“Ti voglio informare di due cose però” spiegò lei “Innanzitutto, dovremo aprire le danze”
“Ok non è un problema per me” ribattè lui.
“Seconda cosa... sono un frana nel ballo” ammise imbarazzata. Miles ridacchiò di gusto e le disse che, invece, lui era un ballerino provetto e che durante i giorni che li separavano dal ballo le avrebbe insegnato due o tre cosette.
“Sei sicuro? No, perché l’ultima volta che ci ho provato ho quasi rotto il piede ad Esteban...” lo mise in guardia lei.
“A cosa credi che serva l’Ossofast?” replicò lui ironicamente ed entrambi scoppiarono a ridere.
  
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