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Autore: Shily    14/07/2017    4 recensioni
[JamesxLily| No sense, fluff James | One Shot]
Vedendo però che il ragazzo non accennava ad andarsene e, anzi, rimaneva lì davanti a lei, immobile come una statua e senza toglierle gli occhi di dosso, trattenne l’ennesimo sbuffo: “Devi dirmi qualcosa, Potter?”
Vorrei dirti che erano venti minuti che ti guardavo e cercavo un pretesto per venirti a parlare: sembravi così triste e sola, così indifesa e io avrei solo voluto chiederti come stavi, cos’era successo e lasciarti parlare. Essere quella spalla di cui sembri tanto avere bisogno.
Ma tu sei così tu e io in queste cose non sono mai stato bravo.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Potter, Lily Evans | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Cose non dette
 
“Ehi Evans,” James Potter, i capelli più arruffati del solito e la scopa tenuta mollemente nella mano destra, si avvicinò alla ragazza.
Questi alzò gli occhi dal libro che stava leggendo per rivolgergli un’ occhiata scocciata e, James ne era sicuro, trattenne a stento uno sbuffo.
“Potter,” rispose laconica.
“Disturbo?” chiese lui, fermandosi davanti a lei e dondolandosi da un piede all’altro per l’imbarazzo.
La ragazza lo guardò scettica, prima di alzare il libro che stava leggendo per renderlo palese, “Che dici?”
Vedendo però che il ragazzo non accennava ad andarsene e, anzi, rimaneva lì davanti a lei, immobile come una statua e senza toglierle gli occhi di dosso, trattenne l’ennesimo sbuffo: “Devi dirmi qualcosa, Potter?”
Sì, vorrei dirti che con questa treccia sei davvero bella; in realtà lo sei sempre. Non bellissima, semplicemente bella. Se ti dicessi che sei bellissima sembrerebbe quasi eccessivo, un artificio. Tu invece sei bella, nella tua semplicità e nella tua modestia, sei più bella di quanto io stesso riesca a credere.
A volte lo sei così tanto che non sembri vera, quasi lontana e irraggiungibile.
“Potter, allora?” ripeté spazientita.
Poi vorrei dirti che sei la ragazza più intelligente che conosca. Sirius dice sempre che non si può avere tutto, si deve fare una scelta: o la ragazza bella o quella intelligente, è un dato di fatto dice.
Tu però lo sei, Lily: sei bella e intelligente, e non mi riferisco ai tuoi più che eccellenti voti o alla tua mano sempre lì, pronta ad alzarsi per rispondere a qualche domanda.
Parlo della tua ironia, che con me però sfocia sempre in un sarcasmo tagliente. Parlo dei tuoi discorsi, del tuo modo di esprimere i tuoi pensieri e convincere chi ti sta intorno che ciò che dici è giusto.
Parlo del modo in cui mi rispondi, sempre pronta e capace di mettermi a posto: una ragazza come te, che riesce a farmi arrivare la rabbia fino al cervello, al cuore e lo stomaco e a farmi innamorare nello stesso momento, chi l’aveva mai incontrata.
Starei ad ascoltarti per ore e non mi stancherei mai. Starei semplicemente in silenzio al tuo fianco, a guardarti e ascoltarti.
Mi ubriacherei di te, Lily, e non ne avrei mai abbastanza.
“Potter, ma un bolide ti ha colpito durante l’allenamento e stai perdendo anche l’unico neurone che avevi?”
Vorrei dirti che se ti amo non lo so, né tantomeno so se sono innamorato: chi sono io per stabilire una cosa così grande?
Quello che so, e che vorrei dirti, e che la mattina quando entro in Sala Grande e tu sei lì, assonnata e con gli occhi ancora rossi dal sonno, vorrei solo sedermi con te e stare in silenzio insieme.
O ancora, quando alla fine delle lezioni ti attardi sempre per raccogliere le ultime cose, sia perché hai l’abitudine di svuotare tutto il contenuto della borsa sul bianco che perché, segretamente, speri che Piton si avvicini – anche se poi non lo fa mai, ma tu non ci pensare: è uno stupido e non capisce cosa perde –, io in quei momenti vorrei rimanere con te, aiutarti e aspettare con te.
Anche se a me di Piton non me ne importa proprio niente.
E la sera, poi, dopo una giornata stancante, un allenamento durato ore sotto la pioggia e una pozione andata male, vorrei solo sprofondare nelle tue braccia e nascondere il viso nel tuo collo.
Conterei le tue lentiggini fino allo sfinimento e le bacerei, una ad una, senza stancarmi mai.
“Cosa hai detto, Evans?” si passò una mano tra i capelli, arruffandoli come suo solito, più per agitazione che per attirare l’attenzione come suo solito.
“Ma sei sordo?” sbottò lei, infastidita, “Prima vieni qui e poi mi ignori.”
“Scusami, mi ero distratto, non vorrei mai essere la tua causa della tua rabbia: poi diventi tutta rossa e le lentiggini si vedono ancora di più, e tu già ne hai tante e… Evans, hai una vena particolarmente evidente sulla fronte, sei forse arrabbiata?” le sorrise malandrino, per nulla scalfito dall’espressione furente della ragazza o dalle sue mani tremanti che minacciavano di tirargli in testa il libro.
“Potter, cosa devi dirmi?” sillabò, calcando ogni parola per far sentire la sua rabbia.
Vorrei dirti che erano venti minuti che ti guardavo e cercavo un pretesto per venirti a parlare: sembravi così triste e sola, così indifesa e io avrei solo voluto chiederti come stavi, cos’era successo e lasciarti parlare. Essere quella spalla di cui sembri tanto avere bisogno.
Ma tu sei così tu e io in queste cose non sono mai stato bravo.
“Oh, niente di che,” si schernì con un’alzata di spalle, “Ci vieni a Hogsmead con me, Evans?”
La guardò chiudere il libro con un tonfo e, senza neanche degnarlo di uno sguardo, si alzò e gli diede le spalle diretta al castello.
“Non hai nessun altro da tormentare, Potter?”
Fu l’ultima cosa che le sentì dire, prima che la ragazza diventasse un puntino sempre più piccolo e lontano da lui.
Vorrei dirti.
 
 
 
 
 
 
Note a piè di pagina:
Ma io boh, com’è nata questa cosa io mica lo so.
Dovevo scrivere tutt’altro, ma va be: James si è immesso a forza nel mio foglio word e chi aveva il coraggio di cacciarlo? Io no di certo.
La storia è ispirata al prompt “Cose non dette” trovato nella community LJ, lascio il link per dare credito a queste fantastiche ragazze perché se no non so come far capire che mi riferisco alla loro lista:
http://it100.livejournal.com/429935.html
E dunque, torno a morire di caldo. Ossequi.
   
 
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