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Autore: Mr Lavottino    17/07/2017    6 recensioni
STORIA AD OC
"Un'altra giornata lavorativa stava per iniziare per Chris, autista di un pullman, che, invece di essere contento ed eternamente grato a una qualche divinità per il lavoro trovatogli, in maniera piuttosto miracolosa, si lamentava con se stesso, sbattendo le palpebre più volte per via del sonno.
Erano a malapena le sei e lui, come di consueto, doveva eseguire il, noiosissimo, giro degli isolati per caricare gli studenti che sarebbero andati a scuola."
Un autista e alcuni studenti rimangono bloccati su un autobus per "cause sconosciute", riusciranno a salvarsi o soccomberanno per via delle entità?
*STORIA IN REVISIONE*
Genere: Horror, Mistero, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Altro personaggio, Chris McLean, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Bondage, Contenuti forti, Furry | Contesto: Contesto generale
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La luce del sole aveva da poco iniziato ad illuminare l'interno del pullman quando Chris si svegliò. Sbadigliando fece cenno di alzarsi, notando però un odore che lo fece restare immobile nella strana posizione che aveva assunto in quel momento, ovvero con i gomiti a sorreggerlo dal sedile e le gambe per terra.
Annusò con più attenzione, cercando di capre di cosa si trattasse. Odore di ferro, più precisamente di sangue.
Non appena realizzò la cosa, si alzò in piedi di scatto, scrutando tutto il pullman per capire da dove provenisse il tanfo, il quale era anche piuttosto forte.
Deglutì non appena si rese conto che delle strisce di sangue, proveniente dal fondo del pullman, più precisamente da tre sedili dietro di lui. Sbatté gli occhi diverse volte e, dopo aver preso coraggio, mosse il primo passo verso la pozza.
Ciò che vide lo fece urlare a tal punto da svegliare tutte le persone nel veicolo. Il cadavere di Valeria era appoggiato su un sedile.
Gli occhi chiusi, un rivolo di sangue che le colava dalla bocca e la gola completamente aperta, tanto che riusciva a vedere anche l'osso. I vestiti erano completamente impregnati del liquido rosso, che cadendo aveva completamente sporcato il pavimento.
- Ma che diavolo hai da urlare?- gridò Drake, arrabbiato per via del brutto risveglio, e ancora assonnato.
- È... è... è morta!- esclamò più forte di prima, trattenendo il vomito. Il suo sguardo si perdeva nella pozzanghera di sangue che si era andata a creare sotto il corpo, la quale si stava lentamente seccando.
- Eh? Cosa stai dicendo?- Lazaro, preoccupato, si alzò di colpo, raggiungendolo ed osservando allibito quello spettacolo raccapricciante.
Lentamente tutti si avvicinarono, così da vedere cos'era la causa di tutto quello schiamazzo e di quelle urla.
- O mio dio...- Aiden si portò la mano alla bocca, cercando di non rigurgitare, cosa che invece a Kristina non riuscì, tanto che si allontanò dal gruppo per vomitare.
Ma lo shock più grande tra tutti lo ebbe Manuel. Il moro si svegliò strofinandosi gli occhi lentamente, cercando di capire a cosa fossero dovute quelle urla, visto che Chris gli copriva la visuale. Si sollevò leggermente, rimanendo fermo per degli interminabili momenti a guardare il corpo davanti a lui.
Valeria era morta. L'unica persona che aveva avuto il coraggio di parlargli era morta. Ed era stata presumibilmente uccisa da qualcuno.
Guardò uno ad uno i ragazzi con sguardo adirato e, dopo un breve istante, cacciò un urlo assordante.
- Chi è stato?- domandò, urlando con rabbia. Tutti si voltarono verso di lui, guardandolo a bocca aperta. Non lo riconoscevano. Era completamente adirato.
- Ehi, calmati, ora cercheremo di risolvere.- Gabriel gli andò in contro, cercando di calmarlo, ma venne spintonato via con forza, cadendo per terra.
Il moro fece qualche passo in avanti, barcollando, per poi gettarsi ai piedi del cadavere ed iniziare a piangere. I suoi pantaloni si imbrattarono di sangue, così come la sua maglietta, mentre le lacrime scendevano lentamente dal suo volto.
- Per favore... chi è stato?- domandò nuovamente, questa volta a bassa voce, singhiozzando tra una parola e l'altra, affondando la testa tra le gambe di Valeria.
- Avanti venga fuori il colpevole!- Lazaro, visibilmente alterato, richiamò l'attenzione colpendo il vetro.
- L'arma usata è palesemente un'arma da taglio e, fino a prova contraria, gli unici ad averne una sono Drake e Pitch, se non sbaglio.- fece notare Skarah, ottenendo dei cenni positivi da parte degli altri.
- Bene, tiratele fuori.- disse Gabriel, che nel frattempo si era rialzato, guardandoli entrambi.
Drake estrasse il suo dalla tasca, porgendoglielo. Non aveva alcuna macchia ne era minimamente sporco di sangue, motivo per cui gli venne subito restituito.
L'attenzione di tutti cadde quindi su Pitch che, sbuffando, si apprestò ad aprire il suo zaino. La sua espressione mutò da annoiata a seria, facendo insospettire gli altri. Restò per una decina di secondi fermo così, spostando lo sguardo dal suo zaino a Lazaro diverse volte, finché il rosso non si fece avanti, strappandoglielo di dosso.
- Che cazzo è questo?- urlò, estraendo il suo coltellino svizzero dalla borsa. L'oggetto era ricoperto di sangue.
Il castano non sapeva che dire. Balbettava parole senza senso e sconnesse tra di loro, cercando di giustificarsi.
- Insomma, come spieghi tutto ciò?- continuò il rosso, mettendogli ancora più pressione.
- Non ne ho idea. - rispose, sussurrando a malapena.
- Non prendermi per il culo!- Lazaro lo afferrò per la maglietta, sollevandolo dalla postazione in cui era seduto.       
Pitch non riusciva a capire. Milioni di ipotesi si facevano spazio nella sua mente, ma non si capacitava di come effettivamente fossero potute andare le cose.
Allontanò il rosso da sé con violenza e poi puntò lo sguardo verso Skarah, con fare minaccioso.
- Tu! Brutta puttana! Vuoi mettermelo nel culo, eh?!- urlò, cercandolo di andarle addosso, ma venendo bloccato da Aiden. La situazione stava decisamente andando a deteriorarsi e il rischio di un'altra morte era sempre più plausibile.
- Lasciami! È colpa di quella troia! Lei mi vuole morto!- cercò di liberarsi dalla presa del moro, venendo però completamente bloccato, per poi essere sbattuto a terra con la faccia contro il pavimento.
- Io non ne so niente!- rispose lei, completamente spaventata. Non lo aveva mai visto in quello stato. Era furente.
Già in passato le si era rivolto con arroganza, ma mai aveva avuto un'espressione così arrabbiata. Rischiava seriamente di essere uccisa.
- Ehi, calmatevi!- Drake colpì Pitch sulla pancia, lasciandolo senza fiato, e poi si diresse verso la mora - Ne sai qualcosa?- le domandò, assottigliando gli occhi.
- N-No, non ne so nulla. L-La mia era solo una supposizione.- alzò le mani, mentre inconsciamente aveva iniziato a tremare come una foglia.
-Su, è palese che l'assassino sia lui.- disse Aiden, aumentando la forza con la quale lo stava sbattendo a terra, noncurante dei suoi lamenti.
- Che ne facciamo?- domandò Kristina, osservando il castano che si dibatteva con forza dalla presa, senza però riuscire a divincolarsi.
- Innanzitutto cerchiamo di capire se è stato lui oppure no. - Sasha si intromise nella conversazione, scendendo dalla sua tipica postazione - Non abbiamo prove che sia effettivamente colpa sua.- concluse, alzando le spalle.
- Su, ha un coltello insanguinato nello zaino. C'è bisogno di altre prove?- controbatté Drake, gettando un'occhiata all'arnese, poco prima che Lazaro se lo mettesse in tasca.
- Tesoro, non è così difficile mettere un oggetto in uno zaino di un altro, sai?- spiegò, avvicinandosi al castano. Lo guardò fisso negli occhi e poi gli parlò.
- Sei stato tu, Pitch?- chiese, mantenendo la voce il più neutra possibile.
- No, non sono stato io. - mantenne lo sguardo fisso sui suoi occhi, cercando di dimostrare che per davvero non ne sapeva nulla.
- Bene, io gli credo.- detto questo si alzò, tornando alla sua postazione.
- E come facciamo a sapere se è o no l'assassino?- Gabriel tentò di chiedere agli altri, i quali avrebbero potuto avere un'idea, ma nessuno riuscì a proporne una decente.
- E se... se lo chiedessimo ad Andy?- improvvisamente una voce risaltò dal coro, facendo girare tutti verso di lui. Chris, che si era appena ripreso dalla visione, fece tale proposta, attenendo le risposte degli altri.
- Beh, mi sembra l'idea più fattibile.- concordò Miranda, gettando un'occhiata veloce a tutti gli altri.
Dopodiché la bionda si alzò e, facendo cenno a Skarah, si fece dare il quaderno con all'interno la tavola Ouija. Lo aprì lentamente, temendo che l'entità avesse potuto "giocarle qualche scherzo", come ad esempio imbrattare la pagina di sangue, ma la trovò normale, come l'ultima volta che l'aveva aperta.
L'unico segno presente erano le sue lacrime, le quali erano colate sulla carta, bagnandola, quando Katherine era morta.
Così fece sedere tutti intorno a sé, pronta ad eseguire il rituale.
- Andy, ci sei?- domandò, toccando la moneta con leggerezza. Stranamente il demone rispose subito, quasi come se avesse aspettato con impazienza quel momento.
"Yes".
- Andy, tu sai chi ha ucciso Valeria?- a quelle parole gli sguardi di tutti si fecero più cupi.
Ancora una volta l'entità rispose affermativamente.
- Andy, puoi dirci il nome?- chiese velocemente. L'ansia ribolliva nel sangue di tutti e quindici, mentre i respiri si facevano sempre più affannosi.
La moneta compié alcuni giri, per poi decidersi ed andare a comporre il nome del colpevole.
I presenti sgranarono gli occhi non appena il piccolo oggetto si fermò al centro, concludendo quindi ciò che aveva da dire.
"Pitch".
Il castano aprì lentamente la bocca, cercando di spiegarsi cosa era accaduto, ma la voce non voleva uscire. Sentiva una voglia assurda di colpire in volto l'entità, seppur fosse conscio che non gli era possibile, seguita da un disperato desiderio di picchiarsi da solo.
Era stato incastrato.
E il demone era complice.
Non ebbe il tempo per cercare di giustificarsi perché si ritrovò sbattuto di forza contro il pavimento da Aiden, il quale aveva assunto nuovamente la posizione con cui lo aveva immobilizzato prima.
Tentò di dimenarsi, senza alcun risultato positivo, per poi fermarsi, consapevole che tutta quella resistenza non sarebbe servita a nulla.
- Andy, arrivederci.- sussurrò Miranda, con tono tetro, mentre la moneta si andava a posizionare sulla scritta "Goodbye".
Un istante dopo gli occhi di tutti erano rivolti verso Pitch, chi lo guardava con sgomento e chi con paura, preoccupati per ciò che sarebbe potuto accadere.
- Che ne facciamo di lui?- chiese Drake, passando il pollice sul collo, mimando una decapitazione, venendo però guardato male dagli altri.
- Abbiamo perso già troppa gente. Non mi sembra una grande idea. - lo contraddisse Lazaro, il quale si era ripreso dal suo precedente scatto d'ira.
- Quindi?- Aiden incalzò il rosso a trovare una soluzione, mentre continuava a spingere sempre con più forza, per quanto la vittima stesse ormai completamente immobile.
- Leghiamolo da qualche parte.- propose Gabriel, cercando l'appoggiò degli altri.
- Abbiamo qualche corda?- chiese Drake, voltandosi per cercare di adocchiarne qualcuna nell'improbabile eventualità che ci fossero all'interno del pullman, ottenendo però un cenno negativo da parte degli altri.
- Aspettate, forse io ce l'ho. - Chris si alzò lentamente, indirizzandosi verso la postazione di guida, ma improvvisamente cadde a terra, come se sgambettato. Lazaro gli corse subito in contro, cercando di aiutarlo a rialzarsi, cosa che fu piuttosto difficile. L'autista pareva come svenuto.
- Che gli è successo?- chiese Miranda, raggiungendo il rosso.
- Mi sembra sia svenuto.- concluse il ragazzo, tastando la vena del collo e sentendo che, per sua grande gioia, respirava ancora.
- Beh, l'immagine che ha visto era piuttosto scioccante, potrebbe avere avuto un calo di zuccheri.- disse la bionda, ricevendo un cenno positivo dall'altro.
- Qualcuno ha una bottiglia d'acqua?- domandò poi, rivolgendosi agli altri.
Skarah fece cenno positivo con la testa e, dopo una breve ricerca di qualche secondo, lanciò l'oggetto al rosso, il quale ringraziò con un occhiolino.
- Tieni, bevi.- lentamente verso l'acqua nella bocca di Chris che  si riprese in pochi istanti, tossendo rumorosamente.
- Scusate, sentivo un po' di nausea.- scosse la testa rapidamente e, dopo qualche attimo di esitazione, si diresse verso la gabbia dell'autista, intento a prendere le fantomatiche corde.
- Ehi, è chiusa.- gli ricordò Ronaldo, rimanendo sorpreso non appena il moro girò la maniglia, aprendo la porta.
- Si è aperta!- esclamò, voltando uno sguardo contento verso i ragazzi, i quali non poterono far altro che ricambiare.
Entrò e, dopo qualche attimo, uscì con una corda, che lanciò a Gabriel, successivamente si sedette al posto del guidatore, cercando di far ripartire il mezzo. Si accorse dopo un istante che mancavano le chiavi, cosa che lo portò ad abbandonare la "stanza", lasciando però la porta aperta.
- Non parte?- chiese Matthew, guardandolo con un ciglio alzato.
- Non ci sono le chiavi.- tagliò corto, rivolgendogli uno sguardo afflitto.
Nel frattempo Aiden e Drake avevano legato Pitch ad un sedile nel centro del pullman, cercando di stringere le corde il più possibile attorno ai polsi.
- Dici che così basta?- chiese il primo, facendo forza sul nodo.
- Sì, penso vada bene.- rispose il secondo, con il solito ghigno in volto. Amava fare quelle cose.
- Lasciamo qualcuno qui a controllarlo. Chi si offre?- domandò Gabriel, gettando uno sguardo ai ragazzi, invitandone uno a caso a farsi avanti.
- Lo faccio io. - Kristina alzò lentamente la mano, avvicinandosi al turco.
Notò lo sguardo degli altri su di sé, principalmente quello di Sasha, un misto tra rabbia e sospetto, cosa che le fece salire l'ansia.
- Va bene, contiamo su di te. - concluse il ragazzo, sorridendole.
- Ora che facciamo?- la domanda arrivò da Hiro, il quale si era decisamente stufato di tutte quelle sceneggiate a cui era stato costretto ad assistere.
- Non ne ho idea. - Aiden alzò le mani, passando la parola a qualcun altro.
- E se provassimo ad aprire le porte? Adesso la gabbia è aperta, no?- Matthew si girò in direzione di Chris, facendogli cenno con la testa.
- Sì, giusto. Possiamo provare!- disse lui, con un'allegria che fino a quel momento non aveva mai dimostrato. Si avvicinò al volante e, dopo qualche istante di ricerca, trovò il pulsante, che cliccò rapidamente.
Quando le porte si aprirono tutti i presenti, Chris compreso, rimasero sorpresi. Lentamente Lazaro si sporse, cercando di capire dove fossero precisamente.
Erano nel bel mezzo di una foresta. Il pullman era parcheggiato nel mezzo di un prato circondato completamente da alberi piuttosto alti, la cui altezza raggiungeva circa i trenta metri, rendendogli impossibile orientarsi.
Pian piano scesero tutti dal bus, osservando il bioma con una faccia stranita, come se non fossero più abituati a quella vista.
- Cosa facciamo adesso?- domandò Matthew con un sorriso in volto che si distacca parecchio dall'espressione degli altri.
- Beh, andiamo in esplorazione.- propose Gabriel, facendo cenno agli altri di dire la loro.
- Possiamo farlo, ma è meglio non allontanarsi troppo.- disse Lazaro, ottenendo una risposta positiva da tutti i ragazzi - Kristina, tu resta qui.- guardò la bionda, la quale annuì, colta alla sprovvista.
- Posso rimanere anch'io?- chiese Sasha, saltellando verso il rosso.
- Sentite, non è meglio far rimanere più persone?- constatò Miranda, ricevendo dei segni d'assenso.
- Bene, chi vuole venire?- chiese Lazaro, aspettando una risposta da parte del gruppo. Alzarono la mano Drak, Aiden e Ronaldo.
- Allora noi quattro andremo ad esplorare i dintorni, invece voi rientrate e dentro e tenete d'occhio Pitch.- dopo questa breve spiegazione il quartetto si inoltrò lentamente nella foresta, dandosi appuntamento per le diciassette vicino al pullman, mentre gli altri rientrarono dentro il veicolo.
Per quanto rimanere lì era senza alcun dubbio la scelta più sicura, Miranda si sentiva in pericolo. Il motivo era molto semplice: Gabriel.
Continuava a guardarla, cosa che le metteva ansia. Più volte aveva cercato di ignorare il suo sguardo, ma la tenacia del turco nell'osservarla l'aveva costretta a prestargli notevoli attenzioni.
- Miranda, possiamo parlare?- il suo incubo peggiore si era appena materializzato davanti a lei. Gabriel, sempre con quel sorrisetto in volto, le si era avvicinato, attirando la sua attenzione.
- Non credo sia il caso, sai, c'è molto a cui pensare.- cercò di rifiutare, ma il turco l'afferrò per il braccio, stringendo forte la presa.
- Dobbiamo parlare.- ripeté, senza cambiare espressione, particolare che rese tutto più inquietante.
- Va bene.- la bionda deglutì rumorosamente, per poi seguirlo. Stava puntando verso la boscaglia, particolare che le destò ancora più sospetti.
- Qui non va bene?- domandò, alterando leggermente il suo tono di voce. Il ragazzo la guardò per un istante e poi acconsentì, fermandosi dove da lei richiesto.
- Senti, non hai più bisogno di mascherare i tuoi sentimenti. Ora possiamo stare insieme.- Gabirel attaccò il discorso, parlando con voce seria, segno che aveva dato molta importanza a quella discussione.
- Come, scusa?- Miranda strizzò gli occhi, chiedendosi se avesse realmente detto ciò che aveva appena udito.
- Adesso non c'è più lei in mezzo, quindi possiamo amarci senza problema!- spiegò con calma, aiutandosi anche con le mani, attendendo con ansia la risposta della bionda.
- Ma di che cosa stai parlando?- l'espressione sul volto della ragazza non mutò di un millimetro.
- Che c'è di così complicato? Puoi esplicitamente dire che mi ami, senza qualcuno che ci metta i bastoni fra le ruote.- concluse, guardandola dritta negli occhi.
- Non capisco.- tagliò corto lei, costringendolo ad entrare nel dettaglio.
- Su, Katherine, la tua ex amica, è morta, quindi ora puoi esternare i tuoi veri sentimenti nei miei confronti.- Miranda a quella frase spalancò gli occhi.
- Dimmi, Gabriel, per caso sei contento della sua morte?- chiese, balbettando leggermente.
- Beh, in un certo senso sì. - il turco alzò le spalle, come se la cosa fosse di poco conto. Nemmeno un istante dopo ricevette un colpo sulla guancia che gli lasciò il segno.
Miranda si era arrabbiata.
Le sue sopracciglia si erano abbassate e il respiro si era fatto decisamente più affannoso.
- Ma sei scemo? Io ho pianto per lei. Io le volevo bene! E sai un'altra cosa? Non ti amo, anzi, di te non me ne frega un cazzo! Ti ho ignorato fino ad ora e continuerò a farlo, perché non vorrei mai stare con una persona come te. Vaffanculo Gabriel. Non parlarmi mai più.- detto questo corse verso il pullman, cercando di trattenere le lacrime, lasciandolo lì, fermo e con il cuore spezzato.
 
Kristina si era seduta lateralmente al sedile a cui era stato legato Pitch. Lo controllava ormai da una ventina di minuti e ancora non aveva fatto un movimento. Si era limitato a sospirare con forza, cercando di addormentarsi.
Nel tempo che lei aveva speso tenendo d'occhio il ragazzo, il corpo di Valeria era stato portato fuori da Chris e Matthew, per poi essere lasciato in un punto a caso della foresta, sempre vicino al pullman.
- Ehi, potresti starmi più lontano?- finalmente la voce di Pitch la richiamò, facendole capire che non era morto.
- Eh? Dici a me? E perché mai?- domandò, scuotendo la testa leggermente sorpresa dalla chiamata.
- Sì, dico a te. Puzzi di fumo. E questa cosa mi da fastidio.- disse con acidità, senza nemmeno provare ad essere gentile.
- Mr. raffinatezza, eh?- lo sfotté lei, ridendoci su.
- Beh, tu di certo non lo puoi essere.- le rispose a tono, guadagnandosi un'occhiataccia da parte della bionda.
- Meglio rozza che assassina, no?- controbatté, facendolo ridere.
- Hai ragione, questa te la do buona.- per la prima volta sentì il castano ridere, tanto che si perse per qualche istante nella sua espressione. Non sembrava il solito Pitch, quello apatico e ironico.
- Dimmi un po', che hai fatto alla faccia?- chiese, facendole interrompere la visione del suo viso.
- Un incidente stradale, sarà successo una quindicina di anni fa, non ricordo granché.- spiegò, abbassando leggermente lo sguardo.
- Wow, bello.- tagliò corto poiché sentì due occhi fissi su di lui e sapeva che non erano di certo pieni d'affetto.
- Sentite, ma se necessitassi di andare al bagno, dovrei farmela addosso?- domandò, cercando lo sguardo di qualcuno.
- Fattela addosso.- l'unica risposta che ricevette fu da parte di Sasha, la quale non ci andò per nulla leggera.
- Vaffanculo.- rispose, mandandole un bacino che venne bellamente ignorato.
 
Mentre tutti passavano il tempo aspettando che la "spedizione" terminasse, Matthew stava cercando di rincuorare Manuel, il quale aveva l'umore quasi sottoterra. Dopo quella scenata isterica, fatta nella mattinata, non aveva più detto una parola. Di tanto in tanto gettava delle occhiatacce verso Pitch, senza venir minimamente preso in considerazione, per poi rigettarsi con violenza contro il sedile.
- Dai, non abbatterti. Lei non vorrebbe questo.- tentò di persuaderlo con parole dolci e cariche di significato, ma nessuna di queste riuscì a smuoverlo. Era completamente perso nella disperazione.
Si limitò quindi a cercare di rincuorarlo accarezzandogli la testa, nella speranza che il dolore che provava potesse diminuire.
Sentiva che quella situazione stava iniziando a diventare un peso più duro di quanto pensasse. Aveva accettato il fatto di essere intrappolato là dentro, ma ciò che era successo dopo, compresi gli omicidi, gli avevano fatto capire che con poco il gruppo si sarebbe sgretolato.
Per tanto risollevare il morale di Manuel era essenziale.
- Ehi, Matthew, vieni un momento qui.- il biondo alzò la testa non appena sentì un voce chiamarlo. Riconobbe il timbro vocale di Skarah, la quale lo stava invitando verso di lei con un gesto della mano.
Scese dal sedile, dirigendosi verso la mora, la quale gli fece cenno di sedersi accanto a lei.
- Tu ci credi?- chiese, senza specificare.
- A cosa?- rispose, alzando un sopracciglio.
- Secondo te, Andy ha detto la verità?- riformulò la domanda, accorgendosi di essere stata troppo vaga.
- Beh, non so che dirti. Non vedo perché avrebbe dovuto mentirci.- alzò le spalle, tentando di capire a cosa volesse arrivare la ragazza.
- Perché Andy è un bambino.- disse Skarah, parlando come se fosse stata una cosa da intuire subito.
- Eh?- Matthew riuscì a proferire solo quella sillaba, colto alla sprovvista da ciò che aveva appena detto la mora.
- Su, sembra che voglia giocare con noi. Si comporta proprio come un ragazzino. Secondo me ha mentito.- a quelle parole il biondo spalancò gli occhi, capendo il ragionamento che aveva applicato la sua amica.
- Mi stai dicendo che il demone ha mentito per puro divertimento?- chiese, giusto per confermare, ottenendo un cenno affermativo come risposta.
- Però non dirlo agli altri.- la richiesta della mora fece fare un'espressione stranita sul suo volto.
- E perché mai?- la risposta non tardò ad arrivare.
- Potrebbero reagire male, come ha fatto Katherine. E il fatto di sapere il nome dell'assassino li rende più tranquilli.- il biondo schioccò le dita, capendo, finalmente, cosa intendesse.
- Va bene, starò zitto.- acconsentì, per poi farle l'occhiolino ed alzarsi.
 
- Ehi, Hiro, perché non sei andato anche tu nella foresta?- domandò Lorde, guardando di soppiatto il nipponico, occupato a leggere un libro.
- Perché non aveva voglia.- rispose poi, dopo aver tolto per un istante gli occhi dalla riga che stava leggendo.
- E se Lazaro si facesse male? Eh? Non ci pensi?- la bionda rincominciò con le sue solite lamentele, miste anche a dichiarazioni d'amore per il rosso dei suoi sogni.
- Devo essere sincero?- la ragazza si morse un labbro e mosse diverse volte la testa facendo cenno di sì - Non me ne frega niente.- non appena udì quelle parole gonfiò le guance, indispettita.
- Male, male, male! È il presidente del consiglio studentesco!- urlò, facendosi sentire da tutto il pullman.
- E allora?- il giapponese le rivolse un'occhiata strana, intimandole di lasciarlo leggere in santa pace.
- Solo lui può tirarci fuori da questa situazione!- strillò, abbassando le sopracciglia, per sembrare ancora di più arrabbiata.
- Ehm, potresti evitare di urlare? Sai, stai rompendo un po' le palle.- la voce di Pitch rimbombò in tutto il bus, attirando l'attenzione di tutti.
Lorde lo guardò male, pensando a come rispondergli a tono.
- Stai zitto assassino.- disse schiettamente, senza alcuna emozione.
- Vuoi essere la prossima?- controbatté quello, ridendo. L'atteggiamento del castano sorprese Kristina, la quale aveva ancora ben in mente quello assunto dal ragazzo in mattinata, decisamente diverso da l'attuale.
Era tornato spavaldo come prima. Quasi come se non gli importasse di essere legato ad un sedile con l'accusa di omicidio.
- Scusala, tende sempre ad alzare la voce. - Hiro si intromise nella conversazione, cercando di placare gli animi, decisamente troppo alterati, dei due.
- Per questa volta ci passerò sopra.- disse Pitch, per poi tornare a guardare il finestrino con fare annoiato.
 
Quella "gita" nella foresta si stava rivelando il più difficile del previsto. Non avevano trovato nulla e il tempo a loro disposizione stava per esaurirsi. Nessuno di loro era riuscito a capire dove fossero di preciso, anche perché i cellulari non avevano campo e quindi il GPS era del tutto inutile.
In più le condizioni climatiche non aiutavano particolarmente. Faceva piuttosto freddo, per quanto nelle giornate prima c'era sempre stato il sole.
Ma questi erano solo due dei problemi che affliggevano Drake.
Si sentiva strano, come se stesse per prendere l'influenza, e il senso di chiuso che provava per colpa dei numerosi alberi lo infastidiva.
Cercò di tenere gli occhi aperti il più possibile ma sentiva le palpebre pesanti e il suo corpo reagiva lentamente ai suoi comandi.
Si passò una mano sul volto, sperando di riacquistare pieno controllo della vista, ma ciò che vide lo fece urlare dalla paura.
Davanti a lui c'era una figura nera, alta circa due metri e senza volto, fatta eccezione per due piccoli occhietti gialli.
Esaminò con più attenzione la creatura, notando che le sue braccia erano molto lunghe e che era ricurvo, come se avesse una gobba.
- Ma che cazzo è?- strillò, attirando l'attenzione degli altri tre su di lui.
- Cosa?- domandò Ronaldo, avvicinandosi lentamente.
- Quella creatura!- si voltò in direzione del moro, rischiando di morire d'infarto non appena vide che quell'essere si era materializzato alle spalle del ragazzo. Istintivamente prese un sasso e lo lanciò in sua direzione, mancando di poco il compagno.
 - Ehi, ma che cazzo fai, ritardato!- urlò Ronaldo, spostandosi leggermente per la paura di essere colpito. La creatura era sparita, senza lasciare alcuna traccia della sua presenza.
- Su, Rex non sarà bellissimo, ma non è così brutto!- scherzò Aiden, cercando di sdrammatizzare.
- Che simpatico.- rispose il diretto interessato, senza accennare minimamente ad un sorriso.
- Drake, tutto bene?- chiese Lazaro, notando che il ragazzo stava barcollando.
- No, direi proprio di no...- non riuscì nemmeno a concludere la frase, poiché cadde a terra inerme.
- Ehi, ma che gli succede?- gli altri due andarono subito in suo soccorso, tentando di capire cosa gli fosse capitato.
- Torniamo al pullman.- suggerì il rosso, ricevendo dei cenni positivi, poi sollevarono con forza l'altro e si avviarono nella direzione opposta a dove stavano andando.
Quando raggiunsero il bus erano ormai le diciotto, dato che il trasporto di Drake aveva rallentato notevolmente la squadriglia, che si dava il cambio ogni tanto per trasportarlo, così da perdere la minor quantità di tempo possibile.
La strada gli era sembrata più lunga, tanto che diverse volte si chiesero se effettivamente stessero percorrendo la via giusta, continuando però nella medesima posizione, fidandosi dei propri ricordi e del proprio istinto.
- Ehi, finalmente siete tornati!- Miranda gli corse incontro, notando solo dopo il corpo inerme di Drake - Che è successo?- chiese, tappandosi la bocca per lo sgomento.
- È svenuto. Non sappiamo precisamente per quale motivo.- tagliò corto Aiden, entrando nel pullman per poterlo stendere su due sedili.
- Avete scoperto qualcosa?- domandò Matthew, andandogli incontro.
- No, niente di che.- il rosso scosse la testa, facendo dipingere un sorriso amaro sul volto del biondo.
- Quindi?- chiese, guardandolo di soppiatto.
- Domani riandremo in spedizione. Piuttosto, il cadavere?- Lazaro cercò di guardare i posti in fondo, per capire se avessero tolto il corpo dal bus come da lui ordinato.
- L'abbiamo nascosto nella foresta.- spiegò rapidamente l'altro, ricevendo un cenno positivo come risposta.
- Lui come si è comportato?- ammiccò verso Pitch, che stava dormendo tranquillamente.
- Non ha fatto nulla, si è solo lamentato di dover andare al bagno.- Matthew terminò così la conversazione, gettando un'occhiata verso il castano.
Ai due si avvicinò Sasha, la quale voleva parlare con Lazaro.
- Ehi, posso portare "l'assassino"- si interruppe per mimare le virgolette con le mani - a pisciare? Ha rotto per tutto il tempo.- il suo sguardo e quello del rosso si scontrarono.
- Va bene. Ma stai attenta.- la avvisò, continuando a reggere la gara di occhiate che avevano iniziato, da cui si tolse la ragazza dopo aver avuto il consenso.
Questa si avvicinò con poca eleganza al castano e, dopo averlo afferrato per la corda tentando di non entrare in contatto con il suo corpo, lo tirò su, intimandogli di camminare.
- Vuoi che qualcun altro venga con te?- chiese Ronaldo, tenendo d'occhio ogni minimo movimento fatto dai due.
- No, grazie, posso tenerlo a bada da sola.- detto questo mimò il segno delle forbici con le dita, facendo presagire che se Pitch le avesse fatto qualcosa sarebbe stato punito in maniera permanente.
Dopo qualche istante, che Sasha utilizzò per slegargli le gambe, finalmente scesero, indirizzandosi verso la boscaglia.
Per quei, pochi, metri che avevano percorso nessuno dei due spicciò una parola, come se entrambi aspettassero che fosse l'altro a farlo. Per prima cedette Sasha che, dopo aver preso un respiro profondo, attaccò il discorso.
- Che diamine hai fatto?- i loro occhi si incontrarono per un istante, ma quell'attimo fu sufficiente per far comprendere al castano che la ragazza era seria e anche piuttosto arrabbiata.
- Non hai sentito gli altri? Ho commesso un omicidio.- scherzò, mantenendo sempre la sua solita espressione seria.
- Pitch, non sto scherzando. Che cazzo è successo.- rispose lei con schiettezza, troncando ogni possibilità di evitare quel dialogo che lui trovava fin troppo serio.
- Non ne ho idea. - assunse un tono serio e la guardò, aspettandosi chi sa quale insulto, perché lei faceva sempre così, ma, con suo stupore, non lo offese in alcun modo, anzi, sembrava preoccupata.
- Come mai il tuo coltellino svizzero era pieno di sangue?- domandò, continuando a mantenere lo sguardo fisso su di lui.
- Non so nemmeno questo.- abbassò lo sguardo lentamente, consapevole di non star aiutandola per niente.
- Fai sempre così. Riesci a cacciarti nei guai senza sapere nemmeno come.- Sasha si stava alterando, cosa intuibile dalle sopracciglia abbassate e dal tono di voce piuttosto alto.
- Lo so. Ma in fondo non sono molto diverso da te, vero?- ammiccò verso di lei, ottenendo un sorriso amaro come risposta.
- Non dire stronzate, io non sono come te. - la conversazione iniziava ad essere pesante per entrambi, come ogni volta che cercavano di parlare tra di loro.
- Sì, certo, hai ragione tu. - tagliò corto Pitch, svogliato e desideroso di tornare nel pullman, perché la tensione che sentiva lo metteva leggermente a disagio.
Il castano mosse qualche passo verso il bus, venendo però trattenuto da Sasha, la quale gli afferrò la maglia, cercando di bloccarlo.
- Che c'è?- chiese, senza voltarsi.
- Potresti baciarmi?- mentre poneva quella domanda la sua testa era bassa, come  se si sentisse umiliata e sconfitta.
- Ti ho detto più volte che tra noi non può funzionare.- la sua risposta venne data senza emozione, come se stesse cercando appositamente di allontanarla da sé.
- Abbiamo solo due anni di differenza.- controbatté lei, stringendo la presa sulla maglia.
- Sono comunque tanti.- dopo aver terminato la frase fece qualche passo avanti, venendo lasciato dalla mora, la quale si limitò a sospirare rumorosamente, seguendolo verso il veicolo.
 
- Ehi, Rex, com'è andata la spedizione?- Matthew si avvicinò verso il moro con un'ampia falcata, sedendosi vicino a lui.
- Male. Non abbiamo scoperto niente.- rispose poi, sbuffando diverse parole sottovoce.
- Su, domani andrà sicuramente meglio!- strillò, appoggiandogli una mano sulla spalla.
- Come fai ad essere così positivo? Diamine, siamo in una situazione di merda!- Ronaldo sprofondò la testa nel sedile davanti, cercando di contenere la rabbia che provava.
- Penso positivo, peggio di così non può andare.- disse il biondo alzando le spalle.
- Beh, potresti morire.- gli ricordò l'altro, facendo interrompere per un istante la sua espressione allegra.
- Certo, ma tu mi vendicheresti, vero?- chiese, colpendolo leggermente con il gomito.
- Ovvio.- tagliò corto il moro, ottenendo un sorriso come risposta.
 
Erano circa le due di notte e tutti si erano ormai addormentati. Matthew aprì lentamente gli occhi, disturbato da una luce fioca che gli batteva sugli occhi.
- Chi è?- chiese, alzandosi dal sedile.
- Oh, Matt, sei tu. - Manuel si voltò in sua direzione, salutandolo con una mano.
- Ehi, tutto bene? Ti sei ripreso?- chiese, avvicinandosi verso di lui.
- Sì. Ho sofferto molto, ma devo andare avanti. Per lei.- si portò la mano sugli occhi, cercando di coprirli.
- Perché sei sveglio?- incalzò il biondo, osservandolo con fare curioso.
- Beh, devo andare al bagno... ma ho paura da solo... puoi accompagnarmi?- domandò, trattenendo il respiro per cercare di fare il minor rumore possibile.
- Va bene, ti controllo io. - gli sorrise l'altro, incitandolo a scendere dal mezzo.
Dopo aver aperto le porte i due si diressero verso il bosco, parlando tranquillamente.
- Sai, non ti facevo così socievole.- Matthew era rimasto sorpreso da quella versione di Manuel, poiché lo ricordava come un semplice ragazzo che, fino a qualche istante prima, era afflitto da una depressione piuttosto profondo, mentre in quel momento sembrava come essersene dimenticato.
- La sera riesco ad esprimermi meglio.- tagliò corto, avvicinandosi ad un albero per fare i suoi bisogni.
- Deve essere stata dura per te, eh?- il biondo riaprì nuovamente l'argomento, cercando di capire come avesse fatto a riprendersi in così poco tempo.
- Beh, sì. Tutto colpa di Pitch.- strinse i denti, cercando di non pensarci.
- Non mi sarei mai aspettato che fosse quel tipo di persona.- disse, senza pensarci.
- Ucciderla così, a sangue freddo. Chi mai sarebbe capace di fare una cosa del genere? Oltretutto in un modo così doloroso... quel coltellino aveva la punta arrotondata, deve averle fatto molto male.- Matthew spalancò gli occhi lentamente sentendo quella frase.
- Come fai a sapere che ha la punta arrotondata?- domandò, deglutendo rumorosamente. Passo falso. Manuel iniziò a sudare copiosamente.
- Beh, l'ho visto.- cercò di discolparsi, gesticolando con le mani per cercare di dare più enfasi a ciò che stava dicendo.
- Tu stavi piangendo sul corpo di Valeria, non puoi averlo visto.- la situazione si stava facendo sempre più preoccupante. Il biondo, che era stato evidentemente sottovalutato, stava iniziando a capire come fossero realmente andate le cose.
- L'ho visto dopo.- mentì, respirando affannosamente.
- Non è possibile. Lazaro lo ha tenuto nella sua tasca per tutto il tempo.- il moro era ormai alle strette, completamente incastrato dal ragionamento appena fatto da Matthew.
Dopo un istante di silenzio il biondo si voltò ed iniziò a correre verso il pullman, cercando di arrivare prima dell'altro.
Istantaneamente Manuel gli corse incontro, tentando di fermarlo.
Tra un respiro affannoso e l'altro il pullman era sempre più vicino. Circa una decina di metri. Aumentò la velocità, ma improvvisamente cadde rovinosamente, permettendo all'altro di raggiungerlo.
Tentò di urlare, ma il moro cinse il suo braccio attorno alla sua gola, iniziando a strozzarlo. Lottò con tutto se stesso per riuscire a liberarsi, dimenandosi con forza, ma pian piano sentiva la vista appannarsi sempre di più, finché non chiuse gli occhi, per  non riaprirli mai più.
- Salutami Valeria e dille che ti manda Trevis.- il ragazzo sogghignò, gettando il corpo senza vita di Matthew a terra ed entrò nel bus dirigendosi verso di Ronaldo.
Lentamente gli sfilò la cintura e la portò vicino al cadavere del biondo.
Adesso sì che si sarebbe divertito.
 
 
ANGOLO AUTORE:
Saaaaalveeeee.
Okay, vi dirò qualche piccolo change che ho fatto per mio errore: Pitch è stato descritto come "ragazzo con i capelli neri scurissimi" ma io sono ritardato ed è da un po' che lo descrivo come il "castano".
Poi, riguardo a Sasha, mi era stato detto nella scheda che aveva avuto una relazione con un ragazzo troppo più grande e bla bla, però ho trovato carino fare questa cosa con un OC presente nella storia, quindi ho usato Pitch, seppur fosse solo di due anni più grande di lei.
Penso di aver finito, sappiate solo che ho pianto mentre uccidevo Matthew. Mi piaceva quel cittino, ma Ronaldo incazzato è una cosa che voglio fare per forza.
Ah, quel mini dialogo tra i due era proprio per farvi capire la reazione che avrà Rex nel prossimo chappy, che uscirà Lunedì prossimo!
Ringrazio chi recensirà e leggerà questo capitolo, mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate!
Mr. Lavottino
   
 
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