Scritta sentendo: https://www.youtube.com/watch?v=X-X1DKEMNvs.
Scritta per Tratrin.
★ Bonus: 19. Scoprire tatuaggi; 20. Bacio sul collo.
Invito a cena movimentato
Sakura infilò
la mano nella borsetta, accarezzò la pistola
nascosta, afferrò un pacchetto di fazzoletti e lo estrasse,
fece scattare
nuovamente la chiusura.
< Non sospetta
niente > pensò. Sorrise al suo
accompagnatore e piegò di lato il capo.
“Mi conoscete da
così poco, eppure siete così gentile”
disse.
Madara le aprì
la portiera della macchina.
“Sono tante
cose, ma nessuno mi ha mai detto che sono
gentile. Allora, accettate il mio invito a cena? Dalla mia stanza
d’albergo si
vedranno anche i fuochi d’artificio del festival”
disse.
Sakura entrò in
macchina e si accomodò sul sedile,
arrossendo.
“Non avrei
potuto desiderare di meglio” rispose.
Madara chiuse lo
sportello, fece il giro e il suo autista
gli aprì il proprio, entrò e l’autista
chiuse la portiera.
“E una settimana
non è poco per conoscere una persona. Ho
già capito molto di voi” sussurrò. Le
prese una gamba e la sollevò,
accarezzandola, sentendo la stoffa della calza a rete sotto le dita.
L’autista si
mise al posto di guida.
“Che le mie
gambe vi affascinano?” domandò Sakura.
Madara
assottigliò gli occhi.
< Che nascondi un
tatuaggio sotto la pianta del piede: il
loto nero. Questo vuol dire che sei un’assassina, eppure, se
avessi voluto
eliminarmi, lo avresti fatto diverse volte. L’altra notte ti
ho mostrato il
collo, fingendo di dormire, ma hai rimandato.
Sei caduta preda del mio
fascino e la cosa non mi dispiace
affatto > rifletté.
“Che vi piace
questo tipo di bacio” mormorò. Le posò
delicatamente la gamba, si piegò in avanti e le
baciò il collo, facendola
rabbrividire. “Però io non sono tipo da illudere
una ragazza. Mi avete offerto
le vostre grazie, è tempo che vi dimostri che vi posso
offrire qualcosa anch’io”
disse con voce roca.
“I vostri baci
m’irretiscono i sensi, ma le vostre promesse
mi allettano” rispose Sakura.
La macchina
parcheggiò davanti a un alto hotel.
“Siamo arrivati,
signore. La passo a prendere più tardi?”
domandò l’autista.
“Domani mattina
all’alba” rispose Madara.
*************
Madara caricò
la pistola e la puntò davanti a sé, i lunghi
capelli mori gli ondeggiavano intorno al viso. Sparò un paio
di colpi,
l’assassina li schivò, rotolò e si
rialzò in piedi. Si nascose dietro una
parete.
< Non doveva andare
così! > pensò Sakura.
Madara
afferrò il
tavolo con entrambe le mani e lo rovesciò. I piatti di
ceramica con decorazioni
in oro zecchino precipitarono al suolo, rumorosamente, il fracasso si
unì a
quello prodotto dai bicchieri di cristallo in frantumi e dal tonfo del
legno
contro il pavimento.
“Difenditi,
assassina.
Lo so che sei qui per uccidermi!” tuonò.
Sakura
era balzata
dalla sedia, si era acquattata a terra e aveva estratto la pistola
dalla
borsetta. Lanciò quest’ultima contro Madara e
scattò, mettendosi a correre.
Madara sparò
un’altra volta, il proiettile colpì in pieno
una porta e mandò il legno in frantumi.
Sakura si sfilò
le scarpe con il tacco, sentiva i piedi
dolere.
“È
davvero un peccato doverti uccidere, sei un tale
bocconcino” disse Madara.
Avanzò di un
paio di passi, stringendo il calcio della pistola.
Il suo impermeabile nero ondeggiava ad ogni suo passo.
“Pensavi davvero
che non avessi capito che una ragazza come
te non poteva essere la sciocca che si fingeva? Chi ti manda? Gli
Uzumaki? Non
dirmi addirittura i Senju, non sarebbe da loro”. La sua voce
possente risuonò
nel corridoio.
Un rivolo di sudore scese
lungo la schiena di Sakura. La
giovane si appiattì contro la parete e socchiuse gli occhi,
le sue iridi verde
smeraldo si erano scurite. Il suo vestito nero a pezzo unico era madido
di
sudore e le aderiva alla pelle chiara.
Madara svoltò
davanti a lei, la giovane balzò e lo raggiunse
con un calcio al mento, facendogli gettare indietro la testa. In
volò sparò,
Madara spostò il capo schivando il proiettile, sentendo le
orecchie fischiare.
L’afferrò con una mano al collo e
l’abbatté contro la parete, il tatuaggio a
forma di drago sul suo collo muscoloso era ben visibile.
Madara la sentì
gemere, con un gesto fulmineo le puntò la
pistola alla tempia.
“Getta la tua
arma” ordinò.
Sakura obbedì e
digrignò i denti.
“Se pensi che ti
dirò chi sono i miei mandanti, t’illudi.
Sono una professionista” sibilò.
Madara batté le
palpebre.
“Veramente il
tuo silenzio mi ha dato parecchie risposte.
Non mi serve torturarti per avere ciò che voglio, ma stai
tranquilla, che se
avessi voluto farti parlare, ci sarei riuscito senza
problemi” mormorò roco.
“Allora vuoi
uccidermi?!” gridò Sakura.
“Oh, quando ti
ho invitata a cena, ti ho fatto delle
promesse. Mi sono documentato su di te, lavori su commissione e sei
stata
cresciuta in strada.
Io posso offrirti qualcosa
di meglio” ribatté Madara,
allentando la presa sul collo di lei.
“Vuoi che lavori
per te?” chiese Sakura, boccheggiando.
Ingoiò aria rumorosamente, i segni delle dita di lui le
erano rimasti sulla
pelle.
“Voglio che tu
sia mia. Non invito le mie killer nel mio
appartamento per i festival” ribatté secco Madara.
“T-tu…”
farfugliò Sakura.
Madara premette le sue
labbra su quelle di lei, con furia,
mozzandole il respiro.
“Rifiuti?”
sibilò.
“Per morire? Non
ci tengo, preferisco accettare, ma ho
intenzione anche di continuare a uccidere” ribatté
lei. Le sue labbra erano
arrossate.
Madara la
lasciò andare, Sakura cadde a terra in ginocchio e
boccheggiò.
“Quello era
sott’inteso, voglio una donna, non una
smidollata” sibilò. Le porse la mano e Sakura
l’afferrò, Madara la rimise in
piedi con un rude strattone.
“Certo che i
tuoi inviti sono movimentati” borbottò Sakura.
Madara scoppiò
a ridere.
“E per la notte
di Tanabata
sono anche romantico, pensa per le altre”. Le fece
sapere con tono ilare.