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Autore: hogvwartss    18/07/2017    1 recensioni
"Per qualche secondo, prima che l'altro se ne rendesse conto, Scorpius si fermò a guardare Albus. Ormai lo aveva capito, anzi probabilmente l'aveva sempre saputo: Scorpius Malfoy era innamorato di Albus Potter."
Albus Potter e Scorpius Malfoy, entrambi Serpeverde, sono al loro ultimo anno ad Hogwarts e finalmente Scorpius decide di rivelare il suo più grande segreto al suo migliore amico.
Genere: Angst, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Albus Severus Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Albus Severus Potter/Scorpius Malfoy
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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“Cosa?” probabilmente Scorpius urlò queste parole mentre prendeva la mano di Rose Weasley. “Come è successo?! Dov'è adesso? Sta bene? E' vivo?” Rose sembrava aver perso il dono della parola. Tremava tutta, da capo a piedi, e le scendevano ancora più lacrime dagli occhi. Albus era morto? Stava morendo? Sentì le proprie gambe cedergli sotto il suo peso. Cosa avrebbe fatto se Albus fosse morto?

Senza che se ne accorgesse, una figura si avvicinò a loro, anche questa con gli occhi dipinti di rosso e le lacrime che gli scendevano dal viso. Accarezzò dolcemente la testa di Rose e strinse la spalla di Scorpius.

“Andrà tutto bene” disse Harry Potter togliendosi gli occhiali e asciugandosi gli occhi. “L'avevano trovato dei Babbani e l'avevano portato ad un ospedale babbano, ma quando ci hanno chiamato l'abbiamo spostato al San Mungo e.. si rimetterà.”

“Dove è stato trovato?” chiese Scorpius mentre cercava di calmare le sue lacrime. Un peso gli era stato tolto dal petto. Era vivo. Ce l'avrebbe fatta. Avrebbe potuto vederlo? Avrebbe permesso a Scorpius di andarlo a trovare in ospedale? Aveva bisogno di vedere i suoi occhi aperti, sentirlo respirare, vedere il petto alzarsi e abbassarsi lentamente. Sapere che era vivo.

“A-A Green Park..” disse Harry rimettendosi gli occhiali. “H-Ha cercato di impiccarsi ad un albero. E' stato tutto così veloce che inizialmente nessuno s'è n'è accorto.”

“Green Park? Ma..” iniziò a dire Scorpius, ma preferì rimanere zitto.

“E' dove ti ha attaccato.” intervenne Rose mentre anche lei cercava di riprendersi e calmarsi. Prese la mano di Scorpius e la strinse forte. Harry non disse niente ma salutò i due e se ne andò.

“Scorpius..” lo chiamò Rose. Lui sembrava essere andando in tilt: non riusciva a muoversi, riusciva solo a immaginare il corpo di Albus, il suo collo stretto ad una corda, mentre penzolava da un albero.

“Pensi sia stata colpa mia? Tutto è partito da quando io gli ho detto che sono gay..”Non gli sembrava possibile. Non gli sembrava il tipo di persona che volesse uccidersi. Non poteva essere quella persona. Se era in quel parco, significava che quell'atto aveva qualcosa a che fare con Scorpius? Se potesse tornare indietro, gli direbbe ugualmente la verità, anche con la consapevolezza che ciò avrebbe potuto portare al suo tentato suicidio?

“I-Io.. Non lo so, Scorpius. Era lui che non ti accettava e non si accetta.” sospirò Rose. “Come può essere colpa tua? E' stata una sua – stupida – decisione.”

 

Albus sarebbe rimasto in osservazione una settimana al San Mungo e, a quanto aveva detto Rose, nessuno tranne la sua famiglia venne a trovarlo. Solo in quel momento, Scorpius venne a saper che Albus era tirocinante proprio all'ospedale magico, ma non aveva legato con nessuno degli altri tirocinanti. Scorpius decise che doveva andarlo a trovare: non gli importava che Albus non fosse venuto quando lui era in ospedale – ed ne era stata anche la causa – ma lui doveva andarci, doveva assicurarsi che tutto andasse bene. Le parole rassicuranti di Rose non gli bastavano.

Arrivato, però, davanti all'ospedale ebbe paura. Se Albus l'avesse attaccato in qualche strano modo? Avrebbe contrattaccato contro un malato seduto in un letto d'ospedale?

“Sto cercando Albus Potter..” disse alla ragazza delle informazioni, quando, dopo una buona mezz'ora, si decise a entrare. Lei gli sorrise e lo condusse verso la stanza 128. La donna lo lasciò lì, sorridendo. La porta era socchiusa e non c'era nessun rumore proveniente da lì. Stava forse dormendo?

“Sento che c'è qualcuno, lì.. Chi è? Greg?” disse la sua voce, esattamente come la ricordava. Una voce amichevole, senza odio, solo la sua voce. Scorpius indietreggiò leggermente. Sentire che stava bene gli sarebbe bastato? Avrebbe potuto andarsene ora?

No.

Aveva bisogno di vederlo, di parlarci, di capire.

Aprì di più la porta ed entrò nella stanza luminosa. Albus era nel letto e guardava l'intruso con sguardo perplesso e triste.

“Mi chiedevo quando saresti venuto.” La sua voce era ancora quella di prima, amichevole e dolce. La voce che lui aveva imparato così tanto ad amare. “Siediti pure.”

Scorpius, che ancora non aveva detto nulla si sedette sulla poltroncina vicino al letto. Aveva la bacchetta infilata nella gamba: gli sarebbe bastato alzare di poco i pantaloni e l'avrebbe presa in caso di emergenza. Si sentiva terribilmente ingenuo perchè era convinto che non ce ne sarebbe stato bisogno. Albus, però, negli ultimi incontri non era stato molto gentile, però aveva comunque speranza. Speranza nel cambiamento.

“Cosa mi racconti?” chiese Albus. Scorpius aveva la bocca impastata, non riusciva a parlare. “Il gatto ti ha mangiato la lingua, Scorpius?”

“Ehm, no.” Scorpius si raschiò la gola, cercando qualcosa da dire. Tutto era molto strano, bizzarro. “Forse sarebbe meglio parlare di te.. Come stai? Ti senti meglio?”

“Decisamente! Non so perchè sono ancora qui.” Albus rise. “Insomma, sono solo stato picchiato da un Babbano impazzito!”

“Cosa?” ora Scorpius era decisamente confuso. Un Babbano lo aveva attaccato? Lo stava prendendo in giro? Albus aveva ancora un leggero segno intorno al collo, qualcosa che probabilmente sarebbe sparito con il tempo.

“Ma sì! Ero a Green Park – ancora non ci credo che ci sono andato per la prima volta senza di te, scusami – e questo Babbano mi si avvicina e mi dice che ero il ragazzo con cui la sua ragazza l'ha tradito e mi ha iniziato a picchiare. Chissà chi era la ragazza in questione.. io punto su Morgan. Te ne ho parlato no? La bella bionda che ho incontrato al pub il mese scorso?”

Albus continuò a blaterare finchè venne interrotto dall'entrata nella stanza di Rose. Aveva il viso arrossato e gli occhi preoccupati. Guardò Scorpius e poi Albus.

“Ciao, cuginetta! Come stai? Hai visto chi ha deciso di farsi vivo?” disse Albus riferendosi a Rose, ancora ferma davanti alla porta. Non si degnò nemmeno di rispondere al cugino e chiese gentilmente a Scorpius di uscire un secondo dalla camera. Il ragazzo si alzò e uscì nel bianco corridoio ospedaliero chiudendo dietro di sé la porta della stanza. Rose si stava passando una mano tra i capelli rossi e stava facendo avanti e indietro nel corridoio.

“Rose, che succede?” chiese Scorpius e lei finalmente si fermò.

“Perchè sei qui? Eh? Perchè?” urlò lei, arrabbiata. “Qualcuno ti ha dato il permesso di venire, Scorpius? Perchè devi sempre fare tutto ciò che non ti viene chiesto?”

“Rose..”

“No! Zitto! Non hai il diritto di parlare adesso!” I suoi occhi avevano iniziato a riempirsi di lacrime. “E' colpa tua! Tutta colpa tua!”

“Dimmi cosa è successo!”

Rose si legò velocemente i capelli sopra la testa e si asciugò le lacrime agli occhi. Prese Scorpius per un braccio e lo allontanò ancora di più dalla stanza fino ad una sala d'aspetto vuota. Rose si sedette su uno dei divanetti, ma le sue gambe continuavano a muoversi dall'alto verso il basso, nervosamente.

“Allora?” chiese Scorpius sedendosi a sua volta, ma lontano dalla ragazza. “Che gli è successo?”

“Ha lasciato un biglietto. Era nella tasca dei suoi jeans” ribattè lei, cercando di mantenere la calma ma con le gambe che non la smettevano di muoversi e con lo sguardo fisso al pavimento. “Sai cosa ha fatto? Si è Obliviato da solo!”

Scorpius si alzò in piedi senza neanche accorgersene. “Cosa? Come? Perchè?”

“Nel biglietto lui diceva che voleva dimenticare ciò che lo aveva fatto soffrire nell'ultimo anno.” Rose rise istericamente. “Non vedo cos'altro possa essere se non tu.”

Scorpius si mise una mano tra i capelli. Albus aveva dimenticato tutto? Tutto ciò che c'era stato? Tutto quanto? Da quando gli aveva dato del frocio a quando l'aveva fatto picchiare dai suoi amici? Credeva che fossero ancora amici. Era positivo o negativo? Non sapeva cosa pensare. Aveva appena parlato con Albus come se fossero ancora amici ed era stavo piacevole, fantastico. Si può essere amici se uno dei due nasconde un grande segreto?

“E' più felice, adesso.” disse Scorpius alla fine. “Me ne andrò, Rose. Non ti preoccupare. Farò in modo di non dovergli mai parlare, di non doverlo mai vedere. Sarà lo stesso Albus felice e sorridente di prima.”

Rose lo osservò per qualche secondo e poi annuì. Scorpius si girò e uscì dall'ospedale pieno di rimorsi. Forse però era meglio così. Albus sarebbe stato più felice senza di lui, senza tutta l'omosessualità che emanava.

Arrivato a casa si distese sul letto. Aveva bisogno di pensare. Albus non ricordava nemmeno il loro primo e unico bacio. Viveva in un suo mondo personale dove loro due erano sempre rimasti amici e probabilmente si erano leggermente allontanati con l'inizio della carriera lavorativa. Per Albus era un bel mondo, per Scorpius un inferno – forse –.

Scorpius prese una pergamena e si mise a scrivere a Julie e Mandy ciò che era successo e poi lasciò che Valjean partisse con le due lettere.

Cosa ne sarebbe stata della sua vita adesso? A causa di una piccola ma enorme decisione di Albus, la sua vita ora sarebbe completamente cambiata. Tutta la sua esistenza sarebbe stata diversa.

 

Valjean tornò diverse ore dopo, quando il sole era già calato da qualche ora ma Scorpius osservava il soffitto, pensieroso. Il piccolo gufo aveva nel becco due buste che posò sul petto del ragazzo. In quel momento, però, entrò un altro gufo dalla finestra: era grigio, sembrava piuttosto anziano e anch'esso aveva una busta. Il ragazzo si alzò per prendere anche quella e coccolò il gufo per qualche attimo prima che volasse via, mentre Valjean si depositò nella sua gabbia a sonnecchiare.

Le prime due lettere erano le risposte di Julie e Mandy. Entrambe avevano ricevuto un gufo da Rose il giorno stesso in cui era stato trovando il pezzo di carta nei jeans. Non sembravano particolarmente arrabbiate con lui – diversamente da Rose – anzi, sembravano preoccupate per lui. La terza lettera era da parte di Albus:

 

Scorpius Malfoy!

Dove sei finito? Quando Rose è rientrata in camera era sola e non mi ha voluto dire dove fossi andato. Era da parecchio che non ci vediamo, che ne dici se quando esco ci troviamo per una Burrobirra come ai vecchi tempi di Hogwarts?

 

Albus Potter

 

Scorpius osservò la lettera, la rilesse diverse volte. Non poteva rispondere: aveva promesso a Rose che uscito da quell'ospedale non avrebbe più avuto alcun contatto con Albus. Mai più.

Prese comunque una pergamena e iniziò a scrivere una risposta. Poi non la mando, disse a sé stesso, anche se non ne era così sicuro.

 

Caro Albus,

mi hanno chiamato urgentemente al lavoro e sono dovuto scappare via. Qualcosa mi dice che Rose non approva molto che ci vediamo, però.. ne sai il motivo?

Per la Burrobirra ci sto!

 

Scorpius Malfoy

 

Piegò in quattro la pergamena e senza pensarci la diede a Valjean che volò via.

Ciò che aveva scritto non lo rendeva fiero. Aveva fatto un po' lo stronzo nei confronti di Rose e forse lei non se lo meritava. Infondo, prima, all'ospedale, era solo turbata. O era davvero arrabbiata con lui? Lo incolpava davvero del fatto che Albus si fosse Obliviato quando inizialmente, riguardo tutta la questione, aveva detto che era stata una scelta di Albus. Anche usare un Incantesimo di Memoria su sé stesso, rimaneva una scelta di Scorpius. Scorpius non ne aveva niente a che fare.

Si addormentò con questo pensiero, sperando di ritrovare una risposta da Albus il mattino seguente.

  
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