Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: emylee    19/07/2017    6 recensioni
Dopo la Battaglia di Hogwarts, Harry si ritrova a vivere quasi peggio di un Magonò, perché la sua magia sembra essersi spenta. Per vivere finalmente una vita normale, decide di abbandonare il Mondo Magico e fare il Babbano in una nuova città.
Ma... sorpresa! Forse è ancora accesa una fiammella, da qualche parte.
Si avvicinò al gufo e notò praticamente subito il pezzo di pergamena arrotolata e attaccata alla zampina. Senza perdere tempo, lesse velocemente il messaggio al suo interno e non poté fare a meno di sbiancare. Accartocciò la pergamena e la pestò sotto ai piedi, sperando che sparisse.
So dove vivi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Hundred sea'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A



Passavano i giorni, e Harry non riusciva a togliere le mani di dosso a Draco per più di cinque minuti, quando erano da soli nelle mura sicure di casa sua. Non che fuori riuscisse a stargli lontano comunque, tanto che ormai chiunque, a lavoro, si erano resi conto che il bel turista biondo non era semplicemente un vecchio amico di Harry, ma qualcosa in più. Essendo un paese perlopiù abitato da vecchietti e proprietari di lidi e spiagge, non tutti vedevano di buon occhio il loro essere innamorati – lo erano – ma erano persone gentili e non ricevevano alcuna lamentela o frecciatina, non troppo pesante almeno, e in ogni caso Harry cercava di essere il più discreto possibile, anche se era così difficile resistere dal baciarlo quando entrava nella Libreria Caffè il sabato mattina e limitarsi ad un caldo sorriso che Draco, comunque, sembrava apprezzare.

Non passarono che poche settimane prima che Draco lo trascinasse tra i piaceri del sesso. In quel caso, Harry era davvero senza alcuna esperienza – essere stato un adolescente con il fiato della morte costantemente sul collo non aveva aiutato la sua vita sessuale, peggio di quella sentimentale – ma era stato ben contento di imparare, anche se con un po' di ritardo, e Draco sembrava molto disposto ad essere il suo insegnante. Finalmente, intese quelle battute o precisazioni che spesso faceva con quel sorriso di chi la sapeva lunga ma che lui non capiva, quando Draco si inginocchiò davanti a lui ma non per chiedergli scusa, e quando fu il turno di Harry di piegarsi ma non per ringraziarlo. Dopo una settimana dove Draco sgattaiolava fuori Hogwarts tutte le notti per fare sesso con lui e dormire al suo fianco un paio d'ore, Harry aveva un mal di schiena atroce causato dall'essere stato troppo tempo... piegato.

Un sabato di inizio Aprile, una delle vecchiette solite della Libreria Caffè si avvicinò a lui con passo lento, mentre stava porgendo un caffè a Draco che la notte prima era rimasto a dormire da lui e aveva fatto le ore piccole. «Giovanotti,» cominciò, lanciando occhiate un po' indispettite verso la quasi invisibile carezza che Draco gli aveva dato al fianco per ringraziarlo, «non siamo troppo bigotte, e capiamo che siete innamorati, però potreste essere più discreti? Siamo nate in altri tempi, noi povere vecchiette, non siamo abituate a certe... cose.»

Harry arrossì e si scusò mortificato, «Certo, signora, chiedo scusa.»

«Era solo una carezza,» obiettò invece Draco, sembrando persino più indispettito della vecchietta, «non era niente di scandaloso.»

Stava per dirgli di piantarla perché era pur sempre una cliente, ma la vecchietta gli parlò sopra. «È comunque troppo, ragazzo. Due uomini sono strani da vedere insieme, cerchi di capire.»

«Da dove vengo io, due uomini e due donne possono tranquillamente rapportarsi, sposarsi e avere figli. Sto cercando di capire, ma se neanche lei cerca di capire il nostro punto di vista, a questo punto non mi limiterò a dargli solo una carezza.»

«Draco, basta!» lo ammonì, notando che si stava scaldando ed esagerando, poi si scusò di nuovo con la vecchietta e la accompagnò al suo tavolo insieme alle sue amiche coetanee, che avevano osservato tutta la scena sparlando tra loro.

Quando tornò dietro al bancone, Draco riprese a lamentarsi, «Come se fosse stato davvero qualcosa di scandaloso. Per Salazar, era solo una carezza, non un pompino.»

«Abbassa la voce.» lo ammonì di nuovo, ma non riuscì a dargli torto perché anche lui era piuttosto infastidito da un comportamento del genere. Ma era pur sempre una donna di una certa età, non poteva mettersi a litigare su questioni del genere – finche avrebbe potuto ottenere anche più di una carezza nel privato, non gli importava se in pubblico avrebbe dovuto sopportarne la mancanza. «Non vorrei essere cattivo, Draco, ma queste... incomprensioni bigotte non sono molto differenti da quelle tra Purosangue e Mezzosangue nel Mondo Magico, quindi dovresti capire.»

Draco aggrottò solo le sopracciglia, ma non disse più nulla. Si mise seduto sullo sgabello vicino al bancone a sorseggiare il suo caffè, mentre Harry gli metteva un vassoio con dei piccoli biscotti alla cannella di fronte. Quando Draco disse che erano ottimi, borbottando ancora offeso, Harry fu ancora più convinto che, forse, il tea alla cannella gli sarebbe decisamente piaciuto.

Quando vide l'espressione di Draco tornare ad addolcirsi, Harry chiese: «È vero quello che hai detto prima?»

Aveva detto che nel Mondo Magico due persone dello stesso sesso potevano sposarsi e avere una vita insieme, e che era del tutto normale. Se fosse davvero così, la sua decisione di restare per sempre nel mondo Babbano avrebbe vacillato, e temeva che avrebbe poi ceduto all'ennesima tentazione che no, non poteva permettersi.

Draco posò lo sguardo su di lui e sorrise, «Non mento mai, Potter.»

Sapeva che Draco, ormai, continuava a chiamarlo Potter non in modo dispregiativo ma più per un segno di appartenenza. Era, probabilmente, l'unico che ancora lo chiamava per cognome, o Potty, e ne era molto fiero. Nel privato, era un altro discorso. «Quindi, due Maghi possono sposarsi? Anche due Purosangue?»

«Beh, sì. Nella mia famiglia ci sono stati molti casi, è del tutto normale.»

«E per gli eredi come fate? Cioè, per la purezza del sangue e tutto il resto...»

Draco lo guardò e sbatté le palpebre, particolarmente confuso. «Pensavo che a questo punto, Potter, tu abbia capito come si fanno i bambini, no? O devo spiegartelo? Se vuoi te lo mostro, ancora, non ho problemi, ma quella vecchietta laggiù sicuramente avrà da ridire non appena–»

«So come si fanno i figli!» per fortuna, si ricordò di non urlare, dato che, nonostante la poca quantità di clienti, si trovava ancora a lavoro, «Ma due Maghi, due maschi non possono mica, che ne so, restare incinti!» Quella parola sembrava così strana detta ad alta voce che non riuscì ad evitare di fare una smorfia.

«Oh. Non lo sai? Un Mago può generare figli.»

Lo guardò come se avesse detto la barzelletta più bella di tutti i tempi ma che lui non aveva proprio capito. Se un Mago poteva restare incinto, e da quello che aveva intuito dal discorso generale facendo normalmente sesso, sesso che loro due avevano fatto quasi ininterrottamente per quasi un mese, voleva dire che...

Si portò una mano sullo stomaco, sentendolo sottosopra. «Draco...»

Lo sguardo che Draco gli rivolse fu triste e dolce allo stesso tempo, come se si stesse preparando a dover consolare un bambino che stava per scoppiare a piangere dopo essersi sbucciato un ginocchio, «Harry,» cominciò, «non puoi aspettare un bambino. Per far in modo che due Maghi producano un erede, c'è bisogno della magia di entrambi: lo sperma magico feconda l'ovulo che la magia del ricevente crea, e insieme creano un ambiente adatto alla crescita del feto. Tu non hai magia.»

«Oh.» riuscì solo a dire.

Gli diede le spalle e si avvicinò al lavabo, sciacquando le tazzine e i piattini usati. Gli occhi pizzicavano in modo crudele, e si stupì quando, alla fine, davvero scoppiò a piangere lì, davanti a tutti. Era dalla morte di Sirius che non versava neanche una lacrima. Riuscì a nascondersi coprendo il viso con i capelli, ma non capì se ci fosse riuscito o no. Si asciugò gli occhi e il naso con la manica, sapendo già che Draco gli avrebbe fatto una bella ramanzina per aver imbrattato così la maglietta, ma proprio non riusciva a smettere. Era deluso e frustrato, perché neanche quella gli era andata bene – nella sua vita non era andato mai bene niente. L'unica cosa bella che gli era capitata era, senza ombra di dubbio, la presenza di Draco che, nonostante tutti i suoi difetti e nonostante tutte le cose che stava rinunciando per colpa sua, ancora restava al suo fianco.

«Harry.» Si ritrovò Draco accanto pochi secondi dopo, una mano dietro la schiena e il viso piegato cercando di guardargli la faccia che continuava a nascondere. Aveva il respiro pesante, cercava di non singhiozzare, e Draco tentava di tranquillizzarlo, «Non credevo la prendessi così male, non te lo avrei detto altrimenti. Smettila di fare la mammoletta, sei un Babbano adesso, no?»

«Sono un Babbano perché ho perso la magia, non perché sono nato così. Io... avrei potuto, un giorno... invece questa è l'ennesima cosa che, per colpa mia, tu...»

«Potter, smettila, davvero. Non ti riconosco, sai bene che se mi fosse interessato non sarei qui, quindi basta–»

«Va tutto bene? Harry?» Vivianne, che stava rimettendo nel proprio posto i libri in disordine, si avvicinò con su un'espressione preoccupata. Guardò Draco, «Avete litigato?»

Harry alzò gli occhi e vide Vivianne con dietro di lei le vecchiette di prima che si erano avvicinate per vedere cosa era successo. Andò nel panico, sentendo la vergogna salire per essere crollato così stupidamente lì davanti a tutti. Neanche lui si riconosceva in quel momento, cosa gli era preso? Con tutte le delusioni che aveva avuto nell'ultimo anno, quella non era neanche la peggiore – insomma, non credeva che i maschi potessero avere dei figli, ci aveva già messo una pietra sopra quando si era ritrovato innamorato di Draco – quindi, perché? Probabilmente aveva accumulato troppo e adesso non ce l'aveva fatta più. Era strano comunque, non era da lui. Hermione, se lo avesse visto in quello stato, avrebbe controllato se non fosse malato o non fosse stato maledetto in qualche modo.

«Va tutto bene, scusatemi.» cercò di sorridere e si asciugò le ultime lacrime. Draco non gli disse neanche niente, quando si pulì il naso con la manica della maglietta, ma si limitava a fissarlo colpevole, «Ho avuto un attimo di... credo di non essere molto in forma. È passato, non succederà più, scusate.»

«Non ti preoccupare, vuoi tornare a casa? Non è un problema, qui posso gestirlo da sola per oggi. Così torni lunedì che sei già in forma e recupererai le ore perse.» Vivianne gli fece l'occhiolino, ma persino Harry si accorse che era visibilmente preoccupata. Per Diana, aveva fatto preoccupare mezzo paese con la sua crisi isterica!

«Lo porto a casa io.» disse Draco, prendendogli il braccio come se avesse timore dovesse cadere da un momento all'altro.

«Ma sto bene–»

Vivianne li buttò fuori quasi a calci, «Non ti voglio vedere prima di lunedì!»

Tornarono a casa nel silenzio più assoluto, ma quella stessa sera Draco gli chiese scusa, inginocchiandosi a modo suo, e tutta la delusione che aveva provato quel giorno era passata in secondo piano.

  
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: emylee