Elizabeth
Pov
Era
il 24 Novembre, il giorno della prima prova.
Da quando avevo avuto la conferma che sarei stata costretta a
partecipare al
torneo Tremaghi avevo pensato che mi sarei sentita sopraffatta
dall’ansia
quando avrei dovuto affrontare le prove del torneo dinnanzi agli
studenti di
tre scuole di magia, e invece mi sentivo stranamente isolata da tutti,
sia che
mi augurassero buona fortuna sia che sibilassero «Teniamo
pronta una scatola di
fazzoletti, Potter» al mio passaggio.
Grazie
ad Harry mi sentivo pronta ad affrontare quel drago, che con la sfiga
che mi
portavo appresso ero sicura si sarebbe trattato sicuramente dello
Spinato.
Il
pensiero ritornò immediatamente alla scena che avevo visto
in compagnia di
Hagrid e rabbrividii.
FLASHBACK
Qualche
settimana prima della prima prova mentre camminavo per i corridoi vidi
Hagrid
che, dopo essersi guardato intorno circospetto, mi si
avvicinò e mi disse in un
sussurro cosí sommesso che riuscii a sentirlo appena
«Beth, ci vediamo stanotte
a mezzanotte alla mia capanna. Mettiti il mantello».
Quella sera alle undici e mezzo feci finta di andare a dormire presto,
indossai
il Mantello dell'Invisibilità, sgattaiolai fuori la sala
comune e attraversai
il castello.
Il
parco era molto buio cosí percorsi il prato in discesa
puntando alle luci che
brillavano nella capanna di Hagrid.
Bussai
due volte.
«Sei
tu, Elizabeth?» sussurrò Hagrid, aprendo la porta
e guardandosi attorno.
«Sì» risposi, scivolando all'interno
dell’abitazione e sfilandomi il mantello
dell’invisibilità di dosso. «Che cosa
succede?»
«C'è
una cosa che devo farti vedere» disse Hagrid.
Era
terribilmente agitato. All'occhiello esibiva un fiore che assomigliava
a un
enorme carciofo. Sembrava che avesse smesso di usare la morchia, ma
evidentemente aveva cercato di pettinarsi, perché distinsi i
denti spezzati del
pettine impigliati nella sua chioma.
«Vieni
con me, fai pianino e stai coperta» disse Hagrid uscendo
dalla capanna e
addentrandosi nella notte «Non portiamo Thor, a lui non ci
piacerebbe...»
Mi affrettai a seguirlo scomparendo nuovamente sotto il mantello e, con
mia
grande sorpresa, scoprii che Hagrid mi guidava verso la carrozza di
Beauxbatons.
«Hagrid,
che cosa...?»
«Sssst!» disse Hagrid, e bussò tre volte
alla porta effigiata con le bacchette
d'oro incrociate.
Fu Madame Maxime ad aprire.
Attorno
alle spalle massicce portava uno scialle di seta.
Sorrise
quando vide Hagrid.
«Ah.
Agrìd... è ora?»
«Bonsuàr»
disse Hagrid con un sorriso radioso, e le porse la mano per aiutarla a
scendere
i gradini d'oro. Madame Maxime si richiuse la porta alle spalle, Hagrid
le
offrí il braccio e i due si incamminarono costeggiando lo
steccato che ospitava
i cavalli alati giganti di Madame Maxime, mentre io, completamente
sbalordita,
correvo per tenere il loro passo.
Hagrid
aveva voluto mostrarmi Madame Maxime? Potevo vederla tutte le sante
volte che
volevo... non era proprio difficile da individuare... Ma pareva che ci
fosse
una sorpresa anche per Madame Maxime, perché dopo un po'
disse in tono giocoso:
«Dove mi stai portondo, Hagrid?»
«Ti
piacerà» rispose Hagrid burbero. «Ne
vale la pena, credimi. Solo che non devi
dire a nessuno che te li ho fatti vedere, d'accordo? Non dovresti
saperlo».
«Certo che no» disse Madame Maxime sbattendo le
lunghe ciglia nere.
Proseguirono, ed io diventai sempre più sbalordita
mentre trotterellavo
dietro di loro. Finalmente, dopo esserci allontanati lungo i confini
della
Foresta al punto che il castello e il lago non erano più
visibili -
sentii qualcosa. C'erano degli uomini che gridavano
laggiù... poi si udì
un ruggito assordante, da spaccare i timpani... Hagrid guidò
Madame Maxime
oltre una macchia di alberi e si arrestò.
Mi
affrettai ad affiancarli - per un istante credetti di vedere dei
falò, e degli
uomini che correvano tutto intorno - e poi rimasi a bocca spalancata.
Draghi.
Una
consapevolezza mi investí in pieno e mi paralizzai sul posto.
Erano
la prima prova.
FINE
FLASHBACK
Naturalmente,
non ci avevo pensato due prima di avvertire Cedric della nuova
scoperta. Avevo
dato per scontato che, poiché Madame Maxime e Karkaroff, che
avevo visto in
giro nei pressi dei draghi, erano a conoscenza della prova non
avrebbero
esitato a dirlo anche ai loro campioni, per cui mi sembrava corretto
che anche
Cedric ne fosse informato, cosí almeno saremmo partiti tutti
con le stesse
possibilità di vittoria.
La
mattinata proseguí tranquilla, anche se Hermione fece di
tutto per alimentare
la mia ansia ripetendomi tutti gli incantesimi che avevamo imparato
insieme che
sarebbero potuti tornarmi utili per affrontare il drago, nel caso il
piano
originale fosse andato storto.
Grazie
agli allenamenti con Harry eravamo diventate entrambe piú
agili e forti, anche
se il nostro nucleo magico non si era ancora sviluppato del tutto.
Da
come Harry ci aveva spiegato, se fosse stato lui a dover affrontare il
drago,
poiché aveva avuto un addestramento fisico e mentale ed il
suo nucleo magico
era molto piú potente del nostro, avrebbe potuto
semplicemente attivare uno
scudo superiore intorno a lui che lo avrebbe difeso dalle fiamme e
dagli
attacchi fisici del drago nel mentre si accingeva ad impadronirsi
dell’uovo.
Nel
mio caso, invece, non ero abbastanza forte per attivare uno scudo tale
da
proteggermi sia dalle fiamme che dagli attacchi del drago, quindi avrei
dovuto
optare per uno scudo meno potente che mi avrebbe protetta dalle fiamme,
e nel
mentre appellare la mia scopa e conquistare l’uovo grazie
alla mia bravura nel
Quidditch.
Un
piano semplice e lineare, senza troppi fronzoli.
Ci
avevo messo parecchie settimane per perfezionare lo scudo superiore in
quanto,
come mi disse in seguito Harry, era da livello indicibile, ma dopo
numerosi
tentativi ero riuscita finalmente ad uscire indenne dalle fiamme create
da lui,
e dopo imparare l’incantesimo di appello fu davvero molto
facile.
Sapevo
che avrei visto i miei genitori dopo la prima prova, e non vedevo
l’ora di
vedere le loro espressioni stupefatte dopo la dimostrazione del mio
livello di
abilità magico con il drago. Anche se ero piú
curiosa della faccia di mio padre
di fronte ai risultati dei nostri allenamenti estivi con la scopa.
Mi
avevano già mandato i loro ‘in bocca a
Remus’ (questo papà, la mamma mi aveva
detto di dare forfait se le cose si mettevano male), e mi avevano
assicurato
che anche Remus e Sirius sarebbero stati presenti.
Avevo
ricevuto dei ‘buona fortuna’ anche da parte loro,
naturalmente, però dalle
lettere mi erano sembrati preoccupati per qualcos’altro
piú che per la mia
incolumità, quindi sperai solo che non fosse successo nulla
di grave.
A
pranzo mi ritrovai circondata, come sempre negli ultimi tempi
d’altronde, da
Harry ed Hermione, mentre i gemelli, posizionati davanti a me, si
stavano
esibendo nel loro repertorio migliori di battute per distrarmi dal
pensiero
della prima prova.
Stavo
ancora ridendo quando vidi la professoressa McGranitt che mi correva
incontro
nella Sala Grande, ed un po’ d’ansia
iniziò a salirmi a quel punto.
«Potter,
i campioni devono venire giù nel parco adesso... dovete
prepararvi per la prima
prova».
«Va
bene» dissi alzandomi, mentre la forchetta cadeva nel piatto
con un tintinnio.
«Buona fortuna, Elizabeth » sussurrò
Hermione, esprimendo preoccupazione
nonostante tutto. «Andrà tutto bene!»
«Ne
sono certo anch'io.» intervenne Harry, e il suo commento mi
diede una carica
che mi rassicurò piú delle parole di Hermione.
Uscii
dalla Sala Grande assieme alla professoressa McGranitt, e vidi che
quasi non
sembrava lei; in effetti, era preoccupata quasi quanto Hermione.
Mentre
mi scortava giù per i gradini di pietra mi posò
una mano sulla spalla.
«Ora, non farti prendere dal panico» disse,
«cerca di restare distaccata...
abbiamo maghi a disposizione per controllare la situazione se sfugge di
mano...
la cosa più importante è che tu faccia meglio che
puoi, e nessuno penserà male
di te... ti senti bene?»
«Si.»
mi sentii rispondere «Sono pronta a tutto, non si preoccupi
professoressa.»
Eppure
quelle parole invece di tranquillizzarla sembrano agitarla ancora di
piú.
Mi
stava guidando verso il luogo in cui si trovavano i draghi, lungo il
limitare
della Foresta, ma quando ci avvicinammo alla macchia di alberi oltre la
quale
vi era la recinzione che li conteva potei vedere che era stata eretta
una tenda
per nasconderli.
«Devi entrare là con gli altri campioni»
disse la professoressa McGranitt con
voce piuttosto tremante, «e aspettare il tuo turno, Potter.
Il signor Bagman è
là dentro... ti spiegherà la... la procedura...
buona fortuna».
«Grazie»
dissi con voce sorda e distante, l’agitazione che iniziava a
farsi sentire.
Lei
mi lasciò all'ingresso della tenda ed io entrai.
Fleur Delacour era seduta in un angolo su un basso sgabello di legno.
Non
sembrava affatto calma come al solito, ma era pallida e sudaticcia.
Viktor
Krum sembrava anche più arcigno del solito, ma io supposi
che fosse il suo modo
di manifestare la tensione.
Cedric
camminava avanti e indietro.
Al
mio ingresso mi rivolse un sorrisetto, che ricambiai.
«Elizabeth!
Ehilà!» disse Bagman allegro, voltandosi a
guardarmi. «Entra, entra, mettiti
comoda! Be', ora che ci siamo tutti è giunto il momento di
informarvi!» disse
Bagman in un tono vivace che mi fece alzare un sopracciglio per quanto
fosse
inopportuno.
«Quando
il pubblico avrà preso posto, vi consegnerò
questa borsa» - mostrò un sacchetto
di seta viola e lo scosse - «da cui estrarrete a turno un
modellino della cosa
che state per affrontare! Ce ne sono diversi - ehm - tipi, sapete. E
devo dirvi
anche qualcos'altro... ah, sì... il vostro compito e
impadronirvi dell'uovo
d'oro!»
E
in un attimo, si udirono centinaia e centinaia di paia di piedi al di
là della
tenda, mentre i loro proprietari parlavano eccitati, ridevano,
scherzavano...
Dopo
qualche secondo, Bagman aprì il sacchetto di seta viola e lo
porse a Fleur
Delacour. La ragazza infilò una mano tremante nel sacchetto
ed estrasse un
minuscolo, perfetto modellino di drago: un Gallese Verde. Attorno al
collo
aveva appeso il numero due. Ed io seppi, dal fatto che Fleur non diede
segno di
sorpresa, che avevo avuto ragione: Madame Maxime le aveva detto che
cosa la
aspettava.
La
stessa cosa valse per Krum. Lui estrasse il Petardo Cinese. Aveva il
numero tre
attorno al collo. Krum non batté ciglio, si
limitò a fissare il terreno.
Cednc infilò la mano nel sacchetto e ne uscì il
Grugnocorto Svedese blugrigio,
col numero uno appeso al collo.
Sapendo
che cosa era rimasto, misi la mano nel sacchetto di seta con
determinata
rassegnazione ed estrassi l'Ungaro Spinato, il numero quattro.
Mentre
lo guardavo, quello spalancò le ali e scoprì le
minuscole zanne.
«Bene, ci siamo!» disse Bagman, sempre con quel
tono allegro che mi stava dando
sui nervi. «Ciascuno di voi ha estratto il drago che
dovrà affrontare, e i
numeri si riferiscono all'ordine in cui li sfiderete, capito? Ora, fra
un
attimo vi devo lasciare, perché farò la
telecronaca. Signor Diggory, lei è il
primo, non deve far altro che entrare nel recinto quando sente un
fischio,
d'accordo? Ora... Elizabeth... posso dirti due parole? Fuori?»
«Ehm... sì» dissi confusa, ed uscii
dalla tenda con Bagman che mi condusse poco
distante, tra gli alberi, e mi si rivolse con fare paterno.
«Ti
senti bene, Elizabeth? C'è qualcosa che posso farti
avere?»
Strabuzzai
di poco gli occhi.
«Che
cosa? Io... no, niente».
«Hai
un piano?» mi chiese Bagman, abbassando la voce in tono
cospiratorio. «Perché
non mi dispiace darti qualche consiglio, se ti va, insomma. Voglio
dire»
continuò Bagman, a voce ancora più bassa,
«tu sei quella messa peggio qui,
Elizabeth ... se posso fare qualcosa per aiutarti...»
«No»
risposi decisa. Dove stava andando a parare quella conversazione non mi
piaceva
per niente. «No... io… ho già deciso
che cosa fare, grazie».
«Non
lo verrebbe a sapere nessuno, Elizabeth.» disse Bagman con
una strizzatina
d'occhio.
«No,
sto bene» dissi seccamente, chiedendomi perché
continuavo a ripeterlo a tutti.
Stavo
per affrontare un DRAGO, dannazione, ovvio che non stavo bene! Mi
chiedevo
davvero cosa si aspettassero gli dicessi…
Da qualche parte risuonò un fischio.
«Oh
cielo, devo correre!» esclamò Bagman allarmato e
filò via, mentre io tornai
verso la tenda vedendone uscirne un Cedric più verde che mai.
Gli
augurai buona fortuna mentre passava, prima di ritornare dentro da
Fleur e
Krum.
Qualche
secondo più tardi, udimmo il ruggito della folla, a indicare
che Cedric era
entrato nello steccato e si trovava faccia a faccia con l'equivalente
in carne
e ossa del suo modellino...
Fu peggio di quanto avessi mai potuto immaginare, star lì
seduta ad ascoltare.
La
folla urlò... strillò... trattenne il respiro
come una sola entità dotata di
molte teste, mentre Cedric s'ingegnava a superare il Grugnocorto
Svedese.
Krum
continuava a fissare a terra.
Fleur
ripercorreva i passi di Cedric, intorno alla tenda.
E
la cronaca di Bagman rendeva tutto molto, molto peggiore creando nelle
nostre
teste immagini pericolose…
Prima
di poter perdere il controllo di me stessa, mi sedetti per terra a
gambe
incrociate sotto gli sguardi straniti degli altri due campioni.
Chiusi
gli occhi ed iniziai a respirare profondamente, con la voce di Bagman
che nella
mia testa si affievoliva sempre di piú… Sentii
distrattamente prima Fleur e poi
Krum uscire fuori dalla tenda per il loro turno, e la mia
tranquillità si
interruppe solamente quando, dopo l’uscita del terzo
campione, sentii la voce
di Bagman esclamare:«Sta dimostrando un bel coraggio... e...
sì, ha preso
l'uovo!»
Gli
applausi incrinarono l'aria invernale tesa come un vetro.
Krum
aveva finito, a momenti sarebbe toccato a me.
Mi
alzai, notando vagamente che le mie gambe sembravano fatte di zucchero
filato.
Nonostante
tutto l’allenamento con Harry, mi sentivo molto
più consapevole del solito di
possedere un corpo: molto consapevole del mio cuore che batteva forte,
e delle
mie dita che formicolavano di paura...
Attesi. E poi sentii il fischietto suonare.
Uscii
dall'ingresso della tenda con il panico crescente dentro di me, mentre
nella
mia testa mi ripetevo ciò che dovevo fare e cercavo di
tranquillizzarmi.
Ed
ecco che oltrepassai gli alberi entrando nello steccato attraverso
un'apertura.
C'erano
centinaia e centinaia di facce che mi fissavano da tribune che erano
state
erette per magia dall'ultima volta che ero stata lí.
E
c'era lo Spinato, all'altro capo del recinto, accoccolato sulla sua
covata, le
ali ripiegate a metà e i malvagi occhi gialli fissi su di me.
La
folla faceva un gran frastuono, ma io non me ne curai.
Era
ora di fare ciò che doveva fare... di concentrare la mente,
totalmente e
assolutamente, sulla cosa che era la mia sola possibilità...
Levai la
bacchetta.
«Accio
Firebolt!» urlai, e ben presto la sentii sfrecciare nell'aria
alle mie spalle.
Voltandomi,
vidi la mia preziosa Firebolt costeggiare il recinto e immobilizzarsi a
mezz'aria accanto a me, in attesa che la cavalcassi.
Gettai
la gamba oltre la scopa e decollai, tra l’esultanza della
folla.
Immediatamente
attivai lo scudo superiore su di me inglobando anche la scopa, ed un
istante
dopo, accadde qualcosa di miracoloso...
Mentre mi alzavo in volo, mentre il vento mi soffiava nei capelli,
mentre sotto
di me i volti del pubblico esultante diventavano semplici punte di
spillo color
carne e lo Spinato rimpiccioliva diventando delle dimensioni di un
cane, capii
che non mi ero lasciata indietro solo il suolo, ma anche la mia
paura... Ero
tornata nel mio elemento... Quella era solo un'altra partita a
Quidditch, e lo
Spinato era solo un'altra brutta squadra avversaria... Guardai
giù il mucchio
di uova, e riconobbi quello d'oro, che brillava contro i compagni color
granito, tutti ammucchiati al sicuro tra le zampe davanti del drago.
«Ok»
mi dissi, «tattica diversiva...andiamo...»
E
mi tuffai.
Il
muso dello Spinato mi seguì, ma io conoscevo le sue
intenzioni.
Scartai
dalla picchiata appena prima che un getto di fuoco mi investisse ma non
vi feci
caso: era esattamente come evitare un Bolide...
Mi
levai più su, in cerchio.
Lo
Spinato stava ancora seguendo la mia avanzata, e scesi a picco proprio
mentre
lo Spinato spalancava la bocca.
Venni
investita dalle fiamme ed udii degli strilli dalla folla, ma lo scudo
superiore
aveva funzionato.
Uscii
illesa dalle fiamme tra l’esultanza di tutti, ed iniziai a
girare intorno al
drago per spostare la sua attenzione lontano dalle uova. Sembrava che
il fatto
che le sue fiamme non mi avessero uccisa lo avesse distratto parecchio,
e
infatti mi seguí spostandosi nella mia direzione.
Non
appena vidi che aveva lasciato scoperte le uova, prima che capisse cosa
stava
succedendo, sfrecciai verso il suolo a velocità massima ed
afferrai l'uovo
d'oro.
Con
un’enorme accelerata in su mi ritrovai a galleggiare sopra le
tribune e fu come
se qualcuno avesse appena rialzato il volume: per la prima volta mi
accorsi del
fragore della folla, che urlava e applaudiva forte come i tifosi
irlandesi alla
Coppa del Mondo…
«Santo
cielo, questo è volare! Ma guardate un po'! La nostra
campionessa più giovane è
stata la più veloce a prendere l'uovo! Bene, ciò
abbasserà le quote sulla
signorina Potter!»
Vidi
i guardiani accorrere per domare lo Spinato, e, all'ingresso del
recinto, la
professoressa McGranitt, i miei genitori, Sirius e Remus che mi
correvano
incontro e mi facevano tutti segno di avvicinarmi, i sorrisi ben
visibili anche
a quella distanza. Tornai a volare sulle tribune, mentre il frastuono
della
folla mi pulsava nelle orecchie, ed atterrai dolcemente, il cuore
più leggero
di quanto non fosse stato da settimane... avevo superato la prima
prova…
«Ottimo,
Potter!» urlò la professoressa McGranitt mentre
scendevo dalla Firebolt tutta
sorridente: detto da lei era un complimento insolito.
Immediatamente
mi sentii abbracciare da mia madre talmente forte che credetti di
smettere di
respirare.
Ricambiai
il suo abbraccio cercando di rassicurarla mentre lei mi sussurrava
all’orecchio
frasi come «Ho avuto tanta paura» e «Sei
stata bravissima».
Dopo
fu il turno di mio padre che mi abbracciò se possibile
piú forte di mia madre,
ma quando si staccò potei vedere che aveva gli occhi pieni
di orgoglio, ed io
gli sorrisi perché capii che non si aspettava usassi la
scopa per oltrepassare
un drago, quando nemmeno un giocatore professionista del calibro di
Krum aveva
pensato a quell’eventualità.
«Ottima
tattica diversiva, Beth.» commentò infatti, appena
prima che Sirius mi prendesse
in braccio e mi facesse volare in aria come quando ero bambina.
Urlai
divertita e feci cadere la scopa per terra.
«E
brava! Lo sai che mi hai fatto morire di paura?! E quando hai imparato
ad
evocare uno scudo superiore, me lo spieghi?!»
esclamò sorridendo prima di
mettermi per terra e lasciarmi un bacio sulla testa.
«Sono
piena di sorprese.» gli risposi con un sorriso, mentre Remus
mi stringeva forte
a lui dicendo che gli avevo fatto perdere almeno dieci anni di vita.
Prima
che potessi dire qualcosa vidi Hermione e Ron in lontananza e mi
staccai in
fretta dal mio padrino.
Lanciai
un’occhiata a mio padre e lui capí al volo.
Subito
inventò una scusa e si allontanò trascinandosi
dietro tutti gli adulti, appena
prima che io venissa investita dall’abbraccio di Hermione.
«Beth,
sei stata eccezionale!» mi disse con voce roca. C'erano
graffi sul suo viso,
nei punti in cui aveva affondato le unghie per la paura. «Sei
stata
straordinaria! Davvero!»
Ma
io stavo guardando Ron, appena dietro di lei, che era molto pallido, e
mi
fissava come
se fossi un fantasma.
«Beth»
disse in tono molto serio, «chiunque abbia messo il tuo nome
in quel Calice...
io... io credo che stiano cercando di farti fuori!» Era come
se le ultime
settimane non fossero mai passate, come incontrassi Ron per la prima
volta
appena dopo essere stata designata quarto campione di Hogwarts.
«Ci
sei arrivato, eh?» commentai freddamente. «Ci hai
messo un bel po'».
Hermione
stava in mezzo a noi due, tesa, guardando dall'uno all'altra.
Vidi
Ron aprire la bocca, incerto, e capendo che stava per scusarsi
all'improvviso
sentii che non avevo bisogno di ascoltarlo.
«È
tutto ok» dissi, prima che Ron potesse spiccicar parola.
«Lascia perdere».
«No» disse Ron. «Non avrei
dovuto...»
«Lascia
perdere» ripetei di nuovo.
Ron
mi sorrise, imbarazzato, ed io ricambiai il sorriso.
Mi
abbassai per prendere la mia Firebolt per terra, e quando mi rialzai
Ron era
tornato il solito e mi stava aggiornando sulle prove degli altri
campioni
parlando in fretta, prima che mi dessero il punteggio.
«Sei
stata la migliore, davvero, non c'è paragone. Cedric ha
fatto una cosa strana,
ha trasfigurato una pietra per terra... l'ha trasformata in un cane...
voleva
che il drago lo inseguisse. Be', è stata una gran bella
Trasfigurazione, e ha
funzionato, in un certo senso, perché ha preso l'uovo, ma si
è anche bruciato:
il drago ha cambiato idea a metà strada e ha deciso che
preferiva acchiappare
lui, se l'è cavata per un pelo. E quella Fleur ha tentato
una specie di
incantesimo, credo che volesse ipnotizzarlo o roba del genere; be', ha
funzionato, un po', almeno, il drago era tutto insonnolito, ma poi ha
sbuffato,
ed è venuto fuori un gran getto di fuoco, e la sua gonna ha
preso fuoco: l'ha
spenta facendo uscire dalla bacchetta un po' d'acqua. E Krum - non ci
crederai,
ma non gli è nemmeno venuto in mente di volare!
Probabilmente è stato il
migliore dopo di te, comunque. L'ha beccato nell'occhio con un
incantesimo.
Solo che quello si è messo a calpestare tutto dal dolore e
ha schiacciato metà
delle uova vere; gli hanno tolto dei punti, non doveva
danneggiarle».
Ron
riprese fiato e si voltò verso le postazioni dei cinque
giudici.
«Ciascuno
può dare al massimo dieci» disse Ron, ed io,
strizzando gli occhi per vedere
dall'altra parte del campo, vidi il primo giudice Madame Maxime -
levare per
aria la bacchetta. Ne sfuggì quello che parve un lungo
nastro d'argento, che si
curvò in un grande nove.
«Non
male!» esclamò Ron tra gli applausi della folla.
Poi
toccò al signor Crouch, che sparò in aria un bel
dieci.
«Sta
andando bene!» strillò Ron, dandomi dei gran colpi
nella schiena mentre
Hermione mi stritolava il braccio.
Poi Silente. Dieci.
La
folla applaudiva più forte che mai.
Ludo Bagman. Dieci.
E
poi Karkaroff levò la bacchetta. Si fermò un
attimo, e poi anche dalla sua
bacchetta filò fuori un numero: quattro.
«Cosa?»
tuonò Ron infuriato. «Quattro? Tu, sporca canaglia
parziale, a Krum hai dato
dieci!»
Ma
a me non importava, non mi sarebbe importato nemmeno se Karkaroff mi
avesse
dato zero: l'indignazione di Ron valeva almeno cento punti per me.
E
non era solo Ron... non erano solo i Grifondoro quelli che applaudivano
nella
folla. Quando si era arrivati al dunque, quando avevano visto che cosa
dovevo
affrontare, gran parte dei ragazzi della scuola si erano schierati
dalla mia
parte, come da quella di Cedric.
«Sei
al primo posto, Elizabeth! Ottimo lavoro!» disse Charlie
Weasley, il fratello
di Ron domatore di draghi, affrettandosi a raggiungerci mentre
tornavamo a
scuola. «Senti, devo correre, devo mandare un gufo a mamma,
le ho giurato di
dirle che cosa succedeva - ma è stato incredibile! Oh,
sí - e devi restare qui
ancora qualche minuto... Bagman vuole parlarti nella tenda dei
campioni».
Ron
ed Hermione dissero che mi avrebbero aspettato, così tornai
nella tenda.
Fleur, Cedric e Krum entrarono insieme.
Un
lato del viso di Cedric era coperto da una densa pasta arancione, che
presumibilmente stava curando la sua scottatura.
Mi
sorrise quando mi vide.
«Bel
colpo, Elizabeth».
«Anche
il tuo» gli dissi restituendogli il sorriso.
«Ben
fatto, tutti quanti!» esclamò Ludo Bagman,
entrando saltellando nella tenda,
soddisfatto come se fosse stato lui a superare un drago.
«Ora, solo due parole
veloci. Avete una bella pausa lunga prima della seconda prova, che
avrà luogo
la mattina del 24 febbraio alle nove e mezza, ma nel frattempo vi diamo
qualcosa a cui pensare! Se guardate le uova d'oro che tenete in mano,
vedrete
che si aprono... vedete il segno? Dovete risolvere l'indovinello che
c'è nel
vostro uovo, perché vi dirà qual è la
seconda prova, e vi permetterà di
prepararvi! È tutto chiaro? Sicuri? Bene, allora potete
andare!»
Uscii
in fretta dalla tenda con l’uovo e la Firebolt sotto il
braccio e raggiunsi Ron
e Hermione.
Insieme
ci incamminammo lungo il limitare della Foresta, e solo allora mi venne
in
mente un particolare che mi fece bloccare sul posto.
I
miei amici mi guardarono straniti.
«Ragazzi,
ma dov’é Harry?»
Harry
Pov
Elizabeth
era stata grandiosa.
Mi
avevano detto che era brava a volare ma quel che avevo visto, il modo
in cui
aveva acciuffato l’uovo, mi avevano persuaso che anche senza
il mio aiuto
sarebbe riuscita a superare la prima prova alla grande.
Ero
molto orgoglioso di averla come sorella.
Appena
dopo la fine della sua prova, proprio quando Ron ed Hermione si stavano
allontanando dalle tribune per andarle incontro, sentii la runa del
richiamo
bruciare.
Con
una scusa mi allontanai da loro, e corsi veloce verso la nostra Sala
Comune
fino a farmi bruciare i polmoni.
Quando
arrivai, il volto di mio padre era già nel caminetto.
Sorrisi.
Avevamo
molto di cui parlare.
James
Pov
Sbattei
la porta d’ingresso con forza.
Mio
figlio non si era fatto vedere, e Lily non era riuscita a
somministrargli la
pozione per rivelare la nostra parentela.
Remus
e Sirius non capivano.
Harry
Evans era mio figlio, ed io lo avrei dimostrato a qualunque costo.
??
Pov
Entrare
a Grimmuld Place numero 12 era stato piú facile del previsto.
Avevo
silenziato il quadro della vecchia Walburga, addormentato Krecher e
sostituito
il medaglione vero con una copia.
Quel
luogo sembrava disabitato da anni, quindi supposi che dopo averla
abbandonata a
sedici anni Sirius non ci avesse più rimesso piede,
nonostante fosse a tutti
gli effetti l’unico erede dopo la morte dei suoi genitori e
di suo fratello.
Appena
uscito dalla casa, annullai gli incanti sul quadro e
sull’elfo domestico.
Mi
smaterializzai direttamente nel mio studio ed aprii la teca dove avevo
conservato i resti di Nagini, della coppa di Tassorosso e
dell’anello dei
Gaunt.
Posizionai
al centro il medaglione ed evocai l’ardemonio.
Stava
andando tutto secondo i piani.
XXXXXXXXXXXXXXXXX
Allora
eccomi tornata.
Come potete vedere gran parte del pezzo del capitolo é stato
tratto dal libro,
e stesso dicasi per altri capitoli.
Lo ripeto perché meglio una volta in piú che in
meno.
Ho ricevuto molte ipotesi su chi fosse il misterioso ?? E credo che con
questo
capitolo ho svelato abbastanza da far capire che non é
Regulus.
Mi scuso per la formattazione perché sto scrivendo i
capitoli con il cellulare
e non so come creare un HTML decente con i siti online. Non so nemmeno
se
esiste un'app Android che si occupa di questo quindi se avete qualche
suggerimento da darmi é ben accetto.
Elizabeth é al primo posto, rispetto al libro,
perché ho pensato che, non
essendosi ferita al braccio grazie allo scudo ed avendo totalizzato un
tempo
inferiore a quello di tutti gli altri campioni sarebbe stato strano il
contrario.
I Potter non sono riusciti a far bere ad Harry la pozione per svelare
la sua
parentela con loro, e Remus e Sirius per certi versi ne sono piuttosto
sollevati.
Probabilmente hanno paura che il loro amico possa essere ritenuto un
pazzo non
solo da loro ma anche dal resto della comunità.
Provvidenziale Runa del Richiamo.
Sarà stato un caso?
Tanti baci e al prossimo capitolo.
Mary Evans