Goodbye Philadelphia
I hit my hold top hat to you
I hope you finde somebody who
Will love you like I do
and rearrange
my kind
(Malika Ayane)
Primo settembre. King’s Cross. Ore 10:55
“Hai preso tutto? Sei a
posto?”.
“Sì, Harry. È a posto”.
Harry si passò una mano tra i
capelli, imbarazzato.
“Willow,
Alexander: salutate Ariana, è tardi”.
I due bambini si gettarono
tra le braccia della sorella maggiore.
“Non mi sgualcite la divisa
nuova” disse Ariana, fintamente arrabbiata.
“Buon ultimo anno, Edward”
Victoria si allungò per abbracciare il nipote, ormai adulto.
“Grazie zia. Adesso dobbiamo
andare, è tardi”. Edward voltò il capo a guardare la cuginetta, fiera ed
impettita accanto a lui.
“Mi raccomando, Edward”.
“Sì, zio Harry, stai
tranquillo” ripeté Edward per la duecentesima volta da quando era arrivata la
lettera ad Ariana.
“Ciao mamma”.
Victoria si chinò ad
abbracciare la figlia, lasciandole un bacio veloce sul capo.
“Fa’ la brava” l’ammonì.
“Io sono sempre brava”
ridacchiò Ariana, lasciandola andare.
Dopodiché, la ragazzina si girò
a guardare il padre.
Probabilmente, lui era più
emozionato di lei.
“Allora è arrivato il
momento”.
Ariana gli gettò le braccia
al collo.
“Ci vedremo a Natale”
bisbigliò. Harry annuì, stringendola un’ultima volta, prima di vederla
camminare lontano, sull’Espresso per Hogwarts.
Willow ed Alexander corsero per un po’ dietro al treno,
ridacchiando.
“Starà bene. È Hogwarts”
mormorò Victoria all’orecchio di Harry, lasciandoci un bacio leggero. “E poi,
te ne restano altri due” continuò, indicando i gemelli con la punta del naso.
Harry la guardò, sospirando.
Era stupido.
La baciò giusto prima di
venire investito da un paio di manine tese.
Prese il piccolo Alexander in
braccio.
“Andiamo a casa” annuì alla
fine.
Ventuno settembre. Hogwarts. Ore 18:00
Cari mamma, papà, Willow,
Alexander, nonni, nonna, zio Thomas e zio Sirius,
come state?
“E con l’appello, stiamo a
posto”.
Qui va tutto bene. Il castello mi piace, anche se lo
conoscevo già, e penso di essere simpatica ad un po’ di persone. Edward mi gira
troppo intorno, e non so se è un bene o un male: da una parte mi sento trattata
come una bambina, dall’altra alcune ragazze mi chiedono il nome di questo o
quest’altro amico di Edward e Teddy. Io sorrido e non dico niente, perché
ancora non le conosco bene e non so se mi posso fidare di loro.
“L’ho sempre detto che mia
nipote è una ragazzina intelligente”.
Mi dispiace non aver scritto prima, ma ho avuto un
sacco di cose da fare. Ci hanno già riempito di compiti ed è difficile stare al
passo con tutti, specialmente da quando ho deciso di iscrivermi a qualche
club. Edward ha detto che quest’anno
terranno dei corsi di giornalismo, e mi piacerebbe parteciparvi, ma se
continuano così con i compiti, sarà davvero difficile tenere il ritmo. Edward
dice che è normale, ma io penso che siamo solo al primo anno, non ho intenzione
di starmene chiusa in Sala Comune tutti i pomeriggi.
“Giustissimo”.
Ci sono ben sette piani qui, ed è stancante salire e
scendere ogni volta. Non potrebbero trovare un metodo meno faticoso? Ho provato
ad esporre questo problema alla professoressa di Difesa Contro le Arti Oscure,
ma lei per tutta risposta mi ha tolto cinque punti perché dice che si aspettava
da una come me che mi piacessero le cose facili. La detesto.
“Conosco questa storia”.
“Chi la nuova insegnante di
Difesa quest’anno?”.
Un sacco di gente mi chiede di papà. Ah, ed il
professore Paciock, di Erbologia lo saluta
calorosamente. Ha letto il mio nome e si è avvicinato per farmi un sacco di
domande. Dei ragazzi hanno iniziato a parlottare tra di loro ed uno mi ha
chiesto se era vero che ero la figlia di Harry Potter. Allora io ho risposto
sì, e lui mi ha detto solo “wow”. È stato fantastico, perché da allora quasi
tutti mi guardano diversamente. Altri, invece, non sono molto contenti.
“Brutta cosa, l’invidia”.
Come la professoressa di Difesa. Ho già scritto che la
odio? Bene, la odio. Il primo giorno ha provato a farmi un sacco di domande per
mettermi in difficoltà, ed io ad alcune ho risposto, perché le conoscevo, ed
altre no, e lei per ogni risposta che non conoscevo mi levava dei punti. È
stato orribile. Molti dei miei amici odiano la Weasley.
“Weasley?”.
“...”.
“Ginevra Weasley, Harry?”.
“Sì, Tory”.
Invece adoro il mio Capo Casa, anche se
non impazzisco per Pozioni (scusa, nonno). Ti lascia i capelli troppo untuosi,
non va bene, ma di certo preferisco passare due ore chiusa con un calderone che
in aula con la Weasley. È severo ma è giusto, ed il suo sguardo è fantastico. E
sono molto brava in Incantesimi, anche se ho difficoltà a seguire le lezioni
con il professor Vitious. Il mio Capo Casa e la
Weasley non fanno altro che lanciarsi frecciatine, e per ogni punto che ci
toglie, lui ce li rimedia in qualche modo. So che non è giusto, ma neanche lei
è giusta quando leva punti a me.
“Comincio ad avere un
sospetto”.
“Anche io”.
Bene, adesso purtroppo devo chiudere questa lettera,
perché è ora di cena e ho appuntamento con Theo, Nova e gli altri in Sala
Grande, e non sarebbe carino fare troppo tardi. Un bacione grande a tutti,
soprattutto ai miei fratelli, che, comunque, mi mancano un po’. Spero di avere
il tempo di scrivere ancora,
con affetto
Ariana.
“Ehi! Ma non ha detto dove
l’hanno smistata!”.
“Aspettate, c’è un post
scriptum...”.
PS: Papà e Mamma mi hanno detto fino allo sfinimento
che non sarebbe stato importante, ma invece lo è eccome qui. Mi dispiace di non
essere risultata intelligente come Edward, che è finito a Corvonero. Mi
dispiace poco e niente di non essere finita a Tassorosso (ma diciamocelo, non è
una gran perdita). E...
Mi dispiace, papà. Sono una Serpeverde. Un sacco di
gente si è stupita, persino la Preside. Ma il professor Malfoy dice che non mi
sarebbe potuta capitare Casa migliore, e lo penso anche io. Anche perché,
sinceramente, il giallo ed il rosso fanno a pugni con i miei capelli, mentre il
verde sta d’incanto con i miei occhi.
Adesso scappo davvero.
Vi voglio bene.
“Ah” disse solo Severus,
arricciando le labbra.
“Non ci credo” scosse la testa
James.
“Che vuoi che ti dica,
Potter? Un po’ si vince, un po’ si perde”.
“Tanto ci restano ancora due
possibilità” fece Sirius, dando un paio di colpi alla spalla del vecchio amico.
“Serpeverde” mormorò Harry,
appoggiandosi allo schienale della poltrona.
Lily ripiegò la lettera,
mettendola da parte.
“Starà benissimo a
Serpeverde” disse incoraggiante. “Non è importante in che Casa vieni smistato,
ma che persona diventerai”.
“Molto giusto, Lily” annuì
Severus.
“Serpeverde” disse ancora
Harry, guardando Victoria.
“A me sta più che bene” fece
spallucce lei, sorridendo.
Willow ed Alexander corsero intorno al divano,
rincorrendosi.
Sì, aveva ragione Sirius,
aveva ancora due possibilità.
Forse.