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Autore: _apefrizzola_    20/07/2017    4 recensioni
I Malandrini alle prese con la prima tappa del ‘rituale’ per diventare Animagus: Tenere in bocca per un mese intero una foglia di Mandragora senza mai sputarla.
Saranno quattro brevi capitoli, ciascuno dedicato ad un fallimento.
*
Il nostro alito è schifoso. Se Robert Spinnet ha vomitato nel cestino della carta in Sala Comune è di sicuro perchè Sirius l’ha salutato passandogli affianco.
*
«’Atto! Aiamo a omie ubito. I inoia a oia è u Erpeerde»
Sarà un mese particolarmente silenzioso visto che saremo costretti a zittire James tutte le volte che vorrà farfugliare cose con questa sua nuova lingua.
*
James è talmente arrabbiato che credo si sia dimenticato che ha la Mandragola pronta ad aggrapparsi su quella striscia enorme di pancetta che si sta infilando in bocca.
*
«No, Madama Chips! Non siamo 'fatti’» la ferma Sirius, ridendo piegato in due, sembrandolo eccome.
*
Sirius che corteggia una ragazza è “niente di strano”. Ma Sirius che finisce in punizione con la McGranitt perchè sorpreso a rincorrerle tutte qualcosa di strano ce l’ha.
*
«Hai le pupille dilatate, Sirius»
«Tu sei una dannata stufa ambulante, Peter»
«E James è più schizzato del solito»
*
«Signor Black, sputi la gomma da masticare»
«Quale gomma, professor Vitious?»
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Odio il caldo che fonde i cervelli e i pc. Odio il caldo.
Scusate per il mese di attesa e per questo sfogo isterico. 
 
Vi lascio nelle mani di Peter! (Detto così non suona molto rassicurante per voi, posso capirlo, ma qui è ancora un innocuo studente tredicenne.Quindi non armatevi di bacchetta per difendervi o ammazzarlo, tranquilli/e!).
 
 
 
 
 

SECONDA LUNA

Seconda Foglia
 






 

«Scusa, devi finirle quelle uova? Le hai prese tutte tu e neanche te le mangi?»
 

Non so fare gli sguardi malvagi. James e Sirius me lo dicono sempre e io ci credo.
Ma il bambino del primo anno seduto davanti a me che ha osato chiedermi una cosa del genere mi sta facendo capire che invece so farlo, eccome.
Nessuno prima d’ora mi aveva rivolto questa domanda a tavola. Forse perchè, senza una foglia acida di Mandragola piegata in otto (più di otto non fa, parola di James che ieri notte ha provato a fare la nona piega e stava per strappare tutto) ed incastrata tra un molare e la guancia, il cibo in generale lo faccio finire nello stomaco pochi secondi dopo averlo visto.
Sarà per questo che tutti pensavano che io non riuscissi a far paura con uno sguardo come la McGranitt?

«Certo che le devo mangiare» gli rispondo, abbracciando il mio piatto con l’abbondante colazione ormai fredda perchè- come mi fa notare il bambino troppo sfacciato- non l’ho neanche ancora sfiorata con la forchetta da quando mi sono seduto qui, ovvero, da un quarto d’ora buono.
Nel piatto dovrebbero esserci soltanto le briciole del pane tostato, me ne rendo conto.
Ma mi rendo anche conto che la foglia sembra si ingigantisca ogni volta che provo ad aprire la bocca. James e Sirius dovrebbero tenerla con le dita come prima, quando ci siamo lavati i denti aiutandoci a vicenda.
Non credo sia il caso di dare spettacolo in Sala Grande però, non più del solito almeno, non con la McGranitt che dal tavolo dei professori sta fissando stranita James e Sirius che mangiano in silenzio e a piccoli bocconi.
Ma è frustrante vedere questo ben di Dio, sentirlo salire alle narici, immaginarlo sulla lingua e dentro l’enorme buco allo stomaco che gorgoglia, attirando l’attenzione di Sandy Wood. É la quarta volta che mi lancia occhiate allibite con la bocca piena di bacon, beata lei.
 
«Buongiorno, Evans! Hai visto che sole sul soffitto oggi? Perfetto per una passeggiata con me» saluta James riuscendo a far capire ogni singola parola nonostante il cibo in bocca come non succedeva da tempo.
Dall’anno scorso, quando si era rotto tre denti ad una partita e invece di correre subito da Madama Chips era voluto andare alla festa in Sala Comune per la vittoria contro i Serpeverde. Si era reso conto soltanto dopo che riusciva a mangiare un solo pop corn alla volta (lanciati da Sirius a mò di padrone con il suo cane. Non ne hanno fatto cadere nemmeno uno! Geniali! Lo fanno anche con le gelatine tutti i gust... Stodivagando, Remus me lo dice sempre che divago o, come sostiene James: Jorkinseggio... dal verbo “Jorkinsare” che deriva da Bertha Jorkins la Pettegola Logorroica che non fa altro dalla mattina alla sera).
Dicevo, James sembra un normale essere umano che parla senza fare la doccia di briciole a quelli che ha davanti e vicino. Evans, infatti, si blocca dietro la panca dove lui mastica lentamente un pezzetto minuscolo di pancetta. Solleva un sopracciglio rosso e spalanca leggermente gli occhi verdi che sembrano sorpresi come quelli della McGranitt.
Chi non la conosce potrebbe pensare che sia piacevolmente stupita e che da un momento all’altro possa dire qualcosa di carino a James, magari rispondendo con simpatia al suo buongiorno. Ma qui tutti conoscono Lily Evans (anche il bambino del primo anno che continua a fissare le mie uova) e le sue reazioni davanti agli inviti di James di prima mattina, soprattutto il lunedì quando fa sempre tardi e ha due occhiaie che neanche Remus ieri, prima di andare in infermeria, aveva.

«Oh, Mary, guarda» commenta, chiamando la sua amica da sopra la spalla coperta dalla treccia di capelli rossi come le cravatte di tutti in questo tavolo, come la marmellata di ciliegie che io non posso mangiare e che invece Frank Paciok sta spalmando dentro un enormecornetto completamente bianco di zucchero a velo.
Se non fosse uno del settimo anno glielo strapperei dalle mani.

«Finalmente qualcuno ha capito di far parte della specie umana e non animale».

Credo che Evans si riferisca non soltanto al fatto che James non ha una Pluffa di pancetta in bocca, ma che sia lui che Sirius stanno usando coltello e forchetta, e non le mani come al solito.

«Tzè!» fa James, e per un attimo riesco a vedere la foglia di Mandragora che si muove sulla sua guancia.
Faccio per dirglielo con il codice che abbiamo inventato apposta per questo caso ma lui è troppo impegnato a passarsi una mano tra i capelli mentre si gira verso Evans e Mary Macdonald, appena arrivata con lo sguardo sconcertato puntato su Sirius, al mio fianco.
In effetti, nemmeno io l’ho mai visto piluccare un muffin come se fosse un gufo. Per essere più precisi, non l’ho mai visto con le mani così pulite a tavola. Remus sarebbe orgoglioso di lui... se soltanto fosse qui, insieme a noi come vorremmo e anche come vorrebbe lui.

«Remus è finito in infermeria per addestrarvi così bene?» chiede Mary in un sorrisino divertito. Sento Sirius ringhiare mentre stacca un pezzo di muffin così grande che non può di certo masticare nelle condizioni in cui noi tre siamo da ieri notte.
Infatti lo lancia a Mary che ride, scansandolo in tempo con uno sbuffo che le fa svolazzare la folta frangia bionda mentre va a cercare posto per sedersi.

«Quindi sabato uscirai con me, Evans» continua James mentre Stebbins, al tavolo dei Tassorosso lì dietro, si tasta la testa piena del pezzo di muffin che gli si è disintregrato tra i capelli biondi.
«Non avevi detto che accettavi inviti soltanto dagli esseri umani? Beh, ecco qui,  davanti a te, il migliore!»
«Gesù, Potter!» esclama Evans tappandosi il naso lentigginoso con due dita «Il tuo alito si troverebbe a suo agio dentro ad un barattolo di Puzzalinfa! A questo genere di umano preferisco gli animali».

Non ha tutti i torti. Il nostro alito è così schifoso che stamattina credo di aver ucciso una mosca con uno sbadiglio. E se Robert Spinnet ha vomitato nel cestino della carta in Sala Comune, è di sicuro perchè Sirius l’ha salutato passandogli affianco.

«Vedi di chiarirti le idee, Evans» sbotta James lasciando perdere i capelli.
Lo fa sempre quando Lily Evans gli risponde a tono. Remus dice che lo fa perchè si offende ma per me non è così. James non si offende,mai. E infatti sorride, anche adesso.
«Stai dicendo che non ti vanno bene gli animali e nemmeno gli umani! I fantasmi sono ok?»
«Perfetti, Potter. Diventa un fantasma e poi ne riparliamo»

Ok, forse non si è offeso, però credo sia abbastanza arrabbiato. Segue con gli occhi Evans che si è allontanata per raggiungere la porta da dove Mocciosus ci sta fissando con faccia schifata, come se avesse uno specchio davanti.
Davvero il nostro alito è peggio di Mocciosus!?
Davvero i suoi capelli emanano una puzza meno nauseabonda e più sopportabile?!
 
«In poche parole, ti vuole morto»
«Bene! Che lo speri pure, Sir! Sai quanto me ne frega!»
 
Più che arrabbiato. James è talmente arrabbiato che credo si sia dimenticato che ha la Mandragola pronta ad aggrapparsi come uno Snaso su quella striscia enorme di pancetta che si sta infilando in bocca.

«JAMES, NO!» gli urlo alzandomi dalla panca per allungarmi verso di lui e togliergli la forchetta di mano.

Forse,  tutta la Sala Grande si è fermata per guardarmi come mi stanno guardando Sirius e James: occhi a palla e bocca aperta.
Non ho il coraggio di controllare ma ne sono abbastanza sicuro.
Dove sono i gufi e le civette postali quando servono? É tardi per il caos delle lettere e delle piume sparse in giro che toglierebbero l’attenzione dalla mia figura che sento stranamente più grassa con gli occhi di tutti addosso?

«Se tu sei a dieta, Peter, non significa che lo devono essere anche gli altri» mi fa Sandy, adesso con gli occhi completamente spalancati e non soltanto allibiti.
Come per sottolineare la sua frase, il bambino del primo anno annuisce, puntando le uova.
Tanto non le avrai mai. A costo di darle al cane di Hagrid pur di non buttarle o darle a te!

«Peter? Sei a dieta?». Bertha Jorkins spunta dalla mia spalla come un avvoltoio e per poco non urlo di nuovo.
«Che te ne frega, Bertha?» mi difende Sirius «Tanto non avresti l’esclusiva per i tuoi pettegolezzi settimanali. Ci stanno ascoltando tutti».

Vorrei abbracciare Sirius, anche se sta facendo smorfie di risposta a quelle di Bertha Jorkins come farebbe mio cugino di due anni. Vorrei abbracciare Sirius.

«Signor Minus! Le sembra il modo di comportarsi a tavola!?»

Vorrei anche nascondermi sotto al tavolo. É questo l’effetto che mi fanno la voce e i tacchi della McGranitt.
James mi fa segno di stare calmo e la voglia di scivolare tra i piedi di tutti sparisce. É questo l’effetto che mi fa questo sguardo preciso di James, perchè so che riuscirà ad inventarsi qualcosa. Sempre.

«É colpa mia, professoressa» dice «Volevo usare il cucchiaio come catapulta per lanciare le zollette di zucchero ai Serpeverde. Che dice, funzionerà per renderli meno velenosi?»
«Tentar non nuoce. Vero, professoressa?» lo appoggia Sirius, come sempre, e non solo sulla mia faccia si sta formando un sorriso che presto si trasformerà in risata, come sempre.

Se la McGranitt fosse una Veela, questo che ha adesso sarebbe l’aspetto orribile e spaventoso. Ma nessuno riesce a stare serio dopo la battuta di James. A parte i Serpeverde, ovvio.
Sta per toglierci dei punti. Noi Grifondoro lo capiamo subito perchè tutta la faccia gli si arriccia, la bocca diventa una linea, le narici fremono, gli occhi sopra le lenti squadrate sembrano lanciare fulmini e poi, come se avesse una bacchetta puntata alla testa, sibila:
«Cinque punti in meno a Grifondoro, Potter» così rigidamente da sembrare una statua. «E filate via. Tra quindici minuti iniziano le lezioni»

COSA!?

James e Sirius si alzano, senza replicare. Sul serio?!

«Ma io non ho mangiato!» protesto, perchè ho una fame che mi sta bucando anche i polmoni  e perchè le mie uova sono ancora nel piatto!
«Ha avuto tutto il tempo, Minus! Invece di giocare avrebbe fatto meglio a far lavorare la mascella!»
Ma io non posso! Io non posso lasciare le uova qui! Con il bambino del primo anno che sorride, felice. Sta già pregustando le mie uova! Anche i bambini del primo anno hanno lezioni! Non dovrebbe andare anche lui!?
«Avanti, Pete» mi richiama in un sussurro Sirius, tirandomi per un braccio «Prima dobbiamo andare a vedere come sta Remus».

Le mie uova.

Anche da lontano, mentre mi lascio trascinare via, riesco a vederle.
La mano malefica di quel bambino le prende e le porta alla bocca, malefica anche quella come gli occhi che mi guardano, malefici. I bambini del primo anno di quest’anno sono malefici.
 
Le mie uova.
 
 
 
 
«È la volta buona che inizi la dieta, Pete!»
 
No, James non sa quel che dice.
James non sa che sto per svenire, che non so neanche io come ho fatto a fare la scala in marmo per arrivare davanti alla porta dell’infermeria (mi sono aggrappato alla tracolla di Sirius, in realtà, ma le gambe le ho mosse io, e non so come).
So benissimo, però, che vedere il signor Lupin uscire dalla porta con una  faccia addolorata, accompagnato da Silente, non mi piace.
Non mi piace più della fame che mi scava la pancia, più di Bertha Jorkins che vuole speculare sul mio grasso, più dell’intera Sala Grande che mi fissa. Non mi piace più delle mie uova nelle mani di quel bambino.

«Buongiorno, ragazzi» ci saluta con il suo solito tono tranquillo il preside, come se non fosse successo niente. Ma quando lui esce dall’infermeria è perchè è successo qualcosa!
E perchè sorregge il padre di Remus con una mano sulla schiena mentre lo invita ad andare a bere qualcosa nel suo ufficio?
É ovvio che è successo qualcosa, il signor Lupin è sconvolto!

«Remus, professore?» chiede James senza staccare gli occhi dal signor Lupin che sembra sorridere guardandoci con gli stessi occhi di Remus quando gli diciamo che a noi non importa se lui è un Lupo Mannaro.
«Oh, niente che una chiacchierata con dei cari amici non possa risolvere, signor Potter» risponde Silente con la barba bianca che si solleva all’altezza della labbra mentre ci fa cenno di entrare in infermeria con i suoi occhi azzurri che brillano da sopra le lenti a mezzaluna.
Sirius è il primo ad entrare. Io e James lo seguiamo a ruota e ci basta mezzo secondo per vedere quale letto ha scelto Madama Chips questo mese per stendere Remus: Il paravento bianco copre quello più in fondo, vicino alla finestra con le tende tirate.
Non ho bisogno di aggrapparmi alla borsa di nessuno per avanzare. So perchè le mie gambe si muovono, so perchè non svengo anche se non ho mangiato e so perchè, appena ci affacciamo da dietro la stoffa pulita che nasconde quel letto, porto la lingua a tenere ferma la foglia piegata in otto tra i molari e la guancia: Per Remus.
Non voglio che questa foglia si stacchi da qui. Non voglio più rivedere Remus in queste condizioni.
É pallido come il lenzuolo. Ha la testa, la spalla e un braccio fasciati. Un taglio profondo sul viso che, anche se pulito, gli colora di rosso vivo il naso e metà guancia; Le mani e il petto hanno delle garze macchiate dello stesso colore. E gli occhi, gli occhi sono chiusi non aperti, non stanchi ma felici di vederci.

«Potter, faccia piano» sussurra Madama Chips sbucando dalle mie spalle mentre James si china su Remus per abbracciarlo. Lo fa come se stesse toccando una Piuma di Zucchero, e soltanto per pochi secondi.
Lei annuisce prima di bagnare una benda con quello che sembra dittamo.
«Perchè Pozione Rimpolpasangue?» chiede Sirius annusando le bottiglie sopra il  comodino che non sembra quello di una persona che starà bene in pochi giorni.
Madama Chips sospira e a me non piace nemmeno questo.
«Questa volta Lupin se l’è vista brutta, Black» risponde sconstando il lenzuolo di Remus per tamponargli una ferita alla pancia che per un attimo mi fa venire la pelle d’oca. «Ma starà bene. Il peggio è passato».

Il peggio non è passato. Le lune piene non passano mai.

«Ehy, Rem?» mormora James chinandosi di nuovo su di lui senza neanche sfiorarlo. Sembra così debole, fragile, e tutto questo sangue non dovrebbe essere fuori da lui.
«Siamo qui. Noi siamo qui».
«Non la può sentire, Potter. Gli ho dato una Pozione Soporif...»
 
«Cos’è... questa puzza
 
Il nostro alito è più potente di una Pozione. L’abbiamo appena stabilito.
I principi che facevano resuscitare con un bacio le principesse nelle favole che mamma mi raccontava da piccolo dovevano avere lo stesso nostro problema.
La cosa però, così come rendeva felici quei tipi in calzamaglia, rende felici anche noi perchè  Remus ha aperto gli occhi e ci sorride, come Biancaneve. Meglio non dirglielo.
 
«REMUS!»
«Signor Potter, non urli!»
 
Adesso vorrei abbracciarlo io, Remus, che mi guarda tra una benda e tre graffi freschi che gli rovinano le sopracciglia castane e che gli resteranno per sempre, bianchi, a scintillargli in faccia sotto agli occhi indagatori di tutti, non solo in Sala Grande a colazione.
Remus invece di sentirsi più grasso, si sentirà più sbagliato e forse anche brutto. Lo capisco, ma lui non è nè brutto nè sbagliato.
Vorrei abbracciarlo, ma non oso avvicinarmi per non fargli male. Di male ne sente fin troppo, ogni mese, anche se lui è l’ultima persona che se lo merita perchè lui il male non lo augura neanche a Mocciosus.
Sirius gli poggia una mano sulla spalla sana, non con la stessa forza che usa sempre quando scherza.
«No, davvero» fa stancamente Remus, stringendo i denti mentre Madama Chips continua a medicargli la ferita alla pancia «Cos’è questa puzza? É terribile.Ve li siete lavati i denti?».
«Certo che sì!» risponde James mettendo in mostra la fila di denti bianchi. Non so come faccia a mentire così bene, ma vorrei riuscirci anche io. É un grande!
«É James che sta marcendo lentamente. Il letame di drago che ha nel cervello da quella volta ad Erbologia...» spiega Sirius facendo scoppiare tutti a ridere, anche Remus, ma lui solo per poco. Quel taglio deve davvero bruciare molto.
«Lupin!» lo sgrida Madama Chips «Stai fermo. Dovresti dormire. Ragazzi, la visita è finita»
«Oh, no! Madama, la preghiamo in ginocchio!»
«Sa benissimo, Potter, che queste cose con me non funzionano. Remus ha bisogno di totale riposo adesso e... Santo cielo
 
Perchè Madama Chips ci sta guardando come se fossimo tre criminali scappati da Azkaban?
Questa faccia sconvolta non è come quella che fa quando vede sintomi su qualcuno che nemmeno sa di stare male, è proprio una faccia orripilata e anche accusatrice.
Avrà scoperto delle foglie soltanto dall’odore!?
James mi guarda e poi guarda Sirius che lo guarda a sua volta prima di guardare me.
Remus ha socchiuso gli occhi. Remus ha socchiuso gli occhi e questo significa che si è reso conto che c’è qualcosa sotto.

«Madama Chips?» prova a svegliarla Sirius visto che lei è ancora immobile con gli occhi chiari spalancati e una mano davanti alla bocca. «É sicura di non essere lei la persona che deve stare a riposo?».
 
Ops. Sirius ogni tanto le spara grosse ma sono così divertenti che non riesco mai a stare serio anche se davanti ho un’altra Veela in versione Arpia, come la McGranitt prima.
 
«Ma come si permette, Black! Criminali! Teppistelli senza regole, controllo e soprattutto coscienza
 
Ok. Ci ha scoperti. Qualcuno faccia qualcosa a parte schiacciare la foglia sotto la lingua perchè, da come si sta muovendo, credo che Madama Chips voglia visitarci.
Ha appena afferrato James per un braccio puntandogli la bacchetta in faccia e sfilandogli gli occhiali dal naso.
 
«No! Mi vuole cavare gli occhi!? Non le sembra una punizione esagerata, Poppy? Qualsiasi cosa lei crede abbiamo fatto!? Sono il suo adorato James! Quello che le fa compagnia un giorno sì e l’altro pure! Mi faccio male apposta per venire qui da lei!»
«Zitto, delinquente! Lumos
«Mi vuole anche accecare!?A questo punto chiami Gazza e mi faccia tirare i pollici, visto che c’è! Lui ne sarà sicuramente felice!»
«Apri gli occhi, Potter! Subito! O chiamo il Preside!»
 
Apri gli occhi? Non la bocca!? Ma allora non ha la minima idea delle foglie che invadono le nostre guance? Posso respirare di nuovo!?
Sirius mi guarda con la coda dell’occhio per non attirare l’attenzione di Remus che ha ancora quello sguardo.
Anche James sembra calmarsi dopo che Madama Chips ha chiaramente fatto capire che sono gli occhi la cosa che gli interessa.
Li apre, faticosamente, perchè oltre alla luce della bacchetta ad un centimetro dalle ciglia, James senza occhiali è già cieco di suo.

Le labbra di Madama Chips si assottigliano. Brutto segno. Vogliono dire sempre che le sue prime ipotesi erano giuste.

“Sei bollente per la febbre, non per la corsa fatta dalla classe di Divinazione a quella di Storia della Magia”
“Filtro d’amore andato a male, non menta. Altro che una Burrobirra di troppo! Benedette ragazze”
“Carenza di zucchero, lasci le diete a chi ne ha davvero bisogno”
“Fattura Fornunculus andata a buon segno e non il troppo cioccolato mangiato ieri a merenda”

Ma adesso che cavolo ci trova negli occhi di James, di Sirius...
 
«La segnalerò al Ministero per maltrattamento minori!»
 
 ... e nei miei? Cavolo! Lo sa che la luce della bacchetta si può diminuire!?

Non faccio in tempo a dirglielo che mi tasta il polso fino a quando non trova il punto che le serve, e con le labbra sempre più fini alza il suo braccio sinistro per guardarsi l’orologio.
Non faccio nemmeno in tempo a chiedergli se sto per morire, che lei mi molla il polso bruscamente, guardandoci come se avesse a che fare davvero con dei delinquenti.
 
«Sono veramente sconvolta! Sconvolta!» esordisce, gonfiandosi tutta.
 
Vorrei sapere se devo esserlo anch’io. Mi ero dimenticato che non ho toccato cibo. Magari sto per svenire...
 
«Pupille dilatate, battito accelerato*! Droga! Droga, in questa scuola
 
Sirius spalanca gli occhi, James non ce la fa ma so che vorrebbe perchè l’ho fatto anche io e pure Remus, anche se la benda gliene chiude uno e l’altro gli deve fare un male cane.
 
«Non ho parole! Hogwarts è diventata un covo di drogati! Cosa avete preso, eh!? Allucinogeni!? Polvere di Artigli di Drago!? Ali di fata essiccate!?Foglie di Artemisia!?O forse quelle di Mandragora!?»
 
Beh, Madama Chips sembra molto informata su questo argomento. Chissà che passato da strega adolescente ha avuto...
Ma, aspetta, cos’ha detto!?
 Le foglie di Mandragora causano effetti allucinogeni!?
 
«O è roba babbana!? Santissimo Merlino! Questa è una generazione di scapestrati!»
 
Mentre Madama Chips si dispera con le mani tra i capelli raccolti nel suo chignon, vedo Sirius non riuscire più a stare serio e James lo stesso.
Remus mi guarda. So che sta aspettando una risposta, so che la aspetta da me perchè io gli dico sempre tutto, anche quello che non dovrei dire.
 
«Vado immediatamente a chiamare Albus!»
«No, Madama Chips! Non siamo...‘fatti’» la ferma Sirius, ridendo piegato in due, sembrandolo eccome, invece.
«Non abbiamo dormito tutta la notte perchè stavamo pensando a Remus» continua James in una risata che non ci azzecca niente con la situazione.
Ma forse perchè io non ho molta voglia di ridere con della ‘droga’ in bocca. Sirius aveva ragione: Quel libro che puzza l’ha scritto uno svitato, magari mentre masticava foglie di Mandragora! E noi stiamo facendo quello che dice!
Adesso, tutti quei passaggi strani hanno un perchè! Sono pensieri di un drogato!
 
Madama Chips si blocca, fissandoci con un’espressione totalmente diversa.
Lei non sbaglia mai. Mai. Non confonde i sintomi, le malattie, le allergie, le fatture. Non può cascare in questa bugia, anche se è di James.
«Insonnia?» ci chiede, indagatrice. Il suo tono leggermente più calmo non mi fa sentire più un criminale scappato da Azkaban ma un imputato al Wizengamot (che comunque non è bello neanche questo).
 
«Esatto, stiamo morendo di sonno» fa Sirius stropicciandosi un occhio con una mano.
 
Madama Chips sembra convinta (magari anche l’insonnia dilata le pupille... magari non siamo drogati sul serio).
Ma Remus continua a fissarmi, insistente, e anche con quelle bende il suo sguardo parla...

“Cos’avete fatto, Peter.Vi siete drogati davvero?Che accidenti avete nella testa a parte le sostanze che vi siete presi!?Tanto lo so che avete fatto qualcosa. É tutto il mese che siete strani e il letto di James puzza in un modo molto simile al suo alito. Dimmelo. Dimmelo. Dimmelo. Dimmelo...”
 
Un beccare alla finestra mi salva. Madama Chips va ad aprire le tende e la luce del sole inonda il letto di Remus che si copre la faccia con un cuscino.
«E cosa vuole questo gufo, adesso? Gli animali, qui, non possono entrare!» sbotta Madama Chips picchiettando sul vetro per scacciare via l’uccello che però non ne vuole sapere di andarsene.

Ma quello non è Molliccio? Il gufo dei genitori di Remus.

«Molly!» lo chiama infatti James e Remus riemerge dal cuscino per voltarsi a guardarlo.
«Lo lasci entrare, Madama Chips, per favore. Dev’essere mia mamma. Non è potuta venire qui perchè è babbana ma mi ha spedito qualcosa, lo so» la prega Remus.
Non è facile convincere Madama Chips a trasgredire le regole dell’infermeria.
Con Remus però è diverso, per lui ha un vero e proprio debole. Da sempre, dalla prima Luna Piena del nostro primo anno.
Sospira e apre un’anta. Il gufo entra con uno svolazzo di ali e fiocchi di neve che finiscono in testa a Remus, facendolo rabbrividire, mentre Madama Chips richiude velocemente la finestra.

Il pacchetto caduto sul lenzuolo ha un’aria familiare. Profuma in modo familiare.

«I suoi biscotti fatti in casa» commenta in un sorriso enorme Remus, stracciando la carta.

E sì, sono proprio i favolosi, pieni di cioccolato, deliziosi, pieni di cioccolato, gustosi, pieni di cioccolato, biscotti enormi della signora Lupin che Remus ci offre, allungando la scatola in latta colma di quei dolcetti invitanti e di sicuro sfonati da poco visto l’odore di cacao che ci sta avvolgendo tutti, compreso Molliccio che Madama Chips sta cercando di far uscire di nuovo fuori.

«Allora? Non ne volete?» ci fa Remus addentandone uno.

Negare con la testa mi costa tantissimo, sofferenza fisica. Credo sia così anche per James e Sirius.
Remus smette di masticare. «Strano, ogni volta che me li manda, li finite in cinque minuti... »
«Ne hai più bisogno tu oggi» gli risponde in fretta James anche se non riesce a scollare gli occhi- guidati dal profumo e non di certo perchè riescono a vederli- dalla scatola dei biscotti.
Sirius si schiarisce la voce, deglutendo vistosamente. «Abbiamo fatto colazione poco fa... siamo pieni» dice.

Pieni di cosa? Di aria? James è pieno di scaglie di pancetta, lui di briciole di muffin e io... io...

«Pete? Almeno tu. Non sembri soddisfatto della colazione e poi un posticino nel tuo stomaco c’è sempre, no?»

Un posticino? Avrei un universo intero da riempire qui.

Sento gli occhi di James e Sirius puntati addosso.
Non posso. No, non posso cedere. Per Remus potrei fare davvero la dieta. Mangiare il necessario, senza strafare, senza rischiare di ingoiare anche la foglia.
Per un mese, un mese solo. Ne varrà la pena. Per Remus non più coperto di bende e sangue, Remus meno debole e triste, Remus che - non so se è la fame o le allucinazioni della Mandragora che me lo fanno vedere come un enorme biscotto al cioccolato-  ha di nuovo quello sguardo. Occhi socchiusi, ruga in fronte...
 
«Solo uno» diciamo tutti e tre in contemporanea, tuffando le mani in quel ben di dio.
 
Alla ruga si aggiunge il sopracciglio castano che, anche se ferito, si solleva quanto può, quanto basta per farci capire che Remus haquell’altro sguardo. Quello che oltre all’indagine, sprizza incredulità. É molto simile a quello di Evans, adesso che ci penso.
Forse perchè, di solito, questo biscotto finisce intero nella bocca di tutti, non sgranocchiato come soltanto un criceto svogliato e per niente affamato farebbe.
Nemmeno sento il sapore. Non solo perchè le briciole sono davvero minuscole ma  perchè l’amaro della foglia sovrasterebbe anche la melassa pura, Lumacorno quando vede Evans e Hagrid davanti ai cuccioli di Ippogrifo del professor Kettleburn; L’amaro della fogliaamara che sta sotto alla lingua per colpa delle manie ossessive e apprensive di Madama Chips che è appena riuscita a fa uscire il gufo di Remus.
«Finite quel biscotto e poi fuori!» ci ordina prima di sollevarsi la gonna lunga e marciare verso il suo ufficio. «E riposate anche voi, stasera!».

La prima cosa che farò domattina sarà controllarmi le pupille per vedere se è davvero colpa della mancanza di sonno o delle sostanze stranedella foglia.
Se lo sapesse mamma... mamma o anche Remus, Remus che continua a guardarci male, con le guance piene. James prova a staccare un pezzo più grande di biscotto sotto lo sguardo allarmato di Sirius.

 
«Mmm.... squisito come al solito, Rem. Tua madre dovrebbe rifornire Mielandia!»
«La tua faccia dice il contrario, James»
«Ma cosa dici? Io adoro questi biscotti!»
«La tua, e anche quella di Sirius e di Peter... »

 
Mordo anch’io un pezzo grande quanto quello di James, e Sirius solleva così tanto le sopracciglia che sembra gli stiano per volare via.
Tanto, prima o poi, dovevo mangiare, no? Non posso mica morire!
Certo, se la foglia fosse ancora tra la guancia e il dente non sentirei tutta questa saliva acida inzuppare il biscotto.
Non voglio pensare a quando dovremmo bere acqua, latte  succo di zucca o Burrobirra che sia.
Di notte James ci ha provato e ha detto che non è stato proprio come quando è caduto faccia a terra a bocca aperta in una pozzanghera piena di melma vicino al Lago Nero, ma molto peggio. Lui l’ha descritto come:“Cadere con le gengive conficcate sull’erba innaffiata di Pallini Acidi, caffè senza zucchero, succo di limone e veleno di Doxy”. 
Non so come faccia a sapere che il veleno di Doxy è acido ma dopo aver saputo che da bambino mangiava Celestini e formiche in giardino, mi aspetto di tutto da lui.
Sto divagando, un’altra volta, ma questa è volontaria.
Non voglio pensare a questo sapore e non voglio pensare a come masticare.
Ecco, se la foglia fosse ancora tra la guancia e il dente potrei anche masticare meglio.
Come si fa a masticare tenendo ferma la lingua?
Come si fa ad essere così cretini?
Perchè non me ne va mai bene una?!
Perchè l’ho fatto!?
 

«É presto per uscire, vero?»

 
Sirius ha appena usato il codice per avvisare che la foglia di qualcuno è in pericolo caduta.
Potrebbe benissimo essere la mia, visto che me la sento quasi sulle labbra. Ma James non è messo meglio di me: Gliela vedo ad ogni masticata. Sta cercando di spostarsela sulla guancia, sul posto che avevamo stabilito essere l’unico affidabile e possibile per non farci sbavare come cani, parlare in una nuova lingua Runica, vomitare durante le mangiate e lo spazzolamento denti, soffocare nel sonno.

«Veramente sta per suonare la campanella, siete in ritardo» lo corregge Remus, ignaro. Non sembra molto felice. Ha la faccia più triste di ieri sera, a dirla tutta.

Io vorrei, davvero, riuscire a mangiare tutto il biscotto come sempre! Eppure non riesco. Più cerco di tenere ferma foglia, più quella scivola!
James forse ce l’ha fatta. Sì, manda giù con successo (anche se con la bocca arricciata) la poltiglia e io voglio fare lo stesso perchè non posso stare con questa malloppa amara ferma in bocca.
Chiudo gli occhi ed ingoio, proprio quando il trillo della campana vibra in corridoio insieme al gorgogliare dello stomaco di Sirius.
L’espressione che gli lancia Remus è indecifrabile. Non so bene se sia deluso, sconcertato, confuso o impaurito. Non riesco ad analizzarlo perchè c’è qualcosa, una brutta sensazione che mi si ferma sullo stomaco per poi risalire lentamente su per la gola, che mi di distrae.
Le facce di Sirius e James mi fanno capire che la mia, in questo momento, è una di quelle pre-vomito.

«No, Peter» mi sussurra Sirius, ma non ce la faccio. Non si può vermare il vomito. Non si può fermare la foglia. Non si può fermare niente, anche se mi sforzo con tutto me stesso e se sento le lacrime sulle guance perchè non è questo che voglio, non voglio rimandare alla prossima luna piena, non voglio che Remus ‘Se la veda brutta’ un’altra volta.

Le mani di James mi tappano la bocca e quelle di Sirius mi spingono via, verso la porta.

«Ah, mordersi la lingua fa malissimo, Pete! Possiamo immaginare...» mi fa James.

Non resisto più.

«Ci vediamo alla ricreazione, Rem! A dopo!» saluta Sirius facendo sparire tutti dietro la porta dell’infermeria, dietro il legno dove Remus se ne sta a fissarci dal suo letto, coperto di bende e tristezza.
 

Cederei la colazione, il pranzo, la cena, le merende e gli spuntini notturni a quel bambino del primo anno... se in cambio mi desse una soluzione a questo problema.

 
 
 
«Bleah, Peter... Gratta e Netta!»













 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Nota:
 

*Tra gli effetti collaterali della Mandragora (li ho cercati, non sono Madama Chips) ci sono anche: vasodilatazione, eccitazione, allucinazioni, potente afrodisiaco.
Voglio aggiungere che la Mandragora NON è commestibile, É TOSSICA, a volte anche MORTALE  (Mi sento un po’ Giovanni Muciaccia quando sconsiglia le forbici appuntite e i fiammiferi per creare le pergamene e le mappe del tesoro). 
Pupille dilatate e battito accelerato sono sintomi anche dell’insonnia.
 
Gli effetti collaterali elencati sopra potrebbero venir fuori nel prossimo capitolo dedicato a vari momenti di diverse giornate di lezioni (pranzi, cene e allenamenti di Quidditch compresi) raccontati da James. 
 
 










 
   
 
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