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Autore: _apefrizzola_    16/06/2017    4 recensioni
I Malandrini alle prese con la prima tappa del ‘rituale’ per diventare Animagus: Tenere in bocca per un mese intero una foglia di Mandragora senza mai sputarla.
Saranno quattro brevi capitoli, ciascuno dedicato ad un fallimento.
*
Il nostro alito è schifoso. Se Robert Spinnet ha vomitato nel cestino della carta in Sala Comune è di sicuro perchè Sirius l’ha salutato passandogli affianco.
*
«’Atto! Aiamo a omie ubito. I inoia a oia è u Erpeerde»
Sarà un mese particolarmente silenzioso visto che saremo costretti a zittire James tutte le volte che vorrà farfugliare cose con questa sua nuova lingua.
*
James è talmente arrabbiato che credo si sia dimenticato che ha la Mandragola pronta ad aggrapparsi su quella striscia enorme di pancetta che si sta infilando in bocca.
*
«No, Madama Chips! Non siamo 'fatti’» la ferma Sirius, ridendo piegato in due, sembrandolo eccome.
*
Sirius che corteggia una ragazza è “niente di strano”. Ma Sirius che finisce in punizione con la McGranitt perchè sorpreso a rincorrerle tutte qualcosa di strano ce l’ha.
*
«Hai le pupille dilatate, Sirius»
«Tu sei una dannata stufa ambulante, Peter»
«E James è più schizzato del solito»
*
«Signor Black, sputi la gomma da masticare»
«Quale gomma, professor Vitious?»
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Peter Minus, Remus Lupin, Sirius Black
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I Malandrini'
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Il cambio dalla terza persona (nel prologo) alla prima è voluto: Ogni capitolo sarà descritto da un Malandrino diverso.
 
Ad iniziare è Sirius.
 
 
 
 
 
 
PRIMA LUNA

Prima foglia
 
 



 


 
“Quindi vediamo di non fare gli idioti e gli schizzinosi, almeno stavolta”
 

James vuole  rimangiarsi le sue stesse parole, di sicuro più di quanto vorrebbe mangiare la foglia verde melma che ha in mano.
Glielo leggo in quegli occhi da pesce palla che ha ora, riflessi sullo specchio del nostro bagno insieme ai miei e a quelli grandi quanto due Pluffe di Peter che, a proposito, credo li abbia così da ieri pomeriggio, da quando abbiamo distrutto metà Serra per cercare queste foglie, sfiorato la morte della Sprite inciampando in un fottuto rastrello che non le ha bucato  la testa per pura fortuna e rasentato la nostra, di morte, quando Peter stesso ha tirato fuori dal vaso quasi l’intera radice della Mandragora mentre le strappava i ‘capelli’.

La faccia da idiota di James, invece, sono abbastanza sicuro ce l’abbia da quando è nato.
Continua a sembrare un criminale pentito dietro le sbarre di Azkaban e a fissarmi attraverso lo specchio come se stesse chiedendo la mia pietà, un riscatto o qualcosa del genere per liberarlo dall’inferno in cui ci ha trascinato.
Sa benissimo che non darei neanche uno zellino per pagargli la cauzione e tirarlo fuori da situazioni che hanno a che fare con foglie potenzialmente irritanti quanto la Evans o addirittura mortali, sempre quanto la Evans.
Non che non mi fidi di lui... non mi fido di lui che si fida di quel libro. Un mattone di pergamena fatto per il trenta per cento da istruzioni vere e proprie, il dieci da polvere e altra sporcizia che non ho assolutamente intenzione di analizzare e il restante sessanta da avvertimenti e conseguenze gravi che potrebbero, per esempio, rendere James una mezza Puffola Pigmea per sempre (perchè è sicuramente questo l’animale in cui si trasformerà, non ho alcun dubbio).
Nel suo caso non sarebbe nemmeno un effetto collaterale così disastroso perchè, a parte il colore rosa shocking, non cambierebbe poi così tanto.

Credo abbia capito che sto pensando a lui come a qualcosa di completamente ridicolo.
Dubito, comunque,  possa anche solo tentare di immaginarsi rosa, peloso e tondo come un boccino.

«Sei tu, Sirius» si limita a dirmi, aggiungendo all’espressione idiota quello che secondo lui dovrebbe essere un’aria malvagia e minacciosa sembrando, come al solito, soltanto più imbecille.
«Qualsiasi cosa mi stai affibbiando in quella mente malata... sei tu».

Sorrido, compassionevole: Io come Puffola Pigmea sarei ugualmente uno schianto e il mio pelo non sarebbe di certo gonfio come la sua testa in qualsiasi momento del giorno e della notte.
Sorrido, anche se non dovrei dato che siamo qua, con un pezzo di erba che molto probabilmente sarà la nostra ultima cena, soltanto perchè abbiamo cercato un libro sugli Animagus per quasi metà anno scolastico e quel volume che contamina il letto di James da un mese è l’unico esistente in quella che dovrebbe essere la Biblioteca magica più fornita dell’intera Gran Bretagna; ma anche perchè la futura Puffola sa essere incredibilmente convincente e soprattutto rompipalle, e se lei si fida di un tomo più vecchio di Silente e Merlino messi insieme- che da quel che ne sappiamo potrebbe spararne una più di Lumacorno ubriaco alle sue bavose festicciole- allora dobbiamo fidarci anche noi.
Il fatto che James si fiderebbe anche di una Banshee che gli invita una Burrobirra alla Testa di Porco è un dettaglio che siamo costretti ad ignorare.

«Dobbiamo iniziare proprio oggi?» chiede infatti Peter che in questo momento  preferirebbe mille volte essere mangiato vivo con la stessa voracità che ha lui quando si spazzola un intero vassoio di frittelle a colazione.
«Se non vuoi aspettare un altro mese, Peter, sì» annuisce la Puffola «Dobbiamo iniziare proprio oggi».
«Al tre?» chiedo per mettere fine a questa tortura che ne precede un’altra. Se devo morire, meglio farlo senza rimuginarci sopra più di tanto.
«Al tre» acconsente James, certo di fare la cosa giusta come quando, sfottendo Mocciosus a Pozioni, ha aggiunto una zanna di Serpente in più al calderone che gli è esploso in faccia subito dopo.


 
A questo punto qualcuno dovrebbe cominciare a contare, o no?


 
Peter credo non lo sappia, oppure, l’unica cosa che sa in questo momento è che gli scappa.
Ha il water affianco, spero vivamente che il cervello gli faccia sapere anche che per lasciarsi andare ha bisogno di privacy, benedetta cosa sacrosanta che non si può avere con altri due esseri dotati di olfatto e vista nella stessa stanza.
Sento uno sguardo familiare che mi squadra non più dallo specchio ma in modo diretto e anche abbastanza pungente.
Non ho bisogno di voltarmi per capire che James mi sta fissando come se si aspettasse qualcosa da me. Ma lo faccio, perchè l’espressione di James in questi casi è capace- e questo è tutto dire- di farmi ridere anche dopo aver incontrato Regulus nei corridoi.
A volte credo la faccia apposta... come i pagliacci babbani che fanno gli scemi per far ridere i bambini (essere paragonato ad un bambino non mi piace, soprattutto perchè se in questo dormitorio c’è un bambino quello è James Potter)... poi mi ricordo che quelli che gli fanno arcuare le sopracciglia nere fin sopra la montatura degli occhali rotondi, storcere la bocca come un Avvincino morto e socchiudere le palpebre tanto da farlo assomigliare a chiunque si trovi davanti al professor Rüf sono i suoi geni che lui non può di certo controllare, poverino.

Mi limito a fissarlo a mia volta, con la stessa espressione interrogativa stampata in faccia che non vuole necessariamente chiedergli come fa ad assumere sempre queste facce più ridicole dei suoi capelli.
 
«Sirius?» mi fa, allibito «Sei tu che hai proposto...». Lascia la frase in sospeso, completandola soltanto con un breve cenno della testa che vuole spiegare l’ovvio: Chi propone il conto alla rovescia deve anche iniziarlo, l’hai detto tu stesso.

Ed ha ragione, per una volta. Sono io che l’ho detto, l’anno scorso a cena, mentre aspettavamo il momento giusto per mandare a fuoco gli stendardi dei Serpeverde in Sala Grande. Ma in quel caso ad averlo proposto era stato James.

«Non dobbiamo prima metterci in mutande per cantare e ballare come quello svitato di Lovegood?» esordisco, senza riuscire a fermare il ghigno che sento stirarmi le labbra di fronte a Peter, appena diventato dello stesso colore della saponetta alle fragole che abbiamo rubato dal bagno delle ragazze, che adesso è esposta come trofeo sul portasapone della vasca e che James usa, a giudicare dalla scia di profumo zuccheroso che ogni tanto invade il bagno dopo che c’è stato lui (non credo sia perchè nella doccia non ha occhiali ed è quindi cieco come una talpa, ma perchè gli piace proprio, anche se non lo vuole ammettere).

Con quei suoi dannati riflessi da Cacciatore, il quattrocchi mi prende la foglia e fa per infilarmela in bocca con la forza.
«Ok! Ok! Uno» sghignazzo, imprecando nei confronti del Quidditch e dei cinque allenamenti a settimana che stanno rendendo il mio migliore amico più schizzato ed iperattivo di quanto già non fosse il maledetto giorno che l’ho conosciuto.

Vedo Peter trasalire, sa perfettamente che spetta a lui.

«Due?» chiede, come se non sapesse quale numero c’è dopo l’uno.
Evidentemente gli scappa ancora, ma per fortuna il cervello continua a funzionargli a dovere visto che, negli ultimi cinque minuti, si è limitato a guardare di sottecchi il water senza però raggiungerlo.

«Tr...» inizia allegramente James sovrastato da un ululato lontano fuori dalla finestra illuminata dal primo scorcio di luna piena.

É un richiamo così basso e lontanissimo che mi stupisco sia ancora intrappolato nelle orecchie e nei peli che mi ha fatto rizzare sulle braccia.
Sono sicuro, scommetterei dieci Gaeloni, che la pelle d’oca sta facendo rabbrividire anche gli altri. E sono altrettanto sicuro che il sessanta per cento del libro che puzza sotto al baldacchino di James e il fatto che il trenta possa essere composto da sole stronzate adesso sono insignificanti: per Remus, la percentuale del rischio ad ogni luna piena è del cento per cento e quelle che possono essere solo stronzate sono le uniche che ci promettono la soluzione che cerchiamo.
“Il rischio è il pepe della vita” dice sempre la futura Puffola. Questa volta è una foglia verde melma.

Mi ficco la foglia in bocca mentre James e Peter fanno lo stesso.
 

Beh, sempre meglio del calzino sporco di James come buongiorno.
Credo di non sentire sapore soltanto perchè la foglia è rimasta esattamente come l’ho infilata.
Si sta per attaccare al palato ma non ho la minima intenzione di toccarla come invece sta facendo James, che si fissa allo specchio con sguardo contrito e concentrato.
Punto con lo sguardo il sinistro ruminare della mascella di quello che forse non avrei dovuto scegliere come migliore amico. Fargli notare che sembra un patetico erbivoro lo farebbe sputare d’indignazione.

«Sei sicuro...» comincio, fermandomi un attimo con le labbra arricciate in una smorfia perchè ho appena scoperto il sapore di una foglia di Mandragora (per la cronaca, dovrebbe essere illegale e segnalato alle autorità). «... Che bisogna masticarla?».

Gli occhi nocciola dietro le lenti si chiudono, come se questo sapore acido quanto la McGranitt il lunedì fosse quello della sua torta preferita.
Magari sta pensando davvero ad una fetta di torta alla Melassa per riuscire a fare quello che sta facendo, magari non è puro e semplice masochismo, magari dovrei rivedere i criteri di scelta delle amicizie che ho avuto fino ad oggi.
James fa spallucce e continua a ruminare come se niente fosse.
«Non dice come dobbiamo tenerla» spiega con l’aria convinta che soltanto lo sciamano fuori di testa che ha scritto le istruzioni del libro potrebbe avere. «Se la facciamo a pallina non ci darà fastido domattina mentre laveremo i denti».

Peter sbianca- se possibile più di quanto la foglia gli ha già fatto fare- e le guance gli si gonfiano come quelle di un criceto.
Qualcuno gli dica che anche vomitare richiede privacy.

«Mmhh!» mugugna con le pluffe celesti che strabordano dalle orbite mentre scuote in segno di negazione la testa ed indica i nostri quattro spazzolini nel bicchiere sul lavabo.
Adesso, non ho idea dell’odore che quest’erba regalerà al nostro alito ma posso benissimo immaginare che se non ci laviamo i denti ‘Da Luna Piena a Luna Piena’ puzzerà talmente tanto da avere un raggio d’azione di svariati chilometri per stendere chiunque, perfino Mocciosus che ha l’Ordine di Merlino, Prima Classe per scarsa igiene personale e che dovrebbe quindi essere abituato a certi odori.

James batte forte le mani senza preavviso e io vorrei davvero, con tutto il cuore, buttarlo nella doccia ed aprire l’acqua gelida, non solo perchè ha fatto saltare Peter sul posto con il pericolo di mandargli la foglia di traverso ma anche perchè mi ha tolto dieci anni di vita.

Ovviamente, lui tutto questo sembra non notarlo e si prepara a parlare come se niente fosse.
 
«’Atto! Aiamo a omie ubito. I inoia a oia è u Erpeerde!»
 
Tutto chiaro, limpido come il fango. Se parlerà così anche davanti a tutti gli altri non ci scopriranno mai.
 
Remus non ci scoprirà mai, non lo guarderà come se si fosse mangiato tutta la sua scorta di Cioccorane, per poi notare che in realtà la ‘cosa’ che gli riempie la bocca è una foglia di Mandragora e allora cercherà in ogni libro della Biblioteca per scoprire cosa stiamo facendo (trovando di sicuro un altro tomo- magari più affidabile- che parla di Animagus).

La McGranitt non ci scoprirà mai, non toglierà venti punti a Grifondoro dicendogli che Halloween è passato e così il momento di imitare un Infero-“Soprattutto a lezione nella mia classe, signor Potter!”- per poi vedere la foglia e capire all’istante che stiamo infrangendo la legge sotto al suo naso.

Evans non ci scoprirà mai, non... beh, lei non troverebbe differenze tra questo e l’altro James. E, molto probabilmente, se le dicessimo che James è ancora più cretino del solito, lei non si prenderebbe nemmeno la briga di cercarle queste differenze, impegnata ad ignorarlo come ogni volta che se lo ritrova davanti.

Spegne la candela sul davanzale e corre in camera (perchè ha paura del buio, non vuole ammettere neanche questo).
Passando accanto al letto vuoto di Remus non può fare a meno di sorridere e credo di averlo appena fatto anch’io, nonostante la foglia che si sta impossessando anche delle gengive.

 
«’Oa otte»
«’Notte»
«Mmh»

 
Riesco a vedere lo sguardo sbarrato di Peter che sbuca dalle coperte e, tra le tende mezzo chiuse del baldacchino affianco al mio, il riflesso della luna sulle lenti degli occhiali di James, ancora sopra al suo naso e non sul comodino.
 

Staremo svegli fino a domattina.



 
 
 
*
 
 
 



‘Iius’ captano le mie orecchie mentre inizio a scivolare via dall’infinita e multicolor foresta di Mandragore giganti per ritrovarmi nel mio letto, accecato dalla luce del sole.

«Iius»

Ho appena scoperto che effetto fa la Mandragora all’alito e sono certo che James l’abbia fatto apposta ad alitarmi a due centimetri di distanza dal mio naso.
Ride, infatti, il bastardo, anche se goffamente per colpa della palla di foglia che lo fa assomigliare a Peter ieri.
Vomiterei anche l’anima se non mi sentissi la lingua intorpidita e fastidiosamente ‘occupata’.

Le uniche volte che mi sono svegliato con un corpo estraneo in bocca sono state a sette anni (il corno di stoffa dell’Erumpent giocattolo di Regulus che si era infilato nel mio letto con il temporale), a dodici (il famoso calzino smarrito di James) e adesso; Quelle con un corpo estraneo che mi schiaccia il fegato e un polmone invece non riuscirei a contarle nemmeno prendendo in prestito le mani, le pinne e le zampe di tutti i Maridi che popolano il Lago Nero, gli otto tentacoli della Piovra Gigante compresi (tutte le volte appartengono all’essere che continua a ridermi addosso e che ha seri ed evidenti problemi mentali).


«Eeeh-y, Jaamesss» lo chiamo, premurandomi di restituirgli l’aria che gli spetta e stupendomi di riuscire ancora a parlare normalmente, al suo contrario.

«EZZO I ERDA!»

Sarà un mese particolarmente silenzioso visto che saremo costretti a zittire James tutte le volte che vorrà farfugliare cose con questa sua nuova lingua.
Salta giù dal letto facendomi respirare di nuovo, sia perchè mi ha liberato il polmone togliendo quel suo ginocchio nodoso da sopra e sia perchè ha allontanato quella bocca-fogna a cielo aperto da me.

«Eter é orto!!»

Heather è all’orto? Ma chi? Heather Davies di Corvonero, sesto anno? Non ci crederei nemmeno se la vedessi con i miei occhi.

«IRIUS! ETER É ORTO!»

Ancora? «James, quella ragazza non va a vedere le partite per non sporcarsi i piedi di fango, figurati se va all’orto... l’orto di chi poi? Di Hagrid?».

Mi arriva un cuscino in piena faccia e mi ritrovo a maledire il Quidditch un’altra volta.
Sono costretto ad alzarmi e a vedere James saltare sul letto di Peter, indicandolo con un urgenza.

Eter è orto.

PETER È MORTO?!

Scatto verso di lui, inciampando sul lenzuolo, e quando arrivo al ‘capezzale’ mi accorgo che Peter ha gli occhi sbarrati come ieri notte... ma si muovono, guardandomi terrorizzati.
Avrei dovuto capirlo dal suo mezzo sbuffo di risata al mio inciampare sul lenzuolo. Questo comunque non cambia le cose: Vorrei strozzare James, adesso.Vorrei strozzare il coglione che sta ridendo piegato in due su Peter, sulla morbida pancia di Peter.

«Aura, eh?» sghignazza, soddisfatto di se stesso e di quelli che chiama scherzi, immagino.

Così come ho messo un attimo ad arrivare al baldacchino di Peter, gli salto addosso all’improvviso rendendomi conto che non posso più parlare perchè la foglia si sta staccando dal palato e sto sbavando, sbavando copiosamente.

«Eeeahhh!» si lamenta James come se della bava sui capelli e sul collo fosse una cosa schifosa.
«Ragazzi?» ci chiama Peter mettendosi seduto tra i cuscini con la faccia di un colore tendente al sangue che la testata di James mi ha appena fatto uscire dal labbro dopo che la mia bava è involontariamente colata anche sui suoi occhiali. «Come ce li laviamo i denti?».

James ci fa sapere che ha la risposta. Peccato non abbia quella per la domanda: “Ma che rotelle ti mancano di preciso, così vado a comprarle?”.
Mi butta giù dal letto e arranca verso il bagno con Peter al seguito.
Quando mi affaccio alla porta lo vedo afferrare il suo spazzolino ‘Rosso Grifondoro’(ci tiene a sottolinearlo) come se fosse la spada di Godric e prepararsi a parlare mentre la sua guancia destra si gonfia come quelle di Peter ieri.
Credo sia il suo modo di ignorare la palla di Madragora che si è creato in bocca.

«Irius aiuami, ei i io aoato iiore aico!»

Dovrei dargli un pugno sul naso, come suo “adorato migliore amico”, invece di aiutarlo. Se riuscissi a parlare, farei del mio meglio per battere gli insulti della Evans, inventati appositamente per descriverlo.
 Ficcargli con poca delicatezza un dito in bocca per tenergli ferma la palla di erba e saliva mentre lui si infila lo spazzolino pieno di dentifricio in bocca, comunque, credo possa essere considerato come un insulto abbastanza soddisfacente.

Peter ci guarda, orripilato, con due mani premute davanti alla bocca, cosa che immediatamente fa anche James mollando lo spazzolino nel lavabo e- MALEDETTO SALAZAR E TUTTI I SUOI PARENTI!- mordendomi il dito involontariamente (spero per lui).

«JAMES, SEI MORTO! MORTO! E NON PER COLPA DI QUESTA FOGLIA!» riesco ad urlare perchè questo dolore molto simile ad una Fattura Pungente mi fa dimenticare perfino la foglia che continua a farmi sbavare come uno stupido cane.

«ON FA!» piagnucola lui chinandosi sul lavandino e gocciolando schiuma alla menta, sangue (mio, altro) e pezzetti di roba verde che non è menta.

Perfetto. La luna è andata, dopo nemmeno otto ore. Abbiamo perso questa luna e Remus ne avrà una in più... senza di noi.
Nessuno di noi tre riesce più ad accettarlo, nessuno di noi tre riesce più a guardare Remus con un taglio profondo in più su una parte diversa del corpo o la luna che si addormenta nel suo letto, rubandogli il posto. Anche il nostro, di posto, ogni notte di luna piena sarà fuori dai nostri baldacchini, esattamente come il suo.
É di sicuro quello che pensa anche James mentre sputa una malloppa viscida che farebbe rivoltare anche i morti nelle tombe e si sciacqua la bocca mettendosi proprio sotto il rubinetto aperto.
Nick- Quasi- Senza- Testa ha un colorito più roseo di lui in questo momento. James potrebbe benissimo rimpiazzarlo all’istante, a staccargliquasi la testa ci penserei io insieme al mio dito indolenzito.

«Provate voi!» sbotta James-Quasi-Senza-Testa chiudendo la manopola dell’acqua«Dobbiamo risolvere questo problema! Oggi, adesso, per la prossima luna piena».
Non vuole darlo a vedere ma si sente incredibilmente in colpa. Non è una cosa che gli si legge in faccia spesso, lo fa solo e soltanto quando tiene veramente alla persona, magari alla quale ha dato tutto se stesso prima di fallire.

L’ha fatto la volta che si è mangiato un pacco di biscotti al miele, scoprendo soltanto dopo che erano un regalo della nonna di Peter, per Peter.
Ha cercato biscotti al miele  per tutto il dormitorio e il castello (uffici dei professori compresi) senza riuscire a trovarli.

L’ha fatto l’altro giorno,  quando ha soffiato in faccia a Evans la polvere del gesso sul cancellino della lavagna e lei è finita in infermeria per una reazione allergica.
L'ha accompagnata lui stesso tirandola per un braccio con una mano e lavandole la faccia con un getto d’acqua della bacchetta nell'altra.

E adesso l’ha fatto anche per Remus.

Per me non l’ha mai fatto perchè sa benissimo che i miei parenti invece di dolci fatti in casa impacchetterebbero teste mozzate di elfi domestici ancora sanguintanti e quindi può sfondarsi di Piperille trovate nei pressi del mio letto quando vuole;
Perchè sa più cose sul mio stato di salute del mio Guaritore di famiglia;
Perchè, sostanzialmente, ci siamo conosciuti con una sua figura di merda nei miei confronti che invece di offendermi e farlo sentire in colpa ha fatto ridere entrambi.
 

“«Chi vuole diventare un Serpeverde? Io credo che lascerei la scuola, e tu?»
«Tutta la mia famiglia è stata in Serpeverde»
«Oh, cavolo. E dire che mi sembravi uno a posto!»”*

 
Prendo il mio spazzolino, James fa per metterci il dentifricio ma lo fermo prima che possa creare una torta nuziale a cinque piani sopra le setole.
«La mia... è sul palato» informo, asciugandomi un rivolo di saliva che spero abbia intenzione di finire, prima o poi. James annuisce. Peter mi ha appena guardato come se stessi per andare in guerra.

Stendo un velo di dentifricio sullo spazzolino e provo.

 
Ignorare il sapore. Ignorare il sapore. Ignorare il sapore. 


Qualcosa peggio di questo acido freddo e ‘mentoso’ c’è sicuramente stato.
 
Il calzino che James non trovava da mesi, accusandomi di averglielo rubato... sapeva di formaggio, muffa e polvere...

I capelli di Mocciosus... che, anche se non li ho mai assaggiati, non fanno schifo solo alla vista ma anche a tutti gli altri sensi... gusto compreso.

La miriade di gelatine al cerume... alla trippa.... al letame di drago... al vomito...
 
Vomito sul serio.

«Pensa ai morbidissimi Calderotti ripieni di dolcissimo e caldo caramello che si squagliano in bocca insieme al...»

Il mio migliore amico- tale solo perchè dimostra di ricordarsi i miei dolci preferiti- sembra appena uscito da uno di quei ricettari di cucina che usa sua mamma. Dovrei prenderlo in giro per... come minimo tutta la vita, ma quello che sta facendo funziona.
Adesso che non penso al sapore, però, noto che il problema è un altro.
Il problema vero è che lo spazzolino raschia la foglia sul palato e sui denti... anche se cerco di evitarla. I pezzetti verdi che vedo nella ceramica non sono quelli masticati di James...

 
 Siamo Nella Merda.

 
«... E lo zucchero che si sprigiona dalla deliziosa e soffice pasta ben lievitat...»

 
Sputo rumorosamente sul lavandino e James blocca il discorso appassionato da casalingo.
 
«SIRIUS!»
«Non funziona... non si può tenere neanche sul palato»
 
Ci giriamo contemporaneamente verso Peter che sgrana gli occhi, immobilizzandosi. Credo che non gli importi più di raggiungere il water per liberarsi come avrebbe voluto fare ieri: Oggi se la farebbe addosso, lì in piedi.

«Pete» inizia James allungando le mani verso di lui (sembrando davvero un Infero), non facendo altro che spaventarlo ancora di più. «Sei la nostra unica speranza».

Giusto per non mettergli altra ansia.

Peter indietreggia lentamente mentre James avanza. «Se riusiciamo a trovare un posto per mettere la foglia...».

Io ce l’avrei un posto da consigliargli ma non sarebbe utile a Remus.

«Pete» continua. Peter sbatte e si siede per forza di gravità contro il water chiuso. Prego che il suo cervello continui ad assisterlo.
«Apri la bocca e fa’ vedere cosa possiamo fare» lo intima James con la stessa vocetta che usa Madama Chips con i bambini del primo anno.
Peter scuote la testa furiosamente. Sembra Remus l’estate scorsa, quando l’abbiamo accompagnato dal Guaritore babbano che cura i denti.
Mi basta un’occhiata di James per capire cosa fare.
Con due falcate sono da loro, a tenere fermo Peter mentre lui gli apre la bocca con la forza. Sarebbe più facile se le mie braccia riuscissero ad avvolgere tutta la sua circonferenza.

«Pete?!» strilla James come dovrebbe strillare una persona che si chiama Jennifer Jamie, non James.
«Non c’è nessuna foglia qui!!»
«COSA?!» strillo anch’io ma con la voce di uno che si chiama Sirius, sia chiaro.

Peter si accascia sul water appena lo lasciamo libero.

«L’ho trovata sul cuscino, James!» piagnucola disperato «Dormo con la bocca aperta, lo sapete!».

James dà sfogo al suo vizio di imitare le scimmie passandosi le mani nel cespuglio nero che ha in testa e poi si ferma, come un pazzo. Se per le prossime vacanze sarò dai signori Potter devo ricordarmi di dire a Fleamont e Euphemia che gli sono vicino e che mi offro volontario a portare James al San Mungo, Reparto Lungodegenti. Bisogna essere forti in queste situazioni disperate.
Ecco, sta per spararne un’altra...
«Recupera la foglia ed esercitiamoci con quella, Pete!»
Ripeto, se qualcuno qui non l’ha ancora capito: Siamo Nella Merda.














 
 
 
 
 
 
 
 
Note e piccole anticipazioni: 
 

*Il dialogo di James e Sirius riguardo la famiglia Serpeverde è preso direttamente da ‘Harry Potter e i Doni della Morte’ pag. 617.
 
Il prossimo problema sarà ‘il mangiare’ :) Dal bagno ci sposteremo nell’affollata  Sala Grande.


Le foglie di Mandragola non hanno un odore gradevole, i libri di botanica descrivono il loro "profumo" con la parola ''fetido". Vi lascio immaginare.




   
 
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