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Autore: Neko    14/06/2009    3 recensioni
Voglio raccontarvi una storia. La mia e quella di una persona a me cara. voglio parlarvi delle ingiustizie che i capi di un villaggio commettono su esseri senza difese. della lotta di una persona che per 15 anni non ha conosciuto altro che dolore e che era all'oscuro di cosa volesse dire vivere una vita normale. Voglio dirvi come è riuscito, con grande capacità, a lasciarsi il passato alle spalle e a diventare la persona che ora è apprezzata da tutta Konoha
Genere: Generale, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto Shippuuden
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Capitolo 11: Nei guai!

 

Per nostra sfortuna fummo scoperti.

Non pensavamo che li sotto ci potesse essere qualcun altro oltre a Naruto.

Avevamo abbassato la guardia, grande errore per dei ninja al nostro livello. Non eravamo più dei genin appena usciti dall’accademia e una mancanza simile non doveva minimamente essere compiuta.  

Tre ambu si erano accorti della nostra presenza e ci avevano accerchiato.

Uno di loro era disposto a lasciarci andare, se avessimo promesso di non intralciare più i piani del loro capo Danzo. A parte il fatto che non avremmo mai mantenuto una promessa del genere, purtroppo per noi, non avemmo possibilità di scelta.

I due compagni dell’ ambu con la maschera da gatto, non erano dello stesso suo parere. Anzi vedendo l’insistenza da parte sua a lasciarci andare, cominciarono a considerarlo un traditore, un qualcuno che si stava opponendo agli ordini del loro capo.

Eravamo in trappola, ma non saremmo stati da soli.

Cercammo di difenderci, in fondo eravamo in maggioranza, ma presto altri ambu vennero a dare man forte ai loro compagni.

Riuscirono a catturarci ed ad imprigionarci.

Non ci rinchiusero in una prigione, la sotto non ce n’erano. Ci legarono con delle catene di ferro a delle tubature. Anche l’ambu con la maschera da gatto fece la nostra stessa fine.

Essi non vedevano la necessità di imprigionarci dentro a una gabbia, erano convinti che da li a pochi minuti, qualcun altro sarebbe venuto a darci una lezione.

Prima di andarsene ci dissero “Mi raccomando fate attenzione. Non vorremmo mai che il Kyuubi venga a sbranarvi!” avevano un odioso sorriso sulle labbra.

Erano davvero quelle le loro intenzioni? Farci uccidere così selvaggiamente? Mi chiedevo su che razza di ninja Konoha faceva affidamento.

Tsunade di sicuro non doveva saperne niente, se no quegli esseri spregevoli, non si troverebbero più al villaggio.

Quando eravamo liberi dalla sorveglianza degli ambu, i quali erano andati via con una certa fretta, Kiba provo a liberarsi dalle catene cercando di rompere qualche tubatura per poter sfilare via quegli arnesi che ci impedivano i movimenti.

“Fermo!” disse l’ambu in nostra compagnia “In questi tubi scorre il gas che va a finire in ogni casa di Konoha. Se ne rompi una…primo moriremmo soffocati e secondo con il chakra bollente che il Kyuubi emana, l’intero villaggio salterebbe in aria.

Kiba sbiancò di colpo e non solo lui.

Ino cominciò ad agitarsi.” Io non voglio finire le mie giornate qui! Dobbiamo fare qualcosa e subito!”

“Un modo lo troveremo” disse Shino cercando di tranquillizzare un po’ tutti.

Aveva un’espressione calma, mi chiedevo come facesse.

Anch’io avevo paura di morire, ma quello che mi spaventava di più, era il fatto che sarebbe stato Naruto a sporcarsi le mani del nostro sangue. Quegli ambu erano troppo codardi per ucciderci loro stessi.

“Shino, come fai a essere così calmo?” chiese Kiba.

“Agitarsi non serve a niente, fifone!” disse Sasuke con la sua solita freddezza.

Ogni momento che passavo con lui, mi rendevo conto di essere stata una stupida a innamorarmi di lui. era un bellissimo ragazzo, su questo nessuno poteva dire niente, ma non è solo la bellezza che conta, ma anche l’aspetto interiore…dico bene?

 Non era cattivo, di questo ne ero convinta. Sapevo che il suo atteggiamento era solo dovuto all’odio che provava verso il fratello, ma così facendo rischiava di rimanere, oltre che senza famiglia, senza amici. Ci volle molto tempo prima che riuscissi a fargli capire che con questo suo atteggiamento, non avrebbe di certo migliorato le cose.

“Bau bau!”Akamaru abbagliò, facendoci girare verso di lui.

Solo ad allora ci accorgemmo che lui non era stato legato. Il cane bianco quando capì che non avevamo scampo, si era nascosto, per fornirci aiuto in un momento successivo.

Akamaru sei grande!” disse Kiba tutto felice, quando vide che in bocca al cane c’era una specie di piccola sega, non più in buone condizioni. Probabilmente era appartenuta a qualche artigiano del passato, e ora serviva a noi per rompere le catene.

Il primo a liberarsi ovviamente fu Kiba, il quale provvide successivamente a liberare tutti noi.

Mentre trafficavamo con le catene, diversi tremori della terra, ci avvertivano dell’avvicinamento di Naruto.

Mancava solo l’ambu, quando Ino attirò la nostra attenzione.

“Ragazzi! Io credo che siamo nei guai!”

Un Kyuubi con tre code era davanti a noi.

Potevamo sentire il calore del suo chakra. In quello spazio chiuso quel caldo ci faceva soffocare. Era come se ci fosse stato un incendio. L’ossigeno sembrava quasi essere bruciato dalle fiamme.

Naruto era messo a 4 zampe e ringhiava. I suoi lineamenti si erano fatti più canini. Denti e unghie erano cresciuti in modo innaturale per un umano e gli occhi sembravano ancora più intrisi di rosso delle altre volte.

Ci guardava con uno sguardo assassino…no, non è esatto, Kyuubi ci guardava come un predatore guarda la sua preda.

Q-quello è Naruto?”Chiese Ino.

“Esatto! Solo che ora non è nella sua forma migliore!” disse Shikamaru.

“Presto ragazzi, dobbiamo andarcene da qui!” disse l’ambu spaventato.

“No! siamo venuti fin qui con uno scopo…e non ce ne andremo senza Naruto!” dissi decisa mettendomi davanti agli altri.

“Sakura, ti devo ricordare cosa è successo a chi ha affrontato Kyuubi 16 anni fa? Come pensi di riuscire a fermarlo?” chiese Ino.

Scossi la testa. Non ne avevo la più pallida idea.

Speravo da una parte che mi riconoscesse, ma avevo intuito che maggiormente Naruto era sotto il controllo della volpe e più diminuiva la sua capacità di intendere e di volere.

“Ha u-un chakra spaventoso! Non saremmo mai in grado di affrontarlo!”disse Hinata spaventata.

Naruto lanciò una palla di chakra verso di noi.

Neji si posizionò davanti a tutti e disse “Non ti devi arrendere ancor prima di aver tentato. Rotazione suprema!” esclamò cominciando a girare su se stesso ad una velocità sorprendente, per rendere nulla la tecnica usata dal demone.

Neji era riuscito a bloccare la sfera di chakra, ma essa era riuscita comunque  a scalfirlo, lasciandogli delle lievi bruciature, soprattutto sulle mani.

Ino provvide subito a curarlo.

“è troppo potente. Non resisteremo a lungo!” disse Kiba “ ma non mi arrendo, Akamaru!”

Il mio compagno richiamò il suo fedele amico per andare all’attacco insieme. Praticarono la tecnica delle zanne perforatrici, ma Naruto con un semplice ruggito, riuscì a rispedire i due indietro.

Naruto fermati!” gli urlai. “Sono io, Sakura! Non mi riconosci?”

Lo chiamai diverse volte, ma lui non sembrava sentirmi. Anzi aveva ingaggiato una dura lotta con tutti i miei compagni e uno alla volta, li aveva messi al tappeto, anche Sasuke, Neji e Shikamaru che erano i migliori tra noi.

Troppo grande era la sua potenza e la sua rabbia, dopo l’ennesima volta che veniva trattato come un mostro.

Si preparava a sferrare un ultimo colpo. Un attacco ben più grosso di tutti gli altri.

Potevamo avvertire la sua potenza sulla pelle. Se non si fosse fermato, non solo noi avremmo fatto una brutta fine, anche Konoha sarebbe stata in serio pericolo.

Le fondamenta sulle quali il villaggio sorgeva, sarebbero state spazzate via, creando così un distruzione, se non totale, di gran parte del paese.

Dovevo fermarlo…a tutti i costi.

Non lo chiamai più. Sapevo che era inutile.

Mi misi a pochi metri distante da lui con le braccia aperte e uno sguardo determinato. Non avevo nessuna intenzione di tirarmi indietro e soprattutto di abbassare lo sguardo.

Quella si sarebbe rivelata una lotta mentale.

Avevo paura di non riuscire a superarla. Il mio timore di quegli occhi pieni di odio era troppo grande.

Non demorsi e la mia determinazione fu premiata.

Vidi Naruto abbassare il colpo che stava preparando e fissarmi a lungo.

Piano, piano si avvicinò a me.

Ebbi l’istinto di fare qualche passo indietro, ma per fortuna le mie gambe non obbedirono.

L’ultima cosa che Naruto doveva vedere era il mio timore verso i suoi confronti.

Poi lo sentii. Era un suono debole, ma chiaro.

Naruto mi stava chiamando.

S-sakura!”

Il mio cuore si fermò, come anche il mio respiro. Mi aveva riconosciuta.

Sperai che quei momenti di terrore fossero finiti, ma Naruto era ancora sotto controllo della volpe e quell’attimo di lucidità non era bastato per far tornare il ragazzo in se stesso.

Si mise a ringhiare. Era un ringhio possente che fece tremare le mura.

Quel poco che avevo visto del ragazzo era svanito. Ora Kyuubi era nuovamente davanti ai miei occhi e questa volta non si sarebbe fermata.

Era la fine, per me, per i miei compagni…per tutti.

Chiusi gli occhi aspettando che la morte sopraggiungesse, ma non successe niente.

Quando alzai le palpebre, vidi davanti a me le spalle di Kakashi, Tsunade e di un ambu. Per un attimo pensai che l’ambu in questione fosse lo stesso che aveva tentato di  salvarci, ma dopo uno sguardo più attento, mi resi conto che la maschera era diversa.

Dopo il primo stupore, spostai il mio sguardo verso Naruto, che stava lottando con dei cani fatti di legno, che gli si buttarono addosso.

Successivamente venni a sapere che quell’ambu di nome Yamato, aveva il potere di sopprimere il chakra della volpe a nove code.

I cani riuscirono a imprigionare kyuubim la quale lentamente si ritirò, lasciando un Naruto esausto, ma cosciente.

Mi avvicinai subito a lui per vedere le sue condizioni, mentre Tsunade si occupava degli altri.

Solo quando tutti ricevemmo le cure di cui avevamo bisogno, l’hokage e Kakashi fecero a tutti quanti noi una bella lavata di capo.

Non erano contenti che avessimo…che io avessi disubbidito agli ordini dell’hokage e soprattutto che avevo fatto rischiare la vita a tutti i miei compagni.

“Spero che questo vi serva da lezione! Potevate morire, ve ne rendete conto? “ disse furiosa Tsunade passando il suo sguardo su ognuno di noi “siete fortunati che Shino, sia riuscito a mandare un messaggio a suo padre, tramite i suoi insetti e che esso sia venuto ad avvertirci!”

Tutti ci girammo verso Shino.

Se non avessimo fatto partecipare anche lui a quella spedizione, non so come avremmo fatto a salvarci da quella situazione.

“Ora sarà meglio andare, prima che altri ambu vengano a infastidirci” disse l’ambu con la maschera da gatto. Solo allora capimmo il motivo per cui non ci volesse morti anch’egli. Non era un ambu della radice, ma si spacciava per uno di loro per poi informare l’hokage dei loro piani. In poche parole era una spia dalla nostra parte.

Tutti ci rialzammo da terra, per uscire finalmente da quel luogo orribile, ma facemmo solo pochi passi prima di ritrovarci davanti un numero spropositato di ambu.

“cavoli, ma quanti sono?” chiese Shikamaru “Che seccatura!”

Ci mettemmo in posizione di difesa, quando ci accorgemmo che fra gli ambu qualcuno si muoveva nella nostra direzione.

“Mi avevano avvertito che degli intrusi avevano cercato di rubarmi nuovamente Kyuubi, ma non pensavo che tu fossi così stupida Tsunade! Non melo aspettavo date…cioè non così direttamente.” disse l’uomo

Danzou!” disse L’hokage guardando l’uomo con disprezzo.

“Spiacente Tsunade, ma non posso permettere che tu e i tuoi mocciosi, mi impediate di realizzare il mio sogno!” disse sorridendo “Oh non ti preoccupare per Konoha…presto avrà un nuovo Hokage e una nuova politica!” disse prima di dare l’ordine ai suoi uomini di attaccare.

 

 

  
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