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Autore: atzuki97_drarry    21/07/2017    1 recensioni
[DRARRY] [Accenni ROMIONE]
E' il sesto anno per Harry Potter alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, è tempo di verità, altri misteri e nuovi amori.
Harry dovrà ricredersi su tutto ciò che ha creduto fino a quel momento, sopratutto su tutto ciò che riguarda lo studente da lui più odiato, Draco Malfoy. Cosa accadrebbe se tutto ciò che è stato narrato non fosse andato esattamente come è stato detto? E se l'ossessione del giovane Potter non dipendesse solo dai propri sospetti come lui stesso crede? E se la pressione straziante di Draco non riguardasse solo il compito a lui assegnato?
(Premetto che questa è la mia prima Fanfiction su Harry Potter, spero di aver fatto il possibile per far uscire qualcosa di decente, la Fanfiction riporterà alcune piccole parti (quelle che riterrò più essenziali per lo sviluppo della FF) così come scritte nel libro o leggermente modificate, mentre tutto il resto ovviamente è nato dalla mia mente malata di Drarry. Spero che questa storia sia di vostro gradimento.)
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Il trio protagonista, Ron Weasley | Coppie: Draco/Harry, Ron/Hermione
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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-Tu cosa?!- urlò Ron allibito, lui, Harry ed Hermione erano riuniti nella camera dei due ragazzi dopo il disperato richiamo d'aiuto del prescelto. Aveva tenuto le cose nascoste per troppo tempo, ma adesso sentiva che non poteva andare avanti da solo, aveva bisogno dei suoi amici, dei loro consigli e del loro sostegno. Quest'ultima però sembrava una richiesta un tantino di troppo per il suo migliore amico dal viso rosso di esasperazione 
-Quel Malfoy deve avere sangue di Veela nelle vene, ve lo dico io, deve averti persuaso non c'è altra spiegazione -. disse a Harry senza guardalo, era troppo impegnato ad attraversare da un punto all'altro la stanza per scaricare la tensione di troppo. 
-Ron cerca di ragionare - intervenne Hermione, che si era dimostrata estremamente calma e risoluta, se ne stava tranquillamente seduta ai piedi del letto del ragazzo e li fissava entrambi dal basso -È un Malfoy, un Purosangue. E' impensabile che abbia anche solo una minima traccia di sangue di Veela in corpo- 
-Ragazzi, non è questo il punto- li interruppe Harry decisamente a disagio. -Veela o non Veela sono stato uno stupido a cascarci in pieno, mi ha mentito, stava tramando qualcosa e lo sapevo, ma ho permesso al mio cervello di dimenticarsene o di accantonare semplicemente la cosa- Al solo pensiero che poche ore prima Harry stesse letteralmente seguendo Pansy per pura gelosia e affetto verso quello che ormai Harry riteneva il suo ragazzo lo riempiva di rabbia, pensava che l'unica ingannatrice fosse Pansy, si era illuso che tutto il mistero che avvolgeva Draco come una fitta nebbia fosse dipendente dal fatto che lui avesse il marchio, niente inganni, niente progetti malvagi, solo sentimenti di paura verso il proprio marchio. E invece non era così. Se lo fosse stato, perché Draco avrebbe mentito sul filtro d'amore? Ricordava ancora la risata che Pansy gli sputò addosso dopo che lui metteva pian piano i tasselli al loro posto, le aveva chiesto quali pozioni avrebbero ucciso il verde delle piante; "Nessuna" rispose fiera "Soltanto i veleni depongono questa caratteristica". Veleni. Ricordò lo sguardo vacuo di madama Rosmerta e il viso di Draco travolto dalla rabbia per il fallimento della donna. Certo, si disse. Draco deve aver usato su di lei l'oggetto che George quel giorno gli aveva mostrato, aveva fallito perché era progettato per non far commettere azioni pericolose. Le aveva sicuramente ordinato di avvelenare qualcuno, e lei non era riuscita nell'intento. Come poteva aver pensato di voler amare qualcuno del genere? 
-Non prendertela con te stesso, Harry- lo portò fuori dai suoi pensieri Hermione -Chiunque ci sarebbe cascato, il filtro d'amore è un preparato illegale molto difficile da preparare aveva senso che Draco chiedesse a qualcun altro di prepararlo, è normale che non ti sia passato per la testa che potesse esserci dell'altro.-
I tentativi di rassicurarlo non rincuoravano molto Harry, ma li apprezzava. 
-Se solo ne avessi parlato subito con voi, tutto questo non sarebbe successo- guardò Hermione -Tu sicuramente avresti notato qualcosa che non andava con il "filtro"...- poi Ron -... e tu avresti insistito nel non fidarmi di Draco, ti avrei odiato forse, ma mi avresti fatto riflettere molto di più-
-Ti prego smettila di chiamarlo per nome- gli rispose inorridito Ron, ignorando le sue parole. Non riusciva a credere che tutta quella situazione fosse reale. 
-Dovresti parlare con Malfoy- gli suggerì Hermione -Una cosa che abbiamo imparato in questi anni è che non dovremmo affidarci sempre alla prima conclusione - 
Ron sbuffò incredulo -Con Malfoy, Herm? Davvero? E cosa pensi che gli dirà? Lo ingannerà per bene un'altra volta! Sono sicuro che già se la sia filata dalla festa con la Parkinson ad architettare qualcosa di terribilmente grosso e pericoloso- 
In realtà Harry non era sicuro che Pansy fosse davvero coinvolta in qualcosa di losco, era confusa quanto lui quando Harry farneticava in giardino tra sé e sé cose riguardanti l'amortentia e il giorno ad Hogsmeade, poi era scappato dentro furioso e Malfoy era già sparito, l'unica cosa rimasta da fare era trascinare i suoi amici al dormitorio e raccontare loro tutto. E poi c'era una cosa che i suoi amici non sapevano e che Harry non aveva nessuna intenzione di rivelare, il marchio nero, quella non solo era la seconda conclusione che aveva tratto dal contenuto del preparato di Rosmerta, ma sapeva bene che stavolta davvero non poteva essere nulla di giustificabile, troppe cose pericolose si accostavano tra loro.
Ma forse Hermione non aveva tutti i torti Harry doveva sapere cos'altro il suo amante stava nascondendo, non era oramai semplice questione di orgoglio, ma poteva benissimo trattarsi di questioni di vita o di morte per tutti ad Hogwarts. E poi Draco glielo doveva, almeno spiegargli il motivo della sua sparizione, poteva affrontarlo faccia a faccia e non fuggire come un codardo.
Ma si sa, la codardia fa parte di molti sfacciati Serpeverde e come era prevedibile Draco non si fece vedere per nulla neppure nei giorni a seguire.

Era arrivato il momento delle vacanze Natalizie e Harry non aveva la minima idea di cosa fare, Draco sarebbe tornato al Manor dai suoi genitori? O sarebbe rimasto ad Hogwarts a combinare qualcosa? Se non sarebbe riuscito a scovare Draco in tempo non avrebbe mai potuto dirlo e di conseguenza non avrebbe saputo come comportarsi, passare le vacanze alla tana, dove un Ron scorbutico e un'Hermione assillante lo avrebbero confuso maggiormente, oppure restare li e cercare di risolvere qualcosa? Senza di Draco però non avrebbe avuto molto senso.
-Ragazzi, vado a vedere un'ultima volta se riesco a trovare Malfoy-- disse arretrando di qualche passo da gruppo di studenti che si sarebbe recato alla stazione dell'Hogwarts Express.
Ron lo fulminò con lo sguardo -Lascialo perdere, sei ossessionato amico.- rimarcò quell'ultima parola come se fosse messa in dubbio.
-Ron, io devo sapere-
-O lui o noi, Harry, fai la tua scelta.-
-Ron cerca di capire- intervenne Hermione.
-Capire cosa, Hermione? Cosa pensi che succederà, Draco si rivelerà il ragazzo dell'anno e vivranno felici e contenti per sempre? E anche se fosse? Cosa pensi ne sarà di noi, di lui? Cambierà totalmente, è già cambiato. Harry Potter che difende quel bulletto platinato, quello che ti chiama sporca sangue marcio e che ha il padre che vuole vederlo tre metri sottoterra, e forse anche lui. Se è cosi che deve andare quindi ti dico scegli, o noi o lui.- disse rivolto prima ad Hermione e poi ad Harry.
-Io non posso scegliere Ron- 
-Ed io non voglio essere la scelta basata sulle intenzioni di Malfoy- concluse in toni soffusi e rabbiosi prima di dargli la spalle.
Harry prese la sua decisione e fece lo stesso, Hermione per la prima volta non riusciva a trovar parola opportuna da dire, Harry giurò di sentirla borbottare "Stupida Cooman" prima di seguire Ron che sotto quell'espressione rabbiosa aveva bisogno di altrettanto sostegno. La Cooman. Ron deve aver parlato ad Hermione degli astragali, pensò, la predizione di Ron sull'orgoglio sembrava essere in atto, e ora che ci pensava meglio anche quella di Harry si stava verificando, aveva segretamente temuto quella profezia, aveva sperato che non parlasse di Draco, ma a quanto pare non si poteva ingannare l'evidenza del fato. Doveva affrontarlo di petto.
Harry sapeva dove andare a cercare, anche se i giorni precedenti furono un fiasco era sicuro ora che Hogwarts fosse deserta, nella stanza delle cose nascoste avrebbe trovato Draco, era lì che lui andava dove non voleva essere trovato, una cosa nascosta, era li che loro insieme dovevano nascondersi.
Nei corridoi erano rimasti pochi studenti, i soliti che ogni anno si trattenevano ad Hogwarts, ed Harry non sapeva se ritenersi felice nel notare che Pansy era partita prima di molti altri, sarebbe stata la volta buona per non ritrovarsela tra i piedi, sempre se la sua assenza non significasse anche quella di Draco.

Nel arrivare al terzo piano, Harry, per puro scrupolo si prestò a controllare ogni singola aula di passaggio, guadagnandosi occhiate confuse dai professori che incrociava, che ci faceva Harry Potter ancora ad Hogwarts senza i suoi amici?
E oltre le occhiatacce si beccò un errore perfino più grande, il ritardo. 
Senza perdere ulteriore tempo, Harry si avvicinò a quel che sembrava un impersonale muro. Chiese esattamente ciò che desiderava di più e ciò che gli aveva permesso la prima volta di entrare, ma fu inutile. 
Passò ore a formulare diverse domande, frasi e conclusioni, prese a calci il muro e gli si accovacciò ai piedi esausto finché non sentì una voce, credeva di star impazzendo perché avrebbe giurato che provenisse dalla stanza tanto ambita, cosa impossibile, poi si accorse che proveniva dal corridoio precedente, Harry si resse subito in piedi pronto ad affrontare la voce in questione, poi si accorse che non era sola, la prima era sicuramente di Draco, nervosa e lievemente malinconica, tesa. La seconda poteva riconoscerla ovunque, la monocorde severa voce di Piton. Non poteva di certo affrontare Draco di fronte a quella carogna del suo professore, non aveva dimenticato il suo arrivo ad Hogwarts e le sue parole pungenti, era ancora fermamente convinto che tramasse qualcosa, era terrorizzato che Draco ne fosse coinvolto.
Prima che i passi si fecero troppo vicini, Harry si nascose dietro un muro di svolta.
-Non puoi permettere degli errori, Draco, perché se vieni espulso...-
-Quello che è accaduto non è di certo colpa mia- 
Ci fu un momento di silenzio ed Harry si sporse per vedere cosa stesse accadendo, fortunatamente Piton gli dava le spalle, riusciva a malapena ad intravedere Draco di fronte a lui, il suo viso era più sciupato del solito.
-Non mi guardi in quel modo!- sbottò -Lo so cosa sta cercando di fare, non sono stupido, ma non funzionerà... Io la posso fermare!-
Un'altra pausa, Harry poteva sentire Draco deglutire da quella distanza, attese finché non sentì Piton mormorare: -Ah... Zia Bellatrix ti ha insegnato Occlumanzia, vedo. Quali pensieri stai cercando di nascondere al tuo signore, Draco?- 
Draco, che fino a quel momento teneva gli occhi puntati sul professore li distorse esasperato -Non sto cercando di nascondere niente- cercò di essere convincente, ma Harry conosceva quel tono evasivo, e sapeva che anche un po' di esso lo riguardava. -Non voglio che lei si intrometta- aggiunse.
-Allora è per questo che mi eviti? Temi la mia interferenza nel tuo compito, o magari anche in altro?-
A quanto pare Malfoy amava evitare la gente, ma questo non rassicurava minimamente Harry, Draco aveva un compito, un compito di cui Piton era a conoscenza e la sua intromissione gli raggelava il sangue nelle vene.
Dato che Draco si limitò a fissarlo in silenzio, con la sua tipica aria beffarda Piton continuò il suo monologo -Ascoltami, io sto cercando di aiutarti. Ho giurato a tua madre che ti avrei protetto. Ho stretto il voto infrangibile.-
-Pare che dovrà infrangerlo, allora, perché io non ho bisogno della sua protezione. Funzionerà, ho solo...- Malfoy abbassò la voce - ...Bisogno di un po' più di tempo-
-Se mi dici cosa stai cercando di fare posso aiutarti- ribatté testardo Piton.
-Ho tutto l'aiuto che mi serve, grazie, non sono solo!-
-Ti ho sempre visto vagare solo per Hogwarts, ultimamente -
Draco stava per ribattere quando il suo sguardo attraversò la spalla del suo interlocutore, vide Harry che origliava e si bloccò.
-Non sono mai solo- gli rispose invece dopo qualche secondo. Harry non aspettò che Piton andasse via per parlare con Malfoy, non sembrava riconoscerlo più, preferì andarsene prima che si fosse messo nei guai, non fece in tempo ad accorgersi che pure Draco ormai era già andato via, lasciando il professore furioso in mezzo al corridoio.

La prima cosa che ad Harry venne in mente di fare era raccontare tutto ciò che aveva sentito ai suoi amici, come era solito fare, purtroppo però quest'ultimi sicuramente erano già in viaggio per la Tana. Oltretutto Harry non era poi tanto sicuro che volessero ascoltare ancora una sola parola che riguardasse Draco Malfoy.

Blaise e Nott, pensò. Probabilmente avevano mentito anche loro sul conto di Malfoy, Harry non aveva mai visto di buon occhio entrambi i ragazzi, ma dopo gli ultimi eventi stava iniziando a fidarsi e ad trovare perfino del bello in loro, sapere che i primi a essere a conoscenza di lui e Draco con cui poteva perfino parlarne tranquillamente lo avessero allo stesso modo ingannato, beh, gli faceva davvero male.

Andare al dormitorio Serpeverde non era difficile come poteva sembrare, durante il secondo anno, Harry e Ron erano riusciti ad entrare prendendo le sembianze dei tirapiedi fidati di Draco Malfoy. Come in Grifondoro, la modalità d'accesso consisteva in una parola d'ordine, fortuna vuole che Harry stesse frequentando un ragazzo super malizioso che gliela aveva rivelata quasi immediatamente, dopo che Blaise li adocchiò a pozioni. Harry gli aveva detto che era un'assurdità dato che mai e poi mai un non Serpeverde era accettato nei paraggi, sopratutto un Grifondoro, figuriamoci poi Harry Potter. Ma Draco si era limitato a rispondere che lo sapeva, ma era comunque stuzzicante immaginarsi lo sfregiato entrare nella sua camera da letto in qualunque momento. Le vacanze avevano giovato al suo favore, sapeva che non avrebbe trovato nessun altro Serpeverde oltre Blaise e Nott che approfittavano dell'occasione per restare insieme in modo più intimo e tranquillo, il resto dei Serpeverde avrebbe preferito mille volte tornare nelle loro lussuose case o dai loro perfetti parenti che rimanere a far nulla ad Hogwarts.
-Bezoar- pronunciò Harry alle statue serpentine quando gli fu arrivato davanti, per un attimo temesse che stessero per spostarsi e strangolarlo, ma poi fu la parete a mettersi da parte per lasciarlo passare.
La sala grande era esattamente come la ricordava, elegante e maestosa. I vari camini con sopra diversi ritratti di illustri Serpeverde lo mettevano in soggezione come la prima volta, sentiva di essere osservato e disprezzato severamente. Harry superò le varie poltrone in pelle nera e i tavolini con i scacchi dei maghi sopra per dirigersi alla scala a chiocciola che portava ai dormitori, ma un severo tossicchiare lo bloccò prima di arrivarci.
Blaise Zabini lo osservava dal gradino più alto della scalinata con aria guardinga -Che ci fai tu qui dentro?- chiese.
-Draco mi ha rivelato la parola d'ordine non appena tu e Nott avete saputo di noi-
Le spalle di Blaise sembrarono essersi liberate di un po' di tensione. -Beh, lui non è qua al momento, ma probabilmente sarà qui a momenti, non penso ci sia molto da fare in giro. Se vuoi restare qui e aspettare... -
-Non sono qui per Draco, volevo parlare con voi, te e Nott-
L'espressione di Blaise mutò, non riusciva ad immaginare cosa Harry volesse.
-Con noi?- rispose -Theo è sotto la doccia- aggiunse.
-Fa lo stesso- scrollò le spalle, in realtà la presenza di Theodore Nott per Harry non era fondamentale, non gli aveva mai detto granché e sembrava odiarlo, ma forse era il più sincero di tutti in questa assurda situazione.
Harry salì le scale con determinazione, fronteggiò Blaise e aprì bocca per parlare
-Mi avete mentito- disse subito senza troppi giri di parole.
-Come scusa?-
-Riguardo a Draco. Non è vero che non sai nulla di quello che sta combinando, perché qualcosa sta architettando, e non credo proprio che lui ti abbia detto solamente che ci stavamo frequentando, lui sta nascondendo qualcosa e voi lo state appoggiando-
-Ti sei bevuto il cervello? Come osi?- rispose sconvolto Blaise - quale parte di "noi Serpeverde non ci impicciamo delle scelte degli amici" non ti è chiara? Non sappiamo nulla che tu non sai, ti ho detto tutta la verità.-
-A Draco non importa nulla di me, avrà sicuramente avuto molto da dirvi invece - continuò imperterrito Harry.
-Cosa te lo fa pensare?- chiese Blaise, ora di pessimo umore.
E adesso cosa avrebbe detto? Era giusto raccontare della fasulla amortentia?
Massì, perché no? Pensò, sicuramente Blaise lo sa già e fa il finto tonto.
-Beh, non è molto romantico far credere di essere talmente preso da te da creare dell'amortentia da somministrati, per poi scoprire che era veleno per far fuori qualcuno, magari perfino me -
-Questo è assurdo! È impossibile.-
-Draco non lo farebbe mai- disse un voce alle spalle di Blaise. Nott non appena finito di far la doccia deve aver sentito le voci dei ragazzi in corridoio, era ancora a petto nudo, solo un asciugamano copriva le sue intimità.
-E io dovrei fidarmi di te? Mi odi anche tu-
-Si, è vero.- confermò senza particolare interesse -Ma non potremmo mai assecondare l'avvelenamento di qualcuno, perfino di un grifotonto come te. A quel punto sì che ci sarebbe da impicciarci delle decisioni degli amici.-
-In ogni caso è quello che ha fatto.-
-Deve esserci una spiegazione, sempre se questa non sia una favoletta per mettere in cattiva luce Draco, credi che io riesca a bere il tuo improvviso interesse amoroso nei suoi confronti?-
-Quello che qui sta cercando di fare qualcosa anche lontanamente a discapito di qualcuno non sono io. Io sono quello che è stato raggirato e perfino illuso-
-Ne hai parlato con Draco?- intervenne Blaise -Come fai ad affermare certe cose se non parli con lui?-
-Volevo farlo, ma non ho potuto-
-Si, certo- schernì Nott.
-Almeno io ci provo, non come voi che vi nascondete dietro al vostro "Dare tempo al tempo" evitando di discutere con l'evidenza, se non vi siete accorti che Draco sta passando un periodo turbolento, siete degli amici davvero pessimi-
-Tu non sai nulla- rispose Nott a denti stretti.
-Vogliamo anche parlare di Pansy? Vi siete accorti che la vostra amica nel mettere in atto il cosiddetto "tempo al tempo" ha cercato di versare dell'amortentia nell'idromele di Draco? Voleva che fosse talmente perfetta che per non destare attenzioni si è auto-eliminata durante la sfida contro Hermione, solo per rubarle la pozione perfetta.-
I due ragazzi rimasero ammutoliti, Harry non ne poteva più. Se ne andò lasciandoli di stucco.

Harry davvero voleva potersi fidare delle certezze dei due Serpeverde, di quello che ha visto in Draco, delle sue confessioni, delle sue lacrime. Sapeva che quelle erano verità che non poteva mettere di lato, erano ciò che l'avevano fatto innamorare di leader Serpeverde, innamorato, si. Se davvero di Draco non c'era da fidarsi sarebbe stato dannatamente fottuto.
Gli avrebbe parlato, e anche se non gli avrebbe rivelato di cosa stesse parlando con Piton, era comunque suo diritto chiedere.
 

Detto fatto, voleva parlare con Draco? Ed eccolo, lì,appena fuori il dormitorio della sua casa.
-Harry?- disse confuso, di certo non si aspettava di trovarlo lì.
-Draco- rispose semplicemente Harry, gelido.
-Che ci fai qui?-
-Noi due dobbiamo parlare-
-Se sei venuto a chiedermi di cosa parlavo con il professor Piton, non ti riguarda, dovresti smetterla di pedinarmi in continuazione -
-Non è la stessa cosa che dicevi nel bagno alla festa di Lumacorno, sai, poco prima che scomparissi senza lasciar traccia per giorni. Si può sapere il perché?-
-Ho avuto da fare- rispose evasivo.
--Qualcosa riguardante del veleno? Dimmi, a chi andava la famosa amortentia stavolta?- le espressioni dure di Harry erano sottolineate dal rammarico, e questo parve colpire Draco, che spalancò gli occhi grigi e per la prima volta pareva non avere la risposta pronta, completamente disarmato.
-Non so di cosa tu stia parlando... -
-Non mentire, non sei stupido, sai benissimo cos'è successo con Pansy, e sai che non lo sono nemmeno io. Sei sparito per non dovermi affrontare.-
-Non posso dirti nulla Harry...- disse toccandosi la manica con sotto il marchio.
-Non puoi non dirmi nulla Draco, ci sono dentro fino al collo-
Draco rise amaramente.
-Ovviamente, non capisci-
-Sei tu che non me lo permetti, pensavo avessimo superato questa fase- Harry adesso era davvero addolorato. Draco lo guardò, non disse nulla, gli passò accanto e prima di entrare nel suo rifugio, baciò Harry su una guancia. Harry era bloccato sul posto, confuso e con il cuore a pezzi, le lacrime scendevano sul suo viso man mano che il tempo passava solo in quel corridoio.
Corse via, parlare con Draco non aveva risolto nulla, non avrebbe mai parlato.Era freddo, distante e chiaro come la luce del sole che Draco era destinato ad un compito pericoloso, quel bacio sulla pelle della sua guancia, bruciava come un bacio di Giuda. Lo era magari. Avrebbe preferito sapere la verità più tremenda, chiudere una volta per tutte. Invece no, era al punto di non ritorno in un buco nero circolare e infinito, la testa gli girava e i pensieri lo soffocavano, correva, e più correva più le lacrime seccavano, mutavano in rabbia, irragionevolezza. E allora decise.
Arrivò al proprio dormitorio, cercava il libro di pozioni del principe mezzosangue, trovare la ricetta del Veritaserum, chissà, magari una formula ottimizzata. Sapeva bene quello che stava per compiere, combattere crudele inganno con altro crudele inganno, ma Harry era disperato : Cos'altro poteva fare?
Illegalità per Illegalità, se fossero finiti nei guai, per lo meno ci sarebbero finiti insieme.

Immediatamente si fiondò nel baule davanti al suo letto, trovò il libro ben nascosto sotto il mantello dell'invisibilità, lo prese e lo aprì immediatamente.
La prima pagina che gli capitò di fronte fu la ricetta dell'amortentia, le coincidenze amavano prendersi gioco di lui, girò la pagina irritato. Quella successiva attirò immediatamente l'attenzione di Harry; era interamente scarabocchiata di appunti, disegni, calcoli e formule, una in particolare scritta con un pennarello rosso attirò la sua attenzione "SECTUSEMPRA: da usare contro i nemici". Non aveva mai sentito l'incantesimo eppure non sembrava molto difficile da lanciare, un incantesimo contro i nemici fa sempre comodo, si disse studiando meglio la pagina. Quando arrivò in fondo si decise a continuare con la ricerca. Poche pagine più avanti la ricetta del Veritaserum lo attendeva, preparato illegale di lunga preparazione, ma ovviamente come Harry aveva supposto, il principe aveva apportato la sua modifica anche a quella, invece di 27 giorni di preparazione,la pozione poteva essere elaborata in appena una settimana. Harry memorizzò tutto il necessario, ripose il libro e si mise subito al lavoro, c'era un solo posto dove potersi guadagnare gli ingredienti: L'ufficio di Piton.


Andare all'ufficio di Severus Piton non doveva essere facile, aveva sentito che per avere l' accesso dovevi rompere un incantesimo che solamente e i maghi più potenti potevano affrontare. Harry era felice di scoprire che fossero solo dicerie, non solo entrare era facile ma la porta era pure aperta. La gente ad Hogwarts deve davvero abbassare la guardia durante le vacanze. O forse Harry aveva ingerito altra Felix Felicis senza saperlo.
La stanza si presentava davvero cupa e poco illuminata, le pareti erano rivestite di scaffali di barattoli di vetro pieni grandi cose viscide,rivoltanti, quali residui di animali e piante, che galleggiano in pozioni divari colori. Accanto era posizionato un armadio pieno di scorte e ingredienti di vario tipo, erano ben visibili dalle ante in vetro, Harry puntò dritto al suo obbiettivo. Raggiunse l'armadio e si mise alla ricerca dell'occorrente per la veritaserum: Sciroppo di Elleboro, sangue di drago, zanne di serpente, mandragola, Aconito e dell'Artemisia. Prese le dosi esatte dei vari ingredienti e si girò per andare a recuperare il resto. La sua attenzione venne catturata però da un pensatoio al centro della stanza. Si mise gli ingredienti nelle tasche e si avvicinò per sbirciargli dentro.
La prima scena che gli si presentò davanti agli occhi era caotica, gruppi di studenti attraversavano i corridoi di una vecchia Hogwarts, intravide Severus Piton, scarno e solitario osservare tutti in lontananza. Svariati studenti ridevano di lui. 
Man mano che si addentrava nei pensieri i ricordi cambiavano, i muri si dissolvevano e i pavimenti mutavano in erba.
Piton era in piedi su un prato infinito, puntava la bacchetta a chi gli stava di fronte.
"James, finiscilo!" si sentì da poco lontano. Cori di insulti incoraggiavano quello che era il padre di Harry a umiliare l'evasivo serpeverde. "Mocciosus! Mocciosus!".
In men che non si dica, Severus si ritrovò a piedi all'aria.
Un nuovo ricordo si stava formando, una bellissima ragazza con i capelli rossi e gli occhi verdi parlava allegramente con Severus Piton, erano al loro primo anno, si scambiavano pareri sulle case a cui erano appena stati assegnati.Purtroppo Harry non poté udire ciò che sua madre aveva da dire al suo futuro professore che tutto sembrò riavvolgersi in un tornado nero che spazzava via le varie immagini, si ritrovò scaraventato fuori dai ricordi.
-Potter, sei nei guai- disse il proprietario dell'ufficio stringendolo dalla maglietta per tirarlo via dai propri ricordi. -Pensavi davvero che i direttori delle case non avessero incantesimi contro gli intrusi? Sopratutto nel mio ufficio? - 
-Lei... Da quanto tempo è qui? - 
-Tanto quanto basta per assistere all'invasione dei miei ricordi da parte di un piccolo Grifondoro irrispettoso e ficcanaso-
Il lato positivo era che non lo abbia visto rubare gli ingredienti dalla sua scorta personale, avrebbe passato guai davvero seri. -Meriti di essere espulso, ma Silente non sarebbe d'accordo. Tuttavia, una punizione esemplare non te la toglie nessuno-
Harry sentì pizzicarsi il dorso della mano vittima delle punizioni della Umbridge, il suo sesto senso gli diceva che quelle di Piton sarebbero state tremendamente peggiori, stavolta.
Piton lasciò la presa con forza, facendo barcollare Harry. -Non adesso però,Hogwarts è deserta. Tutti dovranno sapere quanto essere degli insolenti paghi, quanto contino i mali geni trasmessi di padre in figlio.
-Lei vuole solo sfogarsi su di me per la sua rivalità con mio padre!-
-Tuo padre era un maiale, e come lui, tu; ti meriti un po' di sana educazione, quella che tuo padre non mostrava alla tua età, esattamente come te -
Harry ripasso mentalmente le varie scene del passato di Piton e suo Padre, James era un bullo, ma era sicuro che suo padre non fosse una cattiva persona. Allo stesso modo di Draco agli occhi di un nemico appariva un bulletto con troppa stima di sé, ma agli occhi di una persona speciale, come Lily, che sentiva che quella non poteva essere la natura che avrebbe maturato con l'età, vedeva del buono. Forse è vero ciò che si dice, si ama chi ci ricorda un genitore, di solito era una ragazza a scegliere un uomo che ricordasse il padre, ma quello era solo un futile dettaglio.
-Mio padre era un brav'uomo, e se lei ha troppo risentimento per quello che riguarda il suo passato, non mi riguarda. Ma mi dia questa punizione, se questo la fa sentire meglio-
-Fuori.- rispose gelidamente Piton, la rabbia fin sopra le punte untuose dei suoi capelli.
Non se lo fece ripetere due volte, Harry si girò e andò via a passo deciso, prima di varcare la porta Piton lo bloccò. -Potter, dopo le vacanze nel mio ufficio. Discuteremo il da farsi.- annunciò in tono malevolo. -Perderai molte lezioni-
-Non può farlo! Non passerò mai i M.A.G.O.-
-Probabilmente non passerai neanche il sesto anno, Potter- disse prima di sbattere in faccia ad Harry la porta del suo ufficio con un incantesimo.

Era arrivato ai livelli estremi per l'odio verso il professore, fino l'anno prima non avrebbe accettato la punizione tanto facilmente, ma al momento aveva altro a cui pensare, sperava solo che la punizione non gli intralciasse troppo i suoi passi.
Mancava un ultimo passo per il momento, ultimata la pozione avrebbe nascosto il libro per sempre, non poteva permettere che il principe mezzosangue lo facesse espellere da Hogwarts. Sempre se non ci avesse pensato prima Piton.
Il dormitorio era tutto per sé. Se pur eseguendo la ricetta del veritaserum alla lettera dovesse far esplodere tutto ciò che lo circondava, poteva almeno star sereno nel sapere che l'unico a rimetterci le penne fosse lui, un peso in meno sulla coscienza. 
Uno dei lati più fighi in una scuola di magia era che invece di un noioso armadietto pieno di libri e spazzatura si aveva a disposizione un baule personale pieno di, beh, tutto. 
Harry dal suo uscì un fornello, il calderone per i compiti "a casa", provette e mascherina protettiva. Dopo che indossò quest'ultima si mise all'opera. La pozione appariva estremamente complicata nella versione integrale, in quella del principe invece molti passaggi erano modificati o perfino completamente eliminati, tutto sommato il preparato poteva essere finito in pochi giorni, doveva pazientare, ma sempre meglio di un mese era di certo.

I giorni passarono in fretta e in men che non si dica la pozione era pronta, prese la fiala ancora calda tra le manie il libro dall'altra e corse a nascondere quest'ultimo. Mentre camminava tra i corridoi si chiese se davvero avesse funzionato, era fin troppo facile, ma dopo tutto il principe non sembrava aver mai fallito un colpo. 
Arrivato di fronte al muro della stanza delle necessità gli chiese di aprirsi per lui per il solo scopo di nascondere il libro del principe, stavolta si aprì immediatamente.
La stanza delle cose nascoste in quei giorni non era cambiata per nulla, se era possibile, forse era semplicemente più disordinata.
Harry cercò con lo sguardo un posto dove nascondere il libro, perlustrò la stanza due o più volte. Ricordò, in fondo alla stanza, l'armadio in cui tempo prima aveva trovato Draco accovacciato ai suoi piedi, decise che quello era il posto più adatto, meglio lì che sotto cianfrusaglie impolverate.
Non appena gli fu di fronte, allungò una mano per aprire un'anta ma la voce forte e terrorizzata di Draco che urlò il suo nome lo fermò.
Harry balzò per lo spavento di essere stato beccato e per l'alto tono della sua voce, libro e pozione gli scivolarono dalle mani, creando una catastrofe,liquido e pagine erano andate in contatto, facendo perdere non solo la pozione ma anche un'altra possibilità di realizzarla nuovamente. 

  
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