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Autore: eliseCS    22/07/2017    1 recensioni
(Il titolo è provvisorio al 39,4%)
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A 15 anni Eltanin Narcissa Malfoy scatena un incendio nell’aula di Pozioni e si ritrova a dover frequentare una scuola completamente nuova per imparare a controllare quei poteri speciali che hanno causato lo scottante incidente.
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A 15 anni anche Ella inizia a frequentare una nuova e strana scuola e scopre di essere quella che viene chiamata Quintessenza.
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In sintesi:
un rancore covato per anni, un Potter (volete indovinare voi quale?), veri amici e vecchie conoscenze; ed Eltanin ed Ella capiranno che alla fine sono più simili di quanto pensassero.
Ah, e non dimentichiamo il salto temporale, ma siccome l’autrice vuole fare la misteriosa non vi dice dov’è collocato e dovrete capirlo da soli...
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Famiglia Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
Capitoli:
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Nell'introduzione è stato nominato un salto temporale di cui non verrà specificata la collocazione.
Leggere attentamente il capitolo :)
 

 
Capitolo 5


 
 
Eltanin era buttata a pancia in giù sul letto in modo da avere testa e braccia fuori dal materasso per poter leggere la lettera che le era stata recapitata poco prima.
Era da parte dei suoi genitori.
Per festeggiare il loro anniversario di matrimonio avevano deciso di dare una festa a Malfoy Manor e lei era caldamente invitata - leggi obbligata - ad essere presente.
Questo anche per fare in modo che gli invitati potessero constatare che la primogenita dei Malfoy fosse ancora viva e vegeta e non tenuta nascosta dai genitori per qualche oscuro motivo.
La ragazza sbuffò girandosi in modo da stare distesa sulla schiena: non era sicura di avere voglia di partecipare, e poi erano ancora in periodo di lezione, proprio le ultime prima della fine dell’anno scolastico.
Se fosse stata a Hogwarts sarebbe già stata in vacanza ma lì no, le lezioni proseguivano fino alla fine di giugno.
I suoi non potevano scegliere un’altra data per il ricevimento?
Si tirò su a sedere scuotendo la testa: si stava comportando di nuovo come una bambina viziata.
I suoi avevano scelto quel giorno perché era lo stesso in cui era stato celebrato il matrimonio, era ovvio che non avessero deciso per un altro.
Per loro quello era stato un giorno importante e lei non voleva deluderli non presentandosi all’anniversario.
Pazienza, più tardi sarebbe passata dall’ufficio della Preside per chiederle se per quel giorno - e magari anche quello dopo, non sapeva come sarebbe andata a finire la festa - avrebbe potuto saltare le lezioni.
 
 
 
§
 
 
 
Ella stava passeggiando su e giù per la propria camera, visto che quella mattina non aveva lezioni e a quanto pareva non aveva niente di meglio da fare, quando la porta si spalancò di colpo a causa di una forte folata di vento lasciando spazio alla figura di Zephyr.
Fortunatamente il fatto che avesse cominciato a percepire la presenza del ragazzo da quando era entrato in casa le aveva evitato di prendersi un colpo.
Questo non le impedì di rimproverare subito l’amico: “Zeph, quante volte ti si deve ripetere che anche se puoi passarci attraverso devi bussare e aspettare che qualcuno venga ad aprirtela, la porta?”
Cavoli, le sembrava di essere Liam in quei momenti…
“Ma è importante” protestò quello provando ad ammansirla sfoderando un’espressione da cucciolo bastonato che per sua fortuna gli riusciva dannatamente bene.
Non doveva lasciarsi corrompere… no, troppo tardi.
“Dimmi, cosa sarebbe così importante da giustificare un’irruzione in casa mia? Ti sarebbe costato tanto aspettare un minuto fuori dalla porta?” domandò Ella senza però usare il tono di rimprovero che aveva adottato poco prima.
“La preside Dheòra ci vuole tutti e cinque nel suo ufficio il prima possibile. Gli altri avevano lezione quindi lo sanno già, noi due eravamo gli unici con la giornata libera: ha mandato a chiamare me e visto che ero di strada io mi sono fermato ad avvisare te” spiegò velocemente abbandonando la faccia da cucciolo e tornando a sorridere come al solito.
“Ok, andiamo allora” stabilì Ella: se la preside li voleva tutti e cinque doveva per forza essere qualcosa di serio.
 
“Cosa fai?” la domanda di Zephyr infranse la sua concentrazione prima che riuscisse a smaterializzarsi: qualcosa dagli altri maghi e streghe era rimasto anche a loro oltre agli incantesimi di base.
“Stavo cercando di smaterializzarmi a scuola” rispose lei sottolineando l’ovvio.
“Ma… ma fuori c’è bel tempo!” supplicò lo stregone dell’Aria.
Ella alzò gli occhi al cielo.
“E va bene!” concesse alla fine. “Ma non eravamo di fretta noi?” lo provocò poi.
Il ragazzo le sorrise furbo per poi precederla fuori dalla stanza.
Ella lo seguì subito dopo.
 
Non aveva neanche chiuso la porta di casa che Zephyr stava già volteggiando sopra di lei muovendosi con grazia nell’aria.
Quando finalmente arrivava la bella stagione non si lasciava scappare la minima occasione per volare.
Probabilmente se avesse potuto avrebbe smesso definitivamente di camminare.
“Voli con me?” propose speranzoso.
In realtà più che per la compagnia era perché Ella era una delle poche che riusciva a tenergli testa nelle gare di velocità.
Ovviamente solo gli stregoni dell’Aria padroneggiavano l’abilità del volo, quelli del Fuoco potevano giusto riuscire a levitare per previ periodi se si concentravano.
Ella, essendo Quintessenza e avendo le abilità tipiche di ogni elemento, poteva volare anche lei.
E per essere corretta nei confronti di Zephyr doveva ammetterlo: anche a lei volare piaceva da morire.
 
Arrivarono all’Accademia in pochi minuti, tutti e due con i capelli scompigliati e il fiatone: Zephyr aveva vinto di nuovo nonostante Ella fosse diventata più veloce dall’ultima volta che si erano sfidati.
Rispondendo ai saluti che i ragazzi che incrociavano lungo i corridoi gli rivolgevano si diressero verso l’ufficio della Preside che era situato al quinto piano del castello.
Quando entrarono si resero conto che effettivamente erano gli ultimi che mancavano all’appello: Cristal, Liam e Felyx erano già lì in piedi davanti alla scrivania della donna.
 
“Bene, ora che ci siete tutti possiamo cominciare” esordì.
A quanto potevano intuire dall’espressione della sua faccia non erano lì per discutere degli orari delle lezioni.
“Non più tardi di ieri sera sono stata contattata dal Ministro della Magia Kingsley Shacklebolt, confido che tutti voi sappiate di chi sto parlando” cominciò a spiegare in tono serio.
I ragazzi si fecero subito attenti: solitamente quando veniva tirata in ballo l’altra popolazione magica non erano mai buone notizie.
“Mi ha riferito che c’è stato un tentativo di furto al Ministero: qualcuno si è introdotto nell’ufficio in cui sono conservate le informazioni sensibili che riguardano Antiques e l’Accademia”
Ai ragazzi bastò guardarsi tra loro per capire che la preoccupazione che provavano era condivisa.
“Perché ha detto tentativo?” puntualizzò veloce Cristal.
“Il ministro ha controllato e mi ha confermato che non mancano documenti, il Registro degli iscritti non è neanche stato toccato. Però non può escludere che chiunque sia stato abbia avuto il tempo di leggere e memorizzare quello che gli serviva sapere” rispose la Preside.
Fortuna che i documenti non potevano essere duplicati né copiati in nessun modo, magico e non.
“Quindi noi cosa dobbiamo fare?” chiese Liam.
Tutti loro dubitavano di essere stati chiamati solo per essere messi al corrente.
“Il corpo insegnanti è già stato informato della cosa, ovviamente finchè non ci saranno conferme è inutile allarmare gli studenti. Da questo momento in poi non sarà più possibile tenere le lezioni con le creature magiche nella foresta fuori dalla città o uscire dalla Barriera in generale” rispose.
“Come sapete la Barriera magica che circonda l’intera città è stata posta del Cerchio che ha fondato Antiques per tenere al sicuro i suoi abitanti dalle persone esterne che prima li cacciavano e processavano per stregoneria e poi cercavano di catturarli per approfittare del loro dono a proprio vantaggio” proseguì.
“Ovviamente negli anni i Presidi e i Direttori che si sono susseguiti hanno dato il loro contributo per rafforzarla, ma ciò non toglie che la Barriera si sia inesorabilmente indebolita. Vorrei che voi ne stabiliste una nuova” concluse rivelando finalmente il motivo per cui li aveva chiamati.
 
I ragazzi si guardarono un po’ spaesati.
Aveva davvero chiesto loro una cosa del genere?
 
Ella fu la prima a riprendere la parola: “Preside Dheòra, ne è sicura? Dopotutto se la Barriera è rimasta in piedi fino a questo momento un motivo ci sarà. Cosa succederebbe se non riuscissimo a costruirne una altrettanto forte?”
“Mi fido di voi ragazzi” rispose semplicemente la donna alzandosi dalla poltrona dietro alla scrivania. “Tutti avete sempre dimostrato un eccezionale talento nella Magia, a tal punto da affidarvi parte dell’istruzione dei miei studenti. In più credo di non esagerare nell’affermare che siete probabilmente uno dei Cerchi più potenti che siano mai stati completati. Anche se prima non andavate esattamente d’accordo è bastato che Ella arrivasse all’Accademia per farvi unire immediatamente, vi siete riconosciuti subito”
I cinque non poterono fare a meno di sentirsi lusingati da quelle parole.
“E posso capire la preoccupazione, che immagino non sia solo di Ella, di non riuscire a creare una Barriera all’altezza, anche se a mio parere è infondata. Se vi fa sentire più tranquilli ve l’ho chiesto adesso che il pericolo non è ancora confermato in modo che se qualcosa dovesse andare storto – cosa di cui comunque dubito – abbiate tutto il tempo per trovare una soluzione e porre rimedio”
La donna li guardava con uno sguardo così fiero e colmo di aspettativa che il gruppo non potè fare altro che ringraziare per la fiducia accordata e assicurare che avrebbero subito cominciato a farsi da fare al riguardo.
 
 
In realtà la Preside Dheòra ci aveva visto giusto: dopo una settimana di ricerche e approfondimenti in materia, lunghe ore in biblioteca a rispolverare i tomi più vecchi e polverosi, e un buon numero di prove i ragazzi erano riusciti a trovare il modo di erigere una nuova Barriera ricalcando in tutto e per tutto le caratteristiche di quella vecchia.
Ce l’avevano fatta, insieme, ancora una volta.
 
 
 
§
 
 
 
Eltanin si stava concedendo una passeggiata dopo la fine delle lezioni pomeridiane.
Aveva fatto in modo di spedire la borsa con i libri direttamente in camera sua in modo da non dover perdere tempo e uscire subito.
L’unica cosa che si era portata dietro era il foglio di pergamena con la risposta della madre alla lettera che lei aveva spedito indietro giorni prima.
La Preside Dheòra non le aveva fatto problemi, anzi, aveva accettato di buon grado di concederle il permesso di lasciare Antiques per quella giornata e mezza: solitamente quando si trattava di famiglia non faceva storie a nessuno.
 
E così lei aveva risposto ai suoi di non preoccuparsi, non avrebbe mancato la festa del loro anniversario di matrimonio.
Si aspettava che le avrebbero risposto felici della conferma della sua presenza.
 
Non si aspettava quello.
 
Sua madre aveva ben pensato che i giovani invitati come lei, per lo più si parlava dei figli degli amici che avevano invitato, si sarebbero potuti annoiare ad un ricevimento del genere.
Perciò aveva deciso di organizzare parallelamente una festa in maschera di primavera in modo che anche loro potessero divertirsi.
Il fatto che lei probabilmente si sarebbe annoiata comunque sembrava non essere stato preso in considerazione.
L’ultima volta che aveva partecipato a una di quelle feste, l’anno prima, lei e Scorpius erano gli unici ad avere un’età sotto i trent’anni, e nessuno sembrava aver notato che a circa metà della serata si erano defilati nelle cucine finendo con l’ubriacarsi con le scorte di Whisky Incendiario del padre e giocare al babbano obbligo o verità.
Dopo che Scorpius l’aveva sfidata a fare il giro della casa di corsa, con addosso solo la biancheria intima - va bene che era ubriaca, ma a tutto c’era un limite: lei ovviamente si era rifiutata - aveva scelto sempre verità, e il giorno dopo oltre che con il mal di testa si era svegliata con la brutta sensazione di aver detto qualcosa di troppo, soprattutto quando le domande del fratello erano rivolte alla scuola che frequentava.
Scorpius però sembrava ricordare tanto quanto lei, quindi non c’erano stati particolare problemi.
 
 
La ragazza continuò a passeggiare osservando distrattamente il cielo sopra di sé.
Solo il giorno prima il Cerchio aveva definitivamente sostituito la Barriera vecchia con una nuova di zecca - la spiegazione ufficiale che la Preside aveva dato era stato che ormai quella vecchia stava cominciando ad avere delle falle - e se uno guardava con attenzione e con la luce giusta poteva quasi vederla scintillare alta sopra i tetti delle case e le cime dei primi alberi della foresta che circondava il paese.
Evidentemente però non era abbastanza per distrarla dal contenuto della lettera.
 
Solitamente quando tornava a casa quello che la metteva più sotto pressione erano le dimostrazioni di magia che i suoi la costringevano a fare per assicurarsi che quando l’aveva portata via Gabriel avesse detto la verità: lei sarebbe tornata ad usare la magia.
Solo che con quello loro si aspettavano che lo facesse con la sua bacchetta, cosa che non era possibile.
Alla fine, capendo che Eltanin non era ancora disposta a rinunciare alla sua copertura con i genitori e quindi per mantenere le apparenze, la Preside le aveva fatto costruire una nuova bacchetta, del tutto identica a quella che aveva usato fino a quel momento.
L’unica differenza: il legno non proveniva da un albero per bacchette e all’interno non c’era nucleo.
In questo modo lei poteva usarla come se fosse stata una vera bacchetta.
Peccato che con il passare del tempo usare la magia attraverso la finta bacchetta le veniva sempre più faticoso, abituata ormai com’era a farne a meno.
 
Quella volta però la sua abilità con la bacchetta non era quello che la preoccupava maggiormente.
No, sua madre era riuscita a farle venire il panico con poche, semplici parole che con la magia non avevano niente a che fare.
 
Il tuo vestito è già arrivato. Forse ci sarà da fare qualche piccola modifica dell’ultimo momento ma dovresti vederlo: è uno spettacolo.
Sono sicura che farà impazzire anche te.
 
Oh, era sicura che sua madre avesse pienamente ragione, il vestito l’avrebbe fatta impazzire… perché il corsetto sarebbe stato troppo stretto, la gonna troppo ingombrante e il modello sicuramente non di suo gusto.
 
Sospirò: aveva ancora una settimana e mezza per rassegnarsi all’idea.













Hello everyone!
(Persino i grilli se ne sono andati dopo tutto questo tempo...)
Il detto dice
long time no see... ed eccomi qui, finalmente.
Innanzitutto voglio premettere che il capitolo non mi convince per nulla, però allo stesso tempo non sono riuscita a capire come provare a cambiarlo e quindi è rimasto così. Se mai dovesse esserci una revisione questo sarà uno dei primi ad essere rivisto.
Detto questo... avete le mie più sincere scuse per questa luuuunga assenza (tre mesi?!).
Non è da me, ma a mia discolpa posso dire che il trasferimento non è stato proprio una passeggiata... e fare turni da dodici ore e mezza è al limite del massacrante.
Avevo promesso che ne avrei approfittato di questo periodo di assenza per prendermi avanti con i capitoli e scrivere il più possibile, ma la verità è che quando arrivo a casa dopo lavoro ho a mala pena voglia di cenare e passo i giorni di riposo quasi in coma (= la storia è rimasta esattamente allo stesso punto dove l'avevo lasciata prima di partire, sigh).
Ma mi sto abituando, non temete.
Un gigantesco grazie a chi continuerà a seguire questa storia nonostante tutto.
Non posso promettere aggiornamenti regolari/settimanali come facevo di solito perchè so che non è fattibile. Posso invece promettere che cercherò di non far passare più di un mese prima del prossimo capitolo (dai che ce la posso fare!).
Prima che queste note diventino più lunghe del capitolo meglio che chiuda...
Grazie ancora, e spero a presto
E.



 
   
 
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