Fanfic su artisti musicali > One Direction
Segui la storia  |       
Autore: Thebravest666    23/07/2017    2 recensioni
"Allora dimmelo, Louis. Dimmelo prima che salga su quel fottuto aereo." Gli occhi del riccio ormai erano pieni di lacrime che a stento riusciva a non far scorrere sulle sue guance arrossate, nella mano destra stringeva il mio polso con forza e per un attimo credetti di sentire dolore per quanto lo stringesse.
Non risposi subito, non lo guardai nemmeno negli occhi mentre toglievo il mio polso dalla sua mano, deglutii cercando di mandare giù il nodo che mi si era formato in gola e abbassai lo sguardo.
"No Harry, non provo niente per te e mai proverò qualco-" Le parole mi morirono in gola quando i nostri sguardi si incrociarono.
Era deluso, di nuovo.
In quell'istante mentre lo vidi uscire dalla porta e chiudersela alle spalle, capii di averlo perso, per sempre.
Genere: Erotico, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het, Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

LEGGETO LO SPAZIO AUTRICE, MOLTO IMPORTANTE.

 
Ad un certo punto, nella vita, arriva quel momento in cui non puoi fare altro che affrontare il problema alla radice, non puoi continuare a ignorarlo perché prima o dopo questo ti arriverà contro e manderà tutto a puttane.
E io lo sapevo che era giunto il momento di mettersi l'anima in pace e di pensare chiaramente a me stesso e a cos'era successo con Harry nei bagni della discoteca, ma il mio ego me lo impediva.
Era passata una settimana buona da quel giorno, il riccio non si era fatto sentire e io non avevo provato a cercarlo, andava bene così, passavo ogni notte all'Eden e la giornata seguente la dormire.
Non volevo avere tempo per pensare, nonostante volessi correre da Harry e urlargli in faccia chiedendogli spiegazioni; anche se infondo mi sembrava tutto palesemente chiaro.
Ero sempre stato testardo, cocciuto ed egoista, ma fu una mattinata di Ottobre quando crollai definitivamente.
Ero appena tornato a casa dall'Eden, ancora post-sbornia, mi distesi sul divano, lasciando a penzoloni una gamba e portandomi la mano sinistra sulle tempie; non c'era nessuno in casa, mia madre e mio padre facevano i turni serali e mia sorella era fuori con Daniel, il suo fidanzato.
Si dice che se ignori i problemi questi si ingigantiranno sempre di più e mano a mano ti faranno cadere a pezzi e in quel momento, capii di essere arrivato al limite.
Sboccai un paio di volte quella mattina, sentendo ancora il sapore di Zan, Zay, Zayn o come diavolo si chiamava, sulle labbra, era un miscuglio di rum e fumo, mi fece rabbrividire pensarci di nuovo.
Mi sentii improvvisamente vuoto, senza Harry, mi mancava veramente averlo vicino e mi sentii ancora più un verme schifoso quando capii di averlo fatto soffrire, ogni notte mi apparivano i suoi occhioni verdi e lucidi, le sue labbra ormai bagnate dalle lacrime e mi sentivo come se qualcuno mi desse in continuo colpo violenti allo stomaco.
Non volevo dimenticarmi di lui, volevo che lui si dimenticasse di me. Avevo capito che lui era terribilmente cotto di me, lo avevo capito fin da subito, ma avevo cercato di reprirmere ogni allarme che me lo faceva notare. 
La goccia che fece traboccare il vaso fu quella sera quando capii cosa voleva fare, quando ci provò così spudoratamente e l'unica cosa che mi saltò in mente di fare fu farmi trovare di proposito in bagno con un altro, per fargli capire come stavano le
cose.
Non volevo farlo soffrire in quel modo, non volevo allontanarlo da me così, volevo solo che capisse, capisse che io non ero pronto ad una cosa del genere, non ero pronto e basta.
"Non sono nemmeno gay, dannazione."  Borbottai a me stesso, mentre prendevo nuovamente la giacca dal pavimento. Non ero gay, ero solamente libero, ecco, libero da ogni etichetta data dalla società, mi divertivo e basta. E si, mi ci era voluta una sbornia per capirlo. 
Afferrai la mia giacca di jeans dal pavimento e barcollando uscii di casa, sapevo di essere ubriaco e puzzare di erba, sapevo anche di stare barcollando e ma quello che non sapevo era dove stavo andando.
Camminai per ora sul lungo mare di Valencia, scalzo e fatto, tremendamente fatto, mentre cantavo "I'm yours''. sperai vivamente di non incontrare nessuno di mia conoscenza, giusto per non perdere l'unico briciolo di dignità rimasta.
Erano le sei e mezza del mattino quando mi ritrovai sotto casa di Harry a battere i pugni ripetutamente contro la porta e ad urlare "Harry Styles, ti giuro che se non esci da lì, ti pesto." e si, quando la porta si aprì, caddi violentemente sul pavimento di legno.
Rimasi con la testa china per alcuni secondi per poi, alzarmi da terra e parlare, finalmente.
"Harry, mi d-" Le parole mi morirono in gola quando incrociai degli occhi verdi come i suoi, ma non i suoi.
Erano belli, dio, ma non erano quelli di Harry, erano meno vivi e non avevano quelle deliziose ramature color oro in mezzo, avrei poi scommesso che al sole non sarebbero mai diventati più chiari come i suoi.
Mi morsi il labbro mentre squadravo quella che sembrava una ragazza, avanti a me, era la copia di Harry con i capelli lunghi. La trovai quasi inquietante e questa cosa fu parecchio esilarante per me visto che mi piegia in 
due dal ridere, mentre lei mi guardava fra lo scioccato e l'arrabbiato.
"Ehm. Si. Tu devi essere Louis, mio fratello mi aveva detto che eri un tipo strano ma non credevo fino a questo punto. Comunque Harry non vuole veder-" 
La bloccai io, posandole un dito sulle labbra con nonchalance per poi pulirmi l'altra mano sulla coscia. La ragazza mi guardò stizzita ma prima che potesse rincominciare parlai.
"Uhm, sisi, quello che ti pare. Ma io lo voglio vedere, quindi ora tu, carissima, ti potresti levare dal cazzo?"
Non sapevo avesse una sorella, a dire la verità non avevo mai riaperto l'argomento "famiglia", visto che mi sembrava ancora scottante, così appena la conobbi lasciai stare i convenievoli, non sarei stato di certo gentile con una come
quella.
"Allora, non so con chi tu creda di parlare ma io non mi faccio  mettere i piedi in testa da un ragazzino. Ora saresti pregato ti uscire da questa casa prima che ti prenda per i capelli e ti butti fuori a calci?"
E okay, rimasi sbalordito da quelle parole. Esteticamente era la copia di suo fratello ma caratterialmente, cavolo, era il suo opposto.
La guardai aggrottando le sopracciglia e poi le risi in faccia sguaiatamente ma senza divertimento; credeva veramente che se avessi voluto fare una cosa mi sarei fatto fermare da lei?
Non le risposi, mi limitai a correre-letteralmente- al piano di sopra; entrai in camera del riccio senza troppi problemi e chiusi la porta con la chiave, per sicurezza.
"Gemma, chi era alla porta?" Il riccio, che dava spalle alla porta, era avvolto nel piumino e aveva un cuscino stampato sulla faccia.
Rabbrividii quando la sua voce mi arrivò alle orecchie, dio, mi era mancato così tanto.
Mi avvicinai al letto e mi sedetti sul suo letto, sull'angolo opposto e tossicchiai leggermente.
"Uhm. In realtà s-sono Louis."
Vidi la schiena del riccio irrigidirsi immediatamente e da quel momento a quando finalmente si girò, mi sembrarono passati anni. Non dissi niente, limitandomi a guardarlo.
I suoi occhi erano verdi, ma spenti, non vedevo più quella luce che tanto amavo nei suoi occhi, aveva i ricci ormai schiacciati sulla fronte e il suo viso era molto meno paffuto di quanto si ricordasse Louis.
Quest'ultimo si aspettava uno schiaffo, un pugno, che l'avesse mandato a quel paese, di tutto ma non che il riccio scoppiasse in lacrime e affondasse il viso nel cuscino.
"Ti odio, ti odio, ti odio." 
Volevo  morire, volevo sprofondare nel pavimento e volevo auto picchiarmi, non mi era preparato a vedere Harry avere un crollo di quel genere e non sapevo veramente come comportarmi.
Rimanemmo in silenzio per minuti, forse ore, una mano posata sulla schiena del ragazzino e un labbro stretto fra i denti, finché quest'ultimo finalmente riuscì a smettere di piangere e a parlare normalmente.
"Vattene. Non ti voglio vedere." Sibillò freddo, senza però levare la mano mia mano dalla sua schiena.
"No, sto gran cazzo che me ne vado. Lo so, so di avere sbagliato e mi dispiace di averti spezzato il cuore ma non volevo, io non credevo che reagissi così, va bene? Non sapevo che ci tenessi in quel senso a me."
"Fanculo, Louis. Vaffanculo. Non sono arrabbiato con te, sono arrabbiato con me per essermi innamorato di una merda tale." 
Non dissi niente, nuovamente lo lasciai sfogare, nonostante avessi sentito il mio cuore spezzarsi un due sapevo che era quello che mi meritavo per aver ridotto l'innocenza di quel ragazzino in frantumi, e mi dispiaceva, dio se mi dispiaceva, ma a me non piacevano i ragazzi, se non quando capitava, e Harry non doveva essere una sveltina e basta, si meritava di più.
Sentii una strana sensazione alla bocca dello stomaco e fui costretto a portare una mano su esso, piegandomi leggermente in avanti; mi mordicchiai il labbro quando percepii l'acido dell'alcool invadermi la gola e feci in tempo a raggiungere il bagno di Harry, per rimettere nel water.
Entrambe le mani erano poggiate sul coperchio di esso, le ginocchia schiacciate sul pavimento e la testa piegata verso il basso, cercavo di smetterla di fare scorrere le lacrime sulle sue guance, non era abituato a sentire tutto quel dolore.
Nonostante avessi già vomitato in quella mattinata, l'ultima volta a casa di Harry fu devastante, credetti di non smettere mai di vomitare, mi sentivo come se qualcuno avesse afferrato il mio stomaco fra le dita e stretto, giurai a me stesso di diventare astemio.
Erano ormai passati venti minuti buoni e un altro getto di vomito mi fece piegare nuovamente, gemetti però quando una mano calda si posò dietro al mio collo, delicatamente e timidamente cominciò poi a massaggiarmi la testa con l'altra mano.
"Tranquillo, tranquillo. Ora passa." 
In quel momento mi sentii peggio di prima, se possibile,  nonostante tutto lui era lì a consolarmi e ad aiutarmi, quando avrebbe potuto esserne felice e anzi, se fossi stato in lui probabilmente mi avrei infilato la testa nell'acqua del water.
Ansimai lievemente per poi pulirmi le lacrime con il dorso della mano, tirai su  col naso e mi sedetti fra la doccia e il  lavandino, portai le ginocchia al petto, respirando molto lentamente.
"Quante volte ti ho detto di non bere così tanto e di non fumare? E non osare rifilarmi una delle tue cazzate perché sento il tanfo fino a qua."
Abbassai lo sguardo sulla punta delle mie scarpe e cominciai a giocare nervosamente con le dita delle mie mani, non volevo guardarlo negli occhi, non ero veramente pronto ad affrontarlo e questo mi faceva sentire terribilmente a disagio. Ero sempre stato senza peli sulla lingua, schietto e diretto ma con lui sembrava tutto essere cambiato.
"Mi dispiace." Era palese che non fosse riferito all'alcool ma a noi due, lo capì anche lui, sedendosi di fianco a me, posando poi la testa sulla mia spalla.
Sperai di averlo convinto, sarei crollato definitivamente se avesse rifiutato di nuovo le mie scuse.
Prese la mia mano fra le sue, respirò profondamente e aprì la bocca, come per parlare, poi però la richiuse immediatamente, chiudendo gli occhi. 
"Posso baciarti, Lou?"
Mi girai di scatto a quelle parole, ma lui non ricambiò il mio sguardo sconvolto, anzi sembrava tremendamente imbarazzato. Mi guardava da sotto le ciglia, le gote tutte arrossate e le labbra rosse erano leggermente schiuse, accennai un sorriso e inclinai la testa di lato.
"So tremendamente di vomito." 
"Non me ne frega un cazzo." Fece una smorfia adorabile, arricciò il naso e roteò gli occhi all'aria, stringendo la presa sulla mia mano. "E ora non rifilarmi la scusa dell'essere o no gay, perché avevi un cazzo in bocca, Louis."
Risi sguaiatamente alla sua frase, perché sì, probabilmente se non avessi acconsentito al suo bacio lo avrei perso per sempre e non era quello che volevo, avevo bisogno dii lui.
Volevo dirgli di non essere gay, di avere solo dei momenti poco virili, diciamo, ma era veramente così?
Che poi, se non mi fosse interessato dei ragazzi, non avrebbe fatto ne caldo ne freddo un bacio, no?
Mi voltai verso di lui, posai la fronte contro la sua e finalmente lo vidi sorridere, uno di quei sorrisoni veri, che faceva solo a me, quello tutto fossette e occhi luccicanti.
"E se rovinasse tutto? Intendo, Harry, sarà solo un bacio."
Non volevo essere così rude, ma era la verità, quel bacio avrebbe solo finito per far soffrire entrambi e lui lo sapeva, abbassò lo sguardo e annuì distrattamente, fece per allontanarsi da me ma ero ubriaco e fatto e non so cosa mi sia
passato per la testa in quel momento ma afferrai il suo viso fra le mani e lo baciai.
Avete presente i primi baci? Quelli dolci, senza lingua, senza eccessiva saliva, senza tocchi volgari, semplicemente un bacio romantico. Con una mano accarezzavo la sua guancia rossa mentre con l'altra stringevo i suoi ricci, lo sentii sorridere
un paio di volte sulle mie labbra, la sua mano continuava a fare movimenti circolari sul mio fianco, facendomi rabbrividire.
Mi allontanai per prendere fiato e afferrai il suo labbro inferiore fra i denti, continuando comunque a guardarlo negli occhi. 
"Harry, mi dispiace per aver fatto entrare quel raga-"
Mi bloccai, allontanandomi di scatto dal riccio, indietreggiai violentemente fino a sbattere contro la doccia e guardai la sorella di Harry che a sua volta mi fissava infuriata, era bordò dalla rabbia e i pugni delle mani erano stretti
fino a rendere le nocche bianche.
Il mio "amico" ci guardava fra lo sconvolto e l'imbarazzato, non sapendo cosa dire, vidi però che faceva fatica a reprimere un sorrisetto malizioso e questo mi fece crollare totalmente. 
"Scusate."
Non dissi nient' altro, non ascoltai nemmeno Harry che urlava il mio nome e uscii di corsa da quella casa, chiusi la porta alle mie spalle e cominciai a camminare a passo veloce verso casa mia. Sapevo che era sbagliato quello che avevamo fatto, ma come faceva qualcosa di così sbagliato a rendermi così bene?



Care, carissime!
Sono qua dopo circa due\tre settimane con un nuovo capitolo. Allora, vi ho chiesto di venire qua sotto a leggere per due importanti motivi.
- Allora, so che chiedere recensioni sembrerà triste e deprimente ma, senza esse mi sento come se fosse del tutto inutile scrivere, sono come dire, senza "voglia" di farlo, sembra che lo faccia inutilmente. Vorrei anche dei consigli per come continuare e come scrivere meglio.
-Ho scritto una nuova storia e se vi piace il genere, vi consiglio di leggerla, hahah.
P.S Ho messo "Eden" anche su Wattpad.

BACIONESS.

 
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: Thebravest666