Partiamo
dal presupposto che non sono morta. Lo so che
saranno mesi che non aggiorno “Un salto nel
futuro”, ma preferisco non fare le
cose di corsa e rifilarvi un bel capitolo, cosa che probabilmente
accadrà verso
la metà di luglio, una volta finiti (finalmente gli esami).
Però ci tenevo a
pubblicare qualcosa di
completo, ecco
il perché di questa raccolta. E’ articolata in
venti one-shot con protagoniste
le quattro nuove coppie di “Un salto nel futuro”,
nella loro particolare epoca.
Probabilmente compariranno personaggi o avvenimenti che
non capirete, ma leggetelo nel complesso e se vi rimangono dei dubbi
potete
sempre chiedermi.
L’ispirazione è venuta tramite un’email.
Era una catena d’amore
e questa parte mi ha colpito un sacco, tanto da voler scrivere
qualcosa.
Probabilmente sarà arrivata anche a voi, chi lo sa!
Prima shot: James e Samantha.
Loro
profumeranno sempre, anche se è solo
shampoo.
La biblioteca era
sempre stata silenziosa, da che James potesse ricordare.
Era
anche vero che
la sua frequentazione di quel luogo nei sette anni di scuola passati
era stata
poco assidua.
Non
riusciva a
comprendere come si potesse rimanere chiusi lì dentro per un
intero pomeriggio.
Se non fosse stato costretto dagli esami imminenti sarebbe stato
sicuramente
fuori in giardino a godersi i primi raggi di sole estivo.
Invece
era
rinchiuso lì, tra quelle quattro mura, sommerso dai libri.
Sospirò, tornando a
rileggere, per quella che doveva essere la sesta volta, la prima riga
del capitolo
ventisei di “Pozioni Avanzate, volume settimo”.
Non capiva uno
schiopodo di quel dannato libro. Perché diceva di non
sbriciolare la radice di
verbena se tra gli ingredienti c’era scritto radice
di verbena in polvere?!
Si passò una mano
tra i capelli, esasperato.
Gli sarebbe
decisamente servito un aiuto.
«Ciao
James, che
sorpresa trovarti qui».
Alzò lo sguardo per
trovarsi davanti una ragazza bionda che, chissà come,
riusciva a resistere al
caldo di inizio giugno con la divisa di Serpeverde perfettamente
allacciata.
«Ehi Sam».
L’aiuto
che gli
serviva era giunto con un tempismo perfetto.
La
osservò prendere
posto davanti a lui e tirare fuori il libro di Trasfigurazione. Senza
rivolgergli parola iniziò a studiare.
James si
riconcentrò su quella dannata riga, anche se il suo sguardo
ogni tanto saettava
sulla ragazza seduta di fronte a lui.
Sam continuava
imperterrita a leggere, pur avvertendo i suoi occhi verdi soffermarsi
su di
lei.
«Cosa c’è James?»
chiese alla fine, incatenandolo con lo sguardo.
Lui, beccato in
pieno, si decise a confessare.
«Ecco, non vorrei
disturbarti, ma…ho bisogno di aiuto!»
piagnucolò con un’espressione da cucciolo
sperduto.
Presa alla
sprovvista, Samantha sbatté le palpebre «Aiuto?
Che aiuto?»
«E’ da più di
mezz’ora che leggo questa riga, ma non ci ho capito
niente!»
La ragazza sospirò,
scuotendo il capo «Se tu stessi attento mentre Piton
spiega…»
«Per favore!»
«Fa’ vedere» si
arrese lei, sporgendosi sul tavolo.
James le passò
velocemente il libro, ringraziandola felice e si sporse per indicarle
la frase.
«Ma è
semplicissimo!» esclamò lei e, prendendo la sua
espressione ebete come quella
di uno che non aveva capito, con una smorfia iniziò a
spiegargli.
Ma a James non
interessava. Non gli interessava neppure quella dannata riga che
l’aveva fatto
penare a lungo.
L’unica cosa che
gli importasse, in quel momento, era stare così per
più tempo possibile, con il
naso a pochi centimetri dai suoi capelli biondi e il profumo del suo
shampoo
che aleggiava nell’aria e gli penetrava nelle narici.